Scartezzini, mea culpa su Grenchen e obiettivo mondiali

16.10.2021
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Dal messaggio di Villa che si scusava con lui per l’esclusione dalle Olimpiadi sono passati ormai tre mesi e Michele Scartezzini è nuovamente a Montichiari, lavorando per andare ai mondiali di Roubaix. Il passaggio agli europei di Grenchen non ha convinto (in apertura il veneto durante la madison con Viviani), il gruppo azzurro è parso scollato e la tirata di orecchie di Ganna ha fatto parlare.

«L’argomento ha fatto scalpore – dice Michele – ma ci siamo chiariti lunedì. Con Pippo divido la stanza, è tutto a posto. Dà fastidio se al nostro livello non otteniamo risultati e agli europei ci siamo mangiati una medaglia. A Villa non siamo piaciuti e ha ragione. E’ stato un errore che ci è pesato e che magari ci darà qualcosa di più come rabbia per i mondiali».

Europei sotto tono

In sintesi, siamo usciti dagli europei come se non fossimo la nazionale che ha vinto il quartetto olimpico. Tolto il bellissimo inseguimento individuale di Jonathan Milan, nelle altre specialità abbiamo balbettato e non era troppo lecito aspettarselo. Anzi, si poteva quasi pensare che gli esclusi da Tokyo andassero col fuoco addosso, per prendersi la loro parte di gloria.

Capita spesso che dopo le Olimpiadi le squadre si rilassino, ma ad esempio fra le ragazze è successo che il quartetto ha centrato l’argento, così come ha preso l’argento Paternoster nell’eliminazione e Barbieri il bronzo nell’omnium.

A Ca’ del Poggio, sull’auto da rally de tricolore Giandomenico Basso in un evento delle Fiamme Azzurre
A Ca’ del Poggio, sull’auto da rally de tricolore Giandomenico Basso in un evento delle Fiamme Azzurre
Qualcosa di sbagliato nella preparazione?

La condizione c’era, ma avevo detto da subito nel mio caso che il traguardo per far dimenticare l’esclusione da Tokyo sarebbero stati i mondiali. Gli europei avevano un calendario strano e arrivarci al top, soprattutto adesso che siamo a fine stagione e le energie sono limitate, poteva essere un rischio. Quello di arrivare a Roubaix senza le giuste forze. Due settimane sono un bel periodo, in cui la condizione può cambiare.

Che cosa si sa della pista di Roubaix? Ci avete mai corso?

Ci andammo nel 2019 in preparazione ai mondiali di Pruzskow, però Marco (Villa, ndr) ci diceva che hanno avuto problemi con il legno della pista. Per cui lo hanno levigato e hanno dato un diverso impregnante. La pista in sé ha curve strette e rettilinei lunghi, dovremo girarci per abituarci. Bastano 20-30 giri per trovare il feeling.

E la levigatura e la scorrevolezza incidono sulle scelte tecniche?

Certamente. Se non è scorrevole devi ragionare sui rapporti e la tabella su cui impostare la gara. C’è di buono che sarà così per tutti, quindi nessuno sarà avvantaggiato.

C’era anche Scartezzini con gli olimpionici di Tokyo all’inaugurazione del Vigorelli
C’era anche Scartezzini con gli olimpionici di Tokyo all’inaugurazione del Vigorelli
Dopo i mondiali si va in vacanza?

Niente da fare. Quest’anno ho comprato casa, quindi le vacanze si fanno lì. E poi farò due Sei Giorni, a Gand e Rotterdam. Sercu voleva che le facessi con Lamon, ma almeno per la prima Francesco sarà in vacanza e correrò con un ragazzo belga della Lotto Soudal. Invece a Rotterdam, se la confermano, faremo una coppia azzurra.

Come si vive la vigilia a Montichiari?

Bene, come al solito. Ieri abbiamo fatto due prove cronometrate. La prima è andata bene, nella seconda sono caduti Milan e Donegà, quindi è servita a poco. E su quelle Marco ha dato le squadre (oltre al quartetto olimpico, voleranno a Roubaix appunto Scartezzini, Bertazzo e Viviani, ndr). Si parte domani, ormai manca poco.

Nations 2014

Chrono des Nations, per Ganna una rinuncia a due facce

16.10.2021
5 min
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Nel secolo scorso, quando i mondiali su strada si svolgevano a fine agosto ed erano riservati solo alle prove in linea, la sfida per i cronoman era quella del GP delle Nazioni, principalmente sulla Costa Azzurra. Era un appuntamento sentitissimo, su una distanza pressoché inconsueta nel ciclismo, sempre oltre gli 80 chilometri. I grandi specialisti non mancavano mai. Coppi l’ha vinta due volte come Gimondi, Moser ci ha provato spesso ma senza successo. Con l’avvento dei mondiali di specialità, il GP delle Nazioni ha perso charme, fino a essere cancellato dal calendario nel 2004. Intanto però prendeva sempre più consistenza una prova simile, la Chrono des Nations. Nata nel 1987, è cresciuta progressivamente fino a entrare nel 2005 nel calendario Uci.

La gara con il passare degli anni ha assunto il ruolo di vera e propria rivincita della gara mondiale, anche perché a differenza della quasi totalità delle gare professionistiche, qui i corridori sono ingaggiati direttamente dagli organizzatori, con cifre anche importanti e solo successivamente sono coinvolte le squadre.

Martin Nations 2013
Il tedesco Tony Martin, autore di una tripletta consecutiva dal 2011 al 2013, riuscita prima solo a Gonchar (UKR)
Martin Nations 2013
Il tedesco Tony Martin, autore di una tripletta consecutiva dal 2011 al 2013, riuscita prima solo a Gonchar (UKR)

Per l’Italia solo 4 successi

Si gareggia a Les Herbiers, località nel dipartimento francese della Vandea, piuttosto difficile da raggiungere. Per un giorno la città ospita un vero e proprio festival del cronometro. Si comincia al mattino presto con le gare per i più piccoli e si va avanti fino alle prove per professionisti a inizio pomeriggio. Nella storia, considerando le varie categorie, l’Italia ha vinto solamente 4 volte: Maria Canins si è aggiudicata la prova femminile nel 1988 e ’89, Gianluca Moi quella under 23 nel 2002, Filippo Ganna ha trionfato fra gli junior nel 2014 (foto di apertura).

Come si vede, non abbiamo mai vinto la gara principale. Proprio Ganna, battuto non senza sorpresa due anni fa dall’olandese Jos Van Emden, voleva riprovarci quest’anno.

L’iridato era stato invitato dagli organizzatori per dare vita a una grande rivincita con Remco Evenepoel, terzo ai mondiali. Per allestirla non avevano badato a spese, ma a tre giorni dalla sfida, Ganna ha declinato l’invito. La caduta all’ultima Coppa Bernocchi, costatagli un’incrinatura a una costola era ancora troppo recente per portarlo ad effettuare una trasferta così onerosa. E sapendo quel che c’è in ballo, ossia i mondiali su pista, ha preferito rinunciare.

Nations 2019
Il podio dell’ultima edizione, nel 2019, con l’olandese Van Emden fra Ganna (2°) e Roglic (3°)
Nations 2019
Il podio dell’ultima edizione, nel 2019, con l’olandese Van Emden fra Ganna (2°) e Roglic (3°)

Una rinuncia quasi… fortunata

Il suo preparatore Dario Cioni aveva già tracciato il solco della trasferta: «La partecipazione era stata decisa durante i mondiali su strada, proprio considerando l’obiettivo principale di fine stagione. Noi ci eravamo messi a disposizione, con lui saremmo partiti io, il meccanico Matteo Cornacchione con tutta l’attrezzatura e il massaggiatore Piero Baffi, ma a metà settimana Pippo ci ha comunicato la sua decisione, che non viene per nuocere…».

Cioni spiega i confini della sua affermazione: «Filippo sta abbastanza bene, si sta riprendendo e evitare la trasferta è un ulteriore aiuto per la sua ripresa. Inoltre questo gli consente di lavorare di più su pista. Avrebbe dovuto saltare un’intera sessione con i compagni. Così ha invece la possibilità di completare il ciclo di allenamento previsto e avere nelle gambe lo stesso numero di ore di preparazione degli altri. Io penso che alla fine sarà un piccolo vantaggio».

Evenepoel Mondiali 2021
Evenepoel alla fine del Mondiale crono 2021: un bronzo che non lo aveva accontentato
Evenepoel Mondiali 2021
Evenepoel alla fine del Mondiale crono 2021: un bronzo che non lo aveva accontentato

Favorito Evenepoel?

La gara francese perde così uno dei suoi principali interpreti. La gara di domenica si disputa su una distanza “normale”, 44,5 chilometri con l’unica variazione rispetto al 2019 (nel 2020 la gara è stata cancellata per il Covid) dei primi e ultimi 500 metri.

«E’ un tracciato che si adattava abbastanza bene alle caratteristiche di Filippo – afferma Cioni – non piatto come quello dei mondiali, ha un dislivello complessivo di 400 metri, diciamo che è il classico su e giù della pianura francese. Sarebbe stato un bel test anche perché è presumibile che il percorso olimpico di Parigi 2024 avrà caratteristiche simili. Vorrà dire che ci andremo l’anno prossimo».

I media avevano caricato fortemente l’evento puntando sulla sfida fra l’iridato e il belga Remco Evenepoel, terzo a Leuven. Per Cioni però la mancanza di Ganna non significa che il belga avrà vita facile.

«Fossi in lui – spiega – farei molta attenzione al campione europeo, lo svizzero Kung che potrebbe adattarsi meglio di tutti al tracciato. E’ difficile dire chi sia il favorito, dipende molto da quanta benzina è rimasta nelle gambe di ognuno più che dalle proprie capacità».

De Marchi Tre Valli 2021
Toccherà a De Marchi provare a centrare il podio, colto oltre che da Ganna solo da Quinziato nel 2008
De Marchi Tre Valli 2021
Toccherà a De Marchi provare a centrare il podio, colto oltre che da Ganna solo da Quinziato nel 2008

Gara che merita il WorldTour

La “costruzione” dell’evento come detto è un po’ particolare: Lefevere ad esempio nelle sue dichiarazioni non è sembrato entusiasta della partecipazione di Evenepoel, pur comprendendo il richiamo economico. Cioni tiene su questo a dire la sua: «E’ una bellissima manifestazione, proprio perché è dedicata a tutte le categorie e non solo ai professionisti. Ha una forte partecipazione francese ma questo è normale, basti considerare che la Française des Jeux invierà 20 atleti fra le varie categorie. Per me è un peccato che non abbia il seguito mediatico che meriterebbe. Considerando che il WorldTour non comprende gare a cronometro, dovrebbe assolutamente inserirla».

Assente Ganna, toccherà quindi ad Alessandro De Marchi, campione europeo nel Team Relay e reduce dalla vittoria alla Tre Valli Varesine, provare a sfatare il tabù azzurro. Nelle altre categorie ci saranno 8 italiani, tra cui Marta Cavalli, Elena Pirrone, Vittoria Bussi e Federica Piergiovanni nella gara elite femminile dove, stante l’assenza delle principali olandesi, tutto indica nella svizzera Reusser la principale favorita.

In che modo la testa da crono aiuta su strada? Scopriamolo

11.10.2021
4 min
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Ganna che va in fuga e vince, poi lo mettono a tirare e fa la differenza (foto di apertura). Evenepoel che doppia il gruppo alla Bernocchi e che al mondiale è stato capace di tirare per mezza giornata allo stesso ritmo altissimo. Per non parlare dei giorni andati, quando Cancellara si prendeva le classiche con grandi azioni solitarie. Che cosa hanno in comune i tre campioni qui sopra? Condividono la stessa attitudine per la crono.

Allora ci è venuta una domanda: la testa da crono dà effettivamente dei vantaggi su strada? In che modo la capacità di gestire il tempo diventa un’arma quando ci si trova da soli in fuga o mettendo una fuga nel mirino?

Evenepoel ha vinto la Bernocchi doppiando il gruppo: numero da cronoman?
Evenepoel ha vinto la Bernocchi doppiando il gruppo: numero da cronoman?

Lo abbiamo chiesto ad Adriano Malori, con la curiosità di entrare nella testa di chi delle crono ha fatto il suo pane quotidiano.

«E’ vero – conferma l’emiliano – il cronoman ha un’impostazione mentale tutta sua. Quando Ganna vinse la tappa di Camigliatello al Giro 2020, fece proprio un’azione da cronoman. La salita era pedalabile. Si sfilò con l’inizio degli scatti, poi attaccò lui e fu capace di tenere la velocità fino al traguardo. Il cronoman sa tenere la velocità. Può farlo per mezz’ora o per un chilometro in fondo al Poggio, con 10 secondi sul gruppo verso il traguardo di Sanremo. Per questo raccomando alle società giovanili di farli allenare a crono. Anche su bici normali, purché curino il tipo di esercizio».

Essere cronoman aiuta anche nelle fughe?

Partiamo dall’assunto che il cronoman è abituato allo sforzo solitario. E’ capace di convivere con il mal di gambe. E’ il discorso già fatto sula zona rossa, il limite oltre il quale si va oltre la propria capacità di gestire lo sforzo. Negli anni 90 gli atleti più grandi andavano bene a crono e poi ti aspettavi che crollassero in salita. Invece si staccavano al primo scatto e poi rientravano in progressione. Questo perché il cronoman sa sviluppare watt alti e sa esprimerli anche quando ha le gambe piene di acido lattico. Il passaggio crono-fuga è quasi immediato.

Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Sestriere, Giro d'Italia
Al Giro del 2020, il cronoman Dennis tirò per tutta la lunghezza dello Stelvio e nella pianura successiva
Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Sestriere, Giro d'Italia
Al Giro del 2020, il cronoman Dennis tirò per tutta la lunghezza dello Stelvio e nella pianura successiva
Perché?

Perché se anche la tappa ha qualche salita, il cronoman non è proprio fermo a salire, perché ha un’alta resistenza pur in acido. Atleti come me e Pinotti per vincere dovevano staccare tutti, adesso sono meno schematici e ti trovi anche Van Aert che va forte a crono e si porta dietro tutto il resto.

C’è la crono anche nelle classiche vinte da Cancellara?

Quella violenza devastante è la stessa che metteva nelle sue cronometro migliori. Perciò sì. E c’è la crono anche nel tirare di Dennis sullo Stelvio, ricordate?

Impossibile da dimenticare…

In fin dei conti l’anno scorso al Giro ha tirato per due ore. Prima ha fatto la differenza sullo Stelvio e si è gasato. Poi ha tirato per tutta la pianura fino all’ultima salita. Ha tirato anche Ganna in più di un’occasione e ricordo Tony Martin che al Tour si inventò una fuga eterna. Sono doti che ora stanno sparendo, perché grazie al misuratore di potenza, sai esattamente quanti watt puoi tenere e per quanto tempo.

Le azioni violente di Cancellara in pavé nascono dalla crono
Le azioni violente di Cancellara in pavé nascono dalla crono
L’organizzazione mentale però è diversa. Nelle crono conosci il percorso, in fuga non sempre…

Conoscere il percorso è fondamentale, anche solo vederlo in macchina. Serve per le curve, i tombini, le buche, il vento. Magari facendo le scelte giuste risparmi quel secondo che ti serve per vincere. Nelle fughe magari non conosci il percorso, ma ti viene automatico incassare le spalle, tenere la testa bassa, tagliare le curve, ricercare le strisce di asfalto più scorrevoli. La crono tira fuori le qualità vincenti dei corridori su ogni terreno. Su questo è impossibile non essere d’accordo.

Moser Hinault 1984

Facciamo un gioco: quali sarebbero le migliori cronocoppie?

09.10.2021
4 min
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Ricordate il Trofeo Baracchi? In calendario dal 1941 al ’91 e dal 1949 con la formula della cronocoppie, era il classico appuntamento di fine stagione del ciclismo internazionale. Alcune coppie sono rimaste nella memoria della gente, come Fausto Coppi che dopo tre vittorie con Riccardo Filippi nel 1957 trionfò con il giovane Ercole Baldini olimpionico l’anno prima, oppure i grandi Altig e Anquetil trionfatori nel 1962, lo stesso Anquetil con Gimondi nel ’68, Moser e Saronni nel ’79, ancora Moser e Hinault nell’84 (foto di apertura) fino all’edizione del ’91, tornata individuale per concludere la Coppa del Mondo.

In Lombardia contemporaneamente si svolgeva il GP d’Europa che è durato un po’ di più, fino al 2000. Nel 1999 lo vinse, insieme all’ucraino Belohvosciks, un giovanissimo Marco Pinotti che ricorda bene quel tipo di corse e che abbiamo quindi chiamato come interlocutore per immaginare un Baracchi contemporaneo, chiedendoci e chiedendogli quali potrebbero essere le cronocoppie migliori sulla base dei campioni attuali.

Marco, non possiamo che partire da Filippo Ganna: con chi sarebbe abbinabile e tecnicamente meglio adattabile?

Non è semplice, perché Filippo ha un fisico imponente e ha bisogno di un corridore di stazza simile: con Rohan Dennis, ad esempio, non si comporrebbe una coppia ben assortita perché Ganna prenderebbe troppa aria. In Italia potrebbe formare una buona coppia con Affini, ma considerando le caratteristiche che aveva il Baracchi, dove si componevano coppie internazionali anche di team diversi, io dico che l’ideale sarebbe vederlo insieme al campione europeo Kung.

Van Aert Evenepoel 2021
Van Aert ed Evenepoel, troppo diversi fisicamente ma soprattutto inconciliabili come caratteri
Van Aert Evenepoel 2021
Van Aert ed Evenepoel, troppo diversi fisicamente ma soprattutto inconciliabili come caratteri
Passiamo a Van Aert ed Evenepoel: sarebbe una coppia possibile?

Per nulla, da ogni punto di vista. Tecnicamente Van Aert è troppo più alto del connazionale quindi faticherebbe molto di più, senza contare che non mi pare che caratterialmente si prendano molto… Si punzecchiano spesso, non c’è affinità, l’ultimo Mondiale lo ha dimostrato, aveva ragione Parsani nel dire che Remco ha corso più per Alaphilippe che per Van Aert. Quest’ultimo lo vedrei bene con Dennis, Evenepoel potrebbe invece fare coppia con Vermeersch, la rivelazione della Roubaix che ai Mondiali U23 ha dimostrato di andar forte contro il tempo.

Stessa nazione ma team diversi anche per Roglic e Pogacar…

Qui il discorso è diverso, sono ben amalgamabili e al di là della normale rivalità sportiva c’è un certo feeling, Pogacar ad esempio ai Mondiali 2020 ha apertamente corso per il connazionale. L’unico problema è che avrebbero bisogno di un percorso con qualche difficoltà tecnica, qualche ondulazione per reggere il passo con grandi passisti alla Ganna o Kung.

Roglic Pogacar 2021
Roglic e Pogacar, rivali che si rispettano, una buona coppia se il percorso è duro
Roglic Pogacar 2021
Roglic e Pogacar, rivali che si rispettano, una buona coppia se il percorso è duro
Proprio Kung come lo vedresti con Bissegger? Due specialisti delle cronometro che vengono dalla pista…

E considerando che le cronocoppie erano sempre su distanze molto importanti, alla lunga potrebbero pagare dazio. Considerando che Kung ha grande potenza e Bissegger un bassissimo coefficiente aerodinamico, direi che potrebbero emergere all’inizio ma rischierebbero di disunirsi con il prolungarsi della corsa.

Torniamo in Italia: Ganna a parte, una coppia Affini-Sobrero sarebbe praticabile?

No, c’è sempre troppa differenza fisica. Affini potrebbe sfruttare meglio le sue caratteristiche con un corridore simile, avrebbe bisogno di protezione fisica quando tocca all’altro tirare. Mattia Cattaneo andrebbe bene, come anche un Alberto Bettiol.

Kung Mondiali 2021
Stefan Kung, forse il più duttile: che coppia farebbe con Filippo Ganna…
Kung Mondiali 2021
Stefan Kung, forse il più duttile: che coppia farebbe con Filippo Ganna…
Coppia danese, uno specialista puro e un grande passista: Bjerg-Asgreen…

Questa è davvero una coppia che mi piace, due atleti alti, adattissimi alle sfide contro il tempo e pienamente amalgamabili, anche sulle lunghe distanze. Rischierebbero di sbaragliare la concorrenza…

Chiudiamo in casa Deceuninck Quick Step con Cavagna e Almeida…

No, qui di ripresenta il problema visto con gli svizzeri. Cavagna è adatto a crono molto piatte, Almeida è troppo leggero per gare lunghe e senza asperità. Cavagna potrebbe andar bene con uno come Asgreen, rimanendo nel team, Almeida forse potrebbe ottenere di più con Cattaneo.

Team Relay 2021
Ganna davanti a Sobrero e Affini: la differenza è evidente, in una crono lunga serve maggiore coesione fisica
Team Relay 2021
Ganna davanti a Sobrero e Affini: la differenza è evidente, in una crono lunga serve maggiore coesione fisica
E Pinotti con chi avrebbe fatto coppia?

Sicuramente con Dennis, sarebbe stato l’ideale per le mie caratteristiche…

Ti piacerebbe un ritorno di una manifestazione di questo genere?

Nel calendario attuale non c’è posto, anche considerando come era la gara, una sorta di passerella finale della stagione. La cronocoppie però ha un suo perché e a dir la verità io la vedrei bene inserita nel team relay: la formula attuale dei Mondiali ed Europei, con 3 atleti-gara di fatto esclude molte nazioni che faticano a trovare tre atleti di pari valore tecnico e fisico. Abbinando due coppie credo che ci sarebbe più partecipazione e anche più incertezza.

Extreme Pro 2 la nuova Northwave super performante

23.09.2021
3 min
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Northwave presenta le sue nuove scarpe: Extreme Pro 2. Evoluzione del modello precedente Extreme Pro. Scarpe che abbiamo visto sfrecciare in gruppo. Hanno vestito la maglia rosa di Filippo Ganna nell’edizione 2020 del Giro d’Italia. Ma il momento più alto, le Extreme Pro, lo hanno vissuto nell’ultima edizione della corsa rosa. Le scarpe di Northwave hanno aiutato Damiano Caruso (corridore della Bahrain Victorious che ha già parlato con noi per quanto riguarda le Extreme Pro) a spingere sui pedali per aggiudicarsi la vittoria all’Alpe Motta ed il secondo posto al Giro d’Italia.

Tanti momenti importanti e tante vittorie che hanno permesso all’Extreme Pro di diventare uno degli accessori di riferimento per gli appassionati. Ora con l’evoluzione di questo modello Northwave vuole fornire un supporto ancor più elevato ai propri corridori e fargli tagliare altri importanti traguardi.

Damiano Caruso con le Northwave Extreme Pro al Giro d’Italia 2021 dove ha conquistato il secondo posto
Damiano Caruso con le Northwave Extreme Pro al Giro d’Italia 2021 dove ha conquistato il secondo posto

Nuovi dettagli

Quel che l’azienda di Montebelluna ha fatto con le Extreme Pro 2 è stato un lavoro meticoloso e di profondo studio, era difficile migliorare una scarpa che ha vinto tanto. Northwave ci è riuscita, partendo da una nuova chiusura della tomaia. Costruita con il brevetto Xframe 2 è in grado di trasferire ogni singolo watt sul pedale grazie alla sua chiusura personalizzabile al millimetro.

I nuovi rotori SLW3 che sono due anche in questo modello, forniscono una doppia possibilità di regolazione della chiusura. Quello superiore regola la chiusura sul collo del piede, punto importante per non far muovere l’arto e quindi trasmettere la massima potenza sui pedali. Quello inferiore è studiato per la punta e per adattare la scarpa a tutte le tipologie di piede.

Nuova suola unidirezionale che permette alle Extreme Pro 2 di aumentare ancor di più il trasferimento di potenza sui pedali
Nuova suola unidirezionale che permette alle Extreme Pro 2 di aumentare ancor di più il trasferimento di potenza sui pedali

Suola ancora più efficiente

La suola è la PowerShape Carbon 15 realizzata interamente in carbonio unidirezionale. Prende il suo nome dall’indice di rigidità: 15.0 che è il nuovo benchmark di prestazione per le suole da strada. Rigidità della suola che si accompagna al sottopiede Pro Regular Fit. Una struttura irrigidita ma che con le due zone di densità non perde in comfort per l’atleta.

Siamo sicuri che le Extreme Pro 2 saranno ancor più performanti e che daranno quella spinta in più ai propri corridori anche nella prossima stagione. D’altronde il ciclismo è in continua evoluzione e anche gli accessori devono seguire questa tendenza. Soprattutto se si parla di calzature che sono il punto in cui il corridore esprime la sua potenza. Sono anche uno dei punti di appoggio sulla bici, Northawave lo sa e crea una scarpa performante ma soprattutto comoda.

Northwave

L’iride di Ganna, più testa che gambe. E un pericolo schivato…

20.09.2021
3 min
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Lui non lo ammetterà mai, ma ogni volta che davanti allo schermo passano una crono e delle maglie azzurre, qualcosa gli scatta nella testa. E così ieri sera, ancora inebriati per la vittoria di Ganna, abbiamo chiesto ad Adriano Malori che cosa gli sia parso della vittoria di Pippo e della sconfitta davvero esigua di Van Aert. E l’emiliano, che non se ne perde una, è entrato presto nel vivo della conversazione.

Secondo Malori, Van Aert ha peccato di presunzione, partendo troppo forte e restando in testa fino a 3/4 di gara
Secondo Malori, Van Aert ha peccato di presunzione, partendo troppo forte e restando in testa fino a 3/4 di gara

«Sono particolamente contento per Pippo – dice – e insieme si potrebbe far notare che Van Aert ha peccato di presunzione. Pensava e sapeva di avere una gamba stratosferica ed è partito troppo forte. Quando si è visto che Pippo stava recuperando nel secondo intermedio, ho capito che avrebbe vinto lui. In queste crono così lunghe, c’è un trend che non si può invertire».

Ganna ha detto di aver capito di avere chance quando a metà gara non era entrato ancora in zona rossa. Potresti tradurre?

In una crono così, si stabilisce un wattaggio di riferimento da tenere, che nel caso di Pippo può essere di 460-470 watt. Se ti accorgi che durante la crono hai margine, allora capisci di poter aumentare. Magari riesci a spingere a 485 watt e a fare la differenza. La capacità del grande cronoman è capire se a parità di velocità, può consumare meno energie.

Verso il traguardo di Milano 2021 sulla Bolide nera: secondo Malori, Ganna ha vinto per la caduta di Cavagna
Verso il traguardo di Milano 2021: secondo Malori, Ganna ha vinto per la caduta di Cavagna
Un esempio, per favore…

Ai mondiali di Richmond avevamo pensato che per me il limite fosse a 440 watt. Solo che mi accorsi di avere margine. E pensai che avrei potuto continuare e arrivare fresco, oppure avrei potuto forzare per ottenere un risultato migliore. E così feci. Nelle crono non si deve arrivare freschi, si deve arrivare morti. La zona rossa è quando sei al limite e non hai più margine. E anche tenere il wattaggio che hai stabilito risulta difficile. Non hai più margini, inizi a grattare il fondo del barile.

Perché sei particolarmente contento per Ganna?

Perché ha rischiato di passare un brutto quarto d’ora, pensateci…

Spiega tu.

Ha vinto l’ultima crono del Giro perché Cavagna è caduto e in gruppo se ne sono accorti. Poi ha perso malamente l’italiano. Le Olimpiadi erano troppo dure, ma gli europei li ha persi lui. Se non avesse vinto oggi (ieri per chi legge, ndr), avrebbe imboccato una brutta strada.

Adriano Malori, mondiali Richmond 2015
Ai mondiali di Richmond 2015, Malori conquista l’argento andando oltre il limite che si era prefissato nella testa
Adriano Malori, mondiali Richmond 2015
Ai mondiali di Richmond 2015, Malori conquista l’argento andando oltre il limite che si era prefissato nella testa
Quale strada?

Avrebbero cominciato a dire che la vittoria di Imola era stata il frutto del lockdown e non era credibile, al pari di altre vittorie che abbiamo visto in giro. Invece a Bruges ha dato un’enorme dimostrazione di carattere. Non solo di gambe, ma anche di testa. Ha corso davvero una crono da campione, davanti ad avversari proprio forti. E’ andato bene anche Remco. Pippo non ha dominato come in altre occasioni, ma il livello si sta alzando tantissimo e ormai bisogna abituarsi a pensare che si vince anche per poco.

Villa racconta il Ganna che non si vede

19.09.2021
3 min
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Villa cammina dietro, come sempre. Il centro di Bruges brulica di tifosi fiamminghi, che puntano all’ultima birra e poi torneranno a casa o in hotel. Da questi stessi vicoli anni fa partiva il Giro delle Fiandre, così la presenza traboccante di tifosi non è una novità. Di diverso c’è che alla partenza si cullano speranze, mentre qui l’arrivo di Ganna ha gelato Van Aert ed Evenepoel. E mentre Pippo racconta a selve di microfoni la vittoria e le sue sensazioni, il suo tecnico della pista e anche della crono lo segue con lo sguardo e il sorriso.

Dopo l’oro olimpico del quartetto, per Villa un altro giorno speciale con il “suo” Filippo Ganna
Dopo l’oro olimpico del quartetto, per Villa un altro giorno speciale con il “suo” Filippo Ganna
Non sarà come la commozione di Tokyo, ma sembri felice…

E’ andata bene, dai. E’ partito nel modo giusto, ha giostrato bene lo sforzo di 47 minuti. Gli avevamo detto che sarebbe durata sui 48, lui diceva 49 invece ha fatto ancora meno (Ganna ha vinto la crono iridata in 47’47”, ndr). E’ andato forte. Arrivava da una stagione incredibile, ma difficile da gestire. Dopo le olimpiadi era giusto riposare, non arrivare qua con troppe gare perché aveva bisogno di recuperare sia di testa che di gambe, però…

Però diceva di essere nervoso e che ha avuto bisogno dei compagni, della nazionale…

Era nervoso come sempre, ma si sa aggrappare alle persone giuste. Avrà fatto le sue telefonate, mandato i suoi messaggini a tutto il gruppo di cui si fida… E alla fine parte sempre giusto. Questa volta è arrivato giustissimo!

Com’è stata l’attesa della partenza?

Stamattina non si svegliava più, si è alzato anche tardi. Siamo arrivati giusti, abbiamo preparato bene l’appuntamento, con Velo e Cioni. Cassani gli ha dato la tranquillità. Pippo ha voluto correre a Trento la prova su strada e Davide giel’ha fatta fare. Ha voluto togliersi dalla prova in linea qui in Belgio e abbiamo riprogrammato i due mondiali. Questo l’ha azzeccato, vediamo l’altro.

Prima di tornare in hotel, la rituale firma delle maglie
Prima di tornare in hotel, la rituale firma delle maglie
Che differenza fra Bruges e Imola?

Ci credo sempre in Pippo, ma l’anno scorso è stato una sorpresa per tutti. Intendiamoci, qualcosa ci aveva fatto vedere prima, al campionato italiano e alla Tirreno. Questa volte doveva rimontare. Le Olimpiadi ci avevano fatto vedere che i campioni olimpici erano altri. Ma qui Pippo ha dimostrato di avere testa. A Tokyo aveva detto in anticipo che il circuito non era per lui, ma che con uno più adatto poteva giocarsela. Oggi ha trovato il percorso giusto e ha vinto.

Zitti tutti, suona l’Inno di Mameli. Ganna, il sogno è realtà

19.09.2021
4 min
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«Ognuno di noi ha il suo stress personale. Io per confermare la maglia, gli altri per cercare di vincerla. Quando stamattina mi sono svegliato, ho capito che avevo il sogno di vincere e quando ho tagliato il traguardo, ho pensato che il sogno si era avverato. Ma non è stato facile. Non è mai facile…».

Ha impostato la crono prevedendo di crescere nel finale: tattica vincente
Ha impostato la crono prevedendo di crescere nel finale: tattica vincente

Sinfonia azzurra

Le sei di un pomeriggio che non dimenticheremo tanto presto. L’apertura dei mondiali di Flanders 2021 parla italiano e lo fa con la potenza del nostro gigante. Ganna ha vinto la maglia iridata della crono con una rimonta strepitosa ai danni di Van Aert. Quasi sette secondi di ritardo al primo intermedio. Meno di un secondo al secondo. Sei secondi di vantaggio sul traguardo. Raramente una sfida a crono ha avuto una tensione così alta, mentre Evenepoel friggeva sulla hot seat, avendo però capito che il suo miglior tempo avesse ormai i minuti contati.

Di colpo sul traguardo i tifosi belgi si sono spenti e adesso Van Aert ed Evenepoel masticano complimenti a denti stretti e raccontano la sconfitta. Ganna no, lui sorride e si fa largo col suo inglese in un mare di sensazioni bellissime. Quando nella grande piazza del podio è risuonato l’Inno di Mameli, il pubblico ha mantenuto il silenzio. E alla fine l’applauso per l’azzurro è stato ugualmente fragoroso: da queste parti i campioni di ciclismo non hanno passaporto. La sala stampa l’hanno ricavata dietro le quinte dell’auditorium cittadino, un enorme salone nel centro di Bruges. E Pippo stasera sembra più alto del solito.

E’ arrivato stremato, questa volta lo stress prima del via era tanto
E’ arrivato stremato, questa volta lo stress prima del via era tanto
Sembrava fossi partito piano…

Sono partito piano, come si fa in una crono di 44 chilometri. Volevo evitare di finire subito nella zona rossa. E quando a metà gara ho capito di non averla ancora raggiunta, ho pensato che si poteva combinare qualcosa di buono. Non ero nelle mie condizioni preferite. Non è facile rimanere calmi, non è facile tenermi calmo. Ho avuto nei miei compagni dei grandi motivatori. La squadra, la nazionale, gli allenatori. Vincere davanti a due di loro in questa regione del mondo, che è pazza per il ciclismo, vale doppio.

I tifosi intanto ti dicevano di rallentare…

E allora ho capito che forse stavo chiudendo il gap e mi sono messo a spingere più forte. Ringrazio Wout e Remco per avermi costretto a lavorare più forte. Quando le cose non vanno come vorresti, la motivazione viene dai rivali. Quando ho visto Evenepoel così forte nella corsa di Trento e ho letto delle vittorie di Van Aert in Gran Bretagna, ho pensato che di avere un altro buon motivo per fare una grande prestazione.

Sul podio, in Belgio, fra due belgi: il publbico è stato lo stesso molto sportivo
Sul podio, in Belgio, fra due belgi: il publbico è stato lo stesso molto sportivo
Si può dire che sia la tua vittoria più bella?

La vittoria dell’anno scorso a Imola è arrivata in modo strano. Dopo il Covid, dopo una stagione assurda. Quest’anno ho scritto su un foglio i miei obiettivi e fra loro c’era anche questa crono. Questo non significa che sia stato facile, non è facile realizzare un sogno. Ma nella mia testa adesso c’è la conferma che Imola non fu per caso e che ho saputo farlo ancora. Imola in qualche modo ha cambiato la storia…

In che senso?

Se non avessi vinto, non sarei mai andato a Tokyo con l’idea di puntare alla crono. Sarei andato solo per la pista, dove abbiamo davvero un bel gruppo. Ma i piani sono cambiati, è arrivato un altro sogno. Ogni corsa fa storia a sé.

Ti dispiace non correre domenica su strada?

Un po’ sì, avrei voluto aiutare Sonny e Matteo, ma non voglio precipitare le cose. Ho tanto da fare e voglio recuperare. C’è gente che dopo le Olimpiadi è andata in vacanza, io non mi sono mai fermato.

Le crono si vincono con i dettagli e nelle curve: 6″ dopo una prova di 43,3 chilometri sono pcohissimi
Le crono si vincono con i dettagli e nelle curve: 6″ dopo una prova di 43,3 chilometri sono pcohissimi
Che cosa pensi del fatto che hai vinto davanti a due belgi?

Un po’ mi dispiace per loro e un po’ per i loro tifosi. Oggi ho battuto uno che sa vincere nel cross, in salita, negli sprint e nelle crono, forse il miglior corridore degli ultimi 2-3 anni. Ma l’ho battuto per sei secondi. Vuol dire che sostanzialmente abbiamo fatto la stessa gara e che le crono davvero ormai si decidono per una curva.

Mondiali, si comincia. E Villa ci dice come sta Ganna

19.09.2021
4 min
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Un anno nei panni di Filippo Ganna? Non deve essere per niente facile. Villa sorride e poi riprende a raccontarci la vigilia del suo campione.

Ricordando le parole di Elisa Longo Borghini sulle aspettative della stampa e dei tifosi, serve una grande calma per concentrarsi, allenarsi, correre e poi dover rispondere a domande che servono nella maggior parte dei casi per celebrare un successo, ma a volte sembrano dita puntate anche se sei arrivato secondo. E non perché tu sia andato piano o abbia sbagliato strada, ma semplicemente perché ci sono anche gli avversari che a loro volta lavorano per vincere.

Così oggi Filippo Ganna, che in ogni caso è bravissimo a farsele scivolare di dosso, scenderà in strada per l’ennesima sfida top della stagione. Dopo il Giro delle due crono vinte e del lavoro per Bernal. La crono delle Olimpiadi a un soffio dal podio. Il record del mondo e l’oro olimpico del quartetto. L’oro del Mixed Team Relay agli europei. E sempre a Trento l’argento della crono alle spalle di Kung. Nella sua agendo ci sono ancora il mondiale crono di oggi, il Team Relay di mercoledì e poi i mondiali su pista a metà ottobre.

Il percorso così veloce è ideale anche per Edoardo Affini (foto Fci)
Il percorso così veloce è ideale anche per Edoardo Affini (foto Fci)

Gli azzurri per le sfide contro il tempo sono volati in Belgio mercoledì, con Villa e Velo. L’hotel sul Mare del Nord vicino alla partenza da Knokke-Heist e ieri la possibilità di provare il percorso con le strade chiuse (in apertura, Pippo con Sobrero). Un gran piattone, terreno di caccia per specialisti. Solo che le strade chiuse per provare hanno così sconvolto la circolazione, che quando all’arrivo gli under 23 hanno chiesto di riprovarlo, per Villa c’è stato da mettersi le mani nei capelli.

Marco, come andiamo?

Tutto a posto. Ieri abbiamo provato il percorso, che è tutto piatto. Stamattina Pippo farà un paio di sforzi giusti per risvegliarsi del tutto e poi si corre.

Stanco a questo punto della stagione?

Non credo ci sia da parlare di gare di fine stagione, non è stanco. Ha fatto gli stessi giorni di corsa di Kung, che ha corso il Tour e ha vinto l’europeo (Ganna ha corso 63 giorni, Kung 65, ndr). E a Trento non è andato piano, con l’aggiunta che il giorno prima aveva corso il Team Relay vincendo l’oro. Può essergli rimasto nelle gambe, ma ha scelto lui di volerlo fare e di provare a vincerlo.

Lo vedi bene?

Direi di sì. Gli manca qualche punto di riferimento, aver fatto qualche gara in più. Dopo Tokyo ha voluto recuperare un po’, ma i suoi dati dicono che non va affatto piano. A Trento, dopo aver vinto la staffetta, nella crono individuale ha fatto da solo un tempo vicino a quello che avevano fatto in tre.

Un video della Fci per spiegare le sue condizioni e oggi si corre. Secondo Villa, Ganna sta molto bene
Un video della Fci per spiegare le sue condizioni e oggi si corre. Secondo Villa, Ganna sta molto bene
Come mai la scelta di saltare la prova su strada?

Ha scelto questo in accordo con Davide (Cassani, ndr). Forse non si è trovato bene nella prova su strada di Trento e ha preferito concentrarsi sulla crono e sul Team Relay.

Sapere che ci saranno anche i mondiali pista è un pensiero che distrae?

Ma no, non credo. Parliamo di uno che quattro giorni dopo aver sfiorato la medaglia sul percorso durissimo della crono di Tokyo, è andato in pista e ha fatto il record del mondo e preso l’oro col quartetto. Però, tornando alla pista, non farà gli europei di Grenchen per correre un po’ su strada con la Ineos. Sta scegliendo i suoi appuntamenti, non tanto per fare, ma per puntare a qualche risultato.

Per preparare i mondiali di Roubaix potrete ancora usare Montichiari?

Ce lo lasciano fino a quei giorni, quindi sì. Il 29-30 settembre faremo un giorno al Vigorelli per brindare al fine lavori, e uno a Montichiari. Saremo di nuovo in pista dal 10 al 15 ottobre, prima di partire per la Francia

Percorso piatto oggi, con che rapporti si corre?

La tendenza ultimamente è avere il 58 davanti, mentre dietro non è come su pista che decido io. Quindi avrà un pacco pignoni dall’11 in su. E speriamo di usarlo il 58×11.

Al Team Relay di Trento ha trascinato gli azzurri al titolo europeo. Mercoledì nuova sfida ai mondiali
Al Team Relay di Trento ha trascinato gli azzurri al titolo europeo. Mercoledì nuova sfida ai mondiali
Ci sarà vento?

Il percorso parte dal mare e va verso Bruges. Ci sono un po’ di curve, per cui qualche volta lo avranno in faccia, ma tendenzialmente in certi rettilinei fino all’arrivo ci sarà vento laterale.

Lenticolare dietro e alto profilo davanti?

Direi proprio di sì, niente di strano da inventare. Percorso da specialisti, va aggiunto alla lista anche Van Aert e se non avessero investito Dumoulin, anche lui sarebbe stato un pessimo cliente.