Zitti tutti, suona l’Inno di Mameli. Ganna, il sogno è realtà

19.09.2021
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«Ognuno di noi ha il suo stress personale. Io per confermare la maglia, gli altri per cercare di vincerla. Quando stamattina mi sono svegliato, ho capito che avevo il sogno di vincere e quando ho tagliato il traguardo, ho pensato che il sogno si era avverato. Ma non è stato facile. Non è mai facile…».

Ha impostato la crono prevedendo di crescere nel finale: tattica vincente
Ha impostato la crono prevedendo di crescere nel finale: tattica vincente

Sinfonia azzurra

Le sei di un pomeriggio che non dimenticheremo tanto presto. L’apertura dei mondiali di Flanders 2021 parla italiano e lo fa con la potenza del nostro gigante. Ganna ha vinto la maglia iridata della crono con una rimonta strepitosa ai danni di Van Aert. Quasi sette secondi di ritardo al primo intermedio. Meno di un secondo al secondo. Sei secondi di vantaggio sul traguardo. Raramente una sfida a crono ha avuto una tensione così alta, mentre Evenepoel friggeva sulla hot seat, avendo però capito che il suo miglior tempo avesse ormai i minuti contati.

Di colpo sul traguardo i tifosi belgi si sono spenti e adesso Van Aert ed Evenepoel masticano complimenti a denti stretti e raccontano la sconfitta. Ganna no, lui sorride e si fa largo col suo inglese in un mare di sensazioni bellissime. Quando nella grande piazza del podio è risuonato l’Inno di Mameli, il pubblico ha mantenuto il silenzio. E alla fine l’applauso per l’azzurro è stato ugualmente fragoroso: da queste parti i campioni di ciclismo non hanno passaporto. La sala stampa l’hanno ricavata dietro le quinte dell’auditorium cittadino, un enorme salone nel centro di Bruges. E Pippo stasera sembra più alto del solito.

E’ arrivato stremato, questa volta lo stress prima del via era tanto
E’ arrivato stremato, questa volta lo stress prima del via era tanto
Sembrava fossi partito piano…

Sono partito piano, come si fa in una crono di 44 chilometri. Volevo evitare di finire subito nella zona rossa. E quando a metà gara ho capito di non averla ancora raggiunta, ho pensato che si poteva combinare qualcosa di buono. Non ero nelle mie condizioni preferite. Non è facile rimanere calmi, non è facile tenermi calmo. Ho avuto nei miei compagni dei grandi motivatori. La squadra, la nazionale, gli allenatori. Vincere davanti a due di loro in questa regione del mondo, che è pazza per il ciclismo, vale doppio.

I tifosi intanto ti dicevano di rallentare…

E allora ho capito che forse stavo chiudendo il gap e mi sono messo a spingere più forte. Ringrazio Wout e Remco per avermi costretto a lavorare più forte. Quando le cose non vanno come vorresti, la motivazione viene dai rivali. Quando ho visto Evenepoel così forte nella corsa di Trento e ho letto delle vittorie di Van Aert in Gran Bretagna, ho pensato che di avere un altro buon motivo per fare una grande prestazione.

Sul podio, in Belgio, fra due belgi: il publbico è stato lo stesso molto sportivo
Sul podio, in Belgio, fra due belgi: il publbico è stato lo stesso molto sportivo
Si può dire che sia la tua vittoria più bella?

La vittoria dell’anno scorso a Imola è arrivata in modo strano. Dopo il Covid, dopo una stagione assurda. Quest’anno ho scritto su un foglio i miei obiettivi e fra loro c’era anche questa crono. Questo non significa che sia stato facile, non è facile realizzare un sogno. Ma nella mia testa adesso c’è la conferma che Imola non fu per caso e che ho saputo farlo ancora. Imola in qualche modo ha cambiato la storia…

In che senso?

Se non avessi vinto, non sarei mai andato a Tokyo con l’idea di puntare alla crono. Sarei andato solo per la pista, dove abbiamo davvero un bel gruppo. Ma i piani sono cambiati, è arrivato un altro sogno. Ogni corsa fa storia a sé.

Ti dispiace non correre domenica su strada?

Un po’ sì, avrei voluto aiutare Sonny e Matteo, ma non voglio precipitare le cose. Ho tanto da fare e voglio recuperare. C’è gente che dopo le Olimpiadi è andata in vacanza, io non mi sono mai fermato.

Le crono si vincono con i dettagli e nelle curve: 6″ dopo una prova di 43,3 chilometri sono pcohissimi
Le crono si vincono con i dettagli e nelle curve: 6″ dopo una prova di 43,3 chilometri sono pcohissimi
Che cosa pensi del fatto che hai vinto davanti a due belgi?

Un po’ mi dispiace per loro e un po’ per i loro tifosi. Oggi ho battuto uno che sa vincere nel cross, in salita, negli sprint e nelle crono, forse il miglior corridore degli ultimi 2-3 anni. Ma l’ho battuto per sei secondi. Vuol dire che sostanzialmente abbiamo fatto la stessa gara e che le crono davvero ormai si decidono per una curva.