Toneatti, addio podio. Per Pontoni è stato troppo buono

05.11.2022
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Ci verrebbe da dire “buona la prima”… Anzi (quasi) ottima. Stiamo parlando della prima giornata del weekend dei Campionati europei di ciclocross di Namur.  La mattina è iniziata con Pontoni al settimo cielo per il sorprendente argento di Valentina Corvi, che ha chiuso a soli 3 secondi dall’olandese Lauren Molengraaf, e il buon 11° posto dell’esordiente Arianna BIanchi nella categoria donne junior.

Toneatti, medaglia di legno

Poi nel primo pomeriggio, gasati dalle giovani compagne del gruppo azzurro, i nostri ragazzi U23 hanno replicato con grinta. Ottimo seppur amaro per aver perso il podio per soli 4 secondi, il quarto posto di Davide Toneatti (nella foto di apertura) che ha chiuso dietro al trio belga composto da Emiel Verstrynge (oro), Thibau Nys (argento) e Witse Meeussen (bronzo).

Toneatti ha ricontrollato la pressione delle gomme prima del via. Era troppo alta?
Toneatti ha ricontrollato la pressione delle gomme prima del via. Era troppo alta?

Una strepitosa Fem Van Empel ha concluso la giornata di gare aggiudicandosi un oro strameritato. L’olandese, nonostante una foratura che l’ha costretta a rientrare nei box per cambiare bici, ha chiuso con 20 secondi sulla connazionale di origini domenicane Ceylin del Carmen Alvarado. Terza l’ungherese Blanka Vas. Quinta la nostra Sara Casasola. 

Una partenza difficile

Per doveri di cronologia – preghiamo le donne di scusarci – torniamo alla gara uomini U23. Durante il riscaldamento, Davide Toneatti ci confidava che si sentiva molto bene, che il circuito lo affascinava e con un pizzico di modestia diceva che un posto tra i primi cinque sarebbe un bel risultato, ma dopo aver ottenuto il quarto posto la soddisfazione ha lasciato il posto all’amarezza del podio sfiorato.

«Dopo una partenza difficile – ha detto a fine corsa Toneatti – nel finale eravamo lì a giocarci il terzo posto in tre, ero anche riuscito a staccarmi poi nel finale ho fatto un errore ed ho perso le chance di medaglia».

Va detto che Davide aveva giocato la carta della sicurezza pompando le gomme un po’ di più. 

Pontoni. passato dalla felicità per l’argento di Valentina corvi alla rabbia per il 4° posto di Toneatti (foto FCI)
Pontoni. passato dalla felicità per l’argento di Valentina corvi alla rabbia per il 4° posto di Toneatti (foto FCI)

Pontoni furioso

Ma Daniele Pontoni che cosa ne pensava? «Mi dispiace e anzi te lo dico adesso con molta calma perché un’ora fa ero proprio incavolato… per il quarto posto di Davide. La considero una medaglia persa. Era un’occasione importante – dice il cittì che conosce benissimo Toneatti avendolo avuto nella sua DP66 – mettere la nostra maglia sul podio a Namur in casa dei belgi in un campionato europeo sarebbe stato bellissimo.

«C’erano tutti i presupposti per arrivarci, però bisogna essere più cattivi. In certi momenti bisogna essere spietati e non molli, e lui sull’ultima salita è stato molle. Ma bisogna accettare il risultato anche se brucia».

Protagonista di giornata, oltre ai segmenti in pavè, è stato il fango. Spesso si faticava a stare in piedi. Qui Sanne Cant
Protagonista di giornata, oltre ai segmenti in pavè, è stato il fango. Spesso si faticava a stare in piedi. Qui Sanne Cant

Quanto fango

In tutte le gare bisognava davvero “menare” per stare davanti. Tutti elogiano un percorso epico, un tifo da stadio che spinge ad oltrepassare i propri limiti, ma il ripetersi delle difficoltà tecniche ha letteralmente massacrato gli organismi. Impossibile risparmiarsi e malgrado le gomme tassellate da fango, in certi punti era difficile stare in piedi e in bici, come confermava una Sara Casasola soddisfattissima.

«Sono molto contenta – ha detto la friulana – sinceramente non me l’aspettavo. Il percorso benché bellissimo era veramente impegnativo, duro ma molto da guidare. In certi punti dovevi oscillare da destra a sinistra pur di avere grip. Avrei sperato in una top dieci dunque arrivare così è un bel risultato. Davanti andavano veramente forte, le ho viste un attimo a metà gara, poi ho dovuto gestirmi perché negli ultimi giri sono andata un po’ in crisi». 

In conclusione possiamo parlare di un primo giorno molto positivo per la nazionale azzurra. Tutti hanno onorato la maglia, tutti hanno dato il massimo.

Per Sara Casasola un quinto posto a Namur che fa ben sperare in ottica futura
Per Sara Casasola un quinto posto a Namur che fa ben sperare in ottica futura

E domani? 

Nel punto conclusivo del cittì Daniele Pontoni c’è un pizzico di rammarico per il quarto posto di Toneatti ma soprattutto tanta soddisfazione.

«Sono felice innanzitutto per il mio staff – ha detto il tecnico friulano – perché so quanto si impegnano e quanto ci mettono anima e cuore per il lavoro che fanno per far rendere al meglio i nostri ragazzi. Ringrazio come sempre il team manager Roberto Amadio e il presidente Cordiano Dagnoni che mi hanno dato la possibilità di guidare questi magnifici ragazzi anche qui a Namur».

Pontoni crede ciecamente nelle possibilità dei ragazzi junior anche se sono quelli che lo hanno più deluso nelle prime due gare di coppa. Poi ci saranno le U23 donne, dove purtroppo le azzurre hanno un po’ un ruolo da comprimarie. Infine Gioele Bertolini con un percorso adatto alle sue caratteristiche punta ad una top dieci, parola di cittì.

Una stagione in prima linea, Pontoni punta sui giovani

01.10.2022
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Con la tappa inaugurale del Giro d’Italia di ciclocross domenica a Corridonia (MC) si apre ufficialmente la stagione del ciclocross. Un’annata diversa, disegnata senza i vincoli che la pandemia aveva imposto, ma con una struttura che va presa un po’ con le pinze, soprattutto quando, come Daniele Pontoni, sei alla guida tecnica del movimento e devi fare i conti con le diverse esigenze degli atleti che hai a disposizione.

In questi giorni Pontoni è impegnatissimo con il gravel, preparando la storica prima edizione dei mondiali del 9 ottobre in Veneto, ma chiaramente non ha messo da parte il ciclocross che, oltre a essere il suo primo amore, è anche la specialità che più lo impegna e che fino a gennaio lo vedrà girare per i campi di mezza Europa, per continuare quel lavoro che ha dato tanti buoni frutti già nella passata stagione.

Pontoni con la nazionale di gravel. Dopo il 9 ottobre l’attenzione passerà al ciclocross
Pontoni con la nazionale di gravel. Dopo il 9 ottobre l’attenzione passerà al ciclocross

Pontoni e la trasferta in Spagna

Pontoni è intenzionato a proseguire con un filo logico che caratterizza il suo operato: lavorare in prospettiva, quindi operando soprattutto nell’ottica delle categorie giovanili: «Proprio per questo abbiamo scelto di saltare l’apertura della Coppa del mondo in America. Lo scorso anno aveva un senso perché a Fayetteville si sarebbero svolti i mondiali, ora invece abbiamo preferito spostare l’attenzione sulla Spagna. La nostra nazionale, con una decina di ragazzi fra under 23 e juniores vi si recherà per due settimane e un totale di 5 gare per i più grandi e 4 per gli juniores, che tra un weekend e l’altro torneranno in Italia per non saltare la scuola che per me è imprescindibile».

Quando inizierete a seguire il calendario europeo di Coppa?

Già dalla prima tappa, a Tabor il 23 ottobre, ma privilegiando sempre le categorie giovanili, quindi andando in quelle tappe dove esse saranno previste oltre naturalmente alla prova nostrana di Vermiglio del 17 dicembre. Il calendario però mi pare molto interessante, sono state sostituite un po’ di località e questo è sicuramente un bene per allargare la visibilità.

La Coppa del mondo parte dagli Usa il 9 ottobre, esordio europeo a Tabor (CZE) il 23
La Coppa del mondo parte dagli Usa il 9 ottobre, esordio europeo a Tabor (CZE) il 23
L’attività giovanile resta quindi primaria nella tua gestione…

Decisamente e anzi rispetto allo scorso anno ho intenzione di allargare il discorso anche agli allievi, attraverso 3-4 ritiri nei quali faremo dei test per avere un quadro preciso della situazione per gli anni a venire. Abbiamo un movimento effervescente e su questo dobbiamo lavorare pensando al futuro.

A livello assoluto la forte attenzione sul ciclismo femminile, con molte italiane che vanno all’estero nelle squadre WorldTour ti mette in difficoltà?

Relativamente all’inizio di stagione, atlete come Persico e Arzuffi ad esempio non faranno più di una dozzina di gare, anche la Lechner farà un’attività ridotta e anche a livello maschile Toneatti ha avuto dall’Astana il beneplacito solo per un numero limitato di eventi. Questo significa che soprattutto fra le donne si creerà un buco, ma io devo fare i conti con quel che ho a disposizione.

Persico, Toneatti, Bramati e Leone, i primi vincitori del mondiale di Team Relay
Persico, Toneatti, Bramati e – fuori campo – Leone, i primi vincitori del mondiale di Team Relay
E’ vero anche che molto dipende dalla prospettiva con la quale si guarda all’attività: l’evoluzione del ciclismo sta portando sempre più a una selezione del calendario anche da parte delle ragazze come fanno i big del ciclismo maschile…

Io sono abituato a guardare le cose sempre dal punto di vista del bicchiere mezzo pieno. Da parte dei team sto trovando comunque collaborazione, si procede sempre più verso quella strada che gente come Van Der Poel e Van Aert hanno tracciato, selezionando un determinato periodo per la loro attività invernale, ma non rinunciandoci. Per me quel che conta è sapere quando avrò i ragazzi e le ragazze a disposizione, poi lavoro di conseguenza. Ma questo influisce anche sulla scelta primaria di operare soprattutto nel settore giovanile per allargare sempre di più il nostro bacino ciclistico.

Il calendario italiano è rimasto molto ricco, anche dopo la pandemia che aveva spinto la Federazione ad allargare la fascia di gare nazionali…

Questo secondo me è un bene. Prima molte società del Centro-Sud erano costrette a lunghe trasferte e quindi a notevoli esborsi economici. Poter ora scegliere tra più eventi permette di scegliere quelli più vicini e quindi contenere le spese. Io vedo un calendario ben strutturato e che copre tutta Italia (nel complesso ci sono 30 gare, da domenica 2 ottobre al 28 e 29 gennaio 2023 con la rassegna tricolore giovanile, ndr).

Domenica a Corridonia il via al Giro d’Italia di ciclocross, 7 tappe fino a dicembre (foto Passarini)
Domenica a Corridonia il via al Giro d’Italia di ciclocross, 7 tappe fino a dicembre (foto Passarini)
C’è qualche nome sul quale saresti pronto a scommettere a livello giovanile?

Nel mio ruolo non è giusto fare singoli nomi, ma posso dire che sulla base dell’attività dell’ultima stagione abbiamo almeno tre junior che erano primo anno e che ci daranno grandi soddisfazioni, inoltre mi aspetto molto anche dalle ragazze come Venturelli e Corvi che hanno avuto stagioni molto proficue rispettivamente su strada e nella mtb. Dietro poi abbiamo fra gli allievi dei veri talenti che raramente ho visto a quei livelli, quindi sono molto ottimista.

Toneatti sul podio al Friuli, ora test WorldTour ed europei cross

09.09.2022
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Un terzo posto al Giro del Friuli che avvalora un percorso di crescita costante e fatto con giudizio. Davide Toneatti, alla sua prima stagione su strada, ha centrato il suo migliore risultato (finora) da quando è sceso temporaneamente dalla bici da ciclocross. Il friulano in forza all’Astana Qazaqstan Development Team è riuscito a raccogliere davanti al pubblico di casa un podio (foto in apertura Bolgan) da non sottovalutare. 

Toneatti è come detto in un anno d’esordio in questa specialità e dopo aver fatto esperienza in tre giri a tappe, Giro d’Italia under 23, Giro del Valle d’Aosta e Giro d’Alsazia, è riuscito a trovare una quadra e a fare classifica. Il suo anno nella squadra Kazaka si sapeva dovesse essere un’esperienza per cominciare un percorso per vedere se il talento che si è visto sul fango potesse essere portato anche su asfalto. La prima risposta è arrivata. 

Toneatti ha disputato il Giro del Friuli con la nazionale di ciclocross (foto Bolgan)
Toneatti ha disputato il Giro del Friuli con la nazionale di ciclocross (foto Bolgan)

Un anno positivo 

L’Astana ha aperto le porte al classe 2001 per provare su strada sino a fine anno, così come il suo contratto che al momento scade al termine del 2022. Davide però non sembra preoccupato, si rivede in una crescita costante che lo ha portato fin qui con una condizione progressiva e tante nozioni imparate di cui far tesoro. Il terzo nella classifica generale del Giro del Friuli dietro a Nicolò Buratti a due secondi e al belga Emiel Verstrynge a tre secondi, è una cartina tornasole notevole. Il bilancio dell’anno è positivo, la stagione ciclocross è alle porte e gli impegni importanti sono vicini. 

Che bilancio dai a questo Giro del Friuli?

Secondo me è più che positivo, perché come squadra eravamo andati lì con l’obiettivo non di fare classifica, ma di mettere qualche chilometro nelle gambe. Certo io ero motivato a fare bene, perché era la corsa di casa e ci tenevo molto, perché si passava proprio davanti ai miei familiari. 

Raccontaci un po’ le sensazioni delle prime tappe?

Ho visto già da subito nella cronosquadre che le sensazioni erano buone. Se poi si tiene conto che due ragazzi della squadra non avevano mai usato le bici da crono venendo dalla Mtb, non mi posso lamentare. Perché essendo con la nazionale di ciclocross non eravamo tutti stradisti. Già la crono è andata discretamente bene, meglio di quanto pensassi. Il giorno dopo conoscevo bene il percorso e mi son detto che se fosse andata via una fuga ci avrei provato. Per il gruppo era difficile tenere controllato e così è stato. 

Con l’Astana Qazaqstan Development il contratto è stato firmato per il 2022
Con l’Astana Qazaqstan Development il contratto è stato firmato per il 2022
Poi è arrivato lo Zoncolan…

Anche quel giorno ho avuto buone sensazioni. Il giorno prima avevo fatto fatica a stare in fuga. Però tutto sommato la gamba ha risposto bene e ho cercato di tenere duro il più possibile poi all’ultimo chilometro Lucca ha dato una bella accelerata. Io mi son ritrovato con Verstrynge che mi guardava, perché eravamo i due più vicini alla maglia al momento. Da quello che mi ha detto dopo, non sapeva ci fosse Buratti così vicino. Io avevo provato a farglielo capire ma nulla di fatto. Ci siamo guardati un po’ troppo nell’ultimo chilometro e abbiamo perso qualche secondo. Infatti a fine tappa eravamo tutti e tre racchiusi in tre secondi.

Provi rammarico a sapere che la vittoria della generale era a soli tre secondi?

Alla fine da una parte sì, ovvio, perché igli scenari possibili per rosicchiarli c’erano. A posteriori è facile dire che se avessimo preparato un po’ di più la crono magari la vittoria sarebbe stata ancora più vicina.

Le tre corse a tappe che hai disputato sono servite per trovare una quadra in quest’ultima?

Secondo me avere fatto tre giri a tappe come Giro d’Italia, il Giro della Valle d’Aosta e Tour dell’Alsazia, mi ha aiutato molto. Perché al Friuli ho sofferto molto di meno il correre per più giorni di fila. Cosa che invece al Giro U23 ho sofferto visto che era il primo e non avevo sensazioni con cui misurarmi. Poi penso che mi abbia fatto bene una settimana di stacco dopo l’Alsazia. La prima settimana di agosto sono stato una settimana senza bici. Adesso mi sento ancora bello fresco. 

L’esperienza nei vari giri a tappe è servita per arrivare pronto a questo Giro del Friuli (foto Valentina Barzi)
L’esperienza nei vari giri a tappe è servita per arrivare pronto a questo Giro del Friuli (foto Valentina Barzi)
Senti di essere portato per questo genere di corse a tappe?

Magari è un po’ presto per dirlo. Però aver visto questo miglioramento al Giro del Friuli mi dà fiducia. 

Dopo qualche mese in gruppo senti di aver trovato il feeling giusto con la strada?

Direi di sì perché sono riuscito a trovare ad un buon equilibrio con l’alimentazione anche post gara. All’inizio non era così semplice. Soprattutto nelle corse a tappe. Ho preso fiducia su come gestirmi con il recupero. All’inizio era tutto nuovo e facevo fatica. Nelle corse di un giorno invece non ho mai avuto queste difficoltà.

Quali sono i tuoi prossimi programmi?

Sarò a casa per altri cinque giorni. Poi andrò a correre al Giro della Toscana e la Coppa Sabatini, il 14 e il 15 settembre, perché mi hanno convocato per queste gare con il Team WorldTour per fare esperienza con i professionisti.

Ti sei posto degli obiettivi per questa ultima parte di stagione?

Sicuramente mi piacerebbe essere utile alla squadra. Ma sono curioso anche per aspetti semplici con cui ancora mi devo confrontare. Uno su tutti l’utilizzo della radiolina che non ho mai usato. E poi non so che gare farò di preciso dopo queste due, però comunque settembre è ancora tutto dedicato alla strada

Davide Toneatti ha disputato la sua prima stagione su strada con una crescita costante di risultati
Davide Toneatti ha disputato la sua prima stagione su strada con una crescita costante di risultati
Sei già partito con la preparazione per il ciclocross?

Non ancora, la bici non l’ho ancora toccata. Ho guardato il calendario e devo ancora delinearlo definitivamente. Il percorso dell’europeo è adatto alle mie caratteristiche. Ne ho parlato con il mio preparatore Claudio Cucinotta e abbiamo pensato che si possa arrivare direttamente fino all’europeo visto che ho staccato ad agosto e posso sfruttare la curva di questa condizione che sembra essere buona.

Ci punti molto a questo europeo?

Contando che sarà tra un mese e mezzo lo considero un obiettivo alla portata. La condizione c’è e mi sento pronto. Tra bici da strada a bici da cross non c’è tutta questa differenza di posizione che magari accusavo maggiormente gli altri anni che passavo da Mtb a ciclocross. 

Come ti sei trovato in questo anno all’Astana Qazaqstan Development Team?

Molto bene, sia con la squadra che con Orlando Maini che è stato la persona con cui mi sono interfacciato di più. Mi sono sentito accompagnato durante tutti gli appuntamenti. Speravo di raccogliere qualcosa in più a luglio e agosto. Guardandomi indietro posso affermare che ho accusato un po’ la stanchezza dovuta al fatto di aver tirato dritto dalla stagione del cross. Sono arrivato con le energie al limite e l’ho visto. Non ho fatto nessun risultato ma mi è servito come esperienza.

Cosa ti aspetti dall’anno prossimo?

Spero di concretizzare qualcosa. Facendo qualche risultato. Facendo tesoro di quello he ho imparato quest’anno. Dalle corse, dalle esperienze, degli errori che ho commesso e di fare un ulteriore step avanti. 

A gennaio scorso, Toneatti ha vinto il campionato italiano cross under 23 a Variano
A gennaio scorso, Toneatti ha vinto il campionato italiano cross under 23 a Variano
E invece sul ciclocross che obiettivi ti sei prefissato?

Prendendosi una pausa a metà stagione subito dopo l’europeo, penso che posso essere competitivo per gli impegni di gennaio con l’italiano, le due tappe di coppa del mondo e il mondiale. Essendo all’ultimo anno mi piacerebbe farmi vedere in ambito internazionale

Con Astana hai già firmato per anno prossimo?

Devo ancora firmare, il contratto era di un anno. Non mi piace parlare prima di aver in mano qualcosa ma me la vivo tranquillamente andando avanti con i miei obiettivi a testa bassa. 

Colpito, ma non affondato: vince Buratti, Verstrynge resta giallo 

04.09.2022
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L’ultimo round, il momento in cui si tirano le somme, insomma, le battute finali. I conti da fare non sono molti, i tempi della generale sono stretti. Tra Emiel Verstrynge (Alpecin-Deceuninck Development Team) e Nicolò Buratti (Cycling Team Friuli), ci sono appena due secondi di distacco. E tra il leader belga e il terzo classificato, Davide Toneatti (nazionale italiana ciclocross, ma atleta della Astana Development), alla partenza dell’ultima tappa del Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, i secondi che intercorrono sono tre. Sembra il finale ideale di un grande Giro, dove tutti i giochi sono ancora aperti e si lotta non solo per la tappa, ma anche per l’intera corsa.

L’ultima tappa del Giro del Friuli è partita da Trieste alla volta di Udine
L’ultima tappa del Giro del Friuli è partita da Trieste alla volta di Udine

Il via da Trieste

E’ una domenica di vero ciclismo: a Trieste fa caldo, ma il panorama è mozzafiato. Il gruppo parte forte di 136 unità e si dirige alla volta di Udine, attraversando prima le colline friulane. Il gruppo è nervoso, le squadre sanno che ci sono chiari interessi e non si muovono, se non alle spalle di coloro che hanno intenzione di fare la corsa.

Devono passare oltre 60 chilometri perché la prima vera fuga prenda il largo: sono 9 le unità, che non riusciranno però a guadagnare più di mezzo minuto sul gruppo. Sono in tanti a crederci, fino all’ultimo, sia tra gli uomini di classifica che tra i velocisti. 

Seconda vittoria per Buratti al Giro del Friuli dopo la cronosquadre di apertura (foto Bolgan)
Seconda vittoria per Buratti al Giro del Friuli dopo la cronosquadre di apertura (foto Bolgan)

Un solo secondo

A Udine il gruppo arriva dopo appena tre ore e un quarto di corsa, con una media di oltre 47 km/h. E’ Liam Bertazzo (Maloja Pushbikers) che rompe gli indugi nella città friulana e tenta l’allungo, tanto che per un attimo sembrava fatta. Ma al gruppo alle sue spalle non va bene. Arriva come un fulmine da dietro Nicolò Buratti, che sorpassa Bertazzo guadagnando metro dopo metro un discreto vantaggio. Al terzo posto si piazza Filippo Fortin (in apertura il podio di Udine).

E’ lui a vincere l’ultima del Giro del Friuli, ma non esulta, si guarda le spalle: saranno passati due secondi? Forse sì, lo credono tutti, anche la maglia gialla che sembra ormai accettare la sconfitta. I tempi per l’ordine d’arrivo ufficiale sembrano infiniti, ma il verdetto arriva: il friulano CTF è riuscito a guadagnare solo un secondo sul belga. E non prende la maglia gialla.

A Udine, Buratti ha preceduto Nicolas Gomez e Filippo Fortin
A Udine, Buratti ha preceduto Nicolas Gomez e Filippo Fortin

Da qui, uno schermo diviso in due: a sinistra, Verstrynge e tutta la Alpecin che esplodono in un grido di felicità, a destra il CTF che cerca di metabolizzare il secondo (un solo secondo!) che li divide dalla maglia gialla. 

Seconda vittoria

Fermiamo Nicolò prima che arrivi il verdetto della giuria e analizziamo insieme le cose, cercando di capire se ci sono o no questi due secondi.

«Conoscevamo il percorso – dice – abbiamo provato a far saltare il banco più volte, ma non è stato facile. Sapevamo dove avremmo dovuto attaccare e non avevamo alcun margine d’errore, considerato anche che non ci sono gli abbuoni».

Del resto però le cose oramai sono fatte, si cerca il lato positivo: per Nicolò Buratti e tutto il Cycling Team Friuli arriva la seconda vittoria al Giro di casa, dopo la cronosquadre iniziale e per il classe 2001 arriva anche la maglia azzurra, come leader della classifica a punti. 

Buratti non è riuscito a far saltare il banco della classifica per un solo secondo
Buratti non è riuscito a far saltare il banco della classifica per un solo secondo

La gialla e la bianca

Per Emiel Verstrynge invece maglia gialla e maglia bianca (riservata ai giovani): insomma, il migliore del Giro del Friuli, è lui. E’ contento, in fondo un po’ stenta a crederci.

«Sono molto contento di come sia andata la corsa – commenta – è una vittoria importante. Sono molto soddisfatto anche perché il livello di preparazione degli atleti belgi è molto alto, così come quello delle corse a cui partecipiamo come under 23. Questa vittoria mi dà molto morale, sono contento di esser riuscito a portare a casa la maglia gialla assieme a tutti i miei compagni, a cui devo molto».

Sul podio finale anche la maglia azzurra di Andrea Alfio Bruno, re dei GPM
Sul podio finale anche la maglia azzurra di Andrea Alfio Bruno, re dei GPM

Il sorriso di Bruno

Vi ricordate di Andrea Alfio Bruno, che avevamo lasciato sullo Zoncolan con un po’ di rammarico per la sua maglia verde? Ebbene, a Udine, torna a sorridere, perché grazie ai punti conquistati oggi, il leader dei GPM è nuovamente lui.

E’ stato un Giro friulano interessante. Osservare gli under 23, i giovani del ciclismo, è sempre una grande fortuna: hanno sì molto da imparare, ma anche e soprattutto tanto da insegnare. A Udine il sole sta tramontando dietro il castello, la giornata, l’ultima di corsa, sta finendo… e sapete ora che si fa? Si festeggia! 

Toneatti, mille impegni tra strada e cross: come si fa?

21.07.2022
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Da un’intervista con Fabrizio Tacchino, formatore dei diesse italiani, era uscito uno spunto interessante sulla doppia attività. Fabrizio aveva cercato di spiegarci come legare strada e ciclocross durante la stagione. Dalle sue parole era emerso l’esempio di Davide Toneatti e Tacchino ne aveva parlato così: «Con la nascita delle squadre di sviluppo legate ai team WorldTour (nel caso di Toneatti l’Astana Development, ndr) conciliare la doppia attività potrebbe diventare ancora più complicato. La squadra investe tempo, energie e soldi per il corridore, quindi sarà loro interesse fare in modo che lui performi al massimo nella disciplina da loro curata: in questo caso la strada. Poco importa se il ragazzo è forte anche nel ciclocross».

Chiediamo così al diretto interessato: Davide Toneatti (in apertura con il cittì azzurro del cross Daniele Pontoni), che nella sua prima stagione su strada sta facendo tanta esperienza con discreti risultati.

L’Astana Development ha investito per far crescere e maturare Davide nella prima stagione su strada (foto Valentina Barzi)
L’Astana Development ha investito per far crescere Davide nella prima stagione su strada (foto Valentina Barzi)

Un agosto soft

Toneatti ha corso Giro d’Italia U23 e Giro della Valle d’Aosta, due corse toste, soprattutto alla prima esperienza su strada. A testimonianza che l’Astana in lui crede ed il potenziale per andare forte c’è.

«Esco da due corse impegnative – racconta Davide – il Valle d’Aosta, se devo dirla tutta, lo è stato anche di più. Le strade erano sempre in salita e la morsa del caldo ha creato più disagi di quanto avremmo potuto prevedere. Anche il Giro è stato impegnativo, ma non così caldo. Ora sono in un periodo di pausa relativa. Siamo tornati a casa dal Valle d’Aosta domenica e mercoledì prossimo partirò per il Tour Alsace. In questi giorni mi sono riposato, ho fatto del recupero attivo, ma da oggi inizierò a fare qualcosina per rimettere in moto le gambe. Dopo il Tour Alsace, che finirà il 31 luglio farò una vera e propria pausa, visto che è da febbraio che non mi fermo, agosto sarà un mese più soft».

Masciarelli e Toneatti sono due corridori su cui Pontoni punta molto per questa stagione di ciclocross
Masciarelli e Toneatti sono due corridori su cui Pontoni punta molto per questa stagione di ciclocross

E il ciclocross?

Il tema di queste interviste, prima quella con Tacchino ed ora con Toneatti, è cercare di capire come un corridore impegnato nella doppia attività si organizza e cerca di incastrare tutti gli impegni.

«Sicuramente dovrò rinunciare a qualcosa – riprende – non si può accontentare tutti, è impossibile. Quando guardavo il calendario di cross tra me e me ho pensato che mi piacerebbe fare bene l’europeo ed il mondiale, che saranno rispettivamente ad inizio novembre e febbraio. Anche perché inizia il mio ultimo anno da under 23 nel ciclocross e mi piacerebbe fare questi due appuntamenti al massimo della condizione. Per il momento non ho parlato ancora con nessuno di quelli che saranno i programmi, da dopo l’Alsace inizieremo a capire come muoverci».

Toneatti 2021
Toneatti nel 2021 ha vinto anche due internazionali in Italia, la prima a Brugherio (nella foto) e la seconda a Genova (foto Billiani)
Toneatti 2021
Toneatti nel 2021 ha vinto anche due internazionali in Italia, la prima a Brugherio (nella foto) e la seconda a Genova (foto Billiani)

Come Pidcock

«Con un periodo di riposo ad agosto – dice Davide – è presumibile che l’Astana abbia intenzione di farmi correre appieno tutta la stagione su strada. E’ comprensibile ed era anche il mio intento in questa mia prima avventura con loro. L’idea, per fare europeo e mondiale di ciclocross al meglio potrebbe essere quella di fare settembre ed ottobre al massimo, fare un periodo di preparazione per ritornare al ciclocross e fare l’europeo. Dopo di che staccare e prensentarsi al mondiale».

Un punto di riferimento, con i dovuti paragoni e precauzione, potrebbe essere quello di Pidcock. Il britannico del team Ineos corre in tre discipline diverse (strada, ciclocross ed Mtb) e, con il supporto della squadra, riesce a ritagliarsi dei periodi di gare più o meno importanti in tutte e tre le discipline.

«Lui è un fenomeno, e grazie al suo talento riesce ad incastrare tutto. Io ho sempre fatto Mtb d’estate ed anche in questo periodo non mi sarebbe dispiaciuto riprenderla, ma quest’anno non sarebbe stato possibile. L’Astana ha creduto in me e sta spendendo tempo e risorse per darmi l’occasione di crescere e maturare anche su strada. Certo che un’attività come quella di Pidcock, nel momento in cui arrivano i risultati, porta un vantaggio d’immagine alla sua squadra».

Ai campionati italiani di ciclocross Toneatti ha conquistato il tricolore, quest’anno è chiamato a difenderlo
Ai campionati italiani di ciclocross Toneatti ha conquistato il tricolore, quest’anno è chiamato a difenderlo

Le parole di Pontoni

Pontoni, cittì della nazionale italiana di ciclocross, ha le idee chiare riguardo i programmi che attendono i corridori nel ciclocross. 

«Con Davide – racconta il cittì – ma anche con gli altri ragazzi, siamo rimasti d’accordo che ci sentiremo dopo i prossimi impegni, verso la prima settimana di agosto. Sicuramente Toneatti farà il Giro del Friuli con la nazionale a settembre. Lui stesso è a conoscenza di quanto siano importanti l’europeo ed il mondiale di ciclocross, ma è altrettanto consapevole che bisognerà affrontare bene anche gli altri impegni. Si inizia presto con delle gare internazionali in Italia e poi con delle tappe di Coppa del mondo che anticipano l’europeo che si correrà il 6 di novembre. La mia aspettativa è quella di vedere Toneatti sulla bici da ciclocross già dall’inizio di ottobre. Lui è un ragazzo estremamente tecnico e sensibile sul mezzo, sente anche la minima differenza, avrà bisogno del suo tempo per adattarsi.

«Da un certo punto di vista – conclude Pontoni –  è un calendario che sorride ai corridori impegnati nella doppia disciplina, perché una volta finito l’europeo ci sarà un periodo di riposo. Quest’anno per lui è importante, deve riconfermare quanto di buono fatto vedere la scorsa stagione. E’ un bel calendario tra juniores e under 23. Gennaio sarà un mese bello ed intenso con tante gare di coppa del mondo, in mezzo ci sarà il campionato italiano di ciclocross il 15 gennaio, ed infine il mondiale. Riuscire a conciliare due o tre discipline non è impossibile, bisogna programmare tutto per tempo. Dalle gare ai tempi di recupero, chiaro che deve esserci complicità tra i diretti interessati».

Ciclocross e strada sempre meno compatibili? Parla Tacchino

06.07.2022
5 min
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L’argomento della multidisciplina ha preso banco nell’ultimo periodo, soprattutto da quando nel ciclismo si sono affacciati fenomeni come Van Aert, Van Der Poel e, successivamente, Pidcock. Non è facile conciliare due stagioni come quelle del ciclocross e della strada, le due preferite da chi ama sia l’asfalto quanto il fango. I due calendari sono più semplici da gestire in quanto non si accavallano durante la stagione. 

I giovani che in Italia tentano di conciliare la via della doppia disciplina vanno incontro a qualche problema logistico. Il divario tecnico ed organizzativo lo abbiamo sondato in una recente chiacchierata con Lorenzo Masciarelli. Il giovane crossista, in forza alla Pauwels Sauzen Bingoal, è volato in Belgio per poter fare tutte e due le attività al massimo livello. 

Dopo l’avvento di Van Aert e Van Der Poel il tema della multidisciplina è esploso
Dopo l’avvento di Van Aert e Van Der Poel il tema della multidisciplina è esploso

Questione di priorità

Lorenzo ha fatto la valigia da giovanissimo ed è andato a vivere ad Oudenaarde, dove il ciclismo è di casa. il corridore abruzzese è arrivato addirittura a dire: «La strada rimane un’attività di preparazione ai mesi più importanti per me, ovvero quelli invernali, dove ci sarà il ciclocross». 

E se per lui, all’apparenza, tutto sembra un po’ più semplice, sono tanti i ragazzi che praticavano ciclocross con buoni risultati che hanno sacrificato tutto alla strada. Parliamo con Fabrizio Tacchino, formatore dei diesse italiani, che di atleti ne ha visti tanti e di esperienza ne ha da vendere.

«A livello giovanile – spiega prontamente – per chi pratica la doppia attività ci sono due vie percorribili: la prima è non abbandonare mai le ruote grasse e fare ciclocross e Mtb. La seconda è fare ciclocross in inverno e strada nel resto della stagione. E’ però difficile fare attività ad alto livello nell’arco di tutta la stagione, si devono per forza prevedere dei periodi di stacco per far rifiatare l’atleta».

La strada è più ricca

Lo spunto per questa nostra riflessione arriva da Lorenzo Masciarelli, che però rappresenta un’eccezione per il mondo italiano. La sua squadra, e di conseguenza lo staff ed i diesse, sono gli stessi durante tutta la stagione. Ciò rende più semplice programmare la doppia attività senza creare conflitti di interesse.

«Qui da noi – riprende con voce forte Fabrizio – è più difficile pensare di fare la doppia attività, soprattutto perché non esistono squadre che curano entrambe le discipline. Un esempio è De Pretto, che aveva vinto il titolo nazionale all’idroscalo a Milano. Lo segnalai subito a Rino De Candido perché il profilo era davvero promettente ed infatti è emerso, ma ha abbandonato il ciclocross e si è dedicato alla strada. Va detto, ad onor del vero, che se un ragazzo vuole emergere in Italia e fare una carriera sulla bici, deve per forza di cose correre su strada, altrimenti rischia di trovarsi tagliato fuori dal panorama ciclistico. Un esempio che posso portarvi è quello di Travella, che va forte nel ciclocross e Mtb, ma ora ha scelto di fare prettamente strada. Lui è un allievo e, rimanendo in Italia, ha più chance di fare una carriera dedicandosi alla strada».

Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando 3 tricolori, poi ha lasciato l’attività per concentrarsi sulla strada
Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando 3 tricolori, poi ha lasciato l’attività per concentrarsi sulla strada

Il prestito di attività

La Federazione, per venire incontro a questi ragazzi e permettere loro di fare entrambe le discipline, ha istituito il “prestito di attività” ma è realmente funzionale alla causa?

«Il prestito di attività – dice Tacchino – permette a corridori tesserati con team che corrono su strada di fare ciclocross (o altre attività fuori strada, ndr) con un’altra squadra. E’ un modo per non creare contrasto tra le due attività ed in questo modo hanno incentivato i corridori. Tuttavia è facile capire che si tratta di quel tipo di accordo dove è facile “rubare” il corridore. Mi spiego meglio: se un ragazzo fa doppia attività e si scopre che va forte su strada poi il suo team faticherà a cedere il ragazzo ad un’altra società per la stagione di ciclocross».

Dopo le parole di Tacchino pensiamo subito a Toneatti ed al suo promettente avvicinamento alla strada. L’Astana Development lo gestirà perché possa crescere in entrambe le discipline?

«Toneatti – incalza Fabrizio – è un bel paragone. Con la nascita delle squadre di sviluppo legate ai team WorldTour conciliare la doppia attività potrebbe diventare ancora più complicato. La squadra investe tempo, energie e soprattutto soldi per il corridore e quindi sarà loro interesse fare in modo che lui performi al massimo nella disciplina da loro curata: in questo caso la strada. Poco importa se il ragazzo è forte anche nel ciclocross».

Toneatti 2021
Toneatti, da marzo all’Astana Development continuerà la sua proficua attività nel ciclocross il prossimo inverno?
Toneatti 2021
Toneatti, da marzo all’Astana Development continuerà la sua proficua attività nel ciclocross il prossimo inverno?

Il coraggio e la fortuna di Masciarelli

A seguito delle parole di Tacchino è facile capire quale possa essere il vantaggio di Masciarelli nel correre in un team che curi entrambe le discipline.

«A parte che la cosa che ha fatto Lorenzo – chiude Fabrizio – la consiglierei a tutti, anche al di là della carriera. Noi abbiamo una mentalità più “mammona” anche se ora la rotta un po’ si sta invertendo, sono sempre più i ragazzi italiani che per motivi sportivi partono. Un esempio recente è il nuovo campione italiano: Germani, che è andato in Francia a correre. Come lui ce ne sono altri, uno su tutti Milesi. Questa esperienza fuori confine li fa crescere e maturare come corridori ma soprattutto come uomini».

L’Astana al Giro U23 con un solo italiano: l’apprendista Toneatti

11.06.2022
6 min
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L’avventura è qualcosa che ha sempre intrigato gli esseri umani nel corso dei secoli. Il gusto della scoperta, la voglia di mettersi alla prova in qualcosa di nuovo. Queste emozioni, inevitabilmente, toccano anche il mondo dello sport. L’ebbrezza di ripartire da zero, in una nuova disciplina, e vedere fino a che punto si riesce ad arrivare, a crescere e maturare. Davide Toneatti ha deciso di intraprendere questa strada: quella dell’avventura.

Così a inizio anno è cominciata la sua esperienza con il team Astana Development. Il friulano arrivava dal mondo del fuoristrada, del fango e dei sentieri impervi. I dubbi che circondavano il suo approdo nella squadra kazaka era molti, ma evidentemente lui e lo staff del team erano convinti di poter fare qualcosa di buono insieme.

Davide Toneatti ha corso molto nel fuoristrada, qui ai campionati italiani ciclocross under 23 del 2022
Davide Toneatti ha corso molto nel fuoristrada, qui ai campionati italiani ciclocross under 23 del 2022

La nuova avventura

Così Davide ha cominciato la sua prima stagione su strada a 21 anni. Ha iniziato a correre in Croazia ed alla sua seconda gara – il Porec Trofej – è arrivato 16°. Un bel risultato se si pensa che era una corsa 1.2, dove il livello non era alto, ma c’erano tanti corridori di esperienza. La sua crescita è stata costante, ha corso anche qualche gara internazionale under 23.

«L’ultima gara – ci spiega Davide – l’ho fatta a Meldola (conclusa al 9° posto, ndr), poi con la squadra siamo venuti direttamente a Riccione per la partenza del Giro Under 23 (avvenuta oggi, ndr). Ad inizio stagione insieme al team avevamo l’obiettivo di capire quali potessero essere le mie caratteristiche e come mi sarei adattato al nuovo modo di correre. Fino ad ora il mio adattamento lo ritengo soddisfacente, anche la squadra è contenta di come sono andate le cose.

«Anche la convocazione per il Giro è una grande soddisfazione,  mi hanno avvisato che lo avrei fatto all’inizio di maggio. Poi insieme alla squadra siamo andati in ritiro tre settimane a Sierra Nevada, una volta tornati ho corso le tre gare internazionali che mi dividevano dal Giro (Strade Bianche, Coppa della Pace e Meldola, ndr).

Al Trofeo Piva, a inizio aprile, Toneatti ha iniziato a sentire il colpo di pedale giusto
Al Trofeo Piva, a inizio aprile, Toneatti ha iniziato a sentire il colpo di pedale giusto

Un adattamento graduale

Quando si affronta un qualcosa di nuovo la prima domanda che ci si pone è: quanto impiegherò per adattarmi? La stessa domanda se l’è fatta anche il giovane friulano.

«Insieme a Cucinotta, nel primo periodo di preparazione, ho iniziato a lavorare per adattarmi bene alla distanza ed ai volumi di allenamento. Il primo blocco di gare l’ho fatto in Croazia, due gare di un giorno e poi una breve corsa a tappe: l’Istrian Spring Trophy, quella gara mi ha dato un qualcosa in più per quanto riguarda il ritmo gara. In quell’occasione ho avuto modo di imparare come lavora la squadra e come si sta in gruppo. Una cosa che devo ancora imparare bene sono le dinamiche di corsa: capire quando un’azione può risultare decisiva o quando farmi trovare davanti. Un esempio in questo senso può essere stato il Trofeo Piva, nel momento clou stavo bene ma sullo strappo mi sono fatto trovare indietro ed i primi dieci sono andati via».

La cosa più difficile per Davide è stata adattarsi ai ritmi ed al correre frenetico di alcune situazioni di corsa (foto Valentina Barzi)
La cosa più difficile è stata adattarsi al correre frenetico di alcune situazioni di corsa (foto Valentina Barzi)

L’alimentazione

Se si è sempre corso in discipline di breve durata e con sforzi ad alta intensità, non è mai sorta la necessità di alimentarsi in corsa. Con il cambio di disciplina Toneatti ha dovuto aggiungere anche questo tassello, con un supporto di qualità: la dietista Erica Lombardi.

«L’alimentazione in corsa – racconta – è stata una cosa rivoluzionaria. Pensavo si trattasse semplicemente di dover mangiare ad ogni ora. Poi mi sono confrontato con i compagni e con la nutrizionista, imparando a curare tutti gli aspetti. Sono uno a cui piace capire cosa fa, quindi mi sono interessato e ho “studiato” un po’. In gara non ero abituato a mangiare spesso, quindi le prime volte dovevo fare uno sforzo di memoria e ricordarmi di farlo, poi è diventato via via più automatico».

Anche l’alimentazione in corsa è stato un momento di grande insegnamento (foto Valentina Barzi)
Anche l’alimentazione in corsa è stato un momento di grande insegnamento (foto Valentina Barzi)

Prime batoste e primi insegnamenti

Non può essere sempre tutto bello e tutto facile: la vita e lo sport non sono così. Quando si fa qualcosa di nuovo, bisogna mettere in conto che si sbatterà il muso per terra, e Davide lo ha fatto, in tutti i sensi.

«Il primo insegnamento – ammette – l’ho ricevuto direttamente dalla strada durante l’Istrian Trophy. Nel corso della prima tappa sono caduto, ma nell’alzarmi e riprendere la corsa non ho fatto tanta fatica, anzi. Una volta arrivato al traguardo però, medici e massaggiatori mi guardavano con una faccia non tranquillissima. Ci ho messo poco a capire il perché. Il giorno dopo ho sofferto tantissimo, mi faceva male tutto e non riuscivo a pedalare bene. E così ho appreso il primo insegnamento: le cadute si pagano il giorno dopo.

«In quella tappa ho scoperto anche un’altra cosa – dice con continuità – ovvero la crisi di fame. Nei primi chilometri della tappa avevo forato ed ero rimasto attardato, era un momento non buono. Il gruppo andava forte e ho fatto tanta fatica a rientrare. Solamente quando mi sono agganciato al gruppo, ho realizzato di aver fatto un’ora e mezza senza aver mangiato o bevuto. E dopo 3 ore, buio, crisi di fame. Ma crisi vera, eh! Non andavo avanti. In quella tappa tra caduta e crisi di fame ho tagliato il traguardo per ultimo, in compenso ho imparato molte cose».

Qui Davide in ritiro a Sierra Nevada con la squadra dopo la convocazione per il Giro d’Italia under 23
Qui Davide in ritiro a Sierra Nevada con la squadra dopo la convocazione per il Giro d’Italia under 23

Compagni e staff

Nella sua nuova avventura in Astana, Toneatti ha trovato un po’ di Italia. Nel team c’è, anche se fermo a causa della miocardite, Gianmarco Garofoli. Mentre nello staff Cucinotta e Maini sono i fari cui affidarsi in qualsiasi momento.

«Prima che Gianmarco  avesse quel problema – racconta Davide – ho passato un po’ di tempo con lui. Essendo gli unici due italiani, eravamo in stanza insieme e mi ha raccontato tante cose. Mi ha spiegato molto anche della vita fuori gara, dell’alimentazione e di come stare in gruppo. 

«Maini e Cucinotta – riprende il giovane corridore – mi hanno sempre dato una mano e con loro parlo molto, soprattutto con Orlando (Maini, ndr). Lui è sempre disponibile, ci ascolta senza problemi, qualsiasi cosa tu abbia da chiedergli. Spesso, dopo le gare, mi fermavo a parlare con lui e chiedevo cosa fosse andato bene o meno. Una cosa che mi ha fatto notare tante volte è la mancanza di lettura della gara e di tattica. In alcune occasioni, si capiva che stessi bene, ma non riuscivo a cogliere l’attimo giusto. Però ci ha sempre tenuto a tranquillizzarmi, dicendomi che è normale e prima o poi imparerò».

Toneatti inesperto su strada? Cucinotta ha già pronto il piano

17.01.2022
4 min
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Davide Toneatti passerà all’Astana Qazaqstan Development Team. Ma come abbiamo visto il bravo crossista under 23 della DP66 Giant Selle SMP non ha troppa esperienza con l’asfalto.

Il fresco campione italiano, come lui stesso ci raccontò, ha corso davvero molto poco su strada. Viene quindi da chiedersi come farà ad affrontare questa nuova ed entusiasmante sfida all’improvviso. 

Claudio Cucinotta è uno dei preparatori dell’Astana (foto Instagram)
Claudio Cucinotta è uno dei preparatori dell’Astana (foto Instagram)

In Astana da febbraio

«Fino a fine mese – spiega il suo coach, Claudio Cucinotta – Toneatti sarà impegnato nel ciclocross. Lui ha l’obiettivo dei mondiali del 30 gennaio negli Stati Uniti. Sarà quindi ufficialmente un atleta dell’Astana a partire dal 1° febbraio. Fino al mondiale sarà gestito in tutto e per tutto dalla DP 66 Giant Selle SMP».

«Noi abbiamo pensato che vista la sua ricca stagione nel ciclocross possa essere in ottima condizione, quindi l’idea è di farlo partire bene, di farlo gareggiare abbastanza presto, proprio per sfruttare la forma fisica che presumibilmente si porterà dietro. Pertanto dopo il mondiale, come si dice in gergo, tireremo dritto per un altro mese e mezzo e nella seconda metà di marzo inizierà il suo recupero».

E questa non è un’idea malvagia. Cucinotta se l’è studiata bene. Proprio per aiutare il ragazzo ad inserirsi nei nuovi meccanismi cerca di portarlo in gara quando è in buona condizione.

Pensiamo solo alla tenuta in seguito ad una “sgasata” del gruppo. Un conto è rispondere essendo al 80% e un conto è farlo essendo al top: una gran bella differenza, specie se si è poco esperti. Ci si impressiona di meno.

Toneatti, classe 2001, ha deciso di tentare la sfida su strada all’inizio dello scorso autunno
Toneatti, classe 2001, ha deciso di tentare la sfida su strada all’inizio dello scorso autunno

Incognita gruppo…

Toneatti potrebbe avere però il problema dello stare in gruppo. In fin dei conti lui ha corso soprattutto in Mtb e nel cross e certe dinamiche gli sono quasi del tutto sconosciute.

«Davide riprende – Cucinotta – comunque una o due gare su strada all’anno tra i dilettanti se le faceva sempre, poi è chiaro, anche noi sappiamo che si tratta di una scommessa e certe caratteristiche dovrà “guadagnarsele”».

«Sono stato io che l’ho proposto all’Astana e so che valori ha. Ha dei numeri buoni e può fare bene da questo punto di vista, poi dobbiamo vedere come si comporta sul piano tecnico.

«Io non credo che Davide avrà grossi problemi a stare in gruppo, tutto sommato guida bene. Poi mi rendo conto che un conto è scendere in mountain bike e un conto è venire giù a 100 all’ora in gruppo da una discesa dolomitica, ma credo che si possa adattare. Semmai mi “preoccupa” più la distanza».

Il friulano vuole fare bene anche in azzurro. Andrà ai mondiali forte del titolo italiano cx conquistato a Variano
Il friulano vuole fare bene anche in azzurro. Andrà ai mondiali forte del titolo italiano cx conquistato a Variano

Occhio alla distanza

Di nuovo il preparatore friulano non è banale. Sia lui che Toneatti sono ben consapevoli a cosa stanno andando incontro e Cucinotta sembra aver previsto tutto.

«Davide ha sempre fatto gare di un’ora, un’ora e mezza, sarà importante farlo abituare a durate ben più lunghe. Ma il bello di una Development è che può fare esperienza senza fretta e avere al tempo stesso l’opportunità di correre anche con i professionisti qualora si trovasse subito bene.

«La nostra idea di portarlo a fare gare 1.2 e 2.2. Toneatti si ritroverà in corse che, per quanto brevi, saranno lunghe almeno 140 chilometri. Però, ripeto, la buona condizione iniziale che gli darà il ciclocross potrà aiutarlo molto. In tal senso è più facile avere lo spunto, il fuorigiri che non la distanza. E’ più facile abituarsi ai chilometri. Di sicuro meglio avere un’ottima base anaerobica e meno aerobica, che non il contrario. Almeno nella sua situazione».

In effetti da un punto di vista della preparazione è più facile mettere chilometri nelle gambe che non il fuorigiri. Per acquisire fondo “basta” fare i chilometri. E anche con l’alimentazione ci si può aiutare non poco.

«Ecco – riprende Cucinotta – anche questo dell’alimentazione è un aspetto quasi del tutto nuovo per Davide, perché nelle gare di mountain bike o di cross in pratica non si mangia mai. Al massimo si può prendere qualche gel. Anche questo è un aspetto che dovrà allenare».

«Io sono tranquillo – conclude il preparatore – Davide abita non lontano da me, per qualsiasi cosa sarò al suo fianco. Potrò seguirlo anche direttamente in qualche distanza o per dei test».

Proprio fra poche ore l’Astana, sia il gruppo WorldTour che Development, si riunirà per un ritiro. Toneatti come detto non ci sarà, ma Cucinotta assicura che dopo il primo step di gare tra fine febbraio e marzo, che presumibilmente saranno quelle tra Croazia e Slovenia, Davide si unirà al resto dei suoi compagni e inizierà la sua avventura tra i professionisti… in tutto e per tutto.

Toneatti è un corridore vero: per questo Pontoni lo martella

09.01.2022
5 min
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«Un po’ è merito tuo» diciamo a Daniele Pontoni, che si avvia al podio degli under 23. La maglia tricolore l’ha vinta Davide Toneatti, che corre nella squadra da lui fondata, la DP66-Giant-Selle Smp, e affidata ai collaboratori di una vita da quando è diventato tecnico della nazionale.

«E’ tutto loro», dice infatti il folletto friulano, che continua da ore a correre lungo il percorso, indicando lo staff del team.

Un tipo sorride sotto la mascherina. «E’ merito suo – dice – che non ha mai smesso di martellarlo. Ha continuato per anni a dirgli di non parlare tanto e che avrebbe potuto farlo solo dopo aver vinto almeno una maglia tricolore».

Sul podio degli U23, Toneatti ha preceduto Leone e Pavan
Sul podio degli U23, Toneatti ha preceduto Leone e Pavan

Dal ghiaccio al fango

La gara degli under 23 ha visto Leone darci dentro di brutto, ma forse nessuno dei ragazzi poteva immaginare che il terreno ancora ghiacciato 50 minuti prima del via, di colpo mollasse trasformandosi in un letto di fango. Così le scivolate si sono sovrapposte ai sorpassi e i cambiamenti di fronte sono stati all’ordine del giorno. Perciò di colpo Leone ha sbagliato e Toneatti, che a sua volta era rimasto indietro, lo ha passato e ha fatto di tutto per non farlo tornare più sotto. Terzo, subito alle loro spalle, Pavan si è tenuto stretto il podio. Davanti a Loconsolo e Masciarelli, reduce da un’influenza che negli ultimi dieci giorni l’ha un po’ spento.

Rapporti più corti

Suo padre Andrea prima del via guardava il percorso un po’ perplesso. E mentre metteva a punto le gomme della bici di Lorenzo (1,3 davanti, 1,4 dietro) diceva che in Belgio i percorsi sono molto più da spingere. E che per questo lassù suo figlio corre sempre con il 39-46 mentre qui ha voluto mettere anche il 36. Per le continue curve e i tanti rilanci.

Sull’argomento si era soffermato nelle scorse settimane anche Van der Poel, facendo notare come la tendenza di chi traccia i percorsi sia sempre meno nel segno della scorrevolezza, ma qui le indicazioni le ha date Pontoni, che ha così voluto ricreare le condizioni che gli azzurri potrebbero trovare ai mondiali di Fayetteville.

Masciarelli si è scaldato, sapendo di non avere la miglior condizione: chiuderà quinto
Masciarelli non aveva la miglior condizione: chiuderà 5°

Martello Pontoni

Raggiungiamo il tecnico azzurro ai piedi del palco, dopo la premiazione. Sotto la mascherina gli occhi scintillano. Il presidente Dagnoni ha appena finito di lodarlo per come sta interpretando il suo ruolo e la capacità di organizzare i tricolori, l’orgoglio è giustificato.

«Perché lo martello in continuazione? Perché vale tanto – dice – e lui a volte sembra non saperlo. Questo qui è un corridore vero, non un crossista e basta. Farà bene anche su strada. Ha tutti i mezzi per emergere, anche se a volte si perde in mille fisime. Gli ho detto sempre di stare sul concreto, glielo dico da 10 anni e per questo l’ho portato a tutte le Coppe del mondo. Faccio come il padre che riprende sempre suo figlio perché vuole che ottenga il meglio».

Per Toneatti le parole di stima e pungolo di Daniele Pontoni
Per Toneatti le parole di stima e pungolo di Daniele Pontoni

Fango galeotto

Toneatti risponde alle domande, con la maglia tricolore indosso, i pantaloni termici per non prendere freddo e la mano destra che stringe la medaglia, quasi appendendosi.

«Sono venuto a provare il percorso nelle settimane scorse – dice – conoscevo bene ogni passaggio, ma non avrei mai creduto che potesse cambiare così tanto. Un’ora prima era ghiacciato, invece abbiamo corso nel fango. Si vedeva che fosse Leone quello pericoloso, ma ho voluto e potuto fare la mia corsa».

Una gara decisiva

Si fa per ridere, ma intanto per capire come reagirà tiriamo fuori la provocazione di Pontoni. Adesso che hai vinto una maglia tricolore, forse potrai parlare! Lui guarda, capisce dove vogliamo andare a parare e poi risponde.

«Daniele ci scherza sempre – dice – perché con tutto quello che ha vinto, la fa un po’ pesare, ma sempre per scherzo. Tra di noi c’è un bel rapporto. Ci conosciamo da 4-5 anni. Sono nella sua squadra, ci sono ancora anche se lui adesso è cittì. Spero davvero che questo risultato mi permetta di fare un bello scatto. Questo risultato ci voleva, dopo che l’ultimo mese non è stato perfetto e non è andato come mi aspettavo».

Su strada con l’Astana

Restiamo sulle parole di Pontoni: che cosa significa essere un corridore a 360 gradi e non un semplice crossista? E cosa significa che a volte si perde nelle sue fisime?

«Da febbraio – dice – passerò all’Astana Development. Sono molto contento di questa nuova esperienza. D’estate ho sempre fatto mountain bike, loro però credono in me e spero di ripagarli. Le fisime? A me piace curare tutti i dettagli, ogni tanto qualcuno mi dice che sono troppo fissato però a me non pesa per niente…».

Lo chiamano per fare delle foto davanti alla bici orrendamente inzaccherata. Si fa fatica a distinguerne marca e colore. Si tratta di una Giant e in un giro e mezzo dall’ultimo cambio si è coperta di melma in ogni spigolo. Il percorso ha davvero mollato in modo inaspettato. Per le donne elite e gli uomini previsti a seguire, rischia di essere davvero una corsa a stare in piedi.