Alessandro Guerciotti, Francesca Baroni, Paolo Guerciotti, Vito Di Tano

«Jacob è forte, ma deve essere più furbo»

17.11.2020
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Un gruppo di ragazzi con una maglia tricolore a fare da guida e un campione del mondo come insegnante: la Selle Italia Guerciotti Elite ha costruito intorno al suo leader Jakob Dorigoni e al suo prestigioso tecnico Vito Di Tano un gruppo vincente, ancorché ristretto.

«Preferiamo lavorare con 6, massimo 8 corridori, ognuno con il suo preparatore – spiega Di Tano – questo significa che alle gare si muove una carovana di almeno 20 persone. E’ un impegno oneroso, ma significa anche che ogni atleta è seguito al meglio, per questo non vogliamo allargare i numeri».

Vito Di Tano, Fabio Ursi, Scorzé 2005
Scorzé 2005, Vito Di Tano passa la bici di scorta a Fabio Ursi
Vito Di Tano, Fabio Ursi, Scorzé 2005
Scorzé 2005, passa la bici a Ursi
Rispetto ai suoi tempi, ci si allena di più?

Molto di più. Io dedicavo all’allenamento quel paio d’ore che il lavoro mi concedeva. Ora ogni ragazzo dedica gran parte della giornata alla preparazione, seguendo le tabelle previste, alternando bici a corsa a piedi e palestra. Perché il ciclocross è uno sport completo, che allena tutto il fisico. Nel gruppo Dorigoni è un po’ il riferimento di tutti. Con i suoi 23 anni è il più grande, ma in verità è ancora un ragazzino, che in gara deve tirare fuori un po’ di furbizia in più.

Tecnicamente Jakob che ciclocrossista è?

Un corridore completo, senza grandi picchi ma che non ha neanche talloni d’Achille, quindi può emergere su qualsiasi terreno e con qualsiasi condizione di tempo. Si difende sempre bene.

Jakob Dorigoni, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Jakob Dorigoni in maglia di leader durante il Giro d’Italia Ciclocross
Jakob Dorigoni, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Jakob Dorigoni al Giro d’Italia Ciclocross
Nel suo gruppo ci sono anche due ragazze, Baroni e Realini: è diverso allenare uomini e donne?

Sì, ma è anche una grande esperienza. Io posso dire che da Francesca Baroni ho imparato tantissimo (i due sono assieme a Paolo e Alessandro Guerciotti nella foto di apertura, ndr). La sua sordità l’ha portata ad avere una caparbietà e una capacità di reagire che per me sono un esempio, anche se ho oltre 30 anni più di lei. Con lei c’è Gaia Realini, che abbiamo preso quest’anno. E’ alla seconda stagione fra le under 23 e può crescere ancora tanto, ma senza fretta. Non amo quei tecnici che urlano continuamente ai propri ragazzi quando sono in gara. Non serve spronarli sempre, bastano le parole giuste, spesso anche uno sguardo per far loro capire.

E tornando alle differenze?

Il ciclocross è lo stesso, cambia però la potenza che le ragazze hanno a disposizione. E’ chiaro che su percorsi più mossi, con molti strappi hanno qualche difficoltà in più. Quel che unisce i ragazzi è la passione con cui vivono questo sport e lo si vede nelle giornate peggiori, con freddo e pioggia. Io stesso mi chiedo a volte chi glielo fa fare… Se devo dire, le ragazze hanno una maggiore determinazione, ma sono anche un po’… birichine. Bisogna sempre stare attenti a come prenderle.

Ai suoi tempi, pugliese trapiantato al Nord, era una mosca bianca: aumenteranno i ciclocrossisti provenienti dal Sud Italia?

Stanno già aumentando, anche nella mia Puglia dove siamo sempre stati all’avanguardia nell’organizzazione e nell’attività. Carrer è solo l’ultimo esempio. Il ciclocross ora è uno sport veramente nazionale e questo contribuirà al suo ulteriore rilancio.