“Era il mio Giro d’Italia U23” deve aver pensato Gianmarco Garofoli. La miocardite ha fermato il talento della Astana Qazaqstan Development Team. Uno stop di tre mesi. Uno stop che di fatto gli fa dire addio ai sogni rosa.
Ci eravamo lasciati con un post del corridore marchigiano su Instagram. Un post in cui era in ospedale e spiegava il perché del suo stop. A distanza di qualche settimana, eccoci di nuovo con lui, mentre è a casa nella sua Castelfidardo e si “gode” il riposo.
Gianmarco, prima di tutto come stai?
Ah, io sto bene. Mi sembra tutto normale, ma di fatto sto fermo e passo le mie giornate in tranquillità.
Zero attività fisica dunque, neanche un po’ di rulli blandi, blandi?
Niente. Una vita normale. Qualche “passeggiata” andando magari a fare shopping. Oppure qualche volta vado con papà in azienda (infissi e mobili per arredamento da interno, ndr). Lo seguo nei vari reparti, ogni volta cambio postazione e imparo un po’ i vari aspetti del mestiere.
Come è andata invece da quel giorno in cui non sei stato bene? E qual è adesso l’iter per il recupero?
Ho passato una settimana in ospedale e poi sono tornato a casa. Giusto pochi giorni fa ho riparlato con il cardiologo e anche con il dottore della squadra. Devo fare delle analisi particolari per verificare a che punto è lo stato infiammatorio del cuore. Per fare al meglio queste analisi dovrò stare tre giorni a letto: riposo totale. Mi hanno detto che lo stop sarebbe durato tre mesi, ma essendo giovane e con un fisico da atleta magari si può limare qualcosa. Quaranta giorni però passeranno di sicuro. Successivamente se tutto andrà bene dovrò fare una risonanza e da lì si valuterà l’eventuale rientro in modo concreto.
Cambiamo discorso, Gianmarco. Era il tuo Giro?
Eh sì – sorride – era il mio Giro. Il percorso è stato presentato poche settimane dopo che ero uscito dall’ospedale e lo guardavo, rivedevo le tappe. Ho visto che sono solo sette. Da quel che so è stato cancellato qualcosa nelle Marche. Però era… è comunque un bel percorso. Le tappe dure non mancano. E quella da quasi 180 chilometri…
Quella di Santa Caterina Valfurva. Immaginavamo che ti sarebbe piaciuta quella…
Esatto quella. Ma anche quella del Fauniera sembra molto bella. Però credo che quella più adatta a me sarebbe stata proprio quella di Santa Caterina Valfurva: lunga e con tante salite.
Tipo quella di Cervinia che hai vinto lo scorso anno al Val d’Aosta: che impresa quel giorno!
Esatto. Adesso che ci penso non mi sono mai sentito come quel giorno, quest’anno. Sentivo che qualcosa non era al 100%. Però io non sono uno che sta lì a farsi troppi pensieri, pensavo che invece mi sarei dovuto allenare più forte. Invece…
Il Giro d’Italia U23 era l’obiettivo della stagione?
Sì, era l’obiettivo dell’anno. Avevamo programmato tutto. Anche l’altura con il team. Dopo il Giro di Sicilia sarei rimasto tre settimane sull’Etna, poi ne avrei fatte altre due a Sierra Nevada, in pratica un mese in quota. Successivamente, prima del Giro avrei fatto qualche gara. Con Marino (Amadori, ndr) pensavamo alla Corsa della Pace.
Amadori lo abbiamo sentito qualche giorno fa e ci ha detto che è dispiaciuto per te…
Eh lo so. Ci sentiamo. Anche l’altro giorno mi ha telefonato e mi ha detto: «Hai visto come sta andando forte il francesino, Romain Gregoire?».
Ecco, parliamo di favoriti. Cian Uijtdebroeks, essendo in una WorldTour (la Bora-Hansgrohe), non ci potrà essere, ma Gregoire sì. Chi saranno per te i favoriti?
Sicuramente lui è uno dei favoriti. Anche se è giovane (è un primo anno, ndr) ha attorno a sé una squadra molto forte. E in seconda battuta ci sarà Lorenzo Germani, sempre dell’Equipe Continentale Groupama-FDJ. Per quanto riguarda Cian, è vero: non potrà fare il Giro, ma potrà correre il Tour de l’Avenir.
Cosa ti piaceva di questo Giro U23?
Sicuramente la partenza dalle mie Marche. Sarebbe stato un qualcosa in più con i tifosi e gli amici più vicini a me. Peccato che non ci sia una crono. Con una tappa contro il tempo sarebbe stato più completo. E poi a me la crono piace, anche se non sono super forte, non vado male. Una crono va fatta, dai! Però, non sono un organizzatore. So che anche gli altri ragazzi sono dispiaciuti, perché con la crono sarebbe stato come quello dei grandi.
Senti, ma un Garofoli versione Cervinia 2021 nella tappa di Santa Caterina dove avrebbe attaccato?
Ah – risponde con brio Gianmarco – all’inizio del Passo Guspessa (che poi sarebbe uno dei tanti versanti del Mortirolo, ndr). O addirittura nella discesa dell’Aprica, a sorpresa. Quelle strade le conosco bene. E poi dall’inizio della salita a tutta fino alla fine. Come feci sul Saint Pantaleon nel giorno di Cervinia. Quella salita la spianai!