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A tutta verso il cambiamento. I progetti della nuova Arzuffi

03.05.2022
5 min
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Non solo ruote veloci per la Valcar Travel & Service, di patron Valentino Villa. Storicamente le ragazze blu-fucsia le vediamo sfrecciare sugli arrivi di gruppo e molto spesso alzano le braccia al cielo. Tuttavia tra di loro c’è anche chi è un pelo meno veloce e molto più scalatrice: è Alice Maria Arzuffi.

La lombarda sta vivendo una stagione all’insegna del cambiamento. Lei, grande ciclocrossista, forse la più pura tra le italiane, sta guardando sempre più alla strada e in qualche modo al prossimo Giro d’Italia, in cui sarà la donna di classifica della sua squadra.

Alice Maria Arzuffi (classe 1994) è una delle atlete di spicco e più mature della Valcar Travel&Service
Alice Maria Arzuffi (classe 1994) è una delle atlete di spicco e più mature della Valcar Travel&Service
Alice, partiamo dai prossimi impegni…

Da sabato andrò in Spagna per tutte le corse iberiche di questo periodo. Dovrei saltarne una, poi testa bassa sull’estate.

Dicevamo: una stagione di cambiamento, di evoluzione, se vogliamo. E’ così?

E’ corretto, sì. Dopo tanti anni nel cross, fatto come l’ho fatto io, volevo puntare più sulla strada. E infatti il mio programma è iniziato prima del solito. Ho già una buona forma ma voglio migliorarla ancora. Voglio migliorarla proprio in Spagna, per arrivare al massimo nel periodo che interessa a me: l’estate, luglio, con il Giro e il Tour. E poi a fine stagione dovrò prendere una decisione.

Una decisione: se fare ancora il cross?

Esatto. A fine stagione si valuterà in modo definitivo. Magari qualche gara di ciclocross la farò lo stesso, ma non più nello stesso modo o con lo stesso impegno costante nell’arco dell’inverno.

A fine stagione la Arzuffi prenderà una decisone sulla sua attività nel cross, che l’ha vista protagonista negli ultimi anni
A fine stagione la Arzuffi prenderà una decisone sulla sua attività nel cross, che l’ha vista protagonista negli ultimi anni
Perché, Alice, questo desiderio di cambiare o almeno di provare a cambiare?

Ho fatto il ciclocross al top per molti anni. Sono arrivata ad essere la prima a livello nazionale e nel 2018 tra le migliori a livello mondiale, ma oltre non si va e le motivazioni non sono le stesse. All’inizio quando andavo in Belgio (la Arzuffi ha corso il cx con una squadra belga, la 777, ndr) c’era entusiasmo. I primi due anni tutto okay, tutto bello, alla fine era ciò che volevo, ciò che sognavo, ma nelle ultime due stagioni è stata molto dura.

Come mai?

Ero totalmente da sola, vivevo in una casa da sola e il clima belga, in ogni senso (persone e atmosferico), non aiuta. Alla fine io fatto qualcosa che neanche i Pontoni e i Bramati in passato hanno fatto. Loro venivano su, ma erano in compagnia, ogni tanto tornavano. Io, ripeto, ero sola, dovevo farmi tutto da sola: allenarmi, andare alle gare, sistemare la casa. Alla lunga era diventato uno stress.

Come hai detto prima di fatto avevi toccato il tuo apice nel cross e gli stimoli per forza di cose non sono più gli stessi…

Esatto. E poi con la 777 non ci siamo lasciati bene. Loro mi hanno accusata di lasciare il mio ritiro, la mia casa in Belgio perché ogni 15 giorni volevo tornare 3-4 giorni a casa in famiglia. Mi dicevano: sei indipendente, hai la macchina. Sì, ma le olandesi ci tornavano a casa e al massimo dovevano fare un’ora e mezza di auto, io no.

Torniamo agli argomenti più belli e al futuro. Sarai la donna di classifica della Valcar Travel&Service?

Eh sì! Con Davide (Arzeni diesse e preparatore della Valcar, ndr) ne ho parlato ad inizio stagione e l’idea è di fare bene. Ci arriveremo con una bella squadra. Ho delle compagne forti. Silvia Persico sta andando molto bene e anche la canadese, Olivia Baril, ha le mie stesse caratteristiche.

La Arzuffi in questa stagione ha già 14 giorni di corsa, gli anni passati nello stesso periodo ne aveva solo 6-7
La Arzuffi in questa stagione ha già 14 giorni di corsa, gli anni passati nello stesso periodo ne aveva solo 6-7
Caratteristiche da…

Da scalatrice. O comunque vado bene sul passo, sulle gare lunghe e nelle corse a tappe mi trovo bene perché ho un buon recupero.

E per questo “obiettivo classifica” stai lavorando diversamente? Stai facendo più salita?

In questo momento specifico non troppe salite, visto che sono a casa del mio compagno (Luca Braidot, azzurro della Mtb, ndr) in Friuli a ridosso delle colline verso la Slovenia. E’ un posto bellissimo per pedalare, di sicuro molto meno trafficato. Giusto ieri ho fatto una salita di 20′ e non ho incontrato una macchina.

Invece a casa?

Vivo a Seregno. Sono a 30 chilometri da Lecco e a 30 da Como, in Brianza. Anche lì è molto bello. In pratica sono nel cuore del Giro di Lombardia. Spesso mi alleno sul Sormano.

E quindi dicevamo dei tuoi lavori: più salita? Più dislivello?

In parte sì. Quando faccio la distanza il dislivello non è mai meno di 2.000 metri, ma arrivo anche a 2.500 metri, specie quando vado in altura dove accumulare metri è più facile. E a proposito di altura ci tornerò tra fine maggio e giugno con la Polizia.

La brianzola a fine mese salirà ai 1.900 metri di quota del Passo San Pellegrino
La brianzola a fine mese salirà ai 1.900 metri di quota del Passo San Pellegrino
Come mai con la Polizia e non con la tua squadra di club?

Perché le Fiamme Oro ci danno questa opportunità di fare un periodo di ritiro e noi possiamo scegliere più o meno quando e dove. Io andrò al San Pellegrino.

Ah, dove andava anche Nibali! Un gran bel posto…

Esatto proprio nello stesso rifugio. Ormai sono di casa. E’ un posto ideale per allenarsi.

Quale potrebbe essere un obiettivo concreto per te al Giro?

Vorrei fare bene in una tappa, salire almeno sul podio in una frazione. Per la classifica, visto il livello che c’è, direi che potrebbe andare bene una top 15. Sarei soddisfatta. E poi per me è un po’ il primo Giro se vogliamo, ne ho fatti altri ma li sfruttavo già per preparare il cross dell’inverno successivo. Stavolta sarà diverso, anche per le motivazioni.