Parla Lanzoni, diesse motivatore per le speranze della BTC City

27.01.2025
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Lo sappiamo, non sono i giorni più adatti per parlare di ciclismo femminile. Quando Giuseppe Lanzoni ci risponde per parlare del suo arrivo alla BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo, non possiamo fare a meno di avere un pensiero profondo per la tragica scomparsa di Sara Piffer della Mendespeck, travolta qualche giorno fa in allenamento da un automobilista.

«Sono rimasto pietrificato quando ho saputo della morte di Sara – ci dice subito il diesse romagnolo che conosce molto bene il mondo femminile – e purtroppo ne succedono troppi di incidenti e investimenti ai corridori, tanti dei quali finiscono in questo modo. Spero che qui in Italia venga fatto qualcosa al più presto, perché il ciclismo sta diventando uno sport troppo pericoloso e poco tutelato. Chi ha figli ora ci pensa due volte se fargli fare ciclismo. Già i giovani smettono presto di correre perché non si intravede un futuro in questo sport per altri motivi, se poi ci mettiamo anche fatti del genere, rischiamo davvero di non avere più corridori».

In un qualche modo torniamo sui passi iniziali per scoprire meglio sia la sua nuova squadra sia il percorso che ce l’ha condotto. Lanzoni ha le spalle abbastanza larghe per dire quello che pensa senza problemi. Così come tanta esperienza per poter dare quel qualcosa in più ad un team continental che l’anno scorso è stato protagonista riuscendo a vincere la Coppa di Francia (la challenge che comprende le loro classiche) con Giada Borghesi, prima che lei a luglio passasse nel WorldTour con la Human Powered Health.

Giuseppe Lanzoni è un direttore sportivo di lungo corso. Arriva alla BTC City dopo tre stagioni nella UAE Development Team
Lanzoni è un direttore sportivo di lungo corso. Arriva alla BTC City dopo tre stagioni nella UAE Development Team
Giuseppe come mai l’approdo nella BTC City?

Dopo tre stagioni alla UAE Development Team ho il bisogno di cambiare aria. Il mio lavoro lo faccio da sempre con passione, guardando prima il lato umano di quello economico. In UAE ho avuto un po’ di contrasti con i dirigenti e nell’ultimo anno e mezzo non mi sono trovato troppo bene. Pensate al paradosso. Da bambino sognavo di avere il superpotere di diventare invisibile e in questi ultimi mesi lo ero diventato veramente per la squadra (dice sorridendo con ironia, ndr). Però guardo avanti, come ho sempre fatto.

Sei comunque stato in una formazione importante. Da questa esperienza cosa porti alla squadra?

Il ciclismo femminile è diventato davvero un lavoro e le ragazze che vogliono fare il grande salto, devono capire di curare il dettaglio, sia che tu sia una capitana o una gregaria. Se vuoi fare il corridore di mestiere bisogna crescere di testa. Devi sapere che certi rapporti diventano più freddi o quanto meno molto più professionali. E che non hai più scuse perché nelle grandi squadre ci sono tante figure a disposizione dell’atleta. Il tempo è il tesoro più grande che ha una persona. Chi vuole correre per mestiere, tenendo conto dei sacrifici che fa una famiglia, non può più sprecare il proprio tempo pedalando senza una vera finalità.

Alla BTC City avrai ancora Carbonari, che sarà la vostra punta. Come l’hai trovata?

Ho chiacchierato molto con Anastasia. Eravamo assieme al devo team della UAE poi è andata nella squadra WorldTour, però anche lei viene da due anni di delusione. Ritorna nel team che l’ha messa in mostra nel 2021. Le ho già detto un po’ di cose. Dovremo lavorare molto a livello psicologico. Deve essere convinta di ripartire da zero, ridimensionando inizialmente certe aspettative. Il ritiro che faremo nelle Marche servirà per motivare lei e le sue compagne.

L’intento è quello di ripetere con lei ciò che è avvenuto con Giada Borghesi, giusto?

Assolutamente sì. Infatti con Anastasia sono stato chiaro subito. Le ho detto che a luglio non la voglio più in squadra (sorride, ndr). Significherebbe che è andata forte, che ha accumulato i punti necessari per poter tornare nel WorldTour. Comunque sembra che abbia ben chiaro cosa fare e mi sembra stimolata. Ha 26 anni ed ha maturato tanta esperienza. Può essere quasi un diesse in corsa, ma soprattutto deve essere un esempio per le sue compagne.

Crestanello esulta a Ponte di Piave. Per Lanzoni può fare crescere ulteriormente (foto Ossola)
Crestanello esulta a Ponte di Piave. Per Lanzoni può fare crescere ulteriormente (foto Ossola)
Che formazione guiderai?

Abbiamo alcune atlete che possono fare il salto nella categoria superiore. Lara Crestanello sta crescendo in salita. Non è una velocista da volate di gruppo, però può dire la sua in sprint ristretti. Gemma Sernissi va forte a crono e si sta ritrovando. La sto seguendo ed è molto motivata. Eremita può fare bene nei percorsi misti. Si allena tanto con Lorenzo Masciarelli, il suo fidanzato. Lei sa che questo è un anno decisivo. Poi abbiamo altre giovani interessanti come Serena, Donati, Lazzari o Sklyarova, kazaka di Toscana . Ci sono quattro slovene, di cui due che arrivano dalle juniores. Pestotnik ha vinto anche una corsa in Italia. Infine contiamo sul recupero di Klimova, ma la scommessa è un’altra.

Di chi parli?

Mi riferisco a Carlotta Uber, trentina di 24 anni che viene dalle granfondo dove vinceva sempre la sua categoria. Ha scoperto tardi la bici perché arriva dall’atletica e dalle corse in montagna. E’ una scalatrice pura, con una grinta incredibile. Quando la sento, è lei che carica me anziché il contrario. Fisicamente è molto simile a Realini. L’anno scorso aveva già fatto qualche gara con la BTC City, vincendo una cronoscalata a Palù di Giovo battendo proprio la povera Sara Piffer. Deve imparare a guidare meglio la bici e si sta allenando uscendo sempre con dei dilettanti trentini, proprio per migliorare a stare in gruppo. Per me può fare una bella stagione, così come tutta la squadra può togliersi delle soddisfazioni.

Il calendario della BTC City Ljubljana cosa prevede?

Esordiremo in Croazia il 5 marzo. Il 9 marzo divideremo la squadra in due correndo ancora in Croazia e al Trofeo Oro in Euro a Montignoso. Poi faremo il Ponente in Rosa, il Giro del Mediterraneo, andremo al Gracia Orlova in Repubblica Ceca. Abbiamo già ricevuto l’invito per le classiche della Coppa di Francia. E ancora tante altre corse. Abbiamo un buon programma al momento anche se mancano le gare più importanti italiane, quelle WorldTour.

Sperate di essere chiamate?

Non sarà facile, soprattutto dopo la riforma e la nascita dei ProTeam, malgrado non sia ben chiaro cosa dica il regolamento a proposito della partecipazione di diritto o ad invito. Correre Strade Bianche, Trofeo Binda, Sanremo e specialmente Giro Women sarebbe bellissimo. Noi ce lo auguriamo sempre, puntando molto sul fatto che l’anno scorso la BTC è stata la seconda continental italiana per punteggio, ma la prima per punti raccolti nelle gare WorldTour. Speriamo possa servire, ma il guaio in Italia è un altro.

Nel 2024 la BTC City è risultata la seconda continental italiana, ma prima per punti WorldTour
Nel 2024 la BTC City è risultata la seconda continental italiana, ma prima per punti WorldTour
Cosa intendi?

Adesso il calendario dei team continental è diventato ancora più difficile. Le gare open è un bene che ci siano, ma non ci sono sempre. Oppure talvolta non hanno distanze o percorsi adatti alle elite, che magari non ti preparano a dovere quando vai all’estero. La Federciclismo dovrebbe incentivare gli organizzatori a farne di più coprendo certe spese o trovare un’altra soluzione per avere una corsa femminile elite di un certo livello tutte le settimane.

Chiaro…

Altrimenti rischiamo, come dicevo prima, che il ciclismo femminile cali drasticamente fra qualche anno. Abbiamo tante campionesse sparse per il mondo, che sono un vanto per l’Italia, ma non possiamo non pensare di mantenere quei numeri e quella qualità senza fare nulla di più.

BFT Burzoni rivoluzionata, ma sempre con la stessa filosofia

23.01.2025
7 min
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Cambiare pelle conservando il medesimo spirito. Nel suo decimo anno di vita, la BFT Burzoni ha appena varcato la soglia del 2025 con una formazione largamente rinnovata. Una scelta dettata da tanti fattori tenendo conto dell’evoluzione della categoria juniores.

Un anticipo di questo cambiamento lo abbiamo fatto parlando due giorni fa con Linda Sanarini, una delle due confermate e promossa leader della squadra piacentina sul campo. Le dieci nuove ragazze arrivano dalle allieve portandosi in dote fior di risultati e alcune scommesse da vincere. Di loro, delle atlete che sono passate elite quest’anno e di tutto il resto, compreso l’accordo con la Picnic-PostNL, ne abbiamo parlato col team manager Stefano Solari al termine dell’ultimo weekend di allenamenti a Riva del Garda (in apertura foto Frantz Piva).

Per chi vi conosceva bene, avete fatto una corposa metamorfosi.

La definirei una piccola rivoluzione poiché ci sono state tante variazioni. E’ arrivata Krizia Corradetti come diesse che affiancherà Vittorio Affaticati. Ma la rivoluzione più importante riguarda la preparazione atletica della squadra. Abbiamo deciso di affidarci a Silvia Epis, che reputo una della migliori allenatrici in assoluto. Con noi ci saranno anche due ragazzi che avranno il compito di prendere i dati delle nostra atlete e analizzarli con Silvia per poi fare le tabelle di allenamento in modo approfondito. Abbiamo voluto provare a fare un lavoro d’equipe come succede nei team WorldTour, fatte ovviamente le debite proporzioni. Per le juniores è una novità, speriamo possa portare dei frutti.

Come nasce la volontà di cambiare tanto dell’organico della BFT Burzoni?

Abbiamo fatto diverse valutazioni, anche col presidente Andrina. Camilla Bezzone veniva da un infortunio e meritava di restare con noi per giocarsi bene le proprie carte. Per il resto abbiamo visto che nelle ultime stagioni tra le juniores non c’era una grande differenza tra le atlete del primo anno e quelle del secondo. Basti vedere le classifiche di punti e vittorie del 2024 dove le prime tre sono Chantal Pegolo, Erja Giulia Bianchi e Giada Silo. E l’anno prima la nostra La Bella era stata la seconda in questa graduatoria. Pertanto non siamo andati a prendere nuove atlete del secondo anno, anche perché possiamo lavorare con calma in vista del 2026.

Cosa puoi dirci delle nuove arrivate?

Abbiamo preso dieci allieve che sono già abbastanza pronte per la categoria. Sempre guardando le classifiche finali di rendimento, la metà di loro sono tra le prime otto a livello nazionale. Tuttavia, guardando i test, non state spremute fortunatamente. Crediamo che tutte abbiano ampi margini di miglioramento, che è la condizione migliore per lavorare come dicevo prima. Allo stesso tempo ho già potuto vedere che hanno grinta e voglia di imparare. Dai primi ritiri ho capito che sta nascendo un bel gruppo, soprattutto ben assortito.

In che modo?

Ci sono velociste pure, velociste che tengono bene in salita e scalatrici che hanno un bello spunto veloce per vincere volate ristrette. Abbiamo messo in conto che faranno fatica nei primi mesi, ma sono certo che usciranno poco alla volta. Hanno davanti a loro una capitana come Sanarini che l’anno scorso ha fatto tanta esperienza nel bene e nel male. Poi ovvio che dovranno ascoltare solo ciò che gli diranno i nostri diesse. Comunque sarà la strada ad emettere il proprio giudizio, come sempre.

Ti senti di spendere qualche parola in particolare per una delle nuove arrivate?

Non mi piace mai fare dei nomi. Forse l’unica curiosità è rappresentata da Elisa Bianchi (che arriva dalla Flandres Love, ndr), la campionessa italiana allieve che ha sempre corsa da sola nelle varie categorie giovanili, con i relativi pro e contro del caso. Per lei sarà la prima volta in un team e dovrà imparare le dinamiche tattiche in corsa di una squadra. Sotto quel punto di vista è tutta da scoprire, ma so che è quasi una soldatessa nel seguire i lavori assegnati. Ora è impegnata col ciclocross tra Coppa del Mondo e mondiali, la aspettiamo presto.

Un nome lo facciamo noi e ti chiediamo una considerazione su Sanarini.

Abbiamo avuto tante atlete forti che sono ora nel WorldTour, ma forse come lei non l’ho mai vista. Linda ha un gran motore e tutti i mezzi per fare grandi cose, ma deve diventarne consapevole. E’ una questione di testa, perché tende sempre a sentirsi inadeguata o pensare sempre che le avversarie siano più forti di lei. Quando è con noi vediamo una Linda tanto socievole e serena con le compagne, quanto seria e determinata in bici. Ha tanto potenziale, ma non vogliamo metterle troppe pressioni addosso. Linda deve restare tranquilla, avere pazienza. non farsi condizionare da fattori esterni.

Riguardando all’anno scorso, in tanti si aspettavano che La Bella e Baima andassero nel WorldTour. Cosa è successo invece?

Ce lo hanno chiesto in tanti con sorpresa. A fine stagione molte formazioni continental sono rimaste alla finestra per la riforma dei ProTeam, quindi molti movimenti sono arrivati tardi. Purtroppo non solo Eleonora ed Anita hanno avuto problemi in quel senso, ma anche tante altre juniores che avevano fatto meglio di loro due. Entrambe poi hanno avuto piccoli intoppi fisici e l’anno scorso non sono riuscite a confermare il bel 2023 pur arrivando davanti e correndo con la nazionale. Sono comunque andate in buone squadre (rispettivamente Vaiano e Horizons, ndr) dove potranno esprimersi al meglio. E siamo soddisfatti per avere fatto passare altre tre ragazze.

Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Continua pure.

Asia Sgaravato, che aveva avuto un gran finale di stagione, e Giorgia Tagliavini sono andate alla Mendelspeck, mentre Linda Ferrari è stata confermata alla BePink-Bongioanni dopo lo stage da agosto a ottobre. Lei è quella che è migliorata più di tutte da quando è arrivata da noi da esordiente. Non ha mai vinto, ma ha tutto quello che serve per andare bene tra le elite. Vede la corsa, sa andare in fuga, stare bene in gruppo e lavorare per le compagne. Walter Zini (il team manager della BePink, ndr) infatti mi diceva che con loro ha corso bene e gli aveva fatto una grande impressione.

L’accordo tra BFT Burzoni e Picnic-PostNL resta attivo?

Anche quest’anno saremo un loro devo team, più o meno con le stesse condizioni del 2024. Siamo felici di sapere che hanno un occhio di riguardo per noi. Devono ancora stabilire se ripeteranno quei giorni di test come a febbraio di un anno fa, però chiaramente se ci dovessero chiedere qualche ragazza da mandare in Olanda, lo faremmo volentieri. Ormai sanno come lavoriamo.

Vincere una gara all’estero e continuare a fare esperienza internazionale, sono due degli obiettivi stagionali (foto BFT Burzoni)
Che obiettivi vi siete dati quest’anno?

Forse è sempre il solito. Ci piacerebbe vincere una gara all’estero, sarebbe una soddisfazione enorme. Abbiamo già ricevuto l’invito per il Tour du Gévaudan Occitanie in Francia e per la Bizkaikoloreak nei Paesi Baschi. Stiamo valutando anche l’invito di un’altra gara di due giorni in Francia che però non è valevole per la Coppa delle Nazioni come le altre due. In questo senso restiamo fedeli alla nostra filosofia, quella di far fare esperienza internazionale alle nostre ragazze.

Sanarini lavora già sodo per il prossimo salto in avanti

21.01.2025
6 min
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Non lascerà nulla al caso per alzare ulteriormente l’asticella. Il diciottesimo compleanno festeggiato con le compagne di squadra della BFT Burzoni è stato uno degli ultimi – piacevoli e giusti – svaghi prima di affrontare con un bel piglio il 2025. Linda Sanarini è entrata nella sua seconda stagione da juniores per diventare “più grande” non solo anagraficamente (in apertura foto Franz Piva).

L’avevamo lasciata protagonista della visita a casa della attuale Picnic-PostNL. Poi al pronti-via, l’anno scorso la padovana di Saccolongo era andata a bersaglio subito confermando le proprie credenziali dimostrate dall’oro ottenuto agli EYOF 2023. In successione per Sanarini è arrivato il tempo di indossare maglie diverse da quelle del club e raccogliere podi internazionali. Prima il tricolore conquistato nel campionato italiano a crono, poi cinque medaglie complessive in pista con la nazionale tra europei e mondiali. Ed ora il suo sguardo è puntato alla propria crescita, anche con qualche novità.

Linda come giudichi il tuo primo anno da juniores?

Il 2024 è stata un’annata di apprendimento, nella quale ho capito il valore della categoria. Su strada onestamente mi aspettavo di fare di più, anche se non mi lamento per i due successi che ho ottenuto. Però sentivo sempre che mi mancava qualcosa per arrivare al risultato pieno. Ad esempio aiutavo bene le mie compagne, volentieri e senza problemi. Anzi, ho imparato a lavorare per le altre, migliorandomi. Invece quando ero io che dovevo fare la gara, non avevo le stesse buone sensazioni. Credo comunque che ci possa stare.

In compenso in pista con la maglia azzurra ti senti più soddisfatta?

Sono contenta perché in nazionale abbiamo avuto un bel gruppo di lavoro, proprio come nella mia squadra. Devo dire che è stata una bella annata in pista, malgrado mi bruci ancora quell’omnium perso per soli 3 punti agli europei di Cottbus. Ed anche nell’omnium mondiale non sono stata troppo fortunata perché sono caduta quasi in ogni prova. E’ vero che non ho preso l’oro, però se ci ripenso sono felice delle altre quattro medaglie (argento nella madison e bronzo nel quartetto agli europei, due bronzi tra madison e quartetto ai mondiali, ndr).

Intanto come sono andati i ritiri con la squadra?

Sono andati molto bene pur con finalità diverse. Dal primo al sei di gennaio siamo state a Castagneto Carducci in Toscana dove abbiamo fatto un buon carico di lavoro. E’ stato anche il classico ritrovo per amalgamarci, visto che siamo cambiate tanto. Oltre alla nuova diesse Krizia (Corradetti, ndr), sono arrivate dieci nuove compagne, tutte del primo anno. Invece lo scorso weekend a Riva del Garda abbiamo sfruttato il bel clima facendo uscite da 3-4 ore con test in salita. Personalmente ho avvertito buone sensazioni, specialmente in salita dove mi sentivo più leggera, anche perché ho intrapreso un percorso con un nutrizionista.

Per quale motivo?

Intanto ammetto che al sabato sera per il mio compleanno avevo portato una bottiglia di spumante e una cheesecake al pistacchio, ma senza fare tardi o altri strappi alle regole (dice sorridendo, ndr). Battute a parte, non me lo ha imposto nessuno di andare da un nutrizionista, è una volontà partita da me. Questa stagione è molto importante per il mio futuro. Se andrò bene potrò mettermi maggiormente in mostra ed eventualmente ambire ad andare in determinate squadre. Quindi voglio fare tutto il possibile per essere pronta e più performante. E soprattutto non avere rimorsi per non averci provato.

Quest’anno sarai una delle “veterane” della BFT Burzoni. Che consigli dai alle nuove arrivate?

Intanto va ricordato che dall’anno scorso è rimasta anche Camilla Bezzone. Alle altre mie compagne posso dire che non devono cercare troppo il risultato. Devono correre tranquille perché il salto dalle allieve si sente molto. Ed io l’ho visto su di me. Comunque nei ritiri che abbiamo fatto, si è visto subito che ci tengono a fare bene.

Visto il 2024, partirai con i gradi di capitana. Ti spaventa o sei stimolata?

Sicuramente sono stimolata. Secondo me per noi quest’anno sarà importante la squadra in ogni gara. Anche se siamo formate da tante ragazze del primo anno, penso che strada facendo e corsa dopo corsa troveremo le necessarie affinità per fare belle prestazioni o fare risultato. Attenzione però che non sarà troppo semplice nemmeno per me perché dovrò metterci del mio per integrarmi con le mie nuove compagne.

Che obiettivi si è data Linda Sanarini?

Sicuramente farò ancora la doppia attività strada-pista, ma ho già detto a Masotti (il responsabile delle juniores in pista, ndr) che sarò disponibile solo dopo marzo, come vuole la mia squadra. Vorrei fare meglio dell’anno scorso. Su strada punto a fare bene a Cittiglio, ora che mi sento più adatta al percorso. Mi piacerebbe riconfermarmi nell’italiano a crono. Con la nazionale, visto che i mondiali in Rwanda sono duri, vorrei guadagnarmi una chiamata per gli europei in Francia. Indossare l’azzurro è sempre una grande soddisfazione. Diciamo però che in generale vorrei essere un punto di riferimento per le mie compagne, come è stata Asia Sgaravato per me l’anno scorso.

Il parere di Borgato: «Un Giro Women duro e ancora incerto»

19.01.2025
6 min
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Come normale che fosse, appena svelato il percorso del Giro d’Italia Women 2025 si sono rincorse immediatamente le prime impressioni. Quelle della maglia rosa uscente Longo Borghini le abbiamo registrate subito, ma ce ne sono altre da sentire. Giada Borgato ha seguito la presentazione della corsa e un’idea se l’è fatta, così come ci ha fornito qualche spunto supplementare.

Fino a cinquecento metri dalla fine del Giro Women dell’anno scorso, c’era solo un secondo a dividere le prime due della generale e poteva succedere di tutto. Poi sul viale in salita che portava al traguardo de L’Aquila, Longo Borghini ha distanziato definitivamente Kopecky per il trionfo inseguito da sempre. A luglio vedremo qualcosa di simile? E chi saranno le contendenti al via? Ecco cosa ci ha detto la commentatrice tecnica di Rai Sport, ormai prontissima come sempre a ricominciare la stagione.

Giada Borgato (qui con Stefano Rizzato) è commentatrice per Rai Sport. E’ stata campionessa italiana nel 2013
Giada Borgato (qui con Stefano Rizzato) è commentatrice per Rai Sport. E’ stata campionessa italiana nel 2013
Giada qual è stato il tuo primo parere sul disegno della gara?

E’ un Giro Women completo, che va verso il duro e per donne di classifica. Poche possibilità per le velociste come l’anno scorso. Penso che ci vorranno grandi gambe anche per le tappe considerate intermedie. Personalmente penso che si potrebbero vedere poco le cosiddette seconde linee. Oltre alla generale, chi punta alle tappe saranno atlete forti. E poi attenzione, sono 8 giorni e passano in un lampo. Si fa presto ad arrivare alla fine del Giro.

Apriamo allora una parentesi. Secondo te le grandi corse a tappe femminili dovrebbero durare di più?

Sono del parere che, per come è messo adesso il ciclismo femminile, sarebbe ora di aumentare il numero delle tappe, così come hanno aumentato il chilometraggio, mentre i dislivelli importanti c’erano già in passato. Lo faranno facendo un passo alla volta, ma per me una dozzina di giorni, se non addirittura due settimane, sarebbe un format perfetto. Ovvio però che ci sono sempre equilibri sottili e manovre difficili da far incastrare.

Longo Borghini con l’auto vinta al Giro Women 2024. Per Borgato parte favorita (foto facebook)
Longo Borghini con l’auto vinta al Giro Women 2024. Per Borgato parte favorita (foto facebook)
Intendi per gli organizzatori?

Quello senza dubbio. Per me vanno di pari passo gli eventuali sforzi economici per allestire una gara di quindici giorni con il lustro che tuttavia ne assumerebbe. Ma c’è altro. Penso alla distanza fra Giro e Tour perché a quel punto non ci sarebbe spazio per recuperare le energie e contestualmente le atlete sarebbero obbligate a scegliere una delle due corse, molto più di quanto non facciano già adesso. Non vorrei che in Italia rischiassimo di vedere la stessa situazione degli uomini, dove tutti i big vogliono andare al Tour. Per il momento vanno bene otto tappe per i tre Grandi Giri, ma speriamo che in futuro si possa trovare una soluzione che accontenti tutti, specie tra Giro e Tour.

Tornando al percorso, sembra molto simile a quello del 2024. Proviamo ad entrare di più nel dettaglio?

La cronometro iniziale di Bergamo sarà importante, come le sono tutte le prove contro il tempo ovunque vengano messe. L’arrivo dell’Aprica è una salita pedalabile. Le più forti si daranno già battaglia, ma potrebbero arrivare in un gruppo piuttosto nutrito. La terza tappa che arriva a Trento sarà quasi certamente per velociste, anche se il Tonale in avvio potrebbe scombinare qualche piano e strizzare l’occhio a qualche tentativo da lontano. Il traguardo in salita di Pianezze sarà il primo vero spartiacque. A differenza del primo arrivo in salita dell’anno scorso a Toano dove si era affrontata tanta pianura, stavolta ci saranno continui saliscendi ed un chilometraggio importante. Quel giorno potrebbe esserci il primo scossone in classifica.

Kopecky, seconda nel 2024, per Borgato potrebbe essere ancora la rivale principale di Longo Borghini (foto instagram)
Kopecky, seconda nel 2024, per Borgato potrebbe essere ancora la rivale principale di Longo Borghini (foto instagram)
E potrebbe iniziare un’altra corsa?

Credo proprio di sì e non solo sulla carta. La quinta frazione arriva a Monselice e sarà la seconda ed ultima possibilità per le sprinter perché gli ultimi tre giorni saranno davvero impegnativi, come l’anno scorso e forse anche di più. La tappa di Terre Roveresche ricalca quella di Urbino di un anno fa. Potrebbe prestarsi a fughe di atlete forti e le leader dovranno stare attente. Il giorno successivo c’è il tappone di Monte Nerone, senza un metro di pianura e 160 chilometri. Ci saranno tre “gpm” e l’arrivo in quota è davvero duro, con gli ultimi 8 km all’8% medio. Bisognerà fare attenzione anche eventualmente al caldo. Ad esempio quella è una tappa perfetta, come quella di Pianezze, per le caratteristiche di Longo Borghini.

Il gran finale di Imola non sarà la classica passerella.

Assolutamente no, sarà una tappa vera, da classica. L’altimetria piace ad Elisa, ma occhio ad una come Kopecky che su un percorso del genere va molto forte e potrebbe diventare pericolosa qualora in classifica fosse ancora vicina come l’anno scorso. Ha ragione Elisa (Longo Borghini, ndr) a dire che non bisogna attendere l’ultima tappa. Per me potrebbe uscire ancora una gara tirata ed incerta.

Longo Borghini ha già detto che parteciperà. Kopecky sarà ancora la prima avversaria oppure vedremo altri grandi nomi?

Se intendiamo Vollering, penso che lei farà il Tour Femmes. E’ stata presa dalla FDJ-Suez che punta dichiaratamente alla corsa di casa, quindi credo che al Giro Women verrà Labous, che poi a sua volta in Francia lavorerà per Vollering. E Labous comunque è una grande atleta, che può vincere. Ludwig va recuperata e potrebbe venire al Giro per fare classifica per la Canyon, anche se potrebbe tornare Bradbury per migliorare il suo terzo posto. Mentre credo che Kopecky sarà la capitana della SD-Worx.

Quindi non vedremo nemmeno Van der Breggen?

Secondo me Van der Breggen potrebbe essere leader al Tour. Lei torna consapevole dei suoi mezzi e sapendo di poter andare molto forte. Bisognerà capire se si vorrà scontrare con Vollering alla Vuelta prima di farlo in Francia. Anna e Kopecky non aspetteranno le classiche per decidere un eventuale cambio di programma. Comunque fra poco li dichiareranno e vedremo cosa faranno. Magari vengo smentita.

Realini si è appena fratturata il gomito, ma può recuperare bene ed essere la leader della Lidl-Trek (foto Hardyccphotos)
Realini si è appena fratturata il gomito, ma può recuperare bene ed essere la leader della Lidl-Trek (foto Hardyccphotos)
Chiudiamo con un cenno a Realini e Cavalli?

Gaia purtroppo ha subito una frattura al gomito, che è sempre critico da rimettere a posto. Tuttavia credo che abbia abbastanza tempo per recuperare. Secondo me in Lidl-Trek capiranno strada facendo chi correrà il Giro Women da leader. Essendo italiana potrebbero avere un occhio di riguardo e a parità di forze con Fisher-Black e Markus, correranno per Gaia. Per lei comunque dirà tanto la crono iniziale. Marta invece bisogna vedere cosa sceglierà. Se lei dice di fare il Giro Women, la Picnic-PostNL la schiera subito e volentieri. E’ un’ottima vetrina per potersi rilanciare senza troppe pressioni.

Benfatto, tante attività moderne con le giovani del Giorgione

17.01.2025
6 min
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Anche per un ex professionista da oltre venti vittorie in carriera come Marco Benfatto, può esserci qualcosa di nuovo nel ciclismo. Il 36enne padovano di Borgoricco quelle novità un po’ le ha portate all’UC Giorgione quando ne è diventato preparatore atletico e diesse, un po’ le ha imparate dalle sue stesse atlete.

Rispetto alle sue stagioni da corridore tra Liquigas, vivaio Astana, Androni, Bardiani e da “coach” alla Gazprom, nella formazione di Castelfranco Veneto l’ex velocista ha dovuto rinfrescare aspetti del suo sport che aveva solo sfiorato. Così come avevamo fatto con Rossato qualche giorno fa per gli U23, abbiamo chiesto a Benfatto della sua esperienza con ragazze giovani. E qualche sorpresa non manca.

Marco come sta andando nel Giorgione?

Va molto bene, per me il 2024 è stato un anno di ascolto e osservazione. Ringrazio ancora Alessandro Ballan (il presidente, ndr) per l’opportunità che mi ha dato l’anno scorso. Lui è stato bravissimo a rianimare una storica società come questa creando un bel gruppo. Personalmente era la prima volta che lavoravo con i giovani e mi sono adattato alle categorie. Abbiamo esordienti e allieve e con loro possiamo ancora interpretare il ciclismo come un gioco. E’ vero che anche nel giovanile ormai si tende ad esasperare ogni cosa, invece noi pensiamo che sia ancora importante divertirsi come aspetto principale.

Però poi, come si dice, si è schiavi dei risultati.

Certo, piace a tutti vincere o raccogliere piazzamenti, ma noi non mettiamo alcun tipo di pressione. Sono contento di far parte del Giorgione perché ho riscoperto aspetti che tra i pro’ o negli U23 non ci sono più o forse non ci sono mai stati. Noi sappiamo bene che le vittorie conquistate ora tra esordienti e allieve vanno prese per quelle che sono. I successi spesso sono altri e ti accorgi che lavorare con i giovani è una gran bella soddisfazione.

Cosa intendi?

Puntiamo molto su attività alternative al ciclismo, specialmente durante il cosiddetto periodo di off-season. Queste ragazze hanno bisogno di fare qualcosa di diverso. Ad esempio abbiamo fatto team building andando a fare paint-ball oppure allenandoci su campi di beach volley. O ancora la settimana prossima andremo tutti assieme a sciare, naturalmente stando tutti attenti. Intanto nel mezzo ci abbiamo inserito anche sedute in palestra, perché è importante non solo nella preparazione.

Anche in questo caso qualcuno ti direbbe che è troppo presto per questi lavori. Cosa ne pensi?

Non bisogna pensare a lavori pesanti come fanno gli atleti di categorie superiori. Noi ogni lunedì andiamo in palestra per fare esercizi a corpo libero. Lo facciamo per prevenire gli infortuni, ma soprattutto per migliorare la coordinazione delle ragazze. Comunque più avanti inizieremo a lavorare con qualche carico, sempre piuttosto leggero.

Hai previsto altro nella preparazione?

I giovani di adesso si muovono sempre meno, anche quelli che fanno sport e devono ritrovare quei movimenti che sarebbero naturali. Facendo sempre un esempio, ci siamo accorti che molte ragazze non sapevano condurre bene la propria bici. Così abbiamo deciso di fargli fare un corso di guida in Mtb e su una pump-track. Abbiamo visto che si sono divertite e ne sono uscite con qualche abilità in più. Insomma, d’accordo pedalare e andare forte, ma è giusto che le ragazze prendano confidenza con tutto ciò che ruota attorno.

Le tue atlete conoscono il passato di Marco Benfatto da corridore? E ti chiedono qualcosa in particolare?

Sia Alessandro (Ballan, ndr) che io essendo stati professionisti veniamo rispettati dalle ragazze. Ci ascoltano volentieri quando hanno dubbi e domande. Ovvio che loro essendo giovani, talvolta perdono l’attenzione in fretta. Quindi dobbiamo essere incisivi, persuasivi e veloci nel dare spiegazioni, cercando di stare attenti alle parole. Non è facile insegnare ciclismo alle ragazze. Non dobbiamo essere troppo pesanti e magari essere più “social”.

Ovvero?

Il modo di comunicare dei giovani è cambiato molto e talvolta dobbiamo usare un linguaggio che sia il più comprensibile a loro. In questo senso è stato uno stimolo anche per me perché ho scoperto e capito meglio il significato di alcuni termini come boomer, crash, chill, corsivo o tanti altri (ride, ndr). In compenso le ragazze sono molto più espansive dei ragazzi e ti riconoscono i meriti nel lavoro verso di loro senza problemi. Diventano più responsabili come in certe occasioni.

Spiegaci pure.

Ad esempio nelle riunioni post-gara. Quando non abbiamo corso particolarmente bene, è capitato di riunire la squadra, chiedere cosa non fosse andato bene secondo loro e se avevano un parere. Iniziava a parlare una ragazza esponendo il suo pensiero e le altre intervenivano. Tutto veniva fuori automaticamente e alla fine riuscivano a risolvere le cose da sole, chiedendo il nostro parere finale. Questa è una di quelle vittorie cui facevo riferimento prima. Ed io mi trovo proprio bene a lavorare così.

Cavalli rinata e i compiti arretrati da recuperare

12.01.2025
7 min
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La senti subito dalla voce che Marta Cavalli è rinata, ripartita. Come un computer che va in tilt per il quale serve il più classico e non meno scontato “spegni e riavvia” staccando brutalmente la spina. Non è un’altra persona perché i modi sono quelli garbati di sempre. Anche di quando stava attraversando il suo periodo più incerto e ai soliti messaggi poteva avere tutto il diritto di rispondere in maniera più spazientita o distaccata.

Le descrizioni di questa nuova fase della sua vita sono precise e particolareggiate come quando ti raccontava una gara. A Marta piace coinvolgerti con un sorriso e con metafore chiare per farti capire come sta la situazione. Prima e anche ora. Tutte qualità umane che non puoi perdere e che, proprio come ci diceva Marta Bastianelli sulle sue vittorie, non possono essere frutto del caso.

La ripartenza agonistica di Cavalli sta avvenendo con i colori della Picnic-PostNL che non ha esitato a farle un contratto triennale. Quella personale invece si è compiuta in autunno per merito del nuovo fidanzato ex ciclista che ha saputo farle riaccendere la scintilla dell’interruttore generale, anche attraverso sfide in cucina. E adesso il passato è passato. Moralmente resta una cicatrice che si sta riassorbendo bene e non c’è più paura di parlarne, nemmeno se la rincroci con un’occhiata. Ora però bisogna pedalare, come ci spiega lei.

Marta ha ritrovato il sorriso. Merito del fidanzato e della nuova squadra che ha creduto in lei con un approccio discreto (foto Picnic)
Marta siete a Calpe per il ritiro. Come sta andando questo e com’è stato quello di dicembre?

Tutto procede al meglio con un clima rilassato in squadra e quello meteorologico ottimale per andare in bici. Il primo ritiro è stato fatto per conoscersi, c’era anche il team maschile. Quella settimana è volata via in fretta. Non conoscevo nessuno e, tempo che avevo iniziato a mettere a fuoco tutti tra compagne e staff, era già ora di rientrare. E’ stata una full immersion tra posizionamenti in bici, materiali e abbigliamento. Mi è servito per ripartire. Questo ritiro invece è focalizzato sui test e sulla preparazione per le prime gare. Prendo i dati come vengono per il momento.

L’ambientamento come va?

Molto bene anche quello. Nel ritiro di dicembre ero in camera con Barale che mi ha aiutato molto ad inserirmi e spiegarmi tutto quello che avviene e perché avviene. In questo sono in camera con Pfeiffer Georgi e mi trovo benissimo anche con lei. Mi sto trovando bene con tutti per la verità. E’ un ambiente ordinato. Mi piace che vengano fatte le cose per un motivo preciso anziché per un altro. Abbiamo tante figure professionali a nostra disposizione, ognuna di esse specializzata nel suo settore. Può sembrare un organico troppo articolato, ma in realtà è un sistema che ci garantisce di essere o arrivare preparati ad un appuntamento, anche solo il semplice allenamento. E’ un sistema che ottimizza tutto per il corridore.

Il ritiro di dicembre è servito a Cavalli per conoscere le nuove compagne, lo staff e i nuovi materiali (foto instagram)
Il ritiro di dicembre è servito a Cavalli per conoscere le nuove compagne, lo staff e i nuovi materiali (foto instagram)
Ti sei già confrontata con i tuoi diesse?

Sì e apprezzo il loro modo di fare. Con loro avevo iniziato già da qualche mese. Stavo quasi per abbandonare la scialuppa, ma i tecnici della Picnic mi hanno ripreso a bordo. Si sono approcciati in maniera giusta, molto discreta, senza essere invadenti o insistenti. Mi hanno detto: «Se te la senti e quando te la senti, noi ti aspettiamo e ti riportiamo dentro al tuo ambiente». Questo ha inciso molto sulla mia decisione.

Quanto sei stata vicina a chiudere col ciclismo?

Moltissimo. Però poi la Picnic mi ha offerto una possibilità e ho pensato che mi sarebbe dispiaciuto molto abbandonare l’attività con un brutto ricordo. Avevo il rigetto del ciclismo per come lo interpretavo, non come sport perché mi piace andare in bici. Parlando con Mirko (Remondini, il suo fidanzato che ha corso fino agli juniores, ndr) ci siamo detti che non avevo nulla da perdere. Tanto il punto più basso l’avevo già toccato e non potevo che risalire.

Cosa è cambiato in Marta Cavalli grazie a lui?

Mirko mi ha aiutato a capire i problemi rispettando i miei tempi e le mie paure. E pensate al paradosso di un piacentino che ha aiutato una cremonese (ride Marta riferendosi alla storica rivalità campanilistica tra le due province confinanti, ndr). Sotto sotto però in modo delicato mi ha sempre spronato a riprendere in mano la bici per correre. Ho sempre pedalato in modo continuativo, ma senza più seguire tabelle. Spesso uscivamo in bici senza avere un’idea di cosa volessimo fare. Durante le sue ferie partivamo per fare giri corti e sciogligambe, invece ci ritrovavamo ad aver fatto quattro ore con del dislivello stando fuori più di mezza giornata. A quel punto abbiamo pensato di ripartire con l’idea di vedere come sarebbe andata.

L’hobby preferito di Marta è cucinare. E’ stato un ottimo diversivo per non pensare al passato e ripartire in bici (foto instagram)
L’hobby preferito di Marta è cucinare. E’ stato un ottimo diversivo per non pensare al passato e ripartire in bici (foto instagram)
E adesso come ti senti a livello atletico?

Diciamo che un anno senza gare si sente (solo cinque giorni di corse nel 2024 tra metà marzo e inizio maggio, ndr). So che sono indietro, ma so anche che posso solo migliorare. Sono consapevole che i primi sei mesi del 2025 saranno difficili per tanti motivi. Sono in una squadra nuova e devo capire come si corre qua o cosa devo fare. Mi mancano il ritmo gara e l’atmosfera che la circonda. I miei diesse mi hanno detto che sono disposti a sacrificare almeno metà stagione per farmi ritornare come prima. Di sicuro sento di avere un approccio diverso e questo mi dà serenità e motivazione.

Avverti la sensazione di ricominciare daccapo?

Mi sembra di essere tornata elite al primo anno quando fino a giugno/luglio hai la maturità (sorride, ndr). Mi sembra in effetti di avvicinarmi ad un nuovo sport, come se scoprissi qualcosa di diverso. Il 2024 è stato un anno difficile, però ho avuto la possibilità di guardare oltre, di togliermi il paraocchi. Prima sentivo che dovevo fare le cose per forza per poter correre. Quasi più per altri che per me. Ora mi gusto di più le situazioni e sono meno rigida con me stessa.

Brava Marta, non è da tutti saper fronteggiare una esperienza simile. Te ne rendi conto di questo?

Certo e sono tranquilla. Non mi imputo più la colpa di non essere forte come prima. Anzi sono contenta per quello che ho fatto per uscire da questa situazione. Ho dovuto resettare tutto, ma ne è valsa la pena. Ad esempio, mi piace quell’ordine di certi aspetti che mi ha dato la mia nuova squadra di cui vi parlavo prima. Sono sempre stata una molto metodica, ma adesso non lo vivo più come prima.

A Calpe si sfrutta il bel tempo per preparare le prime gare. Cavalli debutterà alla Setmana Valenciana (foto Picnic-PostNL)
A Calpe si sfrutta il bel tempo per preparare le prime gare. Cavalli debutterà alla Setmana Valenciana (foto Picnic-PostNL)
Nella Picnic-PostNL hai trovato Barale, Barbieri e Ciabocco. Le avevi sentite prima di firmare?

Ricordo che era fine estate quando ero entrata in contatto con i dirigenti ed in procinto di chiudere il contratto. Però non ho voluto chiamare nessuna di loro tre perché non volevo essere condizionata nella mia decisione. Sono sicura che mi avrebbero parlato bene della squadra, come è in realtà, e che mi avrebbero aiutata a dire di sì, come poi è successo. Volevo convincermi da sola di quello che stavo facendo, con piena responsabilità. Alla fine sono molto contenta di come sono andate le cose. Credo che sia stata una sorpresa per le mie compagne quando il diesse sulla chat della squadra mi ha inserito dandomi il benvenuto.

Visto quello che ci hai detto, ti sei prefissata ugualmente dei piccoli obiettivi?

Andrò per gradi, vivendo alla giornata. Ho dei compiti arretrati da recuperare (dice sorridendo, ndr). Dovrei esordire alla Setmana Valenciana (dal 13 al 16 febbraio, ndr) poi vedremo gara dopo gara. Ogni occasione sarà buona per vedere a che punto sono e cosa potrò fare. Marta Bastianelli l’ho sentita parecchio in questi mesi e mi ha fatto piacere. Vi ha detto che il mondiale è adatto a me. So che è duro, ma è molto in là col tempo ed io non ci penso adesso anche se è uno stimolo. Prima vediamo come vado che è quello più importante.

Bastianelli e il mercato femminile: «Rivoluzione e più equilibrio»

08.01.2025
7 min
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Poco più di una settimana e poi la stagione femminile prenderà il via al Tour Down Under con quelle corpose novità generate dal mercato. La conseguente curiosità manifestata da Paladin qualche giorno fa rispecchia quella generale di tanti altri addetti ai lavori e anche quella di Marta Bastianelli.

L’ex campionessa iridata ed europea sta per entrare nell’ultimo chilometro della seconda gravidanza. A inizio marzo sarà nuovamente mamma di un’altra bimba: «Sarà Clarissa a darle il nome quando nascerà, tanto a noi genitori andrà sempre bene». Però nel frattempo Bastianelli rimane sul pezzo. Ha appena finito una stagione di apprendistato al fianco dell’ex cittì Sangalli, ma per quanto lei professi di necessitare di ulteriore esperienza ed al netto degli impegni da madre, molti la vedrebbero bene come nuova guida delle nazionali femminili. Sfruttando così la conoscenza del suo mondo, abbiamo chiesto a Marta un parere sugli effetti che potranno avere le grandi manovre di mercato del 2025.

Marta Bastianelli è stata la vice dell’ex cittì Sangalli. Ad inizio marzo sarà nuovamente mamma di una bimba (foto Claudio Peri)
Marta Bastianelli è stata la vice dell’ex cittì Sangalli. Ad inizio marzo sarà nuovamente mamma di una bimba (foto Claudio Peri)

Diamo i numeri

Il 17 gennaio in Australia si inizia a correre e da lì in avanti vedremo all’opera tutte le formazioni che hanno cambiato tanto o poco. E’ stato un inverno che ha prodotto complessivamente (tra juniores che passano, promozioni, rientri e addii importanti) 78 nuovi arrivi e 72 partenze di atlete nei quindici team WorldTour, mentre per le sette formazioni nella neonata categoria ProTeam siamo esattamente a metà di queste cifre. In media significa che ogni squadra ha cambiato cinque ragazze e mai come stavolta col coinvolgimento di tante capitane storiche.

Dopo sei annate e 32 vittorie con la Lidl-Trek, Longo Borghini è passata in UAE (in apertura, foto UAE Team ADQ). Dopo quattro stagioni e 42 successi con la SD Worx Vollering è andata alla FDJ-Suez assieme a Labous che ha lasciato l’attuale Picnic-PostNL dopo otto anni e sei affermazioni. Dalla formazione francese se sono andate anche Cavalli e Ludwig dopo rispettivamente quattro e cinque stagioni condite da sette e dieci successi. Invece dopo tre anni da diesse – ma non di inattività – rientra alle corse con la sua SD Worx Van der Breggen portandosi in dote le 41 vittorie ottenute dal 2017 al 2021 con la corazzata olandese. E questo solo per citare i movimenti più importanti. Infine guardando espressamente al nostro movimento, nel 2025 vedremo all’opera 36 italiane nel WorldTour, 8 nei ProTeam, circa 70 nei sei team continental italiani e altre 4 in quelli esteri.

Con 69 vittorie nel 2024 e 62 nel 2023, per Bastianelli la SD Worx resta il team di riferimento anche se ci sarà più incertezza (foto facebook)
Con 69 vittorie nel 2024 e 62 nel 2023, per Bastianelli la SD Worx resta il team di riferimento (foto facebook)
Marta qual è la prima impressione che hai avuto a mercato chiuso?

Quella della rivoluzione. Rispetto a prima, ora abbiamo almeno un paio di leader distribuite su più squadre che possono giocarsi tante corse. Classiche e Grandi Giri potrebbero andare a tante atlete diverse. Credo che sarà una gran bella stagione, più incerta del passato. C’è più equilibrio, almeno sulla carta.

La FDJ con l’arrivo eclatante di Vollering cambia dimensione?

E’ stato un trasferimento che può spostare le gerarchie in molte gare. Non dimentichiamo che hanno preso pure Labous, che è una capitana di primissimo livello a tutti gli effetti. Inoltre hanno Guazzini che per me può fare risultato nelle classiche del Nord. Hanno una bellissima squadra, molto forte, tuttavia secondo me non sarà quella favorita per la stagione.

L’eclatante trasferimento di Vollering sposterà gli equilibri? In 4 stagioni alla SD Work ha conquistato 42 vittorie (foto FDJ-Suez)
L’eclatante trasferimento di Vollering sposterà gli equilibri? In 4 stagioni alla SD Work ha conquistato 42 vittorie (foto FDJ-Suez)
Si riparte dai domini di vittorie degli ultimi due anni. Quindi la SD Worx rimane la squadra-faro?

Premettiamo che non si è assolutamente depotenziata. Al posto di Vollering ritorna Van der Breggen e so che sta già facendo test straordinari. Anna non se ne è mai andata perché anche da diesse, oltre ad allenarsi, teneva sotto osservazione i watt e i dati delle varie corse. Hanno sempre Kopecky che dopo il Tour 2023 e il Giro dell’anno scorso ha dimostrato che può diventare un corridore da gare a tappe. E’ capace di qualunque cosa lei. Poi per le volate hanno Wiebes. La SD Worx è esperta (età media 27,4 anni, la più alta del WorldTour, ndr) e hanno la cosiddetta forza-squadra. Sono forti nella mentalità, non solo nelle individualità, e sanno come si fa a vincere. Forse non come gli anni scorsi, ma per me resta il team di riferimento.

Hanno avuto anche altre due partenze eccellenti.

E’ vero, sono andate via Reusser e Fisher-Black. Marlen la conosco bene (sono state compagne alla Alè Cipollini nel 2021, ndr) e credo che in Movistar possa tornare a grandi livelli. Anzi potrà giocarsi maggiormente le sue carte in tante occasioni rispetto alla SD Worx dove spesso doveva lasciare spazio alle altre capitane. Stesso discorso anche per Fisher-Black che alla Lidl-Trek guadagna qualche grado in più rispetto a prima. Ma anche lì troverà un grosso cambiamento.

Van der Breggen rientra dopo 3 anni da diesse. Con Kopecky e Wiebes formerà un tridente formidabile (foto SD Worx-Protime)
L’effetto domino del mercato ha toccato anche la Lidl-Trek. Da dove vuoi cominciare?

Completo il discorso di prima. Realini fino all’anno scorso ha fatto da gregaria di lusso a Longo Borghini, però ora diventa leader e può dimostrare il suo valore atletico. Personalmente mi auguro che possa far vedere chi è. Per il resto hanno campionesse fortissime. Penso alle “mamme” Van Dijk e Deignan. E penso soprattutto a Balsamo, una delle migliori atlete in assoluto al mondo. Attenzione perché per me se Elisa si mette in testa di fare le classiche come il Fiandre da prima punta, cosa che prima non poteva fare, non andrà piano.

Proseguiamo con l’altro cambiamento importante di Longo Borghini. Che ambiente troverà?

Lascia una sorta di famiglia, soprattutto dopo tutto quel tempo, ma ne trova un’altra. Elisa è passata alla UAE assieme a Slongo e alle compagne Chapman e Backstedt, ma lei è una ragazza che si trova bene ovunque e so che ci ha pensato bene prima di scegliere. Elisa è cresciuta molto come persona, oltre che come leader, e penso che abbia fatto bene a cambiare squadra perché può far fare un ulteriore passo in avanti a tutta la squadra. Inevitabilmente col suo arrivo, la UAE si è rafforzata molto e diventa uno dei team di punta per moltissime corse.

Marlen Reusser cerca il rilancio alla Movistar alle fine di un 2024 difficile. Ha lasciato la SD Worx dopo tre stagioni
Marlen Reusser cerca il rilancio alla Movistar alle fine di un 2024 difficile. Ha lasciato la SD Worx dopo tre stagioni
Canyon-Sram e Picnic-PostNL partono allo stesso piano delle altre?

Assolutamente sì. La Canyon era già molto competitiva prima, con una struttura collaudata. Ora con l’arrivo di Chiara (Consonni, ndr) hanno trovato la forte velocista che gli mancava, senza scordarci di Ludwig. Sarà in prima linea anche la ex DSM nonostante sia la formazione più giovane del WorldTour (età media 22,4 anni, ndr). Da loro è arrivata Cavalli e non è un trasferimento da poco. E’ mancata tanto al ciclismo italiano, non si vincono per caso le classiche che ha conquistato lei. Spero trovi la serenità necessaria e penso che sia nell’ambiente giusto per rilanciarsi in mezzo a tante giovani. Ho sentito Marta poco prima di Natale.

Cosa vi siete dette?

Innanzitutto sta bene, è felice ed è la cosa più importante. Nelle ultime due stagioni ha corso poco, mettendoci più del previsto per riprendersi. Però ha ancora 26 anni e si è potuta permettere di recuperare a dovere a livello psicofisico. Abbiamo parlato tanto e le ho ricordato che quest’anno c’è un mondiale adatto alle sue caratteristiche. Mi ha risposto che è motivata e che vuole dimostrare il suo valore. Vedrete che tornerà come prima.

Cavalli è stato uno dei colpi del mercato. Bastianelli l’ha sentita motivata e la vede punta al mondiale in Rwanda (foto Picnic-PostNL)
Cavalli è stato uno dei colpi del mercato. Bastianelli l’ha sentita motivata e la vede punta al mondiale in Rwanda (foto Picnic-PostNL)
Infine facciamo finta che Marta Bastianelli sia la cittì azzurra. A parte le solite note, da quali italiane si aspetta qualcosa in più?

La prima che mi viene in mente è Gasparrini, che è quella che conosco meglio di tutte. Può fare ancora più di quello che ha fatto finora. Poi dico Venturelli che ho visto girare in pista e può diventarne una pedina molto importante, oltre che su strada. Speravo passasse nel WorldTour, però ha deciso di restare nel devo team della UAE. Un’altra che farà bene è Ciabocco. L’ho vista da vicino durante l’Avenir e dopo la prestazione sul Finestre le ho detto che non si deve sottovalutare. Lei ha capito ora cosa può fare in squadra. In generale è sempre difficile fare i nomi precisi, però abbiamo tante giovani come Masetti, Tonetti, Barale o altre che possono alzare ulteriormente l’asticella.

Rigato e i progressi di Toniolli: «La vittoria più bella della Top Girls»

16.12.2024
6 min
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A qualunque ora lo chiami, Lucio Rigato risponde sempre. Non si ferma mai anche se ne avrebbe tutti i diritti per farlo dopo una vita nel ciclismo. E parla sempre con schiettezza come fanno gli uomini della sua età e della sua terra. Da Ferragosto poi la solidità interiore della sua Top Girls Fassa Bortolo è stata messa a dura prova, ma poco alla volta si è tornati a parlare del 2025.

L’organico della formazione trevigiana subirà un sostanziale rinnovamento, sempre nel segno delle giovani, anche se Rigato per un attimo, vista la riforma ProTeam voluta dall’UCI, ha vacillato se proseguire o meno con la sua Continental. E anche per la Top Girls, così come abbiamo visto per la BePink, gli inviti già arrivati per la prossima stagione sono un ottimo punto di partenza.

Virgina Bortoli è una delle riconfermate della Top Girls. Qua nella vittoria ad Arcade davanti a Giuliani e Zontone (foto facebook)
Virgina Bortoli è una delle riconfermate della Top Girls. Qua nella vittoria ad Arcade davanti a Giuliani e Zontone (foto facebook)
Lucio facciamo un bilancio del 2024. Com’è andato?

Siamo molto soddisfatti e personalmente direi che è andato molto bene. Abbiamo ottenuto otto vittorie, abbiamo partecipato a sei gare a tappe, tra cui il Giro Women e abbiamo avuto Segato che ha vestito la maglia azzurra all’Avenir Femmes. Questo è l’aspetto tecnico, mentre sotto il profilo umano poteva andare decisamente meglio. Sono tanti anni che sono in questo mondo e purtroppo ho fatto il callo alla sfortuna perché so che certe cose possono succedere.

Immaginiamo tu faccia riferimento all’incidente di Toniolli. Come sta?

Alice per noi è stata la vittoria più bella. Era fratturata in tanti punti, è stata in coma, ma sapere che si sta riprendendo molto bene vale più di un successo. Naturalmente ci vuole della pazienza e dell’equilibrio a livello psicologico. Alice vuole tornare a correre e chiama Slongo, che cura la nostra preparazione, per prepararle le tabelle di allenamento. Bisogna tenerla a freno (dice con un sorriso misto ad emozione, ndr) e da una parte sono contento che si senta così. Previsioni non se ne possono fare, ma ha fatto progressi inaspettati. In ospedale la chiamano la “miracolata” perché nemmeno i dottori credevano a questi suoi veloci miglioramenti. Purtroppo i problemi sono stati altri.

Lucio Rigato è l’anima della Top Girls. In più di 30 anni di attività, ha guidato tante atlete di spessore internazionale (foto facebook)
Lucio Rigato è l’anima della Top Girls. In più di 30 anni di attività, ha guidato tante atlete di spessore internazionale (foto facebook)
Cosa intendi?

L’ho già detto più volte e non ho paura a ripeterlo. Nel trattare il suo caso è mancata l’umanità. Molta gente ha voluto marciare su questa notizia per fare scoop sulla pelle della ragazza e della sua famiglia. Tutta questa situazione, con le tante informazioni false che sono state messe in giro, ci ha segnato come società. Chi mi conosce sa che la mia filosofia è sempre stata quella di aiutare le mie ragazze, che sento come mie figlie.

Tu hai tanta esperienza, ma c’è qualcosa di nuovo che ti ha insegnato questa vicenda?

Ho quasi quarant’anni di ciclismo e pensavo di aver visto tutto. Sono stato toccato dalla morte di Chiara Pierobon che mi è venuta a mancare mentre era con noi sul furgone. Credevo di essere grande, grosso e vaccinato a certe cose ed invece no. Ho scoperto ancora di più la disonestà di tanta gente. Quando ho letto certe cose, ho dovuto andare per vie legali e sporgere denunce. C’è un limite a tutto. Adesso gli avvocati seguiranno il loro iter, però per noi è importante che Alice stia bene e che si possa pensare all’anno prossimo comprendendo lei.

La tua idea ce l’avevi detta già un anno fa, ma Lucio Rigato come ha affrontato la questione delle Professional femminili?

Vi confesso che ero deciso a smettere, poi sono arrivati una serie di inviti per il 2025, ed altri arriveranno, e questi mi hanno fatto cambiare idea. Mi basterebbe fare la stessa attività di questa annata. E’ ovvio però che per l’Italia questa riforma segna l’inizio della fine delle nostre Continental. Stanno obbligando i vivai a smettere. Se chiudono formazioni come la nostra, chi farà crescere le giovani? Perché nessuno fa mai uno studio su quante juniores smettono di correre? Dietro la nascita dei devo team ci sarà sicuramente un interesse, ma queste squadre pensate così non hanno molto senso se poi hai delle atlete che corrono al massimo 15 gare in un anno.

Per il ciclismo italiano può esserci una soluzione?

Adesso in Italia non c’è la possibilità concreta di fare una Professional e per fortuna che abbiamo individualità di caratura mondiale. Io credo che qualcosa dovrebbe fare la Federciclismo, quanto meno in termini di intermediazione. Bisognerebbe prendere spunto dalla Francia e dalla Spagna, le cui squadre hanno contributi economici dalle regioni o dalle province. Qua da noi invece non succede, eppure parliamo di un ciclismo femminile cresciuto tantissimo a livello nazionale ed internazionale. Se non cambierà qualcosa, rischiamo quindi di spendere le nostre risorse per fare una formazione che magari non viene più invitata da nessuna parte.

Intanto per il 2025 che squadra hai allestito?

Abbiamo fatto un po’ di movimenti. Monticolo, Missiaggia, Bariani e Palazzi hanno smesso di correre. Segato è andata alla BePink ed è giusto che abbia fatto la sua scelta per perseguire altri obiettivi. Ripartiamo con le conferme di Bortoli, De Vallier, Reghini, Castagna, Pavesi e Toniolli, che per me fa parte della squadra. Sono arrivate Luccon e Foligno dalla Horizons e poi abbiamo preso tre juniores molto interessanti.

Chi sono?

Zambelli dalla Biesse-Carrera, Siri dalla Conscio Pedale del Sile e Bulegato dal Breganze Millenium. Faremo i primi test nei prossimi giorni, poi ad inizio gennaio faremo un ritiro a Spresiano a casa mia. Speriamo di fare risultati. Di sicuro alle nostre ragazze non mancheranno tutte le varie figure professionali che abbiamo sempre messo a disposizione per la loro crescita. Sappiamo fare il passo non più lungo della gamba. E’ per questo che sono orgoglioso della nostra realtà, dove sono passate tante campionesse.

Progetto rinviato, la BePink resta Continental con già tanti inviti

14.12.2024
7 min
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A fine novembre l’UCI lo aveva confermato nel suo comunicato stampa. Sette squadre femminili avevano fatto domanda per ottenere lo status di Women’s ProTeam per il primo anno ed alcune altre squadre avevano già espresso il desiderio di entrare a far parte di questo livello nel 2026. In queste ultime rientra anche la BePink-Bongioanni, l’unica formazione italiana che ha provato a fare il salto nella seconda divisione del ciclismo mondiale.

A distanza di due mesi, da quando ci aveva spiegato cosa comportava prendere la licenza ProTeam, abbiamo contattato nuovamente Walter Zini per capire le reali necessità e complessità che ha dovuto affrontare in questo periodo. Il team manager milanese per indole non è uno che si arrende e sta tenendo tutto sotto osservazione per il futuro, mentre ha già pianificato buona parte dell’attività del 2025.

La BePink accettando l’invito al Simac Ladies Tour ha salvato lo status WorldTour della gara e si è garantita il posto nel 2025
La BePink accettando l’invito al Simac Ladies Tour ha salvato lo status WorldTour della gara e si è garantita il posto nel 2025

Le sette sorelle

Le sette squadre che sono diventate ProTeam erano tutte più o meno scontate. Alcune hanno una struttura rodata da categoria superiore e atlete di alto livello. La basca Laboral Kutxa, la statunitense EF-Oatly-Cannondale, l’olandese VolkerWessels e le quattro francesi Arkéa-B&B Hotels, Cofidis, St. Michel Preference Home Auber 93 WE e Winspace Orange Seal. Nel complesso tutte hanno fatto lo scatto in avanti in maniera quasi fisiologica. Chi per avvicinarsi alla propria formazione maschile, chi per la propria storicità nel panorama femminile e chi per una progettualità ben studiata.

Come succede per gli uomini, solo due di esse (EF-Oatly-Cannondale e VolkerWessels) avranno diritto a ricevere inviti obbligatori a tutti gli eventi del WorldTour 2025 in virtù del punteggio ottenuto al termine di quest’anno. Tenendo conto di un regolamento ancora non del tutto limpido, per le altre cinque formazioni sulla carta cambia poco o nulla, anche se in pratica ci saranno differenze sensibili. Avranno la facoltà di scegliere se partecipare al calendario WorldTour qualora arrivassero gli inviti. E’ ovvio però che potrebbero avere la garanzia “non scritta” di correre quel tipo di corse rispetto ad una Continental. Quest’ultime invece correranno solo in base agli inviti, sia le gare WorldTour che quelle di status inferiori.

Casagranda e Grassi sono le conferme più importanti della BePink. In questo periodo sono state impegnate in pista (qui a Ginevra)
Casagranda e Grassi sono le conferme più importanti della BePink. In questo periodo sono state impegnate in pista (qui a Ginevra)

Progetto rimandato

Mentre all’estero queste formazioni erano certe già certe a inizio o metà stagione di salire nel 2025, in Italia si facevano (e si fanno) i conti con la mancanza di nuove risorse economiche da reperire per un’operazione simile. Per entrare tra le Professional femminili, la BePink ha fatto un tentativo deciso guardando fuori dai confini nazionali in una vera corsa contro il tempo.

«L’idea di prendere la licenza ProTeam non l’abbiamo mai scartata a priori – spiega Zini – e come vi dicevo l’ultima volta avevamo un po’ di contatti avviati. Eravamo stretti con i tempi, ma nonostante tutto avevamo trovato un importante sponsor polacco tra fine luglio ed inizio agosto. La trattativa è proseguita bene, questo marchio ci garantiva la copertura dell’80 per cento del budget per fare la Professional. Solo che quasi venti giorni dopo Niewiadoma ha vinto il Tour Femmes e loro hanno preferito andare alla Canyon-Sram dove faranno il terzo nome».

Zini aveva trovato un’intesa con la polacca Zondacrypto, sponsor del Giro Women, che diventerà terzo nome della Canyon-Sram
Zini aveva trovato un’intesa con la polacca Zondacrypto, sponsor del Giro Women, che diventerà terzo nome della Canyon-Sram

Verosimilmente l’investitore in questione dovrebbe essere Zondacrypto, ovvero la piattaforma di criptovalute nata nel 2014 che vanta già un team di oltre cento persone in 11 Paesi. Zondacrypto ha dimostrato di essere vicinissimo allo sport. E’ sponsor di molte società di calcio di Serie A e partner sia del Tour de Pologne e del Giro d’Italia. Al Giro Women di quest’anno ha marchiato la maglia rossa della classifica a punti vinta da Lotte Kopecky (foto sopra). Tuttavia per Zini – malgrado non lo nomini esplicitamente – resta aperto uno spiraglio all’orizzonte, perché uno degli obiettivi dichiarati del brand polacco è quello espandersi a nuove collaborazioni e nuovi mercati.

«Quando mi hanno chiamato – racconta il team manager della BePink – per comunicarmi la loro scelta, non ho potuto fare troppe obiezioni. Era comprensibile, però mi hanno subito detto che avevano firmato con la Canyon-Sram solo per un anno e quindi il discorso si poteva intavolare nuovamente per il 2026 con un più adeguato anticipo di tempi. Pertanto rinviamo tutto. La BePink resta Continental proseguendo con la solita attività».

Inviti in tasca e new entry

Nel ciclismo femminile bisogna saper seminare per poter raccogliere una stagione per l’altra. Periodi “a maggese” non te li potevi più permettere neppure lo scorso anno, figurarsi ora che la divisione ProTeam è reale. Il calendario della BePink si sta definendo, anche per i propri meriti.

«Naturalmente rimanendo così come siamo – va avanti Zini – abbiamo dovuto attuare una sorta di piano B che comunque era già pronto. Anzi, siamo contenti perché abbiamo già ricevuto tanti inviti per il 2025, alcuni dei quali molto importanti. Al Tour Down Under purtroppo ho già dovuto dire di no a malincuore. Ad incidere principalmente è stato il fatto che abbiamo cambiato alcuni materiali che devono ancora arrivare. E poi non saremmo stati pronti per correre. Non potevamo volare fin in Australia senza un buon livello di forma visto che sono tutte gare WorldTour. Avremmo compromesso il resto della stagione.

«Per contro – ci dice con soddisfazione – tra le tante gare, sappiamo che correremo il Simac Ladies Tour, visto che grazie a noi non ha perso lo status di gara WorldTour. A fine stagione, alcuni dei team partecipanti non erano al completo, mentre altri avevano rifiutato di andarci. Quindi gli organizzatori, che non avrebbero avuto il numero minimo totale di atlete per conservare lo status, hanno allargato gli inviti. Quando ci hanno chiamato, abbiamo accettato subito. A quel punto gli organizzatori ci hanno detto che, avendogli salvato la corsa, il posto per il 2025 ce lo avrebbe garantito anche se non fossimo diventate Professional».

Perse Magalhaes e Trinca Colonel, approdate nel WorldTour rispettivamente con Movistar e Liv Alula Jayco, la BePink riparte dalle conferme principali di Casagranda e Grassi. Il mercato è stato mosso dagli innesti di Segato dalla Top Girls, Caudera dalla UAE Development Team e Laporta dalla BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo. Sono state confermate anche le stagiste Milesi dalla Biesse-Carrera e Ferrari dalla BFT-Burzoni. Il resto dell’organico sarà svelato a breve.

L’apertura della stagione sarà quasi certamente in Spagna a fine gennaio, benché con un punto di domanda. Alla luce della tragica alluvione di novembre che ha devastato la popolazione e i territori, bisognerà vedere se le gare valenciane verranno allestite o meno. Anche in quel caso Walter Zini ha pronto il piano di riserva con un paio di ritiri nel sud della Toscana prima di entrare nel vivo con il UAE Tour.