La ricetta di Casagranda: «La differenza si fa col coraggio»

02.06.2024
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Al quinto posto della classifica delle giovani alla RideLondon Classique, conquistata da Eleonora Gasparrini, si incontra il nome di Andrea Casagranda a 10 secondi e due anni di età dalla torinese. Classe 2004, la trentina è passata in due stagioni dal faticare nel trovare posto in una continental all’essere diventata uno dei pezzi più interessanti della BePink-Bongioanni. Strada da fare ce n’è chiaramente tanta, ma 19 anni sono la sicurezza di avere anche tanto margine.

La squadra nel frattempo si è rifondata. Sono andate via fra le altre Zanardi e Vitillo, che in altri tempi avrebbero garantito la presenza al Giro. Pertanto, in attesa che RCS Sport diffonda l’elenco delle squadre invitate, parte del gruppo è impegnato alla Vuelta Andalucia, alcune sono oggi in corsa alla Alpes Gresivaudan Classic e altre, fra cui la stessa Casagranda, sono al lavoro per una convocazione al Giro di Svizzera che inizierà il 15 giugno.

In azione a Le Samyn, per la prima volta quest’anno Casagranda ha provatole pietre del Nord
In azione a Le Samyn, per la prima volta quest’anno Casagranda ha provatole pietre del Nord

Al Giro con Giulio

Quando a metà maggio il suo ragazzo Giulio Pellizzari si era messo in testa di ritirarsi dal Giro, anche Andrea ha avuto da fare per convincerlo a tenere duro. Lei a quella voglia di mollare non ha mai creduto del tutto, ma era fra i nomi ringraziati dal giovane marchigiano dopo il secondo posto di Monte Pana. Nonostante Andrea dovesse partire per la Gran Bretagna, i due si sono visti all’arrivo del Brocon.

«E’ stato molto emozionante sentirgli dire quelle parole – racconta – perché la settimana prima l’avevo visto molto giù e mi dispiaceva tantissimo per lui. Però non ha mollato e sono felice per questo, perché è riuscito a cogliere quel bel secondo posto. Non credevo che si sarebbe ritirato, però capivo che non avesse un gran morale, visto che era malato. Ha avuto vicino molte persone, è un ragazzo che si fa voler bene, quindi tanti l’hanno aiutato e per fortuna non ha mollato».

Uno scatto con Giulio durante la nostra visita a casa Pellizzari dopo il Giro
Uno scatto con Giulio durante la nostra visita a casa Pellizzari dopo il Giro
E tu come stai? Ti aspettavi di trovare tanto spazio alla BePink?

No, non me l’aspettavo. Ho ancora tanto da imparare, sono una delle più giovani in squadra e sono contenta di poter crescere piano piano. Ho ancora tanta strada da fare, però qui sto bene. Rispetto ad altre squadre italiane, quando si parla di far crescere giovani atlete, è la migliore.

L’anno scorso hai chiuso la stagione con 40 corse. Quest’anno sei già a 39…

L’anno scorso ho corso parecchio, ma anche quest’anno siamo invitati a tante gare, quindi abbiamo la possibilità di fare doppia attività. Anzi, qualche volta addirittura mancano i corridori per partecipare a tutte le gare cui potremmo partecipare. E’ una fortuna poter fare tante esperienze diverse.

Quando ti sei sentita la migliore Andrea di stagione?

Credo nelle prime tappe della Vuelta. Stavo molto bene fisicamente. Dopo aver inseguito la condizione nella prima parte di stagione, in Spagna mi sono sentita bene, pur vedendo di dover ancora lavorare molto per crescere.

Nonostante i 4 anni di differenza, fra Zanardi e Casagranda c’è stato un passaggio di testimone
Nonostante i 4 anni di differenza, fra Zanardi e Casagranda c’è stato un passaggio di testimone
In cosa, secondo te? E da cosa te ne accorgi?

Ho bisogno di prendere un po’ più di coraggio, ho sempre paura di non essere ancora all’altezza. Devo fare leva sul fatto di essere giovane e correre qualche rischio in più. Non ho niente da perdere, invece mi accorgo che a volte l’unica cosa che riesce a fermarmi è la paura di non riuscirci. Devo togliermela di dosso. Poi fisicamente c’è da crescere, ma quello verrà con i chilometri di corsa e di allenamento.

Tuo padre Stefano ha fatto il professionista per nove anni, è uno che dà consigli oppure segue in silenzio?

No, mi dà consigli, ma senza entrare troppo nella mia sfera. Mi lascia i miei spazi. Quando dice qualcosa, sono felice di ascoltarlo perché lo ammiro e so che non parla mai a vanvera.

Il tuo allenatore è Walter Zini?

No, mi segue un ragazzo di Trento che si chiama Stefano Nardelli e che ha corso in bici. Mi sto trovando molto bene, perché lo conosco ed è facile raggiungerlo.

Il debutto 2024 è avvenuto in Spagna, fra Almeria e la Valenciana
Il debutto 2024 è avvenuto in Spagna, fra Almeria e la Valenciana
Nell’ipotesi di fare il Giro d’Italia, quale potrebbe essere un tuo obiettivo?

Non lo so, mi piacerebbe mettermi in mostra il più possibile. Provare ad andare in fuga e rischiare, superando i miei limiti. E poi farei del mio meglio per aiutare le compagne. Quest’anno ce ne sono alcune che se la cavano veramente bene nelle gare a tappe e in salita e sarei felice se riuscissimo a ottenere un risultato di squadra.