Il giro d’Italia di Salvoldi, alla scoperta degli juniores

02.03.2022
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Dino Salvoldi è nel bel mezzo di un vero e proprio Giro d’Italia. Inizialmente ha dovuto affrontarlo con qualche meeting online, come ormai d’abitudine negli anni della pandemia. Poi con il miglioramento della situazione sanitaria, ha potuto incontrare di persona responsabili tecnici dei comitati regionali e diesse delle principali realtà juniores del nostro Paese (in apertura con Alessandro Mansueto, tecnico del Comitato regionale siculo). Una presa di contatto necessaria, dovendo appropriarsi della “macchina” lasciatagli in eredità da De Candido all’indomani della rivoluzione tecnica decisa in Federazione.

Molto da fare

Il suo taccuino va riempiendosi di ora in ora di spunti, idee, nomi. La stagione è ormai al via e il lavoro da fare è tanto. L’ex tecnico della nazionale femminile è molto attento nelle parole, quasi uno studente di fronte a una nuova materia, ma parlando emerge sempre la sua conoscenza estrema di questo mondo.

«Ho trovato molti punti in comune fra tante squadre – dice – anche molto lontane fra loro geograficamente parlando. In generale va detto che le società sono nella stragrande maggioranza ben strutturate, al passo con i tempi per mettere i ragazzi nella miglior condizione per praticare l’attività ed emergere. Detto questo, è anche vero che c’è molto da fare».

Juniores strada 2021
Il calendario nazionale juniores su strada prevede quest’anno 36 gare
Juniores strada 2021
Il calendario nazionale juniores su strada prevede quest’anno 36 gare
Una delle principali lamentele che vengono dal settore è la disparità nell’attività in base alla provenienza geografica: pensi che questa si traduca in una diversa professionalità?

No, ho trovato realtà estremamente efficienti al Nord come al Sud, sia a livello di gestione regionale che di singole società. Il problema è che l’epicentro dell’attività è e resta nel Nord e questo costringe le realtà centro-meridionali a costosi viaggi, ma il confronto è fondamentale per permettere ai ragazzi di crescere. E’ un problema che esiste da sempre e non è facilmente gestibile. A ben guardare poi, lo stesso problema ce lo troviamo di fronte anche in ambito internazionale. L’attività principale si svolge nel Nord Europa e questo ci impone di programmare trasferte per affrontare il meglio della categoria.

Come hai strutturato i tuoi giri?

Ho cercato di visitare le società durante i loro ritiri prestagionali, soprattutto nel periodo delle vacanze natalizie, non dobbiamo dimenticare che abbiamo a che fare con una fascia d’età dove bisogna far coincidere lo sport con la scuola. Dopo un’ampia prima tornata di incontri abbiamo previsto 4 giorni di valutazione funzionale. Alla fine ho ricavato un elenco di una settantina di nomi sui quali lavorare per il settore della pista. Per loro prevederemo allenamenti e incontri con cadenza settimanale.

Tornando al discorso geografico, dal punto di vista dell’impegno hai notato qualche disparità?

No, anzi. L’impegno è massimo a qualsiasi latitudine, ma quel che mi ha favorevolmente colpito è che ho trovato competenze trasversali e disponibilità a mettersi in discussione, a trovare la via giusta per proporre ai ragazzi programmi di allenamento ben strutturati. Inoltre ho notato che dappertutto ormai si lavora attraverso non solo tabelle di allenamento, ma anche consulenze nutrizionali e biomeccaniche.

Juniores pista 2021
Il quartetto juniores su pista 2021: Belletta, Colosio, Romele e Violato arrivati al record di categoria (foto Sportphoto.nl)
Juniores pista 2021
Il quartetto juniores su pista 2021: Belletta, Colosio, Romele e Violato arrivati al record di categoria (foto Sportphoto.nl)
E’ pur vero però che in base alla provenienza, i ragazzi hanno un cammino diverso per emergere…

Il problema resta il confronto, senza il quale non si può crescere. Quando gareggi in prove con decine di partecipanti, è molto diverso se alla partenza ce ne sono 150 e più. Per questo è necessario che ci siano appuntamenti di riferimento, sfide realmente nazionali. Sarebbe davvero bello se ci fossero gare di livello nazionale al Sud con la partecipazione delle società di Nord e Centro. E’ un tema sul quale dovremo ragionare in Federazione.

Hai parlato di un gruppo molto ampio per la pista. E la strada?

Attendiamo le prime prove per avere un’idea precisa. Intanto ho condiviso l’idea di riunire gli specialisti della strada con quelli delle gare endurance su pista, in modo da rendere più facile programmare la stagione.

D’altronde è ormai voce comune che procuratori e squadre guardino soprattutto a questa categoria, più che agli under 23.

E’ indubbio che la categoria abbia assunto un’importanza enorme rispetto al passato e questo non passa inosservato in seno alle società. Da più parti sono state fatte proposte soprattutto di richiesta di modifica delle normative per la partecipazione alle gare.

Juniores Pasqualotto 2021
Enrico Pasqualotto vincitore del Trofeo La Colombera 2021. La gara aprirà il calendario il 27 marzo (foto Scanferla)
Juniores Pasqualotto 2021
Enrico Pasqualotto vincitore del Trofeo La Colombera 2021. La gara aprirà il calendario il 27 marzo (foto Scanferla)
Com’è stato l’approccio con i ragazzi? Avere a che fare con colui che ha creato il fenomeno del ciclismo femminile ricco di successi li ha messi in soggezione?

Inizialmente da parte di qualcuno c’era un po’ di timidezza nel comunicare le loro impressioni, ma nel complesso ho trovato molta disponibilità e voglia di farsi conoscere. Io ci metto il massimo impegno, so d’altro canto che sarò chiamato a delle scelte sempre difficili e so per esperienza che nella memoria restano solo quelle negative, di chi si è sentito escluso, mai quelle positive… Nessuno ricorda quante volte è stato chiamato in nazionale, ma rammenta benissimo quand’è stato escluso.

Parlavi di un ampio gruppo per la pista. E la strada?

Vedremo in base alla stagione. L’idea è sempre avere un’ampia base dalla quale tirar fuori un gruppo ristretto. I tempi sono un po’ tiranni, anche per l’attività su pista le prime due prove di Nations Cup mi impongono di riferirmi soprattutto a quanto fatto lo scorso anno. Non c’è il tempo materiale per un esame delle condizioni attuali dei ragazzi. Avremo molto da fare e molte trasferte da affrontare, perché è solo con quelle che si cresce.