BFT Burzoni devo team della DSM. Ecco come funzionerà

01.11.2023
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Le squadre WorldTour che fanno sempre di più la spesa in Italia stanno aprendo una nuova frontiera, quantomeno nel femminile. Non solo guardano ai migliori talenti di casa nostra, ma ora puntano direttamente ad accordi stretti con le società. Uno significativo nel panorama delle junior si è registrato pochi giorni fa. Nel 2024 la BFT Burzoni diventerà una formazione development del Team dsm-firmenich.

E’ una notizia che racchiude lati positivi e negativi al tempo stesso. Certamente è un bene per le società italiane che i maggiori team esteri vadano a pescare da loro, a testimonianza del loro buon operato. Il rovescio della medaglia certifica invece ciò che si sta verificando nel maschile. La mancanza di formazioni WorldTour italiane o, nel caso specifico del femminile, di team continental che possano garantire un certo di tipo di attività internazionale, porta le atlete più forti a cedere alle lusinghe straniere. E nel 2025 col la nascita delle “professional” tutto potrebbe essere stravolto, ma questo sarà un altro discorso. Tuttavia proprio in virtù di quello che succederà, l’accordo della BFT Burzoni col team olandese potrebbe essere stato fatto con estrema lungimiranza. Su questo abbiamo voluto sentire le impressioni di Gianluca Andrina (in apertura foto Piva) e Stefano Solari, rispettivamente presidente e team manager della formazione piacentina.

Eleonora La Bella quest’anno ha conquistato tre vittorie e l’oro europeo nel Mixed Relay. Nel 2024 sarà una delle juniores più seguite (foto Franz Piva)
Eleonora La Bella quest’anno ha conquistato tre vittorie e l’oro europeo nel Mixed Relay. Nel 2024 sarà una delle juniores più seguite (foto Franz Piva)

Inizia tutto con Barale

Non è un caso che la DSM abbia nuovamente bussato alla porta della BFT Burzoni. Il contatto fra le due società c’era già stato a maggio del 2021 quando gli osservatori del team olandese avevano preso informazioni su Francesca Barale alla fine del Tour du Gévaudan, chiuso al secondo posto. L’ossolana a fine di quella stagione passò alla DSM dove, dopo due anni di crescita graduale, ha rinnovato fino al 2025.

«Due anni fa – racconta il presidente Andrina – ci hanno conosciuti con l’operazione di Francesca e da lì hanno continuato a monitorarci. Siamo orgogliosi di essere entrati nella loro lente di ingrandimento. Loro sondano molto nelle gare juniores in giro per l’Europa, compresa l’Italia. Quello di Barale non è stato solo un trasferimento sportivo, ma anche di valori umani. Loro guardano molto al lato morale, pedagogico e sono molto rigidi nella disciplina. Sanno anche che le nostre ragazze arrivano preparate e preservate alla categoria superiore. Non mi stupisce che Francesca stia facendo un certo tipo di percorso alla DSM, quasi fosse la prosecuzione di quello iniziato da noi. E naturalmente sono felice per lei».

Il rapporto lavorativo tra BFT Burzoni e DSM è iniziato a fine 2021 col passaggio di Francesca Barale al team olandese
Il rapporto lavorativo tra BFT Burzoni e DSM è iniziato a fine 2021 col passaggio di Francesca Barale al team olandese

Scelte oculate

L’accordo siglato dalla BFT Burzoni permette anche di resistere ad alcune tentazioni che si incontrano lungo il cammino, soprattutto se porta risultati. Qualche anno fa Andrina si era trovato a dover prendere una decisione non semplice e forse anacronistica per qualcuno. Il tempo gli ha dato ragione.

«Quando nel 2016 è nata la nostra società (che di fatto andò a rilevare parte della struttura di un’altra in chiusura, ndr) – va avanti Andrina – avevamo l’intenzione di formare ragazze. I risultati importanti delle nostre atlete anche a livello internazionale furono una conseguenza. Ogni anno facevamo uno step importante che probabilmente aveva portato qualche persona a chiederci di diventare continental. Noi alle spalle abbiamo un’azienda molto importante che crede nel nostro progetto, ma non aveva senso sprecare il budget per una attività in cui saremmo andati in difficoltà. Riuscii a tenere duro».

«La progettualità e la pazienza – conclude il presidente della BFT Burzoni, che ha un passato tra i dilettanti negli anni ’90 – ci hanno portato a fare la scelta giusta. Non sono pentito, è stato meglio così. Continuare a lavorare bene con le juniores oggi ci consente di collaborare con un team WorldTour. E per noi è fonte di soddisfazione. Negli anni ci siamo guadagnati certe credenziali e puntiamo ad essere sempre di più una formazione di riferimento nella categoria».

Come funzionerà

Entrando nel concreto, bisogna capire come si svilupperà questo rapporto tra DSM e BFT Burzoni. Per intenderci sembrerebbe non ricalcare molto ciò che c’è stato negli ultimi due anni tra la Valcar e i team dell’orbita UAE, anche se qualche similitudine potrebbe esserci.

Per il team manager Stefano Solari l’accordo con la DSM è un punto di partenza che cambierà il modo di lavorare (foto Franz Piva)
Per il team manager Stefano Solari l’accordo con la DSM è un punto di partenza che cambierà il modo di lavorare (foto Franz Piva)

«Le condizioni tra noi e loro – spiega il team manager Solari – sono molto semplici. Non avremo alcun tipo di fornitura di materiale. Su questo fortunatamente siamo ben coperti da sponsor e azienda che ci supportano in tutto. Non avremo alcun logo DSM sulla nostra maglia, perché non è un accordo in esclusiva, anche se per l’Italia saremo noi la loro società satellite. Ne hanno una in quasi ogni Paese europeo. Su questo avremo molta libertà ed indipendenza. Piuttosto ci hanno dato diverse dritte su alcuni aspetti per le ragazze. Dai comportamenti da tenere ad alcuni protocolli da seguire».

«Con la DSM – prosegue Solari – gli accordi sono essenzialmente legati all’aspetto agonistico. Nel 2024 ci aiuteranno ad avere inviti alle varie gare del Nord, magari quelle che non abbiamo mai fatto. In quel caso potrebbero darci un supporto logistico presso il Keep Challenging Center, il loro campus a Sittard. Inoltre le nostre migliori ragazze potranno avere un canale privilegiato per passare elite con loro, benché, lo ripeto, non sia una esclusiva. Per ora questi accordi vanno bene così».

Nuovo modo di lavorare

Diventare un devo team di una squadra WorldTour rappresenta un grande stimolo sia per le atlete che per i dirigenti stessi. Gli obiettivi potrebbero andare oltre al semplice risultato. Magari anche quello di aver tracciato una nuova rotta per il movimento italiano.

Anita Baima è iridata juniores dell’eliminazione. Ad oggi sarebbe difficile un suo passaggio in DSM perché il team olandese vuole atlete che facciano solo strada (foto FCI)
Anita Baima è iridata juniores dell’eliminazione. La DSM tuttavia vuole atlete che facciano solo strada (foto FCI)

«Quello tra noi e loro – chiude l’analisi Solari – è stato un corteggiamento reciproco. Nel finale di stagione Hans Timmermans (il capo dello scouting della DSM, ndr) ogni volta che è venuto in Italia con la sua squadra ha voluto vederci per parlare in modo approfondito. Lui è stato colpito non tanto dalle nostre vittorie, quanto più dal fatto che una ragazza che abita a 600 chilometri da noi, riferendosi a La Bella, sia voluta venire alla BFT Burzoni. Per lui è un segno di grande professionalità, che ci ha chiesto di mantenere.

«L’unico paletto tecnico che la DSM ha per il futuro è quello relativo alle ragazze che fanno doppia attività. Loro non vogliono pistard e chi vorrà passare alla DSM dovrà fare solo strada. Per noi tutto ciò è un punto di partenza che cambierà il nostro modo di lavorare. L’anno prossimo sarò meno preoccupato se non vinceremo una gara o l’altra. Mi importerà di accrescere l’esperienza internazionale delle ragazze e prepararle al grande salto».