La seconda vita di Carbonari, lettone di Montegranaro

21.12.2021
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Quando dicono che non bisogna mollare mai perché prima o poi arriva l’occasione giusta, bisogna crederci. Il ciclismo, sport che amplifica questa metafora della vita, regala spesso tanti esempi. In meno di due anni Anastasia Carbonari (in apertura nella foto Baiocco, ndr) è passata dal rischiare la vita a causa di un incidente al guadagnarsi il passaggio alla Valcar Travel&Service, sua prossima formazione, per merito di una coraggiosa azione all’ultimo Giro d’Italia Donne.

Anastasia Carbonari da sola verso Mortegliano all’ultimo Giro Donne: la fuga della rivelazione
Anastasia Carbonari da sola verso Mortegliano all’ultimo Giro Donne: la fuga della rivelazione

I due giorni chiave

Ci sono un paio di date che segnano la storia recente della 22enne di Montegranaro che quest’anno ha corso con la Born To Win. Per capire meglio basta premere i tasti per riavvolgere e mandare avanti veloce il nastro.

Il 31 luglio 2019 Anastasia si sta allenando sulle strade di casa e viene investita da un automobilista. Fortunatamente, se così si può dire, riporta solo la frattura della vertebra L3. Tre mesi di busto, immobilità, stagione finita.

Arriviamo allo scorso 9 luglio. Alla nona tappa del Giro Donne, nella canicola friulana di Mortegliano, si fa quasi cinquanta chilometri di fuga (prima solitaria poi con altre due compagne di avventura) venendo ripresa in vista del traguardo. Quello sforzo, come avevamo già documentato, le dà fiducia.

Passaporto lettone

Quando contattiamo al telefono la Carbonari – che da pochi mesi ha ottenuto la doppia cittadinanza ed il passaporto lettone grazie a mamma Natasha, nativa di Riga – in sottofondo che vuol giocare con lei c’è Bianca. E’ una cagnetta trovatella tutta nera adottata sei anni fa a Capodanno, dopo che era scappata impaurita dal fracasso dei fuochi d’artificio. Entrambe hanno avuto una nuova opportunità per ritrovare il sorriso.

Passaggio a Tallin,, durante l’ultima visita al Paese di sua madre (foto Instagram)
Passaggio a Tallin, durante l’ultima visita al Paese di sua madre (foto Instagram)
Anastasia hai firmato un anno di contratto con la Valcar. E’ il caso di dire che galeotta fu quella fuga al Giro?

Sì, tutto è nato proprio quel giorno. Davide Arzeni (il diesse della formazione bergamasca, ndr) mi ha notata e mi ha contattata per fare dei test. Per fortuna sono andati bene e mi ha detto che facevo al caso loro per il 2022. Sono veramente contenta di questa possibilità. Sono andate via parecchie ragazze importanti, ma è una squadra giovane con cui si possono fare bene tante cose

Che fuga era stata e come la rivedi a distanza di mesi?

E’ stata davvero una grande occasione e un’emozione incredibile, con le moto della televisione attorno. Al mattino era arrivato il nostro presidente che ci aveva spronato a farci vedere. Sentivo che era una giornata a me favorevole. Non volevo concludere il mio Giro in modo anonimo, anche se in confronto alle big non ho fatto nulla. Rivivendola adesso, non avrei mai pensato che mi avrebbe portato alla Valcar. E’ stata anche una prova per me. Magari ora con un lavoro mirato e competenze maggiori, potrei riuscire a correre senza subire la gara. 

Sei approdata in un team che ha un livello quasi da WorldTour. Cosa ti aspetti dal 2022?

Fare esperienza, vedere fino a dove posso arrivare e scoprire i miei limiti. Non nego che mi piacerebbe farmi vedere ancora, ma l’obiettivo primario è aiutare la mia squadra. Per me sarà un onore pedalare con compagne di quel calibro ed imparare da loro. Già nel 2020, quando ero all’Aromitalia Vaiano, avevo fatto gare internazionali ed avevo capito qual è il livello. Con la Valcar tutto ciò avrà una valenza maggiore e credo che sia l’ambiente migliore in cui crescere

Il Giro 2021 è stato una rampa di lancio, non solo per la fuga di Mortegliano
Il Giro 2021 è stato una rampa di lancio, non solo per la fuga di Mortegliano
Qual è la tua dote migliore?

Riesco a dare tutto quello che ho, tendo a non risparmiarmi. Mi piace andare all’attacco, da giovane lo facevo spesso e vincevo molto poco, perché tatticamente non ragionavo tanto (ride, ndr). Adesso però sono migliorata.

Torniamo a quel terribile incidente. In quei giorni, oltre a guarire, che pensieri ti passavano per la mente?

Ho realizzato che avrei potuto anche non salvarmi. L’auto andava molto veloce. La dinamica è stata molto simile all’incidente di Michele (Scarponi, suo conterraneo, ndr). Sono stata fortunata. Poi però è arrivato il momento in cui ho capito che volevo fare del ciclismo il mio lavoro. Che volevo concentrare tutta me stessa sul ciclismo. Sentivo la mancanza della bici, non vedevo l’ora di poter tornare a pedalare.  

Quell’episodio che cosa ti ha lasciato?

Do molto più valore a tante cose ed ho più carattere davanti alle avversità. Come aspetto negativo mi ha confermato quanto rischiamo e siamo fragili noi ciclisti sulla strada. Ora se posso, cerco di uscire con i miei compagni di allenamento. Infatti l’incidente mi è successo mentre ero sola. Ero spaventata, immobile a terra con l’automobilista che mi incolpava anziché aiutarmi. E meno male che quel giorno sopraggiunse il mio amico Marco Gallo (ex dilettante della Calzaturieri Montegranaro, ndr) che mi aiutò chiamando l’ambulanza.

Sulla salita test di Monterubbiano, vicino casa (foto Instagram)
Sulla salita test di Monterubbiano, vicino casa (foto Instagram)
Che messaggio ti senti di dare, visti questi ultimi due anni?

Che bisogna continuare a lottare anche se ci sono momenti difficili. Il ciclismo mi ha dato molto, mi ha insegnato questo. Anche a fare sacrifici che ripagano sempre. Dopo il buio, arriva sempre la gioia. Devo però anche ringraziare la mia famiglia. Mamma Natasha, papà Anelio e mio fratello Filippo mi hanno sempre supportata in tutto.

Chiudendo, Anastasia, c’è quindi la possibilità di vederti indossare la maglia della Lettonia alle manifestazioni internazionali?

Sì, esatto. In realtà puntavo alla nazionale italiana, però mi sono resa conto che questa era una bella opportunità e ne ho approfittato. Ho già ricevuto passaporto e carta d’identità, entrambi col mio cognome con la kappa (ride, ndr). Intanto ho avuto già qualche contatto con il loro cittì Raivis Belohvosciks che parla anche italiano (più volte campione lettone, è stato pro’ dal 1998 al 2011 militando anche in Lampre e Saunier Duval, ndr). Spero di essere presa in considerazione, ho un obiettivo in più per l’anno prossimo.

Guazzini, quei 79 chilometri avevano il gusto della libertà

08.12.2021
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Settantanove chilometri di libertà. No, non sono quelli di evasione dal gruppo durante una gara, ma quelli pedalati da Vittoria Guazzini sulle strade di Peccioli, dove abita nonna Marinetta. La prima uscita in bici (5 dicembre) a distanza di due mesi dal brutto incidente patito alla Parigi-Roubaix (2 ottobre) durante la quale aveva riportato una doppia frattura alla caviglia sinistra. Era stata necessaria un’operazione e aveva dovuto saltare sia il Women’s Tour in Gran Bretagna sia il mondiale in pista a Roubaix.

Paradossalmente alla “Guazz” – che compirà ventuno anni il prossimo 26 dicembre e che ha firmato un biennale con la Fdj Nouvelle Aquitaine Futuroscope – ha fatto più male rinunciare a quelle gare che il dolore dell’infortunio. 

Tuttavia l’ha presa con filosofia e con l’ironia che la contraddistingue. «Sembrerà assurdo – racconta la campionessa europea U23 a crono – ma anche il mondiale su pista di Berlino a febbraio 2020 lo avevo saltato perché ero scivolata sulle scale di casa facendomi male alla caviglia destra e finendo all’ospedale. Fa ridere raccontarlo. Fortuna che ho finito le caviglie!». 

Con questa foto su Instagram dei paesaggi di Peccioli, Vittoria ha celebrato il ritorno in sella
Con questa foto su Instagram dei paesaggi di Peccioli, Vittoria ha celebrato il ritorno in sella
Vittoria come è stato questo ritorno in bici?

Ci voleva, è stata una liberazione. Avevo già pedalato sui rulli nei giorni precedenti, poi quando ho avuto l’ok per andare su strada, sono andata. Ero a casa di mia nonna dove c’era anche un meteo migliore rispetto a casa mia. Sono uscita da sola e tanto che c’ero, con calma ho fatto un po’ di chilometri. Settantanove diceva il computerino.

Hai avuto difficoltà?

E’ stata una pedalata strana anche se non ho avuto fastidi. Non volevo piegare troppo la bici, avevo molta paura di cadere e facevo le curve quadrate. Ogni rotonda era un incubo. Anche alzarmi in piedi mi faceva effetto. Ma la cosa più difficile è stata un’altra…

Quale? 

Solitamente parto a pedalare col piede destro e quando mi fermo agli incroci sgancio il sinistro. Al momento mi devo impegnare per staccare il pedale perché non mi viene automatico. Addirittura quando arrivo a casa mi aiuto con le mani. Quindi sto imparando a staccare il destro e non è semplice, mi rende spaesata. 

Ecco la caduta alla Roubaix che le è costata uno stop di due mesi (foto Louis Lambin)
Ecco la caduta alla Roubaix che le è costata uno stop di due mesi (foto Louis Lambin)
Hai fatto particolari pensieri, magari al 2022, durante questi 79 chilometri?

Onestamente pensavo a restare in piedi (ride, ndr), mi sembrava già un grande traguardo. E pensavo anche che stavo facendo tanta fatica. Anche perché partendo da Peccioli, dove fanno la Coppa Sabatini, c’è subito salita. Alla fine però sono andata a cercare la pianura e qualche strappetto lì attorno. 

Il tuo programma di riabilitazione come sta procedendo?

Ho pedalato anche i due giorni successivi, ma mi sto gestendo perché accuso ancora un po’ di fatica. Naturalmente sto facendo fisioterapia e nelle settimane scorse avevo fatto anche del laser. Sento che sto recuperando bene.

Nel frattempo è praticamente già iniziata la prossima stagione con la nuova squadra…

Qualche settimana fa sono stata un paio di giorni in Francia per le misure della bici e sono rientrata subito. Il 12 dicembre invece partirò con il team per Altea, in Spagna, per un ritiro di una decina di giorni. Laggiù definiremo anche il mio calendario in base al recupero. Io però tornerò il 20 dicembre, perché il giorno successivo avrò la premiazione del Giro d’Onore a Roma.

Un’altra foto su Instagram per rassicurare amici, tifosi e parenti delle condizioni dopo la caduta di Roubaix
Un’altra foto su Instagram per rassicurare tutti dopo la caduta di Roubaix
Avrai un programma differenziato in questi giorni?

Non so ancora di preciso, dovrei seguirne uno un po’ diverso dalle mie compagne. Per me sarà importante anche riprendere confidenza con il pedalare in gruppo. In ogni caso starò a ruota e in un qualche modo me la caverò. 

Con l’infortunio sono cambiati un po’ gli obiettivi?

Nel 2022, cambiando l’ambiente, c’era già voglia di fare bene. A maggior ragione dopo questo incidente. Le motivazioni sono tante. Ora c’è un punto interrogativo su come e quando mi rimetterò in forma al 100 per cento. Questo è l’obiettivo primario poi la condizione arriverà e le occasioni ci saranno. Spero di coglierle e togliermi qualche soddisfazione. 

Ci sono stati dei lati positivi in questo periodo di degenza?

In queste circostanze bisogna trovarne per forza. Ho forse imparato a guardare non troppo avanti. Avrei voluto andare in vacanza per staccare mentalmente, però fisicamente mi sono riposata anche più del dovuto. Non so quando correrò, di sicuro sfrutterò questo periodo per ambientarmi meglio con la nuova squadra.

Basta stampelle, finalmente per Vittoria Guazzini è tempo di ricominciare (foto Instagram)
Basta stampelle, finalmente per Vittoria Guazzini è tempo di ricominciare (foto Instagram)
Perché hai accettato di andare all’estero?

Non è stato semplice decidere, ci ho riflettuto molto. La proposta della Fdj era arrivata dopo le classiche di primavera, ma era doveroso che io aspettassi le intenzioni della Valcar-Travel&Service. D’altronde devo tantissimo a loro se ho ottenuto dei risultati in questi tre anni. Alla fine sono stata convinta dall’attenzione che i francesi hanno verso le crono. E’ una specialità che mi piace molto e volevo svilupparla maggiormente guardando cosa ne può uscire.

Sarai in una formazione World Tour dove ritroverai la Cavalli…

Marta è stata importante per scegliere. Me ne aveva parlato bene e mi aveva rassicurata. Il fatto di conoscere già lei è un valore aggiunto. Per il resto è una squadra di qualità che è cresciuta tanto. E’ arrivata anche l’australiana Grace Brown che quest’anno è andata molto forte. Spero di dare il mio contributo. Le basi per fare bene ci sono.

Arzuffi 2021

Arzuffi: «E’ ora di sfatare certi luoghi comuni…»

31.10.2021
5 min
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E’ un’Alice Maria Arzuffi carica a mille, quella che sta affrontando l’inizio di stagione e i risultati lo stanno dimostrando. Domenica, nella prima prova di Coppa del Mondo in terra europea a Zonhoven, l’azzurra ha chiuso in decima posizione a 2’57” dalla vincitrice Betsema, ma soprattutto è stata la seconda delle non olandesi: «Io cerco di migliorare e fare il meglio possibile, è chiaro che ci troviamo a gareggiare in una marea arancione, il loro livello medio è eccezionale e stanno venendo fuori anche nuovi talenti dalle categorie minori, ma non è questo che io devo guardare, devo pensare a me stessa e a fare il meglio possibile».

Questa rinnovata e positiva verve emerge anche quando si analizza l’aspetto tecnico delle sue prime uscite, toccando quello che, fino allo scorso anno, era un tasto dolente, le partenze un po’ al rallentatore: «E’ ora di sfatare questo luogo comune: basta guardare come sono state le ultime gare internazionali, non solo domenica ma anche quelle americane, per notare che sin dal via sono al livello delle migliori. Spero che i risultati facciano dimenticare questo riferimento che non sento più di meritarmi».

Arzuffi Zonhoven 2021
Il difficile percorso sabbioso di Zonhoven ha visto la Arzuffi chiudere nella Top 10, prima della stagione
Arzuffi Zonhoven 2021
Il difficile percorso sabbioso di Zonhoven ha visto la Arzuffi chiudere nella Top 10, prima della stagione
Il 10° posto di Zonhoven è un buon punto di partenza?

Diciamo che mi dà sicurezza maggiore rispetto a quella delle gare americane, dove non sono rimasta completamente soddisfatta, mi aspettavo di più. Evidentemente la condizione è migliorata al ritorno e in terra belga mi sono sentita più a mio agio. Sinceramente comunque so che c’è ancora da lavorare, ma conto di essere all’Europeo in una condizione già più avanzata e adatta a un evento così importante.

Vieni da una stagione su strada nella quale ti si è vista di più, affrontata con molta decisione, esattamente come fai con il ciclocross…

La strada l’ho sempre affrontata seriamente, ci ho sempre creduto, anzi se devo essere sincera è stata una stagione dalla quale volevo estrarre qualcosa in più. Ho tirato fino al Giro d’Italia e alla Clasica di San Sebastian, poi sono rimasta tre settimane ferma e quasi dal nulla ho affrontato il Giro di Norvegia. Inoltre la prima parte della stagione è stata una sofferenza per via di una posizione in sella che non era ideale e che mi dava problemi alla schiena, ci sono voluti 3 mesi e soprattutto il grande apporto di Aldo Vedovati per identificare il problema e risolverlo. Nel 2019 corsi più giorni, per questo penso che posso fare di più e meglio.

Arzuffi San Sebastian 2021
Alice impegnata nella Clasica di San Sebastian, conclusa al 27° posto a 3’45” dalla Van Vleuten
Arzuffi San Sebastian 2021
Alice impegnata nella Clasica di San Sebastian, conclusa al 27° posto a 3’45” dalla Van Vleuten
Come riesci a gestire due attività così importanti ricavando il necessario riposo?

E’ fondamentale la programmazione: quando finisco il ciclocross a febbraio stacco un mese di assoluto riposo, nel quale non tocco neanche la bici, poi riprendo per iniziare gradualmente e tornare in gara ad aprile. A fine stagione su strada secondo riposo, questa volta di una decina di giorni. E’ una scelta che negli anni ho trovato fondamentale per poter tirare fuori il meglio.

I responsabili delle squadre, soprattutto su strada, ti hanno mai fatto problemi?

No, ho sempre tenuto a specificarlo e metterlo nero su bianco, sono scelte fatte anche in base ai calendari e agli obiettivi sia del team che miei personali. Non ci sono mai state incomprensioni in tal senso, poi ora è tutto molto più semplice.

Arzuffi Fas Valcar 2021
Il poker della Fas-Valcar, da sinistra Lechner, Arzuffi, Persico e Bramati
Arzuffi Fas Valcar 2021
Le tre elite della Fas-Valcar, da sinistra Lechner, Arzuffi e Persico
Come ti stai trovando nella Fas-Valcar di ciclocross dopo anni nei quali hai corso in Belgio? 

Qui c’è molto da dire, perché la differenza è enorme. Partiamo dalla premessa che non rinnego la mia scelta di andare a vivere e correre in Belgio, è stata importante per la mia carriera, ma va anche detto che il prezzo psicologico e personale è stato alto, soprattutto negli ultimi due anni. Non dovevo pensare solo ad allenarmi e gareggiare, ero quasi abbandonata a me stessa, dovevo pensare a ogni trasferta: il volo, la logistica, i trasferimenti, il viaggio delle bici, i tamponi… Non ne potevo più, arrivavo in gara già stanca. Ora è un sogno, sono in un team dove si pensa a tutto e posso tornare a concentrarmi sulle corse. 

E’ un aiuto correre nello stesso team d’estate e d’inverno?

Enormemente. E’ la strada giusta per poter crescere e non parlo solo a livello personale, ma di tutto il ciclocross italiano. Con il diesse Arzeni nel corso dell’anno ci siamo trovati spesso a parlare, mi aveva accennato a quest’idea e mi ha chiesto molti consigli su tutto quello che sarebbe servito. Io gli ho spiegato quali erano le necessità e il progetto è partito.

Arzuffi Europei 2020
La ragazza di Seregno punta ora sugli Europei del 7 novembre. In bacheca ha già un argento e un bronzo
Arzuffi Europei 2020
La ragazza di Seregno punta ora sugli Europei del 7 novembre. In bacheca ha già un argento e un bronzo
Come ti trovi con Luca Bramati e le ragazze?

Finora abbiamo potuto lavorare poco insieme, io e Luca, perché in America ero nel gruppo della nazionale, ma ho subito notato che ha creato un ambiente familiare. Poi con Silvia e Eva (Persico e Lechner, ndr) ci conosciamo da anni e abbiamo condiviso tante trasferte, è un gruppo collaudato.

Correrai in Italia o seguirai solo la stagione internazionale?

Forse sarò a Faé di Oderzo l’8 dicembre, poi naturalmente per gli Italiani, per il resto vedremo come strutturare la stagione in vista dei Mondiali. A proposito: il percorso di Fayetteville è fenomenale, molto pedalabile, proprio come piace a me…

Valcar 2021

Bramati, ecco il primo bilancio in casa Fas-Valcar

29.10.2021
4 min
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La stagione per Luca Bramati è ormai entrata nel vivo e le giornate del vecchio campione bergamasco vanno avanti a un ritmo quasi infernale, tra allenamenti delle sue ragazze e preparazione delle continue trasferte. L’attività della Fas-Valcar, com’era stato stabilito all’atto della costituzione del team “figlio” di quello della strada, ha una forte impronta internazionale, confermando quell’immagine di team “quasi professionistico” al quale si pensava.

La formazione lombarda ha anche preso parte alla lunga trasferta americana, cedendo Alice Maria Arzuffi alla nazionale ma portando oltreoceano le altre tre ragazze: Eva Lechner, Silvia Persico e Lucia Bramati e i risultati nel complesso sono stati davvero soddisfacenti: «Portare un team al completo dall’altra parte dell’Atlantico, soprattutto in questo periodo, non è facile, ci siamo dovuti adattare, per fortuna la Cannondale ci ha messo a disposizione un bravissimo meccanico che ci ha dato una grossa mano».

Eva Lechner è riuscita anche a centrare una Top 10 e farlo al cospetto di tante olandesi non è mai facile…

Il suo bottino poteva anche essere più cospicuo, ma nella prima gara ha subìto un incollaggio di un tubolare che l’ha fortemente frenata. Eva sta vivendo un buon periodo, è calma e serena mentalmente e quando è così rende di più, considerando poi che siamo ancora a inizio stagione non può che migliorare.

Bramati Honsinger 2021
Lucia Bramati in gara a Waterloo, alle sue spalle la campionessa americana Honsinger
Bramati Honsinger 2021
Lucia Bramati in gara a Waterloo, alle sue spalle la campionessa americana Honsinger
Di Silvia Persico, considerata sempre la numero 3 del panorama nazionale che cosa puoi dire?

I risultati parlano per lei, ha già mostrato di aver fatto un salto di qualità. Sia in America ma ancor più al suo ritorno in Europa, si è attestata nella Top 15 e ha ridotto il gap dalle più forti, è un miglioramento cospicuo e costante che mi rende molto fiducioso.

Per tua figlia Lucia è stata la trasferta più lontana…

Una bellissima esperienza, che ha vissuto con tanta emozione. Si è ritrovata a 18 anni a competere fra le grandi, qualcosa di inaspettato, poi considerando come hanno lavorato gli americani sembrava un immenso paese delle meraviglie… Lei però si è adattata bene e non si è fatta per nulla intimorire. Poi, in Europa, è stata anche ottava di categoria e si è ritrovata un bel premio in denaro…

A proposito di America, anche a te il percorso dei mondiali è piaciuto come a Pontoni?

Altroché! E’ stato una bellissima sorpresa. Sapevo che ci avevano investito tanto, ma quando ti trovi almeno 3 chilometri di percorso costruiti dal nulla, tutti con terra riportata rimani esterrefatto e pensi a come sia possibile una cosa del genere venendo dalla nostra realtà. Hanno speso cifre che per noi sono inimmaginabili.

Valcar Waterloo 2021
Nel gruppo di Bramati si è subito instaurato un bel clima, che dà fiducia per il resto dell’annata
Valcar Waterloo 2021
Nel gruppo di Bramati si è subito instaurato un bel clima, che dà fiducia per il resto dell’annata
Alla vigilia della stagione l’approdo della Valcar nel mondo del ciclocross era visto come una grande scommessa. Dopo le prime esperienze come funziona la convivenza?

Benissimo, come da accordi, anzi ancora meglio. Nello scorso fine settimana, ad esempio, il patron Arzeni era in Olanda per le gare del team su strada, alla domenica ci ha raggiunto a Zonhoven per la tappa di Coppa del Mondo mettendosi a completa disposizione. Sono due realtà diverse, lo avevamo detto ma su queste basi si può davvero lavorare bene e tanto.

Torniamo un attimo a parlare di Lucia: nel suo caso devi rivestire una doppia funzione, quella di tecnico e padre…

Infatti per lei gestire l’attività è più difficile che per le altre, basti pensare che domenica siamo arrivati a casa all’una e mezza e alle 7 era già in piedi per andare a scuola. Devo dire però che da parte mia non è necessario esserle di sprone, è davvero responsabile e concentrata in entrambe le attività, a scuola il suo rendimento è più che soddisfacente, sa che questo è l’anno della maturità e serve grande concentrazione.

Lucia Bramati 2021
Per Lucia Bramati un anno impegnativo: oltre al ciclocross c’è da preparare la maturità scolastica…
Lucia Bramati 2021
Per Lucia Bramati un anno impegnativo: oltre al ciclocross c’è da preparare la maturità scolastica…
Gestisci un team con 4 ragazze di vertice: secondo te è possibile un ulteriore allargamento, magari a qualche maschietto?

Vedremo. Fino allo scorso anno avevo la gestione di Gioele Bertolini e le cose funzionavano, ma devo anche dire che, dalle prime settimane vissute, la gestione del team così com’è strutturato è… totalizzante. Le idee per il futuro sono tante e fra queste c’è anche una squadra mista, ma è presto per parlarne.

In America ti sei trovato a stretto contatto con Pontoni nella sua nuova veste: come vanno le cose fra voi due?

Ottimamente, da atleti eravamo rivali, ma fa parte del passato. Da quel che ho visto e sentito, Daniele ha già creato un clima in squadra decisamente positivo. Quando ha assunto l’incarico ci siamo parlati, mi ha chiesto di essere sincero, dirgli quando sbaglia, essere collaborativo e da parte mia c’è la massima disponibilità. L’aver aperto le porte a tutti sta creando quel sostrato di serenità che farà bene a tutti. Dobbiamo continuare così.

La “Polly” saluta e se ne va. Nuova partenza nel triathlon

Giada Gambino
22.10.2021
5 min
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«Mi sono sentita finita, arrivata». A volte si raggiungono i propri limiti prima del previsto ed è proprio in questo momento che non bisogna darsi per vinti ma cercare di trovare la situazione più congeniale per se stessi. Così come ha fatto Silvia “Polly” Pollicini, ciclista della Valcar-Travel&Service (in apertura foto @twilcha), che in un certo senso ha appeso la sua Cannondale al chiodo… 

Verso l’arrivo al Flanders Diamond Tour, Polly assieme a Eleonora Gasparrini, a 18″ dalla Wiebes
Verso l’arrivo al Flanders Diamond Tour, Polly assieme a Eleonora Gasparrini, a 18″ dalla Wiebes
Com’è entrato lo sport nella tua vita? 

Mio padre è un insegnante di educazione fisica. Fin da piccolissima ho praticato diversi sport partendo dal nuoto fino ad arrivare a quello che, finora, è stato l’amore più grande della mia vita: il ciclismo

E il triathlon? 

Quando avevo sei anni un ragazzino con cui sciavo mi parlò di questo strano sport. Suo zio era il presidente della Valle D’Aosta Triathlon e andai un’estate a fare un mini camp di allenamento con tanti bambini. Mi divertii così tanto, da obbligare mio padre ad iscrivermi. Smisi all’età di quindici anni, quando capii che il ciclismo era il mio sport

Cosa ti catturava della bici ? 

Gradualmente mi resi conto che, non so per quale motivo, il ciclismo dei tre era lo sport che mi piaceva di più e a dodici anni mi imposi di allenarmi per fare la ciclista. Anche se, per divertimento, qualche garetta di triathlon continuai a farla ancora. 

Elisa Balsamo è la sua migliore amica, come racconta Polly nell’intervista (foto Instagram)
Elisa Balsamo è la sua migliore amica, come racconta Polly nell’intervista (foto Instagram)
Tre aggettivi per definire i due sport. 

Il triathlon è particolare, faticoso ed entusiasmante. Il ciclismo è intenso, faticoso, ti direi che “distrugge l’anima” (ride, ndr) ma è più appropriato dire… appassionante.

Qual è la differenza principale ? 

Sono entrambi sport molto duri, ma quando ero piccola percepivo il ciclismo più semplice perché unico e non composto da tre sport diversi.

La Valcar…

E’ la mia famiglia. Da junior di secondo anno venni chiamata per entrare a farne parte e accettai volentieri, l’anno dopo partì il progetto UCI. Ero al primo anno elite e rimasi in squadra. E proprio grazie ad essa iniziai a crescere tanto atleticamente e come persona

Nel 2020 ha corso anche la gand in una stagione “magra” a causa del Covid: solo 14 gare
Nel 2020 ha corso anche la gand in una stagione “magra” a causa del Covid: solo 14 gare
Elisa Balsamo… 

E’ la mia migliore amica. Ci siamo conosciute in Valcar e per sei anni siamo state compagne di stanza. Con il tempo si è poi instaurato questo rapporto di amicizia e fedeltà molto intenso e molto bello. Quando ha alzato le mani al cielo quel giorno, al mondiale (le vengono i brividi, ndr) ho pianto tutte le lacrime che potevo piangere. La considero come una sorella, è stata un’emozione bellissima vederla con quei colori. Ancora non ci credo e penso nemmeno lei. E’ molto utopica come cosa, ma è successo davvero!

Lasciare il ciclismo, perché? 

Ho 22 anni e purtroppo quest’anno ho avuto la sensazione di essere arrivata, finita come atleta, di non poter andare oltre. Vedevo che le altre invece continuavano a crescere, probabilmente per il fatto che madre natura mi ha fornito un limite di capacità che ho raggiunto. Sentirmi così mi ha fatto stare male, da maggio ho pensato tanto. E mi sono detta: «Perché non ricominciare da zero e  trovare qualcosa in cui devo crescere per non sentirmi finita?». Così mi è ritornato in mente il triathlon da cui ero scappata via a quindici anni (sorride, ndr). Si dice che tornare a casa fa sempre bene. Non ho la sfera di cristallo, non so come andrà, ma per scoprirlo devo provarci. Una cosa è certa: volevo cambiare quella sensazione che avevo e questa è la soluzione che mi piace di più.

In quale team andrai e con quali obiettivi ? 

La Raschiani Triathlon di Pavia. In primis cercherò di trovare il mio posto all’interno di questo sport, per capire anzitutto per quali distanze sono più adatta e poi crescere tanto per valutare degli obiettivi più concreti.

Livigno 2021: «Le mie compagne mi mancheranno» (foto Instagram)
Livigno 2021: «Le mie compagne mi mancheranno» (foto Instagram)
Hai già ripreso gli allenamenti di corsa e nuoto ? 

Ho sempre corso e nuotato nei periodi di off season, ma il mio punto debole al momento è la corsa. Il nuoto, a mio avviso, è uno sport in cui si migliora più facilmente, dovrò riprendere un po’ di acquaticità, ma ho tanta tecnica. Per la corsa ci vorrà un po’ più di tempo. L’altro giorno ho fatto sei chilometri di corsa e quando ho finito mi facevano male le gambe da impazzire (ride, ndr).

Quale grande emozione ti viene in mente se pensi al tuo percorso ciclistico ? 

La prima, da juniores, quando Elisa Balsamo vinse il campionato italiano. Io ero stata in fuga con lei tutto il tempo, l’avevo aiutata, quando l’ho vista con le braccia al cielo ho iniziato a piangere e non riuscivo più a smettere. Mi mancheranno le mie compagne.

Consonni, adesso la Valcar è sulle tue spalle

19.10.2021
5 min
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Adesso si cresce. Nelle famiglie numerose e in alcune squadre funziona così. Quando i fratelli maggiori escono di casa e vanno a vivere da soli, tocca ai secondogeniti tirare su i più piccoli, in un continuo scambio di esperienze e trapasso di nozioni. Così adesso che dalla Valcar-Travel&Service se ne vanno Balsamo, Guazzini, Alzini e Pollicini (che torna al triathlon), tocca a Chiara Consonni prendersi la famiglia sulle spalle. Lei lo sa. Lo commenta con la più tipica delle sue risate, un po’ nervosa e un po’ scaramantica, e poi comincia a raccontare.

Siamo all’alba dei mondiali pista di Roubaix, dove la “Conso” farà soltanto l’inseguimento a squadre, poi rientrerà nei ranghi della squadra per chiudere con le corse olandesi. Il fine settimana in Francia le ha portato bene. Non doveva neanche correre, invece come pure Sofia Bertizzolo, si è portata a casa il terzo posto alla Classique Morbihan e la vittoria al Gp du Morbihan.

Il giorno prima di vincere, sempre in Francia era stata seconda dietro Sofia Bertizzolo
Il giorno prima di vincere, sempre in Francia era stata seconda dietro Sofia Bertizzolo
Come stai?

Un po’ raffreddata (soffia il naso, ndr), ho preso freddo domenica in corsa e stamattina ho il naso chiuso. Siamo arrivati a Roubaix direttamente dalla Francia prima della nazionale. Ma sto bene, sono contenta. Non mi aspettavo di vincere.

Bene per il tuo ruolo futuro di capitano, no?

Sono pronta. Sapevo che le altre se ne andavano e che la responsabilità sarebbe passata sulle mie spalle. Siamo comunque un bel gruppo, con Persico, Sanguineti e Gasparrini, che è giovane ma va fortissimo.

Ti è mai venuto il dubbio che forse ti sarebbe convenuto andare anche tu in una WorldTour?

Nessun dubbio. Sono carica, voglio fare per le altre quello che le più grandi hanno fatto per me. E voglio andare meglio di quest’anno. Ho cominciato pensando di fare bene nelle classiche, ci puntavo da anni. Invece al momento giusto, ero sempre indietro. L’anno prossimo sarò più motivata e pronta già in avvio di stagione.

Ti aspetta un vero inverno da atleta, insomma?

Un inverno decisivo. Farò due settimane off, probabilmente in vacanza. Non so dove, non ci ho pensato: queste cose le faccio sempre all’ultimo. Poi palestra, pista se ci sarà un velodromo disponibile. Quando riaprirà Montichiari?

Si parla di quasi tre mesi di lavori, non sarà breve. Tutto questo significa che la “Conso” un po’ pazza sparirà?

La follia rimane, fa parte di me (ride, ndr). Ma sono maturata tanto grazie all’aiuto delle mie compagne. Ho preso qualcosa da tutte. In particolare, da Elisa (Balsamo, ndr) la capacità di rimanere concentrata sul mio percorso. Mentre dalla “Vitto” (Guazzini, ndr) la testardaggine. Sentirò la loro mancanza, ma non ho ancora pensato di cambiare squadra. Se poi la Valcar salisse nel WorldTour o si unisse a uno squadrone maschile, sarei ben contenta di seguirla. E poi c’è da vedere con i corpi militari…

Si è aperta la porta?

C’è qualche parola più chiara, ma finché non c’è l’ufficialità, sarà meglio non parlarne. 

Oro con Martina Fidanza agli europei U23 nella madison: per entrambe bel colpo di orgoglio
Oro con Martina Fidanza agli europei U23 nella madison: per entrambe bel colpo di orgoglio
Tuo fratello si è montato la testa dopo le Olimpiadi o è sempre il solito “Simo”?

Ma no, è sempre lui. Da agosto abbiamo fatto solo due cene insieme, non ci vediamo mai. Sono contenta che è qui per i mondiali e per qualche giorno lo avrò sempre intorno.

Un giorno potresti correre con lui alla Cofidis?

Non corriamo più con la stessa maglia da quando eravamo bambini, sarebbe bello. Ogni tanto ci penso a come sarebbe avere maglia e bici uguali (nella Cofidis è passata Martina Alzini, ndr). Ma io resto qui. Arzeni, il “Capo”, mi è stato vicino quando dopo l’esclusione dalle Olimpiadi ero tanto giù.

Una figura importante per te?

Ripenso a quando da junior per due volte a settimana veniva a prendermi a Bergamo da casa sua a Varese e mi portava a Montichiari. Gli devo tanto, mi fido di lui ed è bello sapere che c’è. Parliamo di tutto, è un po’ un secondo padre.

Consonni dividerà il ruolo di leader della Valcar-Travel&Service 2022 con Silvia Persico
Consonni dividerà il ruolo di leader della Valcar-Travel&Service 2022 con Silvia Persico
Invece a proposito di tecnici, pare che sia alla fine il ciclo di Salvoldi…

Nonostante le cose anche brutte che si sono dette di lui, siamo cresciute tutte con Dino e lui è cresciuto con noi. Non mi ha portato a Tokyo, vorrà dire che andrò a Parigi, molto più glamour (ride, ndr). Ho sentito i nomi di un possibile successore, staremo a vedere. Intanto giochiamoci i mondiali.

La vittoria che cosa ti ha lasciato?

Un grande morale. Non dovevo farle, ma a questo punto della stagione, preferisco correre che allenarmi per tenere la condizione. Capo lo ha capito e ha ridisegnato il calendario. E ancora una volta ha avuto ragione lui. Grazie Capo!!

Alzini prepara la valigia. Dopo i mondiali, c’è la Cofidis

16.10.2021
5 min
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La Classic Morbihan di ieri è stata l’ultima corsa di Martina Alzini con la maglia della Valcar-Travel&Service (in apertura, foto @bastiengason), chiusa con la vittoria di Sofia Bertizzolo e il terzo posto di Chiara Consonni. In questo grande rimescolìo di fine stagione, dopo Balsamo e Guazzini, la squadra di Villa e Arzeni perde un altro pezzo importante. E se il presidente ha già raccontato la strategia e le problematiche della sua… creatura, seguire una delle nostre ragazze più rappresentative nel suo viaggio verso la francese Cofidis è motivo di interesse.

Il ciclismo femminile sta cambiando alla velocità della luce. I team WorldTour raddoppiano. Quelli più ricchi comprano la licenza altrui per debuttare subito nella massima categoria (UAE Emirates con Alé BTC Ljubljana). Quelli abituati a fare le cose per gradi scelgono di attenersi alla normativa Uci. Per cui se non hai mai fatto attività nel femminile, prima di salire nel WorldTour devi vivere una stagione come continental. La cosa ha un senso e la Cofidis 2022 sarà appunto una continental, con le spalle coperte però dal team di Vasseur.

Famiglia Valcar

Alzini alla Valcar-Travel&Service è arrivata due anni fa, non è di quelle atlete che hanno fatto lì tutta la trafila, però il senso del distacco c’è ugualmente.

«L’emozione è forte – dice – ho come la sensazione di lasciare una famiglia. Alla Valcar sarò grata per sempre, perché mi accolsero quando chiuse la Bigla, nonostante fossimo nell’anno del lockdown. Per questo ho aspettato la loro proposta sino all’ultimo, prima di accettare quella della Cofidis».

Il sesto posto del quartetto a Tokyo è stato amaro, ma è un punto di partenza verso Parigi 2024
Il sesto posto del quartetto a Tokyo è stato amaro, ma è un punto di partenza verso Parigi 2024
Come mai proprio loro?

Quando è uscita la notizia che avrebbero fatto il team femminile, si sapeva che fossero alle prime armi. Si sono mossi sul mercato cercando prima le francesi più forte, che però avevano quasi tutte un altro anno di contratto. Sono un’azienda internazionale, hanno annunciato di voler prendere metà francesi e metà atlete di altri Paesi e così hanno cercato anche me. Credo sia bello per il ciclismo femminile. Ho scelto loro perché alle spalle c’è una squadra WorldTour. Avremo le stesse maglie, le bici, gli accessori e parte dello staff. Ho parlato con Vasseur, il capo è lui. Ho già una mail con i vari ritiri e saremo spesso insieme al team maschile. Lo trovo molto motivante.

Come te la cavi col francese?

Lo parlo bene. Le lingue sono la mia grande passione, questo non sarà certo un problema.

Cos’hanno alla Cofidis più degli altri team?

E’ chiaro che ancora non so bene, dobbiamo ancora cominciare. E’ una scatola chiusa che non vedo l’ora di aprire. Però nel contratto ci sono molti punti che altrove non vengono nemmeno considerati. Vedo tanta tutela del lavoro. Avendo 24 anni magari posso non preoccuparmene, ma leggere che verrà creato un fondo pensione mi fa capire che si parla di vero professionismo.

Sarai l’unica atleta italiana, in apparenza, in un team che di italiani ne ha: dal diesse Damiani a Simone Consonni, passando per alcuni dello staff come Amadio…

Damiani lo conosco bene, vive nel paese in cui sono nata, e qualche parola con lui l’ho scambiata. E’ un passaggio che mi stimola molto e non mi fa paura. Ho già assaggiato con la Bigla l’esperienza di un team internazionale, che mi ha dato qualcosa di più.

Alla Valcar-Travel&Service per te era soprattutto tirare per ragazze più veloci, anche se Arzeni ha sempre detto che se credessi di più in te stessa…

E’ un punto su cui lavorare e credo sia vero. Anche per questo, nonostante con loro stessi davvero benissimo, a 24 anni mi è venuta voglia di togliermi qualche soddisfazione personale. Non lascerò assolutamente la pista, ma nella prima parte di stagione ci terrei a mettermi in evidenza, anche per dimostrare alla Cofidis che ha fatto bene a puntare su di me per i prossimi due anni. C’è anche il Tour…

Che in una squadra francese…

Sarà importante! Non sarebbe male fare bene in una tappa. Fra le ambizioni però c’è anche l’idea di arrivare bene alle Olimpiadi di Parigi. Ci tengono molto anche loro, per questo avrò lo spazio che serve per la pista.

Abbiamo fatto la prima intervista su bici.PRO all’inizio della stagione, si parlava di andare a Tokyo…

Vero (sorride, ndr), per certi versi mi aspettavo una stagione come questa. Volevo andare alle Olimpiadi e fare bene, l’ambizione era una medaglia quindi il sesto posto del quartetto è amaro. Ma ci siamo guardate in faccia e abbiamo capito quello che possiamo fare per migliorare. La stagione è venuta come l’avevo programmata. Ho corso abbastanza anche su strada. Il secondo posto nella crono di apertura del Toscana è stato figlio della pista. Qualche punticino insomma l’ho portato a casa.

La pista è parte integrante del suo bagaglio, così come le crono, ma sa vincere anche su strada
La pista è parte integrante del suo bagaglio, così come le crono, ma sa vincere anche su strada
La famiglia si disperde o resterà unita?

Guardo queste ragazze. Si ride, si scherza con la consapevolezza che saranno gli ultimi giorni insieme. Mi piacerebbe fra qualche anno correre ancora insieme, non si può mai sapere. Mi piacerebbe anche trovarmi con loro ogni tanto per un aperitivo, vestite normali. Intanto il prossimo lo paga Guazzini…

Perché?

Quando è venuto fuori che Elisa (Balsamo, ndr) cambiava squadra, non ha detto a nessuno dove sarebbe andata. Così fra noi abbiamo scommesso e chi indovinava avrebbe pagato l’aperitivo. E la “Vitto” ha detto la Trek, quindi tocca a lei.

Per chiudere la stagione manca solo un appuntamento…

Il mondiale su pista della prossima settimana. Perdere proprio la Guazzini per la caduta della Roubaix è stato una sfortuna. Ho visto l’entry list del quartetto, ci sono dei bei nomi, ma siamo dei bei nomi anche noi. Da lunedì si va tutte in pista. E magari ce ne andiamo dal 2021 con un buon sapore nella bocca.

Bergamo, un altro iride: con Villa alle radici della Balsamo

11.10.2021
7 min
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«Ho l’abitudine di studiare – dice Villa – e avevo previsto che il ciclismo femminile avrebbe vissuto un’escalation. Ho provato a fare due conti, ma il WorldTour sarebbe stato un passo troppo lungo. Così ho letto bene le newsletter dell’Uci e ho visto che gli inviti si baseranno sul ranking, per cui per quello siamo tranquilli. Non essendo nel WorldTour, il solo modo per farsi notare è fare attività intensa. Si tratta comunque di un investimento».

Bergamo iridata

Due maglie iridate nella stessa provincia. A trenta chilometri dalla casa della Colpack e di Baroncini, nella stessa pianura bergamasca che ribolle aziende e ciclisti, si trova infatti la Valcar, primo sponsor della Valcar-Travel&Service, casa di Valentino Villa ed Elisa Balsamo. A un certo punto, nei giorni del Giro d’Italia Donne, sembrava che la squadra fosse a un passo dal WorldTour, poi non se ne è fatto più niente. E così adesso, a fronte di alcuni elementi di spicco che cambiano aria come la campionessa del mondo, Guazzini e Alzini, il presidente è alle prese con un bel dilemma e lo vedi che gli costa pensieri faticosi. Andare avanti a oltranza, oppure accettare la proposta del giusto squadrone WorldTour e lasciarsi inglobare? Il tempo di concordare di darci del tu, dunque, e si comincia. 

La Valcar è un’azienda che si dedica alle lavorazioni di precisione sui metalli, Villa è uno dei due soci
La Valcar è un’azienda che si dedica alle lavorazioni di precisione sui metalli, Villa è uno dei due soci
Non deve essere facile…

Ho una mia visione e il brutto vizio di non vivere il presente, ma di pensare al futuro. Penso che fra 2-3 anni, le squadre come la nostra non ci saranno più. Per il bene di questo movimento, l’abbinamento tra squadre WorldTour maschili e team femminili funzionerà. Credo che alla fine dovrà abdicare anche la SD Worx e lo vedo come un bene per le atlete. Poi servirà creare una categoria U23 come quella degli uomini in cui far crescere le ragazze, mentre ad ora questo ruolo lo svolgiamo noi e le squadre come noi.

Siete stati avvicinati da qualche squadra?

Abbiamo avuto due trattative. Una con la Uae, ma si è arenato tutto sul fatto che non siamo ancora WorldTour e che non abbiamo una dimensione troppo internazionale. So che poi sono passati alla Alé. Poi abbiamo avuto contatti con la Ef Pro Cycling, con cui sembrava quasi fatta, ma si è fermato nuovamente tutto. Se penso alla nostra squadra, la vedo allineata con un team maschile, senza però perdere tutta la filiera delle giovanili. Ragione per cui chiedo di essere io a dirigere l’eventuale nuova realtà.

Come hai vissuto il mondiale? 

Il venerdì Davide (Arzeni, diesse del team, ndr) era qui e poi è partito in macchina. L’ho invidiato. Io ho visto la corsa con mia madre, la prima tifosa e la più anziana della squadra. Se devo dire, per Elisa avevo già gioito agli europei. Quando l’ho vista fare tante volte e bene quella salita così dura dopo un’estate tutta in pista, ho capito che ai mondiali non l’avrebbero staccata. Non sono un tecnico, ma a forza di guardarle, capisco da come si muovono sulla sella e dai loro atteggiamenti in bici se stanno bene o male.

Marta Cavalli ha corso con la Valcar-Travel&Service dai 13 ai 23 anni, poi è passata alla Fdj. Villa ne ha un grande ricordo
Marta Cavalli ha corso con la Valcar-Travel&Service dai 13 ai 23 anni, poi è passata alla Fdj
Sei uno dei pochi presidenti che si occupano direttamente delle bici delle atlete…

Vengo dal mondo dei millimetri. Alle corse studio le bici degli altri. Ho passato qualche ora con Colnago, con Marra di Fsa e Colleoni di Veloflex a parlare di tecnologia dei loro componenti. Sono arrivato al punto di realizzare per Cannondale dei forcellini al Cnc. Nella mia azienda conosco tutti i ruoli, idem nella squadra. Conservo le immagini dei primi test di Elisa. E oggi quando osservo le nuove atlete, un po’ d’occhio l’ho sviluppato anche io.

Elisa Balsamo.

Elisa è… Elisa (Valentino si commuove, ndr). Devo molto a lei. Al di là dei risultati, è sempre stata una ragazza comprensiva, capace di rinunciare al suo compenso per migliorare la squadra. Vi ho già raccontato di quando si tagliò lo stipendio, no? Quando arrivò, le dissi: «Tu sei Ronaldo e vieni alla Valcar». Ma le dissi anche che per un anno avrebbe corso in una squadra ridimensionata. Avevamo inserito ragazze giovani che crescessero con lei e fossero in grado di starle accanto nei 3-4 anni successivi. E ha funzionato benissimo. Vinse il mondiale in pista il primo anno e quello su strada al secondo.

Come si sposa questa dimensione familiare con quella del WorldTour?

Siamo il baluardo del ciclismo italiano. Ma se il lavoro di Davide e Valentino deve andare avanti, allora il nome della squadra deve cambiare. Non posso fare certi investimenti e mi dispiace parlarne, ma c’è una realtà di cui devo tenere conto. 

Chi è Davide Arzeni?

Davide è la persona giusta per gestire questa fase di passaggio. Siamo appassionati di ciclismo a 360 gradi, osserviamo con la stessa attenzione la junior e la numero uno al mondo. Ci piacciono la pista, il cross e la strada, anche per dare alle ragazze modo di assecondare le loro passioni. Con Arzeni formiamo una bella coppia. Quando parliamo, ci capita di completare l’uno le frasi dell’altro. Non c’è mai diversità di vedute, la nostra forza è questa. Arriviamo sempre uguali alla conclusione, sempre con il bene della squadra per la testa. 

Vanno via dei pezzi importanti.

Se avessimo potuto, le avremmo tenute tutte. Ma adesso ci aspettiamo la maturazione della Consonni e della Gasparrini, con un occhio di riguardo per le new entry come Anastasia Carbonari e per le ragazze che vorrebbero venire.

Guazzini e Alzini lasciano entrambe la Valcar-Travel&Service: la prima va alla Fdj Nouvelle Aquitaine, la seconda alla Cofidis
Guazzini e Alzini lasciano la Valcar-Travel&Service: la prima va alla Fdj , la seconda alla Cofidis
Ad esempio chi?

C’è una decina di straniere che ci hanno scritto e fra le motivazioni hanno indicato l’ambiente di squadra. Osserviamo i risultati, ma senza dimenticare l’umanità delle persone. Per questo alla fine si crea un bel rapporto. Mi sono commosso quando ho visto la Cavalli vestita con la maglia Fdj. Marta venne da noi a 13 anni e se ne è andata a 23. Si deve lavorare e qualcosa verrà fuori.

Con grande fede nella divina provvidenza?

Fiducia cieca. Mio padre era contadino e mi diceva che il campo coltivato può non dare frutti, mentre uno che non hai considerato può dartene in quantità. Avevo 7-8 anni quando accadde che un campo coltivato e concimato non diede pomodori, mentre quello accanto lasciato quasi incolto ne fece a quintali. Un’esperienza che mi ha segnato. E’ il mio modo di cambiare le cose, il mio invito alle persone che ho accanto pe spiegargli come cambiare le cose: «Fate, fate, fate!».

Anastasia Carbonari è l’ultima arrivata nella Valcar-Travel&Service
Anastasia Carbonari è l’ultima arrivata nella Valcar-Travel&Service
Dino Salvoldi.

Una volta non convocò una mia ragazza e lo presi di petto. Poi andai in un’azienda in cui un imprenditore voleva licenziare un operaio, che però era bravissimo e faceva produzioni di altissima qualità. E non feci che dirgli di tenerlo, perché uno che era capace di certi risultati, meritava di essere tenuto. Quando uscii mi venne il flash, pensando a Salvoldi.

E cosa facesti?

Lo chiamai e gli dissi che uno come lui, con tutti i risultati che faceva, non doveva essere criticato. E aggiunsi che non lo avrei mai più attaccato.

E se nei prossimi giorni arriva un team WorldTour e vi propone di unirvi?

Sacrificherei anche domattina il nome Valcar&Travel Service, se servisse a dare un futuro alla squadra.

Sorride sincero. Il cuore è per le ragazze prima ancora che per il nome della sua azienda. Valentino è anche andato in pensione con il sogno di occuparsi a tempo pieno della squadra, ma c’è una forza neanche troppo invisibile che lo tiene legato all’azienda. Dirigenti come lui sono alla base dello sport italiano, capaci di fare miracoli. Se WorldTour sarà, che i nuovi non facciano rimpiangere i vecchi. A questo però forse dovrebbe pensare la stessa Federazione che poi sfoggerà le medaglie. Una stretta di mano, il nostro viaggio continua.

Nasce FAS – Airport Services, nuova realtà del cross femminile

09.10.2021
4 min
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Lo scorso fine settimana ha fatto il suo debutto ufficiale un nuovo team di ciclocross femminile. Si tratta del FAS – Airport Services. Anima del progetto è Valentino Villa, presidente della Valcar – Travel & Services che nelle ultime settimane si è prodigato in prima persona per creare la nuova struttura.

È lo stesso Villa a raccontare la nascita della sua nuova creatura sportiva di cui vi avevamo già parlato in un nostro precedente articolo: «Non possiamo nasconderci: la multidisciplinarietà è diventata cruciale per lo sviluppo degli atleti. Il ciclismo sta cambiando e l’evolverci è nel nostro Dna. Quando ho raccontato questa idea ai nostri sponsor, ne sono rimasti entusiasti. Regalare alle nostre atlete questa opportunità è qualcosa di speciale. Quando si spengono i riflettori della stagione su strada – continua Villa – ho notato che l’attenzione sul ciclocross diventa fortissima. I nostri sponsor potranno così godere di una visibilità di dodici mesi su dodici, se si considera che molti di loro ci accompagnano anche nella stagione su strada».

Fas Airport Service è tra i leader mondiali per i servizi negli aeroporti
Fas Airport Service è tra i leader mondiali per i servizi negli aeroporti

Uno sponsor di prestigio

Main sponsor della nuova squadra è la FAS Airport Services, azienda che offre i propri servizi a tutti gli aeroporti Italiani e alle più importanti compagnie aeree del Mondo. Tra i servizi forniti segnaliamo il Passenger Layover, la riprotezione passeggeri, servizi HOTAC o servizi transfer, oppure il trasporto equipaggi e tecnici, la ricerca e selezione Hotel. Si tratta di servizi programmati o continuativi, oppure in situazioni di emergenze aeroportuali, cancellazione voli, over booking, guasti agli aeromobili o scioperi del personale.

FAS Airport Services annovera tra i propri clienti le principali compagnie aeree mondiali operando sui 30 principali aeroporti Italiani. Per Ryanair e Volotea, recentemente ha ampliato il proprio raggio operativo anche su 8 Aeroporti della Polonia e 3 aeroporti della Slovenia e della Croazia. Il prossimi obiettivo è quello di essere operativa entro il 2022 anche in Germania.

FAS Airport services, tramite il proprio marchio di ADV-T.O. Mercedes Travel, si occuperà inoltre di gestire tutti i viaggi, le trasferte, le prenotazioni voli e hotel della squadra.

Una squadra ambiziosa

La nuova squadra sarà composta da quattro atlete guidate da Eva Lechner, argento ai Mondiali 2014 nel ciclocross e nove volte campionessa d’Italia. Con lei ci saranno Alice Maria Arzuffi, l’attuale maglia tricolore, Lucia Bramati e Silvia Persico. Quest’ultima rappresenta in maniera ideale lo stretto legame che lega la nuova squadra alla Valcar – Travel & Service. Responsabile del team sarà Luca Bramati, due volte vincitore della Coppa del Mondo ciclocross e del Super Prestige. A coordinamento del progetto ci sarà invece Davide Arzeni, direttore sportivo della Valcar – Travel & Service.

Il debutto ufficiale è avvenuto lo scorso fine settimana con Alice Maria Arzuffi impegnata in Belgio a Meulebeke nella Challenge Ethias Ciclocross, mentre Eva Lechner, Silvia Persico e Lucia Bramati hanno gareggiato in Italia a Jesolo. La squadra svolgerà poi un calendario principalmente internazionale partecipando a gare di Coppa del Mondo.

A vestire le ragazze nella loro nuova stagione sarà la divisa realizzata per l’occasione da Giessegi, un’arma in più per affrontare al meglio le difficoltà di una disciplina difficile come il ciclocross.

Fas Airport