Bertolini Di Tano

Di Tano e Bertolini, i due mondi del ciclocross

24.10.2021
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Guardi Vito Di Tano insieme a Gioele Bertolini e ti vengono subito in mente Davide e Golia, troppa la differenza fisica fra i due, come anche l’epoca nella quale sono emersi. La foto di apertura, in una vecchia conferenza stampa alla Guerciotti, è esemplificativa, eppure i punti di contatto sono tantissimi, a cominciare dal fatto che entrambi sono saliti fino in cima alle gerarchie italiane del ciclocross. Ora quello strano connubio si è ricomposto: è vero, Gioele ha un suo preparatore, ma questo poco incide, in casa Guerciotti Selle Italia rimettere insieme il tecnico ex campione del mondo e il giovane rampante era troppo succulenta.

Il particolare che rende il tutto ancora più simpatico è il fatto che quando poniamo il tema al diesse pugliese, scoppia in una fragorosa risata: «E come si fa a fare un paragone? Io e Gioele siamo proprio agli antipodi, come la notte e il giorno. Due fisici opposti ma anche due epoche molto lontane: spesso ci mettiamo a parlare delle nostre rispettive esperienze, lui neanche ci crede quando gli dico che ai miei tempi nelle gare di ciclocross c’era anche un chilometro e mezzo da fare a piedi, ora se ci sono 200 metri si lamentano…».

Di Tano Mondiali
Vito Di Tano in una foto d’epoca, con la maglia iridata: ha vinto il titolo nel 1979 e 1986
Di Tano Mondiali
Vito Di Tano in una foto d’epoca, con la maglia iridata: ha vinto il titolo nel 1979 e 1986
Eppure nella preparazione dei ciclocrossisti la parte a piedi viene ancora molto curata, Van Aert ad esempio si è addirittura presentato al via di una mezza maratona…

Sì, ma i percorsi ormai sono tutti filanti, veloci, spettacolari. Io mi salvavo proprio per il mio “motore”, a piedi riuscivo a guadagnare molto su chi era più leggero, soprattutto in condizioni di clima e terreno difficili. Oggi ad esempio, di crossisti alti 1,93 come me non se ne vedono tanti, ma anche su strada sono decisamente pochissimi. Lo ammetto, oggi sarei stato in difficoltà…

Bertolini quindi è “figlio” di quest’epoca ciclocrossistica?

Certamente, è ideale per questo tipo di competizioni, in gare dove oltre all’esperienza – e quella se la sta costruendo – servono variazioni, rilanci continui, scatti a ripetizione, un po’ tutto quello che poi viene utile per chi fa la strada.

Gioele non è certo una nuova scoperta per te…

Ci conosciamo da quando iniziò fra gli juniores e il nostro sodalizio è durato fino a 3 anni fa, poi lui ha deciso di provare a dedicarsi con più attenzione alla Mtb per guadagnarsi una chance olimpica, ma ci siamo lasciati amichevolmente e tenuti in contatto. E’ stato sfortunato, l’infortunio lo ha frenato e risalire non è facile, anche perché ti ritrovi sempre a partire da dietro. Quest’anno ci siamo parlati, ci ha detto che voleva tornare a correre nel ciclocross in maniera seria, ritornare quello dei mondiali di Valkenburg e noi siamo subito stati al suo fianco.

Bertolini Mondiali 2018
Gioele Bertolini ai mondiali di Valkenburg 2018, conclusi clamorosamente al 6° posto
Bertolini Mondiali 2018
Gioele Bertolini ai mondiali di Valkenburg 2018, conclusi clamorosamente al 6° posto
Come lo hai ritrovato?

Umile e concentrato. Gioele ha una grande capacità: è uno che si mette sempre in discussione e il suo ritorno nasce da questo. Sa che la ripresa è difficile, praticamente viene da due anni di assenza e quindi nelle prove internazionali deve risalire la china, partire da dietro e ci vuole tempo. Ma lo abbiamo e faremo di tutto perché avvenga. Ha evitato le ultime gare della stagione di Mtb proprio perché tiene a ritornare quello di una volta.

Parlavamo prima delle vostre differenze fisiche. Tecnicamente ci sono punti di contatto fra voi?

Nelle salite, al suo confronto ero un elefante… Gioele è velocissimo, inoltre è dotato di particolari capacità di guida e ha una grande forza nel carattere perché affronta tutto con grande tranquillità, prima e durante la corsa. Questa sua mancanza di ansia fa bene a tutta la squadra, soprattutto ai più giovani. Jakob Dorigoni ad esempio è ben diverso, è più un cavallo pazzo, ha sempre un pizzico di nervosismo, ma è il suo modo di approcciarsi all’evento.

Bertolini Dorigoni 2021
Bertolini davanti a Jakob Dorigoni: compagni di squadra ma molto diversi nell’approccio alle gare (foto Billiani)
Bertolini Dorigoni 2021
Bertolini davanti a Jakob Dorigoni: compagni di squadra ma molto diversi nell’approccio alle gare (foto Billiani)
Rispetto ai tuoi tempi, le bici quanto sono cambiate?

Parliamo di due mondi lontanissimi… Ai miei tempi ad esempio usavamo telai da 65, quelli di ora sembrano la metà, a noi pareva di guidare dei camion con rimorchio per tanto che erano pesanti da rilanciare.

Da Gioele che cosa ti aspetti?

Sta lavorando con calma, il primo obiettivo è essere pronto per l’Europeo del 7 novembre, poi faremo un punto della situazione per programmare la stagione perché non si potrà essere al massimo fino a fine gennaio, dovremo capire dove poter scaricare considerando anche che per noi non c’è solo la stagione internazionale, quella italiana è fondamentale per l’immagine degli sponsor. Dovremo metterci a tavolino e studiare, se avremo messo da parte qualche soddisfazione sarà più semplice.