COLFOSCO – Nel magnifico scenario delle Dolomiti dell’Alta Badia viene presentata la tredicesima generazione di una delle bici più iconiche di sempre. La Pinarello Dogma F.
Più leggera di oltre 100 grammi (a parità di taglia), più aerodinamica e sempre rigidissima, certamente identificativa con il suo design. La nuova Pinarello è la prima bici ad utilizzare il carbonio Torayca M40X, con un modulo ancora più alto rispetto alla T1100. Entriamo nel dettaglio anche grazie a Fausto Pinarello e Scott Drawer (performance manager del Team Ineos-Grenadiers).
La creatura di Fausto Pinarello
«Questa è la Dogma numero 13. E’ tanto cambiata – ci dice Fausto Pinarello – ma in ogni epoca è sempre stata un riferimento. La prima Dogma è stata quella in magnesio, sono passati 22 anni tra evoluzione e sviluppo, anche per quello che riguarda i materiali. La nuova Dogma inizia a prendere forma due anni fa. L’apporto ed il supporto del Team Ineos-Grenadiers, con il suo contributo, capacità di analisi e ovviamente grazie ai suoi atleti, sono stati fondamentali nel processo di realizzazione della nuova bici. Anche per questi motivi, abbiamo firmato con loro per altri quattro anni».
Ogni dettaglio fa la differenza
«Amo ascoltare i corridori tutto l’anno – racconta Pinarello – mi piace portare al mio staff i feedback degli atleti, perché ogni parola è uno spunto per far evolvere la bici. Ogni corridore ha delle necessità, ha il suo modo di correre e vivere la bicicletta. La nuova Dogma rappresenta alla perfezione la filosofia Pinarello, un concentrato di tecnologia, prestazioni e bellezza.
«Abbiamo combinato i numeri – prosegue Pinarello – anche quelli più piccoli. Designer, ingengeri e partner hanno lavorato duramente per arrivare a questo risultato, dove io metto la firma e dove il design deve essere identificativo con DNA Pinarello».
Marginal gains per grandi differenze
«La ricerca delle prestazioni è cambiata tantissimo negli utlimi anni e non si tratta esclusivamente di marginal gains – ci dice Drawer – o meglio, ogni dettaglio è parte integrante di un grande processo evolutivo. Il nostro approccio negli anni non è cambiato, si è evoluto e la conferma della bontà del lavoro arriva anche dal fatto che tutti i team hanno investito tantissimo per seguire la nostra linea di pensiero.
«Quando abbiamo iniziato a ricercare ed analizzare, i margini di miglioramento erano elevati ed immediati, perché non c’era uno storico in questo senso. Ora i miglioramenti sono costanti, è ancora possibile migliorare tutto quello che è legato alla performance – conclude Drawer – ma il processo è più lento. La nuova Dogma F è parte di un sistema che chiamiamo performance planning. Come corriamo? Come ci alleniamo? Quale supporto tecnico utilizziamo? Possiamo dire che le bici Pinarello si sono evolute con noi».
La prima bozza nel 2022
Le analisi e gli studi che hanno permesso di realizzare la Dogma F partono dal Tour de France 2022. E’ stato preso in esame tutto quello che ha fatto Geraint Thomas. Cosa accade in ogni singolo momento di un Grande Giro? Non c’è esclusivamente la salita, o la discesa, oppure i tratti in pianura percorsi a velocità folli.
Una gara non è fatta solo di sprint ed accelerazioni, oppure di asfalto perfetto, perché ci sono anche il pavè ed il gravel. Numeri e dati, analisi su analisi, tutto doveva collimare per dare una bici totale. Più leggera di 108 grammi, sviluppata con i nuovi modelli CFD e con un coefficiente di efficienza aerodinamica migliore dello 0,2% (tantissimo).
La nuova Pinarello Dogma F
Il carbonio Torayca M40X, che compare per la prima volta nell’ambito bici, ha un modulo ancora maggiore del T1100 grazie ai 377 fili per pollice quadrato (rispetto ai 324). L’impiego del nuovo tessuto di carbonio e l’evoluzione delle forme di ogni profilato hanno obbligato a variare in modo importante l’impatto estetico (ed i volumi) di alcune parti della bici. La scatola del movimento centrale ad esempio, più grande, più arrotondata nella sezione inferiore, ma sempre fedele alla larghezza da 65 millimetri e alle calotte filettate per il movimento centrale. La sua forma deriva (Aero-Keel) da quella utilizzata per la bici da pista di Ganna. Tutto il carro posteriore e la forcella hanno passaggi più larghi degli pneumatici (fino a 30 millimetri di larghezza).
La tubazione obliqua è stata ridisegnata ed ha subito una cura dimagrante. E’ stata ridotta la superficie interna tronca, a favore di un risparmio di peso e senza sacrificare rigidità ed efficienza aerodinamica.
Il tubo sterzo è stato ridotto complessivamente di 8 millimetri (per quello che concerne i volumi), anche in questo caso senza perdere sostanza e rigidità. E’ stata cambiata la serie sterzo che è compatibile con i soli gruppi elettronici.
Sono stati calottati e resi cechi i punti di innesto dei perni passanti. Il blocchetto del reggisella è stato alleggerito ed è più funzionale. Non in ultima la forcella Onda, anche in questo caso completamente ridisegnata. Ha un rake di 47 millimetri, comune a tutte le taglie. Ha uno stelo con due protuberanze laterali (rinforzato e ottimizzato per il passaggio interno delle guaine, nessuna ostruzione, eliminati gli attriti e maggiore precisione nella guida, il tutto con un peso ridotto).
Dogma F e l’arte dell’asimmetrico
Ogni sezione della nuova Pinarello Dogma F è asimmetrica, proprio come da tradizione Dogma. La Pinarello Dogma F è disponibile in quattro configurazioni per quanto concerne la trasmissione (Sram Red AXS, Shimano Dura Ace con e senza power meter, Campagnolo Wireless e prezzi di listino che partono da 14.500 euro). Sono 3 invece le tipologie di ruote, tra Princeton, DT Swiss e Campagnolo. E’ disponibile anche il kit telaio. Sempre ampia la disponibilità della taglie (ben 11), dalla 43, alla 62.
Per gli amanti dei numeri: l’allestimento con il Red AXS ha un valore alla bilancia dichiarato di 6,63 chilogrammi (taglia 53), mentre il Dura-Ace 6,77 (entrambi con le Princeton 4550). Il montaggio Campagnolo Wireless (con le Bora WTO 45) è dichiarato a 6,88 chilogrammi.
Manubrio Talon Fast
Ora adotta il suffisso Fast. Segue il filone attuale che vuole i manubri full carbon ed integrati con il flare della piega, il tutto a norma UCI. La svasatura delle curve è di 7°, ma è anche il design (leggermente ondulato) della piega che permette di fare una grande differenza in termini di comfort e precisione nella presa bassa. Ogni misura ha un attacco manubrio con angolazione di 8° e un’ampiezza della curva di 125 millimetri.