A cosa pensi se il gigante del Tour, quello capace di vincere in volata, in salita e poi a crono, annuncia che ai mondiali farà solo la prova su strada? Wout Van Aert lo ha detto con largo anticipo. A Wollongong correrà la prova su strada e non la crono. Lo smacco dello scorso anno brucia ancora e si può capire. Nel giro di quattro giorni, correndo per giunta in Belgio, il gigante di Herentals fu battuto da Ganna nella crono di Bruges e si spense nella prova su strada vinta da Alaphilippe, arrivando all’undicesimo posto.
Velocisti a rischio
Tutti si aspettavano che la federazione australiana progettasse un percorso su misura per Caleb Ewan, invece il menu prevede un tracciato di 266 chilometri con 3.945 metri di dislivello. Partenza da Helensburgh, poi lungo la costa si arriva a Wollongong. Qui il gruppo farà il primo anello con l’ascesa del Monte Keira (salita di 9 chilometri con una media oltre il 5 per cento). Poi inizierà il circuito cittadino che affronteranno per 12 volte. Esso prevede la salita di Mount Pleasant: un chilometro al 7 per cento e una punta del 14. Dalla cima, ci sono 8 chilometri fino al traguardo.
A questo punto, Wout ha capito che per arrivare fresco alla sfida su strada, dovrà rinunciare alla crono. Troppo alto il rischio di non essere allo stesso livello di Remco Evenepoel, altro leader belga che vinta San Sebastian, passerà attraverso la Vuelta.
Bennati ragiona
E cosa dice Daniele Bennati, sapendo che nella gara in linea si troverà davanti un simile campione mentalizzato sulla gara singola, senza il rischio di spendere energie preziose nei giorni precedenti, nonostante al Tour abbia di mostrato di poter battere Ganna?
«Sapevo che non avrebbe fatto la crono – dice il cittì azzurro, non senza ironia – e mi fa pensare che forse se la avesse fatta, sarebbe stato meglio. Magari arrivava alla prova su strada un pochino più stanco e appagato. Probabilmente preferisce non fare la crono perché nelle prove lunghe Ganna gli ha dato delle belle sberle negli ultimi due anni. Da una parte è meglio per il nostro Pippo che ha un avversario in meno nella crono, però dall’altra si può dire senza dubbio che Van Aert sarà il favorito numero uno per la prova in linea».
Il percorso è adatto a lui?
Parliamoci chiaro, quale percorso non lo è? Forse quello delle Olimpiadi dello scorso anno era un pochino troppo duro, però per come si era gestito, era lì per giocarsi anche l’oro di Tokyo (il belga conquistò l’argento alle spalle di Carapaz, ndr). Quasi qualsiasi tipo di percorso gli è favorevole, per cui sicuramente questa sua scelta ne farà il favorito numero uno per il mondiale.
Come si contrasta un gigante del genere?
Innanzitutto bisogna capire con chi fare la corsa. Sicuramente se gli diamo la possibilità di aprire il gas ai piedi dell’ultima salita, che comunque è a 8 chilometri dall’arrivo, per lui è sicuramente un bel vantaggio. Dipende dalla situazione di corsa, con il Belgio che sarà a sua disposizione. Noi dovremo essere bravi a trovare l’occasione giusta per mettergli i bastoni tra le ruote. Quegli 8 chilometri non sono pochi, un corridore da solo deve avere sicuramente una grandissima condizione per andare all’arrivo, anche perché gli ultimi 3 chilometri molto probabilmente saranno con il vento in faccia.
Si può ragionare, insomma?
Sono fiducioso, perché spesso e volentieri un corridore nettamente favorito non riesce a vincere… Mi ricordo il precedente mondiale in Australia, a Geelong nel 2010. C’era un certo Philippe Gilbert che era veramente superiore a tutto il gruppo. E lui fece il diavolo a quattro su quel percorso che comunque non era semplice. Tutti davanti alla televisione pensavano che sarebbe arrivato con una gamba sola, però alla fine che cosa è successo? Spese troppo attaccando in continuazione, andò via da solo dopo l’ultima salita e quei chilometri fino al traguardo gli rimasero indigesti. E quindi questo è un mondiale in cui si potrebbe ripresentare una situazione simile. E sicuramente può essere a vantaggio nostro.
Cosa pensi di Van Aert?
E’ un corridore veramente stratosferico. Penso di non aver mai visto nel ciclismo moderno affrontare un Tour de France come ha fatto lui. Forse neppure il miglior Sagan riusciva a fare le stesse cose, pur parlando di uno che ha vinto 7 maglie verdi consecutive. La solidità che ha avuto quest’anno Van Aert al Tour de France è stata disarmante.
Pensi sia imbattibile?
Devo dire che in alcune occasioni tatticamente ha lasciato un po’ a desiderare, però un corridore così si può permettere anche di sbagliare tattica, perché è talmente forte che può recuperare il giorno dopo. Però credo che l’Italia in passato sia riuscita, magari tanti anni fa, a vincere dei mondiali al cospetto di campioni come Hinault, Merckx, Indurain. Chissà, prima o poi lo rivinceremo noi come Italia un mondiale, no? E se magari Van Aert uno di quegli errori li fa nella gara di un giorno, allora anche per lui recuperare diventa difficile…