Emozione Evenepoel: l’anno perfetto, peccato per Roglic

11.09.2022
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Non si era mai visto un Remco così emozionato. L’ultima volta che in una conferenza stampa Evenepoel aveva raccontato una grande vittoria era stato nel giorno della Liegi, ma era parso rilassato e con la voglia di parlare. Con il trofeo della Doyenne davanti al volto, il piccolo belga che nel frattempo è diventato un gigante, aveva toccato con mano la realizzazione di un sogno. Questa volta è diverso. Ieri sull’Alto de Navacerrada, il belga avuta la conferma di aver vinto la Vuelta. Così prima è crollato in un bellissimo pianto liberatorio, poi ha riguardato la Vuelta alle sue spalle. Quella che segue è una raccolta delle sue frasi, come spicchi del giorno più bello.

Verso Navacerada, Evenepoel nella morsa di Mas e Arensman
Verso Navacerada, Evenepoel nella morsa di Mas e Arensman
Cosa ti è passato per la testa quando hai tagliato il traguardo?

Non so cosa mi stesse passando per la mente. Dopo tutti gli sforzi e anche dopo tutti i commenti negativi sulla mia persona dell’anno scorso, mi prendo questa rivincita. Ho risposto con i pedali. Questo è stato il primo grande Giro che ho iniziato completamente sano. Sono arrivato nelle migliori condizioni possibili. Sono molto contento di questa vittoria, la prima per il Wolfpack e la prima dopo tanto tempo per il Belgio. Questo è il giorno più bello della mia vita.

E’ stato duro arrivarci?

Ho pensato a tutti i sacrifici degli anni passati. Non è stato facile. Quella caduta al Lombardia di due anni fa, il ritorno a un buon livello. Ho ricevuto anche molte critiche. Io e la mia famiglia abbiamo avuto molti momenti difficili. Anche le ultime tre settimane non sono state facili. Dovevo stare in guardia ogni giorno. La pressione sulle mie spalle è enorme. Volevo salire sul podio e vincere una tappa. Ho vinto la classifica generale e due tappe. Non poteva andarmi meglio.

Eri nervoso stamattina?

Molto. Dall’esterno posso sembrare rilassato, ma non ho dormito molto. Sapevo che sarebbe stata una tappa dura, ma sono sopravvissuto. Ero già emozionato quando mi sono alzato. Perché sapevo di essere vicino al grande obiettivo.

Infine sul traguardo, il crollo emotivo di Evenepoel: la Vuelta è vinta
Infine sul traguardo, il crollo emotivo: la Vuelta è vinta
E’ stata tanto dura?

A parte l’arrivo a Sierra de la Pandera, questa è stata la tappa più difficile. Per il cuore, per il corpo, per la testa… Perché sei così vicino, ma devi continuare a lottare. A tre chilometri dal traguardo mi hanno detto che avrei vinto la Vuelta. Ho sentito i brividi su tutto il corpo e nelle gambe. Non mi importava più di sprintare per il secondo posto. Ho voluto solo godermi quegli ultimi 500 metri. Avevo ancora le gambe, ma non più la testa per uno sprint.

Hai avuto momenti difficili?

Solo la caduta. Due giorni dopo non ero ancora al mio livello. Senza quel problema, avrei concesso meno tempo a Mas sabato scorso.

Il ritiro di Roglic ti ha reso la vita meno dura?

Non si può dire. Le cadute fanno parte del ciclismo. Posso parlarne a ragion veduta, basti pensare al Giro di Lombardia 2020. Certo è un peccato per la Vuelta che Primoz sia scomparso dalla gara. Ma non è vero che sia stato più facile senza di lui. Mas è anche uno dei migliori scalatori del mondo. E’ già arrivato quinto al Tour e per tre volte è arrivato secondo alla Vuelta. Se non fossi caduto, non avrei avuto nemmeno una brutta giornata in questa Vuelta.

L’abbraccio con Ayuso durante l’incontro con la stampa: fra i due 3 anni di differenza
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E’ davvero il giorno più importante della tua carriera?

E’ stato un grande anno, con la Liegi-Bastogne-Liegi San Sebastian e ora due tappe e la classifica finale alla Vuelta. E questo inverno mi sposo. E’ l’anno migliore che potessi immaginare. Ho solo 22 anni ed è solo il mio quinto anno in bici

Ci sarebbe ancora il mondiale…

Scusatemi con il tecnico della nazionale Vanthourenhout, ma al momento non mi interessa. Però posso promettergli che sarò pronto. Non ho pensato al mondiale per tre settimane e non lo farò stasera, né domani (oggi, ndr). Ma da lunedì mi concentrerò al 100 per cento sulla cronometro. Poi cercherò di recuperare per la corsa su strada. Non so cosa ci sarà nelle gambe per allora. E se sarà necessario aiuterò Van Aert.