La UAE punta la licenza Alé per sbarcare fra le donne

10.10.2021
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Un’accelerazione netta e il UAE Team Emirates compra la licenza WorldTour della Alé-BTC Ljubljana, anche se manca ancora l’ufficialità. Gianetti aveva preannunciato l’intenzione della squadra araba di entrare nel ciclismo femminile, ma aveva spostato tutto al 2023. Poi, su richiesta della proprietà, c’è stata un’accelerazione. Fra i motivi si può imaginare il prestigio di correre il primo Tour de France Femmes (di cui Marion Rousse è fresco direttore) con una squadra di donne.

Come vi spiegheremo nell’intervista che uscirà domattina, il primo sondaggio ha riguardato la Valcar-Travel&Service. La trattativa si è fermata davanti al fatto che il team di patron Villa non sia WorldTour e abbia poche ragazze straniere.

Gianetti ha vinto con Pogacar gli ultimi due Tour: con al sua UAE punta anche al femminile?
Gianetti ha vinto con Pogacar gli ultimi due Tour: con al sua UAE punta anche al femminile?

Passi veloci

Non sono molte le licenze WorldTour a disposizione e tutto sommato l’Uci sarebbe stata ben contenta che uno squadrone così grande provasse a guadagnarsela sul campo. La regola è chiara: chi opera già fra le donne parte avvantaggiato. Se ad esempio la Valcar-Travel&Service volesse o potesse (come voleva) entrare nel WorldTour, potrebbe accedere direttamente alla licenza. Se una squadra WorldTour maschile, che non ha mai svolto attività nel ciclismo femminile, volesse ottenerla, dovrebbe correre per un anno tra le continental. Come farà ad esempio nel 2022 la Cofidis. E solo allora, fatta la necessaria esperienza, potrebbe avere la sua licenza per la massima categoria. Evidentemente la UAE, poco avvezza a partire dal basso, non ha voluto aspettare e si è rivolta alla squadra di Alessia Piccolo, il cui mantenimento in vita è assicurato dalla sponsorizzazione di patron Zecchetto.

Contratti e mercato

La notizia girava nell’ambiente da un po’ e l’ha anticipata ieri Cyclingnews. In seguito a quella pubblicazione, tutti i membri della squadra hanno ricevuto un messaggio dalla manager Alessia Piccolo. Li avvertiva del fatto che non ci fosse ancora niente di ufficiale, che le trattative sono in fase avanzata e che saranno loro i primi a saperne qualcosa.

Le cose invece sarebbero piuttosto avanti. UAE ha chiesto di visionare tutti i contratti del team veronese e ha fatto sapere che almeno per il primo anno la struttura della squadra rimarrebbe quella attuale, con Fortunato Lacquaniti al timone e la necessità di definire un parco atlete all’altezza del nome che sta scendendo in campo.

E’ infatti da ridefinire il contratto di Marta Bastianelli, rientrata ieri dalla Gran Bretagna: il vero pezzo forte del mercato. E’ in arrivo Sofia Bertizzolo. Confermata Mavi Garcia (foto di apertura dopo la vittoria all’Emilia), che potrebbe essere l’asso della manica del team: una delle poche in grado di contrastare Annemiek Van Vleuten nel primo Tour de France Femmes. Mentre Marlen Reusser, argento nella crono a Tokyo e campionessa europea di specialità, è passata alla SD Worx.

Bastianelli, qui vincente al Women’s Tour, è in fase di rinnovo del contratto
Bastianelli, qui vincente al Women’s Tour, è in fase di rinnovo del contratto

Colnago e DMT

Se l’assetto tecnico della squadra parrebbe dunque identico all’attuale, poiché nessuno all’interno del team maschile ha esperienza di ciclismo femminile, nulla vieta di pensare che dal 2023 Gianetti possa darle l’impronta voluta, dopo averla osservata per un anno.

Quel che appare ormai certo è che cambierà il nome e cambieranno le divise, la cui grafica è già pronta. La squadra non correrà più su bici MCipollini passando a Colnago, mentre resterebbero fedeli all’attuale gestione le calzature DMT, di proprietà dello stesso Zecchetto.

Il movimento femminile cresce ancora, l’Italia – se ogni cosa sarà confermata – perderà la sua unica squadra WorldTour. L’incartamento è sui tavoli dell’Uci, tutto sembra avviato nella giusta direzione. Allo stesso modo in cui un semplice cavillo potrebbe complicare il discorso. Resta la grande professionalità del gruppo veneto, autentico riferimento nella produzione di abbigliamento, calzature e bici, cui attingono squadre professionistiche e federazioni internazionali. Non dimentichiamo infatti che Alaphilippe ha vinto il mondiale vestito con capi Alé e Pogacar anche ieri al Lombardia continuava a spingere sulle sue scarpe DMT.

Donne: il WorldTour porta soldi, i soldi portano procuratori…

07.10.2021
5 min
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Approfittando della presenza imminente dei professionisti, prima alla partenza e poi all’arrivo della Tre Valli Varesine delle donne, non è passata inosservata la presenza di Johnny e Lorenzo Carera e quella di Andrea Noè, che con loro collabora. La loro agenzia si chiama A&J All Sports e, come dicono le iniziali, è stata fondata appunto da Alex e Johnny Carera, di cui Lorenzo è figlio. Insieme a Noè, dopo aver iniziato fra juniores e under 23, il più giovane della famiglia ha iniziato a lavorare come procuratore nel ciclismo femminile. Fra i primi acquisti della squadra, quello di Elisa Balsamo, iridata a Leuven e prossima al passaggio nel WorldTour con la Trek-Segafredo, è stato celebrato con un post su Instagram (foto di apertura).

E’ evidente che prima della nascita del WorldTour femminile, quando gli stipendi delle ragazze erano poco più di rimborsi spese, nessuno di loro si sarebbe sognato un impegno del genere. Ma se lavori a percentuale sui contratti, rendersi conto che fra le donne si può guadagnare più che in certe squadre professional ha fatto drizzare loro le antenne.

Ai mondiali di Leuven, Lorenzo è il primo da sinistra, poi Ghirmay, il padre Johnny e Mulubrhan
Ai mondiali di Leuven, Lorenzo è il primo da sinistra, poi Ghirmay, il padre Johnny e Mulubrhan

La scelta di entrare

Proprio con Lorenzo perciò, una storia da giocatore di tennis alle spalle, proviamo a fare il primo punto della situazione.

«Con Andrea Noè – dice – avevamo la parte dei giovani con l’obiettivo di prendere con noi ogni anno i 2-3 migliori al mondo. Le donne sono in crescita. Abbiamo iniziato a lavorarci perché ci crediamo molto. Gli stipendi stanno già salendo. Se adesso per fare una squadra WorldTour servono 2 milioni di euro, fra due anni magari ce ne vorranno 5. E’ un’occasione di parità, propiziata dal fatto che le squadre WorldTour dei professionisti stanno costruendo l’equivalente al femminile. Con la nascita del WorldTour anche nelle donne, è diventato tutto più professionale. Così abbiamo deciso, passatemi il termine, di entrare a gamba tesa».

La scuderia Carera vanta un elevato numero di atleti e ovviamente non solo i migliori 2-3 al mondo. Alle spalle di Pogacar e Nibali, ci sono infatti tanti giovani fatti passare più per investimento e scommessa che per la certezza che possano portare a casa una bella carriera. Ma tant’è, ormai il flusso di atleti verso la massima categoria prevede un ricambio continuo, con le tematiche e i dubbi che più volte abbiamo sollevato. Sono maturi per passare? Avranno il tempo che serve per fare esperienza? Fra le donne certe tematiche, stante l’assenza della categoria under 23, certi discorsi rischiano di essere ancora più necessari.

Che ambiente avete trovato?

Le ragazze straniere hanno già da un pezzo il loro agente, mentre da noi lavorava soltanto Perego, ma è anche vero che fino a poco tempo fa gli stipendi non erano come oggi. Adesso cominciano ad aver bisogno di persone che le tutelino e la nostra agenzia segue l’atleta a 360 gradi. Non è solo trovare loro un contratto, anche se quello è la parte centrale.

Sulla pagina Instagram di A&J foto e complimenti a Marta Bastianelli per la vittoria in Gran Bretagna (foto The Women’s Tour)
Sulla pagina Instagram di A&J foto e complimenti a Marta Bastianelli per la vittoria in Gran Bretagna (foto The Women’s Tour)
In che modo funzionerà il rapporto, stesse percentuali degli uomini?

Le stesse, anche se nei casi in cui siamo subentrati, quelli in cui l’atleta aveva già firmato il suo contratto, lavoreremo gratis fino alla scadenza o proveremo a migliorarlo. Quello che ci interessa è iniziare la collaborazione, conoscerci per poter sviluppare discorsi futuri.

Parli di Elisa Balsamo?

Aveva già firmato il suo nuovo contratto. Il suo è il caso estremo e magari adesso che è diventata campionessa del mondo, il contratto si potrà rivedere (voci dal gruppo dicono che il tentativo sarebbe già stato fatto, ma la Trek-Segafredo avrebbe rispedito la richiesta al mittente, ndr).

Mancando fra le donne la categoria under 23, vi muoverete anche fra le junior?

Sicuramente ci portiamo avanti. Lo sport in generale sale sempre di livello, ma non siamo noi a decidere. I ragazzi e le ragazze devono sentirsi pronti, dobbiamo stare attenti a non bruciare le tappe.

Sai bene che se proponi a un ragazzino, a volte minorenne, di diventare professionista, è difficile che abbia la maturità per dire di no…

Non tutti i ragazzi sono uguali. Servono il motore e la testa, perché quando vai di là e aprono il gas, se non li hai entrambi hai dei problemi. Ma come dite voi, vanno analizzati tutti i casi. Se si fa un progetto e per il giovane ci sono le giuste tutele, è un conto. Altrimenti non li fai passare mai a casaccio.

Con Bruno Reverberi e Tomas Trainini alla firma con la Bardiani: il ragazzo era davvero pronto?
Con Tomas Trainini alla firma con la Bardiani: il ragazzo era davvero pronto?
Per prendere un minorenne si passa dalla famiglia?

Sempre. E abbiamo anche piacere a farlo, anche se sono più grandi. Ci piace spiegare chi siamo e come lavoriamo, capire la mentalità di una famiglia e quali valori hanno.

Quante ragazze faranno parte della vostra squadra?

Vogliamo mettere un tetto, siamo severi su questo lato, mantenere il nostro livello, fermandoci a una decida di atlete fra italiane e straniere.

Ti occuperai solo tu di loro?

Continuerò a lavorare assieme ad Andrea (Noè, ndr), abbiamo una bella collaborazione. Entrambi ex sportivi, lui con più esperienza nel ciclismo, io più a contatto con le nuove generazioni (Lorenzo è del 1991, ndr) e questo mi permette di capirli meglio.

Attento che Brontolo è suscettibile al tema dell’età…

Lo so, lo prendo spesso in giro dicendogli che è vecchio (una risata, ndr).

Vos Balsamo 2021

Balsamo come Cipollini nel 2002? Ecco il perché…

30.09.2021
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Un minuto, una volata, un’emozione che si stampa nella mente e non vuole andar via. A qualche giorno di distanza dalla vittoria di Elisa Balsamo ai Mondiali, quell’autentico capolavoro tecnico è ancora oggetto di discussioni. A chi ha qualche anno in più e non si perde un’edizione della rassegna iridata, quella volata di Flanders 2021 ha ricordato un’altra edizione che curiosamente si svolse sempre in Belgio: Zolder 2002, la trionfale cavalcata di Mario Cipollini.

Abbiamo allora pensato di rivivere le due gare in parallelo, non solo riguardandole nei video per trovare punti in comune e altri momenti dissonanti (come è normale che ci siano) ma anche sentendo due personaggi che di quelle cavalcate sono stati attori importanti: Alessandro Petacchi nel primo caso, Marta Bastianelli più recentemente.

Azzurre Zolder 2021
Il gruppo azzurro festante sotto il podio: da sinistra Confalonieri, Guazzini, Longo Borghini, Cecchini e Bastianelli
Azzurre Zolder 2021
Il gruppo azzurro festante sotto il podio: da sinistra Confalonieri, Guazzini e Longo Borghini

La preparazione

Quella volata di Zolder era stata pianificata a lungo, studiata a tavolino: «Ma quello che metti su carta ben difficilmente poi si tramuta in realtà – ammonisce Petacchi – e devi essere bravo a saper improvvisare. A noi venne a mancare Bettini, che… s’intruppò con Freire, ci trovammo così ad affrontare la volata con un uomo in meno. Di Luca aveva tenuto alta l’andatura sullo strappo finale. Scirea e Bortolami avevano fatto la loro parte. Io ero il penultimo uomo, ma mi trovai a dover guidare il treno dai meno 1.200 ai meno 600 metri. Una trenata pazzesca, ancora non so dove trovai le forze. Poi toccò a Lombardi lanciare Mario verso il titolo».

Nel caso di Leuven, le cose stanno in maniera leggermente diversa: «Sapevamo della possibilità di finire la gara in volata e avevamo stabilito i ruoli, ma ha ragione Alessandro, le cose non vanno mai come te le aspetti – afferma la Bastianelli – io ero esentata dal treno, ero una sorta di jolly che poteva tentare l’azione nel finale e/o parare i colpi delle avversarie ed è stato proprio così, soprattutto con la micidiale sparata della Van Vleuten. Quando ho lasciato sfilare il gruppo verso la volata finale sono rimasta sorpresa vedendo che la Confalonieri era in testa al treno azzurro. Sulla carta lei era l’ultima prima di lasciare spazio alla Balsamo, ma in corsa si sono messe d’accordo in maniera diversa».

Bastianelli Balsamo Leuven 2021
L’abbraccio tra la Bastianelli e la Balsamo: nell’ultimo giro l’intesa fra le due è stata determinante
Bastianelli Balsamo Leuven 2021
L’abbraccio tra la Bastianelli e la Balsamo: nell’ultimo giro l’intesa fra le due è stata determinante

L’imprevisto

Le tattiche sono qualcosa che vale come una tela sulla quale però il dipinto è sempre in base all’estro individuale, bisogna saper inventare, ma non sempre si può: «Vi racconto un particolare – interviene Petacchi – facendo la ricognizione avevamo stabilito la volata nei particolari e Bortolami la sera prima si era raccomandato: “Io tiro fino alla curva, poi mi tiro fuori, passatemi sulla destra per affrontare la discesa così non perderete velocità”. Un treno va studiato nei minimi particolari, ma come detto l’assenza di Bettini mi costrinse ad allungare il mio lavoro. Se Bortolami l’avesse saputo, avrebbe sicuramente affrontato la curva in testa. In quei frangenti però non hai il tempo di voltarti e capire cosa succede, quindi svolse appieno il suo compito».

«Il nostro momento difficile è stato prima dell’avvio del treno – rammenta Marta – sull’ultimo strappo la Balsamo era rimasta leggermente staccata, solo qualche metro ma poteva perdere l’attimo. Mi sono messa al suo fianco e senza dirci niente ci siamo riavvicinate alla testa. Volevo darle coraggio, convinzione che poteva farcela, non c’era bisogno di parlarci, in certi casi t’intendi col pensiero».

Cipollini Zolder 2002
Lo straordinario sprint di Cipollini a Zolder 2002, il momento finale di una volata dominata dalla squadra italiana
Cipollini Zolder 2002
Lo straordinario sprint di Cipollini a Zolder 2002, il momento finale di una volata dominata dalla squadra italiana

La stoccata del campione

Petacchi, Lombardi e poi fu tutto pronto per l’assolo finale di Cipollini, che finì non per vincere, ma per dominare: «Mario era un velocista atipico, dalla struttura possente, alta. Chiaramente quella macchina umana aveva bisogno di tempo per raggiungere la massima velocità, per questo pensò che gli serviva essere lanciato dai compagni. Non so se la moda dei treni nacque con lui, Mario ha vinto tante corse e molte in maniera differente, senza il cosiddetto treno. Sicuramente per lui era però importante, anche perché avere chi ti pilota ti consente di prendere meno vento. Ormai tutte le volate hanno le squadre che cercano di costruire il treno giusto e si viaggia a grandi velocità. Se notate, nell’ultimo chilometro le posizioni sono comunque ormai consolidate proprio perché si va forte».

«Anche nel ciclismo femminile è da qualche anno che i team principali cercano di costruire i treni giusti per le loro sprinter – interviene la Bastianelli – io ormai non ho più quella base di velocità per affrontare gli sprint a ranghi compatti, posso giocarmi le mie carte in arrivi ristretti o cercare altre vie».

Balsamo Longo Borghini 2021
La Longo Borghini davanti alla Balsamo: nello sprint finale la neoiridata è stata bravissima a pilotare la compagna
Balsamo Longo Borghini 2021
La Longo Borghini davanti alla Balsamo: nello sprint finale la neoiridata è stata bravissima a pilotare la compagna

Le parole di Elisa

C’è un momento nello sprint vincente della Balsamo sul quale è necessario tornare: Elisa Longo Borghini che la stava pilotando si stava per far da parte, Elisa con un urlo le ha detto di continuare a tirare perché era troppo presto: «E’ vero – testimonia la Bastianelli – in quel momento è stata lucida e scaltra, aveva bisogno che la Longo Borghini spendesse quelle ultime energie rimaste per lanciarla più avanti anche perché gli ultimi 100 metri erano in leggera salita. Al mattino ci eravamo dette che decisive sarebbero state le tempistiche in caso di arrivo in volata, il minimo errore avrebbe rischiato di compromettere tutto. In quel caso la Balsamo è stata attentissima a rispettare il copione e il risultato l’ha premiata».

«Io sono convinto, rivedendo la volata, che se la Longo Borghini si fosse fatta da parte, la Vos avrebbe vinto – interviene Alessandro in base alla sua esperienza di mille volate – per battere una campionessa come l’olandese servono gambe al massimo ma soprattutto una tattica precisa, se si fosse trovata davanti troppo presto non avrebbe fatto altro che tirare la volata alla Vos che poi l’avrebbe saltata, così invece non aveva più né spazio né gambe abbastanza fresche per farlo. Quella vittoria è stata un capolavoro anche per questo». 

Balsamo allo sprint, “Bastia” libera, “Longo” e Cavalli sui muri

25.09.2021
4 min
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Se con le junior è tutto più incerto, perché il gruppo ha meno riferimenti e la capacità di prestazione non permette grossi giochi di squadra, quando parla del mondiale delle donne elite, dei suoi muri, del vento e delle rivali, il discorso di Dino Salvoldi si fa più dettagliato.

«Quando giovedì abbiamo rifatto il sopralluogo – dice – abbiamo avuto la conferma che il percorso di per sé non è troppo impegnativo. L’esito della corsa sarà condizionato da due fattori. Uno è l’Olanda e l’altro è il meteo e non è detto che non siano legati fra loro. Se c’è vento nella prima parte, le olandesi sono capaci di trarne vantaggio. Se riescono a crearsi la superiorità numerica, poi dovranno solo scegliere chi mandare all’attacco. Per questo il nostro piano A è arrivare in volata con quello che resterà del gruppo».

In caso di sprint, sarà Confalonieri a tirare la volata a Elisa Balsamo
In caso di sprint, sarà Confalonieri a tirare la volata a Elisa Balsamo
Resti dell’idea che la deputata a fare lo sprint sarà Elisa Balsamo?

Direi proprio di sì.

Quindi Longo Borghini servirà soltanto per tenere cucita la corsa?

Niente affatto, perché di sicuro nel tratto dei muri attaccheranno e a quel punto lei e Marta Cavalli, le due ragazze con la miglior predisposizione per i dislivelli, dovranno entrare negli attacchi e non collaborare. Poi dovranno fare delle valutazioni. Vedere quante sono, chi sono e quali i rapporti di forza. Poi dovranno guardare indietro per capire cosa fa il gruppo. E se valutano che ci siano le condizioni per andare via, potranno anche collaborare.

Se non va via la fuga?

Immagino un gruppetto di 25-30 ragazze con italiane, tedesche e belghe che vorranno tenere la corsa per arrivare in volata. Ma dobbiamo stare svegli. Se va via un’olandese e prende 15 secondi, è finita. A meno che non trovi accordi sempre difficili da fare. Loro si caricano a fare la differenza, corrono a questo modo e se vedono il vantaggio, sono capaci di tenerlo. Solo loro possono fare la corsa, senza Olanda non c’è selezione. 

E se si arriva in volata c’è una tattica?

Lo schema è che a tirarla sia Confalonieri. La volata va fatta da destra verso sinistra, con l’ultima che si sposta al centro, ma non prima degli ultimi 150 metri. Forse anche oltre, perché prima la strada tira.

Cavalli sui muri del circuito esterno, Balsamo per la volata: il piano è chiaro
Cavalli sui muri del circuito esterno, Balsamo per la volata: il piano è chiaro
E la Bastianelli?

Le ho lasciato carta bianca fino alla campana. Può entrare nelle fughe e se riuscisse ad andare via bene, a noi farebbe solo piacere visto che è velocissima. Al momento della campana, tutti per la Balsamo ed eventualmente per la stessa Bastianelli se Elisa non stesse bene. In assoluto sono divise per coppie.

Coppie?

La prima fase sarà affidata a Cecchini e Guazzini. Poi ci saranno le due ragazze per i muri. Bastianelli libera, infine Confalonieri e Balsamo. Mi sarebbe piaciuto far correre Barbara Guarischi, che sa fare bene l’ultima in volata e viene da una grnade stagione, ma si corre soltanto in cinque e ho dovuto fare delle scelte.

Con le junior siamo in piena terra di nessuno?

Sarà una gara di ripartenze, non si vedranno azioni scriteriate, perché nessuna squadra è in grado di organizzarsi e inseguire. Per cui sarà fondamentale tenere le posizioni. A Trento sono state bravissime, supplendo con il gioco di squadra la differenza di individualità. Per come corrono, potrà esserci indistintamente un arrivo solitario, un gruppetto di 3-5 ragazze come pure il gruppo compatto.

Le junior puntano su Basilico e Ciabocco
Le junior puntano su Basilico e Ciabocco
E noi con chi ce la giochiamo?

Con Basilico e in seconda battuta con Ciabocco, seguendo con attenzione alcune ragazze. Linda Riedmann, la tedesca che ha vinto l’europeo. Ivanchenko, la russa che ha vinto la crono qui a Bruges. E forse la Backstedt, anche se il percorso non le si addice molto. Noi ci saremo, vedrete che ci faremo valere…

Crestanello 2021

Da Vicenza arriva Lara Crestanello, sprinter del futuro

21.08.2021
4 min
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Piccoli talenti crescono. Dietro le grandi del ciclismo femminile iniziano a farsi vedere forze nuove e Lara Crestanello è una di queste. Diciannove anni, nata a Meda di Velo d’Astico, nel Vicentino, Lara si è messa in evidenza domenica in Francia, nella seconda prova del weekend, la Picto Charentaise vinta in volata dalla polacca Marta Lach su un’altra Marta ben più nota, la Bastianelli che aveva trionfato il giorno prima alla Perigord Ladies. Nello sprint Lara ha chiuso settima e ai più attenti non è sfuggita la sua presenza in un ordine d’arrivo ricco di campionesse e vecchie volpone.

La particolarità di Lara, a detta di chi la conosce, è che unisce in sé due anime profondamente diverse: quella della ragazza di 19 anni molto social, estremamente comunicativa, si abbina perfettamente a una concentrazione massima sul mestiere, che non ti aspetteresti in una ragazza della sua età, ancora alle prime armi.

Crestanello ciclocross 2016
Anche la Crestanello ha radici in più discipline: qui (a sinistra) è terza ai Tricolori esordienti di ciclocross 2016
Crestanello ciclocross 2016
Anche la Crestanello ha radici in più discipline: qui (a sinistra) è terza ai Tricolori esordienti di ciclocross 2016

«La bicicletta è la mia passione – tende quasi a giustificarsi – ma la vivo molto seriamente. So che se vuoi emergere devi dedicarle tempo, non pensare se ti alleni per mestiere o nel tempo libero, ti alleni e basta. Se per ottenere qualche risultato bisogna rinunciare a qualche uscita serale (qualche, non tutte…) si fa».

Che cosa hanno detto al tuo team (la Bepink di Walter Zini) del tuo risultato?

Sono rimasti molto contenti anche se è solo un piazzamento, ma sapevamo che in quelle gare ci sarebbero state grandi atlete e essere riuscite prima a piazzare Nadia Quagliotto sul podio al sabato e poi io nella Top 10 alla domenica è un grande bottino. Io sapevo che quel percorso mi si poteva adattare perché era molto piatto, con un circuito finale da coprire 5 volte: in gara ho detto che sentivo le gambe buone e quindi la volata l’avremo fatta io e la neozelandese Drummond. Nello sprint c’è stata una caduta dall’altra parte della strada, io ero lanciata e sono riuscita a evitare l’incidente, trovando un bel risultato che rimette un po’ le cose a posto.

Crestanello Bepink 2021
Con i suoi 19 anni la Crestanello è stata la più giovane classificata nella Top 10 della gara francese (foto Ossola)
Crestanello Bepink 2021
Con i suoi 19 anni la Crestanello è stata la più giovane classificata nella Top 10 della gara francese (foto Ossola)
Perché?

Non è stato un anno facile. Innanzitutto a inizio stagione ho preso il Covid e ho visto vanificare tutto il lavoro fatto in precedenza. Poi in primavera ho dovuto preparare la maturità (è diplomata al liceo scientifico con indirizzo sportivo, ndr) quindi solo ora comincio ad andare come voglio. Diciamo che per me è un punto di partenza.

Tu hai solo 19 anni ma ti trovi a correre con atlete Elite, molto più grandi e smaliziate. E’ vero che c’è molto da imparare, ma non sarebbe meglio alla tua età trovare una categoria di mezzo?

Sicuramente, il passaggio di categoria si sente tantissimo, troppo secondo me. I primi anni si soffre, devi avere grande carattere e determinazione per tirare avanti e avere pazienza, molte ragazze tendono a smettere. Poter gareggiare solo con le Under 23 sarebbe un grande aiuto per poter crescere più gradatamente.

Crestanello basilico 2020
Insieme alla Basilico ha conquistato il bronzo agli Eurojuniores 2020, oltre ad altre 2 medaglie
Crestanello basilico 2020
Insieme alla Basilico ha conquistato il bronzo agli Eurojuniores 2020, oltre ad altre 2 medaglie
Tu sei una velocista pura, come non ce ne sono molte nel panorama nazionale e hai già un buon passato su pista con tre medaglie europee junior. Continuerai a frequentare i velodromi?

La mia intenzione è quella, ma quest’anno non è stato possibile per tante ragioni. Avendo un solo velodromo a disposizione ed essendo nell’anno olimpico era quasi sempre occupato e non c’erano molte occasioni per potersi allenare. Comunque a Fiorenzuola per la 6 Giorni c’ero e conto di non trascurarla negli anni a venire, ho visto quanto possa essere utile.

C’è fra i tuoi sogni qualche gara speciale che vorresti vincere?

Devo ancora crescere tanto e non voglio apparire montata. Certo gare come il Fiandre o la Roubaix sono qualcosa di eccezionale, quel che resta però è quando vinci un titolo, perché non te lo toglie nessuno…

C’è un’atleta alla quale ti ispiri?

Per il mio modo di correre il modello è Marianne Vos, velocissima ma capace di vincere dappertutto. Anche se il mio mito è un ciclista che aveva caratteristiche completamente diverse da me ma mi faceva impazzire per il suo modo di correre. Chi è? Marco Pantani….

Bastianelli a 360 gradi, dalla tavola alle scelte più importanti

18.08.2021
5 min
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Il punto della situazione, pedalando a ritmo blando verso casa, prendendosi il tempo per pensare e fare le scelte giuste. Marta Bastianelli è rientrata da Tokyo e ha trovato il modo per vincere alla vigilia di Ferragosto nella Perigord Ladies battendo in volata Erica Magnaldi e arrivare seconda l’indomani a La Picto Charenteise, battuta dalla polacca Lach, che si chiama ugualmente Marta.

Tokyo finalmente

Le tanto attese e desiderate Olimpiadi si sono risolte in una faticaccia in quel caldo umido e pazzesco. E visto che l’obiettivo era tornare a casa almeno con una medaglia, le azzurre si sono rimboccate le maniche lavorando per il bronzo di Elisa Longo Borghini.

«E’ stata un’esperienza particolare – racconta Bastianelli – resa particolare, come vi ha raccontato Elisa Longo Borghini, dalle tante restrizioni. Per fortuna almeno noi abbiamo avuto il pubblico. La gente non ha resistito ed è scesa in strada. Il percorso era impegnativo, ma io ho pagato soprattutto il caldo e l’umidità e nel finale mi sono spenta».

A Tokyo ha corso al 44° posto, lavorando finché ha potuto per il bronzo di Longo Borghini. Le scelte di Salvoldi hanno creato discussioni
A Tokyo ha corso al 44° posto, lavorando finché ha potuto per il bronzo di Longo Borghini

Scelte importanti

Se hai vinto un campionato del mondo e un europeo e grandi classiche come quelle che impreziosiscono la bacheca della laziale che vive in Abruzzo, perché le Olimpiadi dovrebbero colpirti? Che cosa le rende così uniche?

«E’ il senso di far parte di qualcosa di molto esclusivo – prosegue Marta – vedere così poche atlete raccolte nella stessa gara. A volte mi giravo e scoprivo di essere in coda al gruppo, poi guardavo davanti ed erano poche anche davanti. Eravamo 60 in tutto. Ho sempre detto che mi mancava un’esperienza così e sono contenta di averla vissuta. Sono in una fase decisionale importante, sto pensando se continuare o no. Penso al futuro, alla famiglia, al lavoro nelle Fiamme Azzurre, a Clarissa che vorrebbe un fratellino. Il contratto scade, ma ci sono richieste. Non vi nascondo che mi piacerebbe arrivare bene al finale per fare un bel mondiale. Ma se decidessi di continuare, vorrei firmare prima».

Per chi corre nei corpi militari (da sinistra Paternoster, Cecchini, Frapporti, Bastianelli, Lamon e Guderzo) le Olimpiadi sono il vero focus
Per chi corre nei corpi militari (da sinistra Paternoster, Cecchini, Frapporti, Bastianelli, Lamon e Guderzo) le Olimpiadi sono il vero focus

Svolta Lombardi

Il cambio di passo che le ha permesso di vincere due corse e correre un discreto Giro d’Italia (tre piazzamenti fra i primi 5) c’è stato a tavola, grazie allo zampino di una nostra conoscenza: Erica Lombardi, dietista dell’Astana , uno fra i nostri punti di riferimento per ciò che concerne la nutrizione.

«Erica mi segue da metà stagione – spiega Marta – e si è rivelata un supporto pazzesco e una grande persona. Mi ha dato buoni consigli che non credevo sarebbero stati utili alla mia età e con un fisico come il mio, segnato da vari incidenti e dalla gravidanza. Nessuna ricetta segreta, semplicemente l’accortezza di mettere insieme dei cibi piuttosto di altri, facendo in modo di mantenere sempre l’abbinamento fra carboidrati, proteine e verdure. Eliminando il glutine e il lattosio che mi gonfia. Mi sta insegnando a mettere insieme cibi sani anche in gara».

Agli europei 2020 di Plouay, assieme alla Guderzo, ha lavorato per Longo Borghini, poi arrivata seconda
Agli europei 2020 di Plouay, assieme alla Guderzo, ha lavorato per Longo Borghini, poi arrivata seconda

Età e peso

A ben vedere il passare del tempo e il tema del peso, che si fa fatica ad affrontare parlando con una donna (per fortuna Marta è la prima a scherzarci sopra, facendo battute), è causa di mutamenti che incidono direttamente sul recupero e la stessa capacità di prestazione.

«C’è poco da nascondere – ammette – il fisico cambia a livello di consumo energetico, qualcosa che bisogna saper gestire, stando attendi a tutto. I suggerimenti di Erica aiutano anche a tenere sott’occhio il peso, che ha riflessi diretti sulla prestazione. E’ qualcosa che nel ciclismo femminile incide forse più che tre gli uomini. In poco tempo sono scesa di peso e me ne sono accorta anche in bicicletta. Poi non chiedetemi di pesare quel che mangio a ogni pasto, perché semplicemente seguo la mia linea senza stress. Una volta che sei nel meccanismo giusto e conosci sai fare le scelte giuste, riesci anche a tenere d’occhio la tavola e il peso».

Fiandre 2019, vince una volata imperiosa con la maglia di campionessa europea, piegando Annemiek Van Vleuten
Fiandre 2019, vince una volata imperiosa con la maglia di campionessa europea, piegando Annemiek Van Vleuten

Mondiali vs europei

Forte di questa nuova linea di condotta, Bastianelli sta riprendendo il ritmo e fa rotta verso il finale di stagione, che la stuzzica soprattutto per il mondiale belga.

«Correrò in Olanda al Boels – dice – poi alla Vuelta e non nascondo che mi piacerebbe preparare il mondiale, facendo un passo indietro per gli europei, dove si potrebbe lasciare posto a qualche ragazza più giovane. Non ho ancora parlato con Salvoldi dei prossimi impegni, ma certo a Trento ci saranno anche le gare under 23, per cui le giovani migliori è probabile che corrano fra le pari età. Che dire? Avrà di nuovo le sue scelte da fare. E noi si lavora sodo, un passo per volta. E poi staremo a vedere…».

Black out Olanda, bronzo Italia, oro pazzesco per Kiesenhofer

25.07.2021
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Sarebbe cambiato qualcosa se Annemiek Van Vleuten avesse saputo che là davanti c’era ancora Anna Kiesenhofer? Avrebbero inseguito in modo più organizzato ed incisivo? Probabilmente sì. Quando corri senza radioline e se le lavagne in strada non sono infallibili o tu non ci presti attenzione, cose del genere possono succedere. Nella corsa scombinata delle olandesi, a ben vedere l’errore più marchiano è stato non rendersi conto che là davanti fosse rimasta proprio l’atleta della prima fuga. Colei che l’aveva ispirata in partenza e di lì a 137 chilometri l’avrebbe portata vittoriosamente a temine.

«Non lo sapevo – ha detto l’olandese rendendosi conto che il suo festeggiare sulla riga entrerà nella gallery delle gaffe – ho sbagliato. Non lo sapevo».

Le ha fatto eco di lì a poco la collega di nazionale Anna Van der Breggen, campionessa uscente: «Non lo sapevo neppure io – ha detto – quando Plichta e Shapira sono state riprese, pensavo stessimo correndo per l’oro».

Olanda confusa

Tutte aspettavano loro, non c’è da meravigliarsi che le abbiano lasciate fare. Con la fuga di Kiesenhofer, Carla Oberholzer, Vera Looser, Omer Shapira e Anna Plichta che è arrivata ad avere anche 11 minuti di vantaggio, le arancioni si sono messe a fare un’insolita melina. Quando però è stato chiaro che il rischio si stesse facendo troppo alto, Anna Van der Breggen ha dato il primo segnale di risveglio, anche se per aspettare la Van Vleuten caduta, la squadra dei Paesi Bassi ha dovuto rialzarsi. I successivi 13 chilometri di stanca hanno dato probabilmente la prima svolta alla corsa. E se davanti la fuga si andava assottigliando, non sono stati gli scatti di Vollering, poi ancora Van der Breggen e infine di Van Vleuten a darle il colpo di grazia. Con il risultato che Anna Kiesenhofer è transitata sul traguardo sfinita e incredula, mentre Annemiek Van Vleuten e la splendida Elisa Longo Borghini si sono aggiudicate argento e bronzo. Avrebbero corso diversamente le ragazze olandesi, sapendo che davanti c’era ancora l’austriaca? Probabilmente sì.

Grande cuore Longo

Elisa si è mossa quando ha capito che stavolta l’affondo della Van Vleuten era giusto per andare al traguardo. Mentre le ragazze erano impegnate nel Giro d’Italia Donne, vinto il Fiandre e la Valenciana, Annemiek era uscita dai radar. Veniva però avvistata quotidianamente sullo Stelvio, con tanto di allenamenti assieme ai professionisti che le capitava di incontrare. I racconti da Livigno avevano prodotto il fondato timore che a Tokyo sarebbe stata imprendibile.

«Ho corso più di cuore che di gambe – racconta Longo Borghini, arrivata a 14 secondi dall’olandese – oggi ho sofferto particolarmente per il caldo. Le olandesi hanno lasciato sfuggire questa ragazza austriaca a cui vanno i miei complimenti. Non ho capito la loro tattica, ma ho pensato a fare la mia corsa. La responsabilità dell’inseguimento era delle olandesi, non certo mia o di Marta (Cavalli, ndr) che non siamo veloci. La mia continuità di rendimento? L’avevo spiegato anche alla vigilia: io lavoro, metto giù la testa e faccio sacrifici che a volte vengono ripagati. Oggi va bene così, va molto bene! Nel finale Van Vleuten ci ha provato di nuovo e io non sono riuscita a tenerla. Questo risultato è frutto del tanto lavoro, sono abituata fare così. La medaglia è per la mia mamma, il mio papà, mio fratello, i miei nipoti e il mio fidanzato. Perché abbiamo fatto tanti sacrifici insieme e loro non mi lasciano mai sola».

Marta Cavalli, 23 anni, 8ª al traguardo nel gruppetto della Vos
Marta Cavalli, 23 anni, 8ª al traguardo nel gruppetto della Vos

Conferma azzurra

La tattica delle italiane, che sono riuscite a piazzare Marta Cavalli fra le prime dieci, ha funzionato meglio di quella adottata ieri dagli uomini di Cassani.

«L’Italia ha gareggiato con lucidità e pazienza – ha detto il cittì Salvoldi – in una corsa particolare come l’Olimpiade. Noi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Ci sarà una squadra piuttosto rammaricata questa sera. Brava alla vincitrice Kiesenhofer che non ha rubato nulla. Noi siamo felici di esserci confermati».

Anche in questo caso, il riferimento all’Olanda è palese. Va detto che il risultato delle arancioni è stato migliore del nostro, ma certo se parti per riempire il podio, non sarà certo l’argento di van Vleuten a poterti bastare.

Cavalli fra le 10

Marta Cavalli si è divertita. Dalle sue parole traspare anche questo, come è possibile divertirsi nelle prime Olimpiadi della carriera ad appena 23 anni. Era lei, dopo la Longo, la più forte in salita e si è ben difesa.

«Correre questa gara – ha commentato – è stata un’emozione indescrivibile. La mia preparazione non è andata proprio liscia: ho avuto qualche intoppo e questo ha messo in dubbio la mia convocazione. Fortunatamente Dino Salvoldi e la nazionale hanno avuto fiducia in me, permettendomi di vivere questo sogno a 23 anni. Nonostante la mia gara non sia stata eccellente rimango soddisfatta. Aver portato a casa una medaglia con Elisa è un valore aggiunto: il livello qui è altissimo e il risultato ci ripaga di tutto. Me la sto godendo fino all’ultimo».

Sul podio al centro del circuito, Anna Kiesenhofer davani a Van Vleuten e Longo Borghini
Sul podio al centro del circuito, Anna Kiesenhofer davani a Van Vleuten e Longo Borghini

Bastianelli gregaria

Marta Bastianelli è stata a lungo additata per la sua convocazione, subendo battute poco simpatiche. Lei avrebbe dovuto fare la volata in caso di arrivo di gruppetto alle spalle dell’olandese di turno. Invece ha lavorato con grande generosità per la Longo Borghini e ne rivendica il peso.

«Una bella gara – commenta – e sono veramente felice per il risultato di squadra. Visto come si era messa la corsa non pensavamo nemmeno più di riuscire a finalizzare il lavoro nel migliore dei modi. Il caldo non ha aiutato: ci ha spente un po’ nel finale dopo aver sofferto molto. Abbiamo però visto quanto Elisa stesse bene, cercando di portarla avanti verso lo strappo dove poi lei ha attaccato, dando il massimo per rimanere unite. E’ stata un’esperienza anomala, sia per quanto riguarda il contesto del Villaggio sia per come poi è andata la corsa. Siamo rimaste tutte sorprese dalla fuga, ma avevamo bene in mente che l’Olanda fosse la squadra da battere, per cui dovevamo solo rimanere unite e giocarcela nel circuito ».

Fatica Paladin

L’altra debuttate di casa azzurri era Soraya Paladin, che dopo la convocazione si era un po’ eclissata, al punto da farci credere che si stesse preparando al meglio lontana dai riflettori, mentre forse la rincorsa alla maglia azzurra l’aveva logorata oltremodo.

«Non stavo benissimo – ha detto – quindi ho cercato di mettermi a disposizione delle compagne, nettamente più in forma di me. Quando ho tagliato il traguardo e ho visto il terzo posto di Elisa è stata un’emozione incredibile. Se lo merita. Correre un’Olimpiade è bellissimo perché quando crei così tanto entusiasmo è sempre un onore e un orgoglio».

Stasera per Elisa Longo Borghini non mancherà un passaggio a Casa Italia, poi però sarà di nuovo tempo di rimettersi a testa bassa per cercare nuova concentrazione. La cronometro infatti bussa già alla porta.

Paternoster Masotti 2021

Fiamme Azzurre: due ragazze, un pistard e il sogno…

13.07.2021
4 min
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La storia delle Fiamme Azzurre nel mondo del ciclismo inizia nel 1992, tanti grandi eventi sono stati quindi vissuti con trepidazione dai dirigenti del gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria, ma è chiaro che le prossime Olimpiadi porteranno con sé grande pathos. Intanto per la loro genesi, poi per tutte le difficoltà che comportano. Infine, dulcis in fundo, per le chance che i ragazzi porteranno con sé. Letizia Paternoster per le gare su pista (nella foto d’apertura con il D.T. del Gruppo Fabio Masotti), Marta Bastianelli per la prova in linea e Francesco Lamon per il quartetto dell’inseguimento.

Guderzo, a destra, resta a casa. Paternoster e Bastianelli voleranno invece a Tokyo
Bastianelli e Paternoster voleranno presto a Tokyo

L’Ispettore Superiore Augusto Onori, che cura il Gruppo Sportivo ciclistico con una passione senza pari, parte dall’aspetto generale, del contingente complessivo per affrontare l’argomento: «In totale sono 20 gli atleti delle Fiamme Azzurre qualificati per i Giochi Olimpici di Tokyo, un record storico per il nostro Gruppo Sportivo, che supera quello di Rio de Janeiro 2016 dove furono presenti 19 rappresentanti del Corpo di Polizia Penitenziaria e nel ciclismo ci presentiamo sulle linee di partenza con tre titolari qualificati, un numero importante in questo contesto che ci riempie di soddisfazione. Non va poi dimenticato che del contingente fa parte anche l’Assistente Capo Carlo Buttarelli, meccanico delle bici azzurre».

Vi aspettavate un numero simile di presenze all’inizio del quinquennio olimpico?

Considerando che la sezione ciclismo di Fiamme Azzurre consta di 6 atleti (2 uomini e 4 donne) penso che l’obbiettivo programmato sia stato ampiamente raggiunto. Come Sezione qualificare tre atleti lo riteniamo un ottimo risultato, sapevamo che il nostro potenziale tra tecnica, qualità ed esperienza è molto alto e aver piazzato questo numero di atleti lo riteniamo un risultato più che positivo.

Buttarelli 2021
Campionati Italiani di Monopoli: il meccanico Carlo Buttarelli opera gli ultimi ritocchi
Buttarelli 2021
Campionati Italiani di Monopoli: il meccanico Carlo Buttarelli opera gli ultimi ritocchi
Le Olimpiadi arrivano con un anno di ritardo: quanto ha condizionato i ragazzi questa sosta imprevista e così lunga?

Ovviamente noi, come tutto il mondo sportivo dell’alto livello, arriviamo all’appuntamento più importante con molte difficoltà, principalmente dovute nell’ultimo anno. La mancanza di competizioni, con i nostri atleti (purtroppo nessuno escluso) che hanno contratto il Covid-19 con le conseguenze post contagio ha allungato la ripresa.

La Paternoster arriva alle Olimpiadi con mille incognite legate a quanto ha passato nell’ultimo anno. Voi come gruppo sportivo come le siete stati vicini?

Paradossalmente per la Paternoster lo slittamento è stata una fortuna, in quanto ha potuto recuperare da un infortunio che nel 2020 l’avrebbe esclusa dai Giochi. L’infortunio le ha creato non poche difficoltà sotto tutti i punti di vista, psicologico e tecnico. Il recupero comunque procede e questo grazie anche alla collaborazione con i club esterni, che permettono di crescere e migliorare sotto il profilo della performance.

Guderzo Pechino 2008
Il momento più alto della sezione ciclistica delle FF.AA.: il bronzo della Guderzo ai Giochi 2008
Guderzo Pechino 2008
Il momento più alto della sezione ciclistica delle FF.AA.: il bronzo della Guderzo ai Giochi 2008
Quanto c’è di vostro nella gestione della sua ripresa, avete avuto voce in capitolo nella costruzione del cammino per farla tornare abile per i Giochi?

Come Gruppo Sportivo è nostro dovere istituzionale monitorare tutte le fasi dell’atleta, la guarigione è chiaramente l’obiettivo primario. Lo Staff del G.S. Fiamme Azzurre sta sempre vicino all’atleta, autorizza i raduni e le gare che richiede la struttura tecnica federale per prepararci per partecipare e vincere un’Olimpiade. Ritengo che il nostro lavoro abbia contribuito a non affrettare i tempi, dando supporto non solo alla Paternoster, ma a tutti i componenti del Gruppo.

Che cosa rappresenta per voi la presenza della Bastianelli recuperata quasi all’ultimo momento?

Il debutto olimpico della Bastianelli in Giappone, a coronare una lunghissima carriera, è per noi un particolare motivo di soddisfazione. Crediamo proprio che per le sue distintive caratteristiche, secondo i piani tattici del C.T.Nazionale Dino Salvoldi, il suo ruolo sarà di “jolly” qualora si configurasse un arrivo a ranghi compatti dove in questo caso Marta può effettivamente giocarsi legittime chance. Mi resta però un po’ di rammarico per l’assenza di Tatiana Guderzo, con la bellezza di 4 partecipazioni olimpiche e di Michele Scartezzini. Ho parlato tutti i giorni con Michele e so che la preparazione che abbiamo fatto sarà importante per costruire l’appuntamento per Parigi 2024.

Rammarico anche per l’esclusione di Michele Scartezzini, che ha reagito con grande sportività
Rammarico anche per l’esclusione di Michele Scartezzini, che ha reagito con grande sportività
In confronto agli altri sport, quanti saranno gli atleti delle Fiamme Azzurre presenti a Tokyo e che cosa vi aspettate da questa rassegna olimpica?

Il ciclismo targato Fiamme Azzurre ha partecipato ai Giochi ininterrottamente dal 1996: speriamo nelle medaglie su pista contando su un effetto sorpresa con la Bastianelli. Vedremo come andrà, l’importante è che abbiamo la coscienza di aver completato il percorso di avvicinamento, lungo addirittura 5 anni, come meglio non si poteva.

Bastianelli: «Per i Giochi l’obiettivo è tornare quella del 2019»

03.07.2021
3 min
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L’apertura di credito da parte di Salvoldi, subordinata con grande onestà alla richiesta di prestazioni convincenti, ha ridato morale a Marta Bastianelli. La laziale si è buttata nel Giro d’Italia sapendo di dover da un lato ricambiare la fiducia della squadra, dall’altra lanciare i segnali richiesti dal cittì azzurro. Le Olimpiadi di Tokyo hanno un percorso severo, meno rispetto a quello degli uomini, ma impegnativo. Il dubbio di Salvoldi è chiaro: porto quattro ragazze che possono provare ad attaccare e ad opporsi alle olandesi. Ma se poi l’olandese di turno va via da sola e dietro arriva il gruppo con le azzurre, quale delle nostre può garantire una medaglia in volata? Salvoldi sa che la miglior Bastianelli è l’unica che sia riuscita a batterle tutte allo sprint. Per cui ha parlato chiaro: se torni quella del 2019, uno dei quattro posti è tuo.

Marta è la terza, il risultato di ieri è stato frutto della grande condizione
Marta è la terza, il risultato di ieri è stato frutto della grande condizione

«Vorrei fosse chiaro – dice Marta – che eventualmente non toglierei il posto a nessuno. Se Salvoldi mi porta, evidentemente ha una diversa idea di squadra. E io mi farò trovare pronta per un eventuale arrivo adatto a me. Non sono tanto lontana dalla Marta del 2019. Da inizio stagione a qui è cambiato tutto. E soprattutto il 2021 deve ancora vivere i momenti più importanti, fra cui europei e mondiali».

E’ stato difficile passare attraverso la primavera senza lasciare traccia di te?

Devi averlo provato per capire. Sono passata dal vincere 10 gare a non vincere niente. Sono felice di sentirmi meglio giorno dopo giorno e questo Giro ha una serie di tappe che mi si addicono. Magari non tanto quelle piatte, in cui ci sono velociste più forti di me. Ma ne ho viste alcune adatte alle fughe in cui potrei infilarmi anche io.

Intanto la cronosquadra è andata bene…

E ci ha sorpreso, perché ho preso la bici da crono pochi giorni prima del Giro, mentre le ragazze delle altre squadre studiano e fanno le prove.

Con Elena Cecchini e Anna Trevisi dopo l’inatteso 3° posto nella cronosquadre
Con Elena Cecchini e Anna Trevisi dopo l’inatteso 3° posto nella cronosquadre
Torniamo a Tokyo.

Salvoldi ha la sua idea di corsa, ma scegliere di portarmi sarebbe eventualmente un atto di fiducia enorme da parte di entrambi. E soprattutto dovrò meritarlo. Non vado a prendere il posto a una scalatrice, se vado è perché ho qualità diverse e la corsa potrebbe mettersi in modo da sorridere a me

Qualità diverse?

Se Dino ha in mente che una medaglia si potrebbe assegnare grazie ad una volata, quella che potrebbe rappresentare un’alternativa è Elisa Balsamo, che però ha tutto il programma della pista. Le Olimpiadi non sono il mondiale, dove portarne anche una in più non sposta molto. Qui ci sono quattro posti e se uno fosse mio, sarei contenta. Per un motivo o l’altro, non sono mai andata alle Olimpiadi.

Sul podio le ragazze del team di Alessia Piccolo: ottimo avvio di Giro. Marta è la prima da destra
Sul podio le ragazze del team di Alessia Piccolo: ottimo avvio di Giro. Marta è la prima da destra
Quale pensavi di meritare?

Pechino era troppo dura. Londra era quella più alla mia portata. Anche Rio era dura, ma la velocista è andata lo stesso, per quella stessa idea che evidentemente Salvoldi ha anche questa volta. Infatti portò Giorgia Bronzini.

Cosa ti serve ora per guadagnarti la fiducia ed eventualmente il posto?

La possibilità di lavorare con tranquillità. E allora sono certa che ricambierò la fiducia.