L’ultima rosa di Anna Van der Breggen, regina del Giro

11.07.2021
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A Cormons si muore dal caldo. La pietra di cui è lastricata la strada dell’arrivo dell’ultima tappa del Giro d’Italia Donne ha l’effetto del refrattario e ha restituito con grande generosità il calore del sole ai piedi di chi aspettava l’arrivo. Come non succede mai fra gli uomini, la maglia rosa è stata in fuga per tutta la tappa. C’è stata una caduta, Anna Van der Breggen si è ritrovata davanti e invece di rialzarsi, vista l’ottima compagnia, ha tirato dritto. La tappa l’ha vinta Coryn Rivera, americana del Team Dsm, che ha avuto vita facile a imporsi sulle quattro ragazze in fuga. Fra le prime del gruppo, dietro, Yaya Sanguineti è stata la migliore delle nostre, settima, con Sofia Bertizzolo nona.

Una caduta sulla prima salita e va via la fuga. C’è anche Lucinda Brand
Una caduta sulla prima salita e va via la fuga. C’è anche Lucinda Brand

Nostalgia? Forse

Siamo dietro il palco quando alle ragazze del Team SD Worx viene consegnata una maglia rosa ciascuna e quando spuntiamo dall’altro lato la raffica di spumante Astoria ci investe con la gioia di una vittoria conquistata in partenza e poi amministrata con apparente facilità. La gioia delle ragazze sul palco è incontenibile, le altre brindano con più garbo per le briciole.

Lei adesso è davanti a noi, rosa, con la pelle pallida tutta arrossata. Anna non ha le movenze del maschiaccio, anche in bici è sempre compostissima, persino elegante. E adesso, senza mascherina, non sembra nemmeno abbia finito dieci tappe con questo clima torrido. La prima domanda è subdola, ma lei l’aveva preparata: tutto questo sta ancora accadendo, ma non credi che ti mancherà? Sorride, guarda dritto.

«Naturalmente sì – ammette – ma spero come direttore sportivo di ottenere ancora vittorie come queste con la mia squadra. Oggi è stata una giornata strana, caldissima. C’è stata una caduta sulla prima salita e Ashleigh (Moolman, sua compagna di squadra, ndr) ha allungato. Per questo mi sono trovata in fuga e a quel punto tanto valeva continuare…».

Rosa per tutte

Quando hai davanti un campione che smette, il tifoso che è in te cerca sempre la nostalgia, aspettandosi che sia pari alla tua pensando che non lo vedrai mai più. E’ successo con tanti. Non ti rendi conto che per loro si tratta dell’ultima tappa di un viaggio che è costato fatiche inimmaginabili. E certamente qualcosa le mancherà, ma forse solo i volti, le situazioni, i momenti, che però passando in ammiraglia ci saranno ancora.

«E’ stato un bel Giro – dice – sono molto stanca, ma abbiamo corso per dieci giorni. Ho avuto sempre buone sensazioni e come tutte ho fatto fatica sulle salite più dure. Non solo io, anche la squadra ha fatto un buon lavoro. Tutte meritano questa maglia gialla. Di solito nel ciclismo la maglia rosa può averla una sola. L’idea di darla a tutte le mie compagne la trovo incredibilmente gentile. E’ stato bello vivere una premiazione come questa».

Longo Borghini e Deigan si ritroveranno alle Olimpiadi da avversarie
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Per Silvia

L’ultimo pensiero di Anna Van der Breggen è per Silvia Piccini. E’ parso strano a Mortegliano vederla sul palco accanto a Yanira, mamma della ragazza uccisa mentre si allenava.

«La sicurezza stradale – dice – è un problema serio. Dobbiamo allenarci tutti i giorni in strada e bisogna guardarsi il traffico. Ogni giorno può succedere qualcosa. Non conoscevo la storia di Silvia, ma Elena (Cecchini ndr) viene da queste parti e mi ha raccontato la sua storia. E’ molto triste».

Poi la carovana inizia a disperdersi, mentre Anna ammette salutando che ora recupererà qualche giorno e poi partirà per Tokyo, per difendere il titolo conquistato a Rio nel 2016. Nella piazza su cui il sole sta allentando la presa e in cui alcune birre ghiacciate allentano l’afa, si incrociano atlete e addetti ai lavori. Ancora due parole con Tatiana Guderzo, poi è il tempo di scrivere e partire. Pare che stasera l’Italia si giocherà una finale europea.