Le gambe degli azzurri e il cuore di Villa: i danesi non avevano scampo

04.08.2021
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Il cuore di Villa sta nelle parole con cui chiude l’intervista prima di correre ai piedi del podio, per piangere ancora con i suoi fantastici ragazzi.

«Sono contentissimo – dice – si è visto, non sono riuscito a trattenere le lacrime pensando anche a quello che abbiamo fatto fino a oggi e anche chi è a casa. Il primo che ho ringraziato per messaggio è stato Scartezzini, l’abbraccio più lungo l’ho avuto con Elia e Bertazzo. Hanno contribuito tutti a questa qualifica, loro quattro l’hanno finalizzata».

In tre verso il traguardo, Ganna guarda, è oro per l’Italia
Tre azzurri verso il traguardo, Ganna guarda, è oro per l’Italia

Paura danese

C’è tanto studio. Avete letto il racconto di Fred Morini. Le parole ieri sera alla squadra dopo aver analizzato i tempi dei danesi. Non era tutto oro quel che luccicava, ma bisognava prenderli con le molle.

«Io credo che dall’altra parte – dice – quello che abbiamo fatto in questi due giorni gli abbia fatto le gambe un po’ molli. Ieri sono caduti, ma erano in vantaggio quasi di un secondo, 1”200-1”300 ai 3.000 metri. Non abbiamo visto com’è finita, però hanno avuto un calo, poi un’accelerazione proprio quando gli inglesi sono calati. L’ho riletta bene. Per me sono tornati a crescere perché hanno trovato l’aria e la scia degli inglesi, che li rilanciati. Noi non dovevamo dargli quell’aria, dovevamo tenerli di là, testa a testa. E nel finale, all’ultimo chilometro mi aspettavo che andassero di più. Invece prima siamo stati in vantaggio noi, poi sono andati in vantaggio loro, però per poco. E con sei decimi a tre giri dalla fine, quando Pippo è andato davanti, ci ho creduto e… Abbiamo vinto!».

Sogno avverato

Ha gli occhi rossi il piccolo cittì che negli anni è diventato gigante. Quando gli diedero in mano il settore, non tutti erano convinti che ne avrebbe retto il peso. Invece il miracolo è successo.

«Prima c’era l’obiettivo Rio e l’abbiamo preso – dice dal cuore – poi abbiamo fatto l’ultimo quartetto a Rio e da lì è partito l’obiettivo Tokyo. Sì, ci credi. Il gruppo ha fatto vedere che aveva qualità e le abbiamo scoperte strada facendo. Avere un gruppo così, con un Consonni che fa secondo al mondiale su strada (il riferimento è a Richmond 2015 fra gli U23, ndr) ti dà la convinzione che hai in mano i ragazzi che contano, i ragazzi del futuro. Però dovevamo pensare anche alla loro carriera su strada e trovare il modo per fare coincidere tutte le cose. Lo abbiamo trovato tutti insieme e siamo arrivati qua. Certo, l’obiettivo era Tokyo 2020. Sogni di vincere, ma vedi che anche le altre nazioni ci puntano fortemente. Credevo che restasse un sogno. Mi dicevo: “No, non posso cedere, devo far vedere ai ragazzi che ci credo. Ma i danesi sono forti, ribaltare e migliorare così… Chissà se anche l’ultima volta miglioriamo?!”. Invece abbiamo migliorato anche l’ultima volta. Ce l’abbiamo fatta e il sogno è diventato realtà».

Un solo grande abbraccio azzurro: non si vinceva da Roma 1960. Non è stato solo un fatto di cuore: nulla è stato lasciato al caso
Non si vinceva da Roma 1960. Non è stato solo un fatto di cuore: nulla è stato lasciato al caso

Benzina Ganna

Vai Marco, valli ad abbracciare e canta insieme a loro per i fratelli d’Italia che oggi sono stati inchiodati agli schermi con voi, dando gas in quegli ultimi tre giri al grande Pippo Ganna, arrivato con gambe ancora potenti grazie al lavoro degli altri. L’avete visto quel gesto? Era la dedica a chi ha dubitato di lui dopo la crono. Con il primo oro per bici.PRO nella sua giovane storia, rivendichiamo il titolo fatto quel giorno: questa sconfitta sarà benzina per la pista. Izu è in fiamme. E l’incendio l’abbiamo appiccato noi.

Il Villaggio, la mensa, l’acqua su Amazon e oggi vanno per l’oro

04.08.2021
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Dietro le quinte, nel mezzo della scena. Gli orari sono incrociati, perciò quando qua stamattina è l’alba, in Giappone sono le 15,20 e in meno di due ore i ragazzi si sposteranno nel velodromo. Viviani è già andato di mattina. Fred Morini – fisioterapista al seguito della squadra, ex corridore e ottimo amico – racconta con un occhio all’orologio. I tempi sono serrati e guai sciupare un solo minuto che potrebbe servire agli atleti. Sono in un Villaggio dall’altra parte del mondo, la distanza accresce la sensazione di vivere un evento immenso.

L’una di notte

Ieri sera sono rientrati all’una, fra un controllo e una navetta, gli orari sono spostati avanti di circa due ore rispetto al solito.

«Ieri sera c’è stata tantissima euforia – racconta – e un po’ di crisi emotiva. Soprattutto Consonni era molto scosso. Siamo arrivati con una tensione altissima, dopo tanto tempo che non correvano. Non sapevamo niente degli avversari. Dall’Australia c’erano giornalisti e persone dell’Istituto dello Sport che annunciavano un quartetto pronto per distruggere il record del mondo. Facevano paura tutti, poi dopo le qualifiche si è sciolto un iceberg. Abbiamo capito dove si sbagliava, hanno messo a posto i turni. Ieri hanno seguito alla lettera la tabella di Villa e sono arrivati al record del mondo. Ma l’euforia è rientrata in fretta. Quando siamo arrivati al Villaggio, c’erano altri atleti che avevano vinto la medaglia. Per cui dopo un po’ siamo rientrati nelle nostre stanze. Abbiamo fatto i nostri trattamenti sui ragazzi. Villa ha detto qualcosa dopo aver rivisto i tempi degli avversari e siamo andati a dormire».

Viviani è riserva del quartetto, in questi giorni lascia il Villaggio di buon mattino e anticipa sempre i compagni in pista
Viviani in questi giorni lascia il Villaggio di buon mattino e anticipa sempre i compagni in pista

Il Villaggio della pista

Vivono in un ex villaggio turistico a 15 chilometri dal velodromo. Camere da quattro. In una i due massaggiatori (Morini e Baffi, figlio di Adriano, quello del fantacyclig) più Bertazzo e Milan. Nell’altra il resto del team. Si spostano con navette che passano ogni trenta minuti e ne impiegano circa 25. La sistemazione non è il massimo, ma dopo un po’ si sono abituati. Hanno dimenticato il modo di mangiare italiano e si sono adattati a quello che trovano in mensa. Per fortuna lo chef degli stradisti al momento di ripartire ha lasciato loro parmigiano e olio, mentre per l’acqua gasata si sono organizzati i ragazzi: l’hanno ordinata su Amazon e hanno riempito tutti i frigo a disposizione.

I giorni più impegnativi per lo staff sono stati i primi in cui Ganna e Viviani erano ancora con il gruppo strada e bisognava fare avanti e indietro. Poi, una volta entrati nella dimensione della pista, le cose hanno preso un corso più normale.

Ganna sa scherzare, ma è una delle colonne della nazionale
Ganna sa scherzare, ma è una delle colonne della nazionale
Che effetto fa essere alle Olimpiadi?

Non capita tutti i giorni. Era un sogno per me quando facevo il corridore e ogni giorno che vado a colazione e passo davanti ai cinque cerchi sul muro, resto un po’ a guardarli. Ieri Villa, che pure le ha fatte da atleta, diceva che è un sogno anche per lui. E professionalmente esserci è un riconoscimento importante.

E i ragazzi invece come la vivono?

La fortuna di questo gruppo è che ci sono due atleti che certi eventi li sanno sostenere. Il capitano, cioè Viviani. E poi Ganna, che è giovanissimo, ma è stato capace di vincere tutto. A loro si è aggiunto il bimbo, Jonathan Milan, che hanno adottato perché è giovanissimo e perché va davvero forte. E’ un gruppo che sa di avere dei mezzi importanti. E poi zero stress e grandi motivazioni.

Spiega meglio.

Si sta vivendo tutto giorno per giorno. Per noi la qualifica era una semifinale, facendo calcoli sul risultato da centrare per avere il miglior abbinamento nel turno successivo. La semifinale di ieri l’abbiamo vissuta come una finale e in un certo senso lo era, perché c’era un palio la finale per l’oro. Eravamo lì a preparare gli abiti per la cerimonia, sapendo che oggi non avranno nulla da perdere. Il record del mondo potevano farlo i danesi, che in allenamento girano a ritmi pazzeschi. Però l’abbiamo fatto noi.

Milan è il più giovane e va fortissimo: il gruppo lo ha adottato
Milan è il più giovane e va fortissimo: il gruppo lo ha adottato
Non c’è rischio che si siano appagati?

Sono cattivissimi. Ieri sera sono arrivati stanchi, abbiamo fatto i nostri trattamenti, ma stamattina alle 9 erano già in giro per fare colazione e chiedere i rulli. Anche Villa è rimasto colpito. Alle 10 erano già sul lettino per l’attivazione muscolare del mattino. Viviani invece è andato in pista di mattina, perché comunque domani corre.

C’è possibilità secondo te che corra anche il quartetto?

E’ riserva e fino a un’ora prima può subentrare, ma queste sono cose che riguardano Villa. Stamattina Elia ha lavorato un po’ qui al Villaggio, dove abbiamo una bellissima palestra e anche i rulli, poi è andato a Izu.

In cosa consistono i vostri trattamenti?

Siamo partiti con i classici massaggi e poi con il passare dei giorni abbiamo personalizzato il lavoro. Piero Baffi segue il discorso della riattivazione muscolare, ma per fortuna non ci sono state richieste attività particolari, al di fuori di qualche trattamento di osteopatia.

Ieri hanno parlato tutti bene di Marco Villa, il loro riferimento.

Sono con lui da tanti anni, oltre che tecnico è anche un amico. Sa farsi voler bene e anche se parla poco sa farsi capire fino nei dettagli.

La decisione sull’ammissione della Danimarca in finale è stata presa nella notte
La decisione sull’ammissione della Danimarca in finale è stata presa nella notte
Che cosa significa essere a Tokyo per te sul piano professionale?

Lo stimolo per continuare ad aggiornarmi. Si giocano qualcosa di importante, non puoi non essere all’altezza. Tornerò a casa con un’agendina in cui ho scritto i punti su cui lavorare.

Villa parlerà in velodromo della gara di oggi?

Ha parlato ieri sera, come ogni giorno. Parlerà poi in pista.

Strana la decisione di far correre in finale la Danimarca?

Strana e meno facile di come è apparsa. Prima a colazione con Villa e Baffi mi sono trovato al buffet con un inglese e gli ho chiesto. Hanno presentato ricorso e sono stati in pista con i giudici fino a notte fonda, la decisione non è stata presa subito come è parso ieri. In pratica, per quello che ho capito, il danese ha sbagliato, doveva superare l’inglese e non tenere la testa bassa. Ma alla fine il fattore che ha portato alla decisione è stato lo sparo, avvenuto prima dell’incidente. Se lo avesse colpito prima dello sparo, avremmo avuto in finale gli inglesi.

Domani cercheranno di far divertire l’Italia

03.08.2021
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«E’ tutto merito tuo» grida il ragazzino del quartetto azzurro dei sogni Jonathan Milan. Il suo dito indica Marco Villa, il ct della pista che ha compiuto un altro miracolo, spedendo la squadra dell’inseguimento nella finale olimpica al velodromo di Izu, dove domani (sincronizzate gli orologi: ore 11,06) sfideremo i colossi danesi per l’oro. E’ stata un’Italia da brividi quella che ha battuto al fotofinish nel primo turno (ovvero una sorta di semifinale) la Nuova Zelanda per l’inezia di 0”090. E per lo stesso margine, gli azzurri hanno scritto il loro nome sul libro dei primati, realizzando il nuovo record mondiale in 3’42”307.

Dopo aver parlato da capitano, anche domani Ganna trascinerà l’Italia in finale
Dopo aver parlato da capitano, anche domani Ganna trascinerà l’Italia in finale

Lamon e Consonni

Velocissimo il lancio di Francesco Lamon, poi il testimone è passato a Simone Consonni che ha sua volta ha lasciato spazio a Jonathan Milan. I neozelandesi ci fanno soffrire, arrivano a mezzo secondo di vantaggio. Però a quel punto gli azzurri giocano il jolly, sfoderando la Locomotiva di Verbania. Filippo Ganna mette il turbo e si trascina dietro quel che resta dell’Italia, Consonni e Milan che in volata bruciano i rivali e ora sognano in grande.

Unanime da parte degli azzurri la dedica per il tecnico dell’Italia Marco Villa
Unanime da parte degli azzurri la dedica per il tecnico dell’Italia Marco Villa

Top Ganna

Quando arriva in zona mista, Top Ganna sorride e dichiara: «Oggi siamo arrivati con buona gamba e i ragazzi hanno dimostrato che il lavoro fatto negli anni ha portato davvero a tante cose, a tante emozioni. Più di una volta, l’abbiamo presa in quel posto e tutto torna prima o poi. Nel nostro gruppo ce n’è uno che ha già vinto una medaglia importante (Elia Viviani, oro a Rio 2016 nell’omnium, ndr) e lui sa cosa vuol dire vincerla e io voglio conviderla con gli altri. Gli dico di tenere duro 24 ore, poi se vogliono possono ubriacarsi e sarò il primo ad accompagnarli».

Fattore Elia

L’importanza di avere in gruppo un campione olimpico, nonché il primo ciclista portabandiera nella storia azzurra, è un valore aggiunto, come conferma chi lo conosce meglio di tutti, il compagno di squadra nella Cofidis, Simone Consonni: «Sicuramente, quello che ha fatto scattare questa attenzione per la pista è Elia. E’ grazie a lui che tutta l’Italia ci guarda e noi sentiamo il calore della gente, per cui speriamo di aver regalato emozioni anche oggi».

Futuro Milan

Capitan Top Ganna ringrazia i compagni per la prova da record: «Ridendo e scherzando dovevamo partire a 13”6, mentre al secondo giro eravamo a 13”3. Allora ho detto “Va bene ragazzi, fate quello come volete, ormai siamo lì”. Voglio dire un grazie a tutti, da chi è partito e non l’aveva mai fatto così forte (Lamon), a chi ha fatto il secondo uomo e ci ha portato subito “in tabella” (Consonni) e poi anche a uno alto e giovane che può essere il futuro del ciclismo su pista e non solo, perché anche su strada sa difendersi».

Un abbraccio anche per Lamon, che è andato molto meglio di ieri
Un abbraccio anche per Lamon, che è andato molto meglio di ieri

Berlino addio

L’ultimo riferimento è a Milan, che compirà appena 21 anni a ottobre ed è già sul podio olimpico. Nemmeno il diretto interessato ci crede: «E’ un’emozione indescrivibile, è tutto nuovo, faccio fatica a realizzare dove sono. Rispetto al bronzo di Berlino 2020, sono tanti step in più».

Provateci voi

Le parole quasi gli mancano e anche Lamon annuisce, ma lascia la parola a Consonni: «Siamo partiti subito con una tabella alta, perché sapevamo che era una semifinale impegnativa, in pratica era una “finalona” per entrambi. Siamo stati a tabella e poi sapevamo di avere l’uomo in più che è Filippo, che ci fa fare la differenza alla fine e si è visto anche oggi. Bravi a me e Milan che gli siamo stati a ruota perché non è semplice. Se non ci credete, provateci».

Nel nome di Villa

Top Ganna va così forte, che gli avversari tentano di fermarlo in tutti i modi, ma il verbanese replica a modo suo: «Ci sono nazioni che han detto che il mio manubrio non era omologato, anche se lo è dall’Uci. Avrei potuto correre anche con quello della corsa a punti. Dai, non voglio essere sborone, però volevano metterci il bastone tra le ruote».

Non ha funzionato e ora manca l’ultimo gradino da scalare: «Come già detto prima della semifinale, dobbiamo fare la gara su noi stessi e seguire una persona a bordo pista col tablet a cui crediamo ciecamente. Se lo facciamo alla lettera, abbiamo visto che possiamo fare. Domani Marco Villa sarà sempre il nostro faro e cercheremo di far divertire l’Italia». 

Con queste premesse, prendetevi un’ora libera domattina perché c’è una finale che può regalare i nostri ragazzi alla leggenda. Il vostro tifo si sentirà anche a migliaia di chilometri di distanza e sarà il turbo per i giri finali che eleggeranno il quartetto campione olimpico.

Anche Villa si commuove: record del mondo e super Ganna

03.08.2021
5 min
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Record del mondo e finale con la Danimarca. In quel tripudio di urla e abbracci che è stato il velodromo di Izu dopo la sfida con la Nuova Zelanda, gli occhi non riuscivano a stare dietro alle scene di esultanza senza tornare di tanto in tanto al tabellone che indicava il nuovo record del mondo stabilito dal quartetto azzurro: 3’42”307 alla media di 64,765. Nuova Zelanda 3’42”397, anche il loro sarebbe stato record, ma il nostro è meglio.

Marco Villa ha gli occhi lucidi e per la prima volta in tanti anni lo abbiamo visto esultare come dopo un goal. Lui che si tiene tutto dentro, è arrivato a Tokyo portandosi sulle spalle la responsabilità del doppio impegno di Ganna. E puoi avere fede nel lavoro quanto vuoi, ma se alla fine non salta fuori il tempone, crolla tutto giù.

«Mi tengo tutto dentro – sorride con gli occhi lucidi e a tratti si interrompe come per riordinare le idee – ma oggi mi è sembrato di essere andato un po’ in debito. Quando ho visto che eravamo in vantaggio e poi abbiamo cominciato a perdere… Di solito quando succede così, si va giù. Però probabilmente succede agli altri e a questa squadra no. Con un Ganna così grande che fa la differenza all’ultimo chilometro… Sapete tutti che con le caratteristiche dei nostri corridori non possiamo partire forte e ho sempre detto che la cronometro non ci permetteva di lavorare sulle partenze da fermo, però giorno dopo giorno Pippo ha dimostrato, ne sono convinto e ne ero convinto, che sarebbe migliorato sempre di più. E oggi meglio di ieri e ieri meglio dell’altro ieri e domani… Domani un altro giorno».

Villa ha sofferto nella prima metà di gara, ma alla fine ruggiva come un leone. Poi la scoperta del record…
Villa ha sofferto nella prima metà di gara, ma alla fine ruggiva come un leone. Poi la scoperta del record…

L’Italia si giocherà la finale con la Danimarca, nonostante il goffo incidente per cui Fredrik Madsen ha travolto il terzo britannico, staccato, ma pur sempre in gara.

Pensavi che dopo la caduta sarebbero passati loro?

Era difficile capire cosa sarebbe successo. Io ho uno storico di due settimane fa, dove nella finale per il terzo e quarto posto in Coppa del mondo, Plebani è stato raggiunto e tamponato dallo svizzero e hanno dato la vittoria a noi, perché il regolamento dice che l’avversario lo devi passare. Qui non era il caso di un singolo, ma di un quartetto e ho sentito sparare. Però il danese ha tamponato l’inglese e non gli ha permesso di finire la prova. Potrebbe esserci un warning e loro ne hanno già un altro per i cerotti (ieri i danesi hanno corso con un taping vietato e per questo sono stati ammoniti, ndr). Ma non lo so, non voglio fare il giudice e prendo atto della decisione.

Un grande Ganna, malgrado la crono o proprio grazie alla crono?

Ero più dispiaciuto io di lui, perché Pippo non si è mai lamentato del circuito, ma dei cinque era nettamente quello sfavorito visto il percorso. Si è buttato dentro come se fosse il suo circuito e ha perso per due secondi il bronzo e per quattro l’argento. L’ha presa così e me dispiace, perché ho sempre detto che poteva entrare nella storia prendendo una medaglia a crono e una su pista. Quella su strada l’ha mancata per poco, però… 

Francesco Lamon, l’uomo delle partenza: un ruolo delicatissimo. Ieri si è staccato, oggi è andato meglio
Francesco Lamon, l’uomo delle partenza: un ruolo delicatissimo
Però su pista si corre per l’oro.

Noi eravamo venuti qua per dimostrare e per fare questo. Per avere questo obiettivo con Pippo, anche se che qualcuno era un po’ dubbioso sulla scelta. Che magari se non veniva in pista, poteva vincere la cronometro. E se si prendeva il legno anche qua, si era fallito in tutte e due le parti. Noi siamo partiti un anno fa pensando a questo e Pippo è venuto qui con il suo posto nella cronometro grazie alla vittoria nel campionato del mondo. Se le Olimpiadi ci fossero state l’anno scorso, Pippo non avrebbe corso la crono. Invece si è guadagnato un posto e ha voluto rispettarlo.

Senza neanche un dubbio?

Io sono stato il primo sostenerlo, però questo quartetto è partito 8 anni fa per arrivare qua e Pippo è stato il primo che l’ha sostenuto. Non era giusto abbandonarlo perché adesso è diventato forte di là, quindi abbiamo cercato di credere in qualcosa che, lavorando bene, si poteva fare.

Si era quasi fatta, in effetti…

La prima l’abbiamo sbagliata di poco, anche perché sono andati forte gli altri. Perché Dumoulin aveva smesso poi si è ripresentato e in un anno è diventato ancora Dumoulin. Tanta roba. Dennis senza Tour ha fatto terzo…

Dopo aver tamponato il britannico, Madsen pretendeva anche di avere ragione
Dopo aver tamponato il britannico, Madsen pretendeva anche di avere ragione
In finale con i danesi: come la vedi?

Voglio studiarmi i tempi, non li ho presi e voglio vederli bene. E poi loro nel finale avevano avanti l’Inghilterra che li ha risucchiati forse anche troppo.

Le donne purtroppo sono uscite: si poteva fare di più?

Stiamo lavorando benissimo, al maschile e al femminile. Le ragazze forse vanno a casa con una delusione personale, ma sono giovanissime e devono prendere per esempio questo quartetto che è passato dalla delusione di Rio ed è cresciuto tanto. Non c’è davvero niente di cui lamentarsi. Sono contento del materiale che ho, sono contento dell’attività che ho fatto, sono contento del supporto che mi ha dato la Federazione anche per tenere gli stradisti in pista e questo credo che sia la cosa basilare. Pinarello e Castelli ci hanno dato dei materiali fantastici e… questi tempi, il record del mondo sono frutto di tanto impegno.

Una partenza normale per gli azzurri, per le loro caratteristiche, poi un finale travolgente e il record del mondo 3’42″307
Una partenza normale per gli azzurri, per le loro caratteristiche, poi il record del mondo 3’42″307
Cosa hai detto ai ragazzi?

Non più di tanto. Ieri sera abbiamo fatto il discorso dopo la prova e poi questa mattina sono venuto al velodromo alle 9 con Viviani e loro erano ancora letto. Li ho aspettati qua, sono arrivati alle tre e mezza e abbiamo parlato. Non c’è tanto da dire, sono ragazzi che sanno già quello che devono fare, hanno una grossa esperienza. Sanno sopportare le pressioni, le difficoltà. L’andare in svantaggio è una difficoltà e l’hanno superata. Quindi domani…

Quindi domani?

Faremo tutto il possibile. Oggi anche Elia è venuto qui lavorare anche per il quartetto. Quindi adesso vediamo, parlo coi ragazzi e domani… domani è un altro giorno.

Super Danimarca e Germania, ma i nostri quartetti sono lì

02.08.2021
4 min
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Dalla strada alla pista a tutta velocità. E’ cominciata l’ultima settimana di Olimpiade a Tokyo e gli amanti delle due ruote sono pronti ad emozionarsi per le gare che da qui a domenica 8 agosto assegneranno le medaglie in pista. L’Italia è partita subito ai mille all’ora con i due suoi quartetti che sembravano due treni a vederli filare lesti quest’oggi: sia gli uomini sia le donne, infatti, hanno ritoccato i rispettivi record nazionali.

Record italiano

Ad aprire le danze sono state Letizia Paternoster, Rachele Barbieri, Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini, che hanno portato il nuovo limite nazionale a 4’11”666, che è anche il quarto tempo assoluto. Domani, alle 15,51 locali (ovvero alle 8,51 italiane) sfideranno la Germania, numero uno nelle batterie (4’07”307) per un posto nella finale per l’oro. Una sfida in salita, ma le nostre frecce azzurre vogliono stupire ancora. Gran Bretagna (2° posto in 4’09”022) e Stati Uniti (3° posto in 4’10”118) si giocheranno l’altro posto nella finalissima. Le due perdenti, insieme alle altre quattro squadre torneranno in gioco per il bronzo. Le finali con in palio le medaglie sono in programma a partire dalle 10,19. 

Pacca sulla spalla fra Barbieri e Guazzini: missione compiuta
Pacca sulla spalla fra Barbieri e Guazzini: missione compiuta

Così Dino Savoldi: «Le ragazze sono state brave, hanno girato nei tempi che pensavamo. Forse potremo migliorare ancora qualcosa, ma per ora ve bene così, perché questo è un gruppo giovane. Non era facile, perché siamo al debutto e la componente psicologica era importante. Sicuramente la Germania è diventata la favorita per il torneo, ma adesso si riparte da zero. Siamo contenti, ma consapevoli che tutto può ancora succedere».

Ganna power

Filippo Ganna ha pilotato, invece, il quartetto maschile, completato da Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan al primato italiano (3’45”895), che per qualche minuto è stato anche record olimpico (3’45”895), prima che i missili danesi facessero ancora meglio (3’45”014). Gli azzurri torneranno in pista domani alle 9,36 in punto contro la Nuova Zelanda. Chi vince, si gioca l’oro contro la squadra che andrà più veloce nel duello tra Danimarca e Gran Bretagna.

Tutti in un fazzoletto

Questo il commento di Marco Villa: «Non è stato facile con solo cinque giorni di preparazione su questa pista. Sono stati giorni di attesa e per certi versi anche di paura. Il fatto di partire per quarti è stato come correre al buio. Abbiamo seguito la nostra tabella, disturbata solo parzialmente dal salto del nostro corridore (Francesco Lamon, ndr) negli ultimi metri. Abbiamo visto, però, che i problemi ci sono stati per tutti. Ci attendevamo record del mondo frantumati, invece ci rendiamo conto che siamo tutti racchiusi in un fazzoletto e che sono tutti umani. La Nuova Zelanda è alla nostra portata. Siamo sereni. Adesso massaggi e un riposo che ci permetterà domani di essere pronti per il primo turno». Tenetevi forte, le emozioni sono assicurate.

Sul futuro, Cassani abbottonato: ora pensiamo al mondiale

29.07.2021
3 min
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Dall’Olimpiade al mondiale, Davide Cassani guarda già al futuro. Al termine della cronometro maschile a cinque cerchi di ieri al Fuji Speedway che ha visto il nostro Filippo “Top” Ganna fermarsi a 1”74 dal podio, abbiamo intercettato il commissario tecnico azzurro prima del suo rientro in Italia (domani) per preparare gli altri appuntamenti della stagione.

Davide Cassani fa ora rotta su europei e mondiali, poi il Consiglio Generale ridiscuterà il futuro dei tecnici azzurri
Davide Cassani fa ora rotta su europei e mondiali, poi il Consiglio Generale ridiscuterà il futuro dei tecnici azzurri
Come hai visto Filippo dopo la crono?

In un percorso di 44 chilometri con 800 metri di dislivello ha fatto una super gara. Purtroppo, per meno di due secondi non ha preso una medaglia o per quattro l’argento. Poi, guardate anche Van Aert cosa ha fatto: i primi due sono corridori che vincono i Grandi Giri, più leggeri. Più di così Pippo non poteva fare.

Alla vigilia vi aspettavate questo riscontro?

E’ andato anche più forte del previsto. Al primo intertempo era in testa, poi sugli strappi duri ha pagato. I miei favoriti alla vigilia erano Van Aert, Roglic, Dumoulin ed Evenepoel insieme a Filippo.

Tornando alla prova su strada: cosa è mancato?

Sull’ultima salita, c’erano 12 corridori di 12 nazioni differenti e l’Italia era presente. Ci ha fermato un crampo, perché Alberto stava bene e si è visto anche come è andata ieri. Bettiol l’ho portato non per la tappa che ha vinto staccando Cavagna, ma per quando a Sestola è restato coi primi o quando a Sega di Ala ha resistito in salita per stare vicino al suo compagno di squadra

Dopo le Olimpiadi, Ganna verso i mondiali crono in Belgio? Il piano per l’immediato futuro dovrebbe essere questo
Dopo le Olimpiadi, Ganna verso i mondiali crono? Il piano per l’immediato futuro dovrebbe essere questo
Il riscatto a cronometro di Ganna arriverà già al mondiale?

Ci proviamo, perché il percorso sarà totalmente pianeggiante. Per tornare sul risultato di ieri, non parlerei di delusione, ma di rammarico, disdetta. Per 20 metri ha perso il bronzo, per 80 l’argento: gli vanno soltanto fatti i complimenti.

E per la gara in linea hai già un’idea?

Con diversi corridori abbiamo già fatto un programma di massima e per alcuni prevede la Vuelta.

Ci fai qualche azzurro che potrebbe essere protagonista nella corsa iridata?

Colbrelli, Trentin, ma anche Nizzolo e Bettiol possono dire la loro: è un percorso che si addice alle loro caratteristiche. Per fare un esempio, la Slovenia punterà su Mohoric.

«Bettiol è andato a Tokyo non per la tappa vinta al Giro – dice Cassani – ma soprattutto perché ha dato ha dato grandi segnali in salita»
«Bettiol a Tokyo non per la tappa vinta al Giro – dice Cassani – ma per i segnali in salita»
Che cosa ha rappresentato per te quest’Olimpiade?

Un’emozione straordinaria, soprattutto per uomini di sport come noi, che mi porterò sempre dentro.

Se diciamo Parigi 2024?

Sarà tutta un’altra cosa e Ganna avrà tre anni in più e da 25 a 28 anni c’è solo da guadagnarci.

Magari lo schiererai anche per la prova in linea?

Bisogna vedere quali sono le intenzioni del presidente (Cordiano Dagnoni è con i 5 azzurri della strada nella foto di apertura, ndr), perché mancano ancora 3 anni ai Giochi.

Malori, che cosa insegna la crono di Tokyo?

29.07.2021
5 min
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Il giorno dopo, rileggendo le immagini della crono olimpica e degli ordini di arrivo, ancora con Malori tiriamo le somme e cerchiamo fra i dettagli. L’ultima giornata olimpica su strada ci insegna qualcosa? Iniziamo immancabilmente da quella macchina da guerra slovena di nome Primoz Roglic.

«Mi piace da matti – dice Malo – perché cade, si rimbocca le maniche, torna e vince. Lo aveva fatto l’anno scorso dopo la batosta del Tour e lo ha rifatto quest’anno. Gli sloveni hanno un carattere diverso da tutti gli altri, ricordo anche quelli con cui ho corso alla Lampre. Se una corsa va male, loro pensano subito alla successiva. Se mi fosse successo come lui al Tour del 2020, sarei stato per un mese a prendermela col mondo, invece lui è ripartito, ha fatto un gran mondiale, ha vinto la Liegi e poi la Vuelta. Lo stesso Pogacar, che ha vinto il primo Tour al penultimo giorno, non ve lo sareste immaginato esultare come un matto? Invece zitto e buono. Anche quest’anno: secondo Tour e giusto qualche sorriso. Roglic uguale. Gli hanno fatto quella bella… torta alla Parigi-Nizza (il riferimento è al fatto che il gruppo gli avrebbe fatto pagare la vittoria non concessa a Mader, lasciando che perdesse la corsa nella tappa del giorno dopo, ndr). Lui zitto è ripartito e ha vinto i Paesi Baschi. Poi è caduto al Tour. Zitto e ha vinto le Olimpiadi a cronometro. Lo ripeto, mi piace da matti…».

Kung 4° con il tempo di Dennis, ma per 40 centesimi non ha preso il bronzo: il primo fra i reduci del Tour
Kung 4° con il tempo di Dennis, ma per 40 centesimi non ha preso il bronzo: il primo fra i reduci del Tour
La crono, appunto…

Pensavo risultasse più facile. Come a Rio, che sembrava dura, ma alla fine vinse comunque uno specialista come Cancellara. La regia ha lavorato malissimo facendoci vedere solo la salita dell’intertempo, ma i punti duri erano dovunque. Sennò non veniva fuori solo una media di 48. E qui secondo me va fatta notare una cosa interessante.

Quale?

Ricordate il discorso già fatto per Van Aert sul tempo giusto per arrivare in Giappone? Dicemmo che le soluzioni erano due. Arrivare due settimane prima per acclimatarsi sul serio, oppure andare all’ultimo momento e correre, come hanno fatto quelli del Tour, senza che il corpo percepisse lo stravolgimento del nuovo ambiente. Non è stato per caso che nella prova su strada i primi 8 venivano tutti dalla Francia, tre giorni prima. Ieri invece dei primi 5 solo Kung ha fatto il Tour.

Malori aveva previsto che Dumoulin potesse fare un grande risultato. Argento e carriera che riparte
Malori aveva previsto che Dumoulin potesse fare un grande risultato. Argento e carriera che riparte
Che cosa significa?

E’ successo quello che dicevamo. Sono arrivati dal Tour facendo il viaggio la sera stessa e senza recuperare. Hanno corso, andando forte. Poi hanno iniziato a risentire del cambio di ambiente e la corsa in linea ha fatto traboccare il vaso. La conferma è Van Aert. Come è possibile che volasse su strada e ieri non andasse avanti? Roglic invece non correva dalla prima settimana del Tour. Dennis e Dumoulin dal Giro di Svizzera. Si sono allenati bene ed ecco il risultato.

Però hanno corso anche loro su strada…

Senza i fuorigiri degli altri, di Van Aert ad esempio. Il confronto insegna. Roglic dopo il Tour avrà preso la bici da crono e pensato solo a questo giorno. Ha usato la corsa in linea, come dicono gli spagnoli, per togliere il catrame dal motore. Ed è arrivato perfetto alla crono.

Ganna 5° a meno di 2″ dal podio: ora porterà la sua rabbia su pista
Ganna 5° a meno di 2″ dal podio: ora porterà la sua rabbia su pista
A noi sembra, visto il percorso, che Ganna abbia fatto una buonissima crono.

Sono d’accordo. Viste le strade è arrivato a due secondi dalla medaglia dietro gente che in salita è molto più forte di lui. Non dimentichiamo che Pippo pesa più di 80 chili e Tokyo non era Imola. Se la crono fosse stata veloce, allora accostare la preparazione su pista sarebbe stato possibile. Perciò credo che Ganna abbia una grandissima condizione e in pista se la squadra sarà all’altezza, potrebbe guidarci a un oro storico nel quartetto.

Ti sei accorto però che rispetto al solito continuava a scivolare sulla sella?

Molto strano, stavo per dirlo io. L’ho visto tanto scomposto, mentre di solito è da manuale del cronoman ed è lui che insegna agli altri. Non trovava il ritmo, era irregolare. Il fatto di spostarti sulla sella, se la posizione che hai è perfetta come la sua, è la spia del fatto che non ti senti al top. Ti sposti cercando gli angoli migliori, ti scomponi. Quando stai bene invece, trovi rapporto e posizione. Secondo me Pippo ha capito subito di non avere le gambe per vincere. E a maggior ragione ha fatto una super crono. C’erano giorni in cui non ero in condizione e mi sembrava di avere la sella troppo bassa, ma nessuno ovviamente l’aveva toccata.

Uran ha chiuso all’8° posto: uno dei 3 corridori fra il 4° e il 10° posto ad aver finito il Tour
Uran ha chiuso all’8° posto: uno dei 3 corridori fra il 4° e il 10° posto ad aver finito il Tour
A questo punto in pista avrà condizione e… rabbia?

Con un Ganna così, per quanto gli gireranno le scatole, l’oro nell’inseguimento potrebbe essere a portata di mano. Al tricolore di Faenza (quarto a 12 secondi dal podio, ndr) non si è arrabbiato più di tanto, perché sapeva di aver lavorato per questi giorni. Ma qui, da campione del mondo in carica, aver mancato la medaglia per meno di due secondi ti fa arrabbiare, eccome. Posso dire un’altra cosa?

Prego.

Hanno stufato con queste crono, che sono cronoscalate. Posso capire durante un Tour, con Pogacar contro Roglic, ma nelle gare titolate, almeno una crono veloce vorranno metterla?

Cosa dici dei crampi di Izagirre?

Che il corpo a un certo punto non ce la fa più. Spingi il muscolo troppo in là e lui ti presenta il conto. L’esperienza insegna. Come Bettiol. Non a caso, due come Carapaz e Uran, abituati a gestirsi nei viaggi intercontinentali, se la sono cavata decisamente bene. Roglic ha fatto una grande crono, ma pensando alla strada, anche se da italiano non dovrei dirlo, ha vinto quello che se la meritava di più.

Ganna, questa sconfitta sarà benzina su pista

28.07.2021
4 min
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La calma è la virtù dei forti e sarà per questo che Filippo Ganna è calmissimo. Per quanto possa bruciare una sconfitta per uno schiocco di dita, c’è sempre da trarne insegnamento per il futuro, sia prossimo sia più lontano. E così fa la Locomotiva di Verbania, soltanto pochi minuti dopo che, per meno di due secondi (1”74 a voler andar a contare i centesimi) ha visto volar via quella medaglia che in tantissimi, non solo gli appassionati di ciclismo, vedevano già al suo collo.

Sul podio campioni dei grandi Giri come Dumoulin e Roglic e uno specialista forte in salita come Dennis
Sul podio campioni dei grandi Giri come Dumoulin e Roglic e uno specialista forte in salita come Dennis

Gente da Tour

Il nostro Top Ganna però non è decollato come ci aveva abituato negli ultimi 12 mesi, dal trionfo iridato all’autodromo di Imola alle 5 cronometro vinte in serie negli ultimi due Giri d’Italia tra l’autunno e la primavera scorsi.

«Ho giocato le mie carte ed ovviamente c’è un po’ di rammarico perché eravamo tanti in pochi secondi – ha ammesso – c’è gente sul podio che era al Tour de France fino all’altro giorno e che vince corse a tappe».

In effetti, come dargli torto: sia il dominatore assoluto della crono olimpica Primoz Roglic sia il rinato Tom Dumoulin ne hanno vinti tre in due: le ultime 2 Vuelta di Spagna (per lo sloveno) e il Giro d’Italia 2017 (per l’olandese che ha ritrovato la passione per il suo lavoro). E Rohan Dennis? Sicuramente tutti ve lo ricordate a spianare la strada in salita a Tao Geoghegan Hart al Giro d’Italia, soprattutto sullo Stelvio.

Dislivello record

Con il fisico che si ritrova e visto il percorso ai piedi del Monte Fuji, Superpippo ha già fatto un miracolo.

«Prima della crono, nei giorni scorsi – racconta – avevo sentito Dario (David Cioni, allenatore della Ineos Grenadiers, ndr) e avevamo calcolato che dovevo metterci tre minuti in più, per cui direi che va bene. Qui c’erano 800 metri di dislivello, mica 200 e per me Roglic è sempre stato l’uomo da battere. Un percorso così duro l’avevo trovato soltanto in Yorkshire, dove però ero riuscito a salire sul podio. Più di così non potevo fare, magari ci riuscirò a Parigi, dove ci sarà un percorso più adatto alle mie caratteristiche, qui purtroppo era troppo dura per me. Scalatore ancora non lo sono, magari».

Ganna ha guadagnato nei tratti veloci e subito il ritmo in salita: visto il percorso, una sconfitta difficile da scongiurare
Ganna ha subito in salita: visto il percorso, una sconfitta difficile da scongiurare

Nessun rimpianto

Eppure ci ha provato e per poco non ci regalava la prima medaglia olimpica a cronometro della storia.

«Riuscivo a guadagnare tanto nei pezzi in discesa e nei tratti tecnici – spiega – mentre in salita mantenevo i miei valori. Sono gli altri che vanno più forte in questo momento. Ho fatto quello che potevo e che era nelle mie corde. Sono tranquillo e non ho nessun rimpianto, perché penso che se l’Olimpiade fosse stata lo scorso anno, forse non avrei nemmeno fatto questa gara, non avevamo ancora deciso con Davide (il ct Cassani, ndr)».

Ora la pista

E ora, messa via la sconfitta, si sfreccia in pista, direzione Velodromo di Izu, dove l’aspettano Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan.

«Abbiamo rotto il ghiaccio, cominciato l’Olimpiade – sorride – ora cerchiamo di ottenere quello per cui siamo qui». A chi pensa che il doppio obiettivo abbia potuto togliergli smalto per la strada, replica deciso: «Il mio impegno era diviso in due parti, non rimpiango niente e rifarei tutto uguale».

Il toscano Bettiol ha dato il massimo, ma sa di poter crescere
Il toscano Bettiol ha dato il massimo, ma sa di poter crescere

Obiettivo quartetto

Ora metterà tutta la sua grinta per l’inseguimento a squadre: il 3 agosto ci sono le qualificazioni, il 4 le finali che mettono in palio le medaglie. Ganna carica la banda di Marco Villa.

«I ragazzi sono arrivati ieri – dice – speriamo che abbiano messo a posto anche loro il jet lag già oggi e che la gamba cominci a girare bene. Siamo fiduciosi e vediamo adesso come andranno i primi allenamenti. Se in pista andrà bene, magari non dimentico del tutto la gara odierna, ma sicuramente passa in secondo piano».

Da Faenza a Tokyo, i giorni di Ganna nel racconto del padre

27.07.2021
3 min
Salva

Domani tocca a Ganna e Bettiol nella crono. Poi anche Alberto lascerà il ritiro degli azzurri e per il gigante del Team Ineos Grenadiers si aprirà anche l’avventura delle Olimpiadi su pista. Filippo, campione del mondo a cronometro, si gioca tanto. Da quando gli è sfuggita la maglia tricolore della crono, non ha in testa che Tokyo e le sue sfide. Suo padre lo sa bene. E va bene che i festeggiamenti in casa non sono mancati, dato che a vincere la maglia tricolore nella prova contro il tempo è stato Matteo Sobrero, ma la voglia di rivincita è tanta.

La maglia tricolore è rimasta in casa, vinta da Sobrero, ma Filippo ora ha da prendersi le sue rivincite
La maglia tricolore è rimasta in casa, vinta da Sobrero, ma Filippo ora ha da prendersi le sue rivincite

Carico di lavoro

«Abbiamo festeggiato comunque – racconta Marco, padre di Filippo – e non vi nego che io un po’ me lo aspettavo. La settimana prima del campionato italiano, mio figlio ha svolto lavori importanti su pista come partenze da fermo, lavori di forza, ripetute. Insomma, un bel carico da dover assimilare. E’ stata comprensibile la sua prestazione».

Dopo i carichi di lavoro degli ultimi due mesi, è arrivato il momento di far esplodere i cavalli
Dopo i carichi di lavoro degli ultimi due mesi, è arrivato il momento di far esplodere i cavalli

Lavoro giusto

«La vittoria – continua papà Ganna – è rimasta… in casa. Matteo già prima che vincesse aveva dimostrato di avere delle ottime gambe. Se Filippo è rimasto deluso? Non direi, in fin dei conti era consapevole di aver lavorato duramente. Pensate che personalmente ho sentito anche delle lamentele inerenti al fatto che Filippo non abbia partecipato alle classiche del nord. Ma come fai a pianificare degli obiettivi in questo modo? Già la preparazione dell’italiano come abbiamo visto non è stata semplice, e chi ne capisce un po’ di ciclismo queste cose le sa bene. Analizzando la sua prima parte di stagione – continua il padre – direi che tutto sommato è andata bene: ha corso una bella Milano-Sanremo e ha fatto un bellissimo Giro d’Italia».

Ganna Tricolori 2021
Dalla delusione di Faenza nascerà la crono di domani a Tokyo
Ganna Tricolori 2021
Dalla delusione di Faenza nascerà la crono di domani a Tokyo

E adesso Tokyo

Ma adesso le Olimpiadi sono arrivate, fra poche ore si corre. Ganna partirà alle 16,10. Un minuto e mezzo prima di lui toccherà a Van Aert.

«Sono fiducioso – conclude suo padre – anche Filippo è sereno, sa di aver lavorato bene e di essersi concentrato per arrivare al top della condizione. Chi lo ha visto correre ultimamente in Sardegna si è detto soddisfatto della sua corsa. Il percorso è duro, io personalmente spero che il tempo sia favorevole e che vada tutto bene. In questi anni Filippo ha dimostrato il suo valore e continuerà a farlo con lavoro, impegno e passione».