Tutto facile? Tutto secondo programma? Apparentemente sì, se di mezzo c’è Filippo Ganna, che oggi a San Vito al Tagliamento ha conquistato il suo sesto titolo nazionale a cronometro. Il corridore della Ineos Grenadiers era sinceramente felice, ci ha raccontato il suo tecnico Dario David Cioni.
E lo era perché comunque il secondo posto nella crono del Baloise Belgium Tour non lo aveva lasciato del tutto soddisfatto. Sappiamo che Pippo è un perfezionista e, come ci aveva detto lui stesso qualche giorno fa, adesso potrà presentarsi al Tour de France con la maglia tricolore da sfoggiare.
Il potere di Ganna
Ma vediamo com’è andata. A San Vito al Tagliamento sono 18 i cronomen in lotta per la maglia di campione nazionale. Il caldo è tremendo: la temperatura balla sul filo dei 35 gradi. Parte la gara e si capisce presto che Filippo Baroncini mette a segno un’altra grande prestazione (anche lui ci aveva detto di un buon lavoro a cronometro) e che Mattia Cattaneo sta andando forte. Ma poi ecco che arriva Ganna.
«Gli intertempi – spiega Cioni – erano un po’ in là in effetti, però partendo per ultimi avevamo i nostri riferimenti e sapevamo di essere in vantaggio. Quelli da guardare erano soprattutto Baroncini, Cattaneo, e Sobrero. Cosa dire? Una bella crono, gli organizzatori sono stati bravissimi a creare un percorso veloce e anche molto sicuro. A mio avviso perfetto per una cronometro che assegna il titolo nazionale. Non era né corta, né eccessivamente lunga (era di 28 chilometri e 133 metri di dislivello, ndr)».
Ieri Ganna, così come tutti gli altri, aveva fatto la prova del percorso e le sensazioni dei giorni precedenti arrivate da Veloviewer si erano confermate.
«Abbiamo visto subito – riprende Cioni – che era una crono veloce. Tutto sommato anche facile da gestire, essendo così piatta e senza vento: bisognava solo spingere forte. L’unica incognita poteva essere il caldo, soprattutto per via dell’umidità e partire forte poteva essere rischioso. Pippo ha fatto dunque una crono molto lineare, con una progressione nel finale».
Quella visiera…
Con il caldo Ganna ha leggermente modificato la fase di riscaldamento. Al mattino ha fatto i rulli in camera sulla bici da strada, giusto per fare una “sudatina”, e poi si è recato al via. Stavolta il riscaldamento classico, visto che si sudava moltissimo, è stato un po’ più breve del solito. E quindi si è gettato al via di questa mezz’ora intensa di sforzo.
«Pippo è partito con la borraccia – racconta Cioni – peccato che l’abbia persa presto. Ma alla fine è andata bene e questo non ha comportato problemi. All’arrivo l’ho trovato davvero accaldato, ma anche molto contento».
«Novità tecniche? Guardate le foto!», dice e non dice Cioni.
E in effetti confrontando le foto con le ultime crono è balzata alla nostra vista la nuova visiera della Kask. Un dettaglio non da poco in vista del Tour per Pippo, dove magari anche un solo watt potrà fare la differenza… a cominciare dal duello con Remco Evenepoel.
Su filo dei 60 all’ora
Era importante dare un segnale di forza in vista del Tour. Non che uno come Ganna ne avesse bisogno, però per i tifosi vederlo con il tricolore in Francia sarà un motivo di orgoglio ulteriore. L’unico rischio era incappare in una giornata no e magari vedersi Baroncini e company lì a pochissimi secondi, ma tutto questo non è successo.
«In macchina, soprattutto dopo la seconda metà – racconta con orgoglio Matteo Cornacchione, meccanico ma anche primo tifoso di Ganna – vedevamo le velocità e Pippo andava sempre a 58, 59, 60 all’ora. Insomma, non poco: per batterlo bisognava andare almeno a 61! Si vedeva che mulinava bene il 64. In realtà, visto il percorso, poteva starci anche una corona da 68 denti, ma Pippo mi ha detto: “No, meglio il 64, mi conosco”. E infatti andava con la sua solita cadenza (sulle 100 rpm, ndr) e spingeva un 64×13-14 quasi sempre. Lo vedevo quando usciva dalle curve che c’erano ogni 4’-5’: tirava il fiato e ributtava subito giù il rapportone».
E gli altri?
Tra i 18 al via, c’erano anche Giulio Pellizzari e Gianmarco Garofoli, due (giovani) scalatori. Vedere due corridori, non certo specialisti delle cronometro, su un percorso del genere ci ha fatto piacere. Ci ha ricordato il giovane Pogacar che si presentava al via dei mondiali contro il tempo su piattoni infiniti sfidando Van Aert, Ganna e gente da 75 chili in su. E lo faceva con un preciso scopo: abituarsi alle crono, e a certi tipi di sforzo. Tutto questo lo abbiamo fatto notare a Cioni stesso.
«Condivido la scelta di Pellizzari di aver fatto questa cronometro – spiega Cioni – alla fine in stagione non ci sono 20 crono da affrontare ed è giusto che uno come lui, che punta alle classifiche generali, venga a fare certe esperienze. Mentre è stato ancora molto bravo Baroncini: si è confermato in grande forma dopo il Belgio».
«Vero, è stata una mia scelta partecipare a questa crono – dice Garofoli – un po’ perché dopo il Giro era ora di riattivarsi, di riprendere certi ritmi, e un po’ perché in chiave futura credo sia importante. Se un giorno magari mi giocherò una classifica di una corsa a tappe… Una prova così fa esperienza. E poi mi sono anche divertito!».
«La crono ho chiesto io di farla già a marzo – spiega Pellizzari – devo allenarmi a crono e più ne faccio e meglio è. Sarà un punto a mio favore in futuro. Poi oggi è andata un po’ così: erano tre settimane che non facevo molto, ma sapendo come è andata al Giro… sono fiducioso!»