Longo imbattibile, prosegue a tutto gas la marcia sul Giro

22.06.2022
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Questa mattina, a qualche ora dalla partenza, abbiamo voluto essere un po’ scontati e siamo andati da Elisa Longo Borghini. Nel cuore del Friuli Venezia Giulia, in un caldo umido e afoso peggiorato da qualche ora di pioggia, Elisa si apprestava a correre per la maglia tricolore da campionessa nazionale a cronometro. Inutile dire che seppur scontato, forse, non secondo quanto dice lei, il pronostico si è rivelato corretto.

Un’incredibile Elisa infatti, nel pomeriggio, qualche ora dopo la nostra chiacchierata, è salita sul podio di San Giovanni al Natisone, all’interno del velodromo, per vestire la maglia tricolore

Elisa, ieri ti abbiamo vista provare il percorso. Come ti è sembrato?

Secondo me è un percorso veloce, dove bisogna spingere tanto. Tendenzialmente la prima parte sale un pochino, mentre la salita finale sarà molto dura perché arriveremo con le gambe stanche. Avrei preferito un percorso più tecnico e un po’ più difficile, ma darò comunque il meglio di me stessa.

Elisa Longo Borghini conferma il titolo italiano della crono
Elisa Longo Borghini conferma il titolo italiano della crono
Un percorso senza alcun tipo di difficoltà quindi?

In una crono c’è sempre un momento di difficoltà e spesso ti coglie quando meno te l’aspetti, bisogna sempre essere molto lucide.

Se dovessi correre con la pioggia?

Per me non sarebbe un problema, sicuramente bisognerebbe porre una maggiore attenzione, ma sono certa che vinceremmo noi sulla pioggia.

Tu come stai?

In tanti mi danno per favorita, ma credo che ci siano delle ragazze che potrebbero vincere la corsa. Penso a Marta Cavalli (che ha concluso terza, ndr), a Vittoria Bussi e a Vittoria Guazzini (seconda sull’arrivo, ndr). Io sto abbastanza bene, ma sarà la strada a decidere.

Il terzo posto di Marta Cavalli è un grande segnale in vista del Giro: sarà un bel duello con la Longo
Il terzo posto di Marta Cavalli è un grande segnale in vista del Giro: sarà un bel duello con la Longo

Pronostico azzeccato

Elisa conosce le sue avversarie e le avversarie sanno che stanno per correre con una campionessa del suo calibro. Nel velodromo gremito di persone pronte ad applaudire le giovani campionesse, a fine giornata saliranno sul podio proprio le tre favorite: terzo posto per Marta Cavalli (FDJ Futuroscope Nouvelle Aquitaine), con un ritardo di 1’02” sulla vincitrice. A seguire conclude seconda Vittoria Guazzini della stessa squadra a 32” dalla riconfermata campionessa nazionale: la nostra Longo Borghini ha corso per 46’31” ad una media di 45,800 all’ora. 

Dopo la corsa Elisa è visibilmente più rilassata: «Sono contenta di come sia andata – dice – credo di aver fatto una buona prova. Adesso mi concentro sul Giro e poi sul Tour (parteciperà anche alla prova nazionale in linea, al servizio della squadra, ndr). Arrivare con questa maglia tricolore è una bella soddisfazione, ma anche una grande responsabilità. Vogliamo fare bene e l’obiettivo sono le tappe».

Per Vittoria Guazzini, seconda al traguardo, anche la maglia tricolore delle under 23
Per Vittoria Guazzini, seconda al traguardo, anche la maglia tricolore delle under 23

Guazzini e il ginocchio

A fine corsa abbiamo avvicinato anche Vittoria Guazzini, che ha comunque ricevuto la maglia tricolore perché migliore tra le donne under 23.

Com’è andata?

Ieri ho provato il percorso due volte e questa mattina una terza in tranquillità. Non presentava grandi difficoltà tecniche…si trattava solo di spingere. Sapevo che in salita, purtroppo, avrei sofferto ma sapevo che in discesa avrei potuto recuperare qualcosa. Ho cercato di gestirmi bene senza fare fuori giri e rischiare di compromettere l’intera crono.

Vittoria, tu sei campionessa europea under 23 a cronometro… quando supererai la Longo Borghini?

Elisa è molto forte (ride, ndr), ha tanta esperienza, è sempre molto difficile batterla. Un po’ di rammarico c’è, ma sono comunque soddisfatta. Vengo da qualche settimana con un problema al ginocchio. Non mi aspettavo molto, tant’è che sono partita abbastanza tranquilla, cosa che succede abbastanza raramente. Ho solo pensato che alla fine c’era da soffrire un po’ per tutte.

Come vedi il tuo futuro?

Nei prossimi anni spero di togliermi altre soddisfazioni. Sicuramente la cronometro è una disciplina che mi piace molto e alla quale dedico molto… Magari nei prossimi anni la batterò, chi lo sa!

Avversarie in gara, tutte e tre compagne di maglia nelle Fiamme Oro, ma felici e sorridenti, sebbene stanche, dopo. A fine corsa non mancano i sorrisi sullo sfondo tricolore che accompagnerà Elisa per tutto il resto della stagione.

Elisa, Katarzyna e una rivalità nata quasi per caso

15.06.2022
5 min
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Ci sono rivalità che nascono un po’ per caso e che vanno anche al di là del rapporto personale. Quando Elisa Longo Borghini ha conquistato la sua ennesima vittoria nel WorldTour 2022, portando a casa il Women’s Tour, nella classifica finale l’azzurra ha chiuso con 5” sulla polacca Katarzyna Niewiadoma, giunta terza e a quel punto sono tornati alla mente tanti ricordi, tante sfide fra le due divise quasi sempre da un pugno di secondi. Magari, se glielo chiedete, neanche loro due ci fanno caso, eppure le loro carriere non fanno che intrecciarsi da anni a questa parte, probabilmente perché per molto tempo sono state le due uniche alternative allo strapotere olandese.

Longo Women's 2022
La volata vincente della Brown su Elisa e Karatzyna. Ma sarà l’azzurra alla fine a trionfare
Longo Women's 2022
La volata vincente della Brown su Elisa e Karatzyna. Ma sarà l’azzurra alla fine a trionfare

Per ora prevale la Longo Borghini

Gli incroci fra le due sono talmente molteplici che il sito anglosassone procyclingstats.com li ha messi in fila. I numeri dicono che la campionessa tricolore ha prevalso nel quasi 59 per cento dei casi, ma spesso i numeri non dicono tutto, perché dietro di loro ci sono storie di cui quello della corsa a tappe inglese è solo l’ultimo di una lunga serie di capitoli.

Proviamo a tornare indietro nel tempo: Rio 2016. E’ praticamente da tutta la stagione che non si fa altro che dire che solo loro due potranno cercare di mettere un freno alla dominazione olandese e neanche la rovinosa caduta di Annemiek Van Vleuten toglie alla formazione arancione le sue chance d’oro, visto che c’è una Van Der Breggen pronta a sostituirla. L’olandese alla fine va in fuga con la svedese Johansson e la Longo Borghini che fra le tre è forse quella che tira con più veemenza, pur sapendo di essere inferiore alle avversarie allo sprint. Ma almeno porta a casa un bronzo che alle Olimpiadi vale come una vittoria. La polacca ha perso l’attimo giusto, anche lei tira come una forsennata nel gruppetto delle inseguitrici, ma solo la Deignan l’aiuta, troppo poco. Finisce sesta a 20” e mastica amaro.

Longo strade bianche 2017
Il testa a testa della Strade Bianche 2017: vince l’azzurra per soli 2″
Longo strade bianche 2017
Il testa a testa della Strade Bianche 2017: vince l’azzurra per soli 2″

Sempre questione di secondi…

Una piccola rivincita la Niewiadoma se la prende poche settimane dopo, agli europei di Plumelec, quando nel gruppetto delle 5 che si contendono il successo finisce seconda alle spalle della “capitana” Van Der Breggen e proprio davanti a Elisa. Abbiamo detto capitana non a caso: entrambe corrono per la Rabobank-Liv. E’ vero, è gara per nazionali, ma è un discorso vecchio come il mondo quello delle interazioni fra ciclisti di nazionali diverse ma accomunati dai club di appartenenza. Il team olandese fa doppietta al traguardo e sono tutti contenti.

Gli europei capitano spesso negli incroci fra le due campionesse. Storico quello del 2020, in quella stagione così strana con tutte le gare mischiate fra loro e racchiuse in non più di tre mesi. A Plouay, in una giornata di pioggia davvero diversa da quello che ti aspetteresti a fine agosto, si fronteggiano due coppie. In fuga ci sono la “solita” Van Vleuten ed Elisa, a inseguire la polacca con l’altra olandese Chantal Van Den Broek-Blaak. Verrebbe da pensare al gioco di squadra, all’arancione che sta sulle sue ma non è proprio così. Per fortuna della Van Vleuten, la Longo Borghini non resta sulle sue, pur sapendo che in volata ha forse qualcosa meno della più anziana avversaria e continua a tirare: uno sprint a due è sempre meglio di uno a quattro… Vince Annemiek, l’azzurra è argento e la Niewiadoma è bronzo ad appena 6”. Sempre quei maledetti secondi…

Van Vleuten davanti, la Longo Borghini tiene, la Niewiadoma no. Finiranno nell'ordine
Van Vleuten davanti, la Longo Borghini tiene, la Niewiadoma no. Finiranno nell’ordine
Longo Europei 2020
Van Vleuten davanti, la Longo Borghini tiene, la Niewiadoma no. Finiranno nell’ordine

Lo scontro dell’Amstel

La Longo Borghini tira sempre? Mmh, se lo chiedete a Katarzyna, forse non la pensa ìcosì. L’esperienza dell’Amstel Gold Race 2021 è ancora troppo fresca nella mente. Succede che a un chilometro e poco più dal traguardo le due tentano la sortita. Una di fronte all’altra, come mai era capitato in una grande classica. Succede anche che dietro cominciano a guardarsi, nessuna vuole togliere le castagne dal fuoco. Davanti però s’inceppa qualcosa: Katarzyna chiede continuamente all’italiana di collaborare, ma senza successo. Risultato: da dietro rientrano e Elisa finisce ottava, la polacca decima e con un diavolo per capello.

Arriviamo all’ultimo (per ora…) capitolo, il Women’s Tour dove le due erano in lotta fino all’ultimo metro (nella foto di apertura le due scherzano sul podio), ma questa volta la “nuova” Elisa, quella che colleziona vittorie del massimo circuito e che guida la “rivoluzione” italiana che sta togliendo il trono all’Olanda, non ha lasciato scampo. Una vittoria che l’azzurra ha preso dove meno ce la si sarebbe aspettata, andando a fare la volata generale chiusa al terzo posto, sufficiente per quei 4” decisivi per il successo pieno. La polacca invece è ventesima, senza energie sufficienti per fare lo stesso come anche l’australiana Brown che fino alla partenza del mattino le aveva messe tutte d’accordo.

Amstel women 2021
L’immagine incriminata dell’Amstel: la polacca chiede il cambio, senza risposta (foto Getty Images)
Amstel women 2021
L’immagine incriminata dell’Amstel: la polacca chiede il cambio, senza risposta (foto Getty Images)

Rivali in gara, ma senza astio

Se pensate che le due si guardino in cagnesco, che ci siano scontri e rivalità accese, siete fuori strada. Amiche forse no, ma fra loro c’è quel rispetto che regna fra chi condivide lo stesso destino, fra chi si è trovato spesso a lottare dalla stessa parte della barricata, a provare a ribaltare un dominio di color arancione in alcuni periodi schiacciante. Si tornerà alla partenza, ci si saluterà con un cenno, magari anche una parola, ma poi ci sarà un altro capitolo da scrivere di quella rivalità nata un po’ per caso ma che ormai è già parte della storia.

Elisa, le ragioni vincenti di quello sprint in salita

11.06.2022
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Prima in volata. Per Elisa Longo Borghini non è un esito abituale, per questo ieri sera, dopo la vittoria a Black Mountain al The Women’s Tour, la piemontese era particolarmente soddisfatta. Nei messaggi che si scambiano fra atleti e giornalisti, la promessa che prima o poi le avrebbe battute anche allo sprint circolava da tempo come una scommessa, che ieri si è concretizzata.

Certo non si può dire che la Longo abbia vinto una volata in pianura: Black Mountain è comunque una salita di 7,2 chilometri, con pendenza media del 5,3 per cento e punte al 21. Ma chi ha visto lo sprint e poi lo ha rivisto ancora, potrebbe essersi stupito per la lunghezza della sua azione sui pedali. Anche questa poco abituale.

Il punto con Slongo

Così, lasciando in pace Elisa, che attualmente occupa la prima posizione della classifica a pari tempo con Grace Brown e oggi è attesa dall’ultima tappa per velociste, abbiamo rotto un po’ le scatole a Paolo Slongo. Il veneto si trova invece al Delfinato e davanti ha il tappone di Vaujany, con il Galibier e la Croix de Fer prima della salita finale. Si darà fiducia a Tiberi, motivato dalla recente vittoria, ma si trova anche il tempo per fare il punto sulla Longo.

Paolo, ti aspettavi che Elisa potesse vincere così?

Diciamo che una volata dopo 4 chilometri di salita dura non è una volata in pianura, non per velocisti insomma. Ma mentirei se dicessi che non ci abbiamo lavorato.

Elisa si è preparata per il rientro alle gare nell’altura di Sestriere (foto Instagram)
Elisa si è preparata per il rientro alle gare nell’altura di Sestriere (foto Instagram)
Racconta, allora…

Dopo la vittoria della Roubaix, c’è stato un lungo periodo di stacco. Venti giorni, la durata del Giro d’Italia, in cui lei un po’ ha riposato e un po’ è andata in altura a Sestriere. Ha lavorato bene, non le manca la voglia di fare le cose per bene. Ci eravamo lasciati con l’impegno di tornare subito competitivi, per non dover soffrire a ritrovare la condizione. E proprio a Sestriere è arrivata la novità.

Che sarebbe?

Per la prima volta in carriera, credo, Elisa ha fatto tre giorni di lavoro dietro moto in salita, come quelli che facevo al San Pellegrino con Vincenzo (Nibali, ndr). E quelli, parlo per esperienza, se fatti bene, pagano sempre.

Davvero era la prima volta?

Elisa ha lavorato spesso dietro moto per preparare le crono, ma in salita se non era la prima volta, sarà stata sicuramente una delle prime.

Che tipo di lavori ha fatto?

Tutti incentrati sul cambio di ritmo, per simulare la gara. Devi fare scatti di 20″-30″ fuori dalla moto. E quando ti riaccodi, la moto va però a velocità di gara.

Ideale per cercare brillantezza?

Già negli ultimi tempi era migliorata grazie alle partenze da ferma, ma certo se nasci con fibre non troppo bianche, quindi sei un’atleta più resistente che esplosiva, il miglioramento oltre un certo limite non arriva. Diverso se parliamo anche di consapevolezza e tattica. A questo aggiungete il fattore del peso.

Sul traguardo di Black Mountain, la soddisfazione di una vittoria allo sprint
Sul traguardo di Black Mountain, la soddisfazione di una vittoria allo sprint
Ne avevamo parlato prima delle classiche…

Esatto, ci eravamo detti che per certe corse non fosse un fronte particolarmente sensibile. Invece questa volta, senza aver fatto chissà quali rinunce, siamo scesi di 2 chili. E questi aiutano a essere più efficienti e brillanti, soprattutto nel fare certe azioni.

Prossimo step il Giro d’Italia?

Prima il tricolore crono, che vuole fare bene. Poi quello su strada, che è da capire, perché è piatto come un biliardo. E poi sarà tempo per il Giro d’Italia.

Questa volta Van Vleuten le ha prese a ceffoni

24.04.2022
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Non è sempre Pasqua, deve aver pensato Elisa Longo Borghini, che nel giorno di Pasqua per giunta aveva vinto la Roubaix, vedendo la Van Vleuten allontanarsi sulla Roche aux Faucons. Più o meno gli stessi pensieri si sono addensati nella mente di Marta Cavalli, che mercoledì ha vinto la Freccia Vallone ed era tra le favorite della Liegi. Quando l’olandese della Movistar ha attaccato nel punto più duro dell’ultima salita, a dire il vero non è parsa irresistibile. Il gap infatti è rimasto a lungo intorno ai 10 secondi, poi le altre dietro sono inspiegabilmente sprofondate nella rassegnazione, raggiungendo il traguardo 43 secondi dopo Annemiek.

Per la Longo Borghini è arrivato il quinto posto. E adesso a casa a ricaricare le batterie
Per la Longo Borghini è arrivato i quinto posto. E adesso a casa a ricaricare le batterie

«Con due ragazze della Sd Worx e due della FDJ – dice Elisa, quinta all’arrivo – pensavo che saremmo riuscite a rientrare, ma evidentemente Annemiek ne aveva di più. E’ stata la più forte, ha preso da subito la corsa fra le mani, aveva il passo migliore di tutte. Io oggi mi sentivo recuperata rispetto alla Roubaix, molto meglio di mercoledì alla Freccia. Però è vero che, tranne alcune che iniziano a scegliere, tendiamo tutte a fare le corse principali. Perciò la Roubaix, spostata perché in Francia c’erano le elezioni, si è un po’ sovrapposta con le Ardenne. Se avessi fatto Amstel e Brabante, io ad esempio l’avrei saltata. E credo che se il calendario sarà ancora questo, si dovranno fare delle scelte».

Cavalli e la Redoute

Il tema, che avevamo già approfondito nelle scorse settimane, torna di attualità anche nelle parole di Marta Cavalli, arrivata sesta. Se Longo Borghini non avrebbe voluto fare la Roubaix e l’ha vinta, la cremonese non avrebbe dovuto fare Freccia e Liegi e ha vinto a sua volta la prima…

A Liegi anche il cittì azzurro Sangalli. Qui parla con Marta Cavalli e domani sarà a Roma al Liberazione
A Liegi anche il cittì azzurro Sangalli. Qui parla con Marta Cavalli e domani sarà a Roma al Liberazione

«Ho fatto la Roubaix – sorride sfinita – perché non avrei dovuto fare Freccia e Liegi. Ancora mercoledì sentivo di non aver ben recuperato il pavé che fisicamente è devastante. Oggi si sapeva che la Roche aux Faucons sarebbe stata il punto decisivo. Già ho sofferto per stare con la Van Vleuten sulla Redoute, credo di aver speso lì tutte le mie energie. Quando ha attaccato, siamo rimaste a 8-10 secondi, poi il gruppetto si è riformato e non c’è stato niente da fare. Ma che lei fosse forte si sapeva. Forse era bloccata un po’ mentalmente per non aver ancora vinto, ma questa volta ha dato tutto».

Il momento migliore

Annemiek è di ottimo umore. Al punto che quando il telefono di un giornalista, messo sul tavolo davanti a lei per registrare, inizia a vibrare, risponde lei alla chiamata. Parla in olandese, dice che si sta svolgendo una conferenza stampa e che gli ha risposto la vincitrice. Poi chiude, anzi no: la chiamata resta aperta ancora un po’.

Già sulla Redoute il suo forcing è stato ferreo. Qui le resiste Reusser
Già sulla Redoute il suo forcing è stato ferreo. Qui le resiste Reusser

«Se guardo i numeri – dice la leader del Movistar Teami miei test, i tempi su Strava, sono nel mio momento migliore. Ma ci sono tante ragazze che stanno crescendo, per cui vincere non è più così facile e quando ci riesco è più bello. Sapevo che non sarei riuscita ad andare via sulla Redoute come nel 2019, perché il livello del gruppo femminile adesso è più alto di qualche anno fa. Sapevo di avere una sola opzione sulla Roche aux Faucons, perciò l’ho iniziata e ho dato tutto. Ho ucciso me stessa, senza pensare se mi seguissero. Non potevo fare altro. Penso sia un complimento il fatto che mi stiano sempre a ruota, ma cerco di concentrarmi ogni volta su quello che posso cambiare e semmai le situazioni che posso girare a mio favore».

Il guanto di sfida

Parla con gusto. Fa battute. Dice che il Giro è una corsa troppo bella per non farla e che andrà a prepararlo a Livigno, il suo «happy place». Però aggiunge che ora tornerà per due settimane a casa, dove festeggerà con gli amici e il 27 aprile celebrerà il King’s Day.

«Vincere non è stato un sollievo – dice Van Vleuten – sarei potuta tornare a casa a mani vuote, ma con la consapevolezza di andare bene. E’ bello riuscire ancora ad avere questo livello, soprattutto dopo l’incidente alla Roubaix del 2021. Ho ancora fame di migliorare e ci sono piccole cose, dalla mia preparazione al lavoro di squadra, in cui posso migliorare. Credo in me stessa, vincere non è facile. Gli unici che aspettavano un passo falso sono certi giornalisti che si divertono a darmi il tormento.

«Credo che questa campagna di primavera abbia ridisegnato gli equilibri del gruppo. Marta Cavalli adesso sa di potermi staccare e proverà a rifarlo al Giro d’Italia e questo renderà il ciclismo più bello da seguire. Sul Muro di Huy mi ha battuto perché è stata più esplosiva di me, la Liegi si è dimostrata ancora una volta la corsa che più mi si addice. Ma non dite che sono stata la più forte, come se avessi passeggiato. Sulla Redoute ho distrutto me stessa. E sulla Roche aux Faucons ho dato tutto, facendomi del male…».

Una settimana fa, quel pazzesco viaggio di Mosca a Roubaix

24.04.2022
6 min
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Quando di sabato mattina si è presentato al desk dell’autonoleggio vestito con la tuta della Trek-Segafredo, il tipo di là dal banco gli ha chiesto se andasse a correre la Parigi-Roubaix. A quel punto Jacopo Mosca si è reso conto di quanto fosse particolare la situazione. Gli ha risposto che stava andando sì da quelle parti, ma non per correre. Vi pare che potesse spiegargli che stava andando lassù per un saluto alla sua compagna e poi sarebbe tornato a casa per allenarsi?

L’antefatto

L’antefatto sta nelle parole di Elisa Longo Borghini dopo la vittoria della Parigi-Roubaix, completando un discorso fatto alla partenza, quando ci aveva rivelato qualcosa di incredibile.

«Il gesto di Jacopo di venire oggi è stato bellissimo. E’ venuto per dirmi ciao. Si è fermato un’ora e poi è ripartito per andare in altura, visto che sta preparando il Giro. Sapeva che stavo passando un momento così e così, che le cose non andavano come volevo. E alla fine mi ha fatto una sorpresa. Me lo sono ritrovato lì. Gli avevo detto di no, che se fosse venuto lo avrei ammazzato. Ma lui è arrivato lo stesso».

L’umore di Elisa Longo Borghini dopo il Fiandre non era alle stelle, alla Roubaix non voleva andarci
L’umore di Elisa Longo Borghini dopo il Fiandre non era alle stelle, alla Roubaix non voleva andarci

La valigia in mano

Immaginatevi la scena e poi se sarà il caso potremmo chiedere il file, visto che la stessa Elisa ieri, alla presentazione delle squadre della Liegi, ha ammesso che qualcuno potrebbe averla filmata. I due sono insieme da un po’. Finora non se ne era mai parlato per rispetto, ma da poco loro per primi l’hanno reso pubblico (nella foto di apertura sono al via del Gran Piemonte 2021) e questa storia è un momento di ricchezza d’animo che hanno voluto condividere con noi e per il quale li ringraziamo.

«Sono arrivato all’hotel della squadra – racconta Mosca divertito – e tutti i ragazzi dello staff mi hanno salutato, qualcuno capendo e qualcuno no. Siccome le ragazze avevano finito di fare colazione, mi sono infilato nella sala e ho mangiato anche io. Elisa aveva dimenticato di portare giù la valigia, per cui io ero là che parlavo e l’ho vista da lontano. Anche lei mi ha visto, ma non si è resa conto. “Che cosa ci fai qua?”. Aveva certi occhi… Aveva bisogno di un cambio di umore, sentire qualcuno vicino».

Il piano di andare in Francia era scattato già durante il ritiro a Sierra Nevada prima del Giro di Sicilia (foto Instagram)
Il piano era nato già durante il ritiro a Sierra Nevada prima del Giro di Sicilia (foto Instagram)

Altura e Sicila

Torniamo indietro. Mosca è in altura a Sierra Nevada, prima del Giro di Sicilia. Il programma di Elisa non prevede la Roubaix, quindi si sono organizzati per trovarsi a casa il 16-17 aprile, all’indomani della corsa siciliana. Poi Jacopo andrà in altura per il Giro ed Elisa in Belgio per Freccia e Liegi. Pertanto il programma è di andare in Sicilia direttamente da Barcellona, lasciando la macchina in aeroporto, per recuperarla dopo la corsa.

«Invece viene fuori che la portano alla Roubaix – racconta Jacopo – e a quel punto i programmi vanno a farsi benedire. Scendo da Sierra Nevada e ci vediamo a casa per 6 ore prima che io parta per la Sicilia. Però intanto, mentre ero lassù, avevo cominciato a pensare che si potesse fare. Solo che i voli erano impossibili. Così vado in Sicilia e mi ritrovo in camera con Moschetti. Lui è pratico della Francia e cercando viene fuori un bel volo su Parigi Charles de Gaulle. Era la sera prima dell’ultima tappa, il giorno dopo mi sveglio presto e faccio il biglietto. L’auto a noleggio la prenoto dopo la corsa. Alle 23 del venerdì sono a casa in Piemonte».

Al mattino dell’ultima tappa in Sicilia (qui Mosca con Caruso), il biglietto era già comprato
Al mattino dell’ultima tappa in Sicilia (qui Mosca con Caruso), il biglietto era già comprato

Il viaggio comincia

E il viaggio comincia. Mosca carica le bici in macchina. Suo padre teme che voglia guidare fino a Parigi e si tranquillizza solo quando il figlio gli risponde che andrà in aereo. Alle 3,30 parte verso l’aeroporto di Torino. Lascia l’auto con le bici al parcheggio custodito. Il volo è alle 6, per cui alle 7,30 è a Parigi. Prende l’auto e alle 9,30 è all’hotel della squadra a Valenciennes.

«Sono cose che si fanno – sorride – ma non giovano proprio alla vita da atleta. Non posso dire di aver recuperato. Ma tanto domenica era Pasqua e sarei andato a pranzo dai miei, quindi un giorno praticamente libero. Uscivo dal blocco di lavoro del Sicilia, avrei dovuto fare tre ore il lunedì. Per contro, Elisa aveva bisogno di un po’ di grinta. Non so se la mia presenza abbia cambiato le cose, ma ha aiutato. Il sabato sera ero finito, è vero, ma sapete quante volte per voli cancellati stiamo in giro per giorni interi?».

Alla partenza della Roubiax, netto cambio di umore per Elisa Longo Borghini, con la vittoria già sul volto
Alla partenza della Roubiax, netto cambio di umore per Elisa Longo Borghini, con la vittoria già sul volto

Un’ora sola

Stanno insieme per un’ora. Poi, quando Elisa va al raduno di partenza, Jacopo riparte verso l’aeroporto. E nell’impresa è anche fortunato, perché il volo partirà in ritardo di mezz’ora quindi lui ha tempo di vedere l’arrivo trionfale della sua compagna dal cellulare già sull’aereo.

«Quando ha tagliato il traguardo – ammette – ho fatto un urlo ed è venuta la hostess a zittirmi. Per fortuna i passeggeri dietro di me hanno capito che stavo seguendo e che la cosa mi stesse… leggermente a cuore. Non sto a dire che fossi certo che potesse vincere, ma che sarebbe stata nel vivo era sicuro. Lei non voleva correrla e non si sentiva sicura, ma quella corsa è fatta per lei. Io di Nord ne so poco, ma per vincere la Roubaix servono forza e saper guidare la bici: è il suo identikit!».

Sola nel velodromo di Roubaix: sull’aereo alle porte di Parigi, anche Mosca ha cacciato un urlo
Sola a Roubaix: sull’aereo alle porte di Parigi, anche Mosca ha cacciato un urlo

Direzione Sestriere

Il volo per Torino è alle 14. Alle 16 Jacopo è di nuovo in Italia. Recupera la macchina e alle 19 è già a Sestriere, dove si trova tutt’ora per preparare il Giro.

Elisa andrà a fargli visita probabilmente martedì o mercoledì, poi per lui sarà ormai tempo di partire per l’Ungheria. Scherzando gli abbiamo chiesto se abbia pensato di venire a fare un saluto per la Liegi. Ci ha risposto ridendo che oggi deve fare distanza. E che se provasse a partire di nuovo, probabilmente Luca Guercilena strapperebbe il contratto di entrambi. Però, caro Jacopo Mosca, lasciatelo dire: questo viaggio è stato davvero una cosa ben fatta.

Longo Borghini all’Inferno per istinto, per rabbia e per amore

16.04.2022
5 min
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Ha vinto la Roubaix e non voleva neanche farla. Alla Trek-Segafredo hanno dovuto impuntarsi e adesso che l’ha vinta e ha un sorriso che irradia più di questo sole di primavera, Elisa Longo Borghini fa il mea culpa più simpatico.

«Alla fine devo dare ragione alla squadra – dice – sanno cosa posso dare e come sto. Li devo ringraziare e cospargermi il capo di cenere. Devo dire grazie alla Trek e alle mie compagne, che hanno corso in modo magistrale. Ma questo non è stato una sorpresa, è il rullino di tutta la stagione. Alla fine non importa chi vince, conta che vinciamo noi».

Da quanto tempo Longo Borghini aspettava una vittoria così? Finalmente la sfortuna è alle spalle
Da quanto tempo Longo Borghini aspettava una vittoria così? Finalmente la sfortuna è alle spalle

Il centro del velodromo è tornato ai fasti di un tempo, con i giornalisti e i corridori insieme a scambiare racconti e domande. Abbiamo vissuto il suo ingresso in pista come una liberazione, perché il vantaggio non decollava e dietro Lotte Kopecky faceva francamente ancora paura. Ma Elisa sa volare nelle crono e quando ha avuto strada libera davanti, ha messo giù la testa e macinato chilometri e sassi.

Un urlo di rabbia

Dopo aver tagliato il traguardo, aver gettato lo sguardo alla curva dove ha riconosciuto la sua famiglia, Elisa ha tirato giù le braccia e cacciato un urlo che in qualche modo ha fatto tremare anche l’obiettivo a 50 metri di distanza (foto di apertura). Da sola per trenta chilometri e avendoci creduto per ogni singolo metro, la campionessa italiana ha visto passare il film di una stagione sfortunata e le ha gridato in faccia tutta la sua rabbia.

«Sì, rabbia – conferma – per la stagione che era partita un po’ storta. Ho avuto una sinusite che mi ha penalizzata. Alla fine sapevo di andare forte, ma non riuscivo a respirare. Era difficile esprimersi al meglio. Mi sono messa a disposizione della mia squadra e anche oggi fino al momento di attaccare, l’idea era quella. Per fortuna è venuto questo colpo di istinto e sono andata. Sapevo che alla peggio avrei messo in una buona posizione Lucinda Brand, che avrebbe dovuto stare a ruota e seguire solo la SD Worx. E poi, niente, ragazzi… Sono andata a blocco!».

Curva pericolosa

Così tanto a blocco che a un certo punto, all’ingresso di una curva a destra, ha preso un’imbarcata che l’ha sparata verso l’altro lato della strada, dove è servita tutta l’arte a disposizione per evitare di cadere. Lei scoppia a ridere, perché adesso si può.

«Vorrei sentite il commento dei ragazzi della Roubaix – dice – che l’anno scorso mi prendevano in giro perché usavo un rapportone. Chissà quest’anno che cosa mi diranno. Ma alla fine, se vuoi vincere una corsa come questa, i rischi te li devi prendere. E avevo una bicicletta spaziale, secondo me la migliore del gruppo».

Dopo l’arrivo, smaltita l’adrenalina, la sua analisi è tornata pacata come al solito
Dopo l’arrivo, smaltita l’adrenalina, la sua analisi è tornata pacata come al solito

La spinta dei tifosi

Da sola, con le inseguitrici dietro che non hanno mollato un solo metro, ma anche due compagne a fare buona guardia, quando Elisa è uscita ancora in vantaggio dal Carrefour de l’Arbre, è stato chiaro che ce l’avrebbe potuta fare.

«Io ci ho creduto dall’inizio – dice – se non ci credi, non vai da nessuna parte. L’Arbre da sola è stato bellissimo. Devo dire che ritrovare il pubblico su queste strade è stato molto bello. Noi viviamo grazie a loro e sentire gli italiani che gridavano il mio nome o anche la gente francese che mi chiamava, mi gasava tantissimo».

Il gesto di Mosca

Ma la vera marcia in più, quella confessata a mezza bocca stamattina alla partenza, è stata la visita a sorpresa di Jacopo Mosca. Il suo compagno ha finito ieri il Giro di Sicilia, ha viaggiato fino a casa e poi è ripartito per Roubaix. La notte, ha scherzato in un messaggio, è abbastanza lunga per fare certe cose.

«Il gesto di Jacopo di venire oggi alla Roubaix – dice lei strafelice – è stato bellissimo. E’ venuto per dirmi ciao. Si è fermato un’ora e poi è ripartito per andare in altura, visto che sta preparando il Giro. Sapeva che stavo passando un momento così e così, che le cose non andavano come volevo. E alla fine mi ha fatto una sorpresa. Me lo sono ritrovato lì. Gli avevo detto di no, che se fosse venuto lo avrei ammazzato. Ma lui è arrivato lo stesso».

Cena pagata e adesso via con le interviste di rito. Si potrebbe restare a parlare ancora a lungo, ma si è alzata un’arietta fastidiosa e in sala stampa l’aspettano per il suo racconto. La Parigi-Roubaix resta in casa Trek-Segafredo e continua a parlare italiano dopo la vittoria 2021 di Colbrelli. Elisa si allontana. La sua settimana prevede ancora la Freccia Vallone e poi la Liegi-Bastogne-Liegi.

Trek e monocorona: la Roubaix Femmes è anche questo

16.04.2022
4 min
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La maglia tricolore di Elisa Longo Borghini colora il podio e fa risuonare l’inno di Mameli al velodromo di Roubaix, ma ci sono delle curiosità tecniche che devono trovare una menzione particolare. C’è una nuova Trek ed è la nuova Domane. E poi il monocorona anteriore e qui c’è uno sdoganamento in senso assoluto. Siamo a Roubaix e abbiamo rubato qualche scatto.

La Trek sull’ammiraglia prima della partenza
La Trek sull’ammiraglia prima della partenza

Una nuova Trek Domane?

Tutto ci porta a scrivere che quella vittoriosa è l’ultima versione della Trek Domane, la bici sviluppata dal brand americano e specifica per la Paris-Roubaix. Di sicuro è stato ripreso il concetto dell’IsoSpeed posteriore, tra piantone, tubo orizzontale e foderi obliqui (con un nuovo shape), con tutta probabilità, invece, scompare il dissipatore anteriore. L’IsoSpeed coinvolge il design totale del nodo sella e del seat-post. Inoltre, il primo impatto estetico ci mostra una bici piuttosto compatta nella sezione centrale e posteriore, con una “forcella più aperta”.

Dalla piattaforma Emonda

Lo sterzo, il profilato obliquo e il design dell’orizzontale richiamano da vicino la Emonda, con quello sviluppo aero concept che accomuna l’ultima generazione delle biciclette Trek.

Ci sono le ruote Bontrager full carbon con profilo da 37 millimetri e tubeless da 30 millimetri di sezione, una scelta che trova conferme anche nell’intervista fatta qualche giorno a dietro a Mauro Adobati, meccanico del Team Trek-Segafredo. I tubeless sono Pirelli PZero Race, ma di sicuro in edizione “non ufficiale”.

Sram Red AXS con monocorona

Se la trasmissione Sram a 12 rapporti non rappresenta una novità, la vittoria di una bici con single speed anteriore lo è. Corona piena da 52 denti con guida K-Edge e pignoni posteriori con scala 10/33. C’è il power meter Quarq. Inoltre la Longo Borghini ha utilizzato i pulsanti Blips sulla piega manubrio, molto sfruttati lungo i settori di pavé.

Elisa ha utilizzato un body Santini
Elisa ha utilizzato un body Santini

Abbigliamento non banale

Elisa Longo Borghini ha utilizzato un body Santini, ben visibile nelle immagini, con le finiture delle maniche comuni a quella utilizzata per i capi specifici da cronometro. Questa è un’ulteriore conferma della ricerca del dettaglio e di una categoria, quella dell’abbigliamento tecnico, soggetta ad una evoluzione davvero importante anche in ambito femminile.

Van Dijk, Balsamo, Longo: prove d’intesa alla Trek-Segafredo

02.04.2022
6 min
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Prendi Elisa Longo Borghini e la Balsamo e aggiungi allo stesso tavolo anche Ellen Van Dijk. Un simile concentrato di bandiere non è facile da trovare. La campionessa italiana, quella del mondo e quella d’Europa. Tutte con le insegne della Trek-Segafredo. Mancano 24 ore al Giro delle Fiandre e il Belgio s’è vestito di bianco, ammantando le strade di neve e aggiungendo insidie a un percorso già di per sé complicato.

I discorsi si legano, le domande e le risposte vengono snocciolate con quell’andare impersonale delle conferenze online. Anche se da ieri in Italia lo stato d’emergenza è alle spalle, il dannato Covid continua a circolare. Van Aert ha appena rinunciato al suo più grande obiettivo. Le squadre sono decimate e adesso al danno immediato si somma il sospetto di quel che il Covid potrebbe lasciarti addosso. Troppi malanni saltati fuori senza causa apparente. Per questo alcune squadre tengono ancora chiuso e sebbene con una punta di fastidio, c’è da capirle.

Orgoglio di figlia

«E’ sempre bello vestire questa maglia – dice Balsamo – ed è sempre speciale correre in Belgio. Il Fiandre sarà corsa dura, ma abbiamo una super squadra e diverse soluzioni. Sono venuti su i miei genitori ed è davvero bello. Quando ero piccola, mi hanno trasmesso l’amore per la bicicletta. Averli accanto e vincere come a Gand è stato bellissimo».

Il riferimento è alla foto dell’esultanza con suo padre Sergio dopo l’arrivo di Wevelgem. In quegli occhi c’è un mondo. L’amore del padre, lo slancio della figlia. L’orgoglio dell’uno e il gusto di averlo reso felice dell’altra.

Balsamo ha vinto tre corse in fila, ma sempre con il sole: come andrà al Fiandre?
Balsamo ha vinto tre corse in fila, ma sempre con il sole: come andrà al Fiandre?

Dannata sinusite

«Questa primavera sta venendo un po’ dura – ragiona Longo Borghini – non ho una gran forma. Mi sono presa una sinusite dopo la Strade Bianche e ci sto ancora combattendo. Domenica sarò alla partenza, ma non so cosa aspettarmi. Però mi conoscete, mi piace correre. Ci sarò, ma parleremo di tattiche domani. Penso spesso alla mia vittoria nel Fiandre del 2015, fu grandioso. Ci penso perché vincere qui è speciale per la carriera. Per questo spero che una mia compagna possa provare quella sensazione o che tocchi nuovamente a me».

Aveva 24 anni, se ne andò da lontano con la sua maglia della Wiggle-Honda, mentre Rochelle Gilmore a furia di incitarla rischiò quasi l’infarto. Elisa sembra più tranquilla da quando in squadra è arrivata Balsamo, ma si capisce che il morale non sia dei migliori. Nei giorni scorsi ha aiutato, ma questa sarebbe una corsa per lei.

Elisa Longo Borghini è alle prese con una fastidiosa sinusite già dalla Strade Bianche
Elisa Longo Borghini è alle prese con una fastidiosa sinusite già dalla Strade Bianche

Kopecky provoca

«Il Koppenberg sarà una bella sfida – dice Van Dijk – non è nel finale, ma darà la svolta. Tutte vorranno stare davanti. Il Fiandre non è una corsa che si presti a chissà quali ragionamenti tattici alla vigilia. Di sicuro non si potrà tenere chiuso. In corsa può succedere tutto. Elisa Balsamo è la migliore in caso di arrivo allo sprint, ma non so se finirà in volata. Vedo ragazze come Van Vleuten, Kopecky, Vollering e Vos che proveranno a portare via la fuga. Siamo professioniste, non ci saranno problemi».

Ellen è una che ama attaccare. Alla Gand s’è piegata di buon grado alla causa di Elisa Balsamo, ma sin da ieri le rivali hanno cominciato a chiedersi come mai la Trek corra in modo così difensivo e lei s’è sentita un po’ pungere l’orgoglio.

Van Dijk è campionessa europea e finora ha lavorato per la Balsamo. Ha vinto una tappa alla Valenciana
Van Dijk è campionessa europea e finora ha lavorato per la Balsamo. Ha vinto una tappa alla Valenciana

Ragazze nell’ombra

«E’ facile andare d’accordo – interviene la Longo – perché ci conosciamo bene. Sappiamo che se portiamo Elisa ai 200 metri, lei vince la corsa. E poi ci siamo Ellen ed io che corriamo insieme da quattro anni. Siamo complementari e sappiamo come integrarci. Il fatto è che la gente è abituata a vedere quello che succede nei finali. La verità è che la nostra squadra entra in azione molto prima. Ci sono altre ragazze che lavorano nell’ombra da prima».

Viene da pensare che all’appello manca per giunta Lizzie Deignan, ferma ai box per la maternità annunciata il 24 febbraio. Se ci fosse stata anche lei, allora sì che l’imbarazzo per la scelta sarebbe stato trabordante.

Fra le gregarie della Trek-Segafredo anche ragazze che lavorano lontano dai riflettori come Leah Thomas
Fra le gregarie della Trek-Segafredo anche ragazze che lavorano lontano dai riflettori come Leah Thomas

Sfida a Consonni

«C’è buona comunicazione fra noi in corsa – precisa Elisa Balsamo, che si sarà sentita tirata per la manica – e domenica sarà più che mai necessario. Il Fiandre è duro. In più sarà freddo e bagnato, quindi sarà anche peggio perché io preferisco il sole e le corse asciutte. So che tanti team vorranno andare full gas per non arrivare in volata. Io combatterò per sopravvivere alle salite ed eventualmente arrivare in fondo. E chissà che magari in uno sprint di gruppo, non trovi Chiara Consonni con cui duellare. E’ in forma, quando sta così, tiene anche sugli strappi. Però non sento pressioni su di me, siamo tante. Farò del mio meglio e vedremo come va a finire».

Non sente la pressione, ma ripete queste parole come un mantra da qualche settimana. In realtà, se hai vinto così tanti titoli fra strada e pista, la pressione è un problema per gli altri.

Le ragazze partiranno domenica mattina da Oudenaarde alle 13,25 e ancora a Oudenaarde arriveranno intorno alle 17,45 dopo 158,6 chilometri, 11 muri e 6 tratti in pavé. Lo scorso anno vinse Annemiek Van Vleuten. In 18 anni di storia, fra le italiane soltanto Elisa Longo Borghini (2015) e Marta Bastianelli (2019) hanno vinto il Giro delle Fiandre. Domenica saranno entrambe in corsa.

Trek e Pirelli, una partnership sempre più vincente

31.03.2022
3 min
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Il rapporto tra Trek e Pirelli si arricchisce di un nuovo importante capitolo. Da oggi i pneumatici Pirelli sono infatti disponibili presso tutta la rete nazionale dei rivenditori Trek. Stiamo parlando di pneumatici da strada, da mountain bike, da e-mountain bike e da gravel. Si tratta di una grande opportunità per entrambe le aziende. Pirelli potrà godere della rete capillare dei negozi Trek presenti in tutta Italia. Contemporaneamente i rivenditori Trek avranno l’opportunità di offrire alla propria clientela prodotti di grande qualità a partire dal nuovo P Zero Race 4s, presentato solo pochi giorni fa.

Dettaglio sui copertoni Pirelli P Zero Race TLR
Dettaglio sui copertoni Pirelli P Zero Race TLR

Un rapporto forte

Quello tra Trek e Pirelli è un rapporto giovane ma che fin da subito si è dimostrato estremamente forte. L’accordo tra le due aziende risale al 2020 e in soli due anni sono stati ottenuti risultati di grande prestigio. Tra questi va sicuramente ricordata la Parigi-Roubaix femminile che ha fatto il suo debutto lo scorso anno e che ha visto trionfare Lizzie Deignan. Nel successo dell’atleta britannica un ruolo fondamentale l’ha sicuramente svolto il mix perfetto che si è venuto a creare tra bicicletta e pneumatico.

Non va poi dimenticato il fatto che dagli stessi atleti arrivano a Pirelli feedback estremamente importanti sulla resa dei prodotti a loro in uso. Si tratta di riscontri che permettono all’azienda di lavorare costantemente al miglioramento di ogni singola copertura che verrà utilizzata non solo dal team maschile e femminile, ma soprattutto dall’utente finale. Un ruolo fondamentale potrà averlo sicuramente la rinnovata sede Pirelli di Bollate destinata ad ospitare le linee produttive dei prodotti ciclo alto gamma.

La sede produttiva di Bollate è oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione
La sede produttiva di Bollate è oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione

Partnership da Formula 1

La conferma del fatto che Pirelli e Trek credano fortemente nella loro partnership si è avuta lo scorso anno alla vigilia del Gran Premio di Formula 1 degli Stati Uniti ad Austin in Texas. Nell’occasione l’ex campione del mondo Mads Pedersen e la campionessa d’Italia Elisa Longo Borghini hanno avuto l’opportunità di effettuare un giro d’onore sul Circuit of The America, lo stesso tracciato che ha visto poi Max Verstappen trionfare su Lewis Hamilton.

Con questo gesto simbolico Trek e Pirelli hanno infatti voluto sottolineare la forza della loro partnership attraverso una chiave di lettura sempre più racing. 

Elisa Longo Borghini e Mads Pedersen in visita durante il Gran Premio di Austin
Elisa Longo Borghini e Mads Pedersen in visita durante il Gran Premio di Austin

L’occasione è però soprattutto servita per mostrare in anteprima la divisa 2022 della squadra con il logo Pirelli in posizione di rilievo sui kit ufficiali sia della formazione maschile che di quella femminile. 

Con l’accordo recentemente raggiunto la partnership tra Trek e Pirelli si arricchisce oggi di un tassello estremamente importante a tutto vantaggio dell’utente finale.

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