Trentin regista e tante frecce per l’arco di Bennati a Monaco

12.08.2022
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La prima nazionale di Bennati. Niente a che vedere con quelle pur vittoriose del Giro di Sicilia, della Coppi e Bartali o della Adriatica Ionica Race. La prima nazionale con una maglia in palio: quella di campione europeo. Quella che è stata italiana ininterrottamente dal 2018 al 2022 con Trentin, Viviani, Nizzolo e Colbrelli. Più da perdere che da guadagnare. Appuntamento domenica prossima a Monaco di Baviera. E forse anche per questo la prima nazionale di Bennati è composta da una banda di assaltatori. Nessuno che sia disposto a tirare per tutto il giorno: il piano è un altro.

Per il ruolo di ultimo uomo, Bennati ha scelto Guarnieri: pesce pilota di Demare
Per il ruolo di ultimo uomo, Bennati ha scelto Guarnieri: pesce pilota di Demare

Più punte che operai

Dainese, Ganna, Trentin, Milan, Nizzolo, Mozzato, Guarnieri, Baroncini. Questi i nomi, con evidente assenza di gregari nel senso stretto e il rammarico di Cimolai, che giusto un paio di giorni fa raccontava la sua delusione per essere rimasto fuori. In un primo momento era rimasto fuori anche Viviani, per il quale il cittì aretino aveva tenuto la porta aperta.

«Eravamo d’accordo – racconta Bennati – che ci saremmo aggiornati alla fine del Polonia. Ci siamo risentiti ed è stato bravo. Ha capito la situazione e ha fatto un passo indietro (in realtà Viviani è tornato in ballo dopo il forfait dell’ultima ora di Nizzolo, in seguito ai postumi di una caduta, ndr).

Tre velocisti puri. Un ultimo uomo come Guarnieri, chi tira?

Non noi dobbiamo lavorare. Ho scelto di non portare uomini di sostanza come Puccio o De Marchi, per fare un esempio. Avrei portato volentieri Affini, ma dato che farà la Vuelta, la squadra non gli ha dato la possibilità di partecipare.

Ganna e Milan non sono stati chiamati per tirare, ma se servisse, hanno motori impressionanti
Ganna e Milan non sono stati chiamati per tirare, ma se servisse, hanno motori impressionanti
Ti aspetti una gara cucita o un fuoco di artificio dietro l’altro?

Mi aspetto una corsa cucita, ma per il tipo di squadra che abbiamo, saremo pronti anche a gestire situazioni impreviste. Non è per mettere le mani avanti, ma non possiamo lavorare per tutti. So però che quando arriveremo in fondo, la volata la farà uno solo.

Viene da pensare alla nazionale di Doha, piena di velocisti…

Avevo pensato di portarne uno solo. Poi ho valutato che Dainese è giovane e ha già fatto 78 giorni di gara, fra cui Giro e Tour. C’era bisogno di un’alternativa, per cui abbiamo altri uomini capaci di fare delle buone volate. Anche Milan, con il punto interrogativo di come si muoverebbe nelle mischie.

Luca Mozzato, debuttante in azzurro da pro’, è molto veloce e potrebbe entrare nelle eventuali fughe
Luca Mozzato, debuttante in azzurro da pro’, è molto veloce e potrebbe entrare nelle eventuali fughe
E’ stato brutto fare le esclusioni?

Fare le telefonate per dare belle notizie è più facile di quelle in cui ne dai di brutte. Vorresti farli correre tutti, mi è dispiaciuto molto non poterlo fare. L’importante è trovare motivazioni valide per le scelte che fai.

Quali hai trovato?

Pasqualon era nei 12 e avrebbe meritato, come pure Cimolai. Tutta gente abituata a fare lavoro da ultimo uomo, ma avendo voluto portare Ganna e Milan, ho dovuto sacrificarli. D’altra parte come lanciatore abbiamo Guarnieri. Jacopo svolge questo ruolo da sempre e dà più garanzie di Pasqualon, che pure sta facendo ottime cose con Kristoff.

Dainese ha vinto una tappa al Giro e lottato con i migliori al Tour. E’ stato campione europeo U23 nel 2019
Dainese ha vinto una tappa al Giro e lottato con i migliori al Tour. E’ stato campione europeo U23 nel 2019
E se la corsa fosse esplosiva?

Ho chiesto a Baroncini e Mozzato di essere pronti per qualsiasi evenienza, per ogni tipo di ruolo. Baroncini potrebbe chiudere un buco, ma anche propiziarlo. E’ un ragazzo intelligente, ha capito l’occasione che gli è stata offerta.

Che cosa farà Trentin?

Matteo può svolgere qualsiasi ruolo: leader come pure regista. Può essere il jolly, può gestire la squadra. E’ una figura importante. Con lui in corsa, mi sento più tranquillo.

Van Aert, niente crono ai mondiali: tutto sulla strada

07.08.2022
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A cosa pensi se il gigante del Tour, quello capace di vincere in volata, in salita e poi a crono, annuncia che ai mondiali farà solo la prova su strada? Wout Van Aert lo ha detto con largo anticipo. A Wollongong correrà la prova su strada e non la crono. Lo smacco dello scorso anno brucia ancora e si può capire. Nel giro di quattro giorni, correndo per giunta in Belgio, il gigante di Herentals fu battuto da Ganna nella crono di Bruges e si spense nella prova su strada vinta da Alaphilippe, arrivando all’undicesimo posto.

La sua Cervélo S5 verde di fine Tour, con il meritato gioco di parole…
La sua Cervélo S5 verde di fine Tour, con il meritato gioco di parole…

Velocisti a rischio

Tutti si aspettavano che la federazione australiana progettasse un percorso su misura per Caleb Ewan, invece il menu prevede un tracciato di 266 chilometri con 3.945 metri di dislivello. Partenza da Helensburgh, poi lungo la costa si arriva a Wollongong. Qui il gruppo farà il primo anello con l’ascesa del Monte Keira (salita di 9 chilometri con una media oltre il 5 per cento). Poi inizierà il circuito cittadino che affronteranno per 12 volte. Esso prevede la salita di Mount Pleasant: un chilometro al 7 per cento e una punta del 14. Dalla cima, ci sono 8 chilometri fino al traguardo.

A questo punto, Wout ha capito che per arrivare fresco alla sfida su strada, dovrà rinunciare alla crono. Troppo alto il rischio di non essere allo stesso livello di Remco Evenepoel, altro leader belga che vinta San Sebastian, passerà attraverso la Vuelta.

Ecco lo scollinamento di Mount Pleasant, lo strappo più duro a 8 chilometri dall’arrivo del mondiale (foto Ryan Miu)
Ecco lo scollinamento di Mount Pleasant, lo strappo più duro a 8 chilometri dall’arrivo del mondiale (foto Ryan Miu)

Bennati ragiona

E cosa dice Daniele Bennati, sapendo che nella gara in linea si troverà davanti un simile campione mentalizzato sulla gara singola, senza il rischio di spendere energie preziose nei giorni precedenti, nonostante al Tour abbia di mostrato di poter battere Ganna?

«Sapevo che non avrebbe fatto la crono – dice il cittì azzurro, non senza ironia – e mi fa pensare che forse se la avesse fatta, sarebbe stato meglio. Magari arrivava alla prova su strada un pochino più stanco e appagato. Probabilmente preferisce non fare la crono perché nelle prove lunghe Ganna gli ha dato delle belle sberle negli ultimi due anni. Da una parte è meglio per il nostro Pippo che ha un avversario in meno nella crono, però dall’altra si può dire senza dubbio che Van Aert sarà il favorito numero uno per la prova in linea».

Bennati è volato in Australia con il cittì delle donne Sangalli per capire meglio il percorso iridato (foto FCI)
Bennati è volato in Australia con il cittì delle donne Sangalli per capire meglio il percorso iridato (foto FCI)
Il percorso è adatto a lui?

Parliamoci chiaro, quale percorso non lo è? Forse quello delle Olimpiadi dello scorso anno era un pochino troppo duro, però per come si era gestito, era lì per giocarsi anche l’oro di Tokyo (il belga conquistò l’argento alle spalle di Carapaz, ndr). Quasi qualsiasi tipo di percorso gli è favorevole, per cui sicuramente questa sua scelta ne farà il favorito numero uno per il mondiale.

Come si contrasta un gigante del genere?

Innanzitutto bisogna capire con chi fare la corsa. Sicuramente se gli diamo la possibilità di aprire il gas ai piedi dell’ultima salita, che comunque è a 8 chilometri dall’arrivo, per lui è sicuramente un bel vantaggio. Dipende dalla situazione di corsa, con il Belgio che sarà a sua disposizione. Noi dovremo essere bravi a trovare l’occasione giusta per mettergli i bastoni tra le ruote. Quegli 8 chilometri non sono pochi, un corridore da solo deve avere sicuramente una grandissima condizione per andare all’arrivo, anche perché gli ultimi 3 chilometri molto probabilmente saranno con il vento in faccia.

A Wollongong si potrà pure arrivare in volata, ma dopo una corsa più impegnativa rispetto alle prime analisi
A Wollongong si potrà pure arrivare in volata, ma dopo una corsa più impegnativa rispetto alle prime analisi
Si può ragionare, insomma?

Sono fiducioso, perché spesso e volentieri un corridore nettamente favorito non riesce a vincere… Mi ricordo il precedente mondiale in Australia, a Geelong nel 2010. C’era un certo Philippe Gilbert che era veramente superiore a tutto il gruppo. E lui fece il diavolo a quattro su quel percorso che comunque non era semplice. Tutti davanti alla televisione pensavano che sarebbe arrivato con una gamba sola, però alla fine che cosa è successo? Spese troppo attaccando in continuazione, andò via da solo dopo l’ultima salita e quei chilometri fino al traguardo gli rimasero indigesti. E quindi questo è un mondiale in cui si potrebbe ripresentare una situazione simile. E sicuramente può essere a vantaggio nostro.

Cosa pensi di Van Aert?

E’ un corridore veramente stratosferico. Penso di non aver mai visto nel ciclismo moderno affrontare un Tour de France come ha fatto lui. Forse neppure il miglior Sagan riusciva a fare le stesse cose, pur parlando di uno che ha vinto 7 maglie verdi consecutive. La solidità che ha avuto quest’anno Van Aert al Tour de France è stata disarmante.

Il mondiale di Leuven è stato un passaggio a vuoto che Van Aert non vuole ripetere
Il mondiale di Leuven è stato un passaggio a vuoto che Van Aert non vuole ripetere
Pensi sia imbattibile?

Devo dire che in alcune occasioni tatticamente ha lasciato un po’ a desiderare, però un corridore così si può permettere anche di sbagliare tattica, perché è talmente forte che può recuperare il giorno dopo. Però credo che l’Italia in passato sia riuscita, magari tanti anni fa, a vincere dei mondiali al cospetto di campioni come Hinault, Merckx, Indurain. Chissà, prima o poi lo rivinceremo noi come Italia un mondiale, no? E se magari Van Aert uno di quegli errori li fa nella gara di un giorno, allora anche per lui recuperare diventa difficile…

Nizzolo dalla Spagna guarda all’europeo e sogna il mondiale

03.08.2022
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Intercettiamo Nizzolo in Spagna, più precisamente a Guijuelo, provincia di Salamanca, regione di Castilla y Leon, dove ha appena concluso l’omonima breve corsa a tappe. Si è trattato del suo ritorno alle gare dopo il campionato italiano, il corridore in forza alla Israel Premier Tech è rimasto lontano dalle corse per un mese. Nella prima metà di stagione non è riuscito a cogliere quanto si sarebbe aspettato, complice un infortunio che ad inizio stagione lo ha rallentato. 

In terra spagnola Nizzolo ha colto la sua prima vittoria stagionale e la classifica a punti, oltre ad aver ritrovato morale e fiducia. Il periodo di lavoro sembra aver funzionato a dovere.

«Sono contento di aver vinto e di averlo fatto proprio al ritorno alle corse dopo un periodo di pausa – ci dice – quel che è successo nella prima parte di stagione è da mettere alle spalle, ora guardo avanti».

Nizzolo alla Vuelta Castilla y Leon ha conquistato la prima vittoria stagionale
Nizzolo alla Vuelta Castilla y Leon ha conquistato la prima vittoria stagionale
In questo mese di stop dalle corse che hai fatto?

Sono stato un po’ a riposo e poi sono andato in ritiro a Livigno per 18 giorni. Ho lavorato bene cercando la condizione per affrontare al meglio la seconda parte di stagione. Sono tornato a casa soddisfatto del lavoro fatto e di come mi sento, e queste sensazioni le ho ritrovate anche in corsa, sono doppiamente felice. 

Cosa non è andato nella prima parte di stagione?

In sostanza credo di aver gestito male l’infortunio dopo la Sanremo, dovevo rimanere a riposo un po’ di più ed avere più pazienza. Invece sono andato in ritiro in altura troppo presto e questa fretta l’ho pagata a caro prezzo non arrivando in condizione. 

Nizzolo Sanremo 2022
Nizzolo si era infortunato alla Sanremo, per lui una frattura alla mano
Nizzolo Sanremo 2022
Nizzolo si era infortunato alla Sanremo, per lui una frattura alla mano
Hai parlato anche con la squadra?

Ci siamo confrontati, alla fine quelli fatti sono stati errori a fin di bene, una cosa è certa, anche a 33 anni non si smette mai di imparare!

Dopo questa parentesi in terra iberica cosa farai?

Correrò due gare in Belgio, il 7 ed il 10 di agosto, in quelle corse capirò, insieme a Bennati se potrò entrare nella squadra dell’europeo. Successivamente farò rotta in Germania per la Classica di Amburgo, il 21 agosto, poi volerò in Canada prima di tornare a correre in Italia nelle corse di fine stagione. Voglio prepararmi al meglio in vista del mondiale australiano, per il momento l’europeo (in programma il 14 agosto a Monaco di Baviera, ndr) è in forse.

La rincorsa alla condizione per il Giro è stata affannosa e alla fine il tanto lavoro si è ritorto contro
La rincorsa alla condizione per il Giro è stata affannosa e alla fine il tanto lavoro si è ritorto contro
Con il cittì Bennati hai parlato di questi due appuntamenti?

Ci siamo sentiti abbastanza spesso, anche dopo la Vuelta a Castilla y Leon, ho in mente di fare il mondiale bene ma per farlo ci vuole condizione. Non vorrei neanche forzare troppo la preparazione rischiando di compromettere tutti e due gli appuntamenti.

E lui che dice?

Sicuramente è contento di come sono andato ed anche io lo sono. Avere un risultato positivo dopo un lungo periodo di lavoro è incoraggiante per il futuro. Nonostante i buoni risultati ottenuti di recente non so ancora se sarò parte della squadra dell’europeo.

Il velocista milanese ha conquistato anche la maglia a punti al termine della due giorni in terra spagnola
Il velocista milanese ha conquistato anche la maglia a punti al termine della due giorni in terra spagnola
Il percorso del mondiale lo hai visionato?

Sì, sono arrivati dei video e delle foto, è un bel percorso, impegnativo. Ci vorranno tante gambe per rimanere con i migliori e sarà importante arrivare super preparati. 

Con l’assenza di Colbrelli sei l’ultimo italiano titolato, la tua esperienza potrà essere utile a questo gruppo?

Quello che ho detto anche a Bennati è che se non dovessi avere la condizione massima per essere leader, mi piacerebbe comunque mettermi a disposizione. Penso che la mia esperienza possa essere utile alla squadra, ci sono dei giovani interessanti che probabilmente potranno giocarsi un posto per l’europeo e perché no, magari qualcuno di loro anche per il mondiale.

Scaroni: testa all’Astana e… cuore alla Gazprom

02.08.2022
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Sulle strade del Giro Polonia tra volate e maglie gialle che passano di consegna c’è una storia che ci sta particolarmente a cuore: quella di Christian Scaroni. Lo avevamo lasciato sulle strade dell’Adriatica Ionica Race dopo due vittorie che gli avevano donato un po’ di speranza. A quella si è aggrappato il corridore ex Gazprom, che da una settimana è passato all’Astana Qazaqstan, dove ha ritrovato la certezza di poter fare il corridore a tutti gli effetti, non dovendosi più preoccupare del futuro, anche se ormai, suo malgrado, più di qualche lezione l’ha imparata.

Scaroni è passato dall’azzurro della nazionale ad un azzurro diverso, quello dell’Astana, vederlo alle corse è bello ed emozionante. Il bresciano classe 1997 riparte dalla Polonia per finire una stagione che era partita con grandi speranze, ma che poi è naufragata nel silenzio di chi lo circondava.

Il foglio firma, una pratica semplice ma che per tanti mesi è mancata nella routine di Christian
Il foglio firma, una pratica semplice ma che per tanti mesi è mancata nella routine di Christian
Ora hai una nuova casa, potremmo dire…

Ora sono all’Astana – ci dice alla partenza della terza tappa – una squadra WorldTour, ancora meglio, ora cercherò di lavorare bene per farmi trovare pronto nelle gare di fine agosto.

Che sensazioni provi nel tornare a correre?

Mancava tutto questo, andare alle corse senza una certezza era duro per la testa. Ora si hanno più motivazioni anche perché conosco il calendario ed è una cosa che quest’anno non avevo ancora provato, sarà più facile allenarsi e rimanere concentrati.

Ti avevamo lasciato con due vittorie all’Adriatica Ionica Race, che periodo è stato quello passato?

Sicuramente lasciare l’ultima corsa con una vittoria ha dato una grande soddisfazione e un po’ più di morale. Dopo il campionato italiano, corso bene anche quello, ho staccato qualche giorno, non mi aspettavo di tornare in corsa così presto. Questa trattativa è stata molto veloce, ha sorpreso anche me il fatto di essere già qui al Polonia. Ringrazierò per sempre il cittì Bennati per avermi dato la possibilità di correre con la nazionale, se sono qui in Astana è soprattutto grazie al suo impegno.

Com’è stato passare dalle vittorie all’incertezza del giorno dopo?

Non so spiegarmelo nemmeno io, perché ero un corridore pronto a fare un salto di qualità, a correre. Aver vinto due tappe all’Adriatica ed il giorno dopo essere a casa, non era facile di testa. Sapevo, però, che se avessi tenuto duro sarebbe arrivata una squadra che mi avrebbe dato una possibilità.

Scaroni riparte dal Polonia e dal numero 26, il primo indossato con la maglia Astana
Scaroni riparte dal Polonia e dal numero 26, il primo indossato con la maglia Astana
I tuoi ex compagni li senti ancora?

Sì, soprattutto i reduci della nazionale: Carboni, Malucelli e Canola. Spero vivamente che riescano a trovare una sistemazione adeguata, se lo meritano. Se non avessi trovato dei compagni come loro non sarei mai arrivato preparato agli impegni con la nazionale. Abbiamo fatto squadra anche se ormai una squadra non c’era più, sono stati dei grandi compagni di viaggio.

E’ un viaggio che è finito o finirà quando anche l’ultimo avrà trovato il suo posto?

La seconda, sono sempre in contatto con loro, mi auguro che tutti e tre trovino una situazione adeguata alle loro potenzialità. Considererò il discorso chiuso quando anche loro avranno una squadra, se lo meritano come me lo sono meritato io.

Cosa ti è rimasto di questa esperienza?

Il fatto di non avere certezze nel futuro, il tempo passava e non si sapeva cosa sarebbe successo, nonostante ciò continuavo ad allenarmi. Nessuna squadra sembrava volerci dare la possibilità di correre, passavano i mesi e non succedeva nulla. L’unico modo per muovere qualcosa era rispondere sul campo facendo risultati. Anche per questo ringrazio la nazionale, senza di loro non avrei avuto modo di rispondere con i fatti.

Adriatica Ionica Race, vittoria di Scaroni nell’ultima tappa: qui in mezzo tra Carboni e Malucelli, i tre sono unitissimi (photors.it)
Adriatica Ionica Race, vittoria di Scaroni nell’ultima tappa: qui in mezzo tra Carboni e Malucelli, i tre sono unitissimi (photors.it)
Quelle dell’AIR erano vittorie di rabbia e di cuore, adesso che emozioni provi?

Mi sento soddisfatto, so di essermi meritato quello che ho, sono state vittorie davvero raccolte con il cuore e con tanti sacrifici. Adesso rimango concentrato, ci sono due mesi davanti ancora, anzi quasi tre per fare bene e voglio dare tutto per dimostrare che non sono qua a caso.

Com’è entrare in una squadra a stagione in corso?

Non è facile di solito, non conosci l’ambiente, è tutto un po’ nuovo però ho avuto la fortuna di trovare tanti connazionali, soprattutto due bresciani: Martinelli e Gazzoli. Anche Battistella lo conoscevo bene, abbiamo corso tanto insieme con la nazionale tra gli under 23. E’ stato un inserimento più facile, devo imparare tante cose su come lavorano ma sono sicuro che con il tempo ci riuscirò.

Canola ha 33 anni, era alla Gazprom dal 2020, anche lui ha sofferto tanto in questi mesi per la chiusura della squadra
Canola ha 33 anni, era alla Gazprom dal 2020, anche lui ha sofferto tanto in questi mesi per la chiusura della squadra
La firma è arrivata solamente 7 giorni fa e sei già in corsa, un battesimo di fuoco…

Esatto, non me lo aspettavo minimamente di venire subito qui, ma la squadra non aveva moltissimi uomini a disposizione. La preparazione non è ancora al top ma sono qui anche come allenamento e per dare una mano a Battistella e per cercare una gamba che mi permetta di fare risultato nelle prossime gare.

Ti hanno scritto i tuoi ex compagni della Gazprom?

Sì, prima che uscissero i primi articoli ci ho tenuto particolarmente ad avvisarli di persona della firma in Astana. Ritenevo giusto avvertirli prima che lo venissero a sapere dai giornali, visto quel che abbiamo passato insieme.

Per Scaroni l’ambientamento nella nuova squadra è stato più facile viste le conoscenze fra corridori e tecnici
Per Scaroni l’ambientamento nella nuova squadra è stato più facile viste le conoscenze fra corridori e tecnici
Che effetto ti fa essere così vicino alla guerra che ha scatenato il domino che vi ha travolto?

Ci ho pensato ieri, quando siamo passati a 10 chilometri dal confine, anche se questo non mi ha fatto pensare all’effetto domino che ci ha coinvolti. Ho pensato a tutto quello che ho passato in questi mesi: da quando la squadra ha chiuso, alle corse con la nazionale, fino ad oggi che sono qui con una nuova maglia.

Bennati lo hai sentito?

Mi ha fatto i complimenti per il passaggio qui all’Astana, è contento per me, ne abbiamo fatti di giorni insieme. C’è un rapporto speciale tra me, lui e tutti i miei compagni di nazionale.

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Bennati, al Tour hai scoperto nemici degli azzurri?

31.07.2022
5 min
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C’è chi il Tour lo ha guardato con occhi professionali, attenti, con un taccuino intriso di appunti. C’è chi ogni tappa, ogni azione della Grande Boucle l’ha proiettata verso i prossimi appuntamenti, l’europeo di Monaco di Baviera e il mondiale di Wollongong. E questo lavoro lo ha fatto per la prima volta, perché Daniele Bennati (nella foto di apertura con l’ex re del Tour Bradley Wiggins) freme nell’attesa del suo esordio assoluto nelle gare titolate, vero culmine di un lavoro che dura un anno intero.

Ogni frazione della corsa francese è stata passata al setaccio, ma parlando dell’Europeo, anche se mancano ormai solo poco più di due settimane, le indicazioni arrivate non sono tantissime perché quasi tutte le nazionali, come d’altronde quella azzurra, devono ancora annunciare i loro effettivi. Qualcosa però è già arrivata alle orecchie di Bennati: «Il Belgio incentrerà la sua squadra su Tim Merlier, la Francia su Arnaud Demare, l’Olanda su Fabio Jakobsen, dei tre è l’unico che è uscito dal Tour».

Jakobsen Tour
Fabio Jakobsen, punta olandese agli europei di Monaco. Bennati pensa a un arrivo in volata. Da scongiurare?
Jakobsen Tour
Fabio Jakobsen, punta olandese agli europei di Monaco. Bennati pensa a un arrivo in volata. Da scongiurare?
Una tappa l’ha vinta, ma per il resto non ha particolarmente brillato forse anche perché non è stato certo un Tour per velocisti…

E’ vero, è stato un Tour atipico che ha offerto ben poche occasioni agli sprinter. Jakobsen si è fatto trovare pronto cogliendo una vittoria in una corsa che è stata disputata sempre a un’altissima intensità. Al momento che contava c’era e questo per me conta molto, forse fra tutti è il più temibile.

Hai menzionato tre velocisti puri.

Tutti e tre molto forti. Demare abbiamo visto al Giro che cosa ha fatto, Merlier è molto giovane e quest’anno per problemi fisici ha corso poco, ma sta preparando con attenzione proprio l’appuntamento europeo. E’ gente che sa vincere nei grandi giri, sa orchestrare la squadra, so che si presenteranno al via in forma.

Van Aert Tour
Per il cittì azzurro Van Aert è il netto favorito per l’iride. Sarà da capire la sua tattica
Van Aert Tour
Per il cittì azzurro Van Aert è il netto favorito per l’iride. Sarà da capire la sua tattica
Tornando a Jakobsen e a chi esce dal Tour, il fatto che dalla sua fine del 24 luglio alla gara del 14 agosto passeranno tre settimane è un vantaggio o uno svantaggio?

Non la porrei in questi termini. Se capita una situazione come quella dello scorso anno, con appena 6 giorni di differenza fra Tour e Olimpiadi, è chiaro che chi esce da una corsa di tre settimane ha una condizione migliore rispetto agli altri. Dopo tre settimane il livello si uniforma, ma non per questo chi è uscito dal Tour perde di condizione. Molto poi dipenderà dalla corsa, dal tracciato e soprattutto da come essa si svilupperà tatticamente.

Allarghiamo il discorso ai mondiali, quindi considerando un tracciato più mosso e complicato di quello tedesco. La maglia gialla Vingegaard la vedi un possibile protagonista?

Mi pare difficile proprio perché ha specifiche caratteristiche da corridore per grandi giri, nelle classiche non ha mai ottenuto particolari risultati. Il mondiale oltretutto è sì impegnativo, ma per corridori più esplosivi, capaci della sparata in grado di far esplodere la corsa. Sinceramente non lo vedo un fattore, a differenza ad esempio di Pogacar.

Pogacar Tour
Pogacar potrebbe essere uno dei favoriti ai mondiali. Salterà la Vuelta per prepararli
Pogacar Tour
Pogacar potrebbe essere uno dei favoriti ai mondiali. Salterà la Vuelta per prepararli
La sconfitta patita in Francia potrebbe essere un ulteriore stimolo per lo sloveno?

Da quel che leggo mi pare proprio di sì, Tadej ha scelto di rinunciare alla Vuelta per preparare con cura l’appuntamento mondiale. Non dimentichiamo che Pogacar è uno dei pochissimi corridori che può vincere tanto un grande giro quanto una classica, a dimostrazione della sua completezza. Quando programma un appuntamento arriva sempre in grande condizione, sarà un corridore molto temibile.

Su Van Aert che idea ti sei fatto?

Sarà il favorito numero uno, non si discute. E’ quello che ha dato più spettacolo in terra francese, ha vinto praticamente dappertutto, attaccava all’inizio delle tappe oppure si giocava la vittoria alla fine. Si è anche prestato al ruolo di luogotenente per Vingegaard. Considerando il percorso di Wollongong sarà il pericolo principale proprio perché potrà cambiare tattica a suo piacimento e noi dovremo essere bravi a capire le sue intenzioni e correre di conseguenza.

Kamna Tour
Il tedesco Kamna, protagonista a Giro e Tour. In Australia potrebbe attaccare da lontano, va seguito
Kamna Tour
Il tedesco Kamna, protagonista a Giro e Tour. In Australia potrebbe attaccare da lontano, va seguito
Van Der Poel invece è stato una delusione, te lo saresti aspettato?

Per certi versi sì. Aveva corso un Giro d’Italia come se ogni tappa fosse una classica, dilapidando un patrimonio di energie, senza una strategia ben delineata. Poi è andato in altura e per sua stessa ammissione qualcosa non ha funzionato. Anche per un fuoriclasse il fisico a un certo punto chiede il conto. Era partito con tante velleità, ma non aveva la condizione giusta per supportarle. Se si riprende in questo lasso di tempo, in Australia potrebbe comunque avere un peso importante.

Proviamo un nome a sorpresa: Kamna…

Per ora il tedesco è uno di quei corridori che si esaltano nei grandi giri, che vivono giornate eccezionali entrando in azioni da lontano, ma non ha un grande curriculum nelle classiche d’un giorno, almeno non di recente. Può essere però un nome da tenere sotto controllo proprio perché da lui può scaturire un’azione da lontano e dovremo essere bravi nel caso a piazzare qualche nostro uomo alle sue calcagna, per costringere le altre squadre a lavorare e dispendere energie.

Sapete chi c’era sull’ammiraglia FCI ai tricolori? Pontoni…

10.07.2022
5 min
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All’ultimo campionato italiano, a bordo dell’ammiraglia della nazionale italiana che ha dato la possibilità di correre ai ragazzi ex-Gazprom, c’era Daniele Pontoni. Chiamato un po’ a sorpresa da vertici federali, il tecnico friulano del ciclocross si è ritrovato ad affrontare un’esperienza completamente nuova e lontana dalle sue abituali, perché essere alla guida di un’ammiraglia nel corso di una corsa su strada non è cosa semplice. Le cronache raccontano che Pontoni abbia sudato le proverbiali sette camicie per venire a capo della situazione…

Pochi riflettono sulle difficoltà della guida in una corsa ciclistica, dove si cambia spesso ritmo, si fa avanti e indietro schivando ogni genere di ostacolo e bisogna fare presto, sempre presto. Anni fa siamo stati protagonisti diretti in una lontana edizione della Nove Colli, una giornata interminabile con livelli di stress pazzeschi. Raccontando l’episodio, Pontoni si apre un po’ alle confidenze.

«All’inizio è stata dura, anche perché bisogna sottostare a molte regole e c’è tanto da fare, tra rifornimenti e forature. Per fortuna avevo con me Pengo che è smaliziato essendo nell’ambiente da tanti anni e mi ha dato le dritte giuste. Pian piano mi sono calmato e ci ho preso sempre più la mano…».

Zana tricolori 2022
Zana fra il presidente Dagnoni e il cittì Bennati. Nei suoi intenti c’è un inverno con qualche sortita nel ciclocross
Zana tricolori 2022
Zana fra il presidente Dagnoni e il cittì Bennati. Nei suoi intenti c’è un inverno con qualche sortita nel ciclocross
Come valuti l’esperienza?

Bellissima e ringrazio il presidente Dagnoni e il responsabile Amadio di avermi dato questa possibilità. E’ stata un’emozione diversa, d’altronde quando sei fra 17 ammiraglie affrontando 250 chilometri di corsa, è normale che all’inizio ci si senta un po’ spaesati, era da questo punto di vista un mondo tutto nuovo per me. Comunque una cosa l’ho capita: in 7 ore di gara non ci si annoia mai…

Di chi è stata l’idea?

A me lo ha detto Bennati, chiedendomi di fare questa esperienza per aiutare i ragazzi della Gazprom e mi è sembrato doveroso dare loro una mano visto quel che stanno passando. E’ stata una giornata preziosa che mi ha lasciato qualcosa di profondo dentro. A me d’altronde piace allargare sempre i miei orizzonti, seguo tantissimi sport. Oltretutto l’occasione dei tricolori mi ha dato l’opportunità di parlare con tanta gente, fra corridori e manager.

Pontoni 2021
Il cittì conta di coinvolgere quanti più stradisti possibile nella nuova stagione del ciclocross (foto Billiani)
Pontoni 2021
Il cittì conta di coinvolgere quanti più stradisti possibile nella nuova stagione del ciclocross (foto Billiani)
La vittoria di Zana ti ha stupito? Voci di corridoio dicono che voglia ardentemente tornare a fare un po’ di ciclocross questo inverno per i benefici che dà…

Lo conosco da quando era ragazzino e faceva il Trentino Cross. Filippo è in una lista di 6-7 nomi della quale ho già discusso in Federazione e sui quali sto lavorando con i team perché possano fare un po’ di attività con noi. Ai tricolori ho parlato a lungo con Trentin e con Covi, ma nel loro caso so che la Uae Team Emirates non è molto favorevole ad altre attività invernali, avendo già loro un calendario pieno anche d’inverno con i ritiri prestagionali. Io credo però che vedremo più stradisti in gara nel ciclocross, basta trovare la soluzione giusta per permettere loro di recuperare. E nella prossima stagione si può.

Perché?

Il calendario è stato strutturato in maniera più intelligente. La prima fase di Coppa del mondo andrà a terminare con gli europei di inizio novembre, poi ci sarà un buco e una serie di gare internazionali in Italia. Questo permette a chi ha intenzione di fare parte dell’attività di tirare dritto direttamente dalla strada fino agli europei e poi staccare.. Oppure, come penso faranno Van Aert e Van Der Poel, tirare i remi in barca e riprendere direttamente fra dicembre e gennaio per gli appuntamenti principali. Poi c’è il discorso mondiali…

Luigi Bielli, sempre al fianco di Pontoni, sta già tenendo i contatti per la ripartenza
Luigi Bielli, sempre al fianco di Pontoni, sta già tenendo i contatti per la ripartenza
Hai già notizie al riguardo?

Sarà un percorso senza grandi difficoltà tecniche se non una scalinata di 35 gradini, quindi un percorso nel quale anche gli stradisti potrebbero trovarsi bene. Potrebbe essere un’esperienza utile per molti.

Sei ottimista sulla presenza di stradisti italiani?

Moderatamente. Io credo che si possa trovare l’opportunità di fare una parte dell’attività, senza chiedere loro troppo, potrebbe essere un’opportunità utile anche per la loro preparazione. Quel che conta è che non sia una costrizione, deve essere qualcosa fatto per il piacere di farlo, spinti dalla passione. Per i ragazzi delle categorie inferiori il discorso è diverso: l’attività deve essere la più ampia possibile privilegiando sempre la scuola. Quindi devono fare ogni tipo di specialità per ampliare il loro bagaglio, senza pensare troppo al risultato.

Tra gli impegni di Pontoni anche la gestione dell’attività gravel con i mondiali del 9 ottobre in Veneto
GRavel
Tra gli impegni di Pontoni anche la gestione dell’attività gravel con i mondiali del 9 ottobre in Veneto
Tutti coloro che hanno a che fare con il ciclocross, sia tra gli uomini che tra le donne, ci dicono che sono in contatto costante con te…

Credo sia mio dovere mantenere un filo con tutti e non è certo un peso, fa parte del mio lavoro ma anche del mio modo di essere. Tra poco cominceremo a tirare le fila, a programmare i raduni e l’inizio della stagione tenendo presente il discorso dei due tronconi. Io dico che lo scorso anno è stato quello del primo approccio, in questo invece dovremo consolidare e avere una rete ancora più capillare di rapporti. Oltretutto dovremo anche abbinare il discorso del ciclocross con quello del gravel. Avremo il 3 settembre la prova italiana delle World Series, il 18 settembre i tricolori ad Argenta e il 9 ottobre i primi mondiali proprio in terra italiana, dovremo farci trovare pronti.

Per chiudere, dì la verità: si fatica di più alla guida di un’ammiraglia o nel seguire un evento di ciclocross?

Ci sono giornate che inizi a lavorare sul percorso alle 6 del mattino e vai avanti fino alle 18, ma lo ammetto: non ho mai faticato tanto come ad Alberobello…

Ehi cittì, cosa ti ha detto il campionato italiano?

29.06.2022
5 min
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Prima di archiviarlo del tutto, torniamo ancora sul campionato italiano di Alberobello e soprattutto cosa ha detto questa corsa al cittì, Daniele Bennati. Una gara bella, tirata, che i presenti, hanno onorato al massimo. Dai 200 chilometri di fuga di Marcellusi, il primo a partire e l’ultimo ad essere ripreso, ai tentativi di attaccanti e contrattaccanti fino al vincitore Filippo Zana.

Una corsa fortemente condizionata dal caldo, ma anche dal covid e dall’imminente Tour de France: questi due punti tra l’altro sono concatenati tra loro.

Bennati (a destra) con Zana e il presidente federale, Dagnoni
Bennati (a destra) con Zana e il presidente federale, Dagnoni
Daniele, cosa ti ha detto realmente questo campionato italiano, con il percorso ispirato al mondiale di Wollongong? Al netto che diversi nomi importanti mancavano all’appello…

Un po’ di gente mancava, è vero. Penso a Ganna, Bettiol, Moscon nomi importanti che potevano essere tra i favoriti. Però credo sia stata comunque una bella gara. Su un percorso non troppo difficile, che in qualche modo era aperto a tanti corridori.

Quello sì, abbiamo visto atleti di differenti caratteristiche tecniche provarci…

Il campionato italiano è un po’ così. E’ una corsa strana, difficile da gestire anche per i nomi importanti del WorldTour che avevano pochi compagni o nessuno. E non a caso l’azione decisiva c’è stata a 40-50 chilometri dall’arrivo. Gente veloce come un Nizzolo o un Viviani, senza compagni a disposizione potevano fare poco. In situazione “normale” sarebbe potuta andare diversamente. E poi merito a quelli che sono arrivati davanti.

Zana, Piccolo, Rota, Battistella e anche Tizza che è stato a lungo con loro…

Io ho seguito parte della gara dalla moto e i primi quattro sono andati veramente forte, dall’inizio alla fine della fuga. Sapevano che sarebbe bastata una minima indecisione e da dietro, soprattutto dopo che si sono mossi Fiorelli e Baroncini, sarebbero rientrati.

Era la prima volta che seguivi una gara in moto? 

Sì e mi è piaciuto tantissimo. E’ stato come tornare in bici, come tornare in gruppo, ma senza fare fatica. Io sono ancora “fresco di corridore” e mi piace guardarli in faccia i ragazzi, studiarne il gesto tecnico, la pedalata. Dalla moto riesci ad avere veramente la percezione di ciò che succede e di chi sta bene.

Gli “stranieri” che hanno corso da soli: Bonifazio (in foto), Affini, Mozzato, Verre, Conca e Sbaragli
Gli “stranieri” che hanno corso da soli: Bonifazio (in foto), Affini, Mozzato, Verre, Conca e Sbaragli
Per gli assenti c’è stata una “tirata d’orecchie”?

Ulissi, Bettiol erano già stati positivi al covid. Venivano dalla situazione delicata che si era creata al Giro di Svizzera… tanto per fare un esempio. Non sono super felice, ma non mi sento di dire che non sono d’accordo con loro. Vivono con l’ombra del covid. Nibali ha detto: “Non capisco chi snobba il campionato italiano”. Ha ragione, ma stavolta mi sento di chiudere un occhio. Provo a mettermi nei panni di corridori e squadre che vengono da due anni difficili. A volte i team fanno fatica a fare le formazioni e c’è un appuntamento importante come il Tour all’orizzonte.

E allora, cittì, partiamo da chi c’era. Che non è stato comunque poco. Zana ha vinto, lui però è uno scalatore e immaginarlo al mondiale che si annuncia veloce risulta difficile. Di contro, neanche si può ignorare il campione nazionale…

I quattro che sono arrivati davanti hanno tutti meritato ciò che hanno fatto, non solo Zana. Poi è chiaro che il mondiale è tutta un’altra storia. Ma lasciatemi dire che in Australia ci sarà più dislivello, quindi per assurdo potrebbe essere più adatto il mondiale che l’italiano per Zana. Adesso Filippo tirerà il fiato, perché ha corso molto e avrà tempo di prepararsi. E comunque da sempre il campione nazionale va preso in considerazione. Dal Tour fino a metà settembre avrò il tempo di valutare che tipo di squadra portare. Individuare per prima cosa il capitano, poi l’alternativa e da lì tutto il resto.

E’ stato bello invece vedere come gli “stranieri” si siano dati da fare per venire a correre sino in Puglia. Pensiamo a Tizza, a Mozzato…

E questo gli fa onore. E non erano i soli. Anche Bonifazio, Affini… Per di più diversi di loro hanno corso da soli. E’ un atto di riconoscenza verso il movimento italiano. E’ attaccamento verso il tricolore. Ed è un messaggio che deve essere compreso, che deve arrivare a tutti. Di chi non è venuto per non compromettere il resto di questa stagione lo abbiamo detto, ma per gli anni futuri devono essere un esempio.

Baroncini è stato autore di un ottimo finale con Fiorelli (a destra)
Baroncini è stato autore di un ottimo finale con Fiorelli
C’è qualcuno o qualcosa che ti ha colpito, Daniele?

E’ sempre complicato fare un nome piuttosto che un altro, ma ritengo che Filippo Baroncini sia un ragazzo di grandi speranze. Mi piace moltissimo come corridore. Ha un grande talento. E lo ha dimostrato come ha vinto il mondiale under 23 lo scorso anno. Il giorno dopo il tricolore ci siamo presi un caffè ad Alberobello e mi ha confidato che voleva ripetere l’azione con cui aveva vinto il titolo iridato. Io ero in moto. Ad un certo punto mi sono fermato. Ho lasciato la fuga e ho aspettato lui e Fiorelli.

E cosa hai notato?

Gli ho visto dare delle menate pazzesche. Non solo, ma ha vinto la volata contro Fiorelli che è molto veloce. Di Baroncini sono contento. Lo sto conoscendo. Mi dicono, e vedo, che ha la testa attaccata alle spalle e che è professionale. Un ragazzo su cui fare affidamento per i prossimi mondiali e per le Olimpiadi, visto che avranno tutti caratteristiche simili.

Un bell’assist…

Sì, ma anche altri sono stati bravi. Battistella è un talento che va aggiunto nella lista. Rota, è stato fortissimo e da quel che ho visto poteva tranquillamente vincerlo lui. O Piccolo, alla prima gara dopo tanti mesi di assenza.