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Bruttomesso, partenza a razzo pensando alla Bahrain

09.03.2023
5 min
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Una vittoria e 3 secondi posti in 4 gare. Sarebbe stato difficile anche solo pensare un miglior inizio di stagione per Alberto Bruttomesso, al suo secondo anno fra gli under 23. Il suo primo e ultimo nel Ctf, avendo già in tasca il contratto con la “squadra madre”, ossia la Bahrain Victorious. Una partenza bruciante, anche se forse quel secondo posto alla San Geo, la classica di apertura, poteva aver lasciato un po’ d’amaro in bocca, secondo quella vecchia regola che nel ciclismo non c’è podio che tenga, conta solo chi vince.

Dopo il poker di gare, Bruttomesso è “tornato in cantiere” a preparare i prossimi appuntamenti, ma intanto riguarda indietro a quanto ha fatto, al suo inizio bruciante: «Non mi sarei davvero aspettato una partenza così fulminante. Sono davvero contento, è frutto di un inverno passato bene, senza intoppi, pensando solo alla preparazione e passato per il ritiro in Spagna insieme ai ragazzi della squadra maggiore, un’esperienza illuminante. Ma credo che dietro questo inizio ci sia anche un’altra ragione più profonda».

Foto di rito in Spagna, nel ritiro congiunto della Bahrain Victorious con il Ctf, suo team Devo (foto instagram)
Foto di rito in Spagna, nel ritiro congiunto della Bahrain Victorious con il Ctf, suo team Devo (foto instagram)
Quale?

La mia preparazione è un po’ cambiata, quest’inverno ho potuto fare più ore in bici e più lavori specifici avendo più tempo a disposizione. Lo scorso anno c’era ancora la scuola e quindi avevo meno ore a disposizione, uscivo il pomeriggio finché non faceva buio. Ora posso pensare solo alla mia attività sportiva e la differenza si vede.

La scuola ti impegnava molto anche mentalmente?

Sì, era pesante soprattutto dovendo preparare l’esame di maturità e questo si rifletteva un po’ su tutta l’attività ciclistica, anche se non posso certo lamentarmi di quel che ho ottenuto nel 2022. L’esame però è andato bene, ho avuto anche un voto alto e non era assolutamente facile. Ora sicuramente posso affrontare tutto con più concentrazione e tranquillità.

Mattiussi (a sinistra) ha cambiato la preparazione di Bruttomesso, con più ore di lavori specifici
Mattiussi (a sinistra) ha cambiato la preparazione di Bruttomesso, con più ore di lavori specifici
Chi è il tuo preparatore?

Alessio Mattiussi, che proprio sapendo che avevo più tempo e testa, ha costruito per me una tabella ad hoc che seguo fedelmente e che mi sta facendo crescere.

Tu hai già in tasca il contratto con la Bahrain per il 2024. Il team principale si sta già interessando a quel che fai, ti sta seguendo nella tua crescita?

Sicuramente, intanto con 5 ragazzi del team abbiamo fatto quel ritiro prestagionale in Spagna che è stato molto importante per impostare la stagione e capire dove posso arrivare. Fusaz da quest’anno lavora sia con noi del CTF che con loro, so che il contatto è continuo e questo è importante perché ci fa già sentire della famiglia.

Questo in qualche modo influisce sulle tue prestazioni, ti senti osservato?

Non direi che cambi le cose. Io quando metto il numero di gara voglio sempre dare il 110 per cento. Di certo è uno stimolo in più, ma non sento particolare pressione, quando corro penso solo a fare il meglio per vincere, diciamo che mi scatta l’adrenalina e vado…

Una vittoria e tre piazze d’onore, si sarebbe portati a pensare che siano state prove molto simili fra loro e che questo abbia favorito la tua costanza ad alti livelli. E’ così?

No, erano prove piuttosto diverse. Iniziamo dalla San Geo, la conoscete tutti, gara con 2.000 metri di dislivello e un finale selettivo, se non vai davvero forte non emergi. Ho cercato lì di fare gara dura e più del risultato, mi ha fatto piacere scollinare davanti, eravamo in tre. Alla fine la volata è stata di una ventina di atleti. Il giorno dopo a Misano (immagine di apertura, photors.it) si gareggiava in circuito, poteva essere un percorso più semplice ma il tempo terribile ha reso la gara molto dura e lì è arrivata la vittoria.

Nel secondo weekend?

A Polese la prima parte era piatta ma poi c’erano tre salite e tutti si sono messi a spingere per eliminare gli uomini più veloci, anche lì alla fine ce la siamo giocata in non più di 25. Domenica invece era un percorso più corto e si è andati sparati, media finale di 47 chilometri orari. Io comunque ho dimostrato di esserci sempre. Ora concordato con il team c’è qualche giorno di sosta, poi inizieranno le trasferte all’estero, già dal 17 con due prove in linea prima del grande appuntamento della Gand-Wevelgem.

Bruttomesso punta ora alle prove estere, in attesa di una chiamata in nazionale (foto instagram)
Bruttomesso punta ora alle prove estere, in attesa di una chiamata in nazionale (foto instagram)
Come ti trovi nel team?

Molto bene, con i dirigenti ci sentiamo quotidianamente per parlare degli allenamenti ma anche per stringere i rapporti umani che sono fondamentali. Quando sono arrivato, conoscevo già qualche ragazzo, ma ora siamo davvero un gruppo unito di amici, ho con tutti un buon rapporto e questo si vede anche in corsa, realizzare le strategie previste è molto facile così.

Dopo una partenza così, le tue aspettative sono cambiate?

Diciamo che non guardo tanto alle gare e ai risultati, proprio in previsione di quel che sarà dal prossimo anno. Voglio migliorare come corridore, soprattutto in salita ma senza perdere il mio spunto veloce. Per questo la mia prestazione alla San Geo mi ha rincuorato, la strada è quella giusta. Prima reggevo poco il fuorigiri, ora tengo molto di più. Il prossimo anno salgo nel ciclismo che conta e voglio farmi trovare preparato da ogni punto di vista.

Il CTF riparte con il botto, ma la strada è ancora lunga

02.03.2023
5 min
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Il Cycling Team Friuli (CTF) in questo inizio di stagione ha già raccolto dei buoni risultati: una vittoria e tre podi. Sia con i giovani, come Bruttomesso e Matteo Milan, sia con i più esperti: Buratti. La formazione friulana guidata da Renzo Boscolo è partita forte e punta in alto, per crescere e migliorare gara dopo gara. 

Renzo Boscolo insieme ai suoi ragazzi al Tour of Szeklerland 2022 (foto CTF)
Renzo Boscolo insieme ai suoi ragazzi al Tour of Szeklerland 2022 (foto CTF)

Sempre operativo

Il diesse si trova sulla strada del ritorno dall’Umag Trophy, i suoi ragazzi oggi non correvano, ma lui era lì per guardare la concorrenza. 

«Ho finito di lavorare – racconta Boscolo dalla macchina – e sono andato a Umago per vedere la corsa. Mi piace, confronto un po’ le squadre e faccio una panoramica della situazione. Da casa mia, a Trieste, ci vuole davvero poco ad arrivare oltre confine».

«E’ stata una bella corsa quella di oggi – racconta – ha vinto Adam Toupalik. Persico, quarto sul traguardo, ha fatto proprio una bella volata. Non sono riusciti a chiudere sulla fuga dei tre ma quando vai all’estero è sempre difficile. In Italia conosci le squadre e sai come comportarti, nel momento in cui cambi scenario ci sono dei riferimenti differenti e non è facile regolarsi. Poi oggi faceva freddo, c’era vento ed a tutto ciò si è aggiunta la pioggia, non una bella situazione».

La stagione si è aperta sabato scorso con il secondo posto di Bruttomesso alla San Geo dietro Persico (foto Rodella)
La stagione si è aperta sabato scorso con il secondo posto di Bruttomesso alla San Geo dietro Persico (foto Rodella)

Una rosea primavera

Nonostante il calendario dica che siamo a marzo, il meteo rimane poco clemente, fa freddo e la primavera sembra lontana. I risultati per il CTF, tuttavia, sbocciano, anche se questo è solo l’inizio. 

«Siamo partiti bene – riprende Boscolo – non possiamo negarlo. Abbiamo portato a casa quattro podi in altrettante corse. Vuol dire che in inverno abbiamo lavorato nel modo giusto, sia con i ragazzi giovani che con quelli esperti. D’altronde l’unica vittoria ed uno dei due secondi posti sono arrivati da Bruttomesso (in apertura al GP Misano 100, foto CTF). L’altra seconda posizione l’ha conquistata Matteo Milan, mentre il quarto ed ultimo podio è frutto di un ragazzo più esperto: Buratti. Da Nicolò ci aspettiamo qualcosa di importante quest’anno, visto anche il fatto che è rimasto con noi per crescere ancora e confermarsi». 

Nuovi stimoli

Nel corso della telefonata il diesse dal cognome veneto, ma friulano a tutti gli effetti, ha attraversato ben tre Paesi. E’ partito dalla Croazia e, per tornare in Italia, è passato dalla Slovenia. 

«Al contrario degli altri anni – spiega – oggi all’Umag Trophy non abbiamo corso. Ed anche le prossime corse croate, non ci vedranno protagonisti. Ne parlavo proprio oggi (ieri, ndr) con l’organizzatore della corsa. Il CTF è stata la prima squadra italiana ad andare a quelle gare, c’era ancora De Marchi con noi. Quest’anno abbiamo puntato di più sul nord Europa. Ci appoggeremo alle strutture della Bahrain Victorious e del Cannibal Team. Abbiamo ottenuto gli inviti per la Gent-Wevelgem U23 e per altre corse, faremo girare un po’ i ragazzi. Si tratta dell’ennesimo step di crescita che fa parte del nostro progetto. E’ giusto fare esperienze nuove, ogni Paese ha le sue specialità e non si smette mai di imparare».

I corridori del CTF prima della partenza della San Geo, esordio in Italia poi si punta verso il nord Europa
I corridori del CTF prima della partenza della San Geo, esordio in Italia poi si punta verso il nord Europa

Crescita continua

“Imparare” non è un verbo usato a caso da Boscolo, il CTF crede nei propri ragazzi, consapevoli che nessuno ha il posto assicurato tra i professionisti, bisogna guadagnarselo.

«Noi anticipiamo i tempi – dice il diesse – facendogli fare le esperienze che si troveranno poi a fare una volta professionisti. Non tutti hanno la qualità di passare nel WorldTour subito, ma anche loro devono e possono imparare. Le continental devono permettere ai ragazzi di sbagliare, questa è la logica del progetto. Nelle prime corse di stagione gli errori sono stati fatti, risultati buoni non sono sinonimo di perfezione, si può sempre migliorare. Vi faccio un esempio: sono molto più contento della prestazione di Bruttomesso alla San Geo che della sua vittoria a Misano. Nella prima corsa non ha vinto, ma si è messo in mostra, ha fatto vedere di stare bene, ed anche se ha sbagliato i tempi della volata sono soddisfatto. Alberto ha dimostrato di non essere solo un velocista, cosa che tra gli under 23 non ha senso, perché quando passi professionista i velocisti puri non esistono più».

Il CTF si è messo subito in mostra, correndo le prime gare da protagonista
Il CTF si è messo subito in mostra, correndo le prime gare da protagonista

L’università del ciclismo

Il diesse chiude la telefonata con un ragionamento che merita un capitolo a parte. «Il team development – conclude – deve essere visto come la Primavera delle squadre di calcio. Siamo partiti a lavorare sulla crescita dei nostri atleti già dal primo dei due ritiri invernali. Non solo bici ma anche lezioni e apprendimento.

«Come squadra abbiamo l’obbligo di far crescere tutti i ragazzi, poi sarà il mondo del professionismo a decidere chi passa, in base alle esigenze del momento ed altri fattori. Si passa anche dalle corse di livello inferiore, che hanno lo stesso senso delle “partitelle” infrasettimanali nel calcio. In quel caso si ha la possibilità di provare determinate situazioni che altrimenti non avresti modo di vedere e approfondire. Io penso che siamo l’equivalente di un piano di studi universitario: un mix di corsi differenti che alla fine ti danno la formazione necessaria».

Persico regola Bruttomesso: la San Geo è sua

25.02.2023
4 min
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L’urlo per celebrare la vittoria della Coppa San Geo di Davide Persico viene portato via dal forte vento che ha contraddistinto tutta la giornata. Il bergamasco ha regolato il gruppo in una volata ristretta sul traguardo di San Felice del Benaco, paese che si affaccia sulla sponda bresciana del lago di Garda (in apertura foto Rodella). Il velocista della Colpack Ballan è stato di parola, ci aveva detto, pochi giorni fa, di volersi prendere la squadra sulle spalle, e così è stato.

A completare il podio, insieme a Persico e Bruttomesso c’è D’Amato della Biesse Carrera (foto Rodella)
A completare il podio, insieme a Persico e Bruttomesso c’è D’Amato della Biesse Carrera (foto Rodella)

Buona la prima

Scherzando diciamo a Persico che la nostra intervista a casa Santini gli ha portato fortuna e lui sorride. Il Team Colpack-Ballan oggi ha preso le redini della corsa fin dai primi chilometri, a testimonianza che l’obiettivo era chiaro: vincere. 

«E’ stata una gara un po’ nervosa – dice Persico – essendo la prima, tutti avevano qualche dubbio sulla condizione e puntavano a stare davanti, per non trovarsi a rincorrere. Noi abbiamo cercato di restare sempre nelle prime posizioni, ma la corsa è stata sempre incerta. I due circuiti finali erano veloci, ma con due strappi importanti che man mano hanno sgretolato il gruppo. Negli ultimi tre giri c’era davanti un mio compagno (Romele, ndr), aveva anche lui possibilità di fare risultato.

«Io stavo bene, mi sono messo sulla ruota degli altri ed ho aspettato paziente il momento giusto. Devo ringraziare i miei compagni, soprattutto Romele che, dopo essere stato in fuga, mi ha dato una mano a prendere una migliore posizione per la volata. Ci tenevo a partire bene, è una gara speciale per me, l’ho vinta due anni fa e nel 2022 sono arrivato terzo».

Ecco Bruttomesso

Alle spalle di Persico, con una volata di rimonta, si è piazzato Bruttomesso, alla sua prima corsa con il CTF. Sul palco qualcuno gli dice che è un secondo posto d’oro. Lui sorride, ma lo sguardo trasmette poca convinzione nelle parole ascoltate.

«Sono contento del risultato – dice – mi sentivo bene e le sensazioni erano ottime, anche in corsa mi sentivo veramente bene. Sullo strappo finale sono andati via inizialmente in due, successivamente siamo scollinati in tre. Ma in men che non si dica, ad un chilometro dalla fine ci hanno ripreso a causa della poca collaborazione tra di noi. Mi sono comunque lanciato nella volata perché stavo bene, un po’ di rammarico c’è, non posso nasconderlo.

«Il cambio di squadra – riprende dopo l’interruzione per le interviste in diretta – l’ho sentito. Complice anche il fatto che non ho più la scuola a cui pensare. Mi sono allenato bene durante l’inverno, con tante ore sulla bici. Ho modificato un po’ la preparazione lavorando un po’ anche in palestra, la differenza si sente».

Esperienze comuni per crescere

La cosa che accomuna Persico e Bruttomesso è la voglia di emergere, che passa anche per le corse all’estero. Il CTF porta i propri ragazzi oltre confine già da qualche stagione, soprattutto verso Est. Da quest’anno l’obiettivo è puntare al Nord, per trovare una nuova scuola dalla quale imparare. Ce lo hanno confermato anche in mattinata, prima della partenza, i diesse. I ragazzi fremono per queste nuove opportunità e non vedono l’ora di partire. 

Per la Colpack, invece, la novità è più fresca, lo avevamo raccontato quest’inverno quando i calendari erano da definire: «Anche con la squadra – conferma Persico – ci siamo dati l’obiettivo di essere più competitivi in ambito internazionale. Andremo a fare qualche gara in Belgio e in Croazia il prossimo mese, dove cercheremo di fare del nostro meglio e di crescere. Si è visto negli ultimi anni come il velocista deve tenere anche sugli strappi, il percorso della San Geo ne è la prova.

«Mi sono allenato tanto per diventare un corridore sempre più e anche lui (dice indicando Bruttomesso, ndr) si vede che è più preparato. Siamo due velocisti importanti per il movimento giovanile italiano e sfidarsi così a viso aperto non può che alzare il livello di entrambi. Di sicuro ci rivedremo anche al Giro d’Italia Under 23 e saranno altre belle volate».

Esulta Buratti. La Bahrain adesso è realtà, ma dal 2024

22.11.2022
5 min
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Cinque minuti a mezzogiorno del 18 novembre. La Bahrain-Victorius cinguetta l’ingaggio di due ragazzi del Cycling Team Friuli, la sua formazione vivaio. Nicolò Buratti ed Alberto Bruttomesso passeranno pro’ a partire dal 2024 con un contratto biennale.

Una notizia nell’aria, ma non scontata benché si stia parlando di due tra i migliori talenti espressi dall’ultima annata tra i gli under 23. Il turno per parlare con Bruttomesso dell’argomento lo abbiamo avuto qualche giorno fa, ora tocca a Buratti vuotare il sacco delle emozioni. Se è vero che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere (di diventare professionista in questo caso), chissà come il 21enne udinese di Corno di Rosazzo avrà vissuto i giorni precedenti al tanto sperato annuncio.

Buratti sgrana gli occhi guardando il futuro che lo attende alla Bahrain-Victorius
Buratti sgrana gli occhi guardando il futuro che lo attende alla Bahrain-Victorius

Come avevamo anticipato più di una settimana fa, per il dominatore di Poggiana e Capodarco (due delle sue nove perle stagionali) le porte per il salto di categoria nel 2023 si erano chiuse in anticipo rispetto alle sue ultime ottime prestazioni. Invece no, come ci spiega Nicolò…

Moralmente come avevi preso il fatto che l’anno prossimo non c’era posto per te alla Bahrain?

Inizialmente devo confessarvi che ci sono rimasto male. Dopo la stagione che ho fatto ci speravo. C’erano i presupposti. Però forse ho inanellato i migliori risultati quasi troppo tardi. La Bahrain aveva già fatto e finito il mercato per il 2023, ma loro si sono impegnati con i dirigenti del CT Friuli di trovare una soluzione ottimale.

E moralmente come hai accolto questa notizia?

Beh, nemmeno da dire, alla grande (sorride, ndr). Diciamo che da quando mi hanno detto che non sarei passato nel 2023 a quando è arrivata la conferma dell’ingaggio sono trascorsi un po’ di giorni, ma nemmeno troppi. Quindi alla fine non avuto molto tempo per essere preoccupato o di cattivo umore.

Buratti nel 2023 vorrebbe essere un esempio per i suoi compagni più giovani del CT Friuli
Buratti nel 2023 vorrebbe essere un esempio per i suoi compagni più giovani del CT Friuli
Farai il 2023 nel Cycling Team Friuli. Pensi che sia quella soluzione ideale di cui parlavi prima?

Direi proprio di sì. Sarà la terza stagione con loro, in un ambiente che conosco e in cui sto bene. Il fatto che la squadra sia la development della Bahrain mi consentirà di avere un inserimento graduale tra i pro’. Sulla carta sono già in programma dei training camp e lo stage ad agosto. Naturalmente però bisognerà vedere che annata farò.

Ecco, come sarà ora che hai il contratto in tasca? Che motivazioni avrai?

Riconfermare i risultati di quest’anno credo che sia il miglior stimolo possibile. Non sarà facile, anche perché vorrei crescere ulteriormente attraverso un calendario più internazionale sia col mio team che con la maglia azzurra. Mi reputo un corridore da classiche e vorrei fare bene in quelle primaverili in Italia ma anche all’estero. Ad esempio, fare risultato alla Gand-Wevelgem con la nazionale è un obiettivo. Quest’anno l’ho corsa e non è andata benissimo. Voglio rifarmi. Ad oggi i presupposti ci sono. Il top sarebbe iniziare il 2023 così come ho finito il 2022.

Il podio di Capodarco. Buratti nel 2022 ha conquistato 9 vittorie e una lunga serie di top ten
Il podio di Capodarco. Buratti nel 2022 ha conquistato 9 vittorie e una lunga serie di top ten
Delle nove vittorie di quest’anno, sei le hai ottenute da agosto in avanti. Cosa ti è mancato all’inizio?

Non saprei, forse un mix di fortuna e cattiveria agonistica. Per la verità sono stato piuttosto costante per tutta la stagione. Ho vinto la prima gara alla seconda che ho fatto e ho vinto la mia ultima gara alla penultima. Nel mezzo però mi sono sbloccato mentalmente ed è cambiato tutto. Mi sono sentito più sereno ed in pace con me stesso e sono arrivati i successi.

Cosa o chi ha fatto scattare la molla?

La mia famiglia e la squadra mi hanno sempre supportato, come sempre ed in ogni momento. Gli allenamenti erano sempre quelli o comunque non li ho cambiati tanto. Fisicamente stavo bene. Però ad un certo punto, soprattutto ad agosto, ho iniziato a pensare che il professionismo me lo dovevo ancora guadagnare. Insomma, se quel qualcosa è venuto, credo che sia venuto tutto da me.

Foratura, cambio della ruota e poi ancora cambio bici. un giro per rientrare: questo il mondiale 2022 di Buratti
Foratura, cambio della ruota e poi ancora cambio bici. un giro per rientrare: questo il mondiale 2022 di Buratti
Avrai il ruolo di prima punta, ma cosa vorrebbe dare Buratti in più al CTF?

Mi piacerebbe essere una guida, un esempio per i nostri primi anni o per i più giovani di me. E’ vero che Alberto (Bruttomesso, ndr) ed io siamo a posto per il futuro, ma vorrei aiutare i miei compagni a svezzarsi nelle varie gare. Porto in dote la mia esperienza di quest’anno, specie quella morale per consigliare la squadra quando non arriveranno i risultati. Poi ovvio che anch’io, insieme a loro, vorrò fare un ulteriore step psico-fisico.

A proposito, ritornando sulla maglia azzurra. Forse non ci hai detto tutti i veri obiettivi…

Eh sì, l’anno prossimo puntiamo in alto (sorride, ndr). Il vero obiettivo sarà il mondiale di Glasgow ad agosto. Il percorso è adatto alle mie caratteristiche e voglio arrivarci pronto e preparato. E poi, dopo quello di quest’anno, ho un conto in sospeso da saldare…

Under 23 e Zalf, rivoluzione forzata: parla Faresin

19.11.2022
5 min
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L’intervista con Gianni Faresin nasce da una mail arrivata al nostro indirizzo di posta elettronica. Una comunicazione semplice riguardo la stagione che sta per iniziare. Qualche dichiarazione di Luciano Rui, dello stesso Faresin e la lista dei ragazzi che vestiranno la maglia della Zalf Euromobil Desirée Fior. La cosa che risalta subito è l’assenza di elite, la Zalf è sempre stata una grande affezionata alla categoria. Ora la rosa prevede quattro ragazzo dalla categoria juniores, molti under ed un solo elite: Edoardo Faresin.

I ragazzi e i dirigenti della Zalf durante il primo incontro stagionale (foto Scanferla)
I ragazzi e i dirigenti della Zalf durante il primo incontro stagionale (foto Scanferla)

Scelta obbligata

Il ciclismo sta virando, anzi, ha già iniziato a farlo da anni, sui giovani. E anche il concetto di questa parola è cambiato molto nel breve periodo. Ora i talenti, nel bene e nel male, si cercano dagli juniores (anche se su questa filosofia abbiamo già discusso con Bragato). 

«Il rinnovamento della squadra – spiega Gianni Faresin – è dovuto ai cambiamenti delle regole. Ora i ragazzi possono partecipare alle gare regionali fino al secondo anno degli under 23. E’ una regola che non condivido, ma che è stata fatta e va a discapito degli elite e dei terzi anni. Per non parlare dei problemi che avranno gli organizzatori delle corse, praticamente si troveranno a fare gare con la metà della gente rispetto agli anni passati. Ci saranno problemi ed il rischio che molti di loro decideranno di annullare le corse, anche perché non ha molto senso tenere in piedi tutto e far correre 50-60 ragazzi». 

Secondo Faresin l’attività all’estero va fatta solamente quando un corridore è maturo (foto Instagram)
Secondo Faresin l’attività all’estero va fatta solamente quando un corridore è maturo (foto Instagram)
Cambiare il vostro organico è stata una scelta obbligata quindi?

Noi vogliamo fare ancora un doppio calendario che ci permetta di far correre tutte le domeniche, o quasi, i nostri ragazzi. In questo modo potremo dividerli al meglio ed essere sicuri di non penalizzare nessuno. 

Si va incontro ai giovani, o così vogliono far credere, ma poi molti junior vanno via perché preferiscono i team development…

Tanti ragazzi vanno all’estero nelle development dei team WorldTour. Ovviamente se vai da uno junior e gli proponi di andare nella squadra che ha già un team WorldTour, lui non ti dirà mai di no. Però poi non è che tutti e 15-16 passano professionisti, arrivano sempre i soliti.

La Groupama quest’anno ne ha “promossi” otto di ragazzi.

Non è mai successo. E comunque una squadra italiana, se ci fosse, difficilmente potrebbe fare così. Loro hanno preso i migliori ragazzi francesi, più Germani. In Italia si possono prendere al massimo tre dei migliori junior. Capite che diventa difficile confrontarsi con queste squadre qui. Prima hanno spinto tutti per far fare le continental: dare esperienza ai ragazzi con corse internazionali e con i professionisti, adesso la spinta è al contrario. Ora vale la pena continuare? Non credo, perché se uno junior passa pro’ e gli altri vanno nelle squadre satellite noi chiudiamo o quasi.

Bruttomesso ha lasciato la Zalf per passare al CTF e dal 2024 sarà pro’ con la Bahrain Victorious (foto Isola Press)
Bruttomesso ha lasciato la Zalf per passare al CTF e dal 2024 sarà pro’ con la Bahrain Victorious (foto Isola Press)
Per risolvere il problema, la Colpack ha deciso di cercare attività all’estero e alcune squadre già lo fanno.

Se saremo invitati le faremo, ma secondo me quelle con i professionisti sono il giusto compromesso. Sono del parere che i ragazzi vanno portati a fare determinate corse quando sono maturi. Per le squadre italiane non è semplice, ci vogliono i mezzi, il nostro sponsor ci dà carta bianca, ma non è facile organizzarsi. E poi non è che in Italia non si faccia una buona attività. Io sono andato in Slovenia o poco più in là a fare qualche gara, non è che il livello sia migliore, ci sono più corse a tappe, questo sì.

In Italia ce ne sono poche…

Di corse a tappe ne abbiamo qualcuna, ma effettivamente sono mal distribuite, la prima è il Giro d’Italia under 23 che è a giugno. Il calendario in Italia è complicato nella prima metà di stagione e lo diventerà ancora di più dopo questa regola nuova.

Voi avete avuto Bruttomesso che per fare il salto tra i pro’ nel 2024 ha scelto un’altra strada.

Il motivo principale del suo addio è stato che il CTF è team satellite della Bahrain e loro hanno spinto perché andasse dai friulani. Farà più attività all’estero, vedremo se e come riuscirà a farla fruttare, io non penso avesse bisogno di questo. Ripeto: all’estero si va quando si sta bene. L’Italia grazie ad Amadori fa delle corse internazionali come l’Avenir o la Corsa della Pace.

Il cambio del regolamento per le gare regionali ha cambiato il modo di costruire i team (foto Scanferla)
Le nuove regole per le gare regionali ha cambiato il modo di costruire i team (foto Scanferla)
Un calendario più ampio non potrebbe dare più continuità e opportunità di crescita?

La crescita dei ragazzi deve essere l’obiettivo, ma Bruttomesso ha trovato da firmare perché ha vinto. Gli juniores che passano alle development vincono. Non dobbiamo star qua a pensare di far passare tutti professionisti con chilometraggi e livelli più alti, guardate quanti ne sono tornati indietro o in quanti hanno smesso. Attività da under 23 la si fa anche qui, se si vuole tutto e subito qualcosa si esaurirà prima.

Però qui si vincono le corse regionali che insegnano poco o nulla ad un ragazzo…

Ho corso anche io, per lavorare al meglio, per impegnarsi, serve vincere, se sei motivato ti alleni. Che senso ha portare un ragazzo a fare attività di livello superiore per 3 o 4 anni senza che abbia la possibilità di lottare? I ragazzi di oggi sono insicuri, hanno tante distrazioni: in tivù e sui social vedono tante cose e vogliono cercare di emularle. In pochi anni è cambiato tutto. 

Facci un esempio.

Cinque anni fa uno junior forte passava under, faceva i suoi anni di crescita e poi diventava professionista. Ora uno junior che va forte passa direttamente nel professionismo, così arriva il messaggio che devono andare forte da junior e vivono di rendita. Se si va avanti così tra altri cinque anni si arriveranno a prendere gli allievi. Il ciclismo è uno sport di fondo, che si costruisce con l’età e con il lavoro. Ci sono junior che si allenano più degli under 23 e la differenza la si vede al momento. E’ ovvio che se sopporti carichi di lavoro superiori alle gare vinci, ma poi la cosa finisce. Fidatevi, se si continua così la nostra categoria è destinata a sparire.

Bruttomesso: nel 2024 alla Bahrain Victorious, ora il CTF

18.11.2022
4 min
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Il passaggio di Alberto Bruttomesso al Cycling Team Friuli aveva dietro uno scopo più grande. Il corridore vicentino, infatti, come il suo nuovo compagno di squadra Buratti, è promesso sposo della Bahrain Victorious, con la quale passerà professionista nel 2024. Il CTF da quest’anno è diventato team di sviluppo della Bahrain. Questa stagione in Friuli servirà a Bruttomesso per prendere le misure con un mondo che lo aspetta a braccia aperte e con la clessidra in mano. 

«A breve faremo il primo allenamento a Udine – racconta Bruttomesso – per iniziare a conoscerci, mentre a gennaio avremo il primo ritiro in preparazione alla stagione».

Il contatto con la Bahrain è arrivato prima del Giro d’Italia U23, dove Brutmesso ha conquistato la maglia rosa nella prima tappa
Il contatto con la Bahrain è arrivato pochi giorni prima del Giro d’Italia U23
Una notizia, quella del tuo passaggio al CTF, che ha dietro uno scopo più grande… 

Diciamo che questo è stato più un percorso intrapreso che mi porterà, alla fine del 2023, al passaggio nei professionisti con la Bahrain. Durante la stagione avrò modo di lavorare e di conoscere l’ambiente, a gennaio, per esempio, durante il ritiro di cui parlavo prima, ci sarà anche il team WorldTour. 

Quale sarà il più grande cambiamento per questa stagione?

Il programma prevederà delle gare all’estero, il Cycling Team Friuli è una delle squadre under 23 con il calendario più ampio. Tutti i passi che muoverò quest’anno serviranno per arrivare il più pronto possibile al salto con i professionisti. 

Chi ti ha contattato prima, la Bahrain o il CTF?

La Bahrain, mi hanno telefonato poco prima del Giro d’Italia Under 23 (dove ha vinto la prima tappa, ndr). L’argomento della telefonata era proprio il passaggio tra i professionisti nel 2024. 

Alberto Bruttomesso, classe 2003, al suo primo anno tra gli under 23 ha vinto 6 corse (foto Instagram)
Alberto Bruttomesso, classe 2003, al suo primo anno tra gli under 23 ha vinto 6 corse (foto Instagram)
E quando è arrivato il CTF?

La decisione di correre con loro la prossima stagione è stata presa i primi di settembre, è stata una proposta nata in virtù del fatto che sarebbero diventati team development della Bahrain. Ci ho pensato a lungo ed ho concluso che sarebbe stata una buona scelta. 

Hai già avuto modo di vedere il mondo che c’è dietro al CTF?

La prima settimana ho parlato con Alessio Mattiussi, il preparatore, ma non ci siamo detti nulla. Oggi l’ho incontrato per la prima volta. Così come ho visto un po’ di sfuggita il CTF Lab, solo per prendere la misura della bici.

L’unica tua esperienza all’estero è arrivata al Tour de l’Avenir, non è andata bene però…

E’ stata un’esperienza difficile, il mio obiettivo era imparare e mettere un mattoncino in più nella mia crescita. Purtroppo non sono stato neanche molto fortunato. Nella seconda tappa sono caduto e mi sono portato dietro un dolore al polso che mi ha limitato. Nella tappa precedente alla crono abbiamo preso tanta acqua, il giorno dopo ho pagato tutte queste cose, insieme ad una buona dose di inesperienza e mi sono ritirato. Però meglio che mi sia successo al primo anno piuttosto che più avanti. 

Ci avevi già detto che preferivi fare esperienza nella categoria e poi guardare più in alto, al professionismo…

Dell’anno fatto con la Zalf sono soddisfatto, alla fine il mio obiettivo primario era la maturità. Poi abbiamo partecipato a gare di alto livello: come il Giro d’Italia e il Giro del Friuli.

Bruttomesso ha partecipato in maglia azzurra al Tour de l’Avenir (foto Alexis Dancerelle/Direct Velo)
Bruttomesso ha partecipato in maglia azzurra al Tour de l’Avenir (foto Alexis Dancerelle/Direct Velo)
Confrontarsi però costantemente con altri percorsi e squadre differenti sarà un passo in più?

Sì, la proposta è quella di fare 3-4 corse all’estero, ma per il momento il calendario è un’incognita. Sicuramente di attività fuori confine ne faremo molta. Ci confronteremo con altre squadre development legate a team WorldTour e faremo anche più gare internazionali. Come detto, sarà tutto un lavoro di preparazione al professionismo.

Non siete l’unica squadra satellite della Bahrain, c’è anche il Cannibal Team.

L’affiliazione con il Cannibal Team è importante anche per noi, perché dovrebbe diventare il nostro appoggio in Belgio, così da ampliare il range di gare all’estero. 

Avere un contratto da professionista già firmato come ti fa approcciare alla nuova stagione?

Mi mette tranquillità, perché l’accordo (triennale, ndr) c’è già. Ovviamente quando sarò in corsa penserò solo a fare bene e dare il massimo, come al solito. Questo contratto mi porterà ad avere una maggiore serenità e lucidità in gruppo. 

Maglia rosa per caso. L’estate di Bruttomesso inizia così

11.06.2022
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«Neanche dovevo farlo il Giro. Faresin mi ha chiamato martedì mattina.Mi ha detto se me la sentissi. E io non ho esitato». Non ci crede Alberto Bruttomesso. Il corridore della Zalf Desiree Fior è la prima maglia rosa del 45° Giro d’Italia U23.

Il veneto è un primo anno. Fisico massiccio. Gambe muscolose che sono ancora da scolpire, tipiche di chi non ha ancora 20 anni, anzi 19, visto che è di ottobre. Un velocista puro? Chissà… La cosa certa è che ad Argenta ci si aspettava una volata e una volata è stata.

Vittoria a sorpresa

Mette le mani nel capo Bruttomesso quando taglia il traguardo. Non ci crede. Non ci crede lui e neanche sua mamma Katia, che corre dietro all’arrivo alla ricerca del figlio per abbracciarlo.

«Siamo venuti qui per questa tappa e abbiamo fatto bene – spiega la mamma – perché era il suo debutto e sapevamo che poteva fare bene. Ma non così tanto. E poi era anche il più piccolo della squadra».

La corsa si è conclusa sotto un caldo sole. Non rovente come quello che hanno trovato qualche giorno fa i corridori all’Adriatica Ionica Race, ma quasi. 

La DSM ha controllato gran parte della corsa e il ritmo è stato un po’ più blando del previsto, tanto che è saltata anche l’ultima tabella oraria, quella più lenta. Hanno corso da professionisti. Molto nervosismo all’inizio, ma dopo che è andata via la fuga, le acque si sono calmate.

Lo spettacolo però non è mancato. Come ci aveva detto anche Lorenzo Germani qualche giorno fa: occhio al vento. E infatti in un punto in piena pianura a ridosso della costa adriatica il gruppo si è spezzato. E questa accelerazione ha sancito la fine della fuga.

Argenta abbraccia i ragazzi con un certo calore. Nella piazza dell’arrivo c’è davvero parecchia gente. Un bel colpo d’occhio. E se il buon giorno si vede dal mattino… va bene così!

I compagni della Zalf. Guzzo, il portavoce e “pilota” di Bruttomesso, è il secondo da destra
I compagni della Zalf. Guzzo, il portavoce e “pilota” di Bruttomesso, è il secondo da destra

Zalf compatta

I compagni della Zalf si radunano prima di ripartire in direzione delle ammiraglie che li porteranno a Rossano Veneto. Si radunano e si danno il cinque.

«Sicuramente – dice Federico Guzzo, che si fa portavoce – era un arrivo adatto alle nostre caratteristiche. Qui al Giro abbiamo più che altro una squadra per percorsi mossi, però avevamo anche questa opzione di Bruttomesso, che è veramente forte. Alberto è uno dei più bravi in volata al momento. Uno dei più forti dell’intera stagione».

«Ci siamo mossi bene per la volata. Direi che “siamo usciti giusti”, nel finale. Poi lui è forte e se l’è giocata davvero alla grande. Sa sfruttare le scie giuste. E’ nella posizione giusta al momento giusto. Io per esempio ho tirato, ma alla mia ruota c’era un ragazzo della Lotto, mi sembra. Poi però Alberto si è arrangiato. Comunque lo abbiamo portato fino ai 300 metri. Per tutta la tappa abbiamo corso compatti e nel finale eravamo tutti per lui».

In Zalf sono contenti. Come dicono i ragazzi stessi, una vittoria di tappa e la maglia rosa sono già tanto.

Bruttomesso in rosa 

Nel frattempo mamma Katia è stata raggiunta da papà Massimo. I genitori abbracciano il loro ragazzo. Saranno presenti anche domani al via, poi tutti a casa a Valdagno.

Provando ad immedesimarci in lui alla sua età, colpisce il suo self control. Si vede che è contento e ci mancherebbe, ma Alberto fa sua questa vittoria come fosse un veterano. Il che denota sicurezza.

«Ripeto, inizialmente neanche dovevo esserci – dice Bruttomesso mentre è seduto su una sedia prima di vestire la maglia rosa – ho la maturità che mi aspetta tra pochi giorni. Però da quando mi hanno detto che sarei venuto al Giro, ho studiato questa tappa, che sapevo mi si addiceva.

«Sapevo anche che il livello dei partecipanti era altissimo. Che c’erano tutti i più forti sprinter d’Europa. Speravo in un piazzamento: un buon posto, magari per prendere la maglia bianca. Arrivare a vincere e alla rosa… proprio no! Sono super contento».

L’esultanza di Bruttomesso, che poi porta le mani tra “i capelli”, segno di incredulità (foto Isola Press)
L’esultanza di Bruttomesso, che poi porta le mani tra “i capelli”, segno di incredulità (foto Isola Press)

Velocista dentro

I suoi compagni lo hanno aiutato. Hanno tirato per il più piccolo. Il più piccolo che però ha le idee chiare. Molto chiare. Guzzo, aveva ragione: “Alberto se la sa cavare da solo…”.

«Il fatto che abbiano tirato per me è un onore. Ci siamo trovati in due all’ultimo chilometro, Guzzo ed io. Federico ha fatto un lavoro impeccabile.

«Ai 400 metri ero un po’ indietro, credo intorno alla decima posizione, però sono riuscito a portarmi avanti, ma sempre restando coperto. Poi ai 200 metri sono riuscito ad uscire. Mi sono riportato avanti, sapendo che il rettilineo tirava verso destra e così mi sono spostato un po’ all’esterno per non rischiare di restare chiuso. Tutto è andato in modo perfetto».

I palloncini messi da “Ciano” nelle camere dei suoi ragazzi. Magari non sono proprio rosa, ma il concetto non cambia! (foto Rui)
I palloncini messi da “Ciano” nelle camere dei suoi ragazzi. Magari non sono proprio rosa, ma il concetto non cambia! (foto Rui)

Palloncini in camera

A questo punto la prima persona che ci viene in mente è Luciano “Ciano” Rui. Il vecchio pilastro della Zalf ci aveva parlato in tempi non sospetti di Bruttomesso e sempre in tempi non sospetti ci aveva detto della sua paura che i procuratori glielo portassero via subito. Adesso chissà come andranno le cose.

Lui però con la sua saggezza si gode il momento: «Se me lo aspettavo? Sapevo che Bruttomesso era forte, ma non credevo che fosse già maturo per queste gare. Oggi c’era un parterre mica indifferente. Chapeau, come si dice in questi casi. Io già lo seguivo quando era alla Borgo Molino (team juniores, ndr) ma adesso è ancora più maturo».

«Intanto ci gustiamo la maglia rosa. Quando si parte bene si è a metà dell’opera – dice Rui, mentre aspetta i suoi corridori in hotel – i ragazzi già erano motivati e la maglia nuova (griffata MS Tina, ndr) ha portato bene. Ma soprattutto hanno fatto una gran bella volata».

 

«Ho messo dei palloncini rosa in camera di Alberto e dei ragazzi, perché la forza è il gruppo. Come detto, ci godiamo il momento, ma da domani si riparte da zero: un po’ più maturi e con un po’ meno di pressione». 

Bruttomesso, prima l’esperienza (e la maturità), poi i pro’

04.05.2022
4 min
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Pochi mesi da under 23 e Alberto Bruttomesso ha già messo nel sacco quattro vittorie. Di questi tempi quindi, viene da chiedersi se per lui siano già suonate le campane del professionismo. Fa gola uno junior promettente, figuriamoci un U23 vincente. Per di più di primo anno.

Pochi giorni fa Luciano Rui manager della  Zalf Desiree Fior ci aveva detto: «Presto qualcuno verrà a chiamarlo». Ma aveva anche aggiunto che i suoi atleti almeno due anni, ma anche tre, restano in questa categoria perché è un passaggio dal quale non si può prescindere.

Parliamo di questo, e non solo, direttamente con Bruttomesso che, ricordiamo, è vicino alla “scuderia” dei Carera e le possibilità di passare pertanto non gli mancheranno.

Alberto Bruttomesso, classe 2003, è sempre stato un corridore molto veloce (foto Instagram)
Alberto Bruttomesso, classe 2003, è sempre stato un corridore molto veloce (foto Instagram)
Alberto, prima di tutto complimenti per il tuo inizio: ti aspettavi di andare subito così bene?

No, sinceramente non me lo aspettavo. Sapete, tutto nuovo: avversari, categoria, allenamenti, corse…

Sono già arrivate le sirene dei pro’? Ti hanno cercato?

Per ora no. Voglio fare esperienza. Stare tra gli under 23 è molto importante e io un paio di anni almeno vorrei farli. E poi vediamo. Anche perché poi non è scontato passare. Non è detto che dopo tre o quattro anni si passi.

E se ti venissero a cercare coglieresti l’occasione? Per esempio chi è intorno a te ti dice di approfittarne oppure di stare tranquillo, tanto sei forte, e passerai?

Non ho avuto modo ancora di parlare con nessuno di questo argomento. Vivo in un ambiente tranquillo, non ho pressioni varie. Io sono contento, mi godo il momento e non ho obiettivi specifici da qui al breve, se non la maturità. Intento pensiamo a fare, e bene, quella. Anche per questo motivo non credo proprio di essere al Giro d’Italia U23.

Cosa studi?

Elettronica. Ho buoni voti.

In famiglia ti hanno detto: «Okay la bici, ma prima la scuola». Oppure ti hanno lasciato più libero, se così si può dire?

Me lo hanno detto in famiglia, ma me lo sono detto anche da solo. Prima la scuola, poi dopo la maturità mi dedicherò al 100 per cento alla bici. Comunque sto anche valutando l’idea di fare l’università.

Alberto Bruttomesso durante l’inverno ha lavorato molto per spingere i rapporti più lunghi (foto Scanferla)
Alberto Bruttomesso durante l’inverno ha lavorato molto per spingere i rapporti più lunghi (foto Scanferla)
Proprio perché hai la maturità e a breve presumibilmente staccherai un po’, con la squadra avete deciso di partire forte?

In realtà è il contrario, proprio perché ho la scuola mi sono allenato meno. Gianni Faresin, ci dà i programmi, e per noi quattro di primo anno ha fatto delle tabelle specifiche per chi va a scuola. Di fatto io mi alleno solo il pomeriggio. Solo una volta a settimana riesco ad arrivare a 3 ore e 45′, altrimenti ne faccio due o tre.

E allora come mai, secondo te, sei partito subito così bene?

Non saprei! Io mi sono fidato di Gianni, che è un ottimo diesse, e i risultati gli danno ragione.

Ma anche con i rapporti ti sei trovato subito bene: ti allenavi con rapporti appunto più lunghi del 52×14 da juniores?

No, no… 52×14, ma quest’inverno abbiamo fatto dei lavori per inserirli gradualmente fino a spingere il 53×11 in volata.

Col tuo fisico potente ci vai a nozze insomma…

In effetti mi piacciono. Già lo scorso anno con il 52×14 preferivo gli arrivi che tiravano un po’, adesso con questo rapportone mi sento a mio agio anche in pianura.

Lavoro di squadra: due (o più) anni in questa categoria servono anche per imparare certi aspetti
Lavoro di squadra: due (o più) anni in questa categoria servono anche per imparare certi aspetti
Esperienza: cosa significa concretamente quando si dice che un ragazzo ne debba fare? Cosa noti di diverso fra te e i tuoi compagni di terzo o quarto anno?

Che hanno più esperienza! Conoscono le gare soprattutto. Per esempio alla Firenze-Empoli, che io non avevo mai fatto chiaramente, mi dicevano: attento qui che la strada si stringe, di qua può partire la fuga… mi danno consigli.

E questo vale anche per il fuori corsa? Per la vita del corridore, i viaggi…

In ambito italiano, i miei viaggi e le mie trasferte le ho fatte. Per esempio, qualche settimana fa siamo andati a Roma per il Liberazione e lo conoscevo per averlo fatto da junior. Di trasferte in aereo, per adesso, ho fatto solo quella per i mondiali dello scorso anno.

E secondo te sono aspetti marginali nella maturazione a 360° del corridore, oppure sono importanti?

Non saprei. In teoria servono. Di certo le esperienze all’estero ti servono per capire realmente qual è il tuo livello nei confronti di altri avversari.

Bruttomesso, secondo ritiro alle spalle. Fra poco si comincia

28.01.2022
4 min
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Il suo biglietto da visita non poteva passare inosservato e gli è valso il passaggio nella Zalf Desiree Fior. L’anno scorso da junior di secondo anno, Alberto Bruttomesso ha conquistato nove successi personali (tra cui il campionato regionale veneto in linea e una semitappa al Lunigiana) e due cronosquadre con la sua Borgo Molino Rinascita Ormelle (prima frazione al Giro del Friuli Venezia Giulia e il campionato italiano di specialità). Non solo, le sue prestazioni gli hanno fatto guadagnare anche la convocazione in nazionale ai mondiali di Leuven

«Quando è arrivata la chiamata della Zalf – ci confida al telefono il vicentino (in apertura nella foto Scanferla) – non ci ho pensato due volte. E’ una squadra attrezzata, storica e anche comoda per me. Mio padre quando correva tra i dilettanti negli anni ’90 la vedeva già come il top per la categoria».

I ritiri sono serviti a Bruttomesso per conoscere i compagni e fare bei blocchi di lavoro (foto Scanferla)
I ritiri sono serviti a Bruttomesso per conoscere i compagni e fare bei blocchi di lavoro (foto Scanferla)

Da qualche settimana il classe 2003 vicentino di Valdagno – paese in cui è nato, vive e studia elettronica all’Istituto tecnico Marzotto-Luzzattiha ufficialmente iniziato la prima stagione da U23 con i due ritiri a Castelfranco Veneto (sede della Zalf). Uno prima di Natale, il secondo finito il 23 gennaio. Lui è un ragazzo pragmatico e guarda già avanti, tra esordio con la nuova maglia e maturità.

Alberto come sta andando questo inverno?

Molto bene. Ho staccato col mondo junior, sono già concentrato sulla nuova categoria. Ho fatto la prima parte alternando bici e palestra. Da circa due settimane sto uscendo solo in bici. I due ritiri sono andati bene, utili soprattutto per conoscere meglio i compagni più grandi. Siamo in 6/7 che abbiamo un trascorso nel Borgo Molino, come Stefano Cavalli con cui ho corso negli ultimi due anni.

Come ti stai organizzando tra scuola e allenamenti?

Ho buoni voti e mi gestisco bene. Durante la settimana, avendo lezione, esco da solo e faccio tra le due e le tre ore. I miei professori sanno dei miei impegni e mi supportano. Ho una carta-atleta da utilizzare per eventuali agevolazioni come le assenze. Ma sia in passato che finora non ho mai sforato le ore massime consentite. Nel weekend invece mi faccio accompagnare dai miei fino a Schio e da lì parto insieme ad altri 4/5 compagni e facciamo quattro o quattro ore e mezza. Diciamo che rispetto all’anno scorso sento la differenza degli allenamenti.

In azione al Gp DMT-Casteldario dello scorso anno, in cui ha vinto 9 corse (foto Scanferla)
In azione al Gp DMT-Casteldario dello scorso anno, in cui ha vinto 9 corse (foto Scanferla)
Il primo anno da U23 solitamente è diviso in due. Fino alla maturità e dopo.

Sarà così anche per me. Gianni Faresin ha previsto tabelle specifiche di allenamenti e gare per noi che andiamo ancora a scuola. D’altronde loro vogliono che prima pensiamo ad andare bene lì, poi dopo gli esami mi concentrerò solo sulla bici.

Il tuo debutto quando è previsto?

Potrebbe essere la San Geo del 26 febbraio, mi piacerebbe correrla, ma non è ancora certo nulla. In alternativa correrei la settimana dopo. Comunque ci saranno tante corse da fare nei primi mesi.

Lo scorso anno al GP Rinascita, Bruttomesso assieme al “gemello” Ursella, andato alla Dsm Development
Lo scorso anno al GP Rinascita, con Ursella, andato alla Dsm Development
Alcuni junior, tra cui Pinarello, sono passati professionisti. Sei pentito della tua scelta?

No, minimamente. Per me è stata la decisione migliore, considerando l’impegno della scuola. Poi ognuno fa la propria scelta. Alessandro va forte ed è andato in una squadra che ha tenuto conto della sua età così potrà seguire il suo percorso di crescita. Mi sento di dire però che di Evenepoel ce n’è uno e talvolta può essere un rischio fare il salto che ha fatto lui.

Alberto, a questo punto cosa ti aspetti dal 2022?

Non ho pressioni da parte della squadra. Voglio aiutare i miei compagni. Personalmente non ho particolari aspettative, non ho fretta. Sono un velocista che tiene bene nelle brevi salite e vorrei sviluppare meglio le mie caratteristiche. So che sentirò la differenza nelle gare, ma al momento la preparazione c’è, è buona e mi sento pronto.