Axel Zingle dalla A alla Z. Conosciamolo meglio con Damiani

08.04.2022
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C’è un giovane francese di cui ci aveva parlato Roberto Damiani, il suo diesse, in termini più che positivi quasi due mesi fa. E noi incuriositi vorremmo sapere tutto di questo ragazzo. Dalla A alla Z, è il proprio il caso di dire. Stiamo parlando di Axel Zingle, ventitreenne della Cofidis in rampa di lancio in questa prima parte di 2022.

Per la verità ha già spiccato il suo primo volo verso la vittoria il 1° aprile conquistando La Route Adélie de Vitré (foto in apertura, ne abbiamo già parlato a proposito di Samuele Manfredi), semi-classica che si corre sulle strade nervose della Bretagna. E qualche giorno dopo, alla prima tappa del Circuite de la Sarthe (in programma dal 4 all’8 aprile), ha sfiorato il bis chiudendo terzo dietro Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Benoit Cosnefroy (Ag2R-Citroen).

L’emozione della prima

«Sono super felice – ha dichiarato Zingle, nativo di Mulhouse – aspettavo con impazienza il mio primo successo tra i pro’. Abbiamo fatto una grande corsa collettiva. Il nostro team si è preso le proprie responsabilità, tutti hanno dato il massimo ed io nel finale ho dovuto solo attaccare. E’ ancora più bello vincere con stile, in questo modo. Conosco sia Dorian che Valentin (rispettivamente Godon e Ferron, secondo e terzo, ndr) e sapevo che potevo essere più veloce di loro. Non ho esitato molto, sono partito ai 250 metri e non mi sono più girato. Questa vittoria mi permette di raggiungere un nuovo livello e spero di continuare così».

Se davvero ora Zingle – già campione francese negli U23 nel 2020 – abbia raggiunto un nuovo livello lo abbiamo chiesto a Damiani, che in lui vede un atleta di prospettiva e che ci aveva consigliato di seguirlo con attenzione.

Roberto come lo avete individuato?

Sono stati i miei colleghi francesi che lo avevano visionato quando correva tra gli U23 nel Centre Cycliste d’Etupes. Nel 2020 ha fatto uno stage con la Nippo Delko e l’anno scorso con noi, dopo che ce lo avevano proposto. Onestamente non lo conoscevo però ad agosto ce l’ho avuto al Tour Poitou-Charentes ed ho subito avuto una buona impressione. Ho visto che quando gli abbiamo chiesto un certo tipo di supporto alla squadra lo ha fatto senza problemi. Addirittura, quando lo abbiamo lasciato libero da vari compiti, nel finale nell’ultima tappa (dove si è piazzato sesto, ndr) era là davanti con una bella dose di personalità. Non è stato difficile fargli il contratto per il 2022.

Com’è stata la sua vittoria?

Vitrè è una corsa poco conosciuta in Italia ma di buon livello. Si disputa su un circuito nervoso da ripetere otto volte e fa parte della Coupe de France, challenge molto sentita dai francesi. Lì ha confermato quanto vi avevo detto di lui la volta scorsa. Oltre a sapersi gestire e tenere le prime posizioni sui vari strappi, ha fatto una grande volata battendo un rivale tosto come Godon. Quel giorno abbiamo fatto un buon controllo della gara ed abbiamo piazzato quinto Anthony Perez che è stato il nostro regista nel finale. E’ stato lui che ha suggerito ad Axel di partire in contropiede.

Anche il terzo posto a La Sarthe vale tanto…

Anche lì è partito un gruppetto, addirittura a quasi 70 chilometri dal traguardo. Anche per stessa ammissione di Pedersen è stata una tappa bella dura, con lotta fin dalle prime battute, come capita ormai sempre più frequentemente. Il fatto di essere in mezzo a corridori come il danese, Cosnefroy, Ganna e tanti altri è stata un’altra dimostrazione di grande personalità. Anche se è una parola negativa, per me Axel ha quell’egoismo buono e sano di quei corridori che corrono per vincere. Quando la gara entra nel vivo, e lui è presente, non ha problemi né ad aiutare i compagni né ad andare a cercare la vittoria in prima persona.

E quest’anno come sta andando, vittoria a parte?

Finora ha svolto un buon lavoro per la squadra al Saudi Tour e al Tour de Provence. Quando ha avuto carta libera ha cercato di sfruttare al meglio le occasioni centrando anche due settimi posti. Ha avuto qualche problema di salute, si è ammalato ad inizio marzo. Peccato, perché volevamo fargli fare Laigueglia e Tirreno-Adriatico, quest’ultima poteva essere ideale per le sue caratteristiche. Quando è rientrato ha mostrato le sue qualità da uomo da classiche vallonate.

Che calendario avete previsto per lui dopo questi risultati?

Ne dovremo parlare fra noi tecnici e preparatori, ma penso che per lui sia una buona occasione correre gare come la Freccia Vallone. Tra le classiche delle Ardenne è quella più indicata per inserire giovani come lui. Un po’ per il percorso impegnativo, un po’ perché non essendo più di 200 chilometri ti dà la possibilità di farlo crescere in modo graduale. Perché l’errore imperativo, nel processo di crescita dei giovani che stanno andando bene, è quello di fargli fare troppo poco o troppo in generale. La capacità di gestire bene un giovane sta in questo equilibrio. Poi potrebbe disputare anche la Liegi per capire che tipo di gara è e per fare esperienza. Anzi vi dirò di più…

Spiegaci pure…

Per me, per le sue caratteristiche e per come si sta evolvendo la Milano-Sanremo, nei prossimi anni potrebbe essere un corridore protagonista su Cipressa e Poggio. Infatti se non si fosse ammalato, quest’anno lo avremmo portato alla Classicissima per fargliela provare. In allenamento è una cosa, in corsa è un’altra. Queste grandi classiche prima vanno conosciute. Qui prendi le botte ed impari mentre nelle gare più adatte a te vai dentro per fare risultato.

Axel che tipo è?

E’ un ragazzo tanto tranquillo giù dalla bici quanto determinato in corsa. Non ha particolari grilli per la testa. La sua determinazione sta nel fatto che lui sa che si sta giocando delle buone opportunità in questi mesi e lo sta facendo al meglio. Di lui mi piace molto, lo ripeto, che ha quella giusta aggressività agonistica che non fa mai male. Inoltre come succede per tanti ha un passato da ciclocrossista e biker (due medaglie europee da junior nel 2016 e da U23 nella Mtb ha corso col Team Absolute Absalon, ndr) e queste esperienze tornano sempre utili.

Hai avuto tanti corridori nella tua carriera, chi ti ricorda a grandi linee?

Non è mai bello fare paragoni perché è sempre difficile però per caratteristiche il primo che mi viene in mente è Diego Ulissi. Tra l’altro proprio quando eravamo assieme alla Lampre, gli avevamo fatto fare la Freccia Vallone con l’idea di fargli fare risultato, dove infatti fece nono (era il 2012, ndr). Forse Axel è un po’ più potente di lui ma ognuno poi ha le sue caratteristiche.