Cross e volate, Merlier si fa largo all’ombra di Jakobsen

17.01.2023
5 min
Salva

Le sue quattro vittorie nel 2022 in maglia Alpecin-Deceuninck gli sono valse un contratto con la Soudal-Quick Step, in cerca di una seconda punta veloce da affiancare a Jakobsen. Ma anziché mettersi a ragionare da velocista e basta, Tim Merlier si è lanciato nuovamente nelle sfide del cross.

A ben vedere, il velocista di Wortegem-Petegem, paesino di seimila anime nelle Fiandre Orientali, nel cross era nato, con un’attività molto intensa fino al 2019, drasticamente ridotta con l’approdo alla Alpecin-Fenix cui bastava forse Van der Poel. Dai 25 giorni di gara del 2019-2020, scese ai 10 dell’anno successivo quando aveva già 28 anni e le strade chiuse dall’avvento prepotente dei fenomeni del cross. Non era scontato che avrebbe ripreso al passaggio nella nuova squadra, come invece è accaduto.

Come tutti i belgi, anche Merlier è nato nel cross. Nel 2011 aveva 21 anni: eccolo agli europei U23 di Lucca
Come tutti i belgi, anche Merlier è nato nel cross. Nel 2011 aveva 21 anni: eccolo agli europei U23 di Lucca

Il richiamo del cross

Capelli corti a spazzola, sorriso contagioso, la battuta pronta, il belga (in apertura con l’amico Bert Van Lerberghe, foto Wout Beel) Merlier ha vinto una tappa al Giro, una al Tour e quest’anno potrebbe fare la Vuelta. Ma il ritorno nel cross lo ha messo di buon umore.

«Mi rende davvero felice – ha raccontato alla presentazione del nuovo team – devo confessare che non ho fatto alcun allenamento specifico. Giusto qualche giro per riprendere la mano. Qualche colpo dignitoso riesco ancora a farlo – ha sorriso – e mi sto divertendo molto con la nuova bici da cross. La geometria mi si addice molto. Per un po’ avevo anche pensato di lasciar perdere, dato che non ho visto grande interesse da parte degli organizzatori. Pensavo che la maglia di campione belga su strada fosse un bel richiamo. Ma visti i risultati che ho ottenuto senza preparazione, magari continuerò a giocare ancora nel fango».

Tim Merlier, qui dopo la vittoria al campionato nazionale belga del 2022, è del 1992 ed è pro’ dal 2016
Tim Merlier, qui dopo la vittoria al campionato nazionale belga del 2022, è del 1992 ed è pro’ dal 2016

Sanremo rimandata

Ma adesso, come ha ammesso, le attenzioni si spostano sull’imminente nascita di suo figlio e sul debutto nella nuova squadra, che dovrebbe avvenire il 10 febbraio alla Muscat Classic e a seguire al Tour of Oman e poi al UAE Tour.

«Questo però significa – ha ammesso – che non correrò il weekend di apertura in Belgio. Niente Kuurne-Bruxelles-Kuurne, quest’anno è per Jakobsen. Spero di rifarmi partecipando alla Gand-Wevelgem, in cui sono fra le riserve. Anche se il sogno è la Parigi-Roubaix.

«Allo stesso modo, dopo la Parigi-Nizza non farò la Milano-Sanremo. Finché ci sono in circolazione corridori come Van Aert, Pogacar e Van der Poel, difficilmente si arriverà in volata. Avete visto come andavano l’anno scorso sulla Cipressa. E anche il Fiandre al momento è troppo duro per me».

Programma da velocista

Però è stato palese, sentendolo parlare alla presentazione della squadra, che l’arrivo nello squadrone belga abbia significato per lui un ridimensionamento. Quantomeno nelle chance di partenza: l’anno scorso la divisione del calendario con Philipsen gli era parsa più democratica.

«Non dirò che questo sia il mio programma preferito – ha ammesso a Popsaland – mi sarebbe piaciuto correre a Kuurne, ma d’altra parte, volevo anche andare all’UAE Tour, dove avrò molte opportunità. Quest’anno seguo un programma per velocisti, punto meno sulle gare di un giorno e in questo non c’è niente di sbagliato.

«Per Fabio (Jakobsen, ndr) ho molto rispetto dopo quello che ha passato e come è tornato dal suo terribile incidente al Giro di Polonia. E’ il velocista più difficile da battere, preferisco averlo in squadra piuttosto che correre contro di lui».

Un pilota per amico

Eppure anche Jakobsen a un certo punto deve aver percepito che Merlier potesse non essere troppo contento degli spazi ricevuti, al punto da aver scherzato sui suoi ottimi rapporti con Bert Van Lerberghe, che ne è il migliore amico. Quando glielo abbiamo raccontato, Merlier ha sorriso.

«Ci conosciamo da molto tempo – ha raccontato – da quando avevamo dodici anni. Eravamo insieme nella stessa classe al liceo di Waregem. Sono diventato corridore in quel periodo e lui poco dopo. Sono anche padrino di uno dei suoi due figli. Bert mi è stato molto utile l’anno scorso al campionato europeo, ma Jakobsen è stato più veloce (Merlier si è piazzato al terzo posto dietro il compagno olandese e Arnaud Demare, ndr)».

Sulle strade di Calpe assieme a un altro belga d’eccezione: l’iridato Evenepoel
Sulle strade di Calpe assieme a un altro belga d’eccezione: l’iridato Evenepoel

«Bert parteciperà con me alle prime gare a tappe – ha proseguito – è un vero amico, ci alleniamo insieme. Ora che abbiamo lo stesso programma, viaggeremo insieme molto più del solito. Ho già corso con la maglia Soudal nel cross di Herentals (Merlier si è piazzato al 9° posto, ndr). Senti subito l’atmosfera della gente. Ho fatto una buona partenza e mi sono fatto vedere. Il mio vecchio maestro Mario Declercq mi ha suggerito di fare i primi due giri a tutta, ma con Van Aert e Van der Poel non si può scherzare troppo. Ma su strada, voglio portare in alto il tricolore. Ho messo su me stesso questo tipo di pressione. Quest’anno voglio vincere il più possibile».