Milesi, un iride storico. E Segaert mastica amaro…

09.08.2023
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STIRLING – Dice che è pazzesco e nel dirlo sorride come se dovesse scoppiargli la gioia da dentro il petto. Anche Vittoria Guazzini, sua compagna, ha dovuto ammettere che fare meglio di Lorenzo Milesi nella crono di domani sarà davvero dura, ma lui che ha gran cuore dice che farà di tutto per sostenerla.

Il riscaldamento iniziato alle 14,30. Cosa ti pare del percorso? «E’ una crono, bisogna spingere»
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L’erede di Malori

Sono le 18 del 9 agosto 2023 e un italiano ha vinto la cronometro degli under 23 quindici anni dopo Malori del 2008. E’ stata un’attesa quasi surreale, con lo spauracchio di Segaert che incombeva e avanzava. Così cattivo e forte da aver ripreso Bryan Olivo lungo la strada (abbiamo saputo poi che al friulano è iniziato un doloroso torpore alla gamba sinistra che gli impediva di spingere). Milesi a quel punto era sulla hot seat da tutto il giorno, ma quando la telecamera lo inquadrava ai vari intermedi del belga, le sue facce sembravano le smorfie di un fumetto.

Il percorso, simile a quello dei professionisti, prevedeva una discesina finale in cui prendere fiato prima di affrontare la salita al castello. E lì Milesi ha fatto il capolavoro, dopo averla studiata con Velo.

«Avevamo una buona strategia – racconta – che prevedeva proprio di fare questo, per andare davvero a tutta sulla salita finale. Ha funzionato, ma sul momento non ero così sicuro. Diciamo che anche la curva per prendere il muro non l’ho fatta fortissimo, ho frenato un po’ troppo, quindi non ero così sicuro di essere salito così forte. Ho provato vero dolore fisico in quell’ultimo tratto…».

Nel muro che conduce al castello di Stirling, Milesi ha fatto la vera differenza su Segaert
Nel muro che conduce al castello di Stirling, Milesi ha fatto la vera differenza su Segaert

Volava sullo strappo

Chi la salita l’ha fatta anche più forte di Milesi è Marco Velo, che lo seguiva sull’ammiraglia. Il cittì delle crono è arrivato nella zona podio trafelato ed entusiasta e gli è servito qualche secondo per riprendere il controllo.

«E’ un risultato inaspettato – dice – nel senso che sapevo che poteva fare un’ottima cronometro. Sarei stato stra-soddisfatto se fossimo arrivati in una top 5. Poi sinceramente, come si dice, l’appetito vien mangiando. Quando ho visto che aveva 10 secondi solo da Segaert, ho cominciato a prendere fiducia, perché comunque ci stavamo avvicinando a una possibile medaglia. Al secondo intermedio pagava solo 3 secondi e mezzo, poi è andato in vantaggio. A quel punto ho pensato: impossibile che la perda, perché l’ho visto volare sull’ultimo strappo».

Velo arriva di corsa: ecco l’abbraccio per l’oro nella crono 15 anni dopo Malori
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Spauracchio Segaert

Milesi sta su una nuvola e continua a sorridere. Ha ragione Ganna quando dice che questa maglia è la più bella, anche se Milesi non potrà indossarla troppe volte. Al mondiale c’è arrivato passando per il Tour de Pologne, come lo scorso anno Fedorov sbancò Wollongong passando per la Vuelta. Se i mondiali si vogliono vincere, vanno scelti corridori che possano farlo: la promozione dell’attività giovanile in questo ciclismo ha altre sedi deputate.

«Al Polonia però non ho avuto grosse sensazioni anche nella crono – dice – perché era la sesta tappa ed ero sceso da poco dall’altura. Qui invece sapevo di poter competere per il podio ma vincere è un’altra cosa. Non credo che aver fatto crono più lunghe e corse nel WorldTour sia stata la chiave della vittoria, perché in una crono contano soprattutto le gambe in quel giorno. E io sapevo che Segaert poteva battermi. Ho pensato solo a lui mentre aspettavo seduto, ma anche durante la crono. Pensavo solo a spingere. Sapevo di essere primo, ma non importava. Sapevo che lui doveva ancora arrivare».

La strategia era di dare tutto fino all’ultima discesa e lì recuperare per affrontare forte la salita
La strategia era di dare tutto fino all’ultima discesa e lì recuperare per affrontare forte la salita

Investire sulla crono

Velo ha spostato una transenna per andare a vedere il podio e scattare foto col suo cellulare. Accanto a Milesi sul podio Alec Segaert aveva la faccia di un funerale, al pari dei suoi tifosi e dei familiari ai piedi del podio. A giudicare dai numeri della trasferta, il clan belga era pressoché sicuro di sbancare e perdere per 11 secondi è comunque un colpo difficile da digerire.

«Se la merita tutta – prosegue Velo – è un ragazzo d’oro. Gli dico che è matto, perché è molto estroverso, però questa è la qualità dei grandi campioni. E’ sempre stato un ottimo cronoman. Ha curato tantissimo questa specialità e questo sia di insegnamento a tanti altri suoi colleghi, anche più giovani. E’ la dimostrazione che anche curando questa attività, ci si possono togliere tante soddisfazioni come questa. E quindi complimenti a Lorenzo e a tutto lo staff. Su questa scelta, mi sono confrontato con Marino Amadori, che lo segue anche su strada e abbiamo condiviso di portarlo. Adesso Lorenzo farà anche il mondiale su strada e sono sicuro che farà bene anche lì».

Sul podio, Segaert (Belgio), Milesi (Italia), McKenzie (Australia)
Sul podio, Segaert (Belgio), Milesi (Italia), McKenzie (Australia)

Mondiale e Vuelta

Adesso infatti Milesi mette in ordine gli obiettivi. Sarà pure matto, come dice Velo, ma ha la grande lucidità di affrontare un obiettivo per volta.

«Il mondiale della crono – racconta – era uno degli obiettivi dell’anno, abbiamo lavorato tanto anche con la squadra. Abbiamo fatto un ottimo fitting all’inizio della stagione che ora mi è tornato molto utile. Era un obiettivo di cui probabilmente si è anche cominciato a parlare dallo scorso anno, anche se Wollongong aveva un percorso completamente diverso e anche io non ero lo stesso corridore. Ora ci saranno i campionati del mondo su strada, poi andrò alla Vuelta: il mio primo grande Giro. Si comincia con una cronosquadre, spero di riuscire a tenere la forma per dare il mio contributo».

Forse Segaert pensava di avere già la vittoria in tasca, invece su muro finale è crollato
Forse Segaert pensava di avere già la vittoria in tasca, invece su muro finale è crollato

Malinconia belga

Segaert arriva nella sala stampa dopo parecchio tempo. I giornalisti belgi, al pari dei suoi tifosi, erano pronti per fare festa e gli chiedono se si aspettasse di essere battuto da Milesi. Lui risponde di no. Che Lorenzo lo ha già battuto lo scorso anno in un tappone del Tour de l’Avenir e per soli due secondi anche in una crono de Le Tryptique Le Mont et Chateaux, ma che a sua volta era stato molto superiore in altri appuntamenti.

«Però è un corridore super forte – dice – uno di quelli che può dare la svolta alle corse e ha meritato di vincere. Io sono arrivato alla salita finale ormai vuoto, evidentemente ha fatto lì la differenza».

Si respira lo stesso clima della piazza di Bruges in cui nel 2021 Ganna mise a tacere i tifosi di Evenepoel e Van Aert. Loro non erano contenti, noi sì. Anche oggi è suonato l’Inno di Mameli e anche oggi noi eravamo lì sotto a cantare.