Un tedesco per il Liberazione. E la rabbia di Marcellusi

26.04.2022
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Prima passa Uhlig, gridando come Hulk. Poi sfreccia Marcellusi, le mani basse e qualche imprecazione che fa sorridere amaramente i tifosi romani sul traguardo. Un tedesco che sbanca Roma nel giorno della Liberazione offrirebbe spunti satirici infiniti, ma intanto il corridore della Alpecin Fenix Development, che ha corso con la maglia della nazionale, ha resistito agli attacchi in salita del corridore della Bardiani-CSF-Faizané e ha fatto volata di testa con grande potenza.

«Ho saputo solo alla fine che sarei venuto qui – dirà sorridendo, prima di salire sul podio – perché ero a Benicasim in ritiro con la squadra. Quando il tecnico della nazionale mi ha chiamato, ho chiesto il permesso al mio allenatore e lui mi ha concesso di partire, ma mi ha chiesto di portargli i fiori della vittoria. Bisognava che rispettassi la promessa».

Il momento della delusione più cocente per Marcellusi, secondo nella sua città
Il momento della delusione più cocente per Marcellusi, secondo nella sua città

Volata di rimonta

Marcellusi si è disteso nel prato di fronte alle Terme di Caracalla, come abbiamo visto fare la settimana scorsa ai corridori della Roubaix. Poi quando la delusione si è fatta più digeribile, si è messo a sedere e si è prestato al racconto. Pensava al Liberazione da inizio stagione, il boccone gli resterà di traverso a lungo.

«Purtroppo ho trovato l’avversario più forte – ammette – e ho cominciato a capirlo quando ho visto che io provavo ad attaccarlo e lui riusciva a tenermi la ruota molto facilmente. Una sconfitta amara, però il ciclismo è anche questo. Non ho rammarichi, ho impostato la volata in modo perfetto. Sono uscito dall’ultima curva in seconda posizione con un rapporto più agile, perché è una curva stretta e si riparte da fermi. Poi ho indurito durante la volata e fino agli ultimi 50 metri ci credevo ancora. Speravo che si piantasse, però purtroppo mi sono piantato io».

Dopo la pioggia della sera prima, Roma ha accolto il Liberazione con una splendida giornata
Dopo la pioggia della sera prima, Roma ha accolto il Liberazione con una splendida giornata

Volata di testa

Henri Uhlig ha 20 anni, è alto un metro e 80 (69 chili) e ispira forza e simpatia. Pensare che sia venuto fino a Roma per centrare la prima vittoria accresce il rammarico, ma da qualche parte si deve pur cominciare. E il GP Liberazione è davvero il posto migliore. Il tedesco sapeva che Marcellusi fosse uno degli avversari da guardare con più attenzione. Lo ricordava dal Trofeo Piva. Quel giorno Marcellusi vinse e Uhlig, visto il percorso più selettivo, si limitò al 26° posto.

«Ho pensato di avere una chance – racconta – quando non mi ha staccato e l’ho seguito. Ci aspettavamo una corsa dura e veloce e così è stata. Quando è partita la fuga più importante, avevamo un compagno dentro. Il gruppo però ha lavorato bene ed ero sicuro che potevamo riprenderli. Mi sono accorto subito che con Marcellusi eravamo i due più forti. Ho parlato con lui in corsa, gli ho detto che ci conveniva collaborare. Così ho attaccato in discesa quando ho visto che lui era così brillante, perché sapevo che potevamo arrivare insieme. Ho preso la volata in testa, c’era vento contrario, ma ero sicuro. E ho vinto».

Henri Uhlig è nato a Regensburg il primo agosto 2001. Corre con l’Alpecin-Fenix Development Team
Henri Uhlig è nato a Regensburg il primo agosto 2001. Corre con l’Alpecin-Fenix Development Team

Come detto, è arrivato da Benicasim alle otto di sabato sera: non sapeva come sarebbe potuto andare dopo una settimana in ritiro: «Ma in testa mia – sorride – mi sentivo di poter fare una buona corsa. Ho visto il circuito solo stamattina, ma la sera prima ho guardato su YouTube la gara dello scorso anno e ho capito che poteva fare per me. Chissà che da qui non inizi a prendere forma il progetto di passare professionista, prima o poi…».

La grande bellezza

E mentre si riordinano gli appunti della giornata ed è tempo di fare con Claudio Terenzi il bilancio di questa seconda edizione che porta la sua firma, i rumori dei palchi da smontare riportano Caracalla alle solite forme, mentre sulla ciclabile riprende lo scorrere dei cicloturisti in una splendida giornata della primavera romana.

Uhlig, davanti a Marcellusi e Favretto della General Store: il podio del Liberazione 2022
Uhlig, davanti a Marcellusi e Favretto della General Store: il podio del Liberazione 2022

Marcellusi intanto ha ritrovato il sorriso ed è lì che racconta agli amici venuti a vederlo. Uhlig sta spiegando a un tifoso come faccia a conciliare scuola e sport. E lentamente c’è Roma – splendida e possente, nonostante chi ci viva le manchi quotidianamente di rispetto – che come in un’inquadratura dall’alto che si allontana lentamente, torna protagonista della scena. Con la sensazione che l’esperienza Terenzi stia proprio prendendo velocità.