Sangalli, un’estate ricca di viaggi, indicazioni e medaglie

18.07.2022
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Come le rockstar che fissano le date dei propri tour itineranti, anche Paolo Sangalli sta trascorrendo un’estate in giro per il mondo. Il cittì della nazionale femminile infatti negli ultimi due mesi è stato a Wollongong in Australia per il sopralluogo del percorso iridato (attorno al 10 giugno), poi ritiro azzurro a Livigno ed infine in rapida successione altre sei manifestazioni. Già fatti il campionato italiano nella bassa modenese, Giochi del Mediterraneo in Algeria, la tappa di Bergamo al Giro Donne ed europei U23/junior in Portogallo. Il bottino finora con la nazionale è piuttosto ricco.

Pioggia di medaglie

Ad Orano due ori con Guazzini a crono e Guarischi in linea nell’evento che il Coni considera il più importante dopo l’Olimpiade. Ad Anadia tante altre medaglie. Oro nel mixed relay junior, poi argento e bronzo junior rispettivamente con Ciabocco e Venturelli nella prova su strada. Tra le elite due argenti entrambi con Guazzini sia a crono che in linea sempre dietro l’olandese Shirin Van Anrooij. E a conferma della bontà delle spedizioni, in tutte le prove troviamo sempre un’altra azzurra nella top ten.

Le prossime “fermate” garantite di Sangalli saranno il Tour Femmes, gli europei elite a Monaco di Baviera il prossimo 21 agosto e chiusura del cerchio il 24 settembre col mondiale. Tutto questo peregrinare serve per avere sotto controllo la situazione delle azzurre, sia quelle certe di una convocazione sia quelle papabili, benché il tecnico milanese abbia (avuto) le idee chiare sulle formazioni da schierare in ogni appuntamento.

Paolo partiamo da una curiosità. Quanto hai contribuito al disegno del Giro Donne?

Posso dire che ho collaborato abbastanza. In alcune tappe ho proprio dato indicazioni precise, soprattutto per quelle in Sardegna e quella di Bergamo. Invece per le due in Trentino ho detto come dovevano essere. Anche se non ci ho messo troppo mano, la frazione di Cesena onestamente me l’aspettavo così come si è svolta, benché il fattore caldo abbia influito tanto.

Quali erano queste indicazioni?

Posso farvi l’esempio della crono di apertura a Cagliari. Avevo chiesto che non fosse più di 5 chilometri, in modo che le italiane che hanno fatto pista, come Balsamo, Consonni o altre nostre velociste, potessero prendere la maglia rosa qualora avessero vinto la prima tappa in linea e non avessero avuto un grosso distacco a cronometro. E così è stato. Poi ho chiesto che i percorsi ricalcassero in parte quelli degli europei U23, elite e mondiali. Insomma ho pensato alle italiane. D’altronde erano diciassette anni che le nostre ragazze non vincevano almeno tre tappe al Giro Donne (ultima volta nel 2005 con tre successi di Giorgia Bronzini, ndr)

Le italiane al Giro come le hai viste?

Cavalli ha fatto seconda ed è venuta fuori nelle tappe dure, quella del Maniva e le due trentine. Longo Borghini ha fatto una scelta intelligente, ovvero quella di puntare alle tappe anche se poi non è riuscita a vincere, chiudendo con un buon quarto posto. Balsamo è stata protagonista nella prima parte con due vittorie e la maglia rosa. Consonni ha chiuso con una gran volata. Cecchini ha finito in crescendo. Poi bene Magnaldi, Bertizzolo, Barbieri e tutte le altre del giro azzurro.

Torniamo ai tuoi viaggi. Com’è saltare da un posto all’altro?

E’ una cosa utile, che poi ti ritrovi alle gare. Ad esempio Livigno è servito per tutte le ragazze per lavorare bene, specie per la Guazzini che ha potuto recuperare. E’ scesa senza più dolore al ginocchio e quindi con la testa libera. Infatti ha disputato una grande cronometro al Mediterraneo, a prescindere dalle concorrenti. Ha fatto la prestazione che doveva fare. In questi giorni sto facendo una visita alle ragazze che stanno facendo altura.

Che riferimenti hai preso durante questi viaggi?

Tantissimi. Sia su di noi, sia sulle avversarie. Per quanto riguarda la nazionale in vista dell’europeo le gerarchie sono già fatte. Balsamo capitano unico, ma avremo anche l’alternativa. Le altre lavoreranno per lei. Questo non significa che si lavorerà per tenere chiusa la corsa. Vuol dire anche andare in fuga e non farle fare fatica. La strategia sarà ben precisa, anche perché con una Wiebes del genere che sta vincendo tutte le volate, bisogna cercare di fare un certo tipo di corsa. L’olandese è sì uno spauracchio, ma anche uno stimolo per trovare soluzioni per tagliarla fuori.

Per il mondiale invece?

Prenderò spunti dopo il Tour anche se al Giro Donne è venuta fuori una ragazza come Silvia Persico. Una come lei, vedendo la corsa che ha fatto, non posso non considerarla. Ad oggi è dentro al gruppo a pieni voti, senza alcun dubbio. Anche per l’Australia bisognerà studiare una tattica giusta.

Quali altre ragazze ti hanno impressionato?

Tra le under 23 abbiamo un grande movimento. Su tutte, Guazzini, Zanardi e Vitillo, Gasparrini e Malcotti ma anche molte ragazze della Top Girls Fassa Bortolo come Bariani e Tonetti, atlete di prospettiva. Ho tanta possibilità di scelta. Un’altra ragazza che aspetto, e che mi è mancata, è Camilla Alessio che sta recuperando da alcuni problemi di salute.

Lo avevamo detto dopo Cittiglio. E’ una fortuna avere questi problemi di abbondanza…

Direi proprio di sì, anche se bisogna saperla gestire. Ho avuto nazionali sempre molto competitive pur facendo del turnover. Però la cosa che mi piace di più è che tutte le ragazze arrivano super motivate. Tutte vogliono mettersi al servizio delle compagne. Pensate che dopo la fine dell’europeo U23, con Guazzini seconda e Zanardi quarta, la prima preoccupazione di tutte le nostre ragazze era di capire come stesse Gasparrini che era rimasta coinvolta in una brutta caduta nel finale. Con uno spirito così, tutto è più semplice per me.

Quanto valgono i Giochi del Mediterraneo? Il Coni risponde

11.07.2022
7 min
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Sono stati Giochi a due facce per l’Italia del ciclismo a Orano. Prima di lasciare la città algerina in cui lo scrittore Albert Camus ambientò il suo celeberrimo romanzo “La Peste” abbiamo chiacchierato con il segretario generale del Coni Carlo Mornati e con il capo missione Giampiero Pastore di quanto le due ruote siano importanti nella rassegna che raggruppa i 26 Paesi di cultura mediterranea.

Ciclismo open

In campo femminile è stato un trionfo grazie alle due stoccate d’oro di Vittoria Guazzini nella cronometro e di Barbara Guarischi nella prova in linea. In campo maschile invece, gli azzurri non sono riusciti a graffiare. Nella prova in linea, i ragazzi di Amadori hanno mancato la fuga a 12 che poi ha deciso la corsa, con la tripletta francese. Oro a Paul Penhoet, argento a Ewen Costiou e bronzo per Valentin Retailleau.

«Sul ciclismo non c’erano indicazioni sull’età dei partecipanti ed è una gara open – spiega Pastore – come lo è sempre stata in passato. L’unica limitazione d’età era nel calcio, in cui hanno giocato le Nazionali Under 18, mentre sulle due ruote si poteva portare chiunque, ovviamente limitatamente agli impegni in contemporanea, su tutti il Tour de France e il Giro Donne». 

Un percorso accettabile

Sul percorso, ecco i commenti di Mornati: «Dal punto di vista tecnico, ci siamo dovuti accontentare. Devo dire che l’Uci non era così scontenta, perché rispetto allo standard non c’erano tantissime pecche. Certo, la partenza alla pompa di benzina non era il massimo, però poi l’asfalto era ottimo e il percorso era interessante. Non ci sono state lamentele di sorta, per cui direi che è andata bene».

Vittoria Guazzini ha aperto i Giochi di Orano per le azzurre con la vittoria nella crono (foto Coni/Pagliaricci)
Vittoria Guazzini ha aperto i Giochi di Orano per le azzurre con la vittoria nella crono (foto Coni/Pagliaricci)

Prossima fermata: Taranto 2026

Si lavora già per il futuro anche perché tra quattro anni, la compagine azzurra potrà contare sul fattore campo di Taranto 2026. L’obiettivo è di rinverdire anche la tradizione maschile, visto che l’albo d’oro è ricco di gemme azzurre, basti pensare al successo di Nicola Ruffoni a Mersin 2013 in una rassegna in cui Davide Martinelli fu quinto contro le lancette o alla trionfale edizione di Tarragona 2018 dove ai successi di Elena Cecchini (crono, davanti alla compagna Lisa Morzenti) ed Elisa Longo Borghini (linea, con Erica Magnaldi bronzo) si aggiunsero le tre medaglie maschili grazie alla doppietta in linea firmata Jalel Duranti (oro) e Filippo Tagliani (argento) e alla cavalcata vincente nella prova contro il tempo dell’attuale corridore del Team Jumbo-Visma Edoardo Affini. 

«Taranto è ancora lontana – spiega Mornati – ma quando sarà il momento coinvolgeremo le nostre Federazioni, il vantaggio di avere Davide Tizzano come presidente del Comitato internazionale dei Giochi e quello di giocare in casa vanno sicuramente sfruttati. Saremo a stretto contatto con il Comitato organizzatore pugliese per cercare di scegliere le migliori condizioni per gli sport all’aria aperta, come ad esempio il ciclismo e il canottaggio».

Un problema di date

Le quattro prove si terranno tra il 13 e il 26 giugno 2026, le date già designate per la ventesima edizione dei Giochi.

«Cercheremo di lavorare con le Federazioni internazionali e servirà fare un po’ di lobby – prosegue Mornati – perché è sempre più difficile inserirsi nei calendari che col passare degli anni si affollano di eventi. Quest’anno, ad esempio, i mondiali di nuoto erano stati prima cancellati e, invece, poi sono caduti proprio a ridosso della manifestazione a Orano. Le Federazioni internazionali prevalgono, anche perché poi partecipano all’organizzazione stretta dei Giochi».

A Orano con Barbara Guarischi, il presidente della FCI Dagnoni (foto Coni/Pagliaricci)
A Orano con Barbara Guarischi, il presidente della FCI Dagnoni (foto Coni/Pagliaricci)

Anteprima olimpica

Le contemporaneità degli eventi possono dare la possibilità alle seconde linee di brillare e di lanciarsi nel firmamento, come avvenuto anche nel ciclismo nella storia della rassegna.

«I Giochi del Mediterraneo sono una manifestazione molto importante per noi come Coni – conferma Mornati – soprattutto per prendere le misure in vista delle Olimpiadi. Dal punto di vista organizzativo, non ci sono differenze e ci serve che le squadre e i loro staff inizino a capire quali sono le dinamiche che si hanno nei Giochi multi-sport. Ci fa estremamente piacere che, oltre al ciclismo che l’ha sempre fatto, anche altri sport portino atleti giovani, perché poi questi te li ritrovi alle Olimpiadi, a cui arrivano già conoscendo il meccanismo. Dalla vita al Villaggio al fatto di non essere in una rassegna mono-sport, ma di una in cui la propria gara è inserita nel calendario più vasto di tutta la manifestazione. Altrimenti il rischio è di arrivare alle Olimpiadi senza conoscere le dinamiche e si rischia di fallire sul palcoscenico più prestigioso per delle banalità».

Il Villaggio dei Giochi del Mediterraneo paragonabile a quello olimpico (foto Oran 2022)
Il Villaggio dei Giochi del Mediterraneo paragonabile a quello olimpico (foto Oran 2022)

Donne in crescita

I punti in comune non si fermano qui perché nelle ultime due edizioni a cinque cerchi, l’Italia ha raccolto due bronzi con Elisa Longo Borghini e anche a Orano sono state le donne a fare la voce grossa rispetto agli uomini, almeno per quanto riguarda la strada e senza nulla togliere alle due gemme arrivate nel velodromo di Izu (oro nell’inseguimento a squadre e bronzo di Elia Viviani nell’omnium).

«Il trend delle donne non è soltanto nel ciclismo – risponde Mornati – ma è presente in tutti gli sport. Il ciclismo è figlio di questa tendenza, ma la speranza è che la strada maschile ritorni a essere protagonista, anche se a Tokyo lo è stato in pista».

Obiettivo Parigi 2024

Il 2024 non è così lontano. Mornati lo sa: «Sono stato tanto con il presidente Cordiano Dagnoni, ma non abbiamo ancora approfondito il discorso su Parigi. Ci ritorniamo il prossimo 20 luglio con la Preparazione olimpica e ci sarà un’ispezione generale, per cui cominceremo ad avere qualche idea anche per il percorso della prova in linea di ciclismo. Per quanto riguarda la Federciclismo nazionale, ci sono stati tanti cambiamenti negli ultimi anni, ma per noi è fondamentale perché storicamente è una di quelle che ha portato più medaglie. E’ uno sport che ha un impatto mediatico altissimo e speriamo che arrivino degli ottimi risultati anche in Francia. Tokyo ha alzato di molto l’asticella e generato un volano non indifferente. Vedere al Tour atleti che hanno vinto una medaglia olimpica appena 11 mesi fa è un motivo d’orgoglio anche per noi, perché ora sono professionisti affermati».

Per Guazzini un oro a crono che segue quello agli europei U23 di Trento nel 2021 (foto Coni/Pagliaricci)
Per Guazzini un oro a crono che segue quello agli europei U23 di Trento nel 2021 (foto Coni/Pagliaricci)

Al lavoro per Montichiari

Sul versante pista, Pastore rilancia: «Abbiamo un progetto molto solido sul velodromo di Montichiari e stiamo lavorando con la Federazione su questo. Con la strumentazione adeguata agli standard di adesso, si possono raccogliere tutti i dati necessari per lo staff azzurro e permettere agli atleti di esprimersi al meglio. Tra i nostri collaboratori dell’Istituto di Scienza dello Sport e i collaboratori della Federazione si punta a farlo diventare un centro d’eccellenza».

Orano, Algeria. All’ora di pranzo, l’oro di Guazzini

30.06.2022
5 min
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Vittoria Guazzini è la regina del Mare Nostrum. Diciotto chilometri sull’autostrada che circonda Orano per sfrecciare fino al gradino più alto nella prova contro il tempo ai Giochi del Mediterraneo, che oggi hanno assegnato i primi titoli anche nel ciclismo. La ventunenne della Fdj-Nouvelle Aquitaine ha terminato la sua prova in 24”24”40, rifilando 49”80 alla slovena Eugenia Bujak e 1’28” alla francese Cedrine Kerbaol.

«E’ una bellissima emozione – ha commentato la vincitrice (in apertura nella foto Coni/Ferraro) – e condividerla con lo staff è sempre molto speciale. E’ vero che pedalo io, ma c’è sempre dietro un grande team, per cui siamo tutti contenti per questa prima gara coi nuovi ct. Ci siamo tutti trovati bene e da qui possiamo solo che migliorare».

Per Guazzini una partecipazione puntata sulla vittoria, nonostante qualche fastidio al ginocchio
Per Guazzini una partecipazione puntata sulla vittoria, nonostante qualche fastidio al ginocchio

La prima dei 2 cittì

E Paolo Sangalli è stato il primo a correre ad abbracciare Vittoria, insieme al responsabile della cronometro Marco Velo. Grande gioia per il neo ct che ha festeggiato il primo oro alla guida delle donne.

«E’ un bell’inizio – ha detto – anche perché la concorrenza non era così scarsa come si pensa e lei ha fatto una grande prestazione. Arriva da un infortunio al ginocchio, ma ha fatto il percorso con noi a Livigno, ha fatto un italiano superbo e siamo qui ora a goderci una vittoria meritata, cercata con tutta la forza e siamo davvero, davvero felici».

Velo aggiunge: «Vittoria ha fatto un’ottima prestazione, ho seguito tutta la gara e ho potuto toccare con mano quanto forte andasse. Conto tanto su di lei per il futuro, lei lo sa e può regalarci ancora tante soddisfazioni a cronometro, così come su strada e su pista».

Crono addicted

E nelle prove con le lancette, Vittoria ammette di divertirsi, come conferma il fresco titolo italiano Under 23 col secondo posto assoluto dietro Elisa Longo Borghini.

«Da quando sono junior diciamo che la cronometro mi si addice – spiega – ci sto lavorando sia con la nazionale sia con la squadra e abbiamo fatto tanti allenamenti sulla posizione perché queste gare poi si vincono o si perdono per questione di dettagli. Spero nei prossimi anni di migliorare ancora e il sogno sarebbe una medaglia alle Olimpiadi, non lo nascondo».

Distanza in autostrada

In questi giorni, girando in macchina per la caotica Orano, ci siamo chiesti come abbiano fatto i ciclisti a destreggiarsi per gli allenamenti. Ecco la risposta di Vittoria.

«Il primo giorno siamo usciti e in effetti c’era parecchio traffico, poi ieri abbiamo fatto distanza in autostrada con la polizia che ci scortava e devo dire che hanno fatto un bellissimo lavoro perché ci hanno protetto in tutti i modi. E’ bello provare anche qualcosa di nuovo perché corriamo sempre in Italia, Francia e Belgio, abbiamo cominciato bene e speriamo di concludere al meglio sabato».

Scommessa su Fidanza

Una prova in cui vuole far bene anche Arianna Fidanza, oggi quinta (a dispetto di un problema allo stomaco nei giorni scorsi) e su cui il presidente federale Cordiano Dagnoni punta le sue fiches: «Vincerà lei, vedrete».

Lei sorride timidamente al suo fianco e racconta: «Per essere autostrada – dice – era un percorso davvero duro, per cui direi che sono abbastanza soddisfatta. Ho avuto un attimo in cui mi sono distratta e stavo per urtare il guardrail, ma per fortuna è andato tutto bene».

Coati è stato richiamato per sostiutire Moro e Puppio positivi al Covid
Coati è stato richiamato per sostiutire Moro e Puppio positivi al Covid

Tra gli uomini, quinto posto per Luca Coati, che si è improvvisato cronoman all’ultimo momento per le defezioni causa Covid di Antonio Puppio e Manlio Moro.

Italiano, francese, inglese: Vittoria si destreggia bene nelle interviste con i media locali e sorride ai tanti bambini algerini che la circondano. Da Tokyo a Orano, la poliedrica atleta originaria di Pontedera continua il suo percorso di crescita.

«Dall’esperienza olimpica – dice – mi è rimasto addosso di tutto ed è stata utilissima per la gestione della pressione e per avere una visione più globale. Alla partenza adesso sono più tranquilla e sono contenta di essere qua a vivere questa avventura. Per quanto riguarda la Fdj, mi stanno dando tanta fiducia, si è creato un bellissimo rapporto con le compagne e lo staff, per cui è un bellissimo ambiente per crescere, che mi sprona a far bene in tutte le gare».

Longo imbattibile, prosegue a tutto gas la marcia sul Giro

22.06.2022
4 min
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Questa mattina, a qualche ora dalla partenza, abbiamo voluto essere un po’ scontati e siamo andati da Elisa Longo Borghini. Nel cuore del Friuli Venezia Giulia, in un caldo umido e afoso peggiorato da qualche ora di pioggia, Elisa si apprestava a correre per la maglia tricolore da campionessa nazionale a cronometro. Inutile dire che seppur scontato, forse, non secondo quanto dice lei, il pronostico si è rivelato corretto.

Un’incredibile Elisa infatti, nel pomeriggio, qualche ora dopo la nostra chiacchierata, è salita sul podio di San Giovanni al Natisone, all’interno del velodromo, per vestire la maglia tricolore

Elisa, ieri ti abbiamo vista provare il percorso. Come ti è sembrato?

Secondo me è un percorso veloce, dove bisogna spingere tanto. Tendenzialmente la prima parte sale un pochino, mentre la salita finale sarà molto dura perché arriveremo con le gambe stanche. Avrei preferito un percorso più tecnico e un po’ più difficile, ma darò comunque il meglio di me stessa.

Elisa Longo Borghini conferma il titolo italiano della crono
Elisa Longo Borghini conferma il titolo italiano della crono
Un percorso senza alcun tipo di difficoltà quindi?

In una crono c’è sempre un momento di difficoltà e spesso ti coglie quando meno te l’aspetti, bisogna sempre essere molto lucide.

Se dovessi correre con la pioggia?

Per me non sarebbe un problema, sicuramente bisognerebbe porre una maggiore attenzione, ma sono certa che vinceremmo noi sulla pioggia.

Tu come stai?

In tanti mi danno per favorita, ma credo che ci siano delle ragazze che potrebbero vincere la corsa. Penso a Marta Cavalli (che ha concluso terza, ndr), a Vittoria Bussi e a Vittoria Guazzini (seconda sull’arrivo, ndr). Io sto abbastanza bene, ma sarà la strada a decidere.

Il terzo posto di Marta Cavalli è un grande segnale in vista del Giro: sarà un bel duello con la Longo
Il terzo posto di Marta Cavalli è un grande segnale in vista del Giro: sarà un bel duello con la Longo

Pronostico azzeccato

Elisa conosce le sue avversarie e le avversarie sanno che stanno per correre con una campionessa del suo calibro. Nel velodromo gremito di persone pronte ad applaudire le giovani campionesse, a fine giornata saliranno sul podio proprio le tre favorite: terzo posto per Marta Cavalli (FDJ Futuroscope Nouvelle Aquitaine), con un ritardo di 1’02” sulla vincitrice. A seguire conclude seconda Vittoria Guazzini della stessa squadra a 32” dalla riconfermata campionessa nazionale: la nostra Longo Borghini ha corso per 46’31” ad una media di 45,800 all’ora. 

Dopo la corsa Elisa è visibilmente più rilassata: «Sono contenta di come sia andata – dice – credo di aver fatto una buona prova. Adesso mi concentro sul Giro e poi sul Tour (parteciperà anche alla prova nazionale in linea, al servizio della squadra, ndr). Arrivare con questa maglia tricolore è una bella soddisfazione, ma anche una grande responsabilità. Vogliamo fare bene e l’obiettivo sono le tappe».

Per Vittoria Guazzini, seconda al traguardo, anche la maglia tricolore delle under 23
Per Vittoria Guazzini, seconda al traguardo, anche la maglia tricolore delle under 23

Guazzini e il ginocchio

A fine corsa abbiamo avvicinato anche Vittoria Guazzini, che ha comunque ricevuto la maglia tricolore perché migliore tra le donne under 23.

Com’è andata?

Ieri ho provato il percorso due volte e questa mattina una terza in tranquillità. Non presentava grandi difficoltà tecniche…si trattava solo di spingere. Sapevo che in salita, purtroppo, avrei sofferto ma sapevo che in discesa avrei potuto recuperare qualcosa. Ho cercato di gestirmi bene senza fare fuori giri e rischiare di compromettere l’intera crono.

Vittoria, tu sei campionessa europea under 23 a cronometro… quando supererai la Longo Borghini?

Elisa è molto forte (ride, ndr), ha tanta esperienza, è sempre molto difficile batterla. Un po’ di rammarico c’è, ma sono comunque soddisfatta. Vengo da qualche settimana con un problema al ginocchio. Non mi aspettavo molto, tant’è che sono partita abbastanza tranquilla, cosa che succede abbastanza raramente. Ho solo pensato che alla fine c’era da soffrire un po’ per tutte.

Come vedi il tuo futuro?

Nei prossimi anni spero di togliermi altre soddisfazioni. Sicuramente la cronometro è una disciplina che mi piace molto e alla quale dedico molto… Magari nei prossimi anni la batterò, chi lo sa!

Avversarie in gara, tutte e tre compagne di maglia nelle Fiamme Oro, ma felici e sorridenti, sebbene stanche, dopo. A fine corsa non mancano i sorrisi sullo sfondo tricolore che accompagnerà Elisa per tutto il resto della stagione.

Orano, inizia l’avventura di Sangalli: obiettivo l’oro

20.06.2022
5 min
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L’appuntamento con i Giochi del Mediterraneo è sempre più vicino e Paolo Sangalli sta progressivamente entrando nel clima della competizione. Gare, quelle di Orano in Algeria (sia in linea che a cronometro) che hanno un valore per molte ragioni. Innanzitutto saranno il primo impegno agonistico ufficiale per lui, dopo aver raccolto la pesante eredità di Salvoldi. Poi perché costruire una squadra azzurra in piena coincidenza con il Giro d’Italia Donne non è cosa semplice, perché significa dover fare i conti con un numero limitato di atlete a disposizione.

Sangalli ha comunque costruito una squadra molto equilibrata, composta da Maria Giulia Confalonieri, Arianna Fidanza, Eleonora Camilla Gasparrini, Barbara Guarischi, Vittoria Guazzini (in apertura durante gli europei vinti a Trento nel 2021) e Ilaria Sanguineti, con due di loro che faranno anche la crono. Una squadra che mixa esperienza e gioventù: «Alla fine è venuta fuori una nazionale di alto livello proprio come volevo, adatta al percorso di Orano».

Paolo Sangalli ha raccolto da quest’anno il testimone azzurro dall’amico Salvoldi, passato agli juniores
Paolo Sangalli ha raccolto da quest’anno il testimone azzurro dall’amico Salvoldi, passato agli juniores
Partiamo allora proprio dal percorso…

E’ un tracciato ondulato di 80 chilometri, adatto a ruote veloci, ma che si presta a molteplici interpretazioni tattiche. Il dislivello è molto contenuto, 500 metri. Con le ragazze ho parlato in maniera chiara del percorso e di che cosa mi aspetto, so che hanno lavorato nelle ultime settimane pensando anche alla gara algerina. Si sa che il Coni tiene molto ai Giochi, ma anch’io tenevo a presentare una squadra di livello assoluto a dispetto delle forzate defezioni. Anche perché una gara non si vince mai prima del via, ogni successo va costruito.

Hai scelto atlete esperte e giovani in perfetto equilibrio numerico.

Abbiamo una squadra che si presta a tutte le scelte che la gara presenterà. Ci sono ruote veloci ma anche atlete capaci di far saltare il banco da lontano. Per la Guazzini vedremo come si evolve la situazione alla ripresa dal leggero infortunio avuto al ginocchio, lei dovrebbe essere una delle due chiamata a fare anche la cronometro di 18 chilometri.

Considerando le caratteristiche del percorso e anche il numero abbastanza contenuto delle partecipanti (basti pensare che la validità della gara è subordinata alla presenza di almeno 20 atlete e non sempre nella storia dei Giochi si è raggiunto questo limite) punterete alla volata generale?

Io per natura considero la volata l’ultima delle possibilità: anche se hai la velocista più forte, non puoi mai sapere che cosa succederà, né puoi impostare una squadra sullo sprint finale, puoi perdere in qualsiasi modo e a me non piace. Ho scelto una squadra con ruote veloci, questo sì, ma non per questo terremo la corsa bloccata, anzi.

Parlando di percorsi, tu sei reduce dalla trasferta in Australia per visionare il tracciato dei mondiali, con quali impressioni sei tornato?

Ho visto un tracciato diviso in tre settori distinti. Il primo è un’introduzione sul lungomare che, quando siamo arrivati noi, era caratterizzato da fortissimo vento, ma quando si gareggerà sarà estate e dicono che allora vento non ci sarà. Il secondo un circuito con una salita di 7 chilometri di cui i primi 2 sono durissimi, poi il passaggio nella foresta e una discesa tecnica. Infine il circuito finale, quello che ospiterà per intero le gare delle categorie giovanili. Ha uno strappo di un chilometro, tutto dritto ma con pendenze al 19 per cento. L’arrivo è sul lungomare in leggera pendenza in discesa. Da considerare che si toccano velocità altissime nel circuito finale.

Che tipo di tracciato è, a chi si adatta?

E’ un percorso per atlete con fondo ed esplosività, diciamo per gente che ha vinto le classiche. Se dovessi fare un nome, mi viene in mente la Kopecki di quest’anno, mentre la Van Vleuten è più abituata a salite lunghe, qui sono strappi dove fatica a fare selezione, non è ideale per le sue caratteristiche. Per quanto riguarda le nostre, abbiamo molte frecce al nostro arco. Le vittorie in serie nel circuito internazionale hanno dato a tutte tranquillità e consapevolezza. Ora dovrò guardare alle prossime settimane per valutare bene chi chiamare e soprattutto che tipo di impalcatura costruire per un percorso così vario.

Bretagna conquistata, problemi alle spalle: Guazzini c’è

13.05.2022
5 min
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Un secondo posto in volata dietro Bastianelli il primo giorno e un altro nella crono dietro Ivanchenko, così Vittoria Guazzini ha dato una bella spallata ai cattivi pensieri, aggiungendo un altro successo italiano a quelli della FDJ Nouvelle Aquitaine. E’ successo la settimana scorsa al Tour de Bretagne, lo stesso in cui è tornata al successo anche Martina Alzini.

«Ci voleva per il morale – risponde con la cadenza toscana, non ancora compromessa dal francese (apertura nella foto Louis Lambin) – anche se ero andata al via fiduciosa, perché sapevo che c’era la crono. Venivo dalla Nations Cup in pista di Glasgow e appena una settimana di allenamento a casa, ma è andata bene. E fa piacere aver portato il mio contributo dopo le vittorie di Marta Cavalli all’Amstel e alla Freccia. L’ho seguita dalla televisione, non abbiamo corso insieme, è stato bello. Ci saremmo potute incontrare alla Roubaix, ma io non ci sono andata. Dopo il disastro dello scorso anno, sono stata alla larga…».

Per la FDJ-Nouvelle Aquitaine continua il momento d’oro dopo le vittorie di Marta Cavalli (foto Louis Lambin)
Per la FDJ-Nouvelle Aquitaine continua il momento d’oro dopo le vittorie di Marta Cavalli (foto Louis Lambin)

Passione crono

Guazzini ha passato l’inverno a rimettersi in sesto dalla frattura del malleolo tibiale rimediata nel settore di Mons en Pevele della prima Roubaix Femmes. Si è trattato prima di rimettersi in piedi. Poi di recuperare l’articolazione completa della caviglia. Quindi diventare autonoma per agganciare e sganciare il pedale. E solo allo fine si è potuto pensare alla rimessa in forma. Di conseguenza la stagione delle classiche è stata un po’ una sofferenza, con l’eccezione del terzo posto a Le Samyn.

«Le classiche restano il mio terreno preferito – dice – perché di certo non potrò mai diventare uno scalatore. La classifica del Bretagne è venuta come conseguenza della crono, che mi piace e mi si adatta molto, anche se magari potrò migliorare per tenere un po’ meglio su certe pendenze».

Al Tour de Bretagne, maglia presa da Guazzini con la crono e difesa nei due giorni successivi (foto Louis Lambin)
Al Tour de Bretagne, maglia presa da Guazzini con la crono e difesa nei due giorni successivi (foto Louis Lambin)

Francese stentato

Il fatto d’essere migrata in Francia non è un problema, pur venendo dalla dimensione della Valcar-Travel & Service che somigliava più a una famiglia numerosa che a un gruppo sportivo fine a se stesso.

«Non mi posso lamentare di nulla – dice – c’è molta organizzazione e un buon rapporto con tutte le compagne. E’ vero che la Valcar era una famiglia, ma sono contenta lo stesso. Fra noi si parla inglese, ma è chiaro che loro sono per lo più di là, quindi fra loro parlano francese. Io ci provo solo quando decido di fare la scema, perché ancora siamo in alto mare. Quando sono là, porto con me il computer. Così guardo film e con la VPN guardo anche i programmi italiani. La chitarra invece non la porto…».

Tre tecnici azzurri

La crono e le classiche da una parte e la pista dall’altra fanno della toscana uno dei punti cardine delle nazionali, su strada e in pista. E mentre lo scorso anno tutto passava per le mani di Salvoldi, adesso ci sarà da mettere d’accordo Sangalli per la strada, Villa per la pista e Velo per la crono.

«Finora mi pare che vada tutto bene – sorride – i tecnici sono in contatto fra loro e con i miei direttori qui in Francia, che sono assolutamente a favore della multidisciplina. Su strada, ancora ho fatto poco, ma ho partecipato ai due ritiri in Spagna. Sangalli è sempre stato con noi, ci dà fiducia e libertà, sapendo che abbiamo obiettivi comuni. Nulla è scontato, il posto in azzurro devi meritarlo, ma sai che se lavori bene e vai forte, non ci sono porte chiuse.

«Su pista con Villa – riprende – ho fatto la Nations Cup di Glasgow, mentre non sarò in Canada e nemmeno a Cali. In Canada perché in questi giorni sono in Francia con la squadra, che tiene molto alle prossime gare. A Cali perché capita nel periodo degli europei su strada. Abbiamo fatto però un programma. Di fatto in pista correrò, se mi chiamerà, solo europei e mondiali. Con Marco ho sempre parlato bene, la squadra non mi ha mai messo i bastoni fra le ruote».

Vittoria Guazzini è nata a Pontedera il 26 dicembre 2000, è ancora U23
Vittoria Guazzini è nata a Pontedera il 26 dicembre 2000, è ancora U23

Giro? Purtroppo no

Per quel che riguarda il programma di gare, infine, l’estate sarà decisamente piena di impegni, anche se mancherà all’appello proprio il Giro d’Italia.

«E questo – ammette – un po’ mi dispiace, perché ci saranno in contemporanea gli europei under 23. Abbiamo parlato con Paolo Sangalli e si è deciso di farli. Perciò, dopo questo ciclo di corse in Francia, andrò un po’ a casa e poi ripartirò con la RideLondon Classique, quindi il Womens Tour e i campionati italiani. Sempre in giro, insomma. E ogni volta che ci incontriamo con la banda della Valcar è come se fossimo ancora insieme. Continuiamo a sentirci. Scherziamo fra atlete e anche con il Capo. Siamo in buonissimi rapporti, abbiamo solo cambiato strada».

Guazzini come un treno: «Il recupero? Meglio del previsto»

16.02.2022
4 min
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Vittoria Guazzini non ha ancora iniziato la sua stagione agonistica. La toscana è passata dalla squadra di Valentino Villa alla FDJ-Nouvelle Aquitaine, team WorldTour. Un salto per il quale è sicuramente pronta, ma che complice l’infortunio alla caviglia l’ha un po’ rallentata. Almeno all’inizio.

Tra i ritiri con il team e quelli con la nazionale, la Guazzini ha passato gran parte dell’inverno in Spagna (foto Instagram – T. Maheux)
Tra vari ritiri, Guazzini ha passato gran parte dell’inverno in Spagna (foto Instagram – T. Maheux)

Caviglia in ripresa

La “Guazz” è tosta e già va come un treno. Alcune voci dicevano che nel ritiro in pista, chiamando in causa molto sulla forza, era stata costretta a fare un piccolo lavoro differenziato, ma lei smentisce categoricamente.

«No, no… che differenziato – racconta Vittoria – nell’ultimo ritiro ho svolto tutto il lavoro insieme alla squadra. In quello di dicembre invece sì, avevo fatto qualcosa in meno, ma avevo ripreso davvero da poco tempo. Con il tempo sono tornata a regime.

«Certo, non sono ancora al 100%, tutte le sere metto il ghiaccio perché la caviglia è sempre un po’ calda e sento che pulsa. Eseguo sempre degli esercizi di mobilità e vado in palestra. Ma questa l’avrei fatta a prescindere dalla caviglia.

«In palestra lavoro un bel po’, ci vado almeno due volte a settimana. Facendo anche la pista per me è molto importante. Inizio con dei circuiti anche per la parte superiore del corpo, poi passo alla parte di forza: squat, stacchi, bilanciere e lavori in isometria. Anche nel ritiro in Spagna su strada sono riuscita a fare un richiamo».

Caduta alla Roubaix, Vittoria rientrerà all’Omloop Het Nieuwsblad il 26 febbraio, 117 giorni dopo l’infortunio (foto Instagram)
Caduta alla Roubaix, Vittoria rientrerà all’Omloop Het Nieuwsblad il 26 febbraio, 117 giorni dopo l’infortunio (foto Instagram)

Si riparte dal Belgio

La Guazzini però è ottimista. Alla fine riesce a spingere forte e il programma procede bene: «Direi anche meglio del previsto – riprende Vittoria – inizierò a gareggiare a fine mese, in Belgio».

Nel ciclismo moderno iniziare a fine febbraio, significa scontarsi con gente che corre quasi da un mese. La differenza potrebbe essere piuttosto netta.

«Paura del ritmo? Mah, forse chi ha iniziato alla Valenciana – dice – darà una dimostrazione di maggior ritmo, ma anche altre ragazze apriranno la loro stagione in Belgio, insomma non sarò la sola. Più che il ritmo, semmai mi preoccupa lo stare in gruppo. Dovrò ritrovare il feeling, specie dopo il trauma della caduta alla Roubaix. Ma sono certa che dopo le prime pedalate tutto tornerà come prima».

Il ritmo però è già buono. Vittoria è reduce dal ritiro in Spagna con la nazionale, dove ha svolto un ottimo volume di lavoro con le altre ragazze.

«Cercavamo di uscire insieme, ma poi ognuna in questo periodo della stagione aveva il suo programma da sbrigare. Però alla fine si rientrava sempre insieme. I percorsi erano quelli. E c’era sempre tanta salita! Anche se non si esce insieme per l’intero allenamento, questi ritiri sono importanti per fare gruppo».

Alla FDJ-Nouvella Aquitaine, la toscana ha ritrovato la sua ex compagna Marta Cavalli (foto Instagram – T. Maheux)
Alla FDJ-Nouvella Aquitaine, ha ritrovato Marta Cavalli (foto Instagram – T. Maheux)

Inizio tranquillo?

Nella Valcar-Travel & Service Vittoria Guazzini era una delle leader indiscusse. E al tempo stesso una gregaria di super lusso per gli sprint di Elisa Balsamo. Quali saranno i suoi ruoli e suoi obiettivi in questa stagione?

«Non so di preciso che ruolo avrò, immagino che soprattutto all’inizio dovrò aiutare la squadra. Bisognerà anche ambientarsi un po’ con le altre ragazze, tutte hanno una gran voglia di fare e tutte sono molto forti.

«Io per le volate? Velocista pura non lo sono mai stata, non è la mia caratteristica principale, poi un eventuale lavoro specifico che dovrò fare dipenderà dal team che sarà schierato, dalla tipologia della gara. Vediamo…

«Prevedo un picco di forma per le classiche di inizio stagione e quelle del Belgio. Non so neanche se resterò lassù dopo le prime corse. Ma prima di pensare a questa o a quella gara, intanto pensiamo a ripartire.

«Il sogno? Il Giro delle Fiandre, ma al momento… è proprio un sogno».

La grinta della “Guazz”, già a tutta fra strada e pista

02.01.2022
4 min
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Sembra passato un secolo da quando in quel maledetto giorno di Roubaix, Vittoria Guazzini (in apertura nella foto Fdj) si è fratturata la caviglia, scivolando sul pavè infangato. Invece non sono neanche tre mesi, ma la giovane toscana ha già ritrovato il suo classico sorriso. La “Guazz” è spigliata, divertente e divertita come nel suo carattere, nonostante la fatica dei giorni in pista e quelli sull’asfalto.

Per Vittoria in questi giorni non solo le Feste comandate, ma anche il compleanno: il 26 dicembre ha compiuto 21 anni
Per Vittoria in questi giorni anche il compleanno: il 26 dicembre ha compiuto 21 anni
Vittoria, come va?

Abbastanza bene, non sono ancora al 100 per cento, ma bene dai! Vengo dal ritiro in pista in Slovenia a Novo Mesto e sono un po’ stanca a dire il vero. La caviglia sta tornando ad avere una buona mobilità grazie agli esercizi. Ho ripreso a pedalare sui rulli a fine novembre e poi sono volata in Spagna con il nuovo team e lì al caldo è andata meglio del previsto. Se me lo avessero detto, non ci avrei creduto.

Come hai passato i primi giorni dopo la frattura?

I primi giorni sono stati duri. Mi sono detta: «Cavolo, salto l’ultima gara con la Valcar in Inghilterra e anche i mondiali in pista!». Mi dispiaceva davvero, ai mondiali ci tenevo tantissimo. Anche dopo l’operazione non sono stati giorni facili, avevo molto dolore persino da sdraiata. Alla fine l’ho presa come un’occasione per fare uno stacco totale.

Quali sono state le prime impressioni della nuova squadra?

Molto buone. Ho conosciuto le altre atlete della Fdj-Nouvelle Aquitaine e ho ritrovato “la Marta”, Cavalli, con la quale avevo corso alla Valcar. Ho trovato una grande organizzazione. Il livello si è alzato essendo una WorldTour. Ho notato tanta attenzione ai dettagli e spero di ripagare la fiducia che mi è stata data.

La “Guazz” (in seconda fila con la maglia Fiamme Oro) nel ritiro di dicembre con la FDJ Nouvelle Aquitaine (foto FDJ)
La “Guazz” (in seconda fila con la maglia Fiamme Oro) nel ritiro con la FDJ Nouvelle Aquitaine (foto FDJ)
Voi corridori parlate sempre di dettagli, ci fai un esempio?

Per esempio penso ai materiali. Ci hanno presentato la nuova bici spiegandoci ogni particolare, le differenze rispetto al modello precedente. Ho fatto il bike fitting per trovare una posizione tra il comodo e l’efficiente. Abbiamo parlato con la nutrizionista che ci ha spiegato quante calorie assumere in corsa e fuori… Insomma tante piccole cose che alla fine fanno la differenza.

Ci hanno detto che al termine delle uscite ti hanno vista parecchio stanca. Adesso sei stata in pista, non rischi di affrettare i tempi?

No, è tutto sotto controllo! Stanca lo ero sì… dopo due mesi nei quali non facevo praticamente niente. Ho cercato di fare tutto gradualmente, senza esagerare.

I chilometri che hai accumulato quindi sono più o meno gli stessi di sempre?

Quelli no, forse sono un po’ di più. L’anno scorso non sono uscita molto l’inverno anche perché eravamo sempre in pista o in palestra. E poi con il caldo, in ritiro, ho pedalato parecchio.

A Novo Mesto gli azzurri (Vittoria è la seconda da sinistra in piedi) hanno salutato la Pieters dopo la sua brutta caduta (foto FCI)
A Novo Mesto gli azzurri (Vittoria è la seconda da sinistra in piedi) hanno salutato la Pieters dopo la sua brutta caduta (foto FCI)
Prima ci hai detto della tua caviglia, come va?

All’inizio ho avuto una sensazione un po’ strana. Non stavo molto bene. Non riuscivo ad alzarmi sui pedali, il peso mi dava fastidio. Però è andata sempre meglio, l’unica cosa che ancora non va è che non riesco a sganciare bene il pedale infatti mi aiuto con la mano. Di solito sganciavo prima il piede sinistro e poi il destro. Adesso invece prima sgancio il destro e poi il sinistro, aiutandomi appunto con la mano. La torsione ancora mi dà un po’ fastidio.

E in pista la ruota fissa non ti ha dato problemi?

Tante differenze non le ho notate, poi sarà che avevo talmente tanta voglia di tornare in pista! Dopo le Olimpiadi ci avrò girato mezza volta e tornare sul parquet mi ha fatto piacere… Eravamo in Slovenia con Villa, Quaranta e Masotti. Era la prima volta che andavamo lì e devo dire che è anche una bella pista.

E a proposito di pista, in squadra come si pongono di fronte alla doppia attività?

Che io ci tengo l’ho sempre detto e col fatto che Montichiari non è agibile non ci stiamo andando due volte a settimana come l’anno scorso, quindi sto facendo meno attività. Però per me europei e mondiali sono un obiettivo a cui tengo e mi lasceranno spazio.

Vittoria, hai già un programma di gare?

Non so quando dovrò esordire, credo tra fine febbraio e inizio marzo. Lo saprò nelle prossime settimane.

Guazzini, quei 79 chilometri avevano il gusto della libertà

08.12.2021
5 min
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Settantanove chilometri di libertà. No, non sono quelli di evasione dal gruppo durante una gara, ma quelli pedalati da Vittoria Guazzini sulle strade di Peccioli, dove abita nonna Marinetta. La prima uscita in bici (5 dicembre) a distanza di due mesi dal brutto incidente patito alla Parigi-Roubaix (2 ottobre) durante la quale aveva riportato una doppia frattura alla caviglia sinistra. Era stata necessaria un’operazione e aveva dovuto saltare sia il Women’s Tour in Gran Bretagna sia il mondiale in pista a Roubaix.

Paradossalmente alla “Guazz” – che compirà ventuno anni il prossimo 26 dicembre e che ha firmato un biennale con la Fdj Nouvelle Aquitaine Futuroscope – ha fatto più male rinunciare a quelle gare che il dolore dell’infortunio. 

Tuttavia l’ha presa con filosofia e con l’ironia che la contraddistingue. «Sembrerà assurdo – racconta la campionessa europea U23 a crono – ma anche il mondiale su pista di Berlino a febbraio 2020 lo avevo saltato perché ero scivolata sulle scale di casa facendomi male alla caviglia destra e finendo all’ospedale. Fa ridere raccontarlo. Fortuna che ho finito le caviglie!». 

Con questa foto su Instagram dei paesaggi di Peccioli, Vittoria ha celebrato il ritorno in sella
Con questa foto su Instagram dei paesaggi di Peccioli, Vittoria ha celebrato il ritorno in sella
Vittoria come è stato questo ritorno in bici?

Ci voleva, è stata una liberazione. Avevo già pedalato sui rulli nei giorni precedenti, poi quando ho avuto l’ok per andare su strada, sono andata. Ero a casa di mia nonna dove c’era anche un meteo migliore rispetto a casa mia. Sono uscita da sola e tanto che c’ero, con calma ho fatto un po’ di chilometri. Settantanove diceva il computerino.

Hai avuto difficoltà?

E’ stata una pedalata strana anche se non ho avuto fastidi. Non volevo piegare troppo la bici, avevo molta paura di cadere e facevo le curve quadrate. Ogni rotonda era un incubo. Anche alzarmi in piedi mi faceva effetto. Ma la cosa più difficile è stata un’altra…

Quale? 

Solitamente parto a pedalare col piede destro e quando mi fermo agli incroci sgancio il sinistro. Al momento mi devo impegnare per staccare il pedale perché non mi viene automatico. Addirittura quando arrivo a casa mi aiuto con le mani. Quindi sto imparando a staccare il destro e non è semplice, mi rende spaesata. 

Ecco la caduta alla Roubaix che le è costata uno stop di due mesi (foto Louis Lambin)
Ecco la caduta alla Roubaix che le è costata uno stop di due mesi (foto Louis Lambin)
Hai fatto particolari pensieri, magari al 2022, durante questi 79 chilometri?

Onestamente pensavo a restare in piedi (ride, ndr), mi sembrava già un grande traguardo. E pensavo anche che stavo facendo tanta fatica. Anche perché partendo da Peccioli, dove fanno la Coppa Sabatini, c’è subito salita. Alla fine però sono andata a cercare la pianura e qualche strappetto lì attorno. 

Il tuo programma di riabilitazione come sta procedendo?

Ho pedalato anche i due giorni successivi, ma mi sto gestendo perché accuso ancora un po’ di fatica. Naturalmente sto facendo fisioterapia e nelle settimane scorse avevo fatto anche del laser. Sento che sto recuperando bene.

Nel frattempo è praticamente già iniziata la prossima stagione con la nuova squadra…

Qualche settimana fa sono stata un paio di giorni in Francia per le misure della bici e sono rientrata subito. Il 12 dicembre invece partirò con il team per Altea, in Spagna, per un ritiro di una decina di giorni. Laggiù definiremo anche il mio calendario in base al recupero. Io però tornerò il 20 dicembre, perché il giorno successivo avrò la premiazione del Giro d’Onore a Roma.

Un’altra foto su Instagram per rassicurare amici, tifosi e parenti delle condizioni dopo la caduta di Roubaix
Un’altra foto su Instagram per rassicurare tutti dopo la caduta di Roubaix
Avrai un programma differenziato in questi giorni?

Non so ancora di preciso, dovrei seguirne uno un po’ diverso dalle mie compagne. Per me sarà importante anche riprendere confidenza con il pedalare in gruppo. In ogni caso starò a ruota e in un qualche modo me la caverò. 

Con l’infortunio sono cambiati un po’ gli obiettivi?

Nel 2022, cambiando l’ambiente, c’era già voglia di fare bene. A maggior ragione dopo questo incidente. Le motivazioni sono tante. Ora c’è un punto interrogativo su come e quando mi rimetterò in forma al 100 per cento. Questo è l’obiettivo primario poi la condizione arriverà e le occasioni ci saranno. Spero di coglierle e togliermi qualche soddisfazione. 

Ci sono stati dei lati positivi in questo periodo di degenza?

In queste circostanze bisogna trovarne per forza. Ho forse imparato a guardare non troppo avanti. Avrei voluto andare in vacanza per staccare mentalmente, però fisicamente mi sono riposata anche più del dovuto. Non so quando correrò, di sicuro sfrutterò questo periodo per ambientarmi meglio con la nuova squadra.

Basta stampelle, finalmente per Vittoria Guazzini è tempo di ricominciare (foto Instagram)
Basta stampelle, finalmente per Vittoria Guazzini è tempo di ricominciare (foto Instagram)
Perché hai accettato di andare all’estero?

Non è stato semplice decidere, ci ho riflettuto molto. La proposta della Fdj era arrivata dopo le classiche di primavera, ma era doveroso che io aspettassi le intenzioni della Valcar-Travel&Service. D’altronde devo tantissimo a loro se ho ottenuto dei risultati in questi tre anni. Alla fine sono stata convinta dall’attenzione che i francesi hanno verso le crono. E’ una specialità che mi piace molto e volevo svilupparla maggiormente guardando cosa ne può uscire.

Sarai in una formazione World Tour dove ritroverai la Cavalli…

Marta è stata importante per scegliere. Me ne aveva parlato bene e mi aveva rassicurata. Il fatto di conoscere già lei è un valore aggiunto. Per il resto è una squadra di qualità che è cresciuta tanto. E’ arrivata anche l’australiana Grace Brown che quest’anno è andata molto forte. Spero di dare il mio contributo. Le basi per fare bene ci sono.