Cavalli, la testa a Nord, il cuore a Tokyo

12.02.2021
5 min
Salva

Marta Cavalli non fa che sorridere e adesso inizia a rendersene conto anche lei. Da quando ha cominciato a vestirsi con i colori della FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope il mondo ha cambiato colore.

«Me lo dicono tutti – dice, ovviamente col sorriso – che sembro di ottimo umore. Che quando parlo sprizzo entusiasmo, che nelle interviste sembro contenta e che rido anche nelle foto. Ma devo ammettere che ho trovato qualcosa che non mi aspettavo e che mi è piaciuto molto. Nulla che sia lasciato al caso. Organizzazione e pianificazione. Due settimane prima del ritiro, ho ricevuto via mail il piano di allenamento che avremmo svolto, in modo da lavorare con il mio allenatore a un avvicinamento che mi permettesse di arrivare pronta».

Nel ritiro sono state dedicate sessioni di lavoro alla cronosquadre (foto Thomas Maheux)
Nel ritiro tanto lavoro sulla cronosquadre (foto Thomas Maheux)

Debutto sui muri

Ventidue anni. Esperienza azzurra su strada e su pista con 6 titoli europei. Piazzamenti in classiche come la Freccia del Brabante (2ª nel 2019), la Gand-Wevelgem (5ª nel 2020) e Plouay (4ª nel 2019). Piazzamenti in corse a tappe impegnative (2ª al Giro delle Marche 2019). Seconda al campionato italiano 2020. Questo il suo curriculum su strada.

Il debutto avverrà in Belgio all’Omloop Het Nieuwsblad. Il piano originale prevedeva l’inizio in Spagna per arrivare alla Strade Bianche avendo già corso. Per lo stesso motivo, cancellato l’esordio iberico, la corsa belga servirà anche per avere un riscontro ai primi allenamenti, a capo di un inverno di grandi cambiamenti.

«Non avendo le gare di Coppa del mondo in pista – spiega Marta – ho staccato per tre settimane. Il 2020 è stato intenso e frenetico, recuperare mi ha fatto bene. Poi ho avuto due settimane di adattamento alla nuova tipologia di allenamento, con un preparatore che mi è stato consigliato dal team. La differenza più evidente è la pianificazione. Svolgo grossi blocchi di lavoro intervallati da una fase di recupero e per ora sto avendo buone sensazioni, in attesa del verdetto delle corse».

Un bel gruppo, che ha Cecile Ludwig come leader
Un bel gruppo, che ha Cecile Ludwig come leader

Per vincere

Il primo cerchio rosso sul calendario comprende le corse di aprile – Gand, Fiandre e Roubaix – le classiche che si addicono a lei e a Cecile Ludwig che è la leader riconosciuta della squadra. Su Marta il progetto è invece a lungo termine.

«Ho avuto finalmente l’occasione – spiega Cavalli – di confrontarmi con Stephen Delcourt, che è il team manager, e i direttori sportivi Maire e Barre. Mi hanno preso come una sfida. Sono giovane, ho ottenuto buoni piazzamenti e vogliono portarmi a un livello più alto. Per farlo hanno molto a cuore il benessere della persona, gliel’ho sentito dire più volte. Avrò accanto un preparatore di livello, uno staff al top, materiali adeguati. L’investimento darà i suoi frutti magari fra un anno, consapevoli che magari mi servirà un po’ di tempo per metabolizzare il cambiamento. Io farò del mio meglio per stare vicino a Cecile, ma se starò bene avrò anche io carta bianca. Hanno detto che con me vogliono vincere, per cui sarò nelle migliori condizioni per farlo. Aprile sarà il mese del top di forma, ma non nascondo che le cose migliori vengono spesso dopo, quando la tensione dei grandi appuntamenti è calata e magari vinci senza quasi rendertene conto».

Hanno investito sulla crescita di Marta Cavalli, contando sulla sua esperienza nel quartetto
Hanno investito sulla crescita di Marta Cavalli

Testa al Tour

Il ritiro ha vissuto di due fasi. La prima incentrata sul volume di lavoro, la seconda dedicata alla tecnica, con un occhio di riguardo per la cronometro a squadre.

«Nella prima parte – racconta Cavalli – abbiamo fatto blocchi di 4 giorni parecchio intensi, con ore di sella, lavori specifici e test. Nella seconda abbiamo preso contatto con la bici da crono e gli automatismi della cronosquadre e in questo la mia esperienza del quartetto è molto apprezzata. Al Giro Rosa lo scorso anno hanno perso terreno proprio in questa specialità. E dato che l’obiettivo dichiarato sarà il Tour de France del 2022, vogliamo farci trovare pronte in queste tappe, che sono poche ma incidono tanto. Servono grande affiatamento e comunicazioni chiare. Dopo tre giorni, andavamo già meglio, ma se ci saranno buchi di calendario, faremo raduni specifici proprio per lavorarci. La prima ci sarà al Giro rosa, poi si vedrà».

Si lavora per il debutto che sarà in Belgio all’Omloop Het Nieuwsblad
Debutto in Belgio all’Omloop Het Nieuwsblad

Idea Tokyo

La pista non l’ha mollata, anche se in questa fase dell’anno e della carriera è più una fase di allenamento, dato che Tokyo è nei suoi pensieri, ma come vedremo più per la strada.

«Sto sfruttando Montichiari – dice – come metodo alternativo di lavoro. Facciamo volate, partenze, lavoro sui riflessi. E poi il tempo qua in Pianura Padana non è troppo buono, per cui il velodromo è sempre un approdo sicuro. Ma certo, se continua a fare così freddo, da qui in avanti, oltre alla pista mi sposterò magari sul lago per allenarmi al caldo. Tutto in giornata, per fortuna da questo punto di vista, Cremona è messa bene. Quanto a Tokyo, ho sentito che Dino (Salvoldi, cittì della nazionale, ndr) a maggio vorrebbe andare a vedere il percorso. So che porta anche delle atlete e non nascondo che mi piacerebbe esserci, perché sarebbe una prova di fiducia. Ma c’è tempo. Il programma con la squadra è per la prima parte, fino ad aprile. Ci sono tutti i chilometri per capire se il lavoro fatto fin qui avrà dato buoni frutti».