Bernal si commuove: da oggi comincia la corsa più dura

07.02.2022
5 min
Salva

E’ un Egan Bernal visibilmente commosso quello che ringrazia lo staff sanitario della Clinica Universitaria La Sabana in cui è stato ricoverato in fin di vita e dalla quale è uscito ieri dopo 13 giorni e una serie impressionante di interventi. La foto di apertura lo ritrae a casa fra i suoi cari, lo staff Ineos Grenadiers rimasto ad assisterlo e alle sue spalle c’è Brandon Rivera, caduto a sua volta pochi giorni dopo l’amico. Guardate la posa di Egan, non sembra bloccato come in certi casi.

«La Clinica Universitaria La Sabana – recita l’ultimo dei bollettini che ci arrivavano quotidianamente – in qualità di centro sanitario accademico che punta all’eccellenza, al servizio e alla promozione della vita, comunica al pubblico che il paziente Egan Bernal Gomez ha completato due settimane nella nostra struttura, riuscendo a superare un trauma ad alta energia.

La prima immagine di un Bernal vigile e vispo, circolata pochi giorni fa (foto La Sabana)
La prima immagine di un Bernal vigile e vispo, circolata pochi giorni fa (foto La Sabana)

«In questo momento, il paziente è nella terza fase del trauma, pronto per iniziare il suo percorso riabilitativo. Non ha complicazioni e tutte le sue ferite sono stabili e in via di guarigione.

«Per quanto sopra, siamo lieti di comunicare che oggi il paziente è stato dimesso, per continuare il suo percorso riabilitativo in regime ambulatoriale presso la nostra struttura, la prima Clinica accreditata in Colombia in riabilitazione, dal 2015, dall’ente internazionale Commission on Accreditation delle Strutture Riabilitative (CARF).

«Oggi diamo più significato e forza alle parole che portiamo nella nostra Istituzione come missione. Con orgoglio e speranza iniziamo una nuova tappa insieme al nostro atleta».

Paura e gratitudine

Ricordiamo tutti il giorno dell’incidente, ne abbiamo fornito ricostruzione e abbiamo iniziato a tratteggiare il suo recupero. E certo rileggendo l’andamento del decorso di Egan ci saremmo aspettati tutti un cammino ben più complicato. Probabilmente però la bravura dei chirurghi e il suo fisico gli hanno permesso di assorbire il trauma e di smaltirlo.

In piedi fra i chirurghi che lo hanno operato: la riduzione chirurgica delle fratture ha ridotto i tempi (foto La Sabana)
In piedi fra i chirurghi che lo hanno operato (foto La Sabana)

«In questi giorni- dice Bernal rivolgendosi al personale della clinica – ho sentito grande dolore, però almeno ho sentito qualcosa. Quello che ricordo è che un secondo mi stavo preparando per il Tour de France, ho battuto gli occhi e il secondo successivo stavo lottando per la mia vita. La verità è che ho dato sempre tutto per essere un professionista e lo stesso è stato per voi, ma in maniera differente. E devo dirvi grazie per avermi permesso di avere una seconda opportunità. Per me è come tornare a nascere. E… niente, spero un giorno di tornare forte in qualche modo, anche se sarà qualcosa di piccolo».

I prossimi passi

In Colombia ovviamente la notizia dell’uscita di Bernal dalla clinica ha avuto grande risalto ed ha messo in moto una serie di interviste ai medici che lo hanno seguito nel recupero.

«Il processo per tornare ad essere il ciclista di prima – ha affermato il medico specializzato Gustavo Castro – seguirà una pianificazione complessa e ampia. La prima è la riabilitazione, la seconda sarà la fase di riqualificazione e la terza sarà l’allenamento. Il vantaggio è che le fratture sono state stabilizzate chirurgicamente, il che permetterà di iniziare un rapido recupero per iniziare a muoversi più velocemente. Lo scopo è che i tessuti e l’osso possano aderire bene, che abbiano di nuovo la struttura di prima e ci vorranno circa sei mesi».

Foto ricordo con gli infermieri e i terapisti di neurochirurgia (foto La Sabana)
Foto ricordo con gli infermieri e i terapisti di neurochirurgia (foto La Sabana)

Un lavoro complesso

Bernal è entrato nella Clinica de la Sabana il 24 gennaio, dopo essere finito contro un autobus mentre si allenava sulla bicicletta da cronometro, riportando fratture multiple.

«Dopo che i tessuti saranno funzionali – ha proseguito Castro – e le ossa, i tendini e i legamenti saranno normali, dovremo lavorare su forza, coordinazione e potenza. Oltre che sulla mobilità articolare, così come sulla coordinazione neuromuscolare. Egan ha al suo fianco un team di professionisti altamente competenti e questa è la chiave». 

I campioni sono speciali

Un parere molto interessante è infine arrivato da Fredy Abella, medico molto riconosciuto in ambito sportivo per aver curato per molti anni Nairo Quintana.

Con sua madre Flor Marina (a sinistra), la compagna Maria Fernanda e il primario della clinica (foto La Sabana)
Con sua madre Flor Marina (a sinistra), la compagna Maria Fernanda e il primario della clinica (foto La Sabana)

«Questo trattamento deve essere completo – dice – non si tratta solo di curare le fratture, ma si dovrà lavorare sulla parte biomeccanica, avere un gruppo specializzato per recuperare rapidamente il paziente. La Clinica Universidad de la Sabana è il centro di riabilitazione più completo in questo settore del Paese ed è l’ideale per quello che Bernal dovrà affrontare. Bisogna sapere, prima di tutto, come sono andati i trattamenti per la frattura, come è risultato l’allineamento della colonna vertebrale, conoscere il lavoro che verrà fatto per recuperare il problema muscolare. I processi degli atleti ad alte prestazioni sono molto speciali».

A noi resta la paura nella voce di Egan e il suo essere tornato nuovamente quasi come un bambino in cerca di rassicurazioni. Ma l’uomo è duro, ha vinto un Tour e nella vita ha dovuto soffrire per raggiungere ognuno dei suoi traguardi. Pensiamo spesso in questo periodo alla storia di Pantani e alla sua ripresa. I campioni sono diavoli, non si arrendono mai. Da oggi la corsa di Egan sarò sempre in salita e non conoscerà soste.