Nei giorni scorsi Orbea ha lanciato una bellissima iniziativa che siamo sicuri farà felici i tanti appassionati del marchio spagnolo.
Il sogno di ogni appassionato è quello di poter pedalare sulla stessa bicicletta di un professionista, magari con la stessa livrea del proprio campione preferito. Ora tutto questo è possibile grazie a Orbea. Il brand spagnolo nelle scorse settimane aveva già annunciato la possibilità di poter acquistare la mountain bike ufficiale dell’Orbea Factory Team con gli stessi colori ufficiali della squadra. Tale opportunità oggi è stata estesa anche agli stradisti offrendo loro la possibilità di poter acquistare il modello strada utilizzato rispettivamente dai due team professionisti della Ceratizit – WNT Pro Cycling e della Euskaltel – Euskadi.
I telai personalizzabili sono quelli del modello Orca, qui con i colori della Euskaltel-Euskadi I telai personalizzabili sono quelli del modello Orca, qui con i colori della Euskaltel-Euskadi
Il meglio di casa Orbea
Da oggi è possibile per tutti gli appassionati pedalare con il top di gamma strada di Orbea con la stessa livrea delle biciclette utilizzate Ceratizit-WNT Pro Cycling e Euskaltel-Euskadi. Stiamo parlando dei modelli Orca e Orca Aero.
Il design della bici della Ceratizit – WNT Pro Cycling è costituito da una finitura in carbonio a vista a cui si aggiunge una vernice blu e dettagli rossi e blu sul telaio. La presenza del carbonio a vista permette un risparmio di peso. Il risultato finale è un design spettacolare e unico in gruppo.
La bici della Euskaltel-Euskadi presenta invece un design di carbonio a vista con finitura opaca, che si mischia con vari dettagli nel caratteristico color arancione della squadra. Un’altra finitura che ricerca la massima leggerezza ed esclusività e che ora è disponibile insieme alle altre opzioni di colori di base che offre Orbea.
E’ possibile personalizzare anche il modello Orca Aero, in questa versione nella colorazione del team Ceratizit E’ possibile personalizzare anche il modello Orca Aero, in questa versione nella colorazione del team Ceratizit
Insieme al team
Le novità di Orbea non si limitano però alla sola possibilità di poter acquista una Orca Aero o una Orca nella colorazione di uno team sponsorizzati. Il brand spagnolo ha infatti deciso di dare a due appassionati la possibilità di poter vivere in prima persona un’esperienza davvero unica in occasione dell’edizione 2023 della Itzulia Basque Country, da noi conosciuta come Giro dei Paesi Baschi, una delle corse a tappe più dure del calendario internazionale che prepara sempre al meglio per le classiche delle Ardenne di fine Aprile.
Martina Fidanza è una delle atlete del team Ceratizit – WNT Pro Cycling che corre con bici Orbea Martina Fidanza è una delle atlete del team Ceratizit – WNT Pro Cycling che corre con bici Orbea
I vincitori avranno la possibilità di visitare gli stabilimenti di Orbea assistendo in prima persona alla realizzazione dei modelli top di gamma del brand.
I modelli Orbea nella livrea ufficiale della Ceratizit – WNT Pro Cycling e Euskaltel – Euskadi sono già disponibili sul sito dell’azienda e presso i rivenditori autorizzati. In quest’ultimo caso si può fare riferimento sull’innovativo Rider Connect, il programma di Orbea ideato per creare una connessione diretta fra i propri rivenditori e gli utenti finali.
Conosciamo Maria Giulia Confalonieri, cugina di Alice Arzuffi. Fra strada e pista... sceglie entrambe. Tre obiettivi 2021: Nord, Tokyo, mondiali strada
Technogym presenta Ride, la prima bici indoor progettata dai campioni del ciclismo per l’allenamento del ciclista, a casa ed in palestra. La sua peculiarità è il collegamento e la compatibilità con le app dedicate al training. Una varietà, senza precedenti, di programmi di allenamento e percorsi virtuali, compresa la possibilità di correre il Giro d’Italia nella propria casa.
Prestazioni elevate e un’infinità di connessioni con le più famose app per gli allenamenti Prestazioni elevate e un’infinità di connessioni con le più famose app per gli allenamenti
Simulazione indoor
Ogni ciclista sogna di poter pedalare ogni giorno sull’Alpe D’Huez, sulle Dolomiti o negli altopiani dell’Islanda. Technogym Ride ha uno schermo di 22” che permette di vivere un’esperienza indoor immersiva. Grazie ad un solo log-in, senza difficoltà di installazione e configurazione, consente di accedere comodamente alle app e contenuti di allenamento preferiti.
Direttamente sulla console integrata, è possibile collegarsi alle principali app utilizzate dai ciclisti – fra cui Zwift, Strava, Rouvy, TrainingPeaks – a numerose app di intrattenimento – Netflix, YouTube e molte altre. In alternativa è possibile scegliere i programmi TNT (Technogym Neuromuscolar Training) studiati dal Centro Ricerche Technogym, che prevedono il miglioramento sia delle qualità metaboliche che di quelle neuromuscolari. Spazio anche all’impostazione fai da te, con un allenamento su misura costituito da step di intensità e durata, completamente personalizzato sugli obiettivi personali.
Il display da 22″ è una finestra che proietta l’utilizzatore nella simulazioneIl display da 22″ è una finestra che proietta l’utilizzatore nella simulazione
Tanta potenza
Dal punto di vista della biomeccanica, Technogym Ride, è dotata di un vero e proprio cambio e offre un feeling di pedalata realistico. Infatti il tempo di reazione è molto veloce e va da 0 a 1.000 watt in mezzo secondo.
Silenziosa ed ideale per la casa, la Ride grazie alla geometria del telaio a V è in grado di riproporre misure che vanno da 50 a 58+. Inoltre le pedivelle sono regolabili in 3 posizioni ed i “Fast Buttons” permettono di accedere alle varie modalità di lavoro (potenza costante, pendenza, percentuali di FTP) e posizioni di utilizzo.
Tra gli ambassador del marchio romagnolo erano presenti molti atleti tra cui Lamon e VivianiTra gli ambassador del marchio romagnolo erano presenti molti atleti tra cui Lamon e Viviani
L’evento e i testimonial
L’anteprima a Milano di Technogym Ride è stata organizzata in collaborazione con il Giro d’Italia. Technogym è infatti partner di Giro d’Italia Virtual, il progetto di indoor cycling sviluppato da RCS Sport. Gli appassionati di ciclismo vivono, in sella alla propria Ride, attraverso una piattaforma digitale sviluppata da BKOOL e compatibile con il Technogym Ecosystem, una simulazione 3D, video reale e pedalata di ogni tappa.
Da oltre 30 anni, l’azienda collabora con i campioni di ciclismo, a partire dal team professionistico MG-Technogym di Gianni Bugno negli anni ‘90, fino alle collaborazioni con i campioni di oggi: da Elia Viviani a Martina Fidanza. Alla presentazione erano presenti molti atleti di spicco come l’oro olimpico Francesco Lamon e campioni di altri sport come Jury Chechi.
Squadra nuova, vita nuova anche per Martina Fidanza, passata alla Ceratizit WNTPro Cycling e già sul podio alla seconda corsa di stagione, tappa di Drachten della EasyToys Bloeizone Fryslan Tour in Olanda, alle spalle di Rachele Barbieri.
«Con la squadra – dice la bergamasca, in apertura al ritiro di Calpe della nazionale (foto Instagram) – mi sto trovando molto bene. L’organizzazione è veramente al top, quasi al livello di una WorldTour ed è tutto molto tranquillo, nel senso che lasciano a ciascuna la libertà di seguire i suoi programmi. Per me è importante soprattutto per la pista, cui tengo parecchio. Mi appoggiano sempre, per ora almeno (sorride, ndr) hanno sempre esaudito tutte le mie richieste. Sono contenta dell’ambiente, vediamo le prossime gare visto che ne ho fatta soltanto una».
Prima gara a tappe in Olanda e alla terza tappa, a Drachten, 2ª dietro Rachele Barbieri (foto dvopictures)Prima gara a tappe in Olanda e alla terza tappa, a Drachten, 2ª dietro Rachele Barbieri (foto dvopictures)
L’anno della crescita
Per la prima volta dall’inizio della carriera, Martina non corre più sotto la guida di suo padre Giovanni, allo stesso modo in cui nel 2020 fu sua sorella Arianna a lasciare l’Eurotarget alla volta della Lotto Soudal e poi del Team Bike Exchange.
Alla Ceratizit WNT ha trovato come tecnico quello stesso Dirk Baldinger che da professionista corse con il padre Giovanni al Team Polti e che da dilettante si era imposto nel Giro delle Regioni del 1994.
«Sarà l’anno della crescita – ci ha detto – atleticamente, perché fare un calendario di buon livello mi aiuterà a cambiare le mie caratteristiche e colmare le parti che mi mancano. Umanamente, perché approcciarmi con una squadra straniera e lavorare in un ambiente totalmente diverso mi servirà tanto».
Bene al primo colpo
Il cambio di squadra, come già visto ieri con Zardini, comporta tutta una serie di adattamenti e fra questi c’è il passaggio alla nuova sella. Se sulla sua De Rosa lo scorso anno c’era una Selle SMP, quest’anno sull’Orbea della Certazit WNT c’è invece una Prologo.
«Avevo giù usato Prologo con la nazionale – spiega Martina in questa Festa delle Donne – e mi ero trovata subito bene. L’avevo usata pochi giorni adattandomi subito senza problemi. Non credo ci sia una sella fatta apposta per le ragazze, ma questa è una cosa soggettiva come tutto. Selle e scarpe devono essere soggettive e una scelta personale. Io ne ho scelta subito una e non sono stata a provarne più di tante, perché ho avuto subito ottime sensazioni. E’ molto comoda e permette durante la gara di essere più tranquilla. Ho provato altre selle, che erano meno comode e di conseguenza ti facevano spingere anche meno».
La sella ha il naso più largo e si adatta bene alla conformazione femminile
Martina Fidanza ha scelto la Prologo Dimension Tri dopo il primo test
La sella ha il naso più largo e si adatta bene alla conformazione femminile
Martina Fidanza ha scelto la Prologo Dimension Tri dopo il primo test
Prologo Dimension Tri
Il modello scelto da Martina al primo assaggio non è una sella qualunque. Si tratta infatti della Dimension Tri, dalle dimensioni ridotte (245×143 millimetri) e peso di 181 grammi. Un modello che ha a cuore il comfort grazie al disegno V SHAPE e al nuovo canale PAS, modificato in larghezza e profondità, per garantire un miglior flusso sanguigno ed eliminando indolenzimenti e pressioni eccessive. Inoltre, avendo il naso più largo, la sua forma meglio si adatta alla conformazione femminile.
L’area di seduta è stata avanzata di 2 centimetri, la punta è più larga di 7 millimetri, mentre schiume a densità variabile aumentano stabilità e comfort.
Suzuki Italia e la Federazione Ciclistica Italiana proseguono spedite nella collaborazione in chiave “sponsorship” e comunicazione. La stagione 2022 ha portato uno spunto nuovo sul quale collaborare, ovvero quello dalla partecipazione della squadra nazionale italiana ai Campionati del Mondo eSports: una nuove disciplina ciclistica riconosciuta dall’UCI.
L’UCI Cycling Esports World Championships, giunto alla seconda edizione dopo quella che si è svolta nel dicembre 2020 è una competizione in cui gli sforzi dei concorrenti alimentano i rispettivi avatar nel gioco. I corridori impegnati nella competizione gareggiano tutti sugli stessi rulli Wahoo KICKR V5 Smart Trainers. Questi rispondono in modo intelligente ai cambiamenti di pendenza virtuale, simulando le sagome degli altri corridori.
Da sinistra, Massimo Nalli (Presidente Suzuki Italia) con Cordiano Dagnoni
Martina Fidanza ha svolto la prova all’interno del concessionario Suzuki di Seregno
Da sinistra, Massimo Nalli (Presidente Suzuki Italia) con Cordiano Dagnoni
Martina Fidanza ha svolto la prova all’interno del concessionario Suzuki di Seregno
Caratteristica unica del ciclismo eSports sono poi i PowerUps: i “potenziamenti” che si ottengono nel corso della gara. Possono essere utilizzati strategicamente dai giocatori per aiutarsi in una fuga, vincere uno sprint, oppure più semplicemente per risparmiare energia. Come avviene in tutti i Campionati del mondo, i vincitori vestiranno per l’intero corso della stagione la maglia iridata in tutti gli eventi virtuali a cui parteciperanno.
Ospiti Suzuki a Seregno
Sabato 26 febbraio ben 180 concorrenti si sono sfidati sul percorso Zwift virtuale di Knickerbocker, immaginato per 55 chilometri (dislivello oltre 900 metri) attorno al celebre parco newyorkese di Central Park. Un tracciato che ha trasportato i corridori nel futuro con addirittura strade sopraelevate in vetro (con punte in salita che hanno raggiunto il 17%), che hanno condotto gli atleti ad ammirare dall’alto lo Skyline di Manhattan.
Continua la collaborazione tra Suzuki e la Federazione Continua la collaborazione tra Suzuki e la Federazione
La nostra nazionale ha schierato al via tre atleti: Liam Bertazzo, Matteo Cigala e Martina Fidanza. Proprio quest’ultima in compagnia di un gruppo di cinque ciclo amatori selezionati dalla Federazione Ciclistica Italiana, ha disputato la sua prova dalla concessionaria Suzuki Europea Auto di Seregno. Presso la stessa concessionaria sono intervenuti anche i presidenti di FCI, Cordiano Dagnoni, e quello di Suzuki Italia Massimo Nalli, oltre al ct Paolo Sangalli, al responsabile della struttura tecnica Luciano Fusarpoli e al presidente del Comitato Lombardo Stefano Pedrinazzi. Ben una quarantina sono stati invece gli ospiti che hanno tifato ed incitato la Fidanza per tutta l’ora e un quarto di gara.
Una disciplina coinvolgente
«Quella che ho vissuto è stata davvero un’esperienza dura, ma anche divertente – ha dichiarato Martina Fidanza – in quanto è molto difficile riuscire a capire i momenti, sfruttare le scie e recuperare. Una sensazione strana. Mi è piaciuto avere i tifosi attorno a me, sempre pronti a sostenermi. Un plauso alla FCI e naturalmente a Suzuki Italia per aver organizzato questa iniziativa davvero molto coinvolgente».
L’avatar di Matteo Cigala, uno dei tre atleti impegnati nella prova iridata di eSports.L’avatar di Matteo Cigala, uno dei tre atleti impegnati nella prova iridata di eSports.
«Quella che abbiamo vissuto presso la concessionaria Suzuki Europea Auto di Seregno – ha ribattuto Cordiano Dagnoni, presidente della FCI – è stata un’esperienza che ha messo a dura prova Martina. Sembrava un gioco, ma la fatica era vera… Il percorso era molto duro, forse non propriamente adatto alle sue caratteristiche. Per quanto invece riguarda il tema degli eSports, come Federazione stiamo seguendo con moltissima attenzione la loro evoluzione. La spettacolarità non manca, ed eventi come questo, al quale ho avuto modo di partecipare da spettatore, lo testimoniano».
Per Marco Villa le vacanze sono un soffio d’ali di una farfalla. Appena il tempo di rifiatare in famiglia davanti a panettone e/o pandoro e poi di nuovo in pista (nel vero senso della parola…) perché da lunedì a giovedì è previsto un nuovo raduno prestagionale, a Nove Mesto in Slovenia. Il primo, tra novembre e dicembre, era stato fatto alle Canarie e tra Ganna e Lamon, Bertazzo e Moro c’è stato spazio anche per un paio di ragazze (Martina Fidanzae Martina Alzini). E’ stato il primo approccio del tecnico olimpionico con la doppia veste di responsabile per entrambi i sessi.
Il suo lavoro è appena agli inizi e quindi ammette di avere ancora poco da dire sul piano fattuale: «Avevamo solo due ragazze, la prima cosa che emerge è che chiaramente bisogna dosare i lavori in maniera diversa: noi abbiamo lavorato su strada, quindi cambiavano i percorsi, cambiavano anche i rapporti da usare. Con loro ho fatto lavorare anche qualche U23, perché c’era qualche similitudine in più, per i pro’ il programma era più specifico e impegnativo, troppo per quel che serviva per le atlete».
Le due Martina per un selfie durante le uscite su strada: l’allegria è evidente (foto Instagram)Le due Martina per un selfie durante le uscite su strada: l’allegria è evidente (foto Instagram)
Queste occasioni sono state utili come primo approccio con il mondo femminile: che differenze hai riscontrato?
E’ un movimento che conosco ancora poco, bisogna prendere le misure, come detto cambiano molte cose, dai rapporti alla quantità di ripetute. Bisogna trovare le giuste misure e questo avviene con il tempo, anche se a ben guardare non è poi così tanto visto che per Parigi mancano due anni e mezzo.
Con quali sensazioni stai vivendo questo nuovo incarico?
Sicuramente ho tanta curiosità proprio perché è un mondo nuovo. E’ uno stimolo in più lavorare con le ragazze, senza però dimenticare la concentrazione necessaria per seguire il gruppo che ho creato e che ha ancora tanto da dare. Ho ereditato un gruppo decisamente qualitativo, che ha ottenuto grandi risultati e al quale in definitiva manca solo il sigillo olimpico che è l’obiettivo che ci siamo prefissati. Io sono convinto che di questa comunione potranno beneficiare anche gli uomini, condividendo esperienze simili ma diverse.
Villa e Paternoster al Giro d’Onore al Coni: su Letizia il tecnico fa molto affidamento per quartetto e non soloVilla e Paternoster al Giro d’Onore al Coni: su Letizia il tecnico fa molto affidamento per quartetto e non solo
A questo proposito, sono anni ormai che del quartetto femminile si dice che è proiettato verso Parigi 2024, che allora raggiungerà il suo apice vista l’età delle ragazze. Non pensi che questo continuo richiamo possa diventare un peso?
Con gli uomini avveniva lo stesso e i risultati sono arrivati. Il gruppo delle ragazze è composto da atlete che hanno già vinto da molto giovani, affrontando i grandi eventi senza aspettative e raccogliendo risultati prestigiosi. Così era forse più facile, ora bisogna concretizzare quei risultati, lavorare verso un obiettivo lontano, pianificando in modo da raggiungere proprio quel picco al momento giusto. Per far questo serve un gruppo valido ma numeroso, che possa affrontare il difficile cammino di qualificazione sapendo che poi alla fine solo in 5 potranno andare ai Giochi.
Hai tutte ragazze che fanno parte del WorldTour, che affronteranno la stagione su strada quasi completamente: è uno svantaggio nel programmare i lavori?
Non è per me una novità: con Ganna, Viviani, Consonni, Milan avevo praticamente 4 elementi su 5 presenti a Tokyo che venivano dal WorldTour, eppure si è lavorato bene, pianificando in modo da seguire sia l’attività su strada che quella su pista. Ganna ha addirittura gareggiato in entrambe le specialità ai Giochi e non è mancato molto che arrivasse a due allori. Molto dipenderà dalle ragazze.
Ganna e Viviani sono due degli azzurri della pista che militano nel WorldTour: le donne avranno la stessa libertà?Ganna e Viviani sono due degli azzurri della pista che militano nel WorldTour: le donne avranno la stessa libertà?
In che misura?
Come si è visto in campo maschile, è fondamentale che siano le ragazze le prime a volere fortemente questo progetto, coinvolgendo procuratori, preparatori e i loro team. Io posso anche parlare con le varie squadre e lo farò, ma saranno loro le prime a doversi esporre, per poter essere al massimo ai Giochi.
Qualcosa però cambia: hai ragazze che potrebbero tutte guardare a Parigi 2024 anche in funzione strada…
E io lo spero vivamente, ossia mi auguro che il percorso che verrà scelto sia adatto a loro. Io sono per abbinare le due specialità e anche le ambizioni, ma anzi vado oltre, perché ci sarà anche la cronometro e non vedo perché non si possa pensare a tre partecipazioni di qualità per qualcuna di loro.
In questi primi approcci con il nuovo incarico hai già avuto modo di conoscerle, affrontare questi discorsi?
Non sono per me delle sconosciute, abbiamo condiviso molti ritiri anche prima anche se io ero concentrato sugli uomini. Ho già avuto modo di illustrare loro i miei progetti e messo in chiaro che dobbiamo procedere attraverso un confronto continuo, sapendo che il percorso può cambiare continuamente per mille variabili, dai calendari alla salute e tante altre cose.
Lo scaramantico saluto prima della partenza: Villa è pronto per un altro quadriennio d’oroLo scaramantico saluto prima della partenza: Villa è pronto per un altro quadriennio d’oro
Proviamo ad allargare il discorso rispetto al vertice: ti aspetti che questa comunanza di lavoro, questo convergere valga anche per U23, juniores e anche per le categorie inferiori?
Per gli U23 sicuramente, perché sono sotto il mio controllo. Con Salvoldi che curerà l’attività junior sia su strada che su pista ci conosciamo bene e spero che si riesca ad avere un confronto costante. Sarebbe importantissimo per poter far entrare nel gruppo ragazzi dei quali so già ogni caratteristica: così facendo ad esempio ho potuto portare Manlio Moro da U23 ai Mondiali, come componente del quartetto e terzo dell’inseguimento individuale dov’è andato molto bene. La mancanza di confronto rischierebbe di far perdere tempo prezioso ai ragazzi in primis, per questo noi tecnici dobbiamo lavorare insieme, sempre.
Il 2022 per Giovanni Fidanza sarà come l’inizio di una nuova era. Dopo quattordici anni infatti – dai tempi della Still Bike nel 2007 nelle categorie giovanili – il team manager bergamasco non avrà in squadra almeno una delle due figlie. Martina ha appena firmato per due anni con la Ceratizit WNT mentre Arianna, che vedremo ancora con la BikeExchange Jayco, se ne era già andata all’estero nel 2020. Non c’è nulla da temere però, il bacino della sua Isolmant-Premac-Vittoria non è vuoto.
«Mi farà un certo effetto – ammette l’ex pro’ degli anni ’80/90, con una tappa al Giro e una al Tour – ma è stata una cosa naturale, che prima o poi doveva avvenire. Giusto così, noi non abbiamo la struttura per poter andare più avanti di così. Anche per le altre ragazze sarà così. La nostra identità resta quella di farle crescere e poi cercare di farle passare nelle formazioni più importanti. Per noi e per i nostri sponsor sono tutti motivi di soddisfazione».
Alice Gasparini è una delle atlete da cui Fidanza si aspetta parecchioAlice Gasparini è una delle atlete da cui Fidanza si aspetta parecchio
Realini leader
Nella prossima stagione i fari saranno puntati inevitabilmente su Gaia Realini, riconfermatissima (in apertura, la firma del contratto dello scorso ottobre). La classe 2001 pescarese – ora impegnata col ciclocross, la sua disciplina primaria – all’ultimo Giro d’Italia Donne è stata la rivelazione assoluta. Undicesima nella classifica generale e seconda in quella riservata alle giovani, a cui va aggiunto il bel quinto posto all’europeo aiutando la Zanardi a conquistare l’oro.
«Gaia ha ottenuto buoni risultati – prosegue Fidanza – al di là delle nostre più rosee previsioni. Aveva attirato subito l’attenzione di diverse formazioni WorldTour. Ve lo anticipo, so già che anche lei non riusciremo a trattenerla più di tanto».
L’impressione è che quest’ultima frase profumi di un affare di mercato già concluso con un big team.
Alla fine di settembre, Emanuela Zanetti vince così il Memorial Silvia Piccini (foto Isolmant)
La squadra di Fidanza festeggia così, anche per il valore simbolico della vittoria (foto Isolmant)
Alla fine di settembre, Emanuela Zanetti vince così il Memorial Silvia Piccini (foto Isolmant)
La squadra festeggia così, anche per il valore simbolico della vittoria (foto Isolmant)
Giovanni che squadra avrete nel 2022?
Avremo un organico di tredici atlete. Oltre a Realini, abbiamo confermato Alice Gasparini, Beatrice Rossato, Emanuela Zanetti, Greta Tebaldi e Noemi Lucrezia Eremita. Arriveranno altre sette ragazze. Già certe Angelica Brogi e la spagnola Ainara Albert, una 2003 passista tutta da scoprire che fa anche ciclocross e pista. Le altre le annunceremo fra qualche giorno.
Che obiettivi avete?
Come dicevo prima, quello di fare crescere e mettere in evidenza le nostre ragazze. Vogliamo continuare a fare risultati sia nelle gare open che nel resto del calendario nazionale. Dovremmo avere già garantita la partecipazione alle corse più importanti, come Strade Bianche, Cittiglio e Giro d’Italia. Poi vedremo se verremo invitati anche nelle gare estere.
La stagione quando inizierà?
Faremo un ritiro di una settimana tra fine febbraio ed inizio marzo per preparare i primi appuntamenti. Andremo a Montecatini Terme, località comoda per correre a Siena e poi l’indomani a Montignoso in Versilia.
La stagione della Realini invece come verrà gestita?
Innanzitutto per lei sarà un altro anno di crescita e maturazione. E’ ancora molto giovane. Stiamo mirando ad un calendario ben preciso per lei. Ora sta correndo nel ciclocross e probabilmente tirerà dritto sino a fine inverno per disputare Strade Bianche e Cittiglio (rispettivamente in programma il 5 e 20 marzo, ndr). Poi la faremo rifiatare prima di fare rotta sul campionato italiano, Giro Donne e gli altri appuntamenti.
Gaia Realini al momento è impegnata nel cross e tirerà dritto fino a Strade Bianche e CittiglioGaia Realini al momento è impegnata nel cross e tirerà dritto fino a Strade Bianche e Cittiglio
Oltre a lei da chi ti aspetti qualcosa in particolare?
La Zanetti quest’anno ha vinto una corsa open (il Memorial Silvia Piccini, ndr) e può ancora mettere in mostra le sue buone doti di passista veloce. Poi direi la Brogi che in passato ha dimostrato di saper fare bene. Per lei può essere l’anno giusto, quello del dentro o fuori. Infine dico la Gasparini, che ha avuto qualche problema negli ultimi anni. Da lei mi aspetto qualcosa di più e se tornasse sui livelli espressi da junior sarei molto contento. Tra l’altro negli ultimi giorni è stata investita da un automobilista che non ha rispettato la precedenza in una rotonda. Fortunatamente sta bene, ma sono cose che purtroppo sono sempre più all’ordine del giorno.
Giovanni, chiudiamo con un tuo giudizio sulle tue figlie ora che sono entrambe all’estero. Cosa ti attendi da loro l’anno prossimo?
Da Martina mi aspetto che faccia esperienza a certi livelli. Negli ultimi anni ha sacrificato la strada per la pista, ma credo che se le daranno spazio potrà fare molto bene in alcune corse. Arianna invece ha recuperato bene dall’infortunio alla rotula sinistra. Si sta allenando forte. Adesso è più pronta per affrontare certe gare rispetto a prima. Spero abbia un pizzico di fortuna in più, perché so che può raccogliere buoni risultati.
Nell’era del ciclismo digitale – dove si possono reperire risultati, valori, informazioni, foto e video di un corridore – c’è chi ancora ama il vecchio metodo, quello di spedire il proprio curriculum vitae per trovare una nuova squadra. Un’email inviata (certo, la posta ordinaria sarebbe stata troppo lenta) in attesa di una risposta. Questa è parte della storia che ci ha raccontato Martina Fidanza, fresca di contratto con la Ceratizit WNT Pro Cycling per i prossimi due anni. Con l’ingaggio dell’iridata dello scratch 2021, la squadra tedesca aggiunge così contemporaneamente al suo roster sia un altro tassello italiano (ci sarà Camilla Alessio oltre alle riconfermate Lara Vieceli e Maria Giulia Confalonieri) sia una pistard con titoli internazionali (le altre sono le campionesse olimpiche, mondiali ed europee Brennauer e Archibald).
«Sarà una esperienza nuovissima per me – spiega la 22enne bergamasca – la prima in una formazione nuova. E’ da quando ho sette anni che corro in una squadra di mio padre (Giovanni, ex pro’ dall’88 al ’97 con una vittoria di tappa al Giro e al Tour, ndr). Sarò in un ambiente diverso e straniero. Mi porterà tantissime novità, anche nel calendario delle gare».
Alla fine di novembre a Gran Canaria con le compagne di nazionale
Dopo il ritiro azzurro, la stagione inzierà con la nuova squadra tedesca
Alla fine di novembre a Gran Canaria con le compagne di nazionale
Dopo il ritiro azzurro, la stagione inzierà con la nuova squadra tedesca
Martina come e quando è nato il contatto con la Ceratizit?
Questa estate, nel periodo del Giro d’Italia Donne, anche se io non l’ho disputato. Avevo già intenzione di cercare una nuova squadra per il 2022 e così ho spedito il mio curriculum a loro. Dirk Baldinger, il loro diesse, ha corso con mio padre (nel Team Polti nel ’94 e ’95, ndr) e ne hanno parlato assieme, con la volontà di inserirmi nella nuova squadra.
Singolare di questi tempi sentire un corridore che spedisce un curriculum…
E’ così imbarazzante? (ride, ndr). Funziona così nel mondo del lavoro. Non mi vergogno a dirlo, li ho cercati io, non il contrario. Mi sono detta che nella peggiore delle ipotesi non lo avrebbero letto. Diciamo che noi ragazze su certe cose siamo un po’ indietro. Solo dopo il mondiale di Roubaix ho firmato con un procuratore (Lorenzo Carera, figlio di Johnny dell’agenzia A&J All Sports, ndr), ma prima di allora non avevo mai avuto nessun tipo di supporto.
Dovrai trasferirti da loro?
No, farò base a casa, mi sposterò solo per i ritiri o collegiali. Mi daranno totale libertà sul programma della pista, che per me rimane molto importante ed il mio obiettivo principale. Avere questa tranquillità in un team così ben organizzato su strada è un sogno.
Campionessa europa su pista, a settembre Martina ha vinto il Trofeo Città di AlbaCampionessa europa su pista, a settembre Martina ha vinto il Trofeo Città di Alba
Troverai anche tue connazionali. Avete già fatto un raduno?
Ci siamo trovati a Castagneto Carducci per foto e meeting. Ho conosciuto tutto il team. Ci saranno anche due meccanici italiani e questa cosa mi aiuterà. Sarà un bell’ambiente, ho avuto una bella impressione, di tanta professionalità.
Hai già parlato con loro per il tuo programma agonistico?
Dobbiamo ancora delineare il programma. Ho dato una bozza delle corse che mi piacerebbe fare ma dovremo chiaramente accordarci in base a come andrà la stagione. Vorrei iniziare con alcune gare in Belgio, magari di seconda fascia, per fare esperienza. Ad aprile e maggio vorrei concentrarmi con le prove di Coppa del mondo in pista. In estate mi piacerebbe fare una gara a tappe, anche di quelle brevi come il Baloise Ladies. Se devo però scegliere, ci terrei a correre il Giro, che ho già corso nel 2018 (nel 2020 arrivò fuori tempo massimo alla seconda e durissima tappa di Arcidosso, ndr), anche se so che il percorso solitamente è molto duro.
Meritatamente e un po’ a sorpresa, sei iridata dello scratch. Forse non te lo aspettavi neanche tu…
No, assolutamente. E’ sempre stato il mio sogno vincere un mondiale tra le elite, ma non pensavo di riuscire a raggiungerlo con lo scratch di quest’anno. E’ arrivato inatteso per come si è svolto e per il finale. Mi sarei aspettata di fare una bella volata, se tutto fosse andato bene.
Martina oro nello scratch ai mondiali su pista di Roubaix
Martina Fidanza, scratch d’oro ance agli europei di Fiorenzuola 2020
Sempre a Fiorenzuola 2020, il titolo europeo U23 del quartetto
Sul podio della madison, sempre a Fiorenzuola, con Chiara Consonni
Centra poi l’oro nello scratch agli europei di Plovdiv 2020
Martina oro nello scratch ai mondiali su pista di Roubaix
Martina Fidanza, scratch d’oro ance agli europei di Fiorenzuola 2020
Sempre a Fiorenzuola 2020, il titolo europeo U23 del quartetto
Sul podio della madison, sempre a Fiorenzuola, con Chiara Consonni
Centra poi l’oro nello scratch agli europei di Plovdiv 2020
Praticamente lo hai vinto per distacco. Cosa che non ti è mai successa nemmeno su strada…
Esatto (ride, ndr). Tutti i miei successi sono arrivati allo sprint.
Dal 2022 cosa ti aspetti a livello personale?
Sarà l’anno della crescita. Atleticamente, perché fare un calendario di buon livello mi aiuterà a cambiare le mie caratteristiche e colmare le parti che mi mancano. Umanamente, perché approcciarmi con una squadra straniera e lavorare in un ambiente totalmente diverso mi servirà tanto. Sono una persona che si adatta abbastanza bene.
Hai chiesto consiglio a tua sorella Arianna che corre all’estero da un paio di stagioni?
Non sono spaventata, ma andrò in un ambiente totalmente nuovo dove non avrò quella zona di comfort che ho avuto finora. Durante i primi giorni di ritiro mia sorella mi ha aiutata scrivendomi e cercando di tranquillizzarmi.
La tua compagna di nazionale Zanardi durante la Uci Champions League ha fatto una battuta dicendo che lo scratch è noioso. Vista la vostra amicizia, vuoi risponderle?
E’ noiosa la sua corsa a punti (ride, ndr). Scherzi a parte, naturalmente ho un bellissimo rapporto con Silvia. Ammetto che lo scratch sia una disciplina strana, perché non è una gara che si risolve sempre nel modo in cui si pensa. Magari ci sono tre favorite e poi il podio finale è tutt’altro. Anche questo è il bello.
Una delle regine dei mondiali di Roubaix è stata Martina Fidanza. La bergamasca ha aperto le danze con l’oro nello scratch. Una gara vissuta centimetro per centimetro in modo entusiasmante per chi era sugli spalti o alla tv e con la massima concentrazione per lei che era in pista. Martina è allenata da un giovane, ma già esperto, tecnico che risponde al nome di Andrea Fusaz del CTF Lab. Andrea ha tra le mani gente come De Marchi e Milan, giusto per citarne due.
Andrea Fusaz, preparatore della FidanzaAndrea Fusaz, preparatore della Fidanza
Da quanto tempo segui la Fidanza, Andrea? E soprattutto come è nata questa collaborazione? Lei bergamasca e tu friulano…
Sono due anni e mezzo che lavoro con Martina. E’ stato Roberto Bressan (patron del Cycling Team Friuli, ndr) a proporre questa collaborazione. Bressan accompagnando i nostri atleti in pista vedeva questa ragazzina molto talentuosa, con doti fisiche non comuni. Mi ha proposto come allenatore e lei ha seguito il suo consiglio.
E quanto è migliorata in questi due anni e mezzo?
Molto. E’ migliorata sia dal punto di vista fisico che mentale. Adesso Martina gestisce meglio gli sforzi, reagisce meglio alle fatiche, agli impegni in allenamento e a quelli con la nazionale.
E’ chiaro, parliamo pur sempre di una ragazza di 21 anni che ha ancora dei margini fisiologici…
E’ cresciuta molto infatti sull’aspetto aerobico. Prima faticava di più.
Se questa è una sua “lacuna”, con tutte le virgolette del caso, non è male visto che è la componente più facile da allenare…
Esatto, è più facile da mettere su, sia con gli allenamenti, sia andando avanti con gli anni. Avere una buona base aerobica è importante anche per la pista, perché questo le consente di recuperare bene, di aumentare i carichi di lavoro. Prima aveva più difficoltà nel recepire certi sforzi. Martina infatti era già avanti nella parte anaerobica (scatti, sforzi massimali, ndr), ma non poteva fare troppo.
Il prossimo anno Martina Fidanza lascerà la Isolmant per passare nella fila della WNT CeratizitIl prossimo anno Martina Fidanza lascerà la Isolmant per passare nella fila della WNT Ceratizit
Quindi come avete lavorato?
Abbiamo cercato di aumentare i watt alla soglia aerobica appunto. Questo ha fatto sì che lei potesse gestire meglio gli sforzi e anche essere più lucida. Può correre più libera. E questo è importante anche per il colpo d’occhio. Tanto più in una specialità come lo scratch. Al mondiale ha preso la decisione di andare via in due decimi di secondo, forse meno. E’ un istante tra l’andare e il non andare. Devi essere lucida.
Qual è la disciplina migliore per lei?
Beh, lo scratch è il suo regno. E’ una specialità non facile da interpretare. Come detto lei ha quel colpo d’occhio e per questo si è tolta e si potrà togliere ancora belle soddisfazioni. Io la vedo bene anche nella madison e nell’inseguimento a squadre. Sta trovando i suoi spazi e non credo avrà difficoltà ad arrivarci.
Capitolo strada: ci punta? Ci crede? O è solo funzionale alla pista?
Ci crede eccome. Adesso cambia anche squadra (va alla Ceratizit WNT, ndr) e così potrà avere i suoi spazi e bisognerà vedere nel nuovo team cosa le chiederanno. No, non sarà un’attività per accompagnare la pista. Anche perché oggi nessuno va alle corse per fare numero, tanto più una campionessa iridata. Questo contraddistingue i bravi corridori dai campioni. Questa maglia le dà più consapevolezza dei propri mezzi, della propria dimensione. E’ salita ad un altro livello fisico e mentale..
Andrea, abbiamo parlato di lavoro, di carichi… ma per darci un’idea di quanto può lavorare una ragazza come Martina (classe 1999) facciamo un paragone rispetto che so, ad un Jonathan Milan, che più o meno ha la stessa età e che segui sempre tu…
Il paragone con Jonathan è un po’ un problema: lui sostiene dei carichi molto grandi! Semmai per Milan la fatica è più mentale che fisica. Con Martina i carichi vanno dosati con accuratezza. Diciamo che tra strada e pista lavora da un 25% a un 35% in meno a seconda dei periodi.
Martina lavora molto anche in palestra (foto Instagram)Martina lavora molto anche in palestra (foto Instagram)
Hai detto che sulla strada ci crede: potremmo mai vederla davanti anche in salita o in gare più un po’ più dure?
In salita fa un po’ fatica direi! In ogni caso il lavoro per i percorsi più duri riguarda sempre la parte aerobica di cui dicevamo. L’obiettivo, anche su strada, è di diventare più endurance perché poi in volata si è mostrata sempre competitiva. E se migliora questa parte, spende meno e arriva meglio allo sprint.
Insomma la dote anaerobica è cosa sua! Ma è un qualcosa che ha di natura o è merito dei tecnici che ci hanno lavorato in precedenza?
E’ frutto delle due cose dire: di madre natura, ma anche di chi ci ha lavorato fino a tre anni fa. Gli allenatori precedenti hanno curato al meglio le sue doti, ma per essere competitiva a livello mondiale oggi non basta più, devi curare anche le tue doti peggiori.
Avete lavorato anche in palestra?
Certo, nei periodi in cui c’era bisogno o si poteva, perché lontani dalle gare, ci abbiamo lavorato. Anche perché una buona base di forza è indispensabile per sostenere certi carichi di lavoro.
Il velodromo iridato sembra una discoteca. Si accende e si spegne a seconda dei temporali che si alternano agli squarci di sole su Roubaix. E lo stesso vale per i suoi colori. I grandi finestroni fanno da “interruttore” a questo stadio del ciclismo. Nonostante le restrizioni indotte dal Covid (incredibili anche per noi giornalisti, sembra di essere tornati un anno indietro), la gente non manca sugli spalti.
Ogni volta che scende in pista un francese il tifo si esalta. Ieri però ci siamo esaltati noi con Martina Fidanza. La bergamasca ha vinto l’oro nello scratch, la “gara in linea” della pista. Si parte tutte insieme, 15 chilometri e chi arriva prima vince.
Parte lo Scratch femminile, la Fidanza è già davanti alla balaustra, un segno del destino…
Velodromo pieno sin dal le sessioni del mattino
Parte lo Scratch femminile, la Fidanza è già davanti alla balaustra, un segno del destino…
Velodromo pieno sin dal le sessioni del mattino
Fuga da lontano
E come ha vinto, Martina! Fossimo stati su strada potremmo parlare di un attacco solitario a 50 chilometri dal traguardo. E dire che nel clan azzurro avevano tutt’altre idee.
«Vero – ci dice una raffreddata neoiridata – l’idea era di fare e di vivere una gara tranquilla e puntare tutto sulla volata finale, magari anche partendo lunghe per non restare nel caos. Comunque di fare una gara molto più tranquilla a lineare. Poi però a cinque giri dal temine si è aperto un buco e quando sono passata davanti al nostro box Salvoldi mi ha detto di andare. E io l’ho ascoltato.
«Se mi ero accorta del buco? Certo, solo che sapete… cinque giri non sono pochi! Ero un po’ indecisa. Ma dopo la voce di Dino ci ho provato. Ed è andata bene».
In corsa Martina ha sempre gestito con lucidità ogni situazioneIn corsa Martina ha sempre gestito con lucidità ogni situazione
Obiettivo ben calibrato
Ed è stato un trionfo. Per due giri sembrava una scena irreale. Sembrava quasi che dietro ne mancassero venti di giri. Anche le altre sono rimaste sorprese: e adesso? Chi va a chiudere? Si sono dette… Ma è bastato il tempo di fare questi pensieri che Martina ormai era scappata. Bella spianata, compatta, potente sulla sua bici. Forse la migliore Martina di sempre.
«Sì – conferma la Fidanza – credo proprio di sì: la migliore di sempre. Ho avuto davvero delle belle sensazioni in corsa e fuori, soprattutto per questo periodo di fine stagione. Questo era il grande obiettivo dell’anno. Ci abbiamo lavorato molto. Abbiamo lavorato per arrivarci al top e ci siamo riusciti. Anche se adesso ho un po’ di raffreddore. Mi è arrivato questa notte. Già ieri mattina sentivo un po’ di mal di gola, ma è andata bene. Comunque non fa niente. L’importante è tenere duro fino a stasera.
«Com’è stato il feeling con la pista? All’inizio non un granché. Questo anello ha rettilinei molto lunghi e curve strette rispetto alle altre piste. E – aggiunge dopo una breve pausa – non è il massimo per i quartetti».
Martina taglia il traguardo esultando. Alle sue spalle l’olandese Van der Duin e l’americana ValenteMartina taglia il traguardo esultando. Alle sue spalle l’olandese Van der Duin e l’americana Valente
Verso il quartetto
Quartetti: eh già perché non è finita affatto. Tra poche, pochissime ore, la Fidanza tornerà sul parquet francese per la finale dell’inseguimento a squadre. Ed è lecito attendersi ancora qualcosa d’importante. Un quartetto che comincia a diventare di peso internazionale. C’è anche la Balsamo (e dovrebbero esserci la Consonni e la Alzini, la Paternoster ha l’eliminazione in serata). E se è vero che i nomi contano quasi come le gambe…
Martina tuttavia è super serena. «Ah sì, sì – ride – dopo un oro mondiale sono tranquillissima e rilassata! Ma darò il massimo. In ogni caso sarà un quartetto particolare con questa pista. Ci abbiamo messo un po’ per abituarci, soprattutto con i cambi. In qualche modo vanno anticipati, non devi andare troppo in alto e il cambio stesso deve essere invece un po’ più ampio (come a dire più lungo, ndr)».
Noi però ancora abbiamo la testa a ieri. Al momento in cui Martina Fidanza accelera, le altre si guardano e il buco si apre. Un capolavoro tecnico-tattico. E ancora oggi qui in velodromo si parla solo quell’istate. Anche i colleghi stranieri, cidanno una pacca sulle spalle e ci ricordano di ieri: «Che brava Martina!». E i francesi hanno applaudito, anche se non era una delle loro…