Martina brinda alla prima e pensa al mondiale in pista

06.09.2022
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La sua stagione non è stata troppo fortunata, tuttavia Martina Fidanza (in apertura con il padre Giovanni) è riuscita a togliersi alcune soddisfazioni nell’ultimo mese. Una decina di giorni fa ha rotto il ghiaccio vincendo la sua prima gara UCI al Giro di Toscana, mentre agli europei in pista si è messa al collo la medaglia d’argento col quartetto.

Questi risultati non vanno a saldare il credito che la 22enne della Ceratizit-WNT vanta nei confronti della sfortuna, ma la stagione non è finita e c’è ancora tempo per raccogliere qualcosa. Proprio con lei abbiamo fatto il punto della situazione per sapere anche cosa ha messo nel mirino da qui alla fine dell’anno.

Ghiaccio rotto. Martina Fidanza al Giro di Toscana ha vinto la sua prima gara UCI (foto Ossola)
Ghiaccio rotto. Martina Fidanza al Giro di Toscana ha vinto la sua prima gara UCI (foto Ossola)
Martina a Campi Bisenzio hai esultato. Che effetto ti ha fatto?

E’ stata una emozione forte e particolare. Nei giorni antecedenti alla corsa mi sentivo col mio diesse Steve Sergeant, che chiedendomi come stessi, mi diceva «Dai, vieni al Toscana a vincere!». Ed io gli rispondevo che era ciò che volevo da inizio anno. Però non avevo buone sensazioni in gara anche se avevo fatto seconda nel prologo di apertura. Arrivavo da un periodo debilitante. Ho tenuto duro e a metà corsa ho vinto un traguardo volante, che mi ha dato qualche secondo per la generale e soprattutto morale. Così con la squadra abbiamo deciso di puntare alla volata, vincendola. Grazie anche quell’abbuono, avrei potuto prendere anche la maglia da leader. E’ andata come avevamo previsto. E’ stato bellissimo anche se è durato poco…

Perché?

Come ho detto, non stavo troppo bene. Ero debole. Il giorno dopo sono arrivata staccata e all’ultima tappa ero proprio sfinita. Era una frazione dura. Non volevo ritirarmi perché già eravamo partite solo in quattro e volevo rendermi utile. Lara (Vieceli, ndr) voleva fare la corsa e così le ho dato una mano finché ho potuto. Poi d’accordo col diesse mi sono fermata perché non ha aveva senso sforzare il corpo.

Quest’anno a livello fisico purtroppo hai avuto qualche problema.

Non mi sono fatta mancare nulla (ride, ndr). A dicembre avevo fatto quell’ablazione al cuore. Poi ho preso il Covid. Ho iniziato a correre a marzo, ma già a metà mese ero nuovamente ferma per la brutta caduta alla Nokere Koerse. Lì mi sono rotta delle vertebre e mi ha dato qualche ripercussione a livello morale. Sono rientrata a fine maggio alla RideLondon ma avevo un po’ di paura a stare in gruppo. Al Giro Donne ho battuto il polso destro alla quinta tappa e ci sono ricaduta sopra in pista. Infine agli europei ho avuto una forte forma influenzale che per fortuna non era Covid. Ecco, io sarei anche a posto così

Nonostante tutto, hai comunque centrato dei risultati. Vedi il bicchiere mezzo pieno?

Devo essere sincera, mi aspettavo di fare di più, soprattutto perché sono molto esigente con me stessa. Però se contestualizzo tutte le situazioni, posso essere soddisfatta. A maggio a Milton in Nations Cup su pista ho vinto con l’inseguimento a squadre e nello scratch. Non ero al top, però avevo delle responsabilità dato che correvo con la maglia iridata. Sempre col quartetto ho conquistato l’argento agli europei di Monaco. Al Giro Donne ho fatto solo una top 10 all’ultima tappa, ma ero felice perché lo avevo portato a termine bene. Lì ho ritrovato quella giusta confidenza per stare in gruppo senza timori.

Nel 2023 la tua squadra dovrebbe diventare WorldTour. Com’è il tuo bilancio con loro?

Buonissimo. In Ceratizit sto molto bene. Non c’è pressione per il risultato. Vogliono il bene dell’atleta, sia a livello fisico sia a livello ambientale. Non ci fanno mancare nulla. So che hanno fatto richiesta per la categoria superiore, però bisogna capire se ci sarà il posto. In ogni caso, la nostra squadra anche se rimanesse continental è lo stesso ben attrezzata e molto professionale. Non si noterebbe la differenza.

Il tuo calendario ora cosa prevede?

Ho ancora un po’ di gare. Il 16 e 17 settembre correrò in Belgio il Tour de la Semois, poi il giorno successivo farò il Gp Isbergues. Dovrei fare anche il Giro dell’Emilia e la Tre Valli Varesine Women. Nel mezzo però correrò i campionati italiani in pista (dal 20 al 22 settembre, ndr) a cui tengo molto.

Immaginiamo ci siano altri obiettivi per il finale di stagione.

Certamente. Il mondiale su pista è quello principale. Ci sono pochi posti disponibili e voglio arrivarci con il picco di forma giusto. Dovrei fare lo scratch, dove cercherò di bissare l’oro dell’anno scorso. E contemporaneamente vorrei riscattare la brutta prova all’europeo, in cui sono stata condizionata dall’influenza e che mi aveva fatto saltare la madison. Punto anche a partecipare col quartetto. A Monaco ho corso in terza posizione, anche se mi si addice di più la prima, quella della partenza. Spero di poterlo correre e ottenere una medaglia.