Orgoglio Confalonieri: «Saremo parte di questa vittoria»

09.10.2021
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Maria Giulia Confalonieri con i pugni chiusi d’orgoglio, mentre Elisa Balsamo piangendo ringrazia le compagne. Maria Giulia Confalonieri che passa sul traguardo di Leuven con le braccia alzate come la compagna di nazionale. Che sorride guardandosi intorno, sentendo di far parte di una storia più grande. Poi le parole di Saul Barzaghi, il fisioterapista della squadra azzurra. Sul fatto che quella maglia azzurra, la Mary ha dovuto sudarsela. Sul fatto che una così, con la sua capacità di fare gruppo e stemperare le tensioni, in nazionale dovrebbe esserci sempre. E che se alle Olimpiadi ci fosse stata lei, forse tante grane non ci sarebbero state.

L’abbraccio con Elisa Balsamo dopo la volata iridata: orgoglio sulla pelle
L’abbraccio con Elisa Balsamo dopo la volata iridata: orgoglio sulla pelle

Cross e weekend

A pochi chilometri da Seregno, casa sua, sta per partire il Giro di Lombardia, mentre le altre ragazze sono ancora in Gran Bretagna. La squadra, la Ceratizit WNT ha scelto di non andare, per cui dopo la Roubaix la sua stagione è finita. E’ il momento di prendersi del tempo per sé, di curare i ricordi e di capire se c’è il margine per allenarsi un po’ nel ciclocross. Assieme a sua cugina, Alice Maria Arzuffi, campionessa d’Italia.

«Qualche allenamento con lei l’ho sempre fatto – sorride – ma adesso devo capire se riesco a organizzarmi con la squadra. Se trovo una bici. La stagione ricomincia a febbraio, le temperature si sono abbassate e sarebbe un bel modo per fare qualcosa. Niente vacanze troppo esotiche quest’anno. Ieri ho fatto una camminata in montagna con il mio cane. Me ne sto in famiglia. E magari con il mio compagno Mattia faremo qualche weekend in giro per l’Europa».

Strade Bianche 2021, chiude con un 50° posto su un percorso duro per lei
Strade Bianche 2021, chiude con un 50° posto su un percorso duro per lei
Allora torniamo a Leuven, ti va? Che cosa ha significato quella maglia azzurra?

Indossarla mi ha sempre reso super orgogliosa. Ci tenevo tanto. Sapevo che il mondiale era finalmente adatto alle mie caratteristiche, dopo due anni per scalatori. Ci puntavo tanto da inizio anno. Sapevo che su quel percorso Elisa (Balsamo, ndr) fosse almeno da podio. Quando poi ho visto che le olandesi ci hanno fatto il regalo di non attaccare da lontano, ho capito che tirava aria buona.

Sempre le olandesi…

Erano quelle da battere, ma a un certo punto devi anche guardare i numeri. E delle ventitré che si stavano giocando il finale, noi eravamo in cinque. Cinque che hanno corso con un solo obiettivo. Siamo state brave a fare la volata, mentre Marianne Vos è stata lasciata sola.

Balsamo campionessa del mondo.

Elisa non è solo una compagna di nazionale, è anche mia amica fuori dalla bicicletta. Il mondiale è il giusto premio per un’annata in cui si è dedicata anima e corpo alla pista.

Nel 2018 compagne in Valcar e nella madison tricolore al Vigorelli: Confalonieri e Balsamo
Nel 2018 compagne in Valcar e nella madison tricolore al Vigorelli: Confalonieri e Balsamo
Siete state un gruppo eccezionale, si poteva pensare?

Ho un buon rapporto con tante delle ragazze del giro azzurro, ma siamo donne e non si può sempre andare d’accordo. Però siamo state davvero un bel gruppo. Con Elisa, Marta e Vittoria (Balsamo, Cavalli e Guazzini, ndr) ci conosciamo da sempre. Sul fatto che con me le tensioni se ne vanno, come dice Saul… sono sicuramente più rilassata di altre.

Saul ha parlato dell’esclusione dalle Olimpiadi, come di un brutto momento.

A inizio stagione quella convocazione era un obiettivo come pure i mondiali. Nel quartetto non ho mai dimostrato di valere le quattro titolari, ma potevo essere riserva e poi fare la madison. Intendiamoci, l’esclusione poteva starci, non l’ho presa malissimo, perché le altre l’hanno meritata. E’ anche vero che potevo fare solo la madison, ma sono dispiaciuta perché le cose non sono state dette fino all’ultimo.

Tante hanno saputo nella conferenza stampa…

Che io non ho seguito, perché sapevo che non sarei stata portata. Abbiamo lottato per cinque anni, ma è il bello e il brutto di far parte di un gruppo forte.

Si può pensare a Parigi 2024?

Non credo. Le altre ragazze sono giovani, avranno la possibilità di giocarsi quel traguardo e raggiungeranno grandi risultati. Io ho 28 anni e voglio dedicare gli ultimi anni della mia carriera alla strada. Voglio togliermi qualche soddisfazione.

Chiudi gli occhi, quale immagine salta fuori pensando al giorno di Leuven?

Sono due. Cantare l’inno tutte insieme sotto il podio. Ma prima, il momento in cui da dietro ho visto Elisa che alzava le braccia al cielo. Mi sono sentita come se avessi vinto anche io. Il ciclismo è uno sport di squadra, ma vince uno solo. Quel giorno abbiamo vinto tutte. Saremo per sempre parte di questa vittoria.