Casa Fidanza: quando il ciclismo è parte integrante della famiglia. Di fratelli, di padri e figli che corrono ce ne sono stati nella storia di questo sport, ma un papà e una mamma (Nadia Baldi) ex corridori, che hanno due figlie professioniste ancora non lo avevamo visto. E invece Giovanni Fidanza ci è riuscito con Arianna e Martina. C’era anche Eleonora, più piccola ancora, la quale però ha smesso.
Che poi, riuscito… «Ha fatto tutto Arianna – racconta Giovanni – io non l’ho mai spronata ad iniziare. Nel nostro paese, Brembate di Sopra, c’era una squadra di ciclismo con tanti ragazzini e tante ragazzine e ha voluto provare anche lei. Si allenavano sulla pista di atletica. Credevo non durasse più di un mese e invece… Io all’epoca ero il direttore sportivo dell’Alexia Alluminio ed ero sempre fuori. Arianna è andata avanti e Martina l’ha voluta seguire qualche anno dopo».
Resistenza e volate
Nasce così la storia delle sorelle Fidanza. Giovanni non ha mai forzato la mano. Però la sua disponibilità nel tempo non è mai mancata.
«Sono arrivate entrambe ad un buon livello. Arianna è nel WorldTour e oggi in generale il livello femminile è cresciuto molto, sia tecnicamente che sul piano organizzativo-mediatico e l’accostamento con le gare maschili è stata una buona mossa. Credo che Arianna sia più resistente. Martina invece è più forte in volata. Sono predisposizioni genetiche.
«Martina per adesso si sta concentrando molto sulla pista, Arianna invece ormai ha fatto una scelta ben precisa con la strada. Ma è anche giusto visto il livello al quale compete. Sta continuando i suoi progressi e sono convinto ne farà altri quest’anno. Per lei i miglioramenti saranno più piccoli e difficili, proprio in virtù dell’elevato livello a cui è arrivata, ma ha la squadra (Mitchelton, ndr) e l’età giusta per farlo».
A casa Fidanza
In una famiglia cresciuta a pane e ciclismo la domanda viene spontanea: a casa Fidanza si parlerà di bici sempre, anche a tavola?
«Non solo – dice Giovanni – parliamo di sport, di attualità e chiaramente anche di ciclismo, ma solo se capita, e quasi sempre se loro mi chiedono qualcosa. Poi è chiaro che nella pianificazione della giornata ci sia il ciclismo nella nostra vita.
«Entrambe si sono subito trovate bene con la bici. Entrambe hanno subito colto buoni risultati. Arianna è stata sin da subito più determinata, convinta. Voleva sempre andare alle gare, anche dopo una caduta. Si rialzava subito e cercava di capire se poteva esserci la domenica successiva. Anche se magari io e la mamma le dicevamo: adesso stai ferma dieci giorni. No, lei è sempre stata molto tenace.
«Martina invece è stata meno costante. A volte mollava un po’, ha avuto dei periodi distrazione. Ma è normale alla sua età. La molla per me le è scattata guardando la sorella vincere il mondiale su pista (Glasgow 2013, corsa a punti, ndr). Lo vedemmo insieme con mia moglie al computer. Da lì Martina è cambiata».
Passato e futuro
Giovanni è il direttore sportivo della Eurotarget Bianchi, dove tra l’altro corre Martina (lei è delle Fiamme Oro). Giovanni le seguiva anche nella preparazione, adesso ognuna ha le proprie figure di riferimento, però capita che se lui è un po’ allenato esca con le figlie.
«Da piccole, soprattutto Arianna che è più grande, mi diceva: papà, ma perché tu non vieni mai in bici con me come gli altri genitori? Aveva 7-8 anni… In questi periodi capita più spesso di uscire insieme. Arianna è sempre in “gara”! Davvero lei spinge sempre, Martina invece è più attenta alle tabelle, programma di più».
Arianna, ma ancora di più Martina, non si ricordavano molto del papà-corridore. Erano piccole, però con il tempo lo hanno “scoperto” e qualche domanda hanno iniziato a farla. Si sono trovate questo “valore aggiunto” in casa e i consigli sono sempre pronti.
«Mi chiedono soprattutto degli allenamenti, di come facevo io. Quest’anno quando Arianna è andata a fare la ricognizione della Parigi-Roubaix le ho parlato dell’ambiente, dei percorsi… ma non le ho spiegato troppo del pavé. Quello lo devi provare, le ho detto, non capiresti. E infatti quando è tornata mi ha detto: papà, pensavo fosse brutto, ma non così!».