Tra tutte le liste dei desideri di questo periodo di feste, siamo certi che Arianna Fidanza nella calza dell’Epifania – data in cui compirà 27 anni – vorrebbe trovare in dono una bella quantità di fortuna.
Dopo la pandemia dell’anno passato, che le ha condizionato l’attività più di altre colleghe, e la frattura della rotula sinistra dello scorso 2 agosto che l’ha costretta a chiudere in anticipo la stagione, la bergamasca della BikeExchange-Jayco (in apertura nella foto BEX Media) vanta un bel credito con la buona sorte. Abbiamo voluto sentire i suoi propositi per il 2022, ma anche ciò che sono state le ultime due annate, dopo il trasferimento alla Lotto-Soudal Ladies nel 2020.
Sistemata la frattura della rotula, è iniziata la fase di rieducazione (foto Instagram) Ad agosto 2021 la frattura ha chiuso la sua stagione (foto Instagram)
Arianna, innanzitutto com’è andato il recupero della frattura?
Bene. Abbiamo scelto una terapia conservativa facendo 54 giorni con la gamba immobilizzata tra gesso e tutore. Alla fine il frammento osseo si è ricalcificato da solo, non c’è stato bisogno dell’operazione. Quando ho liberato la gamba, ho iniziato a fare nuoto ed una assidua fisioterapia con ginnastica propriocettiva. Non ho grandi fastidi ai tendini posteriori del ginocchio e va tutto bene.
Quando hai ripreso ad uscire su strada?
Dopo l’ultima visita dall’ortopedico, circa due mesi dopo l’incidente, ho pedalato un po’ sui rulli. Poi il primo giro di un’ora e mezza l’ho fatto qui attorno a casa insieme a mio papà Giovanni e mia sorella Martina. Ero un po’ tesa perché inizialmente il movimento non mi veniva naturale, ma piano piano ci ho ripreso la mano. A metà dicembre ho fatto dieci giorni di ritiro a Cambrils in Spagna con la squadra, facendo un bel carico di lavoro. E anche moralmente mi sto decisamente riprendendo.
Corri in un team straniero dal 2020. Che stagioni sono state le ultime due?
Di crescita personale, anche perché sono sempre stata l’unica italiana in squadra. Ero spaventata inizialmente da questo cambiamento. Invece è andato tutto per il meglio, fin dai primi mesi alla Lotto-Soudal dove ho incontrato persone, tra staff e compagne, con cui mi sono trovata benissimo. Poi ho avuto la possibilità di alzare il mio livello andando nel WorldTour con la BikeExchange. La squadra è molto organizzata e qui mi sono messa a disposizione delle compagne. Lavorando per loro sono migliorata molto, ho capito tante dinamiche. Sono comunque entrata a contatto con due mentalità diverse, la belga e quella australiana.
Che differenze ci sono?
Hanno una visione del mondo della bici diversa, ma mi piacciono entrambe. Da una parte e dall’altra c’è tanta professionalità. Per quella belga vi porto un esempio. Primo ritiro in gennaio lassù. Giornata di test e poi allenamento su strada. C’erano zero gradi, un freddo incredibile e pioveva. Da italiana ho pensato che non saremmo mai usciti, invece ci siamo ben coperte e abbiamo pedalato per quattro ore facendo la ricognizione della Omloop Het Nieuwsblad (tradizionalmente la prima classica del calendario verso fine febbraio, ndr). Nonostante il meteo, tutte eravamo contente di averlo fatto. Da quel giorno ho capito che ero in una realtà lontana dalla nostra.
Nei dieci giorni di ritiro a Cambrils, per Arianna il ritorno alla normalità dopo la rieducazione (foto BEX Media) La squadra, sponsorizzata Giant, correrà nel femminile con bici LIV (foto BEX Media)
Nei dieci giorni di ritiro a Cambrils, per Arianna il ritorno alla normalità dopo la rieducazione (foto BEX Media) La squadra, sponsorizzata Giant, correrà nel femminile con bici LIV (foto BEX Media)
E quella australiana?
Nel mio team attuale hanno un modo di vivere il ciclismo più sereno al di fuori della bici. Poi in gara e in allenamento o quando abbiamo bisogno sono tutti molto concentrati e precisi. Il creare un bel gruppo fuori dalla competizione ti fa pesare un po’ meno la pressione. Questo può aiutare a staccare quando esci da un periodo intenso di corse.
Tuo padre qualche giorno fa ci ha detto che ti è mancata la fortuna…
Sì, è vero. Nel 2019 ho avuto due incidenti. L’anno scorso ad inizio stagione avevo acquisito una grande forma, ero partita molto forte con un paio di buoni piazzamenti. Col clima freddo, sono sempre riuscita ad esprimermi al meglio. Poi il lockdown mi ha fatto perdere tutta la condizione. Infatti quando siamo ripartiti ad agosto non sono più riuscita a ritornare su quegli standard. Anche al Giro Donne mi sono dovuta fermare per forti problemi gastrointestinali (ritiro alla terza tappa, ndr). Nel 2021 la stagione stava andando bene, ma è arrivato questo infortunio.
Nel 2022 qual è la tua volontà?
Vorrei riconquistare quello che la sfortuna mi ha tolto. Sicuramente vorrò lavorare bene per la squadra, farò quello che mi chiederanno. Spero anche, come è successo già in questa stagione, che la squadra mi lasci qualche spazio. Cercherò di farmi trovare pronta e di partire forte all’inizio visto che ci sono gare adatte a me, come quelle in Belgio. Il Fiandre è il mio sogno nel cassetto, ma attualmente una gara vale l’altra per dare il meglio di me. Anche perché si è alzato tantissimo il livello in ogni corsa.
Che effetto ti farà avere tua sorella Martina come avversaria per la prima volta?
Sarà una sensazione strana vederla in gruppo con una maglia diversa dalla mia o dalla squadra di mio padre. In effetti in questi due anni non ci siamo mai incontrate. Per lei sarà una bella esperienza e motivo di crescita. A dire il vero, non mi ci vedo però che spalleggiamo in un possibile sprint, abbiamo un bel rapporto (ride, ndr). Battute a parte, credo che in qualche gara abbastanza semplice potremmo trovarci gomito a gomito a sprintare. Sarebbe bellissimo centrare un risultato assieme nella stessa gara. Ci proviamo.