Manlio Moro, la pista nel Dna e una freccia in più per Villa

02.11.2021
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A fare 4’10”509 nell’inseguimento individuale ci riescono in pochi al mondo. Farlo a 19 anni è qualità per pochissimi. Di sicuro lo è per Manlio Moro. Il friulano di Azzano Decimo, Pordenone, ai recenti mondiali su pista di Roubaix ha stupito tutti. Anche se stesso.

«In effetti non mi aspettavo di andare così forte – racconta Moro – A Roubaix mi aspettavo di migliorare il mio tempo, ma se penso che ad inizio anno avevo fatto 4’18”… Se avessi corso contro me stesso mi sarei ripreso… e anche staccato! E poi nella seconda metà della stagione mi ero anche rotto il polso. Ero caduto nella tappa dello sterrato all’Adriatica-Ionica. Credevo fosse tutto perduto, invece se guardo il lato positivo mi sono riposato. Diciamo così…».

Manlio Moro e Marco Villa durante una fase dei recenti mondiali di Roubaix
Manlio Moro e Marco Villa durante una fase dei recenti mondiali di Roubaix

La pista nel Dna

Manlio è un vero appassionato della pista. Lui ha iniziato a correre seguendo le orme di papà Claudio, un amatore ma con la bici nel sangue. Le prime gare le ha fatte da G4 e la pista di Pordenone è diventata presto il suo parco giochi. D’altra arte non può essere che così per chi da bambino ammirava le imprese di Wiggins sul parquet. 

«Fino agli allievi ci ho girato sempre. Da juniores di primo anno non ci sono più andato. Poi alla Borgo Molino, al secondo anno, con il diesse Cristian Pavanello abbiamo detto: proviamo a fare l’inseguimento individuale. C’erano gli italiani e ci siamo andati. Da quel momento la fiamma è tornata forte. Ho visto che andavo anche bene, che ero arrivato in nazionale ed eccomi qui».

Pensate che rischio se Pavanello e la sua squadra non lo avessero rimesso in pista. Pensate che talento che avremmo perso. E sì perché un ragazzo del genere è un’altra freccia pregiata nell’arco di Marco Villa.

E’ quella competizione interna che aiuta nella crescita del movimento e che porta altri talenti. Si innesca un circolo virtuoso.

Il ritorno in pista al secondo anno da juniores: subito tricolore nella sua Pordenone (foto Instagram)
Il ritorno in pista al secondo anno da juniores: subito tricolore nella sua Pordenone (foto Instagram)

Un posto da titolare

E Moro in quel quartetto ci vuol stare. Ci punta.

«Certo che sogno un posto da titolare! E’ un mio obiettivo di sicuro. So che ci devo lavorare, fare altre gare e crescere ancora. Per ora con i ragazzi ho girato in allenamento. Mi aiutano ad inserirmi. Ganna mi dà parecchi consigli, ma anche Milan e lo stesso Consonni e Viviani. Sono migliorato nei cambi, nella fluidità dei gesti. Riesco a spingere rapporti più duri. Ma più giri e più migliori, anche nella tecnica».

«La mia posizione preferita? Behn, quando sono con gli under 23 il quarto. Faccio il Ganna! Ma se un giorno dovessi far parte del quartetto titolare credo che sarebbe difficile togliere quel posto a Pippo. E allora dico il terzo, anche se c’è Milan, perché Jonathan è anche molto veloce, più veloce di me e sa fare bene la partenza. Lui la soffre meno, è più esplosivo».

Massima concentrazione prima di scendere in pista e dare tutto in poco più di 4′: l’essenza dell’inseguimento
Massima concentrazione prima di scendere in pista e dare tutto in poco più di 4′: l’essenza dell’inseguimento

“Ladro” appassionato

E allora con Moro facciamo una sorta di gioco e gli diciamo di “rubare” una caratteristica ad ognuno dei ragazzi del mitico quartetto di Tokyo.

«A Pippo ruberei le gambe nei tre giri finali. A Milan la determinazione e la voglia di crescere. A Lamon l’esplosività e a Consonni la grinta. Simone ha una testa… dove non arriva con le gambe ci arriva con la grinta».

Non è mai banale Moro nelle sue risposte. Non è un super chiacchierone, ma argomenta bene ciò che dice. Merito della passione.

«Non saprei dire cosa mi passa per la testa quando sono in pista e spingo a tutta. Il bello per me è che sei tu da solo contro il tempo e quindi contro te stesso. Fare il quartetto per me è un sogno. Ho un debole per questa specialità. Mi piace così tanto che mi sembra di non fare fatica, anche se poi se ne fa tanta».

L’assolo alla Coppa Città di Bozzolo
L’assolo alla Coppa Città di Bozzolo

Sull’asfalto con la Zalf

Manlio è alto 190 cm per 78 chili. Il suo profilo ricorda quello di Milan. Anche lui molto alto, anche lui giovanissimo e anche lui friulano. Due veri gioielli della nostra nazionale. Le Olimpiadi già ce le ha in testa e per certi aspetti parla già da veterano. E’ un ragazzo serio. Pensate che ha fatto una scuola professionale nella quale si è specializzato nella lavorazione del legno.

Per quanto riguarda la strada, Manlio corre nella Zalf. Quest’anno ha anche vinto una corsa, la Coppa Città di Bozzolo.

«Sono consapevole che la strada è un’opportunità in più – conclude Moro – la pista aiuta la strada e la strada aiuta la pista, le cose che alleni da una parte ti servono dall’altra. Il mio obiettivo è provare a passare professionista su strada, anche se per adesso non ho avuto offerte. Ma io farò del mio meglio per riuscirci».

I 30″ di blackout, unico neo nella stagione perfetta di Ganna

22.10.2021
4 min
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Quello che non ti aspetti succede. Succede eccome, specie se sei in un velodromo e ti giochi tutto sul filo dei centesimi. In attesa della finalissima dell’inseguimento individuale la notizia del giorno, stavolta non bella come quelle di ieri, è l’esclusione di Filippo Ganna dalla finalissima. Il campione del mondo non potrà difendere il suo titolo. E’ l’unico neo della sua stagione perfetta.

Alla fine il momento della stanchezza è arrivato anche per lui. Pippo è partito malissimo. Al termine della prima tornata aveva l’ultimo tempo. Noi che siamo all’interno del velodromo, lo abbiamo visto “spento”, scarico nelle prime pedalate. Come chi è stanco e non ha forza, almeno quella esplosiva che serve per portare a regime un 60×14 nel più breve tempo possibile. E la nostra sensazione è stata avallata poco dopo dal cronometro. Ganna è dietro. Nel velodromo si sente un “ohh” di stupore.

Ore 11:30, si lascia l’hotel. L’inseguimento individuale è l’ultimo appuntamento della stagione
Ore 11:30, si lascia l’hotel. L’inseguimento individuale è l’ultimo appuntamento della stagione

Un blackout

Tuttavia il cittì Marco Villa non è dello stesso parere. Tra l’altro lui, sempre composto nei gesti a bordo pista, stavolta faceva segnali molto più evidenti per far cambiare marcia al suo atleta.

«Però – dice il cittì – se andiamo a rivedere i tempi Pippo ha finito fortissimo. E’ stato il più veloce di tutti e questo non è segno di stanchezza almeno per me. E’ partito male. Ha perso quasi tutto il terreno in quella fase».

E questo è vero. Rispetto a Lambie al passaggio del primo chilometro Ganna accusava 3,3 secondi di ritardo. A fine gara il distacco era di 3,1 secondi. I due hanno fatto una corsa parallela se vogliamo. Pippo ha fatto 62,078 chilometri orari di media nel quarto chilometro. Il parziale migliore in assoluto, tanto più se si considera che lo ha fatto all’ultimo chilometro.

«Ganna ha avuto 30 secondi di blackout – riprende Villa – Ho parlato con lui e mi ha detto che non riusciva a spingere: non partivo, non partivo… mi diceva. Poi si è messo sotto e ha recuperato. Ma fino a metà gara non riusciva ad esprimersi come voleva.

«Le partenze da fermo? Sicuramente non ci abbiamo lavorato negli ultimi periodi specie per quel suo problemino che ha avuto alla schiena (è caduto prima della Bernocchi che ha saltato, ndr) e qualche lavoro specifico per l’inseguimento individuale lo ha saltato».

Pochi istanti al via del quartetto, la tensione sale. Ganna sembrava più teso ieri sera che oggi pomeriggio
Pochi istanti al via del quartetto, la tensione sale. Ganna sembrava più teso ieri sera che oggi pomeriggio

Allarme rosso? Anche no!

Quando un campionissimo come Pippo commette mezzo passo falso subito si accendono i riflettori su di lui. Cosa è successo? Perché? Domande che è lecito porsi e che non vogliono essere un processo a questo ragazzo che ci ha regalato mille emozioni in questi anni e in particolar modo in questo 2021.

«La prestazione di oggi ci dice che Ganna è umano – spiega Villa – Ci può stare che dopo l’oro di ieri sera, al quale forse teneva più di tutti perché era quello che mancava, si sia un po’ scaricato mentalmente. E’ fine stagione anche per lui. Ogni giorno una pressione nuova. E oggi era stanco di ripartire per giocarsi qualcosa d’importante».

 

«A me sembra come se la voglia, che in questo caso è una brutta parola, gli fosse tornata a metà gara. La vedo un po’ come ad Hong Kong, quando non ha creduto nella finale. Se però serve per fargli avere più grinta l’anno prossimo, quando avremo un solo appuntamento da preparare (il mondiale, ndr), ben venga».

Villa poi esclude che Ganna abbia sottovalutato la gara. «Anzi, Pippo nonostante tutto ciò che ha vinto è spesso pieno di dubbi. Non ha sottovalutato nulla: mai, né ieri nel quartetto, né oggi».

Cioni a Roubaix proprio per Ganna (che sfila alle sue spalle durante le prove del mattino)
Cioni a Roubaix proprio per Ganna (che sfila alle sue spalle durante le prove del mattino)

L’occhio lungo di Cioni  

Da parte nostra, pensavamo che il quartetto, sicuro di quel che stesse facendo, avesse volutamente risparmiato Ganna pensando alla gara individuale e alla sfida con Lambie. Pippo ha tirato molto meno del solito. Forse invece non ha spinto troppo perché non era super. Inoltre, ma sono solo voci, si diceva che volesse saltare almeno un turno del quartetto. Ma così non è stato. Magari se Villa avesse saputo di un Bertazzo così in forma avrebbe osato, ma vallo a tirare fuori un Ganna!

Al mattino, ai margini dei box avevamo incontrato Dario Cioni, diesse e preparatore del piemontese. E quando gli avevamo lanciato sul piatto questa nostra disamina sul discorso delle energie risparmiate, Dario era stato onesto.

«Non credo che sia per quel motivo. Non lo hanno fatto risparmiare. La condizione di Filippo non è super come quella alla quale siamo abituati, però sta bene. Di impegni in questa stagione ne ha avuti tanti. Va forte da tantissimo tempo». 

In ogni caso Ganna sembra già aver ritrovato il piglio giusto. La rabbia che serve. Si dice voglia fare il record del mondo e per questo ha anche fatto montare ai suoi meccanici un rapporto diverso, un rapporto mai usato prima in gara: il 61×14. E poi il bronzo è l’unica medaglia che non ha conquistato nell’inseguimento individuale. La cosa si fa interessante…

Quartetto infinito… Francia demolita e il mondiale è nostro

21.10.2021
5 min
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All’improvviso il velodromo di Roubaix si fa più silenzioso. E’ il momento della finale dell’inseguimento a squadre. A contendersi il titolo mondiale ci sono la Francia da una parte e l’Italia dall’altra, con il quartetto delle meraviglie. Quando lo speaker annuncia i “campioni olimpici” non vola una mosca. La tensione si taglia col coltello. Il pubblico sa chi siamo, ma loro corrono in casa.

Immagine un po’ sgranata, ma che rende l’idea: Villa a raccolta prima del via con tutti i suoi ragazzi
Immagine un po’ sgranata, ma che rende l’idea: Villa a raccolta prima del via con tutti i suoi ragazzi

Testa a testa

Si parte. Milan allunga un pelo la gittata del lancio e cambia dopo due giri e un po’. Siamo subito in vantaggio. La Francia però non molla e ad un certo punto ci passa davanti. Villa allora che si trova nella curva immediatamente dopo l’arrivo inizia a fare gesti diversi ma non fa una piega. Resta compostissimo.

Con la mano fa un segno come a chiamare i suoi ragazzi, che guarda caso buttano giù subito due decimi in un giro. La Francia però morde. Noi impassibili. Ultimi tre giri, 750 metri. Il vantaggio azzurro è esiguo, ma all’improvviso si capisce la “tranquillità” di Villa. La Francia perde un bel po’. Noi invece siamo ancora in quattro. I transalpini si allungano. Si aprono letteralmente. Restano in due. Per tenere il nostro ritmo si sono distrutti. Il cittì si rialza. Mette via il tablet su cui segnava i tempi già prima della fine della gara e si dirige verso l’arrivo.

Ultima curva, i ragazzi spuntano e lui li accoglie a braccia alzate.

Il quartetto spunta dall’ultima curva e Villa già esulta
Il quartetto spunta dall’ultima curva e Villa già esulta

Tabella demolitrice

«E’ andato tutto come doveva andare – dice Villa quasi commosso – sapevamo che la Francia ci avrebbe tenuto di sicuro fino ai 2.000 metri. E per questo non ci siamo scomposti quando sono passati davanti. Ma quei ritmi devi tenerli fino alla fine. Noi abbiamo impostato una tabella per tenerli lì e farli faticare. 

«Arrivare in quattro non significa non aver dato tutto, ma significa aver rispettato la tabella di marcia. E nel finale Pippo ha fatto il Pippo ma senza neanche esagerare. Perché? Perché non ce n’era bisogno. E’ arrivato giusto, negli ultimi due giri e tre quarti. Loro già erano rimasti in tre, cosa che nelle due prove precedenti non era successa, poi addirittura si sono sfaldati. Segno che hanno corso oltre il loro limite, che ce li abbiamo portati».

«Se non arrivavamo in quattro Villa ci menava! – dice Ganna – Dovevamo essere belli, arrivare in quattro far vedere bene queste maglie, i caschi, tutto! Scherzi a parte, sapevamo di andare forte e che era una corsa difficile. Contro i francesi non c’era da sottovalutare nulla. Correvano in casa, avevano il pubblico dalla loro e si è sentito anche durante la corsa. Ma ancora una volta siamo stati i più forti. E poi vincere Olimpiade e mondiale… non so se sia mai successo».

Gli azzurri hanno tagliato il traguardo in quattro, cosa sempre più rara, e segno che tutto era sotto controllo
Gli azzurri hanno tagliato il traguardo in quattro, cosa sempre più rara, e segno che tutto era sotto controllo

Arrivati in quattro

Vista così sembra tutto facile. Italia imperiosa. E questo è vero, ma come sempre c’è un grande lavoro e tanta sofferenza dietro ogni pedalata.

«Vorrei dire – riprende Villa – che questa è la vittoria del gruppo. Una vittoria condivisa in pieno anche da Lamon. E’ la vittoria del gruppo. Ho schierato Bertazzo perché negli allenamenti stava andando forte, perché a Tokyo non l’ho messo perché ne potevo schierare solo quattro e il quinto era Viviani che era per l’Omnium. Ma gli ho detto di farsi trovare pronto, quel giorno ed oggi. Un’occasione ci sarebbe stata per tutti. Lui lo ha fatto e adesso è campione del mondo. Merito suo e forse anche mio che l’ho messo dentro. Vista la bella prova di ieri, l’ho messo dentro anche in finale per premiare la sua costanza. Ripeto: lui era così in forma già a Tokyo. E sapevo che se mi fosse servito era pronto».

Nello Stab Velodrome risuona l’inno di Mameli. Da sinistra: Ganna, Lamon, Consonni, Milan e Bertazzo
Nello Stab Velodrome risuona l’inno di Mameli. Da sinistra: Ganna, Lamon, Consonni, Milan e Bertazzo

La forza del gruppo

Vista così sembra tutto sin troppo facile. Okay, abbiamo assistito ad un’Italia imperiosa, ma dietro c’è tanto lavoro.

«Il nostro è un gruppo che ha sempre fame. Questo mondiale non è stato da meno rispetto all’Olimpiade. Vederlo passare tutti gli anni e non prenderlo mai… insomma: bruciava. E finalmente siamo riusciti a prendere questo titolo. Io non sono meno teso che a Tokyo. Sono due giorni che sono teso. Non sono risultati normali. Sono gare che sentiamo tantissimo e ogni volta è una volta nuova. Il ciclismo è così: un anno sei campione mondiale, e anche olimpico, ma l’anno dopo ti devi confermare. Lo so io e lo sanno i ragazzi».

«Io – conclude Villa – gli auguro di andare avanti, e tanto, anche su strada, non sono geloso! Ma mi piacerebbe sapere che questi risultati li tengono attaccati alla pista. Che possano continuare a lavorare con costanza. Gli altri crescono e la Francia ce lo insegna. A Tokyo non c’era ma qui ci ha fatto sudare. Ho un bel gruppo, anche di giovani, e già la vedo in ottica qualificazione olimpica Parigi 2024. L’ho detto anche ieri ai ragazzi: non devono recriminare la sostituzione».

Ultime decisioni per Villa, ma i suoi ragazzi sono pronti

19.10.2021
5 min
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Quelle di ieri sera e quelle di stamattina sono ore decisive per gli azzurri della pista. Marco Villa è chiamato a risolvere alcuni enigmi e a tirare giù un preciso programma di gare: chi correrà cosa. L’ultimo ad aggregarsi alla spedizione azzurra ai mondiali di Roubaix è stato Elia Viviani, che ha corso fino all’ultimo su strada.

«L’aria è buona – dice il cittì Marco Villa – hanno levigato la pista perché avevano problemi con il legno. Me lo ha detto un esponente di Velotrack che la stava trattando, ma quali fossero questi problemi non lo so. Comunque non l’hanno fatto per renderla più veloce: hanno levigato e rimesso l’impregnante. E spero lo abbiano messo per tempo. Ai mondiali in Polonia i ragazzi al secondo giro di prova finirono in terra perché la vernice non si era asciugata!».

I ragazzi di Villa sono pronti a dare battaglia anche a Roubaix
I ragazzi di Villa sono pronti a dare battaglia anche a Roubaix

Ganna e il quartetto

«Pippo – dice il cittì – ha avuto dei problemi al costato e ha perso due mezze giornate di allenamento. Due sedute, poca roba. Piano piano poi ha ripreso. La caduta in allenamento lo ha un po’ penalizzato, ma adesso sta bene».

I “dubbi” maggiori che riguardano Ganna però non sono tanto sui postumi della caduta, ma sulla tenuta, anche mentale, di una stagione per lui lunghissima. E’ riuscito a mantenere alta l’attenzione dopo il tripudio mondiale in Belgio?

«Per me sì – dice Villa – Pippo lo vedo concentrato e anzi, in accordo con la squadra, ha deciso di saltare alcune gare su strada per preparare al meglio questo mondiale su pista. E’ il suo grande finale di stagione. No, no… massima professionalità da parte sua».

Ganna sarà impegnato sia nell’inseguimento a squadre che in quello individuale, una bella mole di sforzi. Anche ieri si parlava della possibilità di risparmiargli qualche turno, ma Villa in tal senso ci è sembrato molto più fermo.

«In queste due giornate di prove sto raccogliendo i dati e le ultime sensazioni dei ragazzi per decidere – spiega Villa – Ho tempo fino ad un’ora dal via per decidere quale quartetto schierare. Ma questo discorso del cambio non riguarda Ganna. Se, facciamo gli scongiuri, dovessimo andare avanti ci sarebbe solo la finale prima dell’individuale. In pratica solo quattro chilometri e per uno che ci è abituato e che ha già fatto due Giri d’Italia non credo sarà un grande problema».

Le scelte poi non sono influenzate dall’eventuale qualificazione olimpica in ottica di Parigi 2024. Tutto partirà dall’anno prossimo. Tuttavia secondo Villa è importante mantenere la leadership del ranking, o giù di lì, per poter partire per ultimi e correre sui tempi degli altri. «Impostare la tabella di marcia secondo i tempi altrui e senza dover andare per forza oltre i limiti».

In ogni caso i tre quarti del team pursuit dovrebbero essere certi: Lamon partente, Milan in terza posizione e Pippo in quarta.

Jonathan Milan ha vinto europei di inseguimento individuale riprendendo il rivale in finale
Jonathan Milan ha vinto europei di inseguimento individuale riprendendo il rivale in finale

Milan e Viviani…

L’altro grande big si chiama Jonathan Milan. Il ragazzotto friulano è fresco di titolo europeo nell’inseguimento. Da lui ci si aspetta tanto. E lui stesso vuole molto. 

«Jonathan sta andando molto forte. Il titolo europeo gli ha dato più sicurezza… e gli serviva. E poi, ragazzi, ha fatto 4’05”, segno che sta bene. Se il podio nell’individuale è alla portata? Vedendo quel tempo non credo che in tanti al mondo riescano a farlo. Sarebbe un’onore una finale tutta italiana. Non è facile, ma come detto quel tempo lo fanno in pochi e non credo che in 4-5 mesi siano arrivati 7-8 atleti in grado di fare 4’05”. Certo, Lambie (l’americano primatista del mondo, ndr) è il favorito. Vedremo se si recupererà».

E poi c’è il capitolo Viviani, cosa farà Elia?

«Elia è arrivato un po’ dopo gli altri. Si presenta con qualche specifico in meno. Ha corso su strada fino a tre giorni fa, ma so che ha un’ottima condizione e comunque si è allenato anche su pista. 

«E’ importante capire cosa vuol fare, su cosa vuol puntare di più: se sull’Omnium o sull’Eliminazione, ma io direi anche lo Scratch, che è uno dei miei crucci. Ma per questo devo capire bene anche cosa passa nella sua testa e in quella degli altri».

Agli ultimi europei Consonni e Viviani (in foto) non hanno corso insieme la Madison
Agli ultimi europei Consonni e Viviani (in foto) non hanno corso insieme la Madison

Un lavoro di squadra

«La mia idea infatti – continua Villa – è di far correre tutti quelli che ho convocato. Nell’inseguimento individuale per esempio ne schieriamo tre: i due convocati, più Ganna che è il campione in carica. E infatti correrà anche il giovane, Manlio Moro che dopo i buoni europei che ha disputato sapeva che lo avrei portato qui a Roubaix. Davide Boscaro, invece farà il chilometro. E anche in base appunto alle scelte che prenderò con Viviani, vedremo cosa fare con Liam Bertazzo e Michele Scartezzini per la Madison».

E qui Villa rilancia come un fiume in piena…

«Perché io in vista di Parigi sulla Madison voglio lavorarci e tanto. E’ una delle specialità preferite e in cui possiamo fare bene. E per questo non basteranno solo due uomini e “Scarte” è uno di quelli. No, no per la Madison c’è da lavorare sin da adesso. Non si diventa specialisti negli ultimi due mesi prima delle Olimpiadi.

«La Madison quindi che schiererò è da valutare. Non è detto che siano per forza Simone Consonni ed Elia Viviani, tanto più pensando che domenica c’è l’Eliminazione alla quale so che Elia tiene molto. Vedremo». 

Villa racconta il Ganna che non si vede

19.09.2021
3 min
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Villa cammina dietro, come sempre. Il centro di Bruges brulica di tifosi fiamminghi, che puntano all’ultima birra e poi torneranno a casa o in hotel. Da questi stessi vicoli anni fa partiva il Giro delle Fiandre, così la presenza traboccante di tifosi non è una novità. Di diverso c’è che alla partenza si cullano speranze, mentre qui l’arrivo di Ganna ha gelato Van Aert ed Evenepoel. E mentre Pippo racconta a selve di microfoni la vittoria e le sue sensazioni, il suo tecnico della pista e anche della crono lo segue con lo sguardo e il sorriso.

Dopo l’oro olimpico del quartetto, per Villa un altro giorno speciale con il “suo” Filippo Ganna
Dopo l’oro olimpico del quartetto, per Villa un altro giorno speciale con il “suo” Filippo Ganna
Non sarà come la commozione di Tokyo, ma sembri felice…

E’ andata bene, dai. E’ partito nel modo giusto, ha giostrato bene lo sforzo di 47 minuti. Gli avevamo detto che sarebbe durata sui 48, lui diceva 49 invece ha fatto ancora meno (Ganna ha vinto la crono iridata in 47’47”, ndr). E’ andato forte. Arrivava da una stagione incredibile, ma difficile da gestire. Dopo le olimpiadi era giusto riposare, non arrivare qua con troppe gare perché aveva bisogno di recuperare sia di testa che di gambe, però…

Però diceva di essere nervoso e che ha avuto bisogno dei compagni, della nazionale…

Era nervoso come sempre, ma si sa aggrappare alle persone giuste. Avrà fatto le sue telefonate, mandato i suoi messaggini a tutto il gruppo di cui si fida… E alla fine parte sempre giusto. Questa volta è arrivato giustissimo!

Com’è stata l’attesa della partenza?

Stamattina non si svegliava più, si è alzato anche tardi. Siamo arrivati giusti, abbiamo preparato bene l’appuntamento, con Velo e Cioni. Cassani gli ha dato la tranquillità. Pippo ha voluto correre a Trento la prova su strada e Davide giel’ha fatta fare. Ha voluto togliersi dalla prova in linea qui in Belgio e abbiamo riprogrammato i due mondiali. Questo l’ha azzeccato, vediamo l’altro.

Prima di tornare in hotel, la rituale firma delle maglie
Prima di tornare in hotel, la rituale firma delle maglie
Che differenza fra Bruges e Imola?

Ci credo sempre in Pippo, ma l’anno scorso è stato una sorpresa per tutti. Intendiamoci, qualcosa ci aveva fatto vedere prima, al campionato italiano e alla Tirreno. Questa volte doveva rimontare. Le Olimpiadi ci avevano fatto vedere che i campioni olimpici erano altri. Ma qui Pippo ha dimostrato di avere testa. A Tokyo aveva detto in anticipo che il circuito non era per lui, ma che con uno più adatto poteva giocarsela. Oggi ha trovato il percorso giusto e ha vinto.

Zitti tutti, suona l’Inno di Mameli. Ganna, il sogno è realtà

19.09.2021
4 min
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«Ognuno di noi ha il suo stress personale. Io per confermare la maglia, gli altri per cercare di vincerla. Quando stamattina mi sono svegliato, ho capito che avevo il sogno di vincere e quando ho tagliato il traguardo, ho pensato che il sogno si era avverato. Ma non è stato facile. Non è mai facile…».

Ha impostato la crono prevedendo di crescere nel finale: tattica vincente
Ha impostato la crono prevedendo di crescere nel finale: tattica vincente

Sinfonia azzurra

Le sei di un pomeriggio che non dimenticheremo tanto presto. L’apertura dei mondiali di Flanders 2021 parla italiano e lo fa con la potenza del nostro gigante. Ganna ha vinto la maglia iridata della crono con una rimonta strepitosa ai danni di Van Aert. Quasi sette secondi di ritardo al primo intermedio. Meno di un secondo al secondo. Sei secondi di vantaggio sul traguardo. Raramente una sfida a crono ha avuto una tensione così alta, mentre Evenepoel friggeva sulla hot seat, avendo però capito che il suo miglior tempo avesse ormai i minuti contati.

Di colpo sul traguardo i tifosi belgi si sono spenti e adesso Van Aert ed Evenepoel masticano complimenti a denti stretti e raccontano la sconfitta. Ganna no, lui sorride e si fa largo col suo inglese in un mare di sensazioni bellissime. Quando nella grande piazza del podio è risuonato l’Inno di Mameli, il pubblico ha mantenuto il silenzio. E alla fine l’applauso per l’azzurro è stato ugualmente fragoroso: da queste parti i campioni di ciclismo non hanno passaporto. La sala stampa l’hanno ricavata dietro le quinte dell’auditorium cittadino, un enorme salone nel centro di Bruges. E Pippo stasera sembra più alto del solito.

E’ arrivato stremato, questa volta lo stress prima del via era tanto
E’ arrivato stremato, questa volta lo stress prima del via era tanto
Sembrava fossi partito piano…

Sono partito piano, come si fa in una crono di 44 chilometri. Volevo evitare di finire subito nella zona rossa. E quando a metà gara ho capito di non averla ancora raggiunta, ho pensato che si poteva combinare qualcosa di buono. Non ero nelle mie condizioni preferite. Non è facile rimanere calmi, non è facile tenermi calmo. Ho avuto nei miei compagni dei grandi motivatori. La squadra, la nazionale, gli allenatori. Vincere davanti a due di loro in questa regione del mondo, che è pazza per il ciclismo, vale doppio.

I tifosi intanto ti dicevano di rallentare…

E allora ho capito che forse stavo chiudendo il gap e mi sono messo a spingere più forte. Ringrazio Wout e Remco per avermi costretto a lavorare più forte. Quando le cose non vanno come vorresti, la motivazione viene dai rivali. Quando ho visto Evenepoel così forte nella corsa di Trento e ho letto delle vittorie di Van Aert in Gran Bretagna, ho pensato che di avere un altro buon motivo per fare una grande prestazione.

Sul podio, in Belgio, fra due belgi: il publbico è stato lo stesso molto sportivo
Sul podio, in Belgio, fra due belgi: il publbico è stato lo stesso molto sportivo
Si può dire che sia la tua vittoria più bella?

La vittoria dell’anno scorso a Imola è arrivata in modo strano. Dopo il Covid, dopo una stagione assurda. Quest’anno ho scritto su un foglio i miei obiettivi e fra loro c’era anche questa crono. Questo non significa che sia stato facile, non è facile realizzare un sogno. Ma nella mia testa adesso c’è la conferma che Imola non fu per caso e che ho saputo farlo ancora. Imola in qualche modo ha cambiato la storia…

In che senso?

Se non avessi vinto, non sarei mai andato a Tokyo con l’idea di puntare alla crono. Sarei andato solo per la pista, dove abbiamo davvero un bel gruppo. Ma i piani sono cambiati, è arrivato un altro sogno. Ogni corsa fa storia a sé.

Ti dispiace non correre domenica su strada?

Un po’ sì, avrei voluto aiutare Sonny e Matteo, ma non voglio precipitare le cose. Ho tanto da fare e voglio recuperare. C’è gente che dopo le Olimpiadi è andata in vacanza, io non mi sono mai fermato.

Le crono si vincono con i dettagli e nelle curve: 6″ dopo una prova di 43,3 chilometri sono pcohissimi
Le crono si vincono con i dettagli e nelle curve: 6″ dopo una prova di 43,3 chilometri sono pcohissimi
Che cosa pensi del fatto che hai vinto davanti a due belgi?

Un po’ mi dispiace per loro e un po’ per i loro tifosi. Oggi ho battuto uno che sa vincere nel cross, in salita, negli sprint e nelle crono, forse il miglior corridore degli ultimi 2-3 anni. Ma l’ho battuto per sei secondi. Vuol dire che sostanzialmente abbiamo fatto la stessa gara e che le crono davvero ormai si decidono per una curva.

Mondiali, si comincia. E Villa ci dice come sta Ganna

19.09.2021
4 min
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Un anno nei panni di Filippo Ganna? Non deve essere per niente facile. Villa sorride e poi riprende a raccontarci la vigilia del suo campione.

Ricordando le parole di Elisa Longo Borghini sulle aspettative della stampa e dei tifosi, serve una grande calma per concentrarsi, allenarsi, correre e poi dover rispondere a domande che servono nella maggior parte dei casi per celebrare un successo, ma a volte sembrano dita puntate anche se sei arrivato secondo. E non perché tu sia andato piano o abbia sbagliato strada, ma semplicemente perché ci sono anche gli avversari che a loro volta lavorano per vincere.

Così oggi Filippo Ganna, che in ogni caso è bravissimo a farsele scivolare di dosso, scenderà in strada per l’ennesima sfida top della stagione. Dopo il Giro delle due crono vinte e del lavoro per Bernal. La crono delle Olimpiadi a un soffio dal podio. Il record del mondo e l’oro olimpico del quartetto. L’oro del Mixed Team Relay agli europei. E sempre a Trento l’argento della crono alle spalle di Kung. Nella sua agendo ci sono ancora il mondiale crono di oggi, il Team Relay di mercoledì e poi i mondiali su pista a metà ottobre.

Il percorso così veloce è ideale anche per Edoardo Affini (foto Fci)
Il percorso così veloce è ideale anche per Edoardo Affini (foto Fci)

Gli azzurri per le sfide contro il tempo sono volati in Belgio mercoledì, con Villa e Velo. L’hotel sul Mare del Nord vicino alla partenza da Knokke-Heist e ieri la possibilità di provare il percorso con le strade chiuse (in apertura, Pippo con Sobrero). Un gran piattone, terreno di caccia per specialisti. Solo che le strade chiuse per provare hanno così sconvolto la circolazione, che quando all’arrivo gli under 23 hanno chiesto di riprovarlo, per Villa c’è stato da mettersi le mani nei capelli.

Marco, come andiamo?

Tutto a posto. Ieri abbiamo provato il percorso, che è tutto piatto. Stamattina Pippo farà un paio di sforzi giusti per risvegliarsi del tutto e poi si corre.

Stanco a questo punto della stagione?

Non credo ci sia da parlare di gare di fine stagione, non è stanco. Ha fatto gli stessi giorni di corsa di Kung, che ha corso il Tour e ha vinto l’europeo (Ganna ha corso 63 giorni, Kung 65, ndr). E a Trento non è andato piano, con l’aggiunta che il giorno prima aveva corso il Team Relay vincendo l’oro. Può essergli rimasto nelle gambe, ma ha scelto lui di volerlo fare e di provare a vincerlo.

Lo vedi bene?

Direi di sì. Gli manca qualche punto di riferimento, aver fatto qualche gara in più. Dopo Tokyo ha voluto recuperare un po’, ma i suoi dati dicono che non va affatto piano. A Trento, dopo aver vinto la staffetta, nella crono individuale ha fatto da solo un tempo vicino a quello che avevano fatto in tre.

Un video della Fci per spiegare le sue condizioni e oggi si corre. Secondo Villa, Ganna sta molto bene
Un video della Fci per spiegare le sue condizioni e oggi si corre. Secondo Villa, Ganna sta molto bene
Come mai la scelta di saltare la prova su strada?

Ha scelto questo in accordo con Davide (Cassani, ndr). Forse non si è trovato bene nella prova su strada di Trento e ha preferito concentrarsi sulla crono e sul Team Relay.

Sapere che ci saranno anche i mondiali pista è un pensiero che distrae?

Ma no, non credo. Parliamo di uno che quattro giorni dopo aver sfiorato la medaglia sul percorso durissimo della crono di Tokyo, è andato in pista e ha fatto il record del mondo e preso l’oro col quartetto. Però, tornando alla pista, non farà gli europei di Grenchen per correre un po’ su strada con la Ineos. Sta scegliendo i suoi appuntamenti, non tanto per fare, ma per puntare a qualche risultato.

Per preparare i mondiali di Roubaix potrete ancora usare Montichiari?

Ce lo lasciano fino a quei giorni, quindi sì. Il 29-30 settembre faremo un giorno al Vigorelli per brindare al fine lavori, e uno a Montichiari. Saremo di nuovo in pista dal 10 al 15 ottobre, prima di partire per la Francia

Percorso piatto oggi, con che rapporti si corre?

La tendenza ultimamente è avere il 58 davanti, mentre dietro non è come su pista che decido io. Quindi avrà un pacco pignoni dall’11 in su. E speriamo di usarlo il 58×11.

Al Team Relay di Trento ha trascinato gli azzurri al titolo europeo. Mercoledì nuova sfida ai mondiali
Al Team Relay di Trento ha trascinato gli azzurri al titolo europeo. Mercoledì nuova sfida ai mondiali
Ci sarà vento?

Il percorso parte dal mare e va verso Bruges. Ci sono un po’ di curve, per cui qualche volta lo avranno in faccia, ma tendenzialmente in certi rettilinei fino all’arrivo ci sarà vento laterale.

Lenticolare dietro e alto profilo davanti?

Direi proprio di sì, niente di strano da inventare. Percorso da specialisti, va aggiunto alla lista anche Van Aert e se non avessero investito Dumoulin, anche lui sarebbe stato un pessimo cliente.

Caro Velo, che aria si respira fra gli azzurri della crono?

15.09.2021
5 min
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Nemmeno il tempo di festeggiare l’ottima campagna degli europei di Trento, chiusa con l’oro di Colbrelli ed il primo posto nel medagliere continentale, che la nazionale italiana fa già rotta verso le Fiandre per i mondiali. Per prima partirà la spedizione dei cronomen azzurri, giovedì 16 settembre (domani), dato che la rassegna iridata si aprirà domenica 19 con la crono dei professionisti. Insieme agli azzurri, oltre a Marco Villa, ci sarà Marco Velo.

Il tracciato – piuttosto lineare nella prima parte e più tortuoso nella seconda – partirà da Knokke-Heist (dalla zona del casinò sulla spiaggia del Mare del Nord), transiterà da Damme (dove è posizionato il villaggio ufficiale) ed arriverà nel cuore di Bruges nella piazza di ‘t Zand dopo 43,3 chilometri. Il profilo altimetrico strizza l’occhio a specialisti puri, il dislivello totale è di 78 metri, mentre sono previsti due rilevamenti intermedi dopo 13,8 e 33,3 chilometri. Il primo atleta partirà alle 14,30, l’ultimo alle 16,06.

Sarà Filippo Ganna l’ultimo a prendere il via. E proprio grazie al suo status di campione in carica, l’Italia potrà schierare tre azzurri anziché i tradizionali due. Oltre al verbanese di Vignone ci saranno anche Edoardo Affini e Matteo Sobrero, rispettivamente vice e campione italiano della specialità. Tutti e tre già visti all’opera agli europei di Trento.

Velo è collaboratore di Cassani e Villa per le cronometro. Qui con Ganna e Affini, protagonisti azzurri ai mondiali di Imola 2020
Velo è collaboratore di Cassani e Villa per le cronometro. Qui con Ganna e Affini, protagonisti azzurri ai mondiali di Imola 2020
Marco, finito un evento sotto con un altro. Giusto il tempo di gioire.

Sì, abbiamo dovuto rimandare il tempo di festeggiare a dovere tutte le medaglie degli europei. Dobbiamo concentrarci sulla crono mondiale. Appena arriveremo in Belgio faremo la tradizionale ricognizione del percorso ed inizieremo ad approfondire il tutto.

Come ci arriviamo? Con quali certezze? Iniziamo da Sobrero.

Portiamo corridori che danno garanzie, siamo felici di portarne tre e tutti possono fare molto bene. Matteo è giusto che si misuri con i migliori specialisti in circolazione in una manifestazione importante come il mondiale. E’ campione italiano e fino ad ora ha fatto una buona prima di stagione con un bel quarto posto nella crono di Milano al Giro. Qualche giorno fa nella crono nel Mixed Team Relay è andato forte dando un solido contributo per la medaglia d’oro.

Affini?

Affini è andato fortissimo per tutto l’anno, facendo grandi cronometro. E’ stato molto sfortunato perché ha sempre trovato qualcuno che lo ha superato di poco, però le sue prove contro il tempo al Giro d’Italia (secondo e terzo, ndr), al campionato italiano, al Giro di Danimarca e al Benelux Tour (rispettivamente quarto e secondo, ndr) dimostrano la sua crescita. Senza contare il grande numero da finisseur che fece a Verona dove solo una grande volata di Nizzolo lo ha battuto al fotofinish. Deve credere un po’ di più nelle sue potenzialità e che trovi un po’ più di cattiveria agonistica. Spero per lui che arrivi presto il risultato che merita.

Affini è sulla porta della grande prestazione. Qui agli europei: 6° a 39″ da Kung. Fra gli azzurri, uno dei più concreti
Affini è sulla porta della grande prestazione. Qui agli europei: 6° a 39″ da Kung. Fra gli azzurri, uno dei più concreti
E Ganna?

L’europeo per lui era una tappa di passaggio, seppur importante, per il mondiale. E non dimentichiamoci che Pippo quest’anno ha dovuto lavorare per avere tre picchi di forma, cosa per nulla facile col ciclismo moderno. Giro d’Italia con due vittorie ed un ottimo supporto a Bernal, le Olimpiadi dove ha disputato prima una grande crono in un percorso poco adatto alla sua stazza e poi in pista dove abbiamo visto tutti quello che ha fatto. Infine europei e mondiali.

Qualcuno era deluso dal suo argento continentale. Anche lui secondo te?

Da Pippo tutti si aspettano sempre il grandissimo risultato, ma è giovane e soprattutto umano anche lui. Non è una macchina. Effettivamente dobbiamo risollevarlo un po’ moralmente perché lui vuole sempre fare il massimo, ma sia io che Villa che Cassani a turno gli abbiamo detto che più di così non poteva fare all’europeo. Ha fatto tutto quello che doveva fare, ha dato tutto e a quel punto ci sta perdere per qualche secondo. So che è abbastanza bravo a resettare dopo le sconfitte e concentrarsi immediatamente sul nuovo obiettivo. Sarà così anche in Belgio.

Il loro allenamento di avvicinamento come sarà?

Ganna non dovrà fare nulla di particolare. Ha disputato la prova in linea degli europei perché dopo Tokyo non aveva corso molto ed aveva bisogno di ricreare una base solida. Sobrero e Affini invece faranno ancora qualche lavoro specifico in più, ma saranno differenze minime.

Sobrero sarà ai mondiali da campione italiano: percorso poco adatto, ma utile esperienza
Sobrero sarà ai mondiali da campione italiano: percorso poco adatto, ma utile esperienza
Con l’anno scorso ci vedi dei parallelismi, quanto meno come sensazioni?

Mi verrebbe da dire di no, onestamente. Non c’erano le Olimpiadi, la stagione era ripresa ad agosto ed era stata piuttosto imprevedibile.

Ganna ad una domanda in conferenza stampa dopo la crono degli Europei ha risposto che c’erano quasi tutti i migliori e che in particolare teme Dennis. Ma non ci sarà solo l’australiano.

Esatto, il livello qualitativo di Trento era alto, ma aggiungiamoci pure Van Aert. La sfida sarà molto aperta e molto interessante. Speriamo che sorrida a noi.

Tu che sei stato cronoman e nel ’92 ad Atene hai vinto la cronosquadre mondiale con gli juniores, che consiglio ti senti di dare ai tre ragazzi?

Di partire sereni, con la consapevolezza di aver fatto il massimo per arrivare a questo appuntamento preparati al meglio. Poi solo a fine gara si analizzerà tutto.

Prima di chiudere. Sta per finire il mandato di Cassani, ma non è detto che vengano cambiate tutte le altre figure. Personalmente cosa ti aspetti?

Mi sono trovato molto bene in nazionale in questi anni, abbiamo ottenuto dei risultati. Non nascondo che mi piacerebbe anche un ruolo diverso, magari lavorare con i giovani, ma più semplicemente mi piacerebbe continuare ad essere uno dello staff azzurro. Certo che una vittoria farebbe bene a tutti.

Villa 2021

Villa è sicuro: «Il quartetto ha un lungo futuro»

14.09.2021
4 min
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Sono passate 5 settimane dalla fantastica vittoria del quartetto a Tokyo, ma l’emozione è ancora lì, forte. Un successo del genere, costruito mattone dopo mattone in anni, è frutto del gruppo, ma ogni gruppo è ancora portatore di cambiamento e questo Marco Villa lo sa. Non ci si può fermare sugli allori, bisogna sempre guardare al futuro. Liam Bertazzo, una delle colonne dell’inseguimento, aveva detto che Milan è un’eccezione, il classico asso estratto dal mazzo che ha dato quel quid in più al gruppo, ma altrimenti gli uomini sono quelli e sarà difficile pensare a nuovi innesti in tempi brevi.

Villa, fatti i dovuti distinguo, deve però anche pensare come detto al futuro, immediato e non: «Il gruppo è quello ma Milan è l’esempio che bisogna sempre guardare oltre i confini del gruppo stesso. E’ stato basilare, ha fatto fare un passo in avanti. Questo principio però rende le mie scelte sempre più difficili, è il fardello che mi porto dietro, comunicare all’uno o all’altro che non potranno esserci. Bertazzo in tal senso è stato esemplare».

Bertazzo, qui in allenamento sullo Stelvio, è stato fondamentale per la costruzione del gruppo
Bertazzo, qui in allenamento sullo Stelvio, è stato fondamentale per la costruzione del gruppo
Spiegaci…

Ci sono tanti modi per fare gruppo. Liam, saputo che non poteva essere del quartetto titolare, si è messo a completa disposizione, ha aiutato tutto lo staff, anche i massaggiatori, addirittura ha portato una delle bici alla partenza della finale accompagnando un suo compagno. E’ stato encomiabile, anche queste piccole cose portano all’oro…

Dietro questo gruppo di alfieri che cosa c’è?

Ci sono i frutti di un lavoro di semina che sta durando da anni e i risultati delle manifestazioni giovanili sono lì a dimostrarlo. Abbiamo un gruppo di Under 23 che ormai viaggia su tempi da 3’55” con 3’50” in proiezione che non ho mai visto a quei livelli, con gente come Boscaro, Umbri, ecc. A livello junior lo stesso, siamo sui 4 minuti netti e mai abbiamo avuto un team così forte, argento agli ultimi Mondiali. Siamo andati sul podio agli Europei e ai Mondiali Juniores nello spazio di un mese, cambiando 2 elementi su 4 e questo dimostra che c’è un team ampio e collaudato.

Quartetto Tokyo 2021
Villa dà le ultime indicazioni alla partenza della finale. Da sinistra Ganna, Milan, Consonni e Lamon
Villa dà le ultime indicazioni alla partenza della finale, davanti a lui Milan e Consonni
Agli ultimi Mondiali junior, Samuele Bonetto ha vinto l’inseguimento individuale non facendo parte del quartetto. Come mai questa scelta?

Bonetto corre su pista da poco tempo, deve ancora acquisire i giusti meccanismi. Ad esempio nella sua prova pedalava sempre sulla linea rossa, il che l’ha portato a percorrere una quindicina di metri in più, perché deve acquisire ancor ala giusta dimestichezza col mezzo e le linee, le inclinazioni della pista. Mi ha sinceramente stupito il suo risultato e dimostra il suo grande valore soprattutto in prospettiva. Se penso a marzo, a come girava allora, a quanto ha imparato in poco tempo è esaltante.

E’ la dimostrazione che il sistema pista funziona…

Sistema è la parola giusta, la difendo a spada tratta ed è tutto il mio lavoro, sorretto in toto dalla Federazione. Ora abbiamo un giusto rapporto con la strada, i campioni come Ganna e Viviani hanno un’attività strutturata che contempla ambedue le specialità, poi abbiamo giovani che stanno crescendo alla stessa stregua. Prendere un pro a 30 anni e chiedergli di fare la pista come si faceva una volta non serve a nulla, non paga. Dobbiamo continuare su questo canale, lavorando con i giovani.

Da sinistra Andrea Violato, terzo (e argento a squadre) e Samuele Bonetto, neo campione mondiale junior d’inseguimento
Da sinistra Andrea Violato, terzo (e argento a squadre) e Samuele Bonetto, neo campione mondiale junior d’inseguimento
Tornando ai Mondiali Juniores, ti ha sorpreso il successo della Russia? Oltretutto ha dominato in molte specialità…

Non dobbiamo dimenticare che la Russia era stata esclusa da Rio favorendo il nostro ingresso, quell’Olimpiade corsa in extremis è stata per noi una tappa importante, ma i russi si erano guadagnati la qualifica sul campo. Sappiamo che sono fortissimi e stanno tornando ai vertici, li ritroveremo avversari di peso in questo quadriennio. Ma non solo loro…

Chi temi anche?

C’è ad esempio il Belgio che pur non avendo mai finalizzato il quartetto ha tutto per emergere, ma soprattutto la Francia, che ha perso la qualifica solo perché nel primo anno di raccolta dei punti necessari non era ancora pronta, ma nel finale era al livello dei migliori e nelle prossime gare titolate ce ne accorgeremo. Io però sono convinto che noi italiani quell’oro ce lo siamo meritato non solo per i 4 cavalieri in pista, ma per tutto quello che c’è dietro, so che la dispensa è piena, i giovani ci sono. Non è stato un caso episodico.