Wang, altro danese iridato. E per Bonetto un insolito record

21.09.2021
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Con la seconda media di sempre fra gli juniores, il danese Gustav Wang ha vinto la cronometro individuale degli juniores. Ha coperto i 22,3 chilometri da Knokke-Heist a Bruges in 25’37” alla media di 52,232 spingendo come massimo rapporto il 52×14. Meglio di lui fece nel 2005 un altro gigante di nome Marcel Kittel, che a Salisburgo conquistò la maglia iridata degli juniores percorrendo i 23,5 chilometri alla media di 54,757. Per dare l’idea della grandezza del risultato, nella crono di ieri fra gli under 23, un altro danese di nome Johan Price Pjetersen ha fatto registrare la media di 52,721, sulla distanza di 30,1 chilometri, ma avendo da spingere tutti i rapporti di questo mondo.

Joshua Tarling, Gustav Wang, Alec Segaert, questo il podio della crono juniores
Joshua Tarling, Gustav Wang, Alec Segaert, questo il podio della crono juniores

Emozione e mascherina

Quando arriva davanti ai microfoni, Wang è molto emozionato. Parla a strappi, tronca le frasi e la mascherina sul volto rende anche difficile cogliere la mimica facciale.

«Sono partito tra i primi – dice – e questo probabilmente è stato un vantaggio. Al via ero molto nervoso, poi ho preso subito un buon ritmo, su un percorso che si è rivelato molto veloce. Era il più grande evento cui prendevo parte da tempo, dato che quelli prima sono stati tutti cancellati. E’ stato bello sentire l’incoraggiamento del pubblico. Finalmente ho trovato una buona condizione. Ai campionati nazionali di giugno sono arrivato secondo a causa di un intervento alle tonsille, ma oggi mi sono rifatto. La vittoria di ieri di Price Pjetersen mi ha motivato, mi ha consigliato di tenere bene il ritmo nel tratto finale in pavé. Ma in Danimarca non abbiamo una scuola di crono. Ci sono tanti buoni specialisti, che imparano l’uno dall’altro…».

Record Bonetto

In diciotto giorni, Samuele Bonetto ha vinto il mondiale di inseguimento al Cairo (3 settembre), è arrivato quinto agli europei della crono (8 settembre) e nono al mondiale della stessa specialità (21 settembre). Ma siccome a diciotto anni si digeriscono anche i sassi, è probabile che in meno di tre settimane si possano trovare le energie fisiche e nervose per tenere testa a simili appuntamenti, in un calendario che difficilmente potrebbe essere più snervante.

Il ragazzo che dopo la vittoria dell’inseguimento individuale al Cairo è stato paragonato a Ganna ed ha a sua volta svelato che il ciclismo lo ha salvato dall’anoressia, arriva dopo aver ben recuperato.

«Ho dato tutto – dice il veneto – non ho rimpianti. Dalla macchina avevo buone indicazioni e sono andato alla partenza con tanta autostima e pronto a morire sulla bici. In fondo tra un mondiale dell’inseguimento e uno della crono non c’è tantissima differenza, a parte la durata. La concentrazione si trova abbastanza facilmente, semmai è più difficile trovare la forma, che non sempre dipende da noi. Per questo forse mi sono sentito meglio a Trento, dove sono arrivato quinto, ma a 3 secondi dalla medaglia».

Il terzo mondiale

Venerdì Samuele sarà chiamato a un altro mondiale, quello su strada, e la cosa lo riempie di orgoglio.

«Per me la gara su strada sarà un grande appuntamento – dice – sono onorato e contento di partecipare. A volte quando esco in allenamento e mi vedo nello specchio con la maglia azzurra, mi vengono i lucciconi, figurarsi in corsa. E le motivazioni ci sono, perché dopo ogni vittoria e ogni gara, si deve azzerare tutto. Queste partecipazioni sono investimenti sul futuro. La strada è ancora lunga, i titoli che contano sono ancora lontani».

Bessega per imparare

Anche Tommaso Bessega l’ha presa come una prova generale di futuro, perché al primo anno difficilmente puoi partecipare a un mondiale con altre aspirazioni. Lui che divide la passione del ciclismo con suo fratello gemello Gabriele e fa parte della filiera della Eolo-Kometa, per arrivare fin qui al meglio ha lavorato con il suo tecnico Marco Della Vedova alla Bustese Olonia e il preparatore Mattia Garbin.

Dopo l’arrivo, Bonetto sfinito e senza rimpianti
Dopo l’arrivo, Bonetto sfinito e senza rimpianti

«E’ stata una crono dura per me – dice – sono partito a tutta sapendo che il livello fosse molto alto. Il percorso forse non era il più adatto alle mie caratteristiche, con quei drittoni infiniti. Avrei preferito qualche curva in più, ma per essere la prima esperienza va bene così. Ho lavorato bene, ho corso il Lunigiana che mi ha dato una buona gamba e credo di essere arrivato giusto all’appuntamento e alla fine di una stagione che come ultima difficoltà avrà i campionati italiani di cronosquadre del 9 ottobre».

Calendari troppo pieni?

Anche Bonetto vi prenderà parte vestito della maglia della Uc Giorgione con cui corre. Ed è vero che a 18 anni si digeriscono i sassi e si trovano le motivazioni per correre tre mondiali, un europeo e anche un campionato italiano della cronometro a squadre in un mese, ma a qualcuno verrà in mente che forse è un po’ troppo? L’Uci, la Uec, la Fci e chiunque abbia il potere di redigere calendari forse qualche domandina se la potrebbero anche porre.