Ganna, la sconfitta ci sta, la solitudine non aiuta

18.09.2022
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Tobias Foss, norvegese di 25 anni di maglia Jumbo Visma, ha vinto la crono iridata e, come ha ammesso lui per primo, davvero non se lo aspettava. A Ganna invece è andato tutto storto.

«Sembra davvero di essere in un sogno – dice il vincitore – in realtà non ci credo ancora. Avevo buoni segnali e le mie gambe rispondevano benissimo. Avevo fiducia, ma non osavo sognare così in grande. Sarei stato contento di arrivare tra i primi dieci, sarebbe stato un sogno essere nei cinque, ma ora che posso indossare questa maglia per un anno, sarà molto speciale. Mi divertirò e cercherò di onorarla».

In fuga da tutti

Filippo Ganna ha tagliato il traguardo sbuffando, poi ha lasciato che la bici lo portasse via. Non si è fermato davanti allo staff azzurro e ha tirato dritto, uscendo dalle transenne in fondo. Già da qualche tempo, Pippo ha preso l’abitudine (quando va male) di non fermarsi troppo o non fermarsi affatto nella zona mista dove i giornalisti fanno domande. Questa volta, con un settimo posto veramente difficile da pronosticare ha preferito rifugiarsi nel camper della nazionale, scegliendo la solitudine.

Voglia di parlare comprensibilmente zero, ma è proprio in questi casi che il campione fa la differenza, affrontando la sconfitta a viso aperto e la testa alta. Certo però, guardandola dal suo punto di vista, non deve essere facile mandare giù un simile boccone, con quel record dell’Ora che gli hanno appiccicato addosso e che esige solo la perfezione.

«Non ho ancora parlato con Pippo – dice Velo appena sceso dal camper – ma alla partenza secondo me andava bene, poi la sensazione è stata che fosse un po’ legnoso. Però magari sono solo delle mie impressioni. Adesso dobbiamo condividere l’analisi della gara. Quello che posso dire è che l’avvicinamento era stato tutto liscio, perfetto».

Ganna ha dato più volte la sensazione di non trovare la posizione, tipica delle giornate storte
Ganna ha dato più volte la sensazione di non trovare la posizione, tipica delle giornate storte

I fattori esterni

Nelle fasi del riscaldamento, Ganna girava le gambe assecondando il rituale di sempre. Si aveva quasi timore di disturbarne la concentrazione, percependo la tensione del momento. A capo di un anno sotto tono, il mondiale poteva essere l’occasione giusta per rimettere tutto a posto. Ma poi, sotto tono… Quale altro campione olimpico di Tokyo, dopo quell’oro ha gareggiato e preso medaglie in rassegne europee e mondiali? Non si darà tutto troppo per scontato? Non è normale avere una flessione nell’anno post olimpico?

«Guarda come è tirato – diceva Cristian Salvato, ex cronoman e ora presidente dell’ACCPI – guarda che cosce sottili, non sembrano nemmeno le sue».

Tutto intorno lo staff azzurro era indaffarato, ciascuno preso nelle sue incombenze. I due meccanici nella messa a punto dei freni e del cambio. I massaggiatori verificando la borraccia e che fosse tutto a posto. Gli addetti alla comunicazione fissi per cogliere ogni dettaglio. Amadio che a un certo punto ha chiesto ad Affini cosa gli sembrasse.

«Bissegger – diceva il mantovano, che ha chiuso la crono al 13° posto – ha già fatto un bel tempo, voglio vedere quanto faranno questi con i motori superatomici (ammiccando alla volta di Ganna e di Pogacar che si scaldava nel camper accanto, dnr). Pippo sta bene, l’ho visto sereno. L’unica cosa che ha un po’ rotto sono state le chiacchiere esterne, ma contro quelle si può fare poco».

Poi Ganna è sceso dal camper con il gilet termico addosso. Ha bevuto un sorso d’acqua. E si è diretto verso il percorso, seguendo la bici di Fred Morini, che lo ha scortato fino alla partenza.

Un essere umano

«Un campione come Pippo – prosegue Velo – non si fa influenzare assolutamente delle voci esterne. Ha preparato questa crono e sono certo che l’ha fatto al 100 per cento. In questi giorni di avvicinamento ha fatto tutto quello che doveva. Si è visto che non ha trovato la pedalata giusta, perché si muoveva sulla sella. Ti scomponi, è normale. Però ci sta che sia una giornata no, anche se da lui ci si aspetta sempre il centro pieno. Non è una macchina, è un essere umano e la giornata no può averla anche lui.

«Foss invece – prosegue – non ce l’aspettavamo. Ho guardato un po’ quello che ha fatto e credo che sia stato eccezionale, perché ha recuperato così 10-15 secondi nel finale a Kung che è andato fortissimo. Povero lui, ancora una volta secondo. Mi dispiace. Per tutto quello che sta facendo negli ultimi anni e visto che Pippo non è andato bene, stavolta se la sarebbe meritata lui».

Un altro argento per Kung e un altro bronzo per Evenepoel. E Foss prende l’oro
Un altro argento per Kung e un altro bronzo per Evenepoel. E Foss prende l’oro

Ancora due barriere

Foss in qualche modo è d’accordo con lui. Non se lo aspettava e ha fatto fatica a realizzarlo per tutto il tempo che si è trattenuto con la stampa.

«E’ stata una cronometro – dice – in cui c’era a malapena tempo per recuperare. Non potevi mai lasciare che la potenza calasse. Le curve erano molto tecniche. Nelle parti dure e ripide dovevi andare al massimo. Potevi riprendere fiato solo nelle parti più veloci. L’abbiamo preparato bene, ho ricevuto un buon coaching e alla fine è andato tutto alla perfezione. Il momento in cui ho indossato questa maglia è stato sicuramente un momento molto speciale. E incredibile».

Ganna è sceso dal camper con lo sguardo afflitto ed è andato a sedersi nel furgone in partenza per Bowral, sede del ritiro della nazionale. Prima di chiudere lo sportello ha firmato l’autografo a un signore anziano. Sarà un’ora di strada in cui potrà cercare nell’oscurità oltre il finestrino le risposte alle domande che per primo si pone. La sensazione è che in questo anno storto, continuare a pretendere da sé la luna e noi a chiedergliela sia quasi un’ingiustizia. Al suo posto avremmo voglia di chiudere la stagione e staccare veramente per un lungo periodo. Ma noi non siamo campioni né schiavi del dover vincere: non abbiamo idea di cosa significhi. Il record dell’Ora, se sarà confermato, e i mondiali su pista saranno altre due barriere molto alte da saltare.

P.S. Alle 21,34 le parole di Ganna

Le parole di Ganna sono arrivate tramite un video dall’ufficio stampa della Federazione intorno alle 21,30 locali, circa quattro ore dopo la conclusione della prova, confermando quello che tutti hanno pensato: la giornata storta nel giorno sbagliato.

I messaggio di Ganna è arrivato tramite un video affidato all’ufficio stampa FCI
I messaggio di Ganna è arrivato tramite un video affidato all’ufficio stampa FCI

«Logicamente – dice – si viene dalla parte opposta del mondo non per indossare una maglia o un numero, ma si era venuti con degli obiettivi. Oggi le gambe non erano quelle dei giorni migliori e già stamattina quando mi sono svegliato non trovavo un ottimo feeling, al contrario dei giorni scorsi in cui invece anche con i ragazzi si riuscivano a tenere valori che facevano sperare. E’ andata così, c’è sì un po’ di delusione, però la gara è gara. Se vincevo erano tutti felici e a quanto pare perché ho fatto un settimo posto, ho fatto il flop dell’anno. Dispiace. Magari l’unico rimpianto è di aver fatto svegliare tanti amici o parenti presto per vedere la prova e poi è andata un po’ così»