Nei pensieri di Ganna, di nuovo battuto da Van Aert

23.07.2022
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A quanto pare la differenza l’ha fatta solo ed esclusivamente la condizione fisica. E’ stata questa a decretare il distacco fra Wout Van Aert e Filippo Ganna. E a dirlo sono i cittì azzurri che più sono a contatto con il campione del mondo contro il tempo. 

A Rocamadour il fenomeno della Jumbo Visma ha rifilato 42” al portacolori della Ineos Grenadiers. Sembrava andare come sempre. Van Aert in testa al primo intermedio, una flessione nel secondo e poi il consueto finale a vantaggio di Pippo. Invece stavolta non è andata così.

Dopo 20 tappe

A Copenhagen c’era da percorrere un tracciato super piatto di 13,2 chilometri, oggi uno di 40,7 molto ondulato. I dislivelli a confronto? Appena 21 metri per la prova in Danimarca, 440 per quella in Francia. Freddo e pioggia nella prima, asciutto e caldo nella seconda.

Come cambia l’approccio in questi casi e dopo tre settimane in giro per “mezza Europa”?

«Il fatto che il percorso fosse ondulato e tortuoso non ha avvantaggiato Van Aert – dice Marco Velo, il cittì della crono – Pippo è migliorato moltissimo nella guida… almeno su asciutto. Discorso diverso se fosse stato bagnato. In quel caso con un baricentro un po’ più alto magari avrebbe pagato qualcosa».

«Sono due approcci un po’ diversi. Quello mentale magari è lo stesso, ma quello fisico è differente. Cambia la condizione. Spesso si è visto che alla fine di un grande Giro anche chi non è uno specialista ha fatto delle buone prove contro il tempo».

«Quest’anno la condizione contava ancora di più visto il caldo incontrato tappa dopo tappa e i ritmi folli. E Van Aert come si è visto aveva una condizione migliore. Okay, Pippo ha risparmiato qualcosa nelle tappe di montagna e Van Aert è dovuto stare sempre davanti, ma quando si sta bene certi sforzi si sopportano meglio.

«Poi mettiamoci che Pippo non è mai stato super, super in questo Tour».

Verso l’iride

Ecco, quest’ultimo punto potrebbe essere un “campanello d’allarme”, ma non per Velo che invece lo prende come uno spunto positivo.

«Il fatto che Ganna non sia stato super mi fa ben sperare per il mondiale. Van Aert va forte già da un po’ e magari calerà. Un po’ come a Leuven lo scorso anno, quando arrivò da super favorito. E il trend mi sembra, e spero, possa essere lo stesso».

Velo nomina il mondiale ma non l’europeo a crono. Ganna infatti non correrà per il titolo continentale a metà agosto. Ha già in programma di fare scarico. E neanche Affini sarà della partita: la Vuelta è troppo vicina. Le speranze dovrebbero essere riposte in Cattaneo e Sobrero.

C’è un elemento però che ci incuriosisce analizzare. Come abbiamo detto all’inizio, dopo la consueta partenza sprint di Van Aert stavolta il belga ha tenuto e addirittura ha guadagnato nel finale, questo potrà incidere nella psicologia di Ganna?

«Un po’ sì – riprende Velo – ma soprattutto mentre si pedala. In quel caso contano anche 2”, come accadde al mondiale. Pippo era dietro al primo intermedio, poi recuperò qualche secondo e nel finale volò via. Senza contare che lui vuole sempre essere stimolato. Una volta dopo una gara mi disse: “Non mi hai parlato per trenta secondi”!».

Flanders 2021: per il secondo anno consecutivo Ganna ha battuto Van Aert al mondiale
Flanders 2021: per il secondo anno consecutivo Ganna ha battuto Van Aert al mondiale

Parola a Villa

E Marco Villa cosa dice? Lui è il cittì che forse lo conosce meglio di chiunque, che sa entrargli nell’animo e leggerlo in profondità.

Per Villa questa “sconfitta” da Van Aert, senza dimenticare che nel mezzo ci sono stati anche Pogacar e Vingegaard, non scalfisce le sicurezze di Ganna.

«Non gli è mancato nulla – dice Villa, tecnico della pista – c’è che è la ventesima tappa e le forze sono quelle che sono. E’ Van Aert che ha volato. Insomma, “questo” ha vinto in volata e ha staccato Pogacar in salita: è in quello stato in cui “non sente la catena”.

«L’ultima crono di un grande Giro non è mai semplice, anche se sei uno specialista e, come ripeto, conta la condizione fisica. In questo momento Van Aert ce l’ha più alta del 30% rispetto a tutti. Sono tre settimane che è in fuga e gli altri si danno i cambi per stargli dietro».

Come reagirà Ganna dopo questo risultato dunque? Ci metterà più grinta? Si abbatterà? Lavorerà di più?

«Niente di tutto questo – conclude Villa – io credo che Pippo sia consapevole di questa situazione. Sa bene che a parità di forze va forte e gli è sempre arrivato davanti. E poi non scordiamo che per lui era il primo Tour».

Villa gongola, a Cali successi che valgono tanto

20.07.2022
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Il bilancio della nazionale italiana alla prova di Nations Cup a Cali (COL) è di quelli da leccarsi i baffi: 5 medaglie d’oro (il quartetto maschile, Milan nell’inseguimento maschile, Donegà nell’omnium, Scartezzini-Lamon nella madison, Paternoster nell’inseguimento femminile) con il contorno di 4 argenti e un bronzo. E’ vero che, rispetto alle altre due prove, la partecipazione era qualitativamente molto meno qualificata (pochissime le presenze di spicco dall’Europa), ma si tratta sempre di risultati importanti soprattutto nell’ottica che più interessa al cittì Marco Villa, quella della costruzione di un gruppo ampio e del recupero di talenti.

E’ quindi sotto questo aspetto che la trasferta va inquadrata e il tecnico olimpionico entra subito nel vivo del discorso.

«Io dovevo onorare questa gara – dice Villa – considerando anche tutte le altre del calendario e gli impegni dei vari atleti su strada, ma soprattutto dovevo pensare a chi non aveva ancora potuto gareggiare in Coppa e quindi non era eleggibile per i mondiali. La presenza della Paternoster era vista soprattutto in questo senso».

Quartetto Cali 2022
Il quartetto azzurro ha conquistato la Coppa del Mondo sia al maschile che al femminile
Quartetto Cali 2022
Il quartetto azzurro ha conquistato la Coppa del Mondo sia al maschile che al femminile
La tappa era già nel novero delle prove valide per il ranking olimpico?

No, ma su questo aspetto bisogna fare attenzione: non basta ottenere risultati nel periodo deputato per le qualificazioni olimpiche. Queste gare, Cali come Glasgow e Milton prima, erano fondamentali per rimanere in alto nel ranking Uci. Significa che puoi partire nelle gare che conteranno dopo gli avversari, conoscendo i loro risultati e questo è un vantaggio non da poco.

Era una delle prime uscite ufficiali di Villa con Paternoster, com l’hai vissuta?

Al di là dei risultati, ho visto Letizia finalmente entusiasta, vogliosa di soffrire, carica di testa. Non avevo avuto ancora molte occasioni per lavorarci insieme, essendo subentrato nell’incarico femminile solo quest’anno, ma avevo notato che aveva perso un po’ di fiducia. La mancanza di risultati (al di là della vittoria mondiale nell’eliminazione) e soprattutto i continui problemi fisici l’avevano un po’ spenta, invece in Colombia ho trovato una ragazza pronta a dare tutta se stessa. C’è un episodio che mi ha fatto pensare molto in positivo.

Selva Paternoster 2022
Le giovani Francesca Selva e Letizia Paternoster, seconde nella madison dietro gli Usa
Selva Paternoster 2022
Le giovani Francesca Selva e Letizia Paternoster, seconde nella madison dietro gli Usa
Quale?

Il giorno della gara dell’inseguimento individuale, dopo aver vinto con tanto di record italiano della specialità in 3’25”310, Letizia si è rimessa subito in sella per gareggiare nell’eliminazione. Poteva chiedere il cambio, invece si è impegnata proprio per mettersi alla prova, capire come aveva recuperato dallo sforzo. E nella gara che correva con la maglia iridata, è stata battuta dall’americana Valente, l’olimpionica di omnium, proprio nello sprint finale. Perché di energie non ne aveva davvero più. E’ questo lo spirito che voglio vedere. Ha ritrovato la voglia di soffrire.

Un altro atleta che abbiamo ritrovato è Plebani, battuto da Milan nella finale dell’inseguimento, ma era dal bronzo mondiale nel 2019 che non era a questi livelli.

Ricordo che Davide, da junior, era al livello di Ganna. Poi si è perso e ripreso, perso e ripreso. E’ un po’ così, a volte va fortissimo e altre lo perdiamo. Un po’ dipende dai problemi fisici, in particolare quelli alla tiroide, un po’ anche dal carattere. Gliel’ho detto sempre: io ho molta fiducia in lui, conosco le sue potenzialità. Ma ho bisogno che sia costante, se lo chiamo in causa devo essere sicuro che ci sia, che mi dia quel che chiedo. Le sue potenzialità sono indiscutibili, ma deve garantirmi continuità.

Milan Cali 2022
Per Milan, oro nel quartetto e anche individuale, con 4’05″373 record della pista. Per Villa una conferma importante
MIlan Cali 2022
Per Milan, oro nel quartetto e anche individuale, con 4’05″373 record della pista. Per Villa una conferma importante
Che valore ha la vittoria del quartetto olimpionico?

Il tempo finale, 3’55”01 è molto buono (il record del mondo di 3’42”307 è stato stabilito proprio dagli azzurri a Tokyo, ndr) considerando le condizioni. Si gareggiava su pista scoperta, con fastidiose folate di vento. Quello ottenuto è il record della pista, segno che sono andati molto forte. Avevo bisogno di rivedere Milan nel quartetto e il friulano si è confermato un elemento trainante. Abbiamo portato a casa la classifica di Coppa sia al maschile che al femminile, è un dato importante, ma io guardo ad altro.

A che cosa?

Io voglio avere una rosa sempre più ampia, voglio arrivare ad avere una decina di atleti intercambiabili, in modo da poterli gestire anche in base ai loro impegni con le squadre e nelle altre discipline. Ricordo che solo qualche anno fa, noi neanche ci qualificavamo per le prove titolate, ora siamo un riferimento. So anche che questo comporta una particolare responsabilità, quando mi troverò a scegliere i 5 per Parigi 2024, ma fa parte dei miei compiti.

Madison Cali 2022
Netto successo per Scartezzini e Lamon nella Madison, davanti a Messico e Colombia
Madison Cali 2022
Netto successo per Scartezzini e Lamon nella Madison, davanti a Messico e Colombia
Hai già idea su chi chiamare per gli europei di Monaco?

Alcuni tasselli si stanno posizionando. La Balsamo ad esempio, in base al calendario delle gare, potrà fare sia strada che pista. Viviani invece si concentrerà sulla strada e quindi non potrò chiamarlo. Ganna avrà la cronometro a distanza di due giorni dalla pista, credo che nel quartetto lo rivedremo direttamente ai mondiali, ma aspettiamo di capire come finisce il Tour. E’ proprio per questo che serve una rosa ampia, chi manca deve essere sostituito adeguatamente.

Plebani: «Più fiducia dopo Cali e ora penso agli europei»

16.07.2022
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A Cali, Colombia, è andata in scena l’ultima prova di Nations Cup su pista. Prova che ha incoronato Davide Plebani nella classifica finale dell’inseguimento individuale (foto Instagram di apertura). Il 25enne bresciano corre da quest’anno nella Work Service di Ilario Contessa e a inizio stagione aveva dichiarato di voler tornare in maniera costante e prepotente sul parquet. La medaglia d’oro conquistata dopo le tre prove disputate tra aprile e luglio dà morale e fiducia, con la speranza di ritagliarsi un posticino agli europei ad agosto. 

Plebani a sinistra insieme a Milan, il bresciano grazie al secondo posto conquistato a Cali ha vinto la Nations Cup (Photo RS)
Plebani (a sinistra di Milan)grazie al secondo posto di Cali ha vinto la Nations Cup (Photo RS)

Una Colombia dorata

Cali, nella terza ed ultima prova di Nations Cup, sorride a Plebani che raccoglie i frutti di una prima parte di stagione che non può lasciarlo indifferente. 

«Non mi fermo – ci dice Davide convinto – sono tornato il 12 dalla Colombia e sono andato direttamente in altura, dove starò fino al 20 luglio. Avevo fatto un po’ di altura prima ed ora ho deciso di dare un altro colpetto, così da tenere una buona condizione. L’obiettivo di inizio stagione era quello di tornare su pista con costanza e direi che ci sono riuscito, ho lavorato molto per questo. Sono stato anche l’unico a fare tutte e tre le prove di Nations Cup : Glasgow, Milton e Cali».

Il gruppo degli azzurri alla Nations Cup di Cali festeggia i successi ottenuti (foto Federciclismo)
Il gruppo degli azzurri alla Nations Cup di Cali festeggia i successi ottenuti (foto Federciclismo)

Viaggi molto lunghi

Ma come si è preparato Plebani per arrivare pronto a tutti e tre gli eventi? Quattro mesi sono lunghi e mantenere alto il livello di condizione non è facile, serve testa ed un programma di allenamento ben studiato.

«Le prove di Coppa iniziano il giovedì e finiscono la domenica- racconta Plebani – solitamente si andava nel luogo della corsa il lunedì, così si aveva il tempo giusto per adattarsi ai vari fusi orari e per far girare un po’ la gamba. Si facevano dei lavori ad alta intensità, con qualche richiamo sulla forza ma a bassa frequenza cardiaca, per non affaticare il corpo, che dopo viaggi così lunghi aveva bisogno di adattamento. Le settimane prima delle gare facevo dei lavori specifici su pista. Tranne per l’appuntamento di Cali, dove, in accordo con la squadra, ho fatto il Giro del Veneto, che è finito il 2 luglio ed il 3 siamo partiti per Cali».

Plebani a sinistra, è stato l’unico azzurro a correre tutte e tre le tappe di Nations Cup, qui a Milton (foto Federciclismo)
Plebani a sinistra, è stato l’unico azzurro a correre tutte e tre le tappe di Nations Cup, qui a Milton (foto Federciclismo)

Il rapporto con la Work

Alla luce del fatto che Davide sia andato a correre il Giro del Veneto prima della decisiva trasferta di Cali, ci si chiede come abbia lavorato per arrivare pronto alle tre prove di Nations Cup .

«Con Contessa – riprende – ho un rapporto trasparente e di assoluta fiducia, sia mia nei suoi confronti che viceversa. Sono sempre a disposizione della squadra, quando mi sento in condizione o penso di aver bisogno di lavorare un po’ su strada glielo dico e mi metto a sua completa disposizione. Per allenarmi e lavorare al meglio ho un preparatore personale con cui mi confronto tutti i giorni.

«Sono consapevole che, curando molto la pista, quando arrivo a correre su strada faccio un po’ più di fatica, però quando serve non mi tiro indietro. Ad esempio, prima del Giro del Veneto mi sentivo bene e ho chiesto a Contessa di poter fare qualche sprint. Poi però nella settimana precedente la corsa non mi sono allenato su strada perché ho lavorato per far bene a Cali e ho perso un po’ di condizione. Così ho rivisto i miei piani e sono stato di supporto a Lucca».

Il confronto con il suo diesse Contessa è costante, i due collaborano e si fidano l’uno dell’altro (foto Scanferla)
Il confronto con il suo diesse Contessa è costante, i due collaborano e si fidano l’uno dell’altro (foto Scanferla)

E con Villa?

«Marco – spiega Davide – non ci dice cosa dobbiamo fare, siamo noi che dobbiamo organizzare la nostra preparazione. Sei tu atleta che devi arrivare pronto agli appuntamenti o al ritiro su pista, non importa come. La cosa fondamentale è che quando gira, il cronometro dica che hai lavorato bene. Con Marco ho un livello di comunicazione migliore rispetto agli altri anni, mi confronto spesso con lui e gli dico tutte le mie sensazioni e i miei impegni. Per farvi un esempio: dopo Milton sono andato in down, le coppe erano vicine ed ero troppo “tirato”. Ho fatto esami del sangue e avevo tutti i valori al minimo. Ne ho parlato con lui e mi ha consigliato di andare in altura, di riprendermi e tornare poi per Cali».

Villa 2021
Villa non interviene nella preparazione dei corridori, con loro si confronta ma lascia libertà
Villa 2021
Villa non interviene nella preparazione dei corridori, con loro si confronta ma lascia libertà

Obiettivo europei

Dopo aver raccolto un bel risultato come quello della Nations Cup, è giusto anche guardare con speranza e fiducia al futuro. Davide ha voglia di guadagnarsi la fiducia di Villa e tornare a respirare aria di nazionale anche negli eventi più importanti.

«Ora il mio programma di lavoro – conclude Plebani – prevede qualche giorno in altura, scenderò il 20 luglio. Farò qualche giorno di adattamento e andrò probabilmente a correre alla “Sei giorni di Fiorenzuola” dall’1 al 6 agosto. In teoria andremo con qualcuno della nazionale e dovremmo fare la mattina allenamenti ed il pomeriggio le gare. Far parte della squadra degli europei nell’inseguimento individuale sarà tosta, visto che i posti saranno solamente due. Riuscire a far parte della squadra dell’inseguimento a squadre rimane l’obiettivo più concreto, anche se sarà molto difficile, vedremo cosa succederà».

“Scarte”, come si prepara la madison con le ragazze?

02.06.2022
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Elisa Balsamo, nel suo racconto che prendeva spunto dalla felice trasferta di Nations Cup su pista a Milton, era stata chiara a proposito della madison: a dispetto della vittoria, è un “work in progress”. Nella specialità Villa sta gettando le fondamenta di una costruzione che dovrà essere “inaugurata” in occasione di Parigi 2024. Per allora tutto dovrà essere messo a punto per puntare al bersaglio grosso.

Sedute a coppie miste

L’iridata, parlando della sua vittoriosa esperienza con la Consonni, aveva stimolato la nostra curiosità: «Su pista lavoriamo sempre insieme ai ragazzi, proprio perché dobbiamo migliorare tantissimo nella tecnica. Sappiamo che il cittì è molto esigente, sui cambi ad esempio siamo ancora carenti. Quando saremo abbastanza brave faremo coppie diverse, tutte al femminile, ma ci vuole tempo e pazienza». Parole che non potevano restare fini a se stesse.

Abbiamo allora sentito chi lavora con loro e non è uno qualunque, perché parliamo del vicecampione del mondo di specialità Michele Scartezzini, in partenza per l’Adriatica Ionica Race nelle file della nazionale.

«Quel che ha raccontato Elisa – dice – è la pura verità e fa bene a chiarire che quella vittoria non deve distogliere dal discorso generale. La madison al femminile ha iniziato il suo corso pochi anni fa, quindi è normale che le ragazze manchino di esperienza. A questo si aggiunga che Marco (Villa, ndr) è molto esigente, riprende spesso anche noi e ci ricorda sempre che non si finisce mai d’imparare la tecnica ed è quella che fa la differenza».

Balsamo Consonni Milton 2022
Balsamo e Consonni, a Milton un successo importante, che non deve esaltare troppo
Balsamo Consonni Milton 2022
Balsamo e Consonni, a Milton un successo importante, che non deve esaltare troppo
Com’è strutturato il lavoro con le ragazze?

Marco ci dispone per coppie miste e questo ha molti significati. Innanzitutto bisogna considerare che dal punto di vista della forza pura, che serve nel rilancio, c’è uno squilibrio, come anche nella velocità. Viaggiamo quindi a ritmi minori rispetto ai nostri soliti, ma spesso Marco ci chiede di accelerare un pochino per portare le ragazze sempre al loro limite.

Quanto durano queste sessioni?

Dipende, dai 20 ai 30 minuti con cambi frequenti. Cerchiamo di curare ogni minimo dettaglio, dalle prese al movimento dell’avambraccio (notare il dettaglio nella foto di apertura, ndr). Ad esempio le mani non devono intrecciarsi, ma la presa deve comunque essere solida per lanciare il compagno. Il lancio deve avvenire non tanto con la spalla, quanto con la leggera torsione del braccio. All’inizio senti dolore, ma via via che il gesto diventa naturale, il dolore non arriva più. Allora significa che stai lavorando tecnicamente bene.

Scartezzini Viviani
Scartezzini e Viviani al cambio, molto incide anche a che altezza della pista esso viene fatto
Scartezzini Viviani
Scartezzini e Viviani al cambio, molto incide anche a che altezza della pista esso viene fatto
Oltre al momento del cambio, su quale altro aspetto si lavora con loro?

E’ importantissima la posizione che si tiene quando il compagno è in gara. Un errore che spesso veniva commesso era girare piuttosto bassi, a metà pista pensando che così, facendo meno metri, si faticava di meno. Invece in questo modo ci si stanca prima. Bisogna girare in alto facendo così girare maggiormente le gambe, ma in modo che, non essendo impegnati, il cuore possa scendere di pulsazioni. Quando è il momento del cambio, si arriva a maggiore velocità e questo permette non solo di non perderla, ma di renderlo più semplice anche per chi sta finendo la frazione.

Lavorando con le ragazze, hai notato in loro dei miglioramenti rispetto al recente passato?

Enormi. Chiara Consonni ad esempio ha cambiato totalmente modo di interpretare questa specialità, gira in un modo completamente diverso.

Scartezzini Villa
Villa è sempre molto attento ai dettagli, grazie alla sua grande esperienza nella madison
Scartezzini Villa
Villa è sempre molto attento ai dettagli, grazie alla sua grande esperienza nella madison
Elisa raccontava anche che Villa vuole continuare su questo metodo, solo più avanti comincerà a far allenare le ragazze da sole, ma mischiando continuamente le coppie…

E’ giusto. Devi innanzitutto assimilare ogni gesto in modo che diventi naturale, a quel punto si cominceranno a verificare altri fattori per formare le coppie migliori. E’ così anche fra gli uomini. Molti pensano che basta mettere insieme i due uomini più forti, ma non è così. Spesso abbiamo visto emergere coppie con un campione famoso e un corridore sulla carta molto inferiore, ma l’affiatamento faceva la differenza. Addirittura hanno vinto gare e medaglie importanti coppie che individualmente rendevano molto meno. I nomi non fanno il risultato…

Un altro aspetto: i cambi sono fissi, ossia ogni frazione ha un numero definito di giri da fare?

No, ci si parla in gara. Dipende da molte cose. Quando decidi di fare la volata e chi dei due deve farla, ci si dice dove ci si troverà per il cambio e dovrai farti trovare pronto. Inoltre spesso in gara si va incontro a qualche momento di crisi, allora l’altro andrà a ridurre i propri tempi di recupero per permettere all’altro di riprendersi. L’equilibrio nasce anche da queste cose, si deve formare una sinergia molto stretta.

Barbieri Paternoster 2021
Barbieri e Paternoster agli ultimi mondiali. Nel cambio ci si danno anche indicazioni tattiche
Barbieri Paternoster 2021
Barbieri e Paternoster agli ultimi mondiali. Nel cambio ci si danno anche indicazioni tattiche
Ha ragione quindi Villa a dire che, a prescindere dai risultati, per ora si continua a lavorare a coppie miste?

Sì, perché sono meccanismi che si acquisiscono solo con il tempo, senza dimenticare che tutti noi, uomini e donne, abbiamo poi anche altre discipline da curare. Nel caso specifico della madison, quando noi ci alleniamo solo fra uomini andiamo a velocità molto più alte e fatichiamo molto di più. Nell’altro caso siamo degli sparring partner e il minor stress fisico serve anche per prestare attenzione a quei piccoli ma fondamentali particolari di cui sopra.

Ora sei in partenza per l’Adriatica Ionica Race, con quali obiettivi?

Sinceramente, salvare la gamba e fare fatica… Non parto certo per fare chissà cosa, questa trasferta servirà per accumulare lavoro da trasformare poi al ritorno su pista. E comunque le gare non si sa mai prima come andranno…

Balsamo MIlton 2022

Tre vittorie su pista, ma ora la Balsamo torna alla strada

27.05.2022
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Facciamo un piccolo salto indietro perché la trasferta azzurra alla seconda tappa di Coppa del Mondo su pista a Milton ha dato segnali importanti. Si ha un bel dire che mancavano molti big, a differenza di quanto avvenuto a Glasgow dove c’erano tutti per “mettersi al sicuro” in vista delle convocazioni per i Mondiali di ottobre in Francia. Sarà anche vero, ma se guardiamo numeri e presenze, i risultati sono stati importanti in chiave italiana, soprattutto per Elisa Balsamo.

La campionessa del mondo su strada manca dal calendario “on the road” da un mese, un’assenza considerevole ma che era stata programmata con la Trek Segafredo pensando alla lunghezza della stagione e agli obiettivi da identificare dopo la più che proficua campagna del Nord: «Dovevo staccare, la prima parte era stata pesante. Durante questo periodo, tra Glasgow e Milton sono stata anche una settimana senza toccare la bici. Abbiamo valutato, con la squadra e con Villa, la mia presenza in Canada e poteva essere utile per riprendere in vista della strada, così ho accettato di partecipare alla trasferta».

Balsamo Villa 2022
Consonni e Balsamo fra Fabio Masotti e Marco Villa. A Milton una vittoria di spessore nell’americana
Balsamo Villa 2022
Consonni e Balsamo fra Fabio Masotti e Marco Villa. A Milton una vittoria di spessore nell’americana
Bilancio migliore non poteva essere, con 3 vittorie…

Effettivamente mi sono ritrovata con una condizione migliore di quanto pensassi e questo mi ha dato molta fiducia per il prosieguo della stagione.

Partiamo dall’inseguimento a squadre. Al di là dell’assenza di Germania e Gran Bretagna, la sensazione è che rispetto allo scorso anno siate cresciute.

Un passo avanti c’è stato, indubbiamente. Soprattutto perché non siamo solamente 4 ragazze, ma c’è un gruppo ampio, con continui innesti: a Milton siamo scese in qualificazione senza mai esserci allenate insieme e dopo la prima prova eravamo già affiatate, come si è visto in semifinale e finale. Il tempo finale non è stato dei migliori, ma è normale se non provi insieme. Vorrei poi sottolineare che fra noi c’era Barbara Guarischi che non gareggiava su pista da una decina d’anni… E’ questo che intendo quando parlo di un gruppo ampio, sono tante le ragazze che possono entrare nel team e questo significa anche che c’è concorrenza per farlo, non ci sono posti assicurati.

Che cosa manca per chiudere quel piccolo gap rispetto alle nazioni citate prima?

Sinceramente è difficile dirlo, so che Villa ci sta lavorando molto. Il metodo di allenamento è cambiato, lui è prodigo di consigli e si lavora molto anche sulla base dell’esperienza dei ragazzi arrivati all’oro olimpico. Intanto però dimostriamo costantemente che pista e strada possono convivere benissimo, senza nulla togliere l’una all’altra.

Quartetto Milton 2022
Con Balsamo e Consonni anche Zanardi, Fidanza e Guarischi hanno contribuito al successo
Quartetto Milton 2022
Con Balsamo e Consonni anche Zanardi, Fidanza e Guarischi hanno contribuito al successo
Se nel quartetto mancavano i vertici, nell’omnium c’erano l’oro e l’argento di Tokyo. Averle messe alle spalle ti ha dato una soddisfazione in più o ti ha fatto rimpiangere ancora di più quella caduta?

A dir la verità non ci ho pensato, non avevo riflettuto sul fatto di chi mi ero messa alle spalle. Mi fa piacere, dà un senso ulteriore a quella vittoria, ma se proprio devo dire, ormai a Tokyo non ci penso più, è una pagina chiusa alla quale ne sono succedute tante altre, molte davvero belle e poi sono sempre stata portata a guardare avanti. Non avevo un particolare spirito di rivincita, questo è sicuro, ogni gara fa storia a sé.

Terza gara e terza vittoria, nella madison. Villa ha sempre affermato che per emergere in quella che era la “sua” specialità serve grande affiatamento fra i compagni.

E’ vero e il fatto che io e Chiara (Consonni, con lei nella foto d’apertura, ndr) abbiamo vinto alla nostra prima gara insieme non deve trarre in inganno. L’affiatamento è la prima componente per emergere e la madison è un grande “work in progress”, tanto è vero che su pista lavoriamo sempre insieme ai ragazzi, proprio perché dobbiamo migliorare tantissimo nella tecnica. Sappiamo che il cittì è molto esigente, sui cambi ad esempio siamo ancora carenti. Quando saremo abbastanza brave faremo coppie diverse, tutte al femminile, ma ci vuole tempo e pazienza.

Balsamo Omnium Milton 2022
Il podio dell’Omnium, con l’azzurra fra l’olimpionica americana Valente e l’australiana Manly
Balsamo Omnium Milton 2022
Il podio dell’Omnium, con l’azzurra fra l’olimpionica americana Valente e l’australiana Manly
Quando tornerai su pista?

Non lo so, non ne abbiamo ancora parlato. Per gli Europei ci sarà da capire come gestire il poco spazio temporale fra le gare su pista e su strada, vedremo di trovare la soluzione più adatta. Quello di Monaco è un percorso piatto, che potrebbe portare a una volata finale e io voglio esserci. Magari gareggiare su pista prima potrebbe anche darmi quel quid in più.

E su strada?

Ricomincio questa settimana con la RideLondon, dove sono salita già due volte sul podio. Mi aspettano Giro e Tour, con tanta voglia di correre ora che le batterie sono state ricaricate…

ULTIM’ORA: Non c’è due senza tre. Nella prima tappa della RideLondon l’iridata ha chiuso seconda nella volata di gruppo, battuta dall’altra regina dello sprint, l’olandese Lorena Wiebes con Guazzini, Persico e Consonni dal quinto al settimo posto. Come ritorno non c’è male…

Bianchi, a un passo da Aigle, poi la chiamata di Quaranta

27.05.2022
5 min
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Dalla nostra intervista con Ivan Quaranta, da quest’anno collaboratore tecnico del cittì Marco Villa per il settore velocità, è emerso come la Federazione stia iniziando a lavorare per far emergere anche queste discipline, finora un po’ trascurate. Uno dei ragazzi simbolo del movimento della velocità su pista è Matteo Bianchi, che aveva già le valigie pronte per andare al centro UCI di Aigle. Invece, con il progressivo aumento dell’interesse nel suo settore è rimasto, per lavorare fianco a fianco con Ivan Quaranta.

Intercettiamo Matteo appena rientrato da un allenamento, il gruppo velocità si trova in Germania, alle porte di Berlino per un weekend di gare. Matteo e compagni hanno appena concluso un lungo viaggio ed hanno fatto un’oretta per “sciogliere” le gambe.

Ai mondiali juniores del 2019, per Bianchi arriva il bronzo nel chilometro da fermo
Ai mondiali juniores del 2019, per Bianchi arriva il bronzo nel chilometro da fermo
Allora Matteo, mentalmente eri già a Aigle?

Praticamente. In Svizzera c’è il centro federale dove vengono accolti atleti da tutto il mondo, soprattutto di Nazioni minori. Non che l’Italia lo sia, ma nella disciplina della velocità il movimento scarseggiava, così per crescere e maturare ero pronto a partire con zaino e bici in spalla.

Cosa avresti fatto al centro UCI?

Per far fruttare al meglio il lavoro ed avere dei risultati il tempo da dedicare all’attività è molto, sarei rimasto lì dai sei mesi all’anno. Il centro mette a disposizione tutto quel che serve per allenarsi: pista, ovviamente, tecnici e palestre. Questo “erasmus” mi avrebbe permesso di avere stimoli diversi, confrontarmi con altri atleti e di crescere e maturare più velocemente. 

Sei giovane, del 2001, sarebbe stata anche un’esperienza di vita…

Sicuramente, a questa età prendere una decisione del genere sarebbe stato importante. Tuttavia non ci avrei pensato due volte, se si ha un obiettivo bisogna fare di tutto per raggiungerlo.

Il keirin è la seconda disciplina portata avanti da Matteo Bianchi
Il keirin è la seconda disciplina portata avanti da Matteo Bianchi
Invece è partito il gruppo della Nazionale, contento?

Sì, perché vuol dire che qualcosa si è mosso ed è importante. A livello di preparazione o di motivazioni andare in Svizzera non mi avrebbe frenato, come imparo qui avrei imparato anche lì. Sono uno che si adatta a quel che gli dicono di fare. Le esperienze alla fine le fai anche qui, vai in trasferta, impari a gestirti…

E’ un progetto appena partito, come sta andando?

Siamo da poco in movimento ma siamo motivati, con Quaranta lavoriamo bene, Villa rimane un punto di riferimento ma Ivan (Quaranta, ndr) sta facendo molto. Stiamo creando un bel gruppo, io sono il più grande, è un bel passo in avanti per tutti, anche perché riusciremo a fare tante gare e questo ci permetterà di maturare molto.

Per te che sei stato un po’ l’apripista tra gli atleti deve essere una bella soddisfazione…

Quella che la Federazione ci ha dato è una bella possibilità, fino a qualche anno fa non c’era questo movimento, ora grazie a Quaranta e Villa inizia ad esserci interesse verso la pista. Avere concorrenza tra atleti della stessa nazionale ed allenarsi tutti i giorni con un gruppo è molto accattivante ed è uno stimolo a lavorare ancora di più. Poi da poco si è unito anche qualche ragazzo dalla BMX, è un bel binomio quello che si sta venendo a creare.

Matteo e compagni negli allenamenti settimanali alternano pista e strada
Matteo e compagni negli allenamenti settimanali alternano pista e strada
I successi e le vittorie ottenute sono state uno stimolo nel far crescere il settore della pista in Italia?

Tutto quello che di positivo è arrivato ha contribuito a far sempre meglio, si pensi all’oro di Viviani a Rio e a quello del quartetto a Tokyo. Anno dopo anno si è cercato di ampliare il settore e migliorare tutte le discipline, ora è giunto il momento della velocità.

Hai accennato alle gare, quanto è importante confrontarsi con il resto del mondo?

Fa capire che c’è ancora tanto da fare e bisogna lavorare, ma direi che sicuramente è uno stimolo in più. Arrivare a competere con le Nazioni più attrezzate, come Francia, Germania, Inghilterra ce ne vuole.

Come lavori con Quaranta e tutto il gruppo?

Abbiamo due giorni a settimana dedicati all’attività su pista vera e propria e come tutti ci alleniamo a Montichiari. Poi a questo si unisce una buona parte di allenamenti si strada dove si allenano le partenze da fermo, volate, volate agili, la forza, la frequenza a la resistenza alla velocità. Un ruolo importante, di supporto e preparazione, lo giocano anche la mia squadra la Campana Imballaggi Geotex con Alessandro Coden ed il gruppo dell’esercito .

A che età arriva la maturazione in queste discipline?

Beh io ho visto che dalla categoria juniores a quella under 23 o elite cambia tutto: fisico, rapporti, e modo di correre. Quando cambi categoria e vedi quanto sono maturi gli altri atleti e che modo di correre hanno, via via più affinato. Secondo me intorno ai 25 anni hai il momento un po’ più prestante ma poi si rimane competitivi fino ai 30, anche di più.

Al momento, in partenza Bianchi usa il 63×13-14. I big spingono anche il 70
Al momento, in partenza Bianchi usa il 63×13-14. I big spingono anche il 70
Questo a testimoniare che sei, siete ancora molto giovani…

Sì, non ci facciamo prendere dalla fretta, il tempo è dalla nostra parte

I prossimi impegni quali saranno? 

Ne avremo ancora molti, il più importante sarà il campionato europeo U23. E’ un primo step per capire come siamo messi e che livello avremo raggiunto dopo quasi un anno di lavoro.

Da Marco a Mark. Cittì Villa e la grandezza di Cavendish

11.05.2022
5 min
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Mark Cavendish è un veterano. Talmente veterano che ha corso anche con Marco Villa. Okay, non volevamo dire che il cittì fosse vecchio, ma volevamo far capire da quanto tempo l’inglese sia in gruppo. Su strada e su pista.

Con Villa, parliamo di Cav e di questo ragazzino che 17 anni fa, ancora prima di essere pro’, è arrivato all’improvviso sul parquet e che domenica scorsa ha vinto la sua sedicesima tappa al Giro d’Italia e la numero 160 in carriera (su strada). E chissà che oggi verso Messina, non possa ritoccare questi numeri.

Marco Villa, ora cittì azzurro, per un breve periodo della sua carriera ha incontrato da corridore Mark Cavendish
Marco Villa, ora cittì azzurro, per un breve periodo della sua carriera ha incontrato da corridore Mark Cavendish
Marco, vi siete incontrati tu e Cavendish…

Eh sì. Io ero alla fine e lui all’inizio della carriera. E adesso continuo ad incontrarlo da tecnico.

Il Villa corridore che ricordo ha di Cav?

Che era veloce! Si è visto subito. Era veloce, ma aveva anche doti di resistenza. E la T-Mobile ci vide lungo a prenderlo subito. Era un ragazzino.

Quando facevate spalla a spalla aveva timore reverenziale o non faceva sconti a nessuno?

Non era timido. Cavendish si sapeva difendere, aveva un carattere forte e si muoveva bene. E infatti poi la carriera che ha fatto dice tutto. Ha vinto mondiali su pista e su strada (Copenaghen 2011, nella foto di apertura, ndr), ha il record di tappe vinte al Tour de France. Mi dispiace per quei due o tre anni nei quali sembrava che nessuno lo volesse. Mi è sembrato un po’ irrispettoso. Ma col suo carattere ha saputo tenere duro. Mi colpì una cosa di lui.

Cosa?

Nel 2016 vinse quattro tappe al Tour avendo fatto la preparazione per la pista. Poi è andato a Rio e se non trovava un super Viviani avrebbe vinto le Olimpiadi. Finite le Olimpiadi recupera, va al mondiale e se non incontra sulla sua strada un certo Sagan vince anche il mondiale. “Questo” quando va forte fa fatica a fare secondo.

Nel 2007 Cavendish passò alla T-Mobile, non aveva neanche 22 anni
Nel 2007 Cavendish passò alla T-Mobile, non aveva neanche 22 anni
Qual è il primo ricordo che hai di lui? L’aneddoto…

Che mi sono ritrovato all’improvviso questi inglesi in pista che andavano forte. Hanno iniziato a vincere tutto e Mark ne faceva parte, con la differenza che lui andava forte anche su strada.

Ti aspettavi di vederlo ancora là davanti l’altro giorno?

Sì – risponde secco Villa – e poi lui è un vero maestro ormai di quel tipo di volate. Si porta in testa e nessuno lo affianca. Ha un sistema diverso rispetto agli altri sprinter. Al netto, chiaramente, dell’eccellente lavoro di Morkov e dei suoi compagni. Cav parte lungo e nessuno lo rimonta.

Sistema diverso: spiegaci meglio…

Non ho i suoi dati, ma per me è diverso da quel che ho visto. Gli altri velocisti partono al 100% e cercano di andare più avanti possibile. Mark invece per me parte all’80% e fa una progressione continua. Una progressione che inganna chi sta a ruota. Chi gli è dietro pensa di saltarlo, ma poi quando lo affianca prende aria e li resta mentre lui continua ad accelerare. Ed è in questo che è diverso dagli altri velocisti. Gli altri partono forte: se tengono, bene, se invece calano vengono saltati.

Cavendish faceva parte dell’infornata di Wiggins (a sinistra) su pista. Eccoli, iridati madison nel 2016 a Londra
Cavendish faceva parte dell’infornata di Wiggins (a sinistra) su pista. Eccoli, iridati madison nel 2016 a Londra
Eppure nel rettilineo di domenica scorsa, ad un certo punto sembrava fosse troppo lungo, che potesse essere saltato…

Quando lui parte sa bene dove sta la linea di arrivo e fa di tutto per arrivarci al 100%. Poche volte sbaglia.

E della sua posizione cosa ci dici? Lui fu un “rivoluzionario” in tal senso. Magari anche “bruttino” a vedersi col sedere in alto e le spalle schiacciate sul manubrio, ma di certo efficace.

Era la posizione degli inglesi. Loro sui marginal gain ci avevano lavorato subito e li limavano tutti. Cav fu tra i primi ad adottare questa posizione e a portarla anche su strada e di conseguenza anche gli altri si sono dovuti adattare. Anche Elia ci lavorò molto. Ci lavorò sulla posizione per l’omnium, per il giro lanciato… fino a portarla su strada.

L’altro giorno, come detto, sembrava avere una cadenza altissima, quasi che s’imballasse: oggi si tende ad utilizzare rapporti più lunghi, questo vale anche per lui? O Cav è rimasto fedele al 53?

No, di sicuro aveva il rapporto che serviva. Tanto più che è in quella squadra (la Quick Step-Alpha Vinyl). Se il rettilineo finale tirava a scendere, loro lo sapevano e lui aveva il rapporto adeguato. No, no… non si torna indietro, non si tratta di avere rapporti lunghi o corti, ma di avere quelli giusti.

Nel 2016 altro poker al Tour, un vero capolavoro per come si era preparato secondo Villa. Da notare la posizione schiacciata
Nel 2016 altro poker al Tour, un vero capolavoro per come si era preparato secondo Villa. Da notare la posizione schiacciata
Cosa ti piace di lui, Marco?

Bah – ci pensa un po’ Villa – la sua carriera. L’aver vinto su strada e su pista, quel record al Tour… Lo conosco bene, è un amico. Magari definirlo mito è fuori luogo, ma di certo con quel che ha fatto ci va vicino. Senza dubbio è uno dei più forti di questa era moderna. E poi, ragazzi, sembrava finito e l’anno scorso si è portato a casa tutti quei successi dalla Francia.

Però conta molto anche la squadra. E per uno come lui conta anche per le salite, per arrivare allo sprint o per portare a casa la maglia verde (o della classifica a punti)…

La squadra è super importante per tutti i velocisti, non solo per Mark. Senza parlare del treno, tante volte la sola scia dell’ammiraglia non basta. Magari avere due compagni vicino ti aiuta a non staccarti, riprendi la salita successiva col primo gruppo e puoi arrivare meglio nel tempo massimo. E questo vale ancora di più quando le salite sono all’inizio. E lui lo sa bene, tanto è vero che quando ha capito che in Sky si puntava solo alle classifiche generali, ha cercato spazio altrove, nonostante fosse inglese e affezionatissimo a quel gruppo.

Moro 2022

L’enigma di Moro, solo pistard o anche stradista?

30.04.2022
5 min
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Tra le varie funzioni che la tappa inaugurale della Nations Cup a Glasgow ha avuto, oltre a rendere eleggibili i corridori (e quindi i nostri vari Ganna, Viviani e gli altri big) per i prossimi mondiali ha anche avuto quella di proseguire nel cammino di esperienze per coloro che devono integrare il gruppo, essere ricambi del quartetto olimpionico nell’inseguimento. E anche qualcosa di più…

Manlio Moro è uno di questi. Protagonista dell’ultima rassegna iridata a Roubaix con una prova eccezionale nell’inseguimento individuale, il cittì Marco Villa ne intravede le grandi potenzialità e continua a lavorare sul suo inserimento in pianta stabile nell’organico del “poker dei sogni”. A Glasgow Moro ha “assaggiato” il gruppo, partecipando al torneo individuale ma condividendo anche gli allenamenti con il gruppo: «E’ stata una bellissima esperienza e per me ha avuto un sapore particolare: lo scorso anno dovevo essere convocato per la prima volta, ma mi sono fratturato un polso e quella opportunità è saltata. Per questo la trasferta in Scozia è stata ancora più bella, come un conto saldato con il destino».

Moro Villa 2021
Villa crede molto in Moro, sul quale punta come componente del quartetto per Parigi 2024
Moro Villa 2021
Villa crede molto in Moro, sul quale punta come componente del quartetto per Parigi 2024
Si è parlato molto, a latere dell’andamento contraddittorio del torneo dell’inseguimento a squadre, di quanto sia importante ma anche difficile entrare nel gruppo azzurro, in un meccanismo così consolidato. Tu che si parte in causa che cosa ci puoi dire?

A Glasgow non ho potuto gareggiare con i compagni, ma in allenamento abbiamo lavorato molto insieme. Il gruppo è molto unito ed entrarne a far parte da quel punto di vista è semplice, ma chiaramente non è qualcosa che s’inventa dall’oggi al domani, serve tanta condivisione in pista, sedute da vivere insieme, far diventare automatici tutti i passaggi. Per fortuna i ragazzi più anziani sono disponibili, danno consigli. Il problema vero? Andare forte come loro…

Villa ti considera una delle pedine fondamentali per dare nuova linfa al gruppo in previsione di Parigi 2024. Alle Olimpiadi ci pensi?

Come no? Sono uno dei miei obiettivi, ma so che devo guadagnarmele e non sarà facile perché siamo in tanti a lavorarci e ad ambirle. Per me poi la chance è concentrata sul quartetto, non ci sono altre strade.

Moro Glasgow 2022
Il nativo di Pordenone a Glasgow ha disputato l’inseguimento, finendo 8° in qualifica (foto Fci)
Moro Glasgow 2022
Il nativo di Pordenone a Glasgow ha disputato l’inseguimento, finendo 8° in qualifica (foto Fci)
Come inseguitore individuale il tuo valore è acclarato, ma non è specialità olimpica. Nelle altre prove endurance come te la cavi?

Non bene, non abbastanza per ambire a un ruolo importante. Non sono adatto alle gare di gruppo, che in pista sono cosa molto diversa da quelle su strada. Bisogna esserci portati e io vado meglio nelle prove contro il tempo.

Accennavi alla strada, apriamo questo capitolo: come si traducono le tue capacità su pista?

Credo di essere un corridore completo, il classico passista che se la cava bene anche su certi tipi di salite, quelle non per scattisti e non troppo lunghe. Bisogna considerare che sono un corridore di 80 chili e passa, contro chi ne pesa 60 non avrò mai speranze sulle salite lunghe. Chiaramente, per tornare alla domanda, mi piacciono molto le cronometro, dove mi trovo bene, infatti i campionati italiani di specialità sono un obiettivo che ho già focalizzato.

Moro strada 2022
Finora buona la stagione su strada per il friulano, vincitore alla 2 Giorni per Alessandro Bolis (foto Scanferla)
Moro strada 2022
Finora buona la stagione su strada per il friulano, vincitore alla 2 Giorni per Alessandro Bolis (foto Scanferla)
Come ti trovi alla Zalf?

Benissimo, è una grande famiglia, nella quale non fanno mancare nulla. E’ davvero una squadra al top, solo lo status dice che non è professionistica perché il supporto è davvero di quel livello.

Nell’ambiente girano però voci che dicono che non ti abbiano dato il permesso per andare alla seconda prova di coppa a Milton…

Mi fa piacere poter spazzare via ogni dubbio. La decisione di non andare in Canada è stata presa di comune accordo fra Villa, me e i vertici della Zalf, tanto è vero che sia da parte mia che della società è stata data la disponibilità per la terza tappa a Cali in Colombia. E’ giusto cercare sempre un equilibrio fra attività su strada e su pista non solo per ottemperare agli obblighi con la squadra, ma anche per ottenere il meglio da entrambe le specialità.

Moro crono 2021
Uno degli obiettivi di Moro è il titolo italiano U23 a cronometro (foto Scanferla)
Moro crono 2021
Uno degli obiettivi di Moro è il titolo italiano U23 a cronometro (foto Scanferla)
Non c’è quindi una contrarietà di fondo verso la tua attività su pista?

Perché dovrebbe esserci? Ognuna aiuta l’altra e alla Zalf lo sanno. Per questo sono favorevoli al mio impegno su pista e alle mie continue trasferte a Montichiari per le sedute di allenamento.

Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

Su pista punto forte sugli Europei, oltre a Cali dove penso che sarò impiegato anche nel quartetto. Su strada in teoria dovrei correre l’Adriatica Ionica Race e poi il programma sarà da sviluppare. Mi piacerebbe fare il Giro Under 23, ma è tutto in divenire. Io comunque mi farò trovare pronto in ogni caso.

Scartezzini 2022

Sentiamo da Scartezzini come lavora un quartetto…

28.04.2022
5 min
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Michele Scartezzini ci ha ripensato spesso, nei giorni successivi, a quel torneo dell’inseguimento a squadre alla Nations Cup di Glasgow. Quel quartetto con le sgargianti maglie iridato indosso (era la prima uscita ufficiale) che era sfrecciato in testa alle qualificazioni per poi perdere la semifinale. Villa non aveva nascosto di esserci rimasto male, aveva anche spiegato l’errore in un mancato accordo fra lui e Lamon.

La nostra analisi del lavoro in un quartetto a ridosso della gara parte proprio da quell’episodio: «L’ho detto subito ai ragazzi, è stata colpa mia, ma ho una grande attenuante. L’audio dello speaker era troppo alto, quando Francesco mi ha dato il “3” non l’ho proprio sentito così ho perso l’attimo e il quartetto si è sfaldato. Il giorno dopo, nell’inseguimento individuale, parlavo con il portoghese Oliveira, mi ha detto anche lui che per tre volte non ha sentito i tempi che gli urlava l’allenatore e così ha sbagliato a interpretare la gara, sempre per colpa dell’acustica».

Scartezzini Glasgow 2022
Il quartetto azzurro a Glasgow, con Villa a dare istruzioni. Era la prima uscita dopo l’iride (foto @arne_mils/FCI)
Scartezzini Glasgow 2022
Il quartetto azzurro a Glasgow, con Villa a dare istruzioni. Era la prima uscita dopo l’iride (foto @arne_mils/FCI)
Villa ha spiegato di non aver potuto lavorare come sarebbe servito con voi…

E’ un prezzo che si paga in questo periodo della stagione. Io, Bertazzo e Lamon ci siamo stati quasi sempre, salvo per qualche impegno su strada, chiaramente Ganna e Consonni avevano molte più difficoltà, ma hanno cercato di partecipare appena avevano qualche buco. Nelle ultimissime settimane o c’era uno o c’era l’altro, ma poi avevamo molti giovani a collaborare con noi, insomma il lavoro è andato comunque avanti.

A Glasgow avete potuto provare?

Siamo arrivati il martedì sera e abbiamo potuto girare al mercoledì, poi giovedì c’è stata la gara. Il quartetto funziona, ma chiaramente deve essere tutto regolato a puntino per arrivare ai risultati. In qualificazione avevamo dimostrato il nostro valore di gruppo, nelle altre due prove ci sono stati particolari che hanno inficiato il risultato finale.

Quando lavorate insieme, lo fate su distanze diverse?

Dipende. Se facciamo la prova gara è sui 4 chilometri, come in qualsiasi torneo. In allenamento però affrontiamo anche altre distanze, il chilometro con partenza da fermo, oppure uno e mezzo, o due, dipende da quello che si deve fare e dai meccanismi sui quali dobbiamo lavorare, come anche su quali ritmi dobbiamo girare. E’ un lavoro molto complesso.

Scartezzini Ganna 2022
A Montichiari si lavora ogni settimana, ma Ganna non sempre può essere presente
Scartezzini Ganna 2022
A Montichiari si lavora ogni settimana, ma Ganna non sempre può essere presente
La sensazione, vedendo le gare da fuori, è che il quartetto sia come un orologio di precisione, che per funzionare deve avere tutti i meccanismi, anche i più piccoli, perfettamente oliati e a posto…

Il paragone funziona. E’ tutta questione di attimi e tempismi, ogni piccolo errore porta gravi conseguenze. Lo si è visto in semifinale ma ancor di più nella finalina. Io e Ganna eravamo d’accordo che facevo una seconda tirata fino a 3 giri, poi lui ci avrebbe portato alla fine. Io quindi, come d’accordo ho accelerato dando tutto, poi mi sarei rialzato e avrei lasciato andare gli altri tre, invece nel frattempo avevamo già perso un vagone. Se avessi saputo avrei fatto una frazione regolare, invece quando mi sono rialzato non ne avevo più e non potevo rientrare. Per questo deve funzionare tutto al meglio, il che significa anche che la forma deve essere equilibrata fra i quattro.

Le vostre frazioni sono sempre uguali?

Vengono stabilite di volta in volta, ma poi dipende anche da come va la gara, dalle comunicazioni che ci dà Villa. Diciamo che di regola abbiamo tutti due giri, con Lamon che guida nella difficile parte di lancio e Ganna che chiude.

Per Villa la sua esperienza è fondamentale anche in allenamento con i giovani
Scartezzini Villa 2021
Per Villa la sua esperienza è fondamentale anche in allenamento con i giovani
Sempre con 3 giri finali alla morte come ha fatto a Tokyo e Roubaix?

Anche questo dipende, certe volte ha fatto anche 3 giri e mezzo. Quel che è certo è che il quartetto non è qualcosa di statico, ogni gara è a sé stante, va lavorata, curata anche da parte di chi non gareggia, per questo il gruppo non può essere composto da soli 4 elementi.

A tal proposito Villa è stato chiaro: porterà nelle altre due tappe di Coppa molti giovani, per continuare nella loro opera di inserimento e avere un gruppo sempre folto…

E’ la scelta giusta. Noi più anziani siamo deputati a farli inserire per gradi, fargli apprendere tutti questi meccanismi, portarli a entrare nella macchina potendo dare il meglio di loro stessi. Le giornate di lavoro a Montichiari sono fondamentali, poi chiaramente servono le gare. Con loro discutiamo delle linee di gara, di come affrontare una tirata, serve esperienza. Se non ci fossero i vecchi, i giovani non potrebbero imparare.

Scartezzini Consonni 2021
Scartezzini e Consonni hanno già centrato il podio ai mondiali 2021. A Glasgow hanno preso il bronzo
Scartezzini Consonni 2021
Scartezzini e Consonni hanno già centrato il podio ai mondiali 2021. A Glasgow hanno preso il bronzo
La tua trasferta scozzese non è stata però proprio da buttar via…

Direi proprio di no, con Consonni abbiamo colto un argento che significa molto. Nella Madison la coppia cresce col tempo, acquisendo fiducia reciproca. Abbiamo davvero un buon affiatamento, dobbiamo continuare su questa linea, compatibilmente con i suoi impegni su strada.

E tu, solo pista?

No, ho fatto anche il Laigueglia con la nazionale, ora con la Arvedi ho ancora qualche impegno, ma da fine maggio potrò tirare un po’ il fiato.