Dopo le Olimpiadi, il finale di stagione arriva più rapido di un battito di ciglia. Come per tanti atleti, quello a cinque cerchi per Manlio Moro è stato un importante crocevia, ma ora è tempo di guardare a ciò che il resto del calendario gli riserva.
Al friulano di Pordenone non sono mancati gli stimoli – e probabilmente nemmeno le difficoltà – per far combaciare tutto. Il primo anno da pro’ di Moro, per di più nel WorldTour con la Movistar, ha coinciso con quello olimpico. Due battesimi di lusso che si sono trasformati in due esperienze fondamentali per un ragazzo di 22 anni che sta crescendo dando sempre il proprio contributo. Prima di Parigi, Moro ha vinto l’oro agli europei U23 in pista nell’inseguimento a squadre, bissando quello del 2022. Dopo Parigi, è ritornato a correre su strada senza perdere di vista l’ultimo obiettivo in pista di ottobre.
Manlio come sta procedendo quest’ultimo periodo?
Attualmente sono a casa di Rachele (Barbieri, la sua fidanzata, ndr) per allenarmi recuperando da una caduta al Renewi Tour in Belgio. All’inizio della quarta tappa sono volato a terra procurandomi abrasioni ovunque. Subito avevo paura di essermi rotto il gomito, che aveva un taglio profondo e si era gonfiato in fretta. Fortunatamente non è stato così e ho rimediato tutto con qualche punto di sutura. Ho fatto qualche giorno fermo e qualche altro in bici senza forzare, ma adesso ho già ripreso a fare ore e dislivello con lavori più specifici.
Sono quei classici intoppi che danno più fastidio perché ti rallentano anziché per il dolore.
Ovviamente cadere e farsi male non piace a nessuno, ma in questo caso, visto che alla fine me la sono cavata con poco, è stato un vero peccato perché avevo voglia di correre. Quest’anno, per forza di cose, ho accumulato meno di trenta giorni di gara. La Movistar sapeva che la mia stagione su strada sarebbe stata condizionata dalla pista a Parigi. Comunque il programma non è finito.
Cosa prevede il tuo calendario?
Dovrei correre il GP Wallonie e il Super 8 Classic (18 e 21 settembre, ndr), poi farò il resto del calendario italiano anche se mi devono confermare tutto. Voglio farmi trovare pronto e sono molto motivato a farlo. Anche perché poi ci saranno i mondiali in pista a Copenaghen fra poco più di un mese (16-20 ottobre, ndr). Fra poco torneremo in pista ad allenarci perché è un altro nostro obiettivo importante. Vedremo se farò solo il quartetto o altre prove.
Riavvolgiamo il nastro per un attimo ritornando nel velodromo di Parigi. Cos’hai vissuto lassù?
Le Olimpiadi sono state un’esperienza incredibile. E’ stato bellissimo essere lì. Come dicevo prima, ho lavorato sodo per essere a disposizione del cittì Villa. Sapevo che non avrei corso, però sono contento di aver fatto parte della spedizione. Forse l’unica cosa che mi dispiace, che non è imputabile a noi, è non aver ricevuto la medaglia di bronzo, anche se io non ho mai gareggiato nelle qualifiche. Bisogna dire che questa situazione non è mai stata chiarita dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale, ndr). In ogni caso non ho rimpianti, penso alle prossime Olimpiadi.
Sei stabilmente nel gruppo azzurro del quartetto con cui hai vinto l’oro europeo 2023 e due argenti mondiali negli ultimi due anni. In tanti sostengono che se Ganna dovesse prendersi una pausa dalla nazionale, non ci sarebbero troppi problemi grazie alla tua presenza. Cosa ne pensi?
Eh (sorride e sospira, ndr) mi fa piacere essere considerato il sostituto di Pippo, ma non esageriamo. Certamente abbiamo caratteristiche fisiche simili ed io in questi anni ho imparato anche da lui come essere sempre di più un vagone importante per il quartetto. Non so e non credo se Ganna stia facendo questa riflessione, io penso solo a farmi trovare pronto. Questo deve essere il mio mantra.
Visto il cenno alle prossime Olimpiadi, prima di allora a cosa punta Manlio Moro?
Fino a Los Angeles vorrei fare un bel salto di qualità su strada, soprattutto nelle prossime due stagioni. Per il 2025 cercherò di lavorare in modo profondo in inverno per avere già una buona base per le prime gare. Naturalmente non voglio mollare la pista. Sono due attività compatibili, ma totalmente diverse. Bisogna pianificare bene gli allenamenti e i programmi. In Movistar (con cui ha il contratto fino al 2026, ndr) mi trovo molto bene e mi lasciano spazio per la pista.
Ritornando in strada, cosa ti ha detto finora questa tua prima stagione da pro’?
E’ stato un bel salto dagli U23. Il ritmo è completamente diverso. Non esistono più gare facili. Non esistono più gare in cui vai per “fare la gamba” in vista delle altre corse. Devi presentarti al via preparato bene. A margine di tutto, quest’anno avendo corso poco non sono mai riuscito a prendere il necessario ritmo gara. Era tutto legato alla preparazione per Parigi, ma sono soddisfatto lo stesso. Adesso ho voglia di fare un bel finale.