Ieri al Giro d’Italia è andata in scena la prima volata. E tra i protagonisti di questo serrato sprint non c’era Elia Viviani. Il campione veronese infatti non è stato schierato nella corsa rosa dalla sua squadra.
Discorso di cui è parlato spesso in questo primo scorcio di Giro. Il ritorno alla Ineos-Grenadiers doveva siglare il grande rilancio di Viviani dopo due stagioni non superbe alla Cofidis. Non superbe su strada, visto che in pista aveva vinto il mondiale nell’eliminazione.
In ogni caso, abbiamo cercato di fare chiarezza una volta per tutte con Matteo Tosatto, diesse della corazzata di “Sua Maestà”.
Matteo, riprendiamo il discorso fatto al Tour of the Alps. Ci avevi detto: «Porteremo una squadra votata per Carapaz». Sei stato di parola e infatti non c’è Viviani…
Una squadra votata tutta per Richard, per cercare di vincere questo Giro. Dispiace per Viviani. Elia è stato nella lista del Giro fino all’ultima ora. Era inserito come prima riserva e alla fine abbiamo deciso così. Massimo supporto per Richard Carapaz. Di sicuro, Elia avrà modo di rifarsi, ma adesso siamo concentrati per il Giro.
Ma Viviani stava bene? Si era preparato per il Giro?
Lui si è preparato, come sempre. Elia è un grande professionista. Si era allenato e in caso di chiamata sarebbe stato pronto. Si sta allenando per il Giro di Ungheria (11-15 maggio, ndr). Come ho detto, dispiace a lui e dispiace a noi che non sia qua. Dispiace come uomo, perché è una persona speciale, un leader, ma abbiamo pensato ad una squadra più per la montagna.
Pertanto Viviani era preparato a questo scenario, non è stato un fulmine a ciel sereno?
Sapeva che non era certo di un posto. Sapeva che poteva entrare, come no. E questa news non gli è piovuta addosso a cinque giorni dal Giro, per dire… Abbiamo parlato insieme e abbiamo deciso insieme.
E per te ha capito?
Ma certo. E’ un grande professionista. E già pensa ad altri obiettivi.
Chi è stato l’uomo che ha preso il suo posto?
Non c’è un uomo specifico che ha preso il suo posto. E’ stato fatto un certo tipo di squadra. Abbiamo lasciato fuori anche altri ragazzi che andavano forte. E per di più che andavano forte in salita, come Dunbar per esempio. Le nostre scelte sono state fatte in base soprattutto a questi parametri. Non è che “uno” ha preso il posto di “un altro”. Anche Tao Geoghegan Hart doveva esserci per esempio, ma non stava molto bene e quindi non è qui al Giro. Ed è stato il lizza fino all’ultimo pure lui.
Insomma è stata una scelta tecnico-tattica: la miglior formazione che potevate schierare per correre in un certo modo?
La formazione migliore che potevamo. Abbiamo scelto un bel gruppo. Un gruppo unito, con corridori forti in pianura e nel misto e in salita, integrati con quelli più in forma attualmente. Speriamo di aver fatto la scelta giusta! Noi siamo pronti.
Tosatto aggiunge che poi Carapaz sta bene. Che nei giorni che precedevano il via, rispetto ad altri che avevano provato il finale della prima tappa e la crono loro se ne erano stati tranquilli. Solo lui aveva fatto un sopralluogo in macchina. Aveva preferito lasciare i suoi ragazzi lontano dal caos, facendoli allenare nei pressi dell’hotel. “Toso” sa bene che la sfida è molto lunga. Che serve pazienza.
Elia in Ungheria
Infine concedeteci due considerazioni.
La prima: non aver visto il veronese né al Tour of the Alps, né al Romandia è stato un segnale che poteva lasciar pensare che Viviani potesse non essere della partita. E’ vero che è stato impegnato in pista a Glasgow (dove ha anche vinto nell’eliminazione) però correre su strada in certi momenti è ben altra cosa.
La seconda considerazione: Dario Cioni, diesse e preparatore della Ineos-Grenadiers, ci aveva detto già a gennaio che non era così scontato che Elia potesse essere schierato al via del Giro. Questo infatti avrebbe poi comportato una scelta negli uomini da portare. E anche nel caso fosse stato schierato non avrebbe avuto un treno a disposizione per le volate, ma se la sarebbe dovuta cavare da solo, tanto che ci parlò di “volate di rimessa”.
Intanto Viviani, nel giorno in cui iniziava la corsa rosa aveva postato una foto in cui era in allenamento in altura a Livigno. «Sono dove voglio essere per diventare più forte», aveva scritto. La sua classe, anche al di fuori delle corse, e la sua professionalità sono da medaglia d’oro olimpica qual è.