Cosa ci fa Bennati con la nazionale di BMX? Andiamo a vedere…

14.02.2022
6 min
Salva

Mentre arriviamo a Padova, dai finestrini, si scorge un cielo terso. Le prime montagne innevate sono lontane, cosa strana da queste parti se pensiamo che è il 12 febbraio. Il sole invita a stare senza giacca, anche se il vento non ce lo permette. L’autobus numero 10, passando sui sampietrini del centro storico, ci accompagna comodamente in via Chiesanuova. Qui si trova il centro del team Bmx Panther Boys, dove si sta allenando la nazionale Bmx guidata da Tommaso Lupi. Accompagnato, in questa due giorni da Daniele Bennati, il quale ha iniziato la sua avventura sui pedali proprio da questa disciplina quando aveva 9-10 anni.

«Avevo visto una squadra di Arezzo e mi sono incuriosito così ho provato – racconta – non c’era una pista come questa e tutte le strutture di oggi. Devo dire che mi fa piacere vedere come è cresciuto il movimento».

Una strana coppia

«La Federazione – dice Tommaso Lupi – da quest’anno ci ha aperto le porte, di conseguenza le collaborazioni e le opportunità di espansione del nostro movimento sono aumentate».

C’è anche Diego Bragato con il quale Tommaso e i suoi ragazzi avevano lavorato esattamente un anno fa in pista a Montichiari.

«La Bmx – riprende Tommaso – è un mondo in continua crescita nel nostro paese, i ragazzi sono sempre più interessati e questo ci riempie di orgoglio. L’incontro tra il nostro mondo e quello della strada in questi giorni non è legato alla preparazione, ma più al fare gruppo e portare i ragazzi al di fuori della loro zona di comfort. Con l’arrivo di Daniele (Bennati, ndr) come cittì abbiamo voluto avvicinare i nostri mondi».

Il confronto tra il cittì Lupi e i ragazzi è continuo
Il confronto tra il cittì Lupi e i ragazzi è continuo

Si lavora per Parigi

«Mancano due anni e mezzo alle prossime Olimpiadi – dice con un sorriso Tommaso – e il lavoro che voglio fare è tanto. Sono orgoglioso di dire che lavoreremo anche con un gruppo femminile, anche se con loro vedo difficile una nostra partecipazione alle prossime Olimpiadi. In questo campo lavoriamo in ottica Los Angeles 2028, sarebbe bello arrivare dove la nostra disciplina è nata con una novità così importante. Intanto, il mese prossimo a Vigevano ci sarà il raduno degli allievi e giovanissimi e sarà presente anche un gruppo femminile guidato da Gaia Tormena, che mi ha più volte chiesto di provare questa disciplina».

A disposizione della nazionale di Bmx ci sono anche i mezzi della Federazione
A disposizione della nazionale di Bmx ci sono anche i mezzi della Federazione

Gli investimenti aumentano

Notiamo che sulle bici di alcuni corridori sono presenti dei ciclocomputer e ne approfittiamo per indagare…

«Stiamo iniziando ad allenarci con più strumentazione – risponde Lupi – oltre alla fascia cardio iniziamo ad usare anche i misuratori di potenza. In quest’ultimo caso quelli che si usano su strada non possono essere utilizzati con la stessa precisione per la nostra disciplina a causa della differenza di sforzo. Il misuratore di potenza che si usa su strada per noi non va bene perché ha un leggero “ritardo” nella trasmissione dei dati. La Federazione, grazie anche a Diego Bragato, ha parlato con Srm e comprato dei misuratori di potenza studiati appositamente per la Bmx.

«Unire strada e Bmx è possibile, sono sforzi differenti, ma con un buon lavoro si potrebbero vedere delle belle novità. Lo sforzo massimale che si fa in partenza supera abbondantemente i 2.000 watt e la brevità delle gare (30-40 secondi, ndr) porta a pensare che si possano anche tirare fuori dei velocisti o ultimi uomini interessanti

Passato in comune

Daniele Bennati, neo cittì azzurro, è incuriosito dalle bici degli atleti e chiede informazioni. Mentre noi, silenziosamente, ascoltiamo.

«La sella è all’altezza minima per tutti – spiega Lupi – perché nella gara non ci si siede mai, la si utilizza nei salti per mantenere l’equilibrio. I telai sono di due materiali: carbonio e alluminio. I corridori scelgono generalmente i telai in carbonio perché sono più rigidi e scaricano meglio la potenza a terra. La particolarità sta nel carro posteriore, ci sono dei marchi che li fanno separati così che gli atleti possano trovare la misura corretta per le loro esigenze».

Le spiegazioni vengono interrotte da una rovinosa caduta di uno dei ragazzi. Una volta che ci si è assicurati che stia bene, Bennati rilancia.

«Dovrebbero inserire la Bmx – dice – in tutte le squadre giovanili. Alleni tantissimo la tecnica di base e lo fai in sicurezza, lontano dal traffico. Se metti uno di questi ragazzi in sella ad una bici da strada, mountain bike o downhill vedi che si adatta prontamente. La doppia disciplina, di qualsiasi tipo, deve essere un must per i giovani. In Italia si guarda subito alla strada, ma non tutti sono portati. Bisogna dare ai ragazzi la possibilità di provare cose nuove, divertirsi e scegliere in autonomia la propria disciplina».