Salvoldi, a Tokyo stesse chance su strada e in pista

02.02.2021
4 min
Salva

Concluso il ritiro sull’Etna e a fronte della cancellazione delle prime corse su strada, Salvoldi si è rimboccato le maniche e ha ridisegnato l’attività delle sue ragazze per non perdere il lavoro svolto in Sicilia. Montichiari torna ad essere la loro casa per due giorni a settimana e così fino alle prime trasferte. Il tecnico è bravo, c’è poco da dire e da criticarlo per le vittorie. Ha subito degli scossoni pesanti, ma ha risposto con il lavoro. Se un cittì non avesse la fiducia dei suoi atleti, difficilmente arriverebbero certi risultati. Nonostante ciò, l’incertezza di ciò che avverrà dopo le elezioni federali di febbraio stride con il ragionamento fatto da tempo su un gruppo di ragazze che avrà Tokyo come passaggio e Parigi 2024 come vero obiettivo olimpico.

Salvoldi ha previsto lavori in quota sui rulli, conlavori specifici per il quartetto
Salvoldi ha previsto lavori in quota sui rulli, conlavori specifici per il quartetto

«Sapere di lavorare a scadenza un po’ ti destabilizza – ammette – per certi versi ti fa perdere potere con le squadre. Abbiamo sempre detto che questo gruppo è in viaggio per Parigi. Adesso comunque si lavora per Tokyo, vivendo alla giornata, perché i calendari sono tutti ballerini. Dobbiamo farci trovare pronti per ogni cambiamento. Non sappiamo se gli eventi previsti nell’avvicinamento si svolgeranno come ci aspettiamo».

Che Olimpiadi immagini?

Di grandi sorprese, per diversi motivi. Arriviamo tutti nel segno della discontinuità nel lavoro, con la difficoltà di trovare, mantenere e tenere sotto controllo il livello della prestazione.

L’anno di ritardo ha fatto il nostro gioco?

Ha implementato il gruppo, aprendo la porta a ragazze che sono cresciute. Il gruppo squadra ne ha giovato sicuramente. E manca ancora Letizia Paternoster.

Elisa Longo Borghini, campionati europei Plouay, 2020
Elisa Longo Borghini, seconda ai campionati europei Plouay 2020 e bronzo ai Giochi di Rio 2016
Elisa Longo Borghini, campionati europei Plouay, 2020
Longo Borghini, 2ª agli europei di Plouay, bronzo a Rio 2016
Montichiari diventa più che mai un punto di riferimento?

Assolutamente, come punto in cui convergere se l’attività su strada dovesse subire degli stop. E sarà così anche dal 2022, perché a parte il prevedibile distacco che ci sarà dalla pista, alla fine dell’anno inizieranno le qualificazioni olimpiche, per cui il gruppo si ricomporrà.

Su strada la situazione verso Tokyo è diversa?

Abbiamo due atlete già affermate che hanno vinto ad altissimo livello. Direi che abbiamo quasi pari chance su strada e su pista perché in pista troveremo le più forti all’apice della loro carriera, quindi andranno fortissimo. Tornando alle stradiste, parlo di Elisa Longo Borghini e di Marta Bastianelli, se sarà al livello del 2018-19 in cui si poteva paragonarla tranquillamente con Marianne Vos.

Il WorldTour rende più complicato il tuo ruolo di tecnico della nazionale?

Diciamo che la prima differenza è prendere atto dell’attività non omogenea fra squadroni e team professional, come fra gli uomini. Sono contento però perché finalmente le ragazze hanno una possibilità di carriera. Come tecnico della nazionale, sono convinto che negli ultimi due anni siano venuti a mancare un paio di blocchi di ritiro collegiale. Quello a inizio anno o per fare il sopralluogo del percorso iridato. Sono momenti che aiutano a fare gruppo e a dare le gerarchie della squadra. Se arrivi a radunarle soltanto all’ultimo, comandano gli ordini di arrivo, hai difficoltà di selezione e soprattutto impedisci alle più forti di programmare la stagione in funzione dell’appuntamento.

Nel 2018 a Glasgow, Marta Bastianelli conquista i campionati europei: se in condizione, per Salvoldi farà bene anche a Tokyo
Nel 2018 a Glasgow, Bastianelli vince gli europei
Che rapporto hai con i tecnici dei team?

Prima parlo dell’obiettivo con l’atleta, poi faccio i passaggi di condivisione con team, manager, diesse e preparatori.

Quindi anche se sono professioniste, i contatti continuano?

Sempre, loro si aspettano un contatto continuativo ed è anche giusto che ci sia. E’ un interesse reciproco. Confrontarsi aiuta a capire le scelte. Ogni volta che parlo di convocazioni con la Longo Borghini, ad esempio, le chiedo: «Quando ti ho lasciato fuori?». E le punta il dito e risponde: «A Londra!». Sanno che si può essere esclusi, ma sanno che è un gioco corretto.

Ecco la base del quartetto azzurro che aspetta Paternoster: Balsamo, Guazzini, Alzini, Consonni
Il quartetto che aspetta Paternoster: Balsamo, Guazzini, Alzini, Consonni
I corpi militari aiutano?

Contribuiscono a dare importanza alla maglia azzurra. E nel lungo periodo, nonostante i guadagni siano in crescita, permettono alle ragazze di avere entrate cui è difficile rinunciare.

Il mondiale viene dopo o resta il focus?

Il mondiale fra le donne resta ancora la gara più importante, quella che dà valore alla carriera. E quest’anno ci sarà una bella sfida in Belgio. E’ presto per parlarne, ma a breve bisognerà inquadrare anche quello.