Bronzini in ammiraglia e super motivazioni: Ragusa scalpita

24.11.2021
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La prossima stagione sarà quella del rilancio per tante atlete. Una di queste sarà Katia Ragusa, pronta a tuffarsi nell’inizio di una nuova vita ciclistica. La 24enne vicentina di San Giorgio di Perlena lascia l’A.R. Monex Women’s Pro Cycling per passare alla Liv Racing Xstra, con cui ha firmato un contratto biennale. Nella formazione olandese la vice-campionessa italiana del 2020 – che sta terminando il periodo di vacanza – troverà anche Rachele Barbieri e la diesse Giorgia Bronzini.

Nel 2020 Katia Ragusa ha partecipato ai mondiali di Imola, lavorando per Longo Borghini
Nel 2020 Katia Ragusa ha partecipato ai mondiali di Imola, lavorando per Longo Borghini
Katia l’anno prossimo inizi una nuova avventura. La tua prima impressione?

Sono contenta di approdare in questa squadra WorldTour, per me è sicuramente un salto di qualità. Credo che ci siano i mezzi per fare lo step successivo che mi manca. Poi magari non ci riuscirò subito, però intanto mi sono messa nelle condizioni per farlo successivamente.

Come si è sviluppato il contatto col team olandese?

Verso metà stagione, più o meno attorno al Giro d’Italia donne. Fortunatamente ho avuto i contatti con Giorgia (Bronzini, ndr) che mi ha preso in considerazione dopo che lei stava accordando con la squadra. Mi ha chiesto se poteva fare il mio nome e da lì è partito tutto

La Bronzini ha creduto in te…

L’ho sempre stimata sia come atleta sia come diesse. Avere una come lei al nostro fianco e in ammiraglia significa tanto. Sono convinta che riuscirà a darci qualcosa di più sotto tutti i punti di vista, a livello umano, atletico e tattico.

Quale ruolo pensi di avere?

Nel 2022 vorrei vivere una stagione di riscatto. Ho appena chiuso un’annata molto sottotono dal punto di vista delle mie aspettative. Non pretendo di essere il corridore di punta di una formazione WorldTour e ne sono consapevole, ma se ci sarà l’occasione per ritagliarmi il mio spazio lo farò ben volentieri. Prima di tutto voglio trovare una condizione fisica ottimale.

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Ai campionati italiani del 2020 a Breganze, Ragusa si è arresa solo alla Longo Borghini, arrivando seconda
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Ai campionati italiani del 2020 a Breganze, si è arresa solo alla Longo Borghini, arrivando seconda
Il picco della forma potresti programmarlo per correre a luglio sia Giro che Tour…

A dicembre definiremo il calendario, ma è ovvio che mi piacerebbe correre entrambi. Basandomi sulle mie esperienze, ho sempre finito i Giri in crescendo. Penso al 2020 quando una settimana dopo la fine ero ad Imola ai mondiali come supporto per Elisa (Longo Borghini che chiuse terza, ndr). Personalmente non punto alla classifica generale, ma per rimanere davanti devi stare bene. Quindi, al netto di tutte le incognite, per me è possibile fare sia uno sia l’altro.

Prima parlavi di riscatto. Perché?

L’anno scorso col Covid, paradossalmente avevo fatto buoni risultati. Quindicesima al Giro, che per me significava davvero tanto (suo miglior piazzamento, ndr). Poi convocazione ai mondiali e secondo posto al campionato italiano. Arrivavo dalla BePink, avevo nuovi stimoli ed una migliore maturità fisica. Avevo corso tanto tra Australia e Spagna fino a fine febbraio prima della chiusura e mi aveva aiutato anche dopo il lockdown. Sembrava di buon auspicio per il 2021.

Invece?

Sono partita con molte aspettative, ma qualcosa non ha ingranato. La preparazione invernale non è andata bene, inseguivo la forma migliore in allenamento e in gara. Anche alcune dinamiche del team non sono state ottimali. Avrei dovuto correre il Giro però all’ultimo non l’ho fatto. Poi c’era anche la rincorsa per un posto alle Olimpiadi che ha inciso. Dovevo e volevo farmi vedere, ma non andavo bene. Insomma, il 2021 è stata una stagione da dimenticare.

Si riparte per il 2022 ancora su bici LIV, ma stavolta con la maglia del team WorldTour e Giorgia Bronzini in ammiraglia
Si riparte per il 2022 ancora su bici LIV, ma stavolta con il team WorldTour e Bronzini in ammiraglia
Svanito il sogno di andare a Tokyo, hai perso motivazioni?

Un’atleta deve essere onesta con se stessa quando sa di non essere in forma. Sapevo che non mi stavo meritando la convocazione ed è stato giustissimo così. Ho saputo di non essere più una papabile a maggio. La stagione andava male, a luglio ho fatto una settimana di stacco totale per ricaricare le batterie. In quei giorni però è nato il contatto con la Liv ed è stato un conforto importante. Ho cercato di finire il 2021 nel migliore dei modi e di vedere i lati positivi.

Nel 2022 sarai al settimo anno da elite. Che voto dai finora alla tua carriera?

Mi darei un sette. Essere ancora abbastanza giovane e conoscere bene la categoria è un punto di forza da sfruttare. Fin dal primo anno avevo avuto modo di fare esperienze in gare WorldTour. So di non essere un corridore di punta, ma sono sempre cresciuta. Ed ora sono già focalizzata sul 2022. 

Emozioni e analisi tecniche con Plebani e Bronzini

27.09.2021
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Il bagno di emozioni, di racconti e anche di analisi tecniche non si ferma più. Anche a distanza di un paio di giorni. Nel dopogara del mondiale delle donne elite, abbiamo incontrato Davide Plebani, pistard e fidanzato di Elisa Balsamo, la star del sabato di Leuven.

Davide se ne sta seduto su un muretto a bordo strada a rispondere ai messaggi. I tanti messaggi che gli sono arrivati dalle 16:35 in poi.

Davide Plebani: dopo la vittoria di Elisa il suo telefonino è stato sommerso dai messaggi
Davide Plebani: dopo la vittoria di Elisa il suo telefonino è stato sommerso dai messaggi

Il telefonino impazzito

Lui era in macchina con Davide Arzeni e alla fine sono riusciti a raggiungere il percorso per gustarsi giusto in tempo il finale di gara. Ma non erano proprio sul traguardo.

«No, ero ai 500 metri – racconta Plebani ancora “scioccato” dal trionfo – Ho fatto in tempo a vederle uscire dall’ultima curva, ma non sapevo nulla. Lo speaker continuava a nominare la Longo Borghini, ma non sapevo poi chi avesse visto. C’era una telecamera fissa vicino a me e ho provato a vedere dallo schermo di quest’ultima, ma non si vedeva bene. Poi ho sentito il boato… e all’improvviso mi sono arrivati centinaia di messaggi. Allora ho capito che aveva vinto Elisa. Mi sono buttato per terra, ho iniziato a urlare a rotolare… la gente mi guardava male!».

Sono emozioni fortissime. Soprattutto se oltre ad essere legato sentimentalmente ad una persona, come lei sei un atleta. Sai cosa fa per essere a quel livello, cosa mangia, come vive, quanto viaggia…

La Balsamo ai campionati italiani a metà settembre. E’ qui che ha ritrovato la brillantezza giusta secondo Plebani
La Balsamo ai campionati italiani a Dalmine. E’ qui che ha ritrovato la brillantezza giusta secondo Plebani

Il tanto lavoro alle spalle 

«La gente magari non si immagina che lavoro ci sia dietro – riprende Plebani – Se lo merita proprio Elisa, ma anche la nazionale. Tutta. Un mondiale inizi a prepararlo mesi e mesi prima. Anni forse. Hanno fatto ogni cosa, ogni allenamento in modo mirato. Senza contare come hanno corso.

«Ma avete visto la volata? In pratica Elisa è ripartita da ferma. Ma è stato perfetto anche questo gesto. Un gesto figlio di un’ottima preparazione. E del lavoro su pista.

«Elisa non era uscita al meglio dai Giochi. Sono stati bravi Arzeni e Salvoldi. Quindi l’hanno fatta lavorare molto sulla distanza. Ai campionati italiani su pista. La vedevo che non era lei. Era lenta. Ma quelle volate, le ripartenze… le sono servite. E infatti già all’europeo di Trento stava benissimo. Le hanno dato spunto. E la volata iridata si è vista.. Aveva questa opportunità enorme. E l’ha colta».

Giorgia Bronzini si complimenta con una commossa Elisa Balsamo
Giorgia Bronzini si complimenta con una commossa Elisa Balsamo

L’analisi della Bronzini

E anche Giorgia Bronzini interviene sulla volata. L’ex iridata fa un’analisi tecnica, visto che è stata un po’ anomala. Un’analisi da ex velocista e pistard. Come ha detto Plebani: è stata quasi una partenza da fermo. Ad un tratto, dopo che si era spostata la Longo, la Balsamo non è scattata subito. Si è quasi rialzata.

«E’ stata un tira e molla. La Longo era un po’ lunga e la Balsamo non l’ha seguita. E’ stata calma, molto calma. Non si è lasciata prendere dal panico, fidandosi nettamente della Longo. Elisa, Longo Borghini intendo, si è trovata spesso in questa situazione quindi ha gestito la sua progressione in modo esemplare. La Balsamo ha creduto nella ruota che aveva davanti e ha aspettato il momento giusto. E poi chiaramente aveva le energie».

«E poi credo – riprende col sorriso la Bronzini – che Marianne abbia subito ancora una volta il fatto di avere davanti una maglia blu! Penso sia una cosa mentale perché la Vos aveva reagito già in diversi attacchi quindi la gamba ce l’aveva. Se mi ricordo una mia volata così? No perché non sono mai stata davanti alla Vos! A prescindere da questa cosa tremenda, io ho quasi sempre fatto le volate di rimonta e mai di testa».

Giorgia fa la valigia e va in Olanda. Trek, peccato…

23.09.2021
5 min
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Quando correva, Giorgia Bronzini non è mai stata una atleta qualunque – 116 vittorie totali su strada compresi due mondiali consecutivi – e nemmeno ora, da quando nel 2019 è salita in ammiraglia, vuole essere da meno. Normale quindi che anche per i direttori sportivi, specialmente nel ciclismo femminile, ci sia mercato e normale quindi che il nome della piacentina sia stato tra i più richiesti.

Dopo tre anni lascerà la Trek-Segafredo e pochi giorni fa è arrivata l’ufficialità da parte della nuova formazione: la Bronzini dal 2022 (contratto biennale) sarà la diesse della Liv Racing. Per la verità, come capita in queste circostanze, qualche rumor circolava già da diverso tempo, ma è giusto aspettare sempre gli sviluppi delle trattative.

Luca Guercilena ha… inventato Giorgia come tecnico. A lui vanno i nostri auguri di pronta guarigione
Luca Guercilena ha… inventato Giorgia come tecnico. A lui vanno i nostri auguri di pronta guarigione

Insieme a lei (in apertura con Barbara Guarischi), la squadra olandese di WorldTour (che ha sede nel paesino di ‘s Gravenmoer, a pochi chilometri da Breda) gestita dal general manager Eric van den Boom ha annunciato l’ingaggio di un altro tecnico, Wim Stroetinga, dopo che lo scorso maggio si era dimesso Lars Boom (l’ex professionista che, fra le tante corse, vinse la tappa di Arenberg al Tour 2014) in procinto di passare l’anno prossimo alla corazzata Sd Worx

Giorgia come siamo arrivati a questo trasferimento?

Nulla di che, si sono create alcune situazioni nuove come capita in ogni lavoro. Le ho valutate approfonditamente, ne ho parlato tranquillamente con la mia attuale società e poi ho deciso. 

La stagione deve ancora finire ma parliamo di queste tre stagioni in Trek-Segafredo. Come sono state?

Sono state ottime, direi che sono stata nell’Oxford del ciclismo. E’ stata una scuola nella quale ho iniziato a colmare il gap per svolgere il mio ruolo. Mi hanno insegnato l’abc per le corse e sul come arrivarci preparati. E naturalmente ho imparato come gestire un gruppo di persone, tra atlete e staff.

Sofia Bertizzolo, Giorgia Bronzini
Con Sofia Bertizzolo ai tricolori 2020 vinti da Longo Borghini. Sofia lascerà la Liv a fine stagione
Sofia Bertizzolo, Giorgia Bronzini
Con Sofia Bertizzolo ai tricolori 2020 vinti da Longo Borghini. Sofia lascerà la Liv a fine stagione
C’è qualcuno che ti senti di ringraziare?

Non è mai bello fare dei nomi perché rischi di dimenticare qualcuno, quindi ti dico tutti quelli con cui ho lavorato, davvero. Ma se proprio devo farlo allora ne faccio tre. Luca Guercilena (general manager, ndr) che per primo mi ha dato l’opportunità di iniziare in questa mia nuova veste di diesse. Josu Larrazabal (capo dei preparatori, ndr) che è stato il mio referente fra i coach. Infine Elisabetta Borgia (psicologa sportiva e consulente esterna del team femminile, ndr) che prima di tutto è un’amica e poi una grande professionista, con cui mi sono confrontata spesso per preparare le nostre gare.

E tra le tue atlete?

Dico grazie a tutte, nessuna esclusa. Anche con loro ho sempre lavorato bene.

Che differenze hai trovato tra l’essere atleta e direttore sportivo?

Quando correvo trovavo tutto pronto e spesso, come tutte le mie ex colleghe, non mi chiedevo o non pensavo a cosa ci fosse dietro. Anzi già notavo che talvolta alcuni corridori erano un po’ viziati. Invece ho capito che dietro ad ogni singola cosa, anche la più insignificante, c’è una logica.

Il lavoro di Elisabetta Borgia con il team è stato decisivo per unirlo. Qui abbraccia Elisa Longo Borghini dopo il Trofeo Binda
Il lavoro di Elisabetta Borgia con il team è stato decisivo per unirlo. Qui abbraccia Elisa Longo Borghini dopo il Trofeo Binda
C’è qualche esempio?

Beh sì, uno dei più classici è quello di dare ordine ai corridori di chi rientra prima in hotel per fare i massaggi. E di conseguenza incastrare e ottimizzare i tempi con le altre ragazze. Devo dire che ancora mi dà un po’ fastidio chi pretende certi trattamenti di favore quando invece non ha dato il massimo o non se lo è meritato. Ci sono delle regole.

Parliamo del punto di vista tecnico come diesse. Qual è la tua qualità migliore in assoluto?

Senza dubbio l’empatia che ho con l’atleta o con lo staff. E questa cosa credo che sia ben riscontrata anche da loro. Difficilmente mi sbaglio nelle impressioni, poi ovvio che non sono perfetta.

Invece qual è l’aspetto in cui devi migliorare?

Nonostante abbia capito e migliorato già tante cose, direi nell’organizzazione generale. Forse più per un motivo mio personale perché di base, chi mi conosce lo sa, sono un po’ caotica, disordinata.

E in quale sei migliorata?

Nettamente nell’utilizzo dei mezzi tecnologici, anche questo lo sa chi mi conosce. In auto ce ne sono sempre di più fra tablet, navigatore, tv satellitare, radio corsa e radio del team per parlare con le ragazze. Bisogna sapere dove mettere le mani anche se è difficile ogni tanto.

Nel frattempo, visto che il diesse deve saper fare tutto, sai anche dove mettere le mani sulla bici?

Non scherziamo – ride – io sono ancora abituata alle bici che usavo alla Franco Zeppi di Piacenza (la sua prima società da giovanissima, ndr). Battute a parte, c’è molta tecnologia ed elettronica anche nelle bici e ho imparato cosa devo fare o controllare.

La Trek-Segafredo rimarrà tra le mani di Ina Teutenberg, che con Bronzini non ha mai avuto un gran feeling
La Trek-Segafredo rimarrà tra le mani di Ina Teutenberg, che con Bronzini non ha mai avuto un gran feeling
A questo punto, che squadra troverai nella Liv Racing?

Avremo 14 ragazze. Metà di quelle del roster di quest’anno saranno confermate e metà saranno nuovi arrivi, però non posso farvi nessuno spoiler, dobbiamo aspettare i comunicati ufficiali. Poi so che stanno cercando di lavorare per arrivare ad un nome importante, ma anche di questo non posso dirvi niente.

Kopecky alla Sd Worx, Paladin e Rooijakkers alla Canyon Sram sono già state annunciate dalle loro nuove squadre. Alla luce di quello che ci ha detto prima, che progetto avrete?

Di sviluppo. L’intenzione è quella di lavorare e far crescere le giovani. L’Olanda è un grande serbatoio in questo senso e vorremmo sfruttarlo a dovere, con pazienza.

Cosa porterà in dote Giorgia Bronzini alla Liv Racing?

Sicuramente il mio entusiasmo e la mia energia positiva, perché mi ha fatto piacere che mi abbiano cercata e voluta. Poi anche la mia esperienza, sia da diesse sia da corridore, visto che ancora un po’ mi sento di esserla. Lavorerò con intensità, ma non metterò troppa pressione perché sono contraria al forzare i risultati. Ho sempre pensato che col giusto tempo e giusti modi tutte le ragazze possono uscire e fare bene.

Si ricompone alla Trek la coppia olimpica. Parla Bronzini

01.09.2021
5 min
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La notizia, come tante altre in questo periodo, circolava nell’aria già da qualche tempo e su bici.PRO a metà agosto c’era stata una mezza anticipazione data dalla diretta interessata sul proprio futuro lontano dalla Valcar Travel&Service. Si erano scatenate alcune ipotesi, ora è ufficiale: Elisa Balsamo ha firmato per la Trek-Segafredo un contratto triennale a partire dal 2022. La 23enne atleta piemontese nel team WorldTour troverà le sue compagne di nazionale Elisa Longo Borghini e Letizia Paternoster (le due fanno coppia nella madison olimpica nella foto di apertura) e si porterà in dote non solo diversi importanti successi da elite (al momento sono otto totali compreso quello agli europei U23 a Plouay l’anno scorso), ma anche tanto potenziale ancora da sviluppare.

Anche Bronzini ha corso su pista e vinto un mondiale
Anche Bronzini ha corso su pista e vinto un mondiale

Parla Bronzini

Una delle grandi estimatrici della Balsamo è da sempre Giorgia Bronzini, diesse della Trek-Segafredo, reduce con la sua squadra dal Simac Ladies Tour in Olanda in cui ha raccolto un terzo posto finale con Ellen Van Dijk e dove ha vissuto uno spavento per la brutta caduta della Paternoster nella terza tappa.
«Anche nelle corse femminili – ci racconta la piacentina mentre le facciamo compagnia al telefono durante il suo trasferimento in auto verso le gare in Spagna della Challenge by LaVuelta – c’è sempre più tensione, con tanti battibecchi. Letizia ha dato una bella botta, per fortuna ha solo qualche costola incrinata ed il casco le ha salvato la vita, ma forse sarebbe stato meglio che qualcuno fosse venuto a chiederci scusa o comunque chiarire la situazione».

Torniamo però sul colpo di mercato fatto dalla Trek-Segafredo – al termine di un lungo interessamento – provando a fare un discorso in proiezione futura sulla Balsamo.

Elisa Balsamo ha dimostrato di essere a suo agio anche sui percorsi del Nord: obiettivo Fiandre e… mondiale di Leuven
Elisa Balsamo ha dimostrato di essere a suo agio anche sui percorsi del Nord: obiettivo Fiandre e… mondiale di Leuven
Giorgia, un’altra giovane italiana che va all’estero, cosa ne pensi?

Credo che sia giusto così. Al momento se le nostre migliori ragazze vogliono fare uno step successivo devono andare in formazioni WorldTour fuori dall’Italia. Hanno fatto una scelta giusta sia lei che le altre.

Quali sono le migliori qualità di Elisa tu che la conosci bene?

E’ professionale innanzitutto. Sin da quando era junior, aveva ben chiaro cosa dovesse fare per essere corridore. Ha dedizione e spirito di sacrificio. Poi chiaramente ha talento e lo sa allenare. E’ forte sia su strada sia in pista. Può crescere ancora tanto.

Anche tu ti sei divisa con grandi risultati tra strada e pista. Possiamo dire che potrebbe diventare la tua erede?

Assolutamente sì, non solo per il suo spunto molto veloce. Anzi credo che lei in più rispetto a me abbia anche la sparata o la progressione, date dal lavoro in pista col quartetto. Ad esempio, se io fossi partita a 2 chilometri dall’arrivo, mi avrebbero ripresa dopo cinquecento metri. Mentre Elisa, se vuole, ha anche il colpo da finisseur. Diciamo che con le doti tecnico-fisiche che ha, può far convivere molto bene sia strada che pista, specialmente con un calendario adeguato.

Balsamo lascia la Valcar dopo cinque anni in cui è cresciuta in modo importante
Balsamo lascia la Valcar dopo cinque anni in cui è cresciuta in modo importante
Balsamo ha dimostrato di trovarsi particolarmente a suo agio nelle corse del Nord, specialmente quest’anno dove ha vinto una gara e ha ottenuto ottimi piazzamenti. Può essere la prossima italiana a vincere il Giro delle Fiandre dopo Longo Borghini e Bastianelli?

Sì, è una gara che è certamente nelle sue corde e che maturerà con l’esperienza.

Alle Olimpiadi di Tokyo è stata particolarmente sfortunata sia nella madison che nell’omnium, però lei ha già dato appuntamento a Parigi. Quindi prendendo spunto dalle tue parole potrebbe essere la punta azzurra in pista e in strada?

Certo, secondo me sì. Magari già in Giappone avrebbe potuto correre in entrambe le discipline, ma credo che sia stato giusto così. Elisa è in crescita sia da una parte che dall’altra e se riuscirà a far incastrare tutte le date dei maggiori appuntamenti di pista e strada potrà raccogliere buoni risultati. Nel 2024 se dovessero disegnare un percorso simile a quello di Londra 2012 potrebbe davvero tentare la coppia strada-pista o comunque andarci molto vicino. 

Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo in volata Marianne Vos, bestia nera di Bronzini
Il 14 marzo ha vinto il Gp Oetingen, battendo in volata Vos, bestia nera di Bronzini
Chiudiamo con una battuta. Finora la Balsamo ha battuto quattro volte la Wiebes ed un paio di volte in più ha fatto l’olandese sull’azzurra. Può nascere una nuova sfida Italia-Olanda come è stata tra te e la Vos?

La Wiebes è molto forte, ma spero di no per Elisa, una Vos basta e avanza (ride, ndr). Marianne è ancora incredibile, è stata la mia bestia nera, anche se poi tante volte la sono stata io per lei e questo dualismo credo che abbia fatto crescere entrambe. Elisa sta già correndo contro la Vos e le è capitato anche di batterla in volata (il 14 marzo nel Gp Oetingen in Belgio vinto dalla Balsamo, dove l’olandese ha chiuso al terzo posto, ndr). Non so quanto correrà e vincerà ancora, però diciamo che intanto Elisa potrebbe anche prendere spunto da lei visto che per certi aspetti le trovo simili.

Longo Borghini, parole d’ordine coraggio e leggerezza

20.07.2021
3 min
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Poco prima di partire per il Giappone, con la mente che vaga nei particolari per sincerarsi di aver davvero preso tutto, Elisa Longo Borghini si è tuffata nella nuova avventura olimpica, con quel profumo di incertezza che paradossalmente potrebbe darle il coraggio giusto nella gara di domenica.

«Non sono ancora calata perfettamente nel mood olimpico – dice – ma già dal mio arrivo in ritiro, dal banale ricevimento del carico di abbigliamento azzurro, ho iniziato nella mia testa il conto alla rovescia. Negli ultimi giorni ho pensato più a riposarmi dopo le fatiche del Giro Donne. Ho scelto di concentrarmi sul recupero fisico e mentale, in attesa di calarmi completamente nella nuova avventura e di sentire le vibrazioni dei giochi olimpici».

Barriera olandese

La spedizione delle azzurre è animata sicuramente da grande entusiasmo, anche se avere davanti la sagoma arancione e apparentemente insormontabile delle olandesi è da una parte un freno psicologico, mentre dall’altra costringerà le nostre a un pizzico di incoscienza necessario per sorprenderle.

«Il Giro Donne – dice Elisa – è servito anche per inquadrare alcune delle concorrenti con cui dovrò misurarmi. Van der Breggen, Vollering e Moolman sono andate fortissimo. Idem Marianne Vos. Credo che anche la squadra Usa abbia un insieme di corridori forti e in condizione. In ultimo, ma non certo per importanza, menziono la mia compagna in Trek-Segafredo Lizzie Deignan. Oltre all’indiscutibile talento, al Giro Donne l’ho vista pedalare forte, con una condizione in crescendo. Credo possa essere una protagonista».

La piemontese disputerà anche la prova a cronometro, di cui è campionessa italiana
La piemontese disputerà anche la prova a cronometro, di cui è campionessa italiana

Il coraggio di osare

Piatto ricco, non resta che accettare la sfida e viverla con la nuova leggerezza di spirito che da quest’anno accompagna fruttuosamente la piemontese. A ben vedere, il Giro d’Italia Donne è stato l’unico passaggio vagamente a vuoto, ma tutto sommato è stato meglio che il calo di concentrazione sia avvenuto in quei giorni, piuttosto che doverlo fronteggiare in Giappone.

«Personalmente – dice – arrivo all’appuntamento olimpico dopo una stagione molto intensa. Le soddisfazioni non sono mancate e questo, moralmente, mi trasmette tranquillità. Ho interpretato il Giro Donne con un la mente sgombra. L’aggressività con cui ho corso potrebbe essere il modo giusto per interpretare anche la prova di Tokyo. Serviranno condizione, coraggio e voglia di osare su un percorso che ben si presta».

Questa foto dal suo profilo Instagram lancia la rivalità olimpica con Lizzie Deignan dopo il Giro
Questa foto dal suo profilo Instagram lancia la rivalità olimpica con Lizzie Deignan dopo il Giro

Bronzo nel cassetto

L’ultimo accenno è per la medaglia di Rio 2016, anche se sarebbe sbagliato pensare che sarà automatico e facile riprodurne le dinamiche.

«Ho ancora vivida nella mia mente – ricorda – l’esperienza di Rio del 2016. Un evento unico, memorabile. Mi ero preparata per un’esperienza che poi, nella realtà, è stata molto diversa. In senso buono, ovviamente. E’ difficile spiegare le sensazioni che si provano. Ti senti parte integrante di un evento unico al mondo. La mia avventura si concluse poi con un bronzo bellissimo. Ma ora bisogna concentrarsi sul presente.

Il 2021 l’ha scoperta con una rinnovata serenità e leggerezza d’animo
Il 2021 l’ha scoperta con una rinnovata serenità e leggerezza d’animo

«L’approccio alla gara è decisivo perché il rischio di essere sopraffatti dall’emozione e dalla tensione è alto. Bisogna avvicinarsi alla competizione senza la memoria di quello che è stato. E’ giusto avere confidenza in se stessi, avere consapevolezza che è stato fatto un percorso di preparazione. Ma basare le proprie aspettative sull’esperienza passata sarebbe un errore».

Bronzini dal Sestriere: «Vedrete una Longo diversa»

12.06.2021
4 min
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La data del 25 luglio è cerchiata in rosso ormai da anni, ma come spesso si sottolinea, più che la meta quel che conta è il viaggio. Nel caso di Elisa Longo Borghini e di Giorgia Bronzini che è la sua diesse e consigliera più fidata, viaggio e destinazione vanno di pari passo, perché arrivare alla data fatidica, quella della gara olimpica nel pieno della forma è la missione che si sono affidate. E non sarà facile.

In questi giorni Giorgia ed Elisa sono al Sestriere, per la fase di preparazione in altura, un periodo iniziato il 28 maggio e che punta a dare alla campionessa italiana il pieno di energie in vista del Giro d’Italia, la gara che dal 2 all’11 luglio dovrà poi rodare il suo motore: «Prima però ci saranno i Campionati Italiani – sottolinea la Bronzini – dove Elisa difenderà il suo titolo».

A Sestriere, si lavora per il Giro (anche vedendo qualche tappa) e Tokyo (foto Instagram)
A Sestriere, si lavora per il Giro (anche vedendo qualche tappa) e Tokyo (foto Instagram)

La cronometro olimpica

Al Sestriere il lavoro di Elisa verte principalmente su due direttive: «Chiaramente abbiamo svolto molte sessioni di allenamento in salita perché quello è il suo terreno prediletto, ma abbiamo svolto anche lavori specifici per le cronometro, sia pensando al Giro, sia soprattutto per la gara olimpica».

Avevamo lasciato la Longo Borghini in Spagna, alla Vuelta a Burgos dominata dalle due campionesse olandesi Van Der Breggen e Van Vleuten. Mentre le due arancioni volavano nell’ultima tappa, la Longo Borghini, ai piedi del podio fino all’ultimo giorno, retrocedeva fino all’undicesima piazza e la cosa ha allarmato gli appassionati.

Ci si è detto che Elisa aveva gareggiato per onor di firma, per rispettare gli impegni della Trek Segafredo, ma è questa la risposta giusta?

Al Trofeo Binda Lizzie Deignan ha coperto Elisa, al Giro sarà alleata, a Tokyo grande avversaria
Al Trofeo Binda Lizzie Deignan ha coperto Elisa, al Giro sarà alleata, a Tokyo grande avversaria

La Deignan è tornata…

«Bisogna fare attenzione nel valutare le scelte, essendo di mezzo una squadra privata. Quando Elisa gareggia lo fa sempre dando il meglio e chi la conosce lo sa. Ma non aveva finalizzato la gara e quindi non aveva in programma di forzare».

«A ciò si aggiunga – riprende la Bronzini – che Elisa veniva da un periodo ininterrotto di gare, era quindi un po’ stanca e aver staccato dall’agonismo non può averle fatto che bene, ma d’altronde era già stato programmato».

Nel frattempo però le carte in seno alla Trek-Segafredo si sono rimescolate, con il ritorno della britannica Deignan che ha subito ricominciato a fare quel che le riesce meglio, vincere: «Non solo lei, va sottolineata anche la prova della Brand vincitrice della Thuringen Ladies in Germania».

«Questo per Elisa è indubbiamente un vantaggio – sottolinea l’ex iridata – perché così c’è maggiore intercambiabilità e minori responsabilità per lei che non ha addosso tutto il peso della squadra. Fra loro c’è sempre stata massima collaborazione».

Bronzini Rio 2016
La Bronzini conosce le sensazioni della gara olimpica, qui a Rio 2016 a supporto della Longo Borghini
Bronzini Rio 2016
La Bronzini conosce le sensazioni della gara olimpica, qui a Rio 2016 a supporto della Longo Borghini

Dal Giro subito verso Tokyo

A questo punto che Elisa vedremo al Giro? «Andrà per ottenere risultati importanti, poi non si può dire prima se cercherà di far classifica o correrà per le compagne, vedremo come si mette la corsa. Tutti però ci aspettiamo una Longo Borghini ben diversa da quella vista in Spagna. Poi dipenderà molto anche dalle avversarie: l’assenza della Van Vleuten, ad esempio, già direttamente proiettata verso Tokyo, cambia molto nelle strategie di corsa».

E dopo il Giro? «Solo allenamento, limeremo le ultime cose e prepareremo la trasferta per tempo, per farla essere sulla linea di partenza al massimo della forma, coscienti di aver fatto tutto quel che serviva, poi si vedrà…».

Longo Freccia 2021

Bronzini in trincea: «Cara Longo, ti difendo io…»

23.04.2021
4 min
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E’ singolare quel che i risultati di Elisa Longo Borghini hanno destato sui social. Si sono formati due partiti agguerriti: chi dice che non si risparmia abbastanza, non sa correre tatticamente e perde sempre perché i piazzamenti non contano nulla, chi invece pensa che faccia bene perché così raccoglie il massimo che può. Quando all’ultima Amstel tirando i remi in barca ha visto sfuggire una possibile vittoria o almeno il secondo posto, le parti però si sono invertite e chi la difendeva prima è diventato un suo detrattore.

Giorgia Bronzini ascolta interessata questa inedita analisi e affronta di petto il problema: «Le tattiche si stabiliscono prima, ma non sempre si riescono a mettere in pratica o a cambiare in corsa. Nelle gare maschili i direttori sportivi hanno a disposizione la Tv e possono intervenire alle radio in tempo reale, noi abbiamo quasi sempre una leggera differita e non sappiamo qual è la reale situazione».

Longo Bronzini 2014
Mondiali 2014: Elisa Longo Borghini consola una delusa Giorgia Bronzini, quarta al traguardo
Longo Bronzini 2014
Mondiali 2014: Longo Borghini consola Bronzini, quarta al traguardo
E’ vero però che Elisa mette sulla strada una generosità senza pari, non risparmiandosi e andando quasi sempre all’attacco, anche pensando a raccogliere quantomeno un piazzamento, sapendo che allo sprint finale sarà spesso sconfitta…

E’ una sua caratteristica della quale siamo orgogliosi: se vanno in fuga in tre, lei tira a tutta sapendo che almeno sarà terza. Elisa sa dare il giusto valore anche a un piazzamento, per una forma di rispetto verso la squadra e il lavoro che le compagne hanno svolto per arrivare fin lì. Va anche detto che la situazione è un po’ diversa rispetto allo scorso anno.

Perché?

Nel 2020 avevamo una Deignan in gran forma, spesso Elisa ha corso in sua funzione, basti vedere le classiche francesi. Ma ogni anno è differente, la britannica ha avuto un brutto inverno dal punto di vista fisico, si sta riprendendo pian piano, ma non era in condizione per fare le classiche, quindi Elisa è rimasta l’unica finalizzatrice della squadra. Inoltre non abbiamo una velocista, quindi dobbiamo sempre impostare gare d’attacco. Chi guarda da fuori non può avere ben presenti le dinamiche che esistono in un team.

Longo Deignan 2020
Tra Elisa e la Deignan una perfetta simbiosi, che nel 2020 ha fruttato molte soddisfazioni
Longo Deignan 2020
Tra Elisa e la Deignan una simbiosi, che nel 2020 ha fruttato molte soddisfazioni
Elisa è una capitana che sa anche cambiare ruolo?

Sicuramente, ha un forte spirito di squadra e si mette a disposizione quando si sviluppano strategie diverse. Quando le viene chiesto di lavorare per le altre, lei si mette sempre a disposizione e chiede che cosa deve fare, dà sempre una mano perché sa che nel ciclismo è un dare e avere.

Come è avvenuto alla Freccia Vallone?

Esatto, quando la Ruth è andata all’attacco, Elisa ha corso da perfetta stopper, sono state le altre squadre a lavorare e se non ci fosse stata la Vollering a tirare come una forsennata, la nostra americana avrebbe vinto. Dobbiamo saper muovere bene le pedine che abbiamo…

Il modo di correre di Elisa è poi ideale quando si tratta di gare con medaglie in palio, ad esempio come un appuntamento che ci sarà fra meno di 100 giorni, nel quale a vincere saranno in tre…

Una medaglia olimpica vale più di qualsiasi cosa e questo Elisa lo sa bene, la squadra comunque ha sempre approvato il suo modo di correre e valorizzato ogni piazzamento, anche perché ogni gara è diversa dalle altre, piena di trabocchetti e il nostro compito è essere attivi in tal senso, crearne agli altri per permetterle di giocarsi le sue carte.

Per vincere, la Longo Borghini ha spesso bisogno di staccare tutte, come al Trofeo Binda
Per vincere, la Longo ha spesso bisogno di staccare tutte, come al Trofeo Binda
Perché allora una tattica così rinunciataria nel finale dell’Amstel, quand’era in fuga con la Niewiadoma (nella foto di apertura)?

Io non c’ero, ma so che dopo in squadra si è discusso molto su quel che era successo. Eravamo nel finale di una gara molto faticosa, ci sta che in quei frangenti non si possa essere abbastanza lucidi. Elisa pensava che le avversarie fossero più distanti e neanche in ammiraglia si erano accorti che invece fossero così vicine. E’ stato un errore di valutazione generale

Se fossi stata tu in corsa come avresti agito?

Sicuramente in maniera diversa, ma nelle situazioni bisogna trovarcisi. Elisa ha deciso così e non può essere rimproverata per questo. Io le ho detto solo che da una sconfitta simile nascerà sicuramente una vittoria maggiore perché aumenterà la sua cattiveria agonistica.

Tornando all’appuntamento olimpico, non c’è il rischio che stia spendendo troppo?

No, abbiamo programmato un periodo di stacco dopo la Liegi. Riprenderemo a maggio con un periodo di preparazione che gestirò personalmente e un altro periodo specifico lo svolgeremo poi al Sestriere, per una ventina di giorni dove prepareremo il Giro, che sarà l’evento cardine per trovare la forma giusta per Tokyo. Elisa quando trova la condizione giusta, la tiene anche per un mese. Lei sa che quello è l’appuntamento della vita e arriverà pronta, state tranquilli…

Il WorldTour delle donne con “Ale” Cappellotto

20.02.2021
5 min
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Alessandra Cappellotto ha il tono compiaciuto. Il Cpa delle donne continua ad avanzare e così negli ultimi due anni una netta accelerazione ha portato il professionismo fra le ragazze, l’aumento dei team WorldTour e anche quello dei minimi salariali. Siamo in piena fase di crescita e c’è da combattere contro l’ordinamento italiano, ad esempio, per il quale non è contemplato il professionismo per le donne che corrono in bicicletta. Avendo osservato più da vicino negli ultimi mesi la vita delle atlete, a che titolo non dovrebbero essere considerate delle professioniste? Quella che è in corso è un’emancipazione bella e buona, ma dato che non siamo troppo lontani dalla posizione di Giorgia Bronzini su alcuni punti, soprattutto sulla rapidità del passaggio, parlarne con la capo del Cpa mondiale ci è sembrato il modo migliore per fare il punto.

Alessandra Cappellotto, nominata a luglio 2017 alla guida del Cpa donne
Alessandra Cappellotto, nominata a luglio 2017 alla guida del Cpa donne
Allora Alessandra, com’è la situazione?

Quello che sta succedendo è evidentemente una miglioria. Il gruppo è ancora disomogeneo, ma le ragazze di vertice sono pronte ad avere quel tipo di struttura alle spalle e, anzi, se la meritano.

Giorgia Bronzini si è detta inizialmente in difficoltà per un movimento che passa da situazioni spesso improvvisate all’efficienza dei grandi team.

Posso capire che si sia sentita spaesata, a volte nelle riunioni del Cpa lo sono anche io vedendo le differenze fra i team WorldTour e gli altri. Però mi rendo conto che le ragazze che arrivano ora fra le elite trovano una situazione più organizzata e certamente migliore. Anche se in Italia il Governo non riconosce le donne professioniste, chi corre in una squadra WorldTour può certamente dire di esserlo. Lo abbiamo raggiunto e non è un risultato incredibile, perché lo abbiamo chiesto e abbiamo lottato per anni. Passo dopo passo. Ovviamente la riforma non è ancora a regime, ma lo sarà nel 2023.

Il team DSM, ex Sunweb, ha aderito di slancio (foto Team DSM)
Il team DSM, ex Sunweb, ha aderito di slancio (foto Team DSM)
Perché hai detto che il movimento è disomogeneo?

Perché c’è tanta disparità. Stiamo percorrendo la strada che fu degli uomini, aspettando che le nuove leve prendano tutto questo per acquisito. Le giovani non sono come Giorgia o come me che possiamo pensare a qualcosa di inaspettato. Quello che fa ben sperare è che accanto alle squadre WorldTour agganciate a team maschili, ce ne sono alcune autonome.

In realtà è tutto fuorché scontato che i team maschili vi seguano su questa strada…

Sarebbe facile dire che se ti chiami Trek-Segafredo, avere le donne è il minimo sindacale (in apertura il team guidato da Elisa Longo Borghini, ndr). Poi ci sono alcune realtà come la Jumbo Visma che crescono gradualmente e hanno chiesto di allinearsi al WorldTour un anno dopo. Oppure ci sono le squadre che per motivi culturali non potrebbero aderire, come ad esempio quelle arabe. Il fatto è che il regolamento Uci non dice che c’è l’obbligo di avere la squadra femminile. Dice che il team WorldTour può scegliere fra diverse ozpioni. Avere il team femminile. Avere il team continental. Avere gli juniores. Finanziare l’Uci che a sua volta sosterrà i comparti più deboli dell’attività.

Sofia Bertizzolo, Fiamme Oro
Sofia Bertizzolo, Fiamme Oro, non ha potuto essere ingaggiata dalla Movistar
Sofia Bertizzolo, Fiamme Oro
Sofia Bertizzolo non ha potuto correre in Spagna alla Movistar
Come la mettiamo in Italia con i gruppi sportivi militari?

Se sei professionista, ovviamente non puoi farne parte. Ma qui c’è ancora questa incongruità, per cui non essendo professioniste, restano nei corpi militari. Probabilmente in futuro, quei gruppi sportivi saranno aperti soltanto per le atlete extra WorldTour.

E’ il motivo per cui Movistar non ha preso Sofia Bertizzolo?

In parte, il caso è diverso. Movistar assume i suoi atleti, li inquadra come lavoratori dipendenti. Quindi Bertizzolo, che aveva già il contratto con le Fiamme Oro, non potevano assumerla. Negli altri team sono quasi tutte lavoratori autonomi.

Come si colma il gap fra le WorldTour e le altre?

Quello che stiamo facendo ora è alzare il livello delle continental e fare due fasce: ProTeam e Continental. Anche perché fra i team Uci ci sono, tutte insieme, la Jumbo Visma, la Lotto Soudal e la squadra – sia sempre benedetta – di Lucio Rigato. E’ questione di numeri, come fra gli uomini.

Alessandra Cappellotto, con Marta Bastianelli, iridata 10 anni dopo la veneta e 2ª italiana della storia
Stoccarda 2007: Cappellotto, con Bastianelli, iridata 10 anni dopo
Come ti troveresti in questo ciclismo?

Non ci ho mai pensato. A volte chiedo a Fortunato Lacquaniti (tecnico attuale della Ale-BTC_Ljubljana, ndr), che è stato il mio direttore al Tour de France quando avevo la maglia iridata e arrivai terza, che cosa veda in giro. A volte, come dico, mi capita di cadere nel romantico-ridicolo. E lui mi dice che è cambiato tanto, che noi eravamo più rustiche, perché eravamo abituate ad arrangiarci e a fare le cose anche in modo precario.

Eppure la Deignan vorrebbe un Tour di tre settimane…

Come Cpa abbiamo già fatto cinque incontri con Aso e con Prudhomme, per le loro gare e per il Tour de France che dovrebbe tornare nel 2022. Con noi c’era anche Anna Van der Breggen, che ha la testa sulle spalle. E anche noi abbiamo sentito qualcuna reclamare corse di 180 chilometri. Ma cosa te ne fai? Puntiamo alla qualità, a tante squadre e tante corse. E se qualcuna vuole fare certe distanze, può sempre farsi qualche randonnée.

Trek e Giorgia al lavoro per una Longo Borghini sprint

18.02.2021
5 min
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Giorgia Bronzini è in ritiro da quasi un mese in Spagna con la Trek-Segafredo, preparando il debutto all’Het Nieuwsblad in Belgio. Qui è volata anche Letizia Paternoster dopo il lunedì in pista, per cui al gruppo mancano soltanto Lucinda Brand, reduce dalla stagione del cross, e Lizzie Deignan. A ben guardare, si tratta di un ritiro riparatore, nato dopo la cancellazione della Valenciana. E dato che Lizzie non avrebbe disputato la prova spagnola e aveva già prenotato a Tenerife con la famiglia, si è pensato di non scombinarle i piani.

Sofia Bertizzolo, Giorgia Bronzini
Giorgia Bronzini dopo gli ultimi campionati italiani vinti da Elisa Longo Borghini
Sofia Bertizzolo, Giorgia Bronzini
Giorgia dopo gli ultimi tricolori vinti da Longo Borghini

E’ Giorgia oggi a gestire le atlete, mentre Ina Teutenberg è più proiettata sui contratti e la programmazione. Per cui a lei ci siamo rivolti per sapere in che modo la squadra seguirà Elisa Longo Borghini nell’anno olimpico e se davvero si sia creata la straordinaria chimica di cui ci aveva già parlato Lizzie Deignan.

«Tokyo è un obiettivo di Elisa – dice – ma ci sono anche quelli di squadra e per fortuna alcuni coincidono, come il Giro d’Italia. Punteremo alla classifica. L’esperienza dello scorso anno è stata utile per capire che è giusto supportare il leader con uno staff adeguato. Per cui a giugno con due compagne andremo in altura a Sestriere, approfittandone per fare qualche sopralluogo, dato che la corsa partirà dal Piemonte».

A Plouay 2020 vince Deignan con l’aiuto di Longo Borghini
A Plouay 2020 vince Deignan con l’aiuto di Longo Borghini
Si va al Giro per vincere?

L’idea è quella. Il fatto che la corsa sia stata declassata dal WorldTour perché non c’è il broadcast delle immagini televisive lo trovo sgarbato per tutto quello che ha fatto Rivolta l’anno scorso, organizzando il Giro con dei costi in più, nonostante intorno rinviassero corse su corse. Sono mancate le immagini anche l’anno prima? Si poteva ugualmente chiudere un occhio.

Marta Cavalli ci ha raccontato che alla Fdj stanno lavorando sulla cronosquadre, pensando proprio al Giro e soprattutto al Tour del 2022.

Ci lavoriamo anche noi, soprattutto nei ritiri. Confesso che non stiamo pensando al Tour, ma bisogna dedicarsi alla specialità, perché le prove a squadre incidono parecchio. Il guaio del Covid è che fissare ritiri e spostare atlete e mezzi non è tanto semplice.

Giorgia, è vero quello che ha raccontato Deignan sul clima in squadra?

Lizzie è la leader indiscussa, le ragazze lo hanno riconosciuto e il suo modo di correre le amalgama tutte. Ha davvero fatto un salto di qualità mentale. Prima la vedevo come la regina Elisabetta, sempre sulle sue. Ora si è inserita come qualsiasi altra donna di grande qualità, capendo che coinvolgendo le altre il livello si alza anche per lei. Ha sempre lavorato per il team, ma adesso lo fa con il cuore, non so se c’entri l’essere diventata mamma. Dover pensare a qualcuno che dipende totalmente da te di sicuro cambia le attitudini. E lei in questa fase ci tiene davvero tanto alle altre.

Il Giro Rosa sarà l’obiettivo numero uno di Elisa Longo Borghini
Il Giro Rosa sarà l’obiettivo numero uno di Elisa Longo Borghini
Come convivono le sue ambizioni con quelle di Longo Borghini?

L’istinto di Lizzie è più vincente, non foss’altro perché è veloce, quindi la fame di vittoria diventa più evidente. Per Elisa al contrario, averla accanto può essere stimolante. Alla Course by Le Tour, avrebbe potuto impuntarsi e voler fare la sua corsa. L’avremmo seguita e avremmo perso. Invece si è lavorato per Lizzie, che ha vinto. Al Giro le parti si sono invertite. Sono due persone adulte che collaborano.

La non velocità di Elisa è una condanna?

Se sei veloce, vinci di più. Ma stiamo lavorando per gestire diversamente i finali, se si trovasse assieme a un’atleta veloce. Sarà importante prevedere tattiche diverse, muoversi per anticipare la volata, non andare verso la sconfitta senza provarci. Detto questo, secondo me Elisa potrebbe essere più veloce, ma a volte gli sprint nemmeno li fa perché non ci crede. Agli europei poteva giocare più d’astuzia contro la Van Vleuten che aveva tirato tutto il giorno. Per questo ho avuto quasi piacere che nel finale dei mondiali di Imola abbia rischiato la scorrettezza per fare la volata. La abbiamo analizzata.

E cosa è venuto fuori?

Che l’abitudine a fare gli sprint va coltivata, per cui sarà un obiettivo quello di provarci. Anche nelle corse minori, anche fosse solo la volata del gruppetto inseguitore. 

A Giorgia Bronzini sarebbe piaciuto correre in questo WorldTour?

Sei matto? Ho smesso in tempo. Adesso sclererei, se fossi corridore. Oggi si vive di dati e numeri e io purtroppo non ci credo troppo. Sto facendo il corso per il 3° livello federale e a volte mi confondo. Credo che anche i corridori ormai non si conoscano più. Parlano attraverso i numeri che spesso non corrispondono alla realtà, soprattutto in corsa. In corsa il 50 per cento viene dalla testa e dall’emotività.

E tu gestivi bene l’emotività…

Se le selezioni per le corse le facessero sui numeri, rimarrei a casa. Se le facessero sulle sensazioni, vincerei ancora tanto. Glielo dico sempre di abbinare le sensazioni ai numeri e poi di raccontarmele a voce, non con un messaggio. Voglio sentire la loro voce, le emozioni. Per il resto, è bello essere equiparate agli uomini, ma non prenderei solo l’estremizzazione. Il ciclismo femminile era un piccolo mondo, salire di livello così velocemente non è banale.

Dopo il breve passaggio in pista di lunedì, ora Paternoster è in ritiro con la Trek Segafredo (foto Instagram)
Dopo il passaggio in pista, Paternoster è in ritiro (foto Instagram)
Come l’hai trovata la Paternoster?

Sono rimasta colpita che sia dovuta andare in pista, quando il nostro ritiro era fissato già da un pezzo. Lei è un talento importante, ma ha troppa gente attorno e non riesce a dire di no. Poteva andare in pista un’altra volta, credo. Anche il personaggio che si è costruito forse non sempre la aiuta ad esprimere il suo talento, che è grande. A volte mi dispiace per quello che potrebbe fare. Ma non mi perdo in certi bicchieri d’acqua, c’è già chi la consiglia, la protegge e la coccola.

Invece a Giorgia come vanno le cose?

Bene, sono in Spagna da un mese. Dopo un anno e mezzo, mi sento più pronta. Inizialmente ero un po’ spaventata, non sapevo cosa si potesse e non si potesse dire, visto che venivo da squadre in cui il direttore sportivo spesso neanche c’era. Adesso entro meglio nelle dinamiche del ruolo e ai ritiri riesco a imparare tanto. Qua mi sono trovata spesso a parlare con De Jongh e per me è un’ottima scuola. Per cui fra poco torno a casa, cambio la valigia e poi finalmente si comincia.