Teuns e la scelta dell’Israel: «E’ stata quella giusta»

30.01.2023
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Non senza sorpresa, lo scorso 5 agosto Dylan Teuns passò dalla Bahrain Victorious alla Israel Premier Tech. Una mossa clamorosa, con il team mediorientale che decise d’investire fior di quattrini sul corridore belga reduce da una grande campagna nelle Classiche del Nord, culminata con la vittoria alla Freccia Vallone. Non avviene sovente che nel mezzo della stagione ci siano cambi di casacca, la Israel Premier Tech contava forse sui suoi punti per salvarsi, ma alla fine non è stato sufficiente.

Sul podio con Valverde e Vlasov, Teuns a Huy festeggia la sua prima grande classica
Sul podio con Valverde e Vlasov, Teuns a Huy festeggia la sua prima grande classica

Il corridore di Diest si ritrova così, pur essendo stato uno dei protagonisti della stagione, a essere retrocesso fra le professional. Buon per lui che comunque la squadra sarà presente a tutti i principali appuntamenti dell’annata grazie alla deroga dell’Uci riguardante le due formazioni retrocesse, ma queste vicende rischiavano di minare la sua fiducia. Molti nella sua situazione avrebbero preferito non parlarne, invece Teuns è stato subito molto disponibile.

La chiacchierata, realizzata attraverso Zoom mentre il trentenne belga sta svolgendo l’ultimo ritiro in vista dell’esordio stagionale, programmato per l’1 febbraio all’Etoile de Besseges, parte dalla sua analisi dell’ultima stagione, davvero vissuta sull’otto volante.

«E’ stata una delle mie stagioni migliori. Penso di essere stato molto contento per come sono andate le cose, soprattutto nelle corse d’un giorno. La vittoria nella classica di Huy è stata molto importante per me, ho raggiunto uno dei miei obiettivi da quando ho iniziato a correre».

Teuns al Tour, chiuso al 18° posto. Lì i dirigenti israeliani lo hanno convinto a passare con loro
Teuns al Tour, chiuso al 18° posto. Lì i dirigenti israeliani lo hanno convinto a passare con loro
Sei passato alla squadra israeliana ad agosto. Ora ti ritrovi in un team professional. Ti sei mai pentito di questa scelta?

No, non la rinnego. I dirigenti mi hanno contattato quando eravamo alle battute finali del Tour, si parlava del 2023, poi una settimana dopo mi hanno chiesto se volevo venire per agosto e settembre e sono stato molto felice di anticipare il trasferimento.

Quali sono le principali differenze tra Bahrain Victorious e Israel Premier Tech?

Ci sono differenze, è ovvio, ma penso che ogni team di alto livello in questo periodo stia lavorando in modo molto professionale, solo che ci sono modi diversi di farlo. Sto bene nel team, sono seguito con molta attenzione e posso perseguire i miei obiettivi, ma mi è piaciuto anche con il Bahrain. Anche il periodo in cui sono stato lì è stato molto felice. Con loro sono rimasto in buoni rapporti, ma ho fatto la mia scelta.

Il belga, 30 anni, è in uno dei team dall’età media più alta. Qui è con Nizzolo, 33 anni
Il belga, 30 anni, è in uno dei team dall’età media più alta. Qui è con Nizzolo, 33 anni
L’anno scorso hai ottenuto ottimi risultati nelle Classiche del Nord, ma hai anche vinto importanti gare a tappe nella tua carriera e al Tour hai chiuso 18°. Dove ti trovi meglio?

E’ una domanda difficile. Diciamo che per l’inizio della stagione mi concentro sempre sulle classiche. Per me è sempre molto importante il periodo di aprile, da quello dipende molto dell’andamento complessivo e quindi lavoro per quelle corse, dall’Amstel alla Liegi. Quelle sono il mio obiettivo principale anche per quest’anno. In base a quanto ho dimostrato l’anno scorso, so che posso fare bene e voglio provare a fare lo stesso quest’anno, giocarmi le mie carte in ogni prova e portare a casa risultati. E poi mi piace anche avere qualche successo nelle gare di una settimana. Ma è molto difficile competere per la classifica generale con molti bravi scalatori nel gruppo, ovviamente. Quindi preferisco puntare a vincere alcune tappe.

La Israel è un team con l’età media tra le più anziane. Nel ciclismo di oggi è uno svantaggio?

Di sicuro non è un problema perché serve anche molta esperienza e questo è un fattore che secondo me pesa molto. Penso che i corridori con esperienza e che hanno già vinto grandi gare possano anche aiutare altri corridori a fare una buona prestazione. Io lo vedo come un vantaggio.

Alla Coppa Agostoni la sua ultima corsa portata a termine. Tornerà in gara il 30 gennaio in Francia
Alla Coppa Agostoni la sua ultima corsa portata a termine. Tornerà in gara il 30 gennaio in Francia
Tu hai vinto la Freccia Vallone e sei stato sesto alla Liegi-Bastogne-Liegi. Qual è tatticamente più difficile tra le due?

Sicuramente la Liegi è un po’ più difficile, perché può cambiare scenario di continuo e non sai mai che cosa aspettarti. Alla Freccia ormai ci si gioca tutto alla fine, basta esserci…

Hai iniziato la tua carriera più di dieci anni fa. Quanto è cambiato il ciclismo da allora?

I primi anni sono stati di apprendistato, al WorldTour sono approdato nel 2013, quindi dieci anni ancora non li ho fatti… E’ vero però che nel frattempo è cambiato molto. In base alla mia esperienza posso dire che i primi quattro anni sono stati più o meno gli stessi, poi l’avvento di nomi nuovi ha cambiato tutto, quando nel gruppo sono arrivati talenti come Pogacar, Van Der Poel, Evenepoel… Sono talenti super grandi e possono fare all’inizio della corsa cose folli e poi esserci ancora nel finale. Questo ha cambiato l’approccio con le corse e il loro schema tattico. Non direi che sono corridori imbattibili, ma sono difficili da sconfiggere. Ma se vuoi vincere, bisogna essere al loro livello e avere anche qualcosa in più. Io un giorno l’ho avuto e so che si può ripetere.