C’era un filo invisibile fra la Sardegna e il resto del mondo

19.07.2021
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Nel sole accecante riflesso dalla candida Basilica di Bonaria, uno dei simboli di Cagliari, partono fili invisibili che collegano l’Isola di Sardegna al mondo. A Parigi, per esempio, dove il Uae Team Emirates sta festeggiando il trionfo di Tadej Pogacar. Diego Ulissi si unisce ai festeggiamenti “da remoto”, conquistando d’autorità la prima edizione della “Settimana Ciclistica Italiana… sulle strade della Sardegna”. Il campione toscano è un corridore ritrovato dopo la grande paura dello scorso inverno. Nell’Isola ha messo in chiaro le cose sin al primo giorno, sprintando a Sassari per prendersi la maglia azzurra di leader e confermandosi nel Capo di Sotto sempre in una volata sul filo. Ha fatto venire qualche dubbio al ct Davide Cassani, ma è sereno.

«Per me essere qui, avere avuto l’attenzione di Cassani che ha tenuto la porta aperta sino all’ultimo – dice – è già una vittoria. Ci sono altri appuntamenti da qui alla fine della stagione, anche per la Nazionale. Dovrò farmi trovare pronto».

In Sardegna Ulissi ha ritrovato fiducia, sorriso e vittoria
In Sardegna Ulissi ha ritrovato fiducia, sorriso e vittoria

Da Cagliari ai Campi Elisi

La Sardegna lo ha reso felice, le due tappe e la classifica – conquistata con 8” sull’irriducibile Sep Vanmarcke – non le ha considerate vittorie di ripiego e altrettanto ha fatto Pascal Ackermann, anche se la sua mente seguiva quel filo invisibile, sino in Francia: «No, questi non sono i Campi Elisi – ha detto spalancando il suo sorriso sul rettilineo che gli ha regalato due sprint su due, magistrali e diversi – ma ogni vittoria conta per me e per queste tre in Sardegna sono davvero felice».

Tre successi (Oristano e due volte Cagliari), tre come il suo compagno alla Bora-Hansgrohe, Peter Sagan, nel 2011, ma in realtà sono cinque in quindici giorni, contando il Sibiu Tour: «Ho dovuto superare qualche problema di famiglia, speravo di andare al Tour, ma ho dimostrato di essere in buona forma e adesso spero di continuare così. Una piccola pausa, poi penserò al Polonia».

Da Cagliari a Tokyo

Tra Sardegna e Romania, su quel filo invisibile, ha fatto il funambolo anche Giovanni Aleotti: una tappa, un secondo posto e la classifica finale al Sibiu Tour, un terzo posto di tappa e quello nella “generale” in questa Settimana Italiana, con il primato tra i giovani.

«Se ci mettiamo anche le tre vittorie di Ackermann, credo che noi della Bora possiamo essere contenti», ammette, ricordando che il quarto assoluto è stato Felix Grossschartner. E mentre Santiago Buitrago completa le premiazioni indossando la maglia verde degli scalatori sopra quella rossa della Bahrain Victorious, con Ackermann primo a punti, la carovana si disperde verso la prossima meta.

Per qualcuno quel filo invisibile unisce l’Isola a Tokyo. Con gli azzurri (Alberto Bettiol, Giulio Ciccone, Gianni Moscon e Damiano Caruso), altri sei hanno scaldato i muscoli in vista della prova su strada della Olimpiadi: lo svizzero Gino Mader, il bielorusso Aleksandr Riabushenko (secondo nella quarta tappa), il russo Ilnur Zakarin (che ha chiuso nella top 10), lo slovacco Juraj Sagan, il sudafricano Ryan Gibbons e il lituano Evaldas Siskevicius.

Da Cagliari… al futuro

Un ultimo filo galleggia nell’aria cagliaritana. Parte dal podio e vola via, in attesa di unire questa prima edizione della Settimana Italiana, chiamata così per l’impossibilità di utilizzare il nome “Giro di Sardegna” (teoricamente la corsa è in calendario per ottobre), con la prossima. Se ne vede soltanto l’inizio: Natura Great Events e Gs Emilia proveranno a trovare l’altro capo nel 2022.