In una nazione come l’Olanda che domina il ciclismo femminile e sforna talenti a ripetizione che vincono ovunque, diventa difficile spiccare, ma c’è una ragazza che si sta ritagliando il proprio spazio. Karlijn Swinkels quest’anno ha mostrato una crescita ed una costanza di risultati che la pongono in cima alla lista delle atlete da seguire con più attenzione.
La venticinquenne della UAE Team ADQ finora ha conquistato sei podi più altre nove top 10 con molte prestazioni da protagonista. Le è mancata solo la vittoria per mettere la ciliegina sulla torta, ma Swinkels non è una che si arrende, soprattutto ora che sta diventando consapevole dei suoi mezzi. Le stimmate della campionessa sono uscite da junior quando nel 2016 è diventata iridata della cronometro, senza tuttavia mantenere le attese, a parte il sigillo tre anni dopo in una tappa della Vuelta a Burgos. Per vari motivi sembrava essersi un po’ smarrita (situazione che per altro capita a molti), invece nel finale dell’anno scorso in Belgio si è decisamente ritrovata. La tripletta centrata in maglia Jumbo-Visma al Tour de la Semois è stata la svolta per vedere la Swinkels di adesso. E noi abbiamo cercato di conoscerla meglio.
Al Fiandre Swinkels è sempre stata nel gruppo di testa, lavorando per Persico e chiudendo poi decimaAl Fiandre Swinkels è sempre stata nel gruppo di testa, lavorando per Persico e chiudendo poi decima
Karlijn che tipo di corridore sei? Che caratteristiche hai?
Sono un corridore a tutto tondo. Credo che le gare che mi si addicono di più siano quelle di media difficoltà. Mi piacciono le salite brevi e incisive. Sono abbastanza veloce in un gruppo ristretto dopo una gara dura. D’altra parte, mi piace molto anche aiutare le mie compagne di squadra a raggiungere la vittoria o il podio. Penso di poter essere di supporto in ogni tipo di gara.
L’anno scorso dopo la tua vittoria al Tour de la Semois sembri esserti sbloccata ed entrata in una nuova dimensione. E’ corretta questa impressione?
Sento che in questa stagione ho fatto un deciso passo in avanti. Sono felice di potermi migliorare passo dopo passo e che la squadra mi abbia lasciata libera di scoprire meglio i miei punti di forza.
Dopo quattro anni, Swinkels torna al successo a settembre 2023 conquistando la prima tappa del Tour de la Semois (foto twitter)Bis. Karlijn si ripete il giorno dopo vincendo ancora per distacco. Col senno di poi, è la sua sliding doorTripletta completata. Swinkels vince la generale davanti a Koppenburg e la compagna Ruegg (foto Tour de la Semois)Dopo quattro anni, Swinkels torna al successo a settembre 2023 conquistando la prima tappa del Tour de la Semois (foto twitter)Bis. Karlijn si ripete il giorno dopo vincendo ancora per distacco. Col senno di poi, è la sua sliding doorTripletta completata. Swinkels vince la generale davanti a Koppenburg e la compagna Ruegg (foto Tour de la Semois)
Quest’anno hai fatto molti podi. Come giudichi la stagione finora?
Sono davvero soddisfatta di ciò che ho fatto. Avrei firmato per questo prima della stagione. Essere stata nei momenti decisivi dei finali delle classiche ed aver conquistato più podi in tutti i tipi di percorsi mi fa credere di poter vincere le corse. Questa conferma è davvero bella da ottenere dopo un duro lavoro.
Quali sono le gare in cui pensavi di vincere? Hai qualche rammarico?
Mi sono giocata la vittoria in più gare, ma passo dopo passo ho imparato di più. Non mi è capitato molte volte nella mia breve carriera, quindi ogni giorno continuo ad imparare. Anche recentemente al Thuringen Tour sono andata molto vicina alla vittoria, ma… non sono riuscita a chiudere abbastanza la porta (dice sorridendo, ndr). Sto cercando di trovare la mia strada verso il gradino più alto. Credo che questo obiettivo posso centrarlo anche in questa stagione.
Terza piazza per Swinkels (dietro a Jackson e Vas) nella seconda tappa della Vuelta. Uno dei tanti podi stagionaliTerza piazza per Swinkels (dietro a Jackson e Vas) nella seconda tappa della Vuelta. Uno dei tanti podi stagionali
C’è qualcuno che vuoi ringraziare per la tua crescita?
Naturalmente voglio ringraziare la mia famiglia che mi è sempre stata vicina e mi ha sostenuto in tutto quello che ho fatto fino a oggi. Senza di loro non sarebbe stato possibile essere dove sono ora. Inoltre, apprezzo molto Giorgia(Bronzini, la sua compagna, ndr) perché mi sta rendendo una persona migliore. Mi ha insegnato a essere più presente nel momento e a godermi quello che sto facendo. Infine, ma non per questo meno importante, voglio ringraziare l’UAE Team ADQ per aver creduto in me come ciclista e come persona. I miei allenatori Luca Zenti ed Enrico Campolunghi sono fantastici.
Hai qualche idolo in particolare?
Onestamente non ho un idolo, però mi piace imparare da chi è più bravo di me in qualcosa per poter crescere.
Doha 2016, Swinkels si fa conoscere al mondo vincendo la crono iridata juniores su Morzenti e LabousDoha 2016, Swinkels si fa conoscere al mondo vincendo la crono iridata juniores su Morzenti e Labous
Qualcuno ha detto che hai un grande potenziale e che ricordi la “prima” Marianne Vos. Cosa ne pensi?
Penso che Marianne Vos sia una ciclista con cui non posso paragonarmi. È unica e ha vinto tanto in carriera. Penso solo di essere brava in gare simili a quelle adatte a Marianne. Spero di poter vincere un giorno gare come importanti come ha fatto lei.
Swinkels è un’atleta che si trova a suo agio nelle corse a tappe. Al Thuringen Tour ha vinto la classifica a puntiSwinkels è un’atleta che si trova a suo agio nelle corse a tappe. Al Thuringen Tour ha vinto la classifica a punti
Che obiettivi ha Karlijn Swinkels per il finale di stagione e per il futuro?
Il mio obiettivo sarà quello di vincere una gara con i colori della UAE Team ADQ. Oltre a questo voglio continuare a correre con il cuore. Ho appena terminato il mio training camp in altura come avvicinamento al Kreiz Breizh (domani, ndr), al Tour Femmes e poi a Plouay. Spero di continuare a essere costante nel resto della stagione e di ottenere altri podi per la squadra.
A chiusura di un cerchio iniziato a gennaio, con la presentazione del primo Giro d’Italia Women, è il momento di trarre un bilancio conclusivo. Sono passati sette mesi da quel pomeriggio grigio nel quale dall’alto di Palazzo Regione, a Milano, è stata lanciata la Corsa Rosa al femminile. La prima sotto la gestione di RCS Sport & Events. La gara è ormai alle spalle e il successo di Elisa Longo Borghini, conquistato dopo otto tappe vissute sul filo dei secondi, brilla ancora nei nostri occhi (in apertura foto LaPresse). Per capire l’importanza di un passo del genere siamo entrati in ammiraglia con gli stessi diesse che ci diedero il loro parere sullo svolgersi del Giro d’Italia Women.
Il riscontro televisivo è stato incredibile: quasi un milione di spettatori per l’ultima tappa (foto LaPresse)Le ragazze della Ceratizit-WNT hanno ottenuto due top 5 nelle otto tappe del Giro Women (foto LaPresse)Il riscontro televisivo è stato incredibile: quasi un milione di spettatori per l’ultima tappa (foto LaPresse)Le ragazze della Ceratizit-WNT hanno ottenuto due top 5 nelle otto tappe del Giro Women (foto LaPresse)
Un passo in avanti
Di sicuro quel che emerge dai colloqui fatti con i diesse è la grande capacità della macchina organizzativa di RCS nel dare un Giro d’Italia all’altezza dei professionisti.
«E’ un atto dovuto – spiega Fortunato Lacquaniti, diesse della Ceratizit-WNT – il movimento femminile è cresciuto parecchio. All’estero questo passo era già stato fatto, con A.S.O. che ha preso in mano il Tour de France Femmes. Per non parlare della Classiche del Nord. Mancava la risposta italiana, per fortuna è arrivata, ed è stata ottima. Possiamo dire di aver messo la marcia in più che mancava, ora tutti e tre i Grandi Giri sono al livello che questo movimento merita. Tornerà, con grande probabilità, la Milano-Sanremo femminile, sempre gestita da RCS. Che la gestione fosse in mano loro si è visto, il primo passo è stato fatto».
I servizi di motostaffette e giuria sono stati gli stessi del Giro d’Italia uominiI servizi di motostaffette e giuria sono stati gli stessi del Giro d’Italia uomini
Il montepremi
La chiave di lettura di Walter Zini, diesse della BePink Bongioanni, si trova nel montepremi. Sembra una banalità ma in un mondo che cresce e gira veloce questi fanno la differenza.
«Tutto è curato al meglio – spiega – a 360 gradi. La logistica degli arrivi, le partenze, gli hotel, ecc. Non ho mai avuto un’organizzazione così semplice e una gestione della corsa così facile. Gli anni scorsi era capitato di mandare il massaggiatore a preparare le stanze in hotel per i massaggi e che non fossero pronti o all’altezza. Quest’anno tutti erano al corrente delle nostre esigenze e ci sono venuti incontro. Poi il passo in avanti si è visto anche con il montepremi finale. Nel 2024 la vincitrice (Elisa Longo Borghini, ndr) ha portato alla squadra 250.000 euro. Gli anni scorsi c’era uno zero in meno. La volontà è chiara e sicuramente lo step positivo c’è stato».
La Isolmant di Giovanni Fidanza è stata l’unica continental, insieme alla BePink a terminare il Giro con tutte le atleteLa Isolmant è stata l’unica continental, insieme alla BePink a terminare il Giro con tutte le atlete
La gestione
Passare un evento in mano a RCS Sport vuol dire consegnarlo all’azienda che gestisce già il Giro d’Italia e le Classiche Monumento del nostro Paese, oltre a tante altre gare. La macchina organizzativa funziona ed è collaudata.
«E’ stato trasferito l’impianto di RCS al mondo del ciclismo femminile – afferma Giovanni Fidanza, diesse della Isolmant-Premac-Vittoria – e questo si è visto. Si tratta del primo organizzatore di gare di ciclismo in Italia. Sono contento per le ragazze, se lo meritavano davvero tanto. La differenza si è vista fin da subito: la sicurezza in corsa è altissima. Le strutture che usano per i professionisti sono state trasportate qui. Si vede che il personale è gente esperta e che conosce le esigenze delle squadre. Io arrivavo dall’esperienza con gli uomini quindi avevo già un’idea di quello che avremmo trovato. Ed è stata totalmente rispettata».
Barbara Malcotti è stata la rivelazione in casa Human Powered Health con il suo 15° posto finaleBarbara Malcotti è stata la rivelazione in casa Human Powered Health con il suo 15° posto finale
Qualche passo in più
Eppure si tratta della prima edizione, RCS avrà messo in moto la sua macchina dal motore potente e collaudato, ma si sa che il primo giro serve anche come riscaldamento.
«A mio avviso – afferma Giorgia Bronzini, la quale ha condotto il Giro d’Italia Women dalla macchina della Human Powered Health – ci sono stati dei ritardi nella comunicazione. Gli hotel ci sono stati confermati una settimana prima, uno quando eravamo già partite. I posti riservati da RCS per il personale, in ogni struttura, erano cinque. Il problema è che il ciclismo femminile segue ormai le orme del maschile, quindi lo staff al seguito è di dodici persone. Non è stato facile trovare altri posti letto, e i costi non erano bassi. RCS ci ha messo a disposizione un’agenzia che faceva da tramite, ma i prezzi non erano esattamente accessibili. E’ il primo anno e anche loro devono prendere le misure, poi se si passa al discorso di organizzazione della gara non c’è niente da dire. Sono stati di altissimo livello, come sempre».
Con i 15,7 chilometri contro il tempo, scatta domani da Brescia il Giro d’Italia Women targato Rcs Sport. Dalla Lombardia all’Abruzzo, si snoderà un percorso, a detta di atleti e tecnici, dalla durezza crescente dalla prima all’ottava ed ultima tappa. A parte la crono iniziale ed un paio di occasioni per velociste, il terreno per attaccare o cercare gloria personale non mancherà.
Ma dove si deciderà il Giro Women? Chi punta alla maglia rosa finale de L’Aquila dovrà fare i conti con tanti metri di dislivello e noi abbiamo fatto un rapido sondaggio tra diversi diesse per capire il loro pensiero. Le risposte sembrano univoche indicando nel Blockhaus il giudice supremo della corsa, però per qualcuno ci possono essere dei punti di svolta alternativi da non sottovalutare. Ecco cosa ci hanno detto.
Il Giro Women avrà un totale di 876,7 chilometri per un dislivello complessivo di 11.950 metri. Si parte con una crono individuale molto tecnicaTappa 2, occasione per le velociste. Il finale ondulato in circuito non dovrebbe creare troppo scompiglioTappa 3, primo arrivo in salita. L’ascesa verso Toano misura 12,5 km al 5% medio, ma potrebbe restare indigesto a qualche atletaTappa 4, terreno per attaccanti. I 1500 metri di dislivello sono concentrati negli ultimi 50 chilometri di gara, serviranno attenzione e condizioneTappa 5, rivincita per le sprinter o spazio alla fuga? Potrebbe essere una giornata di relativa calma Tappa 6, altimetria da classica. La frazione più lunga nasconde insidie e può stimolare la fantasia di tante atleteTappa 7, indicata come quella decisiva. Davanti al doppio Blockhaus (Cima Alfonsina Strada) le big che puntano alla vittoria finale non possono più nascondersiTappa 8, ultime fatiche da gestire. Il gran finale che porta a L’Aquila può servire per rimediare, stravolgere o confermare la generaleIl Giro Women avrà un totale di 876,7 chilometri per un dislivello complessivo di 11.950 metri. Si parte con una crono individuale molto tecnicaTappa 2, occasione per le velociste. Il finale ondulato in circuito non dovrebbe creare troppo scompiglioTappa 3, primo arrivo in salita. L’ascesa verso Toano misura 12,5 km al 5% medio, ma potrebbe restare indigesto a qualche atletaTappa 4, terreno per attaccanti. I 1500 metri di dislivello sono concentrati negli ultimi 50 chilometri di gara, serviranno attenzione e condizioneTappa 5, rivincita per le sprinter o spazio alla fuga? Potrebbe essere una giornata di relativa calma Tappa 6, altimetria da classica. La frazione più lunga nasconde insidie e può stimolare la fantasia di tante atleteTappa 7, indicata come quella decisiva. Davanti al doppio Blockhaus (Cima Alfonsina Strada) le big che puntano alla vittoria finale non possono più nascondersiTappa 8, ultime fatiche da gestire. Il gran finale che porta a L’Aquila può servire per rimediare, stravolgere o confermare la generale
L’istantanea di Zini
Il primo a dare il proprio parere è Walter Zini, team manager della Bepink-Bongioanni, formazione sempre pronta ad animare le tappe e che cercherà di mettere in mostra i migliori talenti. Per il tecnico milanese non sarà solo la settima frazione l’ago della bilancia.
«Sicuramente la tappa del Blockhaus – analizza – sarà importante perché ha 3.600 metri di dislivello, ma credo che, un pezzetto oggi e un pezzetto domani, è facile che si possano già vedere delle differenze tra le donne di classifica nei giorni precedenti. Da lì si capirà chi non vincerà il Giro, così come penso che l’ultimo giorno potrebbero esserci delle “cotte”. In ogni caso bisognerà vedere chi sarà al via e di conseguenza capire che tattiche adotteranno le squadre più attrezzate.»
Per Zini le differenze dei valori in campo si vedranno anche nelle tappe intermedie prima delle ultime due tappe di alta montagnaPer Zini le differenze dei valori in campo si vedranno anche nelle tappe intermedie prima delle ultime due tappe di alta montagna
Visto da Lacquaniti
Anche Fortunato Lacquaniti, diesse della Ceratizit-WNT che quest’anno è sbarcata nel WorldTour, è dello stesso avviso, seppur con un spunto di discussione ulteriore. Per stessa ammissione del tecnico veneto, il team tedesco, che finora ha conquistato undici vittorie (le ultime tre al Thuringen Tour con Martina Fidanza e Alonso), al Giro vorrà incrementare il bottino puntando più ai successi parziali che alla generale.
«La doppia scalata Passo Lanciano-Blockhaus – spiega – sarà l’ultimo scontro qualora ci fossero ancora i giochi in sospeso, però per me ci arriveranno con posizioni già ben delineate. Le tappe intermedie, come ad esempio il primo arrivo in salita a Toano alla terza tappa e il giorno successivo a Urbino con un finale intenso, potrebbero già creare distacchi importanti. Dalla crono di Brescia avremo subito una indicazione dei valori in gara. E’ un Giro Women ben disegnato, che tuttavia potrebbe essere difficile da interpretare per diversi motivi. Oltre a vedere gli organici delle formazioni più forti, bisognerà vedere quali saranno gli obiettivi reali. Ci saranno atlete che correranno in funzione delle Olimpiadi e quindi queste strategie di preparazione potrebbero condizionare l’andamento della corsa.»
Per Lacquaniti il Giro Women è ben disegnato, ma difficile da interpretare per diversi motivi ed alcune strategiePer Lacquaniti il Giro Women è ben disegnato, ma difficile da interpretare per diversi motivi ed alcune strategie
L’opinione di Fidanza
Sulla rilevanza del totem abruzzese nell’economia della gara si sbilanciaGiovanni Fidanza. Per il team manager della Isolmant-Premac-Vittoria – che ha lanciato verso il WorldTour proprio l’abruzzese Gaia Realini, una delle favorite alla vittoria finale – tutto si giocherà alla penultima giornata.
«La crono di Brescia – commenta l’ex pro’ della Chateau d’Ax con cui vinse una tappa al Tour e al Giro – è molto tecnica e lo strappo del Castello può essere indigesto a qualche atleta. Così come la salita di Toano al terzo giorno potrebbe creare distacchi. Tuttavia le cosiddette tappe intermedie, come quella mossa di Chieti, secondo me saranno molto controllate. E’ per questo che penso che si deciderà tutto sul Blockhaus. Per tutte sarà lo sforzo massimo, tant’è che per me l’ultima tappa de L’Aquila, che è comunque molto dura, servirà solo per limare secondi o posizioni di rincalzo nella generale. Comunque tutte dovranno correre con molta attenzione sul piano tattico.»
Giovanni Fidanza prevede molto controllo nelle tappe intermedie, Blockhaus decisivo e nessun stravolgimento nell’ultima tappaGiovanni Fidanza prevede molto controllo nelle tappe intermedie, Blockhaus decisivo e nessun stravolgimento nell’ultima tappa
La previsione di Bronzini
Ancora più sicura appare Giorgia Bronzini, diesse di una Human Powered Health che si presenta al Giro Women col morale alto per merito della vittoria nella generale di Edwards al Thuringen Tour e con l’obiettivo di curare la classifica con Malcotti.
«Vi rispondo velocemente – dice la piacentina col suo solito spirito intriso di grande conoscenza tattica – e senza troppe esitazioni. Il Blockhaus deciderà tutto. La salita è molto dura e le atlete avranno le visioni già al primo passaggio. Gli ultimi tre giorni sono impegnativi, ma tutto ruota attorno a quella tappa. Il Blockhaus penso che possa essere determinante per chi vorrà riscattare una brutta prova il giorno precedente. O viceversa possa essere la salita nella quale puoi prendere una sonora crisi che non puoi più rimediare il giorno dopo. Di certo le ragazze che puntano alla generale dovranno essere molto brave a gestire le energie, tenendo conto anche delle temperature alte che potrebbero esserci.»
Per Bronzini sarà fondamentale la gestione delle energie, ma il Giro Women sarà deciso dal BlockhausPer Bronzini sarà fondamentale la gestione delle energie, ma il Giro Women sarà deciso dal Blockhaus
Le impressioni di Busato
Sull’ammiraglia della Top Girls Fassa Bortolo restringono le contendenti ad un numero ridotto di corridori che si giocheranno tutto alla settima tappa. Se lo storico team manager Lucio Rigato è onorato di partecipare al suo ennesimo Giro femminile in trentadue anni di attività, sperando che la vincitrice sia la sua ex atleta Longo Borghini, il diesse Matteo Busato entra più nello specifico.
«Penso che la crono iniziale – afferma l’ex pro’ di Castelfranco Veneto – potrà dire chi sta bene e chi meno, ma non farà grandi distacchi. Il livello delle atlete più forti è molto alto e sanno preparare molto bene gare del genere. Il Giro è comunque duro anche nelle tappe che non tutti considerano. Ad esempio, la quarta che arriva ad Urbino ha un dislivello alto concentrato negli ultimi cinquanta chilometri. Queste tappe serviranno per fare selezione e per me alla tappa del Blockhaus ci si arriverà con la generale già definita o racchiusa a tre atlete, non di più.»
Secondo Busato la generale sarà già ristretta a tre atlete nei giorni precedenti all’arrivo del Blockhaus (foto Top Girls)Secondo Busato la generale sarà già ristretta a tre atlete nei giorni precedenti all’arrivo del Blockhaus (foto Top Girls)
Il parere in casa UAE
La nostra rapida inchiesta termina bussando alla porta della UAE Team ADQ, dove ci risponde la general manager Cherie Pridham. La squadra degli Emirati Arabi Uniti si dividerà tra la generale con Magnaldi e i successi di tappa con Persico e Consonni, ma anche per la dirigente britannica esiste solo un punto chiave.
«Credo – sintetizza – che tutto si deciderà nella Lanciano-Blockhaus, la tappa regina della corsa con le salite più impegnative e con le quote più alte. Sarà una sfida fondamentale per i corridori dal punto di vista fisico, ma anche strategico poiché la salita avrà un impatto significativo sulla classifica generale. Arrivando al penultimo giorno di gara, ci sono poche possibilità di recupero o errori tattici. I distacchi che si apriranno su queste cime saranno decisivi.»
Fra una settimana conosceremo il verdetto emesso dal Blockhaus, però anche le altre tappe di questo Giro d’Italia Women promettono battaglia e spettacolo.
Due mesi di gare alle spalle e all’orizzonte un programma altrettanto uguale. Non è ancora tempo di bilanci, ma la prima parte del 2024 ha già dato qualche indicazione a Giorgia Bronzini e alla sua Human Powered Health.
Il modo di correre a livello tattico e il relativo approccio mentale alle corse. E non solo. La quarantenne diesse piacentina (in apertura foto Oskar Scarsbrook)da quest’anno ha caricato il suo bagaglio di esperienza sull’ammiraglia del team WorldTour statunitense, trovando subito l’intesa con le sue atlete e con i suoi colleghi di reparto. Nel realismo del contesto in cui si trova – tra ciclismo femminile attuale e propria squadra – Bronzini sta lavorando per ottimizzare ogni dettaglio, impartendo il suo credo. Gli effetti stanno iniziando a vedersi, non solo negli ordini d’arrivo. Ed è foriera come sempre di tanti punti di vista non scontati.
Nelle prime gare del 2024, la Human ha mostrato già tanta compattezza (foto ufficio stampa)Nelle prime gare del 2024, la Human ha mostrato già tanta compattezza (foto ufficio stampa)
Giorgia che inizio di stagione è stato finora?
Direi che ci è mancata solo una vittoria per gratificare tutto il nostro lavoro, ma al momento pensiamo di essere sulla buona strada. Penso sia stato un buon avvio per una serie di circostanze. In alcune potevamo essere più attente, in altre decisamente più fortunate. E poi considerate che molte delle nostre ragazze non avevano mai corso assieme, come è successo al UAE Tour.
Difficile da gestire come contesto?
Sì, anche se non impossibile, però sappiamo tutti com’è ora il ciclismo in generale, specie quello femminile, che non lascia più nulla al caso. Negli Emirati Arabi abbiamo portato una formazione in cui le atlete erano tutte nuove l’una per l’altra. Eppure in gara abbiamo trovato la giusta sintonia in fretta. Con Daria Pikulik siamo stati una delle poche squadre che si è giocata la volata con la Wiebes. Daria laggiù ha fatto un buon lavoro ed è stata brava a centrare l’obiettivo di giocarsi lo sprint con la velocista più forte al mondo. Avremmo potuto raccogliere qualcosa in più di quel terzo posto, come del resto nelle altre corse, ma va bene uguale.
Winder terza al Trofeo Oro in Euro dopo la caduta alla Strade Bianche. Lo spirito reattivo che vuole BronziniAlla Vuelta CV, è arrivato il primo podio stagionale per la Human grazie al secondo posto di RaaijmakersWinder terza al Trofeo Oro in Euro dopo la caduta alla Strade Bianche. Lo spirito reattivo che vuole BronziniAlla Vuelta CV, è arrivato il primo podio stagionale per la Human grazie al secondo posto di Raaijmakers
In ogni caso è arrivato più di un podio.
Sono i risultati che danno morale e riscontri sul lavoro svolto. Nel frattempo spero che Cordon-Ragot trovi la condizione giusta dopo un periodo influenzale che l’ha rallentata. A Valencia abbiamo fatto bene subito ad inizio febbraio con Raaijmakers seconda a pochissimi metri dalla vittoria. Poi venti giorni dopo ad Almeria abbiamo fatto seconde e terze con Biriukova e Zanetti. Alla Valenciana Lily Williams meritava forse qualcosina in più del quinto posto nella volata vinta da Balsamo. Infine Ruth Winder(che ora corre col cognome da sposata Edwards, ndr)terza al Trofeo Oro in Euro a Cinquale dopo che alla Strade Bianche era caduta. Ecco, con la fortuna siamo già in credito…
Spiegaci pure.
Con Ruth puntavamo a fare bene alla Omloop Het Nieuwsblad, così come a Siena. E’ rientrata dopo due anni di inattività, ma è arrivata preparata. Immaginavo fosse così perché la conosco bene avendola avuta alla Trek-Segafredo. Ebbene, in Belgio è rimasta coinvolta in una caduta proprio mentre attaccava Elisa (Longo Borghini, ndr) e addio speranze di piazzamento. Sul Bosberg tuttavia ha fatto una bella azione facendo la differenza, però è rimasta fine a se stessa perché ha trovato poca collaborazione.Resta la bella prestazione e lo spirito con cui ha corso.
Malcotti è rientrata da un infortunio. Alle Strade Bianche è stata a lungo in fuga, risultando la migliore della HumanMalcotti è rientrata da un infortunio. Alle Strade Bianche è stata a lungo in fuga, risultando la migliore della Human
Immaginiamo sia ciò che trasferisce sempre Giorgia Bronzini alle sue ragazze, giusto?
Per tanti aspetti non possiamo essere considerate al livello di squadre più attrezzate, però guai a presentarsi alle gare già sconfitte in partenza perché vediamo che ci sono i grandi nomi attuali. Non dobbiamo essere rinunciatarie. Spiego sempre, anche con umiltà, che noi dobbiamo essere brave a giocarci al meglio le nostre carte. A livello tattico dobbiamo cercare di sopperire qualche altra carenza.
Che ritorno hai dalle atlete?
Sono contenta perché le ragazze mi seguono. Capiscono cosa intendo dire. Anche con gli altri miei colleghi diesse siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Mi fa piacere che la mia filosofia sia condivisa. E soprattutto mi piace lo spirito di reazione che hanno mostrato. Winder a Siena è caduta rovinosamente ritirandosi. Nonostante le botte, il giorno dopo l’ho convinta a correre a Cinquale ed è salita sul podio. Questo per me, per noi è un grande segnale.
Ragusa al Tour Down Under ha conquistato la maglia delle scalatrici. Bronzini ha elogiato il suo lavoro oscuro (foto ufficio stampa)Ragusa al Tour Down Under ha conquistato la maglia delle scalatrici. Bronzini ha elogiato il suo lavoro oscuro (foto ufficio stampa)
La pattuglia delle italiane come sta andando?
Malcotti a fine 2023 si è rotta il gomito, sempre per quel famoso discorso sulla fortuna (sorride con un briciolo di amarezza, ndr). Però si è ripresa bene, tanto che alla Strade Bianche l’ho mandata in avanscoperta per circa 90 chilometri ed ha seguito alla lettera la tattica. Alla fine è stata lei la migliore delle nostre. Per me Barbara quest’anno farà uno step in avanti, la vedo motivata. Zanardi invece non ha iniziato al top della forma. Sta cercando di trovarla, però guardiamo avanti con fiducia perché sappiamo che lei è un diesel. Infine c’è Ragusa.
Cosa ci dici di lei?
Ragusa ha fatto un passo in avanti con la condizione rispetto allo scorso anno. Ha esordito al Tour Down Under, dove ha conquistato la maglia delle scalatrici. Poi si è resa disponibile per le altre gare. A Siena, dove ha iniziato a lavorare prima del previsto. Lei è sempre devota al team, facendo tanto lavoro oscuro e per me Katia è una delle migliori a farlo. Anzi per me è un merito saperlo fare, visto che non è semplice per nulla. Infatti per questo ha maturato molto rispetto da parte delle compagne ed anche dai tecnici. Spero che quest’anno possa vivere nuovamente una giornata come a Roubaix l’anno scorso (dove fece seconda al termine di una lunghissima fuga, ndr), magari portando a casa qualcosa in più.
Zanardi sta lavorando per trovare la miglior condizione. Bronzini guarda avanti con fiducia per la sua conterraneaZanardi sta lavorando per trovare la miglior condizione. Bronzini guarda avanti con fiducia per la sua conterranea
Cosa prevede il vostro calendario?
I miei colleghi Latomme e Sheehan sono in Belgio, io riprenderò a Cittiglio. Poi anch’io li raggiungerò per le gare del Nord. Tutte le classiche le facciamo. Personalmente dovrei saltare Freccia Vallone e Liegi perché dovrei andare in Spagna per la Vuelta. La presentano domani e ci hanno anticipato che il via potrebbe essere una cronosquadre. In virtù di questa indiscrezione abbiamo programmato una serie di prove con le bici da crono tra Freccia del Brabante ed Amstel. Non vogliamo farci trovare impreparate su nessun terreno, anche se è un’altra questione che mi fa un po’ stizzire…
Ovvero?
Le solite indiscrezioni parlano anche di un possibile arrivo sull’Angliru. Onestamente spero che non sia così. Per me salite così estreme nel ciclismo femminile non servono a nulla. Non avrebbe senso una salita simile, anche perché sarebbe in una corsa a tappe di una sola settimana dove ti condizionerebbe tutto e non necessariamente in meglio. Oltretutto una salita così non vorrebbe mai più affrontata in stagione in una qualsiasi altra gara altrove.
Pikulik in scia a Wiebes all’ultima tappa del UAE Tour. Entrambe piazzate dietro la fuggitiva Kraak (foto ufficio stampa)Il compito di Bronzini e degli altri diesse è stato quello di creare subito sintonia tra nuove compagne Due terzi del podio, Ad Almeria Biriukova e Zanetti sono arrivate nell’ordine dietro a Stephens della CyniscaPikulik in scia a Wiebes all’ultima tappa del UAE Tour. Entrambe piazzate dietro la fuggitiva Kraak (foto ufficio stampa)Il compito di Bronzini e degli altri diesse è stato quello di creare subito sintonia tra nuove compagne Due terzi del podio, Ad Almeria Biriukova e Zanetti sono arrivate nell’ordine dietro a Stephens della Cynisca
Quindi non sei d’accordo nel proporre le grandi salite?
No, anzi benvengano le montagne mitiche, purché vengano inserite con criterio. E poi bastano quelle “normali”, non le estreme. Come ad esempio il Tourmalet al Tour l’anno scorso. Salita leggendaria, dura, ma non impossibile. Avete visto che spettacolo c’era venuto fuori? Oppure si preferisce vedere una gara su una salita dove si sale a fatica con la macchina? Vedremo se sarà veramente così.
Pronte quindi per andare alle prossime gare con il solito spirito?
Certamente, quello non dovrà mai mancarci. In Spagna dovremmo andare con una squadra mista, puntando più alle tappe che alla generale, anche se decideremo più avanti chi portare per curare la classifica. Per il resto ho buone sensazioni per la campagna del Nord.
Giorgia Bronzini, ds della Human Powered Health, spiega i passi avanti di Barbara Malcotti in salita e il discesa. Il prossimo step riguarderà la forza
L'Astana esce di scena e lascia posto a un nuovo sponsor. Per Katia Ragusa prosegue invece il cammino di crescita. Il 2° posto ai tricolori un ottimo inizio
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Ancora qualche giorno di tranquillità poi il suo 2024 sarà davvero dietro l’angolo. Katia Ragusa è appena passata alla Human Powered Health e fra poco inizierà la rincorsa alla nuova stagione con grandi stimoli, dopo aver risolto un delicato problema fisico.
Nella migrazione di staff e atlete che dalla Liv sono confluite alla Jayco-Alula, la 26enne vicentina (in apertura foto ilciclistafotografo) ha preso un’altra strada seguendo nel team statunitense Giorgia Bronzini, sua diesse e mentore di questi ultimi anni. Anche Ragusa non rientrava più nei piani della sua ex squadra, ma ha dovuto chiudere largamente in anticipo l‘annata. Un 2023 che prometteva bene dopo lo splendido secondo posto alla Roubaix e che invece si è arenato a causa di una noia alla gamba destra. Ora che è tutto risolto, ci siamo fatti raccontare da lei come si sta preparando alla sua nuova avventura.
Ragusa saluta la Liv Racing dopo due anni altalenanti in cui ha conosciuto meglio il WorldTour (foto Rebecca Bertolini)Ragusa inizierà a gennaio con il Down Under per trovare una buona condizione per la primavera Ragusa saluta la Liv Racing dopo due anni altalenanti in cui ha conosciuto meglio il WorldTour (foto Rebecca Bertolini)Ragusa inizierà a gennaio con il Down Under per trovare una buona condizione per la primavera
Giorgia & Katia, atto terzo
Per la terza stagione consecutiva Ragusa sarà guidata da Bronzini. Si ritroveranno in una Human molto “italiana” grazie al nuovo arrivo di Zanardi e alla già lunga presenza di Malcotti. Ecco cosa ci aveva detto la diesse piacentina quando non era stato ancora ufficializzato il passaggio di Ragusa.
«Katia ora deve vincere con me in ammiraglia (sorride, ndr). Lei è stata una scommessa vinta parzialmente perché l’ho seguita meno di quello che volevo. E’ anche per questo che ho cercato di volerla ancora con me in squadra. In base al calendario che offriremo al team, che sarà più completo rispetto al passato, sono certa che Katia avrà i suoi spazi e le sue opportunità rispetto ad un lavoro da gregario fisso. Può ricalcare il percorso che ha fatto lì Barbara (Malcotti, ndr)».
Bronzini e Ragusa si ritroveranno alla Human dopo le due stagioni alla LivRagusa e Bronzini (sullo sfondo) dopo il Giro Donne hanno iniziato a guardare il futuro lontano dalla Livronzini e Ragusa si ritroveranno alla Human dopo le due stagioni alla LivRagusa e Bronzini (sullo sfondo) dopo il Giro Donne hanno iniziato a guardare il futuro lontano dalla Liv
Prosegue il vostro rapporto lavorativo. Come ti trovi con Bronzini?
Sono contenta di aver stabilito un filo diretto con lei. Devo solo ringraziare Giorgia perché è un tecnico che ti coinvolge tanto. Di persone come lei ce ne sono poche, soprattutto nel nostro ambiente. Uno dei suoi grandi pregi è che, essendo stata una grande atleta e avendo smesso da poco, riesce ad immedesimarsi in ognuna di noi. Capisce le esigenze e trova la soluzione giusta per ogni singola ragazza. Poi è stata preziosa anche in questo mio trasferimento.
In che modo?
A luglio la Liv mi aveva fatto intendere che non ero più nei loro progetti, così il mio procuratore (Lorenzo Carera, ndr) si è subito messo in moto per cercare altrove. Sapendo che Giorgia si stava accordando con la Human, abbiamo chiesto se c’era la possibilità di raggiungerla. E loro ci hanno ben accolto.
Ragusa a spasso in montagna con i suoi cani Moky e Benny durante la convalescenza dall’operazione alla gamba destraRagusa a spasso in montagna con i suoi cani Moky e Benny durante la convalescenza dall’operazione alla gamba destra
Cosa ti hanno detto alla Human?
Ho parlato con Kenny Latomme (uno degli altri diesse del team, ndr). Ho avuto subito un’ottima impressione. Anche se è un po’ meno sotto i riflettori rispetto alle altre, la Human è un team molto ben organizzato, con una persona dedicata ad ogni compito specifico. Hanno in mente un buon programma. Non vedo l’ora di iniziare il 2024, anche perché questa stagione è stata molto condizionata dal problema alla gamba destra.
Spiegaci cosa ti è successo.
La mia ultima gara è stata a Plouay ad inizio settembre e qualche giorno dopo ho fatto un accertamento medico. Era già dal Tour de Suisse (metà giugno, ndr) che sentivo la gamba destra molto più affaticata dell’altra. Sempre un formicolio al piede e la sensazione di avere un laccio all’altezza della coscia. La sintomatologia era simile a quella dell’arteria iliaca, ma facendo una TAC abbiamo scoperto che geneticamente ho due arterie, anziché una, che vanno ad irrorare il quadricipite. Facendo ciclismo questa seconda arteria si è ispessita causandomi una stenosi, ovvero una chiusura all’inizio dell’arteria stessa che non mi faceva arrivare il giusto flusso di sangue alla gamba.
Il secondo posto alla Roubaix è il miglior risultato di Ragusa nei due anni di Liv. Nel 2024 vuole confermare quel tipo di prestazione in più corseIl secondo posto alla Roubaix è il miglior risultato di Ragusa nei due anni di Liv. Nel 2024 vuole confermare quel tipo di prestazione in più corse
Come lo hai risolto?
A fine settembre ho fatto un’angioplastica. Un intervento minimamente invasivo, fatto in day-hospital, che mi ha liberato l’arteria di quella strozzatura grazie ad una sonda e un palloncino. La visita di controllo di qualche giorno fa è andata bene. Avevo comunque fatto camminate in montagna e anche uscite in bici senza problemi. Infatti non avevo preso paura, perché mi avevano detto che era tutto sotto controllo. Certo, facendo uno sport intenso come il ciclismo ora dovrò tenere monitorata la situazione, ma sono molto serena. Anzi visto che la gamba destra è andata in decifit in questi mesi, sto facendo esercizi mirati per recuperare il giusto tono muscolare. Fra poco si parte.
Cosa prevede il tuo programma?
So già che correrò il Down Under in Australia. Ho chiesto io di poterlo correre per iniziare forte il 2024. Quindi dal 12 al 26 novembre andrò ad allenarmi a Calpe per fare una buona parte di fondo. Tornerò a casa per qualche giorno poi il 3 dicembre ripartirò, stavolta con la squadra, per andare tre giorni a Minneapolis dove c’è la sede della Human. Laggiù faremo i test e proveremo i materiali. Infine torneremo a Girona per il ritiro fino al 18 dicembre.
Ragusa ha subito un’angioplastica alla gamba destra per risolvere un problema genetico ad un’arteriaRagusa ha subito un’angioplastica alla gamba destra per risolvere un problema genetico ad un’arteria
Quali saranno gli obiettivi di Katia Ragusa nel 2024?
Gli ultimi due anni in Liv sono stati fondamentali per la mia crescita e capire meglio il WorldTour. Vorrei ripetere la buona primavera di quest’anno, possibilmente però senza problemi fisici. Per il corridore che sono ho bisogno di trovare la condizione giusta col caldo, quindi l’Australia mi aiuterà ad arrivare in condizione per le classiche del Nord. Poi anche le gare a tappe sono un obiettivo in cui giocarmi le mie carte. Ma per ora penso solo ad iniziare bene la nuova stagione. Ho buoni presupposti.
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Quando nei giorni scorsi abbiamo incontrato Giorgia Bronzini, avevamo parlato con lei anche degli arrivi di altre atlete che avrebbero rinfoltito la pattuglia italiana alla Human Powered Health. Solo che scriverne sarebbe stato un azzardo. Mancava l’ufficialità e in questo caso “spoilerare” informazioni del genere può apparire un gesto scorretto. Ora però c’è la conferma. Silvia Zanardi nel 2024 correrà nel WorldTour con il team statunitense.
L’addio alla BePink-Gold della piacentina non era più un segreto, come ci aveva anticipato lei, ma le voci sulla sua prossima destinazione avevano iniziato a rincorrersi con diverse suggestioni. A ben guardare, il passaggio di Zanardi alla Human (annunciata assieme a Katia Ragusa, che di fatto lascia la Liv seguendo Bronzini) è uno dei colpi di mercato più importanti e che più di una persona si aspettava da tempo. Del suo passato, presente e futuro abbiamo parlato con Silvia, apparsa rilassata dopo le vacanze e contestualmente motivata per la seconda parte di vita (umana e sportiva) che sta per iniziare. Progetti e obiettivi non le mancano.
Zanardi ha trascorso cinque anni nella BePink, dove ha completato il suo processo di crescita verso il WorldTour (foto Ossola)Zanardi ha trascorso cinque anni nella BePink, dove ha completato il suo processo di crescita verso il WorldTour (foto Ossola)
Giorgia e Silvia, intesa piacentina
Per il salto nel WorldTour, Zanardi non poteva sperare di meglio. In ammiraglia sarà guidata dalla sua conterranea Bronzini, anche lei annunciata pochi giorni fa dalla Human. Entrambe hanno mosso le loro prime pedalate nel Gs Franco Zeppi di Piacenza, ma hanno altri punti in comune che possono diventare un valore aggiunto l’una per l’altra. Bronzini ha le idee chiare sulla sua erede.
«Silvia sarà una buona scommessa – ci ha spiegato l’ex campionessa del mondo su strada 2010 e 2011 – sono convinta che da buona piacentina tirerà fuori le unghie e mi darà soddisfazione. Penso che giocherà a nostro favore il fatto di essere della stessa città. Averla a casa sarà più facile da aiutare in qualunque momento avrà bisogno. Sia per essere seguita in allenamento che per parlare o confrontarci. Penso anche che varrà la stessa cosa per lei con me».
Human piacentina. Nel team WorldTour statunitense Bronzini in ammiraglia guiderà Zanardi (qui assieme nel 2018, foto Sportpiacenza) Human piacentina. Nel team WorldTour statunitense Bronzini in ammiraglia guiderà Zanardi (qui assieme nel 2018, foto Sportpiacenza)
«Secondo me – ha proseguito Bronzini – quest’anno Silvia ha fatto un altro passo in avanti. Quando è stata chiamata in ultimo all’europeo, ha fatto vedere che non c’è nulla da spiegarle su come correre o cosa fare. Tutti, compreso il cittì Sangalli, le hanno fatto i complimenti per la sua prestazione e la sua voglia di fare squadra. Spero che queste sue caratteristiche, che sono comuni alle italiane, facciano da collante con le altre compagne. Sono sempre più convinta, come ho sempre detto, che è il team che fa la differenza. La coesione e l’unione tra le ragazze possono portare a bei risultati».
Silvia partiamo da ciò che ci ha detto la tua futura diesse.
Ritengo che Giorgia sarà molto importante per ognuna di noi. So che potremo contare su di lei per qualsiasi cosa. Ha fatto una carriera strepitosa sia su strada che in pista e anche da tecnico ha già ottenuto tanti risultati. Atleticamente siamo simili. Anch’io faccio la doppia attività strada-pista come faceva lei e so che potrà capire le mie esigenze o i lavori da fare. Per me sarà un onore e un privilegio essere in squadra assieme. E pensate che quando ho firmato il contratto, non sapevo nemmeno che ci fosse Giorgia perché non sapevo del suo ingaggio.
Zanardi all’europeo (qui con Balsamo) si è fatta trovare pronta nei momenti decisivi. Cittì e compagne glielo hanno riconosciuto a fine garaZanardi all’europeo (qui con Balsamo) si è fatta trovare pronta nei momenti decisivi. Cittì e compagne glielo hanno riconosciuto a fine gara
La tua trattativa con la Human invece quando è nata?
Il primo contatto con loro ce l’ho avuto nella prima parte del 2022 perché loro mi volevano già per quest’anno. Non avevo accettato la proposta perché non mi sentivo pronta. Tuttavia eravamo rimasti che ci saremmo tenuti aggiornati reciprocamente. Lo scorso luglio, dopo il Giro Donne, mi hanno nuovamente cercata e mi hanno fatto capire che le porte erano ancora aperte. A quel punto era arrivato il momento di fare il grande salto. Ero più convinta e consapevole di me stessa.
In passato molti team WorldTour si erano interessati a te. L’anno scorso si rumoreggiava che la Movistar avesse già tutto preparato per te. Perché non ti sentivi pronta?
E’ vero, ho avuto diverse offerte, ma volevo passare in un team dove maturare al momento giusto. Semplicemente sentivo di non aver completato il mio processo di crescita. A livello complessivo volevo e dovevo colmare tanti gap su tanti aspetti psicofisici e tecnici. Adesso molte junior che vanno forte vogliono passare subito nei team più grandi. Magari senza accorgersene pagano un dazio pesante, mentre io penso che faccia ancora bene la gavetta. Bisogna dire però che quando io sono diventata elite erano altri tempi, nonostante non siano passati tanti anni.
Zini è stato importante nella crescita di Zanardi. Il tecnico lombardo curerà ancora i suoi allenamenti in accordo con la Human Zini è stato importante nella crescita di Zanardi. Il tecnico lombardo curerà ancora i suoi allenamenti
Cosa ti ha convinto della Human?
Innanzitutto è la squadra che mi ha cercata con più insistenza e costanza. Devo dirvi che già di mio avevo preso in considerazione questo team per un eventuale passaggio, proprio per il discorso che facevo prima sui percorsi da seguire. La Human è una bellissima realtà, molto ben organizzata e attrezzata. Non è una società grande come altre, ma nel WorldTour hanno dimostrato di saperci stare. Ogni anno migliorano e so che lavorano bene anche con le giovani. Ho firmato per un anno perché non mi sento arrivata e voglio dimostrarlo. Voglio riconfermarmi ad alto livello, arricchire il mio bagaglio tecnico e se possibile ritagliarmi un po’ di spazio. Per me questo è un nuovo punto di partenza e al momento non ho fretta di dover pensare al 2025.
In effetti Bronzini ci aveva detto che vorrebbe renderti una delle punte del team. Che obiettivi hai?
La preparazione per il 2024 parte fra poco. A gennaio ci saranno gli europei in pista e io vorrei correrli con una buona condizione. Onestamente questo ingaggio nel WorldTour mi dà una marcia in più. Con la squadra vedremo che calendario fare, anche se so già che salirò come livello delle gare. Con Giorgia parlerò più avanti per capire cosa ha in mente per me. Di sicuro so che vorrò migliorare, ma so anche che non vorrò snaturare le mie caratteristiche fisiche perché sinceramente mi piacciono così come sono (sorride, ndr).
La perla di Zanardi nei cinque anni di BePink è stata la vittoria dell’europeo U23 a TrentoZanardi alla Human continuerà a curare anche la pista grazie alle affinità con BronziniLa perla di Zanardi nei cinque anni di BePink è stata la vittoria dell’europeo U23 a TrentoZanardi alla Human continuerà a curare anche la pista grazie alle affinità con Bronzini
Che sensazioni provi nel salutare la BePink e il tuo mentore Zini?
Sono stati cinque anni incredibili, belli e pieni di bei successi. Se ci penso sono tanti anni, ma sono anche trascorsi velocemente. Tutti hanno fatto il massimo per me. Mi hanno aiutato a diventare un’atleta vera e propria. Mi spiace andare via però dovevo fare questo passo prima o poi. Era giusto farlo. Walter era contento della chiamata della Human. A lui sono riconoscente. Proprio perché è quello che mi conosce meglio di tutti, infatti abbiamo deciso che sarà ancora lui a seguirmi per le tabelle di allenamento. Lavorerà in accordo con i preparatori della mia nuova squadra.
L’impressione è di avere davanti a noi una Silvia Zanardi già diversa o ci sbagliamo?
Esattamente, è così, avete visto bene. Ho preso decisioni forti. Mi sto rendendo conto che sono in una fase della mia vita in cui sto facendo passi importanti per il mio futuro. Non c’è solo l’ingaggio della Human che mi stimola e che mi farà bene, ma c’è anche la volontà di prendermi una casa tutta mia sulle colline della mia provincia. In queste settimane mi sto già guardando attorno e mi piacerebbe concludere qualcosa prima che la nuova stagione riparta in modo deciso.
Appena 15 anni fa il ciclismo era aperto a tutti. C'erano gli squadroni, ma alle grandi corse si accedeva per punteggio e non per soldi. Miozzo racconta
PIACENZA – Seduti assieme al tavolo di un bar, Giorgia Bronzini ci racconta che non le era mai successo di vivere in una situazione simile. La seconda parte del 2023 l’ha fatta praticamente in panchina, ritrovandosi suo malgrado a godere di ferie forzate (ma regolarmente pagate) lontana dalle corse con la Liv Racing TeqFind.
A fine dello scorso luglio la formazione olandese aveva annunciato la fusione con la Jayco AlUla, col passaggio di diverse atlete nel team australiano. Nella lista non compariva il nome della diesse piacentina, che aveva incassato la notizia in modo estremamente professionale e signorile. Tuttavia era stato evidente fin da subito che per Bronzini qualcosa di interessante bollisse in pentola. Il suo nuovo ingaggio alla Human Powered Health è stato ufficializzato pochi giorni fa ed è apparso come il primo di altri tasselli del mosaico del team statunitense. Le voci di radio-mercato parlano da tempo di altri due possibili innesti italiani. Abbiamo parlato di tutto ciò con Giorgia in un sereno pomeriggio autunnale.
Bronzini con Ragusa e Barbieri (sullo sfondo) ha vinto le sue scommesse in Liv facendole crescereBronzini con Ragusa e Barbieri (sullo sfondo) ha vinto le sue scommesse in Liv facendole crescere
Com’è stata questa stagione con la Liv?
Quello che io ho potuto fare, l’ho fatto. Dopo due anni di esperienza in Liv, questo meno proficuo di quello passato, il risultato d’eccellenza è stato il secondo posto di Katia (Ragusa, ndr) alla Roubaix anche se io non c’ero. Per quel che mi riguarda ho fatto tutta la stagione con Mavi Garcia e col gruppo legato ad Ardenne e gare a tappe. Qualche soddisfazione è arrivata nonostante tutto.
Quali sono state?
Con Mavi abbiamo sfiorato il podio alla Freccia Vallone (dove ha chiuso quarta, ndr) e poi al Giro Donne ha avuto un buonissimo atteggiamento, combattivo fino alla fine. Nel giorno della tappa clou (quella della Madonna della Guardia sopra Alassio, ndr), aveva staccato tutte sul penultimo gpm, poi Van Vleuten ha deciso di ricucire con a ruota altre tre atlete (Labous, Realini e Lippert, ndr). Mavi è stata ripresa a cento metri dallo scollinamento e le sono stati fatali perché non si è agganciata. Le avevo detto: «O andiamo a podio o usciamo definitivamente dai giochi». Lei ha accettato questa sfida e mi è piaciuta per come ha interpretato quell’attacco studiato. Poi il ciclismo è fatto così, anche di sconfitte. Lei era dispiaciuta e delusa dal suo risultato, ma contemporaneamente era orgogliosa di averci provato. L’altro risultato di prestigio nel WorldTour, è stato il terzo posto della Neumanova in una tappa del Tour de Suisse.
Giorgia Bronzini ha lavorato molto sulla crescita di Quinty Ton, che le è stata riconoscente anche lontana dalle corse Giorgia Bronzini ha lavorato molto sulla crescita di Quinty Ton, che le è stata riconoscente anche lontana dalle corse
A quel punto non ti abbiamo più vista in ammiraglia. Cos’è successo?
In pratica ho smesso dopo il Giro Donne. E’ stata una decisione presa da parte del team. Bisogna dire però che a me scadeva il contratto ed in primavera avevo già ricevuto delle proposte da diverse formazioni che ho valutato con calma. Contestualmente avevo esposto alla Liv che per il 2024 avrei avuto altri programmi. Quindi, sommando queste situazioni, la società per non avere altre interferenze di alcun tipo ha deciso di andare avanti con l’organico che avevano in mente. Non sono più andata alle corse ma sono rimasta chiaramente a disposizione di tutte le atlete della squadra. Molte di loro mi hanno chiamata ogni settimana e le valutavo o aiutavo per quello che le vedevo alle gare in televisione.
Hai sempre lavorato bene con le atlete che hai diretto. A parte le italiane, chi sono le altre in Liv che sono cresciute?
Quinty (Ton, ndr) è stata quella che mi ha dato più soddisfazioni dal punto di vista umano, perché non è per niente facile far sciogliere una olandese. Lei mi ha seguito molto, è stata spesso nel mio gruppo perché la mettevo al fianco di Mavi. Dopo che sono stata messa da parte, Quinty mi ha scritto cose belle ed è stata molto riconoscente per il valore e la crescita che le ho fatto raggiungere. Lei fa parte della fusione con la Jayco AlUla. E’ un corridore adatta alle classiche del Nord ed è anche un bel gregario. Ha gran motore, sempre molto disponibile ed attenta. Spero e credo che farà grandi risultati. Anche Marta Jaskulska ha fatto un buon inizio di stagione. A De Panne è arrivata davanti tra i ventagli, ancor prima al UAE Tour tirava le volate a Neumanova. All’europeo è andata all’attacco nel finale. E parliamo di una scalatrice che è cresciuta molto quest’anno, che però ancora non sappiamo dove andrà.
Assieme a Bronzini, andrà in Human anche la massaggiatrice Chiara Rozzini. Le due lavorano assieme da tanto tempoAssieme a Bronzini, andrà in Human anche la massaggiatrice Chiara Rozzini. Le due lavorano assieme da tanto tempo
Invece il contatto con la Human Powered Health come si è sviluppato?
E’ stata la società che mi ha convinto di più come progetto. Ho sempre parlato con Kenny Latomme (marito della general manager Ro De Jonckere, ndr) e mi ha colpito il fatto che volevano far crescere il team. Hanno una visione delle cose molto simile alla mia. Guardano di più il lato umano, mantenendo fede proprio al loro nome (sorride, ndr). Ci siamo confrontati subito su tante idee e avevamo la stessa linea. Loro pensano che io possa contribuire ad alzare il loro livello. In più in squadra c’è Audrey Cordon-Ragot con cui ho una amicizia che va avanti da una vita. Ce l’ho avuta come compagna per tre anni in Wiggle e poi per altri tre come atleta alla Trek. Lei mi esponeva sempre che avevano tanta voglia di fare, ma mancava un po’ di verve e di esperienza nel femminile.
E’ un bell’attestato di stima…
Certo. Infatti lo stesso Kenny, che ha avuto un passato nella Quick-Step, riconosceva il fatto di non conoscere bene la gestione di un team femmninile. Tutto ciò mi ha fatto piacere, perché al di là del nome, hanno guardato proprio le mie peculiarità da diesse.
Audrey Cordon-Ragot è molto amica con Bronzini. Le due si ritroveranno in Human dopo i trascorsi in Wiggle e TrekAudrey Cordon-Ragot è molto amica con Bronzini. Le due si ritroveranno in Human dopo i trascorsi in Wiggle e Trek
Che impressione hai avuto in generale?
E’ un club dove si respira empatia. La sede la sposteranno da Girona in Belgio, per una gestione migliore. E nonostante questo spostamento importante, hanno mantenuto tutto il personale spagnolo del loro staff. Il mio collega più diretto sarà Clark Sheehan, che seguiva il team maschile (padre di Riley che ha vinto la Parigi-Tours da stagista della Israel, ndr). A lui non manca l’esperienza nel ciclismo, ma non conosce il femminile perfettamente. Ci siamo già sentiti diverse volte e le sue domande erano tutte mirate e non campate per aria. Per me è una avventura che spero porti risultati. Inizieremo a dicembre con un training camp a Girona, dove comunque andremo anche a recuperare del materiale nella vecchia sede.
Senti di avere più responsabilità rispetto al passato?
Diciamo che più che le responsabilità da diesse, mi stanno coinvolgendo in opinioni. Sento che il mio pensiero ha una valenza per loro. Mi prendono molto in considerazione su tante opinioni, anche quando io, motivando la mia idea, vado in contro tendenza al tradizionale. E viceversa loro con alcune mie convinzioni. Mi sento onorata. Lavoreremo con un altro diesse che farà anche da coach performance. E’ una persona laureata all’università di Leuven che per anni ha seguito podisti e mezzofondisti ed ora si è dedicata al ciclismo. Alcuni test su cui basarci sono sempre gli stessi. Anche questa sarà una bella sfida sia per lui che per noi.
Il successo in solitudine della Malcotti al Tour de l’Ardeche. Bronzini è stimolata di poter lavorare con leiIl successo in solitudine della Malcotti al Tour de l’Ardeche. Bronzini è stimolata di poter lavorare con lei
Che propositi ha Giorgia Bronzini per il 2024?
Il primo riguarda Barbara (Malcotti, ndr) che quest’anno ha fatto un bel step-up. Ora vorrei seguirla da più vicino. Voglio capire quali sono i suoi margini e darle degli obiettivi più stimolanti ed allettanti da poter raggiungere. L’obiettivo principale della squadra però sarà quello di rientrare nella top ten del WorldTour, senza pensare troppo se siamo dentro o fuori. L’ambizione è anche quella di ottenere podi nelle gare WorldTour e magari centrare una tappa al Tour Femmes o al Giro d’Italia Women. Dovrei essere presente in tutte e tre le principali gare a tappe poi vedremo come sarà il resto del mio programma.
Dopo il primo ritiro 2022 della LIV Racing-Xstra, Katia Ragusa si è rimessa in cerca del suo spirito di attaccante. Niente Tour, ma un pensiero sul Giro...
Magdeleine Valliers iridata nelle donne elite, mentre le bigi si controllano e la lasciano andare. Autocritica feroce di Longo Borghini. E' solo colpa sua?
Per chiarezza. Si è chiuso così il post del Team Gauss sulla loro pagina social in cui il presidente Luigi Castelli ha voluto mettere qualche “puntino sulle i” relativamente ad alcune affermazioni che venti giorni fa ci aveva rilasciato Daniele Fiorin sul trasferimento di Federica Venturelli nella formazione veneta ad inizio 2022.
Il diritto di replica non si nega a nessuno ed è stato normale prendere spunto da quelle righe per fare un briciolo di… chiarezza in più sulla questione. Potremmo dire che è una storia tipica dello sport giovanile in generale (o forse solo italiano) già vissuta in passato da qualcun altro e da altre parti. Ma attenzione, vi facciamo un piccolo spoiler. Non c’è nessuna polemica o alcun caso in atto che abbia intenzione di protrarsi. La vicenda è già risolta, chiusa. Questo ce lo conferma con tutta la serenità del mondo lo stesso Castelli, che tuttavia non ha potuto fare finta di nulla, in onore quanto meno di quella attività che svolge dal 1996. E così col dirigente bresciano del Team Gauss ne abbiamo approfittato per ampliare il discorso al ciclismo femminile giovanile e al suo importante passato (in apertura il presidente nel 2014 con Martina Alzini tricolore nell’ominum junior e Maria Vittoria Sperotto terza).
Venturelli in maglia Team Gauss nel 2022. Per lei sei vittorie su strada, compreso il tricolore a crono (foto ufficio stampa)Venturelli in maglia Team Gauss nel 2022. Per lei sei vittorie su strada, compreso il tricolore a crono (foto ufficio stampa)
Dovere di presidente
«Quando ho letto il vostro articolo – ci spiega Castelli al telefono – sono rimasto piuttosto spiazzato da ciò che aveva detto Daniele. Anche presidenti o diesse di altre formazioni mi hanno scritto o chiamato dicendomi che pure loro erano straniti.Non mi sono arrabbiato e non lo sono nemmeno adesso, anche perché ormai ci si può fare poco o nulla.Delle sue parole mi ha dato solo fastidio la concezione che è passata della Gauss, come di una squadra non ritenuta all’altezza. Io l’ho intesa così. Magari posso pure essermi sbagliato però mi si doveva concedere il fatto di chiarire alcuni passaggi imprecisi a scanso di equivoci.
«Noi alle spalle – prosegue il presidente della Gauss – abbiamo una bella storia fatta di vittorie di prestigio anche tra le elite, tra 2006 e il 2012. I primi in abbinamento con Chirio e FRW, gli ultimi quattro da soli. Nel nostro palmares ci sono il bronzo olimpico con Guderzo nel 2008 e l’oro mondiale con Bronzini nel 2010, giusto per citare i successi più importanti. Nel 2013 è stata poi una nostra scelta di ripartire dalle junior quasi da zero e quindi farci nuovamente conoscere. In ogni caso ora non vorrei che si innescasse un meccanismo dove controbattono le mie dichiarazioni perché non voglio che la questione diventi molto più grande di quella che è. Ognuno ha detto la sua opinione e siamo a posto così. Io di sicuro lo sono».
Bronzini corre per il Team Gauss nel 2010 e a fine anno conquista il mondiale di GeelongAlzini è stata al Team Gauss nel biennio 2014-15, vincendo tre gare su strada e due italiani in pista (foto facebook) Bronzini corre per il Team Gauss nel 2010 e a fine anno conquista il mondiale di GeelongAlzini è stata al Team Gauss nel biennio 2014-15, vincendo tre gare su strada e due italiani in pista (foto facebook)
Un altro chiarimento. Venturelli nel 2022 in alcuni ordini d’arrivo compariva come Team Guass e in altri come Cicli Fiorin. Ci sono stati problemi di comunicazione in questo senso?
L’anno scorso avevamo fatto un’affiliazione plurima. A quella classica in Veneto ne avevamo aggiunta una in Lombardia per quattro atlete visto che c’era ancora il vincolo di non poterle fare uscire dalla regione. Eravamo stati chiari fin da subito visto che il budget e le spese erano coperte interamente dal Team Gauss. I nostri comunicati sono sempre usciti con il nome Gauss Fiorin, perché ci chiamavamo così. Purtroppo non era così per le convocazioni di Federica in nazionale. Lo abbiamo segnalato fin da subito pur adeguandoci alla situazione per il quieto vivere di tutti. Solo da fine giugno abbiamo visto che veniva indicato il nome corretto negli ordini d’arrivo.
C’era mai stata la possibilità di trattenere Venturelli anche per questa stagione?
Avevamo un accordo di base col padre e con lo stesso Fiorin, però noi non potevamo garantire ciò che le davano da altre parti in termini economici. La mia filosofia nelle junior è sempre stata quella di non fare differenze tra le ragazze e di ottimizzare il nostro budget a disposizione. Naturalmente Federica l’avremmo voluta tenere volentieri, ma non era possibile a certe condizioni. Lei è davvero qualcosa di fenomenale. Siamo contenti di averla avuta così come lo siamo per i suoi successi e la sua crescita attuali. Tifiamo per lei e speriamo che possa raccogliere ancora tanti risultati da U23 ed elite.
Carola Ratti (al centro) con la nazionale junior ha conquistato il bronzo mondiale nel team sprintCarola Ratti con la nazionale junior ha conquistato il bronzo mondiale nel team sprint
Ci sembra di capire che diventa difficile fare ciclismo giovanile, specialmente le juniores. E’ realmente così o è solo una impressione sbagliata?
Partiamo dal presupposto che in questa categoria devi gestire atlete il cui rendimento ha curve… gaussiane, se mi concedete il gioco di parole (sorride, ndr). Ed è normale che sia così. Ammiro tanto queste ragazze che hanno davvero tanti impegni tra scuola, compiti, vita sociale, famiglia, palestra, allenamenti in bici. Già si vive sempre più immersi nello stress che non possiamo nemmeno noi crearne di ulteriore se i risultati sportivi non arrivano. Per fortuna nostra, Gauss è il nostro sponsor principale dal 1996 e non è assillato dai risultati. Ma è ovvio che ci siano dei problemi che abbiamo più volte segnalato alla federazione. Alcuni regolamenti sono cambiati e non necessariamente in bene. Prima le allieve più forti che passavano juniores venivano distribuite su più squadre in modo da avere un certo livellamento. Ora chi ha più potere economico può prendere le migliori tutte assieme se volesse. Non è finita qua…
La formazione juniores del Team Gauss. Il presidente Castelli è contento per la crescita delle sue ragazze (foto ufficio stampa)La formazione juniores del Team Gauss. Il presidente Castelli è contento per la crescita delle sue ragazze (foto ufficio stampa)
Ci spieghi meglio.
Nel 2024 i numeri delle juniores potrebbero scendere ancora. Valcar e Acca Due O chiuderanno, quindi tante ragazze potrebbero non trovare squadra. E’ impossibile pensare a formazioni da 20 atlete. Già quest’anno avevamo avuto un’avvisaglia quando al campionato italiano c’erano solo 60 partenti. In più c’è il problema dei percorsi troppo duri che sono un deterrente per alcune squadre, proprio per quello che dicevo prima. Alcune atlete sentono il salto di categoria dalle allieve poi magari vanno bene il secondo anno, altre viceversa. Dobbiamo tenerne conto. In questo senso le gare open non aiutano molto, troppa disparità col ritmo delle elite. Al momento le ragazze del Team Gauss stanno crescendo bene e siamo contenti. Carola Ratti ha conquistato un bel bronzo ai mondiali di Cali nel team sprint. Vedremo cosa sarà del futuro ma in generale il ciclismo femminile giovanile deve pensare a non perdere ragazze troppo presto.
Balsamo contro Wiebes, Wiebes contro Balsamo. E in mezzo spesso c’è Charlotte Kool, ma questa è un’altra storia. Nel duello fra l’olandese e l’italiana c’è il sale di tante corse che si decidono in volata. E proprio perché le due ragazze sono molto diverse fra loro, la sfida diventa interessante per le sue sfumature. Ne abbiamo parlato con Giorgia Bronzini, scoprendo come attraverso quelle differenze si trovino a confronto le culture ciclistiche delle diverse regioni d’Europa, a metà fra il Nord che avanza e impone le sue nuove leggi e la vecchia Italia che si difende con l’esperienza.
«Già partendo dal piano fisico – esordisce Bronzini, che il prossimo anno cambierà ammiraglia – fra Elisa e Wiebes, c’è una netta differenza nella corporatura. Penso che a livello di massa muscolare Wiebes ne abbia molta di più e quindi, nelle volate più veloci, esprime più potenza. Mi viene in mente com’era fra me e Ina Teutenberg, che quando era lanciata a tutta velocità, con la mole che aveva, ovviamente era più veloce. Se però c’era un arrivo tecnico o sbagliava il tempo della volata oppure il percorso aveva tanta altimetria, allora arrivava stanca ed era meno veloce».
Nelle volate piatte, Teutenberg era imbattibile come Wiebes. Qui Marianne Vos non riesce a uscireMa nelle corse più dure, come il mondiale di Copenhagen del 2011, Teutenberg finiva dietro Bronzini e VosNelle volate piatte, Teutenberg era imbattibile come Wiebes. Qui Marianne Vos non riesce a uscireMa nelle corse più dure, come il mondiale di Copenhagen del 2011, Teutenberg finiva dietro Bronzini e Vos
Di fatto Wiebes è una velocista, Balsamo è un’atleta velocissima…
Elisa diventa una sprinter fortissima più il percorso è duro e selettivo. In quel caso lei mantiene gli stessi watt nella volata, ci arriva più fresca delle altre, perché la sua corporatura glielo permette. E credo che sia questa la sua arma per vincere più corse nell’anno, perché è difficile che ci siano sempre dei percorsi totalmente piatti. La cosa che mi ha stupito è che comunque adesso anche la Wiebes sia presente su certe altimetrie nonostante il suo fisico.
E’ stato il suo salto di qualità di questa stagione.
Le due che ultimamente stupiscono di più sotto questo aspetto sono Kopecky e lei. Non sono esili e non sono filiformi, diciamo, mentre Elisa è più asciutta, ha una massa delineata. Loro invece hanno proprio la massa da velocista. Un po’ come se ai tempi, Cipollini fosse arrivato all’Amstel a fare la volata con Gasparotto e Valverde. L’altro giorno hanno fatto prima e seconda sul Cauberg, non so se lo scorso anno Wiebes sarebbe stata lì.
Quest’anno Bronzini ha guidato la LIV Racing Teqfind, dal prossimo anno cambierà ammiragliaQuest’anno Bronzini ha guidato la LIV Racing Teqfind, dal prossimo anno cambierà ammiraglia
Nel racconto delle compagne, ha lavorato sodo per riuscirci.
Hanno adottato un altro tipo di allenamento, che magari non è ancora comune. Sembra proprio che abbiano anche la parte di resistenza che di solito è difficile avere con quel tipo di corporatura. Penso che siano avanti sul fronte della preparazione, che ci siano dietro degli studi cui noi italiani non siamo ancora arrivati. Noi non facciamo test o comunque non sperimentiamo, siamo sempre un po’ restii al cambiamento. Se vediamo che una cosa va bene, è difficile che cerchiamo di cambiarla. Non siamo i numeri uno nella tecnologia, siamo molto nella tradizione.
Come possiamo difenderci?
Quando ci presentiamo come nazionale, quello che ci permette di fare la differenza è la testa che non sempre hanno nel Nord Europa, perché vengono trattati in modo più freddo. Quando lavoro con delle ragazze straniere, è difficile che apprendano al volo quello che gli suggerisco tatticamente, il comportamento che gli suggerisco di avere, perché non è nella loro indole. Se invece parlo con le ragazze italiane, capiscono subito. Fortunatamente questa parte è ancora molto importante. Per contro credo che se un’italiana venisse gestita come le altre, il suo rendimento sarebbe inferiore, perché non siamo abituate a certe rigidità.
Simac Ladies Tour, sul Cauberg Kopecky batte Wiebes: gran numero per due atlete così possentiSimac Ladies Tour, sul Cauberg Kopecky batte Wiebes: gran numero per due atlete così possenti
Pensi che Balsamo dovrebbe provare a crescere muscolarmente per arrivare a quelle punte di velocità?
Io eviterei di cambiare pelle o di provarci. Se il percorso di Elisa l’ha portata a questo punto, con gli allenamenti che ha fatto, è perché lei è così, quindi rimarrei fedele a me stessa. Quanto ha vinto Marianne Vos che in proporzione ha lo stesso fisico di Elisa? Anzi, la nostra è ancora più definita, è ancora meglio. E poi comunque le gare stanno diventando sempre più dure e sempre più lunghe, tanto che persino Wiebes si è asciugata parecchio.
Uno dei motivi del cambiamento è certamente questo, sta crescendo: ha 24 anni.
Secondo me dall’anno scorso avrà perso 5-6 chili, che fanno la differenza. Però ugualmente penso che se nella penultima tappa del Simac Ladies Tour avesse dovuto fare il Cauberg per sei volte invece di tre, difficilmente sarebbe stata lì. Ancora ha un limite fisico, anche se vedendo quello che ha fatto Kopecky al Tour, capisci che i campioni riescono sempre a tirare fuori una percentuale di grinta e sofferenza che gli permettono di fare cose bellissime.
Balsamo (1,71 per 55 chili) ha una struttura più longilinea che la rende più forte in salitaBalsamo (1,71 per 55 chili) ha una struttura più longilinea che la rende più forte in salita
Tornando alle due ragazze, hanno entrambe un leadout italiano. Quanto conta chi ti lancia la volata?
Sanguineti con Balsamo e Guarischi con Wiebes. Credo che il leadout sia almeno l’ottanta per 100 del successo, soprattutto adesso che si sta andando sempre di più verso un ciclismo di squadra. Se vai alla volata ad occhi chiusi e ti fidi ciecamente di chi hai davanti, non devi pensare perché ci pensa lei per te. Io ai tempi preferivo che mi mettessero sull’avversaria e la… usavo come ultimo uomo. Preferivo che se le cose andavano male, la responsabilità fosse mia al 100 per cento, senza dubbi o cose da rivendicare con qualcun altro. Era una convinzione mia, anche perché ai tempi la figura del gregario a questo modo non c’era. Si vedeva un po’ in nazionale, ma generalmente nelle corse non c’era. Oppure c’erano gli squadroni contro i quali era inutile competere. Se io andavo col mio treno contro quello della Ina, saremmo deragliate dopo un chilometro, mentre oggi ci sono tre o quattro squadre che possono farlo. E chi non riesce a farlo, non è per mancanza di volontà, ma per la potenza e l’abilità delle ragazze.
Quindi secondo Giorgia Bronzini, Balsamo va bene com’è?
Non la snaturerei, preferirei che rimanesse com’è, perché ha già vinto il campionato del mondo, quindi vuol dire che funziona. Quest’anno ha avuto sfortuna e chapeau per come è tornata, però le sue caratteristiche le hanno permesso comunque di vincere. Al Simac ha battuto nuovamente la Wiebes e così facendo potrà vincere 10-15 gare all’anno, magari con dentro un titolo che sia il mondiale o l’europeo. Può vincere la Gand e pure Cittiglio, magari aiutando al Fiandre una Longo Borghini che ricambierà in altre occasioni. Fra le donne, anche per gli organici esigui, c’è una collaborazione che fra gli uomini non si vede. Piuttoso invece le direi di prendersi le pause giuste.
Wiebes (1,71 per 60 chili) ha la struttura fisica potente della velocista pura, ma è dimagrita rispetto al 2022Wiebes (1,71 per 60 chili) ha la struttura fisica potente della velocista pura, ma è dimagrita rispetto al 2022
In che senso?
Non so se sia anche il suo caso, ma ancora adesso le ragazze fanno fatica a fermarsi per recuperare. Sembra che gli fai un dispetto, io invece non vedevo l’ora, perché sapevo che dal recupero nascevano le cose migliori. Faccio l’esempio di Rachele Barbieri, che non ha mai recuperato la stagione scorsa. Nel 2022 è stata bravissima, fra pista e strada, però non ha staccato nel modo giusto per recuperare tutti gli sforzi che ha fatto. E secondo me quest’anno l’ha un po’ pagata a livello fisico e anche mentale, proprio perché non sono robot. Le ragazze che fanno tanta attività, quindi anche Elisa, devono farsi un esame di coscienza ed evitare che una goccia faccia traboccare il vaso. Se un giorno non vado a girare in pista, non è per pigrizia, ma per salvaguardarmi. Vedo che le ragazze fanno fatica a conoscersi, perché viene tutto basato sui watt, senza distinzioni.
Invece cosa bisognerebbe fare?
Quando mi danno le schede di valutazione di un’atleta da prendere, io preferisco conoscere la persona. Chiaro, se ha 200 watt e nulla di più, non può andare avanti. Ma a parità di motore, gli atleti sono persone e il bilanciamento fra la vita di tutti i giorni e la vita sportiva è un gioco di equilibrio, per cui è sbagliato trattarle come delle macchine. Alla SD Worx sono fortissime, io però non lo so se sono tutte contente come pare e se il gruppo funziona proprio bene. Vogliono vincere tutte, da fuori può sembrare tutta festa, ma dentro è davvero così? Prima dell’abbraccio fra Vollering e Kopecky alla Strade Bianche sono volate parole non proprio belle in olandese.
Il ritorno alla vittoria di Balsamo contro Wiebes dopo l’infortunio ha meritato il plauso di Giorgia BronziniIl ritorno alla vittoria di Balsamo contro Wiebes dopo l’infortunio ha meritato il plauso di Giorgia Bronzini
Loro parlano di ottimo ambiente e vanno fortissimo.
Non mi piace tanto che una squadra abbia il monopolio di tutto, ma non perché sia gelosa di loro. Sono bravi, stanno lavorando in un certo modo, hanno fatto crescere diversi campioni, quindi non è una critica. Però la loro superiorità quando si presentano alle corse fa un po’ scemare l’attesa della gara. E poi quello che mi stupisce a volte è che gli avversari gli danno anche una mano, facendo il lavoro per loro. Magari se tanti inseguimenti dovessero farseli da sole, alle volate la Wiebes ci arriverebbe più stanca.