Fidanza, un’altra Gaia da lanciare: dopo Realini c’è Tormena

03.02.2024
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L’ultima volta che ha avuto tra le mani una Gaia proveniente dal fuoristrada, Giovanni Fidanza ha plasmato una certa Realini, che ora è una delle atlete più promettenti a livello mondiale. L’abruzzese veniva dal ciclocross e nella Isolmant-Premac-Vittoria del tecnico bergamasco prese le misure alle corse su strada e spiccò il volo. Per questo oggi, scherzando ma neanche troppo, è venuto spontaneo chiedere a Giovanni che cosa tirerà fuori dalla nuova Gaia, che di cognome fa Tormena, ugualmente proveniente dal fuoristrada. Nel suo caso però, la specialità è l’eliminator di mountain bike, nella quale è una superstar internazionale, avendo vinto quattro mondiali e cinque europei. Nel mezzo la valdostana ha provato anche la pista e la BMX con quel vecchio sogno di andare alle Olimpiadi che probabilmente dovrà essere rimandato.

Giovanni lo intercettiamo in magazzino, mentre prepara i mezzi e le ultime cose in vista del primo ritiro e del debutto. La squadra ha ancora bici Guerciotti, il modello Veloce S, mentre è cambiato il fornitore dell’abbigliamento. Da Nalini, che ha il suo bel da fare per seguire le tre squadre del Team DSM Firmenich, sono passati con Rosti e il 24 febbraio presenteranno il team nel Bike Park Vittoria (in apertura, un’immagine del 2023 di Foto Ossola).

Giovanni Fidanza con Rossato e Realini: un’immagine del 2022, l’anno della consacrazione di Gaia
Giovanni Fidanza con Rossato e Realini: un’immagine del 2022, l’anno della consacrazione di Gaia
Direttore, un’altra Gaia in squadra: ci sono similitudini?

Sono diverse. Tormena sicuramente ha motore. Il suo problema però è che non viene dalla strada e dal poco che l’ho vista nel 2023, le manca l’esperienza per capire i momenti di corsa. Penso che l’anno scorso abbia fatto il passo troppo lungo andando nel UAE Devo Team. Magari avrebbe fatto meglio a passare prima da noi, iniziando con un’attività più tranquilla. Comunque è andata così, ha ancor 21 anni e se ha voglia, potremo lavorare bene.

Ti sembra che questa voglia ci sia?

Deve capirlo. Se vuoi arrivare a certi contratti, la sola via possibile è la strada. In mountain bike hai i tuoi sponsor, ma la possibilità di guadagnare e farne un mestiere ce l’hanno di qua. Secondo me, lei è ancora combattuta. Potrebbe avere il timore di non sapere fin dove potrà arrivare su strada, è legittimo che abbia qualche dubbio.

E come si superano?

Vanno via quando cominci a prendere fiducia e vedi i primi risultati. Lei ha fondo, sta facendo le sue distanze anche su strada. Ha le caratteristiche dei pistard che fanno endurance, cioè ha tenuta ed è anche abbastanza veloce. Deve lavorarci passo per passo. Crescendo avrà sempre più resistenza, sarebbe sbagliato adesso mettere l’asticella troppo in alto. Cominceremo con le nostre corse open, poi ne faremo di più importanti e piano piano prenderà le misure.

L’arrivo di Gaia Tormena è una scommessa che potrebbe dare grandi risultati (foto Isolmant Premac Vittoria)
L’arrivo di Gaia Tormena è una scommessa che potrebbe dare grandi risultati (foto Isolmant Premac Vittoria)
Un’altra Gaia che può spiccare il volo?

Non bisogna neanche caricarla troppo. Deve cominciare. Provare ad arrivare a fare la volata. Fare il primo piazzamento. E da lì capisci come lavorare per migliorare. Io dico sempre che prima di arrivare ai grandi risultati, bisogna fare un certo tipo di percorso naturale. Come fra gli uomini, non dobbiamo guardare quello che fanno i fenomeni, ma seguire il nostro percorso e poi a fine anno si tireranno le somme.

Quando si comincia?

Il 24 facciamo la presentazione, poi andiamo in ritiro Montecatini e ai primi di marzo si comincia come negli anni scorsi. La vita con tante WorldTour si è fatta più complicata per noi. Da una parte è bello, il movimento è cresciuto tantissimo e le ragazze finalmente non corrono solo per passione. Ormai l’attività è quasi parallela con quella maschile, le grandi corse hanno entrambe le prove, il problema è che fuori dal WorldTour si fa fatica a correre. Le continental devono sperare nell’invito, ma capitano anche grandi corse con pochi partecipanti che con noi potrebbero guadagnare partenti e impatto, invece preferiscono schierare solo 100 ragazze.

E’ un peccato…

Senza dubbio, perché anche noi dobbiamo avere un minimo di calendario per far fare esperienza. Alla fine il nostro ruolo è questo, ma abbiamo bisogno della platea per dare visibilità agli sponsor: anche loro si impegnano e meritano un riscontro. Non so nemmeno se avrebbe senso diventare il devo team di qualcun altro, perché significherebbe perdere la propria identità e disperdersi, come sta succedendo con la Valcar.

Emanuela Zanetti, qui prima al Memorial Silvia Piccini nel 2021, è tornata con Fidanza dopo i 4 mesi con la Zaaf (foto Ossola)
Emanuela Zanetti, qui prima al Memorial Silvia Piccini nel 2021, è tornata con Fidanza dopo i 4 mesi con la Zaaf (foto Ossola)
Che cosa puoi dirci delle tue ragazze? Ci sono tante giovani e un paio di veterane…

Abbiamo Beatrice Rossato, con cui abbiamo ritrovato l’accordo e ha il suo lavoro di insegnante. Io non le metto pressione, si gestisce e sa quando è pronta. Le altre, a parte Sara Mazzorana cui diamo questa possibilità, sono giovani che devono crescere. Arrivano dopo gli juniores, hanno tre anni di tempo per arrivare a un certo livello e poi spiccano il volo. Questo è il nostro ruolo ed è importante. Perché se salta il passaggio e vanno subito negli squadroni, sarà sempre più difficile che abbiano una crescita adeguata e tante smetteranno.

Saresti in grado di indicare quale fra le tue è pronta per qualche risultato interessante?

Emanuela Zanetti ha avuto alti e bassi. Il 2023 è stato un anno particolare. Prima la vicissitudine della squadra dov’era andata (quattro mesi alla Zaaf Cycling Team prima che si scoprisse il brutto bluff, ndr), poi è tornata con noi, ma è stata male. Secondo me su certi percorsi è competitiva e lo ha dimostrato. Poi c’è Asia Zontone…

La quale?

La quale due anni fa ha vinto una tappa al Giro delle Marche, mentre nel 2023 ho avuto una stagione difficile fra alti e bassi, senza trovare una costanza di rendimento. Penso che possa fare il piccolo salto che manca per diventare grande.

Asia Zontone è passata su strada dal cross nel 2022, vincendo la seconda tappa del Giro delle Marche (foto Ossola)
Asia Zontone è passata su strada dal cross nel 2022, vincendo la seconda tappa del Giro delle Marche (foto Ossola)
Cosa dici di Sara Pepoli, figlia d’arte?

Una bella atleta, solo che nel 2023 era al primo anno, quindi aveva la scuola e poi le è venuta una forte mononucleosi a inizio stagione. Praticamente i primi mesi li ha persi tutti, ha cominciato a correre bene a giugno e non è andata male. Ha fatto il suo. Sperando che quest’anno non incappi in problemi di salute, ha iniziato la preparazione con le altre e sono sicuro che abbia buoni margini di crescita.

Un’ultima battuta su Arianna e Martina, le sue figlie nel WorldTour con la maglia Ceratizit, impegnate fra strada e pista, poi Fidanza riprende il suo lavoro di sistemazione in magazzino. La stagione delle grandi squadre è iniziata dall’Australia, qui in Italia serivrà ancora qualche settimana.