Bronzini sicura: donne pronte per Giri di due settimane

31.01.2025
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Si vede che del tema hanno parlato e continuano a parlare. La durata esigua dei Grandi Giri delle donne tiene banco e poco convincono le obiezioni di chi fa notare il diverso livello fra le squadre WorldTour e le continental che ogni anno ricevono l’invito per prendervi parte. A tratti sembra di leggere fra le righe la stessa paura per cui si è deciso di non inserire più lo Stelvio nel Giro Next Gen, per evitare le figuracce delle squadre under 23 al cospetto dei devo team. Ma qui si parla di organici WorldTour e certe paure dovrebbero uscire dall’orizzonte.

Bronzini e la sua Silvia Zanardi hanno aperto la stagione in Australia
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Bronzini per le due settimane

E’ immediato rendersi conto che il raddoppio delle tappe rispetto alle 8 attuali giovi soprattutto alle atlete di grande cilindrata come Longo Borghini, Vollering e Van der Breggen. E non dimentichiamo la provocazione di tre anni fa quando Annemiek Van Vleuten si disse favorevole alle tre settimane di gara, ma venne sconfessata da tutte. Ma due settimane sono un tempo più ragionevole. Così, dopo aver sentito nei giorni scorsi Marta Bastianelli e Paolo Slongo, questa volta abbiamo suonato al campanello di Giorgia Bronzini. La piacentina, che ha iniziato dall’Australia la sua stagione con la sua Human Powered Health, è andata subito al cuore del problema.

«Io penso che le ragazze – dice senza mezza esitazione – siano pronte a fare, come dice la Longo, due settimane di Giro e di Tour. E penso anche che non cambia niente tra fare 12 tappe, oppure 15. Alla fine, basta mettere un prologo, poi ci sarà sicuramente una cronometro e per il resto più tappe piatte. Il nostro problema, se fai tutto in una settimana, è che sarà per forza piena di salite…».

Vincitrice del Tour 2022 davanti a Vollering e Niewiadoma, Van Vleuten auspicò Giri di tre settimane
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Più tappe, più chance per tutti

E’ il tema del prossimo Giro d’Italia Women, davanti al quale le velociste del gruppo hanno mascherato a stento un moto di stizza. La tappa per le ruote veloci è soltanto una, al massimo due se riusciranno a digerire il Tonale in partenza, e per il resto ci sarà da combattere.

«La gente vuole lo spettacolo – prosegue Bronzini – i Grandi Giri si vincono in salita e quindi fanno tutte tappe dure. Per esempio, il Giro d’Italia di quest’anno: che senso ha portare una velocista? C’è una tappa piatta (la quinta, Mirano-Monselice, ndr) e tutto il resto è durissimo, il nostro Giro d’Italia non ha veramente senso. Invece una corsa a tappe dovrebbe dare a tutti i tipi di atleti la possibilità di fare il loro exploit. Questa almeno è la mia idea e sono convinta che le donne siano pronte per fare le due settimane».

Nel Giro 2024 solo due tappe per le velociste: una vinta da Consonni e una da Kopecky, ma entrambe su percorsi impegnativi
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Squadre di livello più alto

Slongo, che ha seguito Elisa Longo Borghini al UAE Team Adq, ha detto che dal suo punto di vista l’aumento delle tappe richiederebbe l’aumento delle atlete per squadra, ma su questo punto Bronzini non sembra troppo d’accordo.

«Si potrebbe fare come ragionamento – dice – ma significherebbe un aumento dei costi per gli organizzatori, mentre per le squadre averne sette oppure otto cambierebbe poco. Tutto sommato quindi, lascerei a sette. Allo stesso modo non mi convince l’obiezione che l’aumento delle tappe svantaggerebbe le continental. Ci sono delle squadre continental che vanno meglio di alcune WorldTour, quindi eventualmente dovrebbe esserci una selezione opportuna da parte degli organizzatori nel prendere le continental in grado di fare un Grande Giro di 15 giorni. E starebbe alle squadre inserire nel proprio organico delle atlete all’altezza».

E sembra di leggere fra le righe che in questo ciclismo di livello così alto forse, al pari di quanto accade fra gli uomini, non è più tempo di portare ragazzine e ragazzini affinché facciano esperienza al Giro oppure al Tour. Per quello ci saranno semmai le corse più piccole.

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