Lacquaniti e le idee molto chiare per la sua Ceratizit

27.12.2023
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Dopo le parole di qualche giorno fa di Arianna Fidanza, torniamo in casa Ceratizit-WNT, il team tedesco divenuto WorldTour. Come capita spesso, anche in questa squadra c’è molta Italia. E c’è non solo nelle atlete ma anche nei piani alti. Uno dei direttori sportivi, ma con diverse mansioni manageriali, è Fortunato Lacquaniti.

Il tecnico italiano era in Spagna, a Calpe, per seguire da vicino le sue ragazze, anche se ammette che tra riunioni e la spola con l’Italia per impegni istituzionali, le ha seguite piuttosto poco. Almeno per quel concerne gli allenamenti su strada.

Fortunato Lacquaniti (classe 1963) è uno dei diesse della Ceratizit-WNT. E’ in ammiraglia dal 2005: debutto alla Top Girls Fassa Bortolo
Lacquaniti (classe 1963) è uno dei diesse della Ceratizit-WNT. Salì in ammiraglia dal 2005 con la Top Girls Fassa Bortolo
Fortunato, che squadra pensi di avere tra le mani?

Lo scorso anno abbiamo iniziato un percorso che ci ha visto lavorare bene. Tutti noi abbiamo delle ambizioni importanti. Ormai questa squadra è al decimo anno di attività e, come sapete, siamo riusciti ad ottenere la licenza WorldTour. Siamo stati decimi nel ranking UCI 2023. Questa per noi è la base, adesso dobbiamo restare su questi livelli.

E a certi livelli serve sia lavorare con le giovani, che nel ciclomercato: lo vediamo anche tra gli uomini…

Noi siamo partiti con un’idea precisa: far crescere la struttura. E lo abbiamo fatto anche inserendo delle figure competenti nei vari ambiti, come per esempio un coordinatore per la logistica, un nutrizionista, dei nuovi fisioterapisti. Insomma volevamo implementare la struttura nel suo insieme e non solo puntare sulle atlete. Visto che siamo chiamati a fare un salto sia di categoria che di qualità, era necessario questo visto il livello del ciclismo femminile. Senza contare che il calendario è fitto. Dovevamo, e dobbiamo, creare una base solida. Sportivamente ripartiamo dalle 11 vittorie e i 18 secondi posti di questa stagione. Eravamo partiti sedicesimi nel ranking e siamo arrivati ben più in alto. Questo ci dà fiducia. E ci ha portato delle giovani interessanti.

Quindi si punta sui margini interni?

Sì, poi è normale che c’è anche un discorso di campagna acquisti. Ma questa è legata anche a scadenze di contratto, budget. Ma in tal senso sarà importante far bene quest’anno in ottica 2025.

A Mouscron Arianna Fidanza lancia la volata alla sorella Martina che vince (foto Fellusch)
A Mouscron Arianna Fidanza lancia la volata alla sorella Martina che vince (foto Fellusch)
In squadra ci sono tre italiane: le due sorelle Fidanza, Martina e Arianna, e Alice Maria Arzuffi. Cosa ti aspetti da loro?

Tutte e tre hanno fatto un’ottima annata. Le Fidanza hanno vinto e Arzuffi è andata forte, forse mai così forte su strada. Alice ha colto un decimo posto in una tappa al Tour e anche al Ceratizit Festival in Olanda è andata bene. Io credo che tutte e tre possano dare molto, specie se supportate bene dal team. Per Martina soprattutto sarà un anno particolare, visto che ci sono le Olimpiadi. Dovrà dividersi tra strada e pista e di conseguenza nei giorni di Calpe abbiamo stilato un programma condiviso con la Federazione. Noi ci teniamo.

In cosa devono migliorare queste tre ragazze?

Martina ha una grande classe e non dimentichiamo che è ancora giovane (classe 1999, ndr). Lo scorso anno ha ottenuto delle vittorie, ma anche degli ottimi secondi posti, in quanto raggiunti su palcoscenici importanti e contro atlete di primo piano come Consonni e Wiebes. Per me deve programmare bene la sua doppia attività. Se ci riuscirà, sono convinto che arriveranno grandi cose perché ha margini enormi.

Passiamo ad Arianna…

Anche Arianna lo scorso anno è maturata ancora. Ha vinto ad inizio stagione, poi è stata di grande supporto per la squadra. Sta diventando un po’ meno velocista e un po’ più per gare “up and down”, quindi un pelo più dure. Pertanto ha la motivazione e la possibilità di fare bene anche in quel tipo di corse. Penso alla Gand-Wevelgem per esempio. Ma certo deve stare bene. E poi la vedo mentalizzata, in quanto ha dimostrato di poterlo fare. Ed è stata brava anche a tirare le volate alla sorella.

Arzuffi (classe 1994) sempre più stradista e meno crossista. Lo scorso anno ha messo nel sacco 51 giorni di gara, come mai aveva fatto in carriera
Arzuffi (classe 1994) sempre più stradista e meno crossista. Lo scorso anno ha messo nel sacco 51 giorni di gara, come mai in carriera
E per quanto riguarda Arzuffi?

A lei forse mancava un po’ di fiducia. Veniva dal cross e non aveva mai fatto una stagione o delle gare in cui doveva essere leader. Le è successo per esempio in Itzulia e in Navarra ed è entrata anche nella top 10 quando aveva delle responsabilità, mostrando un certo carisma. Io credo che per Alice si tratti dunque più un miglioramento psicologico che tecnico. Ne stiamo parlando sin dall’anno scorso. E’ una professionista al 100 per cento.

E le altre?

Un grossissimo step lo ha fatto la francese Cedrine Kerbaol. Ha vinto tre corse e la maglia bianca al Tour. E per noi avere in squadra una francese che conquista quella maglia è stato molto, ma proprio molto, importante. L’ha indossata sin dal primo giorno. L’abbiamo difesa coi denti, con un grande aiuto del team anche sul Tourmalet. Non chiedetemi i margini di questa atleta perché per lei davvero non saprei quantificarli, vista anche la sua giovane età.

Kerbaol, giovane francese, in maglia bianca al Tour Femmes. Va forte anche a crono, specialità di cui campionessa nazionale
Kerbaol, giovane francese, in maglia bianca al Tour Femmes. Va forte anche a crono, specialità di cui campionessa nazionale
Di certo non pochi, visto che parliamo di una classe 2001…

Esatto. Belle cose le potrà fare anche Kathrin Schweinberger. Anche lei ha vinto nella passata stagione. E’ una passista veloce. Mi aspetto parecchio anche da Sandra Alonso. Per lei ci sono in corso diversi cambiamenti, anche tecnici, legati alla preparazione. Queste sono le atlete più pronte. Le altre ragazze sono più giovani e hanno bisogno di tempo.

Fortunato, tu hai diretto campionesse di primissimo piano, vedi Guderzo o Bastianelli. Negli ultimi 3-4 anni è cambiato il tuo lavoro di diesse?

Io ho fatto anche il team manager, ma il ciclismo moderno ha bisogno di figure importanti. Ci servono ruoli definiti, ognuno specializzato nel proprio settore. E infatti, come dicevo prima, abbiamo inserito il nutrizionista, il responsabile della logistica… L’esperienza, come magari potrei averla io un po’ su tutto, non basta più. Il ciclismo moderno richiede lo specialista per fare al meglio quella determinata cosa. E’ una necessità ormai.