BePink leader dei team italiani. E se diventasse un Devo Team?

14.02.2023
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L’effetto porte girevoli nel ciclismo femminile ha determinato un passaggio di testimone tra le continental italiane. In base al ranking, nel 2023 sarà la BePink a guidare i team del nostro Paese dopo la trasformazione della Valcar in UAE Development (quindi con licenza emiratina), che comanda proprio la classifica della seconda serie portandosi in dote i punti raccolti l’anno scorso.

La BePink ha iniziato la stagione dal 26° posto assoluto, piazza consolidata negli ultimi anni considerando che davanti a lei ci sono team continental con budget più alti e che sono in lizza per passare nel WorldTour. Abbiamo così voluto fare una chiacchierata con Walter Zini, il team manager della squadra lombarda, per capire come vivono l’eredità che hanno raccolto.

Basilico (a destra) ha ottenuto un buon nono posto alla prima tappa del UAE Tour
Basilico (a destra) ha ottenuto un buon nono posto alla prima tappa del UAE Tour
Partiamo intanto dal UAE Tour Women. Com’è andato?

Lo avevamo preparato bene a Calpe durante il nostro tradizionale raduno all’AR Diamante Beach Spa Hotel, ma siamo andati negli Emirati senza troppe aspettative. Abbiamo fatto un buon nono posto con Basilico nella prima tappa. Nella seconda invece ha un po’ dormito, rimanendo coinvolta in una caduta. Nello stesso giorno è caduta anche Teolis, costretta ad abbandonare la corsa senza conseguenze. D’altronde c’era molto fermento e nervosismo in gruppo a causa del vento. Nella terza ci siamo fatti vedere mandando in fuga Crestanello. La nota negativa invece è stato il ritiro di Bertolini.

Cosa è successo?

Matilde purtroppo è caduta nella prima frazione in una inversione di marcia attorno ad una rotonda. Una caduta sciocca, quelle in cui rischi di farti più male. Ha battuto la parte destra rompendosi il gomito. Abbiamo fatto subito tac e lastre per capire la vera entità. E’ stato un vero peccato. Lei è giù di morale, ma almeno sta bene e in queste ore stiamo valutando se operarla o meno a Bergamo.

Quest’anno sarete la formazione italiana più importante. Avvertite questa particolare situazione?

Devo dirvi sinceramente di no. Nel senso che noi già negli anni passati volevamo dare una impronta internazionale alla nostra squadra, compatibilmente con il calendario e le possibilità. Abbiamo sempre ragionato con questa ottica per far crescere al meglio le nostre atlete. Diciamo che forse adesso potrebbe essere un motivo d’orgoglio in più nei confronti degli sponsor, cui dobbiamo tanto. Per il resto, ci sono aspetti contraddittori da considerare in questo contesto.

Quali?

Come in tutte le cose c’è il rovescio delle medaglia. Quest’anno non faremo la Roubaix per una incomprensione con gli organizzatori. Speriamo che possano rimediare accettando la nostra richiesta al Tour Femmes. Purtroppo non ci hanno preso alla Liegi e soprattutto alla Freccia Vallone, dove nel 2022 eravamo stati protagonisti con Zanardi che restò a lungo in fuga, vincendo tre gpm. Tuttavia abbiamo ricevuto l’invito al Women’s Tour in Gran Bretagna, una importante gara a tappe WorldTour. Diciamo che alcuni criteri di assegnazione punti e di conseguenza di elaborazione del ranking andrebbero rivisti per la partecipazione a certe corse.

Zanardi ha partecipato agli europei su pista, disputando la corsa a punti (foto Arne Mill)
Zanardi ha partecipato agli europei su pista, disputando la corsa a punti (foto Arne Mill)
Cosa intendi?

Adesso il calendario femminile è sempre più pieno. Non ha senso vedere gare WorldTour in cui partono solo 70 ragazze come al Down Under o altre gare minori in cui sono solo in 40, se non meno. Fare punti lì è più semplice che in altre gare europee storiche. La nostra vittoria WT a Burgos con Vitillo, dove c’erano 120 partenti, non può valere come altre dove c’è meno gente. Oppure come per i campionati nazionali. Vincere in Olanda non è la stessa cosa di farlo in un Paese con partecipazione e livello più basso. Noi fortunatamente siamo sempre riusciti a centrare buoni risultati. Però per una squadra come la nostra è più difficile, tenendo conto che nei Devo team possono correre atlete del WT. Non dico che non sia giusto, ma secondo me bisognerebbe rivedere qualcosa nei regolamenti.

Cosa pensi dei team di sviluppo?

La tendenza delle grosse formazioni sia maschili che femminili è questa. Negli uomini è già avviata da un po’ di anni. Alla fine è stato visto che in pratica costa meno fare un development team che andare in giro a cercare talenti. E’ più conveniente perché così le atlete che hai te le puoi fare crescere come vuoi. Nel giro di poco tempo si arriverà a questa situazione.

La BePink ha raccolto l’eredità della Valcar come miglior team italiano (foto Saccani)
La BePink ha raccolto l’eredità della Valcar come miglior team italiano (foto Saccani)
Quindi, se arrivasse una richiesta, Walter Zini valuterebbe l’idea di fare diventare la BePink un team di sviluppo?

Ad oggi non me lo hanno mai proposto, anche se so che ci sono diverse formazioni WorldTour che stanno cercando. Prima di tutto farei attenzione alle opportunità di crescita delle ragazze. In ogni caso mi potrebbe interessare questa evoluzione, per mettere la mia esperienza al servizio della squadra. Noi sappiamo quanto sia difficile adesso fare attività nel femminile, quindi sapremmo anche come ben comportarci in una nuova eventuale nuova veste. Prima però vediamo di fare una bella stagione come nel 2022. Anzi cerchiamo di fare meglio.